⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia
Il 15 aprile 2025, nel corso di un evento organizzato in occasione della 96° Adunata Nazionale degli Alpini, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali ha definito “combattenti per la nostra libertà” gli Alpini che presero parte alla campagna criminale intrapresa dal Corpo di Spedizione Italiano, composto da 235.000 uomini, che tra il 1941 e il 1943 si schierò a fianco delle truppe del Terzo Reich nella guerra contro l’Unione Sovietica.
Tali affermazioni, peraltro formulate da una personalità che si suppone debba avere grande esperienza nell’amministrazione di una delle regioni più importanti d’Italia, e al quale i cittadini hanno dimostrato piena fiducia già due volte, suscitano profonda indignazione. Il Signor Cirio si è permesso di parlare con leggerezza e con il sorriso sulle labbra di quegli italiani che hanno combattuto “per la nostra libertà” e che oggi “riposano sulle rive del fiume Don”. E per aggiungere un ulteriore tocco di precisione geografica, ha persino citato i nomi dei villaggi russi di Novopostojalovka e Nikolaevka, situati nella regione di Voronež, luoghi che a suo dire sarebbero particolarmente “radicati nell’anima” dei piemontesi.
Ci si chiede se questo esponente politico sia davvero all’oscuro del fatto che i soldati e gli ufficiali italiani, Alpini compresi, furono in realtà vittime del regime fascista e criminale di Mussolini, che li spedì a combattere al fianco di Hitler nella guerra contro l’URSS. E non certo per la libertà, ma spedendoli laggiù come invasori, con l’obiettivo di mettere in pratica certe ideologie disumane legate alla supremazia razziale, alla schiavitù e all’oppressione dei popoli e di poter fornire alla “razza ariana” il suo “spazio vitale” attraverso lo sterminio fisico delle popolazioni autoctone. Il tono di presunzione presente nelle sue parole rivela altresì una totale indifferenza per il dolore di migliaia di madri italiane che mai più videro tornare i propri figli dalla campagna d’Oriente voluta dai gerarchi fascisti dell’epoca.
L’Ambasciata della Federazione Russa in Italia esprime pieno sostegno e solidarietà al Comitato provinciale di Torino dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, nonché agli esponenti del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e dell’Alleanza Verdi e Sinistra, i quali hanno giustamente condannato l’aberrante bravata del Signor Cirio,chiedendogli di fornire dei chiarimenti esaustivi in merito e di avanzare delle scuse formali.
Ci auguriamo che le autorità e i cittadini del Piemonte sappiano trovare la saggezza e il senso civico sufficienti per porgere le proprie scuse ai popoli dell’ex Unione Sovietica, e in particolare agli abitanti di Novopostojalovka e di Nikolaevka per il grave insulto a loro rivolto.
Tali affermazioni suonano particolarmente gravi e offensive alla vigilia delle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione italiana, per la fine della Grande Guerra Patriottica in URSS, che costò la vita a 27 milioni di cittadini sovietici, e per la fine della Seconda Guerra Mondiale, che segnò la Vittoria sul nazifascismo. Sono affermazioni che costituiscono un grave affronto alla memoria di tutti coloro che in Russia, in Italia e in tanti altri Paesi onorano il ricordo di chi liberò il mondo dalla piaga del nazismo, sacrificando la propria vita per la libertà, la giustizia, la cooperazione, la comprensione reciproca e la pace tra i popoli.
Questo episodio serve altresì da monito sui pericoli insiti nel fare ricorso a paragoni storici infondati e irresponsabili tra la Russia e il Terzo Reich; paragoni che, non molto tempo fa, sono già stati evocati in maniera sconsiderata anche da alti rappresentanti dello Stato italiano e che, comprensibilmente, hanno quindi suscitato una vasta ondata di reazioni di condanna in molti Paesi, compresa l’Italia stessa.