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“Domenica, nel corso di una riunione di governo, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto chiaramente che anche se si raggiungesse un accordo per liberare tutti gli ostaggi, la fine della guerra non sarebbe all’ordine del giorno”. Così inizia un articolo di Jack Khoury su Haaretz, che sgrana le condizioni indicate da Netanyahu per chiudere il conflitto: il “disarmo di Hamas e dall’esilio dei suoi leader”, ma soprattutto il controllo della Sicurezza di Gaza per avviare il piano di emigrazione dei gazawi.

ELIMINARE HAMAS E I GAZAWI

Insomma, pur senza trascurare del tutto la questione della liberazione degli ostaggi, ribadita nel corso dell'incontro, Netanyahu ha detto chiaramente che non c'è rapporto tra tale obiettivo e il termine delle ostilità. Tale messaggio era indirizzato soprattutto alle famiglie dei rapiti e ad Hamas che, da sponde opposte, hanno relazionato le due cose...

https://www.piccolenote.it/mondo/gaza-netanyahu-dichiara-guerra-senza-fine
Si chiama Ella Keidar Greenberg, ha 18 anni, è israeliana e sta per scontare 30 giorni in una prigione militare israeliana perchè si è rifiutata di arruolarsi nell'esercito.

Keidar Greenberg ha dichiarato il suo rifiuto al centro di reclutamento militare di Tel Hashomer, vicino a Tel Aviv, il 19 marzo, esprimendo la sua opposizione ideologica all'occupazione e all'assalto di Israele a Gaza.
"Quando i nostri nipoti ci chiedono cosa abbiamo fatto durante il genocidio di Gaza... se ci siamo arresi o se abbiamo opposto resistenza, come [preferireste] rispondere? Io so cosa risponderò: che ho scelto di resistere. Ecco perché mi rifiuto".
03.04.202516:45
Almeno 50.000 persone sono rimaste senza acqua da mercoledì 2 marzo nello Yemen occidentale dopo che un attacco aereo USA ha colpito una cisterna di acqua potabile nella provincia costiera di Al-Hudaydah.

Nell’attacco Usa quattro persone sono state uccise, tre sono rimaste ferite come si vede dal video in seconda slide. Altri tre attacchi sono stati segnalati nella provincia di Hajjah, nello Yemen nordoccidentale, ma al momento sembra senza vittime.

A marzo il presidente degli Stati Uniti Trump ha ordinato “un’azione militare decisa e potente” contro gli Houthi e ha minacciato di “annientarli completamente”. Almeno 61 civili sono stati uccisi e altri 139 sono rimasti feriti negli attacchi aerei statunitensi in Yemen dal 15 marzo.
I giudici della Corte penale internazionale vogliono che l'Ungheria spieghi perché non ha arrestato il primo ministro israeliano Netanyahu durante la sua visita a Budapest a inizio aprile.

In un documento diffuso il 16 aprile, il tribunale dell'Aia ha avviato un procedimento per inadempienza contro l'Ungheria, dopo che il Paese ha accolto Netanyahu con un tappeto rosso nonostante un mandato di arresto della CPI per crimini contro l'umanità in relazione alla guerra a Gaza.

Pochi giorni prima dell'arrivo di Netanyahu in Ungheria, il presidente dell'organo di controllo della corte ha scritto al governo ungherese ricordandogli il suo "obbligo specifico di ottemperare alle richieste di arresto e consegna della corte".

Durante la visita, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha annunciato che il suo paese avrebbe abbandonato la Corte, affermando che la CPI "non è più una corte imparziale, né un tribunale di diritto, bensì un tribunale politico".
01.04.202512:57
Nell’imbarazzante silenzio della stampa “mainstream” e delle cancellerie occidentali ed europee, proseguono le violenze settarie contro gli alawiti in Siria, la minoranza religiosa di cui fa parte anche l’ex presidente Bashar al-Assad. Violenze che vengono commesse nella piena complicità del regime del presidente Abu Muhammad al Jolani, ex leader del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS).

Dopo le esecuzioni sommarie del 6 marzo scorso, come la morte di oltre 1.000 persone tra le quali anche donne e bambini, le violenze contro la minoranza alawita non si sono mai fermate, nonostante la promessa di Al-Sharaa/al-Jolani di intervenire e porre così fine alle barbarie.

#siria #aljolani #europe
Harvard è la prima università degli Stati Uniti a rifiutare le richieste dell’amministrazione Trump, che in tutta risposta ha annunciato il blocco di 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni e di 60 milioni di dollari in contratti pluriennali.

La Casa Bianca aveva chiesto ad Harvard di adeguarsi, entro agosto 2025, a una serie di nuove politiche su antisemitismo e inclusione ma l'università ha respinto le richieste dell’amministrazione repubblicana.

L’amministrazione Trump chiedeva di identificare e sanzionare i membri della facoltà accusati di discriminazione contro studenti ebrei o israeliani dopo il 7 ottobre 2023 e chiedeva lo smantellamento immediato di tutti i programmi di “diversità, equità e inclusione (DEI)”, che secondo i conservatori sono responsabili di promuovere politiche discriminatorie.

#harvard #trump #israel #antisemitismo

https://it.insideover.com/politica/harvard-respinge-le-richieste-di-trump-lo-scontro-su-inclusione-e-antisemitismo.html/amp
17.04.202505:25
Gaza: nella notte tra il 16 e il 17 aprile famiglie sfollate, per lo più donne e bambini, sono state bruciate vive dopo che diversi attacchi aerei israeliani hanno preso di mira le tende dove si rifugiavano. Almeno 20 persone sono state uccise nei seguenti attacchi:
a Mawasi, Khan Younis: 10 membri della famiglia Abu Al-Rus, per lo più bambini, sono stati uccisi quando la loro tenda è stata data alle fiamme.
Jabalia: 7 membri della famiglia Asila sono stati uccisi, 15 feriti.
Beit Lahia: 6 membri della famiglia Al-Atal sono stati uccisi.

#GazaGenocide #palestine #israel
La lettera dei riservisti dell'aeronautica che chiedeva la fine della guerra e un accordo con Hamas per liberare gli ostaggi ha provocato uno tsunami. Nonostante la risposta del governo, che ha licenziato i firmatari della lettera, continuano a piovere lettere analoghe firmate da 250 ex membri del Mossad, corpi corazzati, paracadutisti e di altre branche dell'esercito.

Ai membri dell'esercito si aggiungono 3.500 accademici israeliani che hanno firmato una petizione che chiede il ritorno degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza.

"Noi, docenti degli istituti di istruzione superiore, ci uniamo all'appello lanciato dai membri dell'Aeronautica Militare e chiediamo che gli ostaggi vengano riportati a casa senza indugio, ponendo immediatamente fine alla guerra", si legge nella petizione. E si legge ancora "la guerra serve principalmente interessi politici e personali". Naturalmente quelli di Netanyahu.
La Crown Prosecution Service (CPS), che funge da pubblico ministero nei procedimenti penali Inghilterra, al tempo guidata dall'attuale premier inglese, Keir Starmer, avrebbe consigliato ai procuratori svedesi di non archiviare né far progredire il caso Assange, contribuendo a creare un "paralisi legale" che ha tenuto il giornalista australiano arbitrariamente detenuto a Londra e sotto inchiesta in Svezia per anni. Una situazione che le Nazioni Unite hanno successivamente condannato come “detenzione arbitraria”.

https://it.insideover.com/media-e-potere/wikileaks-nuove-rivelazioni-sul-caso-assange-centra-anche-keir-starmer.htm
07.04.202518:55
Il mondo sciopera e manifesta nelle piazze per Gaza. Contro il silenzio di media e politica su uno dei peggiori genocidi degli ultimi 50 anni.

Ricordiamo i numeri dell'eccidio:

- Le cifre ufficiali riportano 50.605 morti dal 7 ottobre 2023, ma diverse fonti tra cui Lancet e 99 medici americani volontari a Gaza riportano cifre decisamente più alte. Da fine ottobre 2024 noi di InsideOver abbiamo adottato la stima fatta dai medici di Gaza alla fine del 2024, quantificata in oltre 120.00 morti.

Naturalmente oggi anche quella cifra è ampiamente superata. In una recente intervista con il Dottore Mark Perlmutter, chirurgo americano a Gaza, lui stesso ha stimato le morti reali in “almeno 10 volte quelle ufficiali”, tenendo in considerazioni le migliaia di persone sepolte sotto le macerie di Gaza che non finiranno in nessun conteggio.

#gazagenocide #globalstrikeforgaza #israel #idf
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato in Ungheria, sfidando il mandato di arresto spiccato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) nei suoi confronti per i crimini di guerra a Gaza a novembre scorso.

Durante una conferenza stampa con il premier ungherese Viktor Orban, Netanyahu ha definito "coraggiosa e di principio" la decisione dell'Ungheria di ritirarsi dalla Corte Penale Internazionale. "È importante opporsi a questa organizzazione corrotta", ha detto Netanyahu".

Orban ha dichiarato: "Sono stato il primo ministro che ha firmato il documento di adesione alla Corte penale internazionale e ora ho firmato il documento per il ritiro. Il motivo è che è diventato un tribunale politico. E le decisioni della Cpi su Israele lo hanno dimostrato".

Nel frattempo all'alba del 3 marzo a Gaza altre 92 persone sono state uccise dai raid israeliani e nel pomeriggio dello stesso giorno almeno 27 persone sono state uccise neggli attacchi contro una scuola che ospitava rifugiati.
11.04.202517:06
2 prigionieri israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza, fanno appello agli israeliani per fare pressione sul governo e sul suo Primo Ministro Benjamin Netanyahu.

Chiedono ad Israele di impegnarsi seriamente per il loro rilascio.

Uno dei prigionieri nella clip dice: “Siamo usciti per un momento per respirare all'aria aperta e vedere il cielo e le stelle. L'esercito israeliano ha deciso di bombardarci e colpire l'edificio in cui mi trovavo.”

Ha aggiunto: “Siamo sopravvissuti alla morte e siamo pieni di graffi. Grazie ai combattenti di Hamas che hanno rischiato se stessi e ci hanno portato fuori. Ora siamo di nuovo nei tunnel, tutta colpa del governo di Israele”.

Uno dei due soldati dell’IDF ha evidenziato che il governo di Israele non avrebbe, in realtà, alcun interesse e impegno per riportare a casa gli ostaggi ancora in mano di Hamas.

#gazagenocide #israel #idf #soldiers
06.04.202513:04
Sabato 5 aprile migliaia di manifestanti sono scesi sabato nelle strade di Roma per protestare contro la militarizzazione dell’UE.

La manifestazione è stata guidata dal Movimento Cinque Stelle (M5S) e dal suo leader, l'ex Primo Ministro Giuseppe Conte, per protestare contro il piano del blocco di utilizzare fino a 800 miliardi di euro per rafforzare il complesso militare-industriale dell'Unione Europea.

“No al riarmo! Fermiamoli”, ha annunciato Conte sul suo account X.

Nei video pubblicati dal politico, si vede una folla di migliaia di persone marciare per le strade di Roma, sventolando bandiere italiane e striscioni con slogan come "Basta soldi per le armi" e "No al riarmo".

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto un massiccio piano di riarmo, con l'intenzione di attingere fino a 800 miliardi di euro di debito e agevolazioni fiscali. Il cosiddetto piano ReArm mira a contrastare una presunta minaccia proveniente dalla Russia, idea che Mosca ha liquidato come infondata.
18.04.202506:33
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