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Fiore, canale pubblico. 热门帖子

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InsideOver
05.02.202509:53
Una bambina sopravvissuta al genocidio di Gaza risponde per le rime a Trump e al suo piano di deportare la popolazione palestinese in Egitto o Giordania: "Se ti chiedessero di lasciare casa tua, cosa faresti? Non andresti via. E perchè noi dobbiamo farlo?". E ancora la bimba incalza: "Non eravate il Paese della libertà e della democrazia? Di che libertà parli?".
E chiude così: "Caro Trump, puoi controllare il mondo intero ma non Gaza. Perchè Gaza è il mondo".

#GazaGenocide #gazaethniccleansing #Trump #TrumpNoDisplacement
15.02.202523:17
Bianca Balti col suo cancro, gli effetti delle chemio e il racconto giornalistico dell'amputazione dei seni per prevenire una malattia che non l'ha comunque risparmiata. (Sembra che la sua esperienza stia spingendo molte donne ad analisi specifiche per eventuali mastectomie preventive).
La Michelin che narra di come la nefrectomia l'abbia liberata di una zavorra, di come si senta meglio di prima e sia tutto bellissimo (fonte, Corriere).
Adesso sul palco arriva Edoardo Bove, fresco di malore in campo e conseguente impianto di defibrillatore sottocutaneo.

Sanremo 2025 è tutto all'insegna della normalizzazione della malattia, che a tratti si fa liberatoria nonostante che si parli di giovani le cui patologie stridono col dato dell'età.
Se è vero che tale spettacolarizzazione ci fa orrore, vorremmo quantomeno sottolineare l'impossibilità di tacere il fenomeno crescente di malori improvvisi e malattie nei ragazzi finanche da parte della kermesse sonora.
Il messaggio trasmesso è rivoltante. Piuttosto che chiedersi cosa stia accadendo si trasforma il morbo, assieme alle sue manifestazioni esteriori, in elemento che quasi dà luce mentre si accetta l'idea di un essere umano infermo e anomalo per natura, anche dalla nascita. Quasi che Dio abbia abdicato al suo ruolo di creatore di perfezione.
11.02.202523:04
WAEL AL-DAHDOUH, DA GAZA A ROMA PER RACCONTARE LA PROPRIA TRAGICA STORIA E QUELLA DEI SUOI 200 COLLEGHI GIORNALISTI AMMAZZATI DA ISRAELE
➡️ foto e video nei commenti

Se altrove il giornalismo è la professione del dare fastidio, a Gaza è la professione della morte. Non solo per il giornalista, ma per tutta la sua famiglia". Con queste parole Wael Al-Dahdouh, giornalista di Gaza di Al Jazeera, ha iniziato il suo racconto, oggi in conferenza stampa alla Camera.

La storia di Wael Al-Dahdouh ha fatto il giro del mondo il giorno in cui, mentre era in diretta sulla sua emittente per raccontare quello che accadeva a Gaza, ha ricevuto la notizia che metà della sua famiglia, tra cui la moglie, un figlio, una figlia e un nipotino, era stata uccisa in un bombardamento. Un altro figlio, anche lui giornalista, sarebbe morto nello stesso modo qualche settimana dopo.

La tragedia che l'ha colpito non gli ha impedito di continuare a fare il suo lavoro perché, ha detto, "la mia determinazione a raccontare è stata infinita". Un esempio di resistenza, di professionalità, di coraggio.

"A volte non credo di essere vivo e di essere sopravvissuto a tutto quello che ho visto - ha detto -. La guerra a Gaza è fuori da ogni schema e così anche il nostro lavoro. Abbiamo raccontato tutto di quel conflitto soprattutto a chi era fuori che non aveva altra fonte. Noi giornalisti non siamo di una parte o dell'altra: siamo professionisti e seguiamo le regole deontologiche. Ma abbiamo comunque pagato un prezzo altissimo: 205 giornaliste e giornalisti sono stati uccisi, molti di loro mentre facevano il loro lavoro ed erano riconoscibili come operatori dei media".
Wael stesso è stato ferito e il suo operatore è stato ucciso davanti ai suoi occhi.

A Gaza tutti sono stati sfollati diverse volte e i giornalisti non hanno fatto eccezione, costretti a vivere in condizioni terribili, senza neanche un bagno. La cosa più drammatica della guerra è come costringe a vivere gli sfollati, ha sottolineato il giornalista.

Nonostante questo, hanno continuato a raccontare al mondo quello che accadeva nella Striscia, con tenacia e a rischio della vita.
"Le persone sono state disumanizzate e Gaza non si riconosce più - ha concluso -, ma ricostruire è il nostro obiettivo. Sono un giornalista, non faccio valutazioni politiche e non sono il portavoce di nessuno, ma Gaza vuol dire un popolo e non si può parlare con disprezzo di un intero popolo. Da 50 anni provano a cacciare i palestinesi da Gaza. Non ci sono mai riusciti e non ci riusciranno neanche questa volta".

Grazie a Wael Al-Dahdouh per la sua straordinaria testimonianza, per il suo coraggio, per non avere ceduto neanche davanti al dolore più grande che una persona possa provare. E' a professionisti come lui che dobbiamo la conoscenza del massacro compiuto ai danni del popolo palestinese che il governo israeliano  ha tentato in tutti i modi di oscurare, impedendo alla stampa internazionale di entrare nella Striscia.

L.Boldrini
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi."

Vittorio Arrigoni, attivista, giornalista e scrittore italiano

Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011
11.02.202522:32
DICONO "PACE", SOTTENDONO LA NORMALIZZAZIONE DELL'OCCUPAZIONE: LA QUESTIONE PALESTINESE A SANREMO

La gente vede e sente ma non discerne. Ogni input della società dello spettacolo è formulato unicamente per condizionare la mente intervenendo sulla sfera delle emozioni e riesce pienamente poiché calato su menti vuote e stanche.

Stasera Sanremo ha presentato Noa e Mira, l'israeliana e la palestinese "per la pace". E tanto basta perché la pubblica opinione inconsapevole consideri assolto il compitino del Festival della Canzone italiana di non ignorare Gaza.

Eppure il lessico utilizzato durante la performance tradiva il celato.
"Vogliamo che l'intera famiglia umana viva in sicurezza (...) e che fra un anno torneremo a festeggiare un vero accordo di pace", hanno cantato.
"Sicurezza", col rimando alla narrazione sionista che vuole Israele costantemente sotto attacco.
"Vero accordo di pace": quello attuale è fittizio? Può darsi, difatti Israele non abbandona le sue mire.
Ma le due artiste si guardano bene dal parlare di occupazione e decolonizzazione, l'unico processo in grado di riportare la pace.

Noa, ex militare dell'IDF, già feroce contro la resistenza durante Piombo Fuso, è il volto gentile del sionismo.
Mira, palestinese con passaporto israeliano, in giro per il mondo a rappresentare Israele, pare essere espressione della parte politica palestinese che col carnefice ci fa gli accordi.
07.02.202515:38
COME TRASFORMARE BIMBI SANI IN CLIENTI DELL'INDUSTRIA FARMACEUTICA A VITA

Dai 4 vaccini pediatrici obbligatori, nel 2017 si passa a 12 nonostante che nel 2012 il governo italiano avesse approntato un piano nazionale vaccinale che prevedeva di superare l'obbligo vaccinale arrivando a semplici raccomandazioni.

Perchè le politiche vaccinali italiane hanno subito tale svolta?

Le risposte sono da cercare in Beatrice Lorenzin, Ranieri Guerra (all'epoca consigliere scientifico dell'ambasciata a Washington ed ora all'OMS) e nella fondazione privata GAVI con sede in Svizzera creata da Bill Gates e finanziata dallo Stato italiano.
Dal 2017, l'Italia è considerata il Paese che meglio degli altri "potrà e dovrà portare a termine gli obiettivi e le campagne vaccinali."

Nel contributo, G. Conte interviene alla conferenza sul finanziamento italiano a detta fondazione: https://youtu.be/gb0eyp6vMB4?si=8PCFPce8YaGqx7y2

I finanziamenti di Bill Gates alla fondazione: https://youtu.be/zbjHmUsDCzw?si=x7z4QNsZlPMI2vjO
02.02.202519:35
IL ROVESCIAMENTO DELLA REALTA' MESSO IN ATTO DAL SINDACO DI BOLOGNA LEPORE
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Interpellato sul fatto che la tv russa abbia realizzato un servizio sulla decisione della Giunta Comunale di far chiudere il centro sociale Villa Paradiso, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore ha ieri pronunciato le seguenti parole: "Non ci fermeremo di fronte alla propaganda di uno stato straniero che vuole entrare nella nostra città e creare divisione".
Questo giovanotto in carriera, ebbene, dimostra una spudoratezza senza pari nel rovesciare retoricamente i termini reali della questione.
Se le proiezioni di film o i dibattiti sul conflitto russo-ucraino da lui censurati avessero davvero implicato un'ingerenza da parte dello stato russo o dei suoi apparati, il suo dovere di amministratore sarebbe provarlo.
Ma egli non non può avere alcuna prova di questo, bensì esprime solo la volontà di reprimere chi è in disaccordo con la politica estera del governo e dei partiti filo-atlantisti.
Siamo noi cittadini contro la guerra, invece, che siamo in grado di provare e documentare come tanti amministratori pubblici, oggi, stiano agendo in base agli input di uno stato straniero, ovvero di quel governo ucraino che si rifà storicamente e idealmente ai trascorsi nazisti di quel paese.
Infatti, il primo atto di repressione da parte dell'amministrazione comunale contro il centro sociale Villa Paradiso avvenne un anno fa, quando fu proibita la proiezione d'un film russo in seguito a un'azione di squadrismo telematico messa in atto da gruppi organizzati, perlopiù ucraini, sulla pagina facebook del centro sociale.
Ma non solo: dal momento che la repressione non riguarda soltanto Bologna ma anche molte altre città, è documentato e comprovato che poche settimane fa l'Ambasciata Ucraina in Italia abbia scritto con tanto di carta intestata alle autorità del Veneto per impedire la proiezione d'un documentario russo in provincia di Treviso.
Dunque, abbiamo di fronte dei pubblici amministratori che seguono le direttive di un paese straniero - l'Ucraina - per negare ai propri cittadini quel diritto alla libertà d'espressione che è garantito dall'Articolo 21 della Costituzione della Repubblica.
I cittadini in questione, non sono "filo-russi" come afferma la macchina del fango del PD, bensì sono cittadini contrari a quell'invio di armi che sta facendo proseguire la guerra a oltranza così come il numero delle vittime da ambo le parti.
La succitata aggressione ai principi basilari della Carta Costituzionale, non può che portarci a concludere che il Sindaco Matteo Lepore, l'europarmentare Pina Picierno che promuove questi atti repressivi in varie parti d'Italia e tutto il Partito Democratico, stiano esprimendo una politica in contrasto con la legalità costituzionale.
Occorre allora una mobilitazione popolare contro quella che è, a tutti gli effetti, una minaccia alla democrazia.
Le tante persone che, a Bologna, fanno parte delle reti civiche e associative della cosiddetta sinistra, devono rendersi conto che con quest'atto il PD sta minacciando anche loro perché, al di là di questo specifico caso di politica estera, l'intento appare evidentemente quello di togliere spazio e agibilità a tutto ciò che non sia controllabile o che esprima un punto di vista autonomo.
Il Sindaco di Bologna ha scelto, in maniera del tutto unilaterale, di aprire un conflitto che nessun altro, oltre a lui, per questa città desiderava. Spero, pertanto, egli si renda conto che quando si prende una decisione unilaterale di questo tipo, si sa come comincia ma non come va a finire. Perché una cosa è certa: anche noi - e per "noi" intendo i cittadini contrari alla guerra e all'invio di armi - non ci fermeremo di fronte alla propaganda di uno stato straniero.
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Riccardo Paccosi
(regista teatrale e operatore culturale)
ASSOLDATE IL SOLDATO SALA!

Ero preoccupata, come hanno potuto impiegare così tanto per partorire l'idea?
Lo sfregio

🇱🇧l🇮🇱 Dichiarazione: Ministro della Difesa Israel Katz: "Gli aerei dell'aeronautica militare israeliana che attualmente sorvolano Beirut, sopra il funerale di Hassan Nasrallah, trasmettono un messaggio chiaro: coloro che minacciano di distruggere Israele e attaccano Israele, sarà la loro fine".

"Voi vi specializzate nei funerali e noi nelle vittorie", aggiunge.

✍ Vaffanculo figlio di 60.000 puttane
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Giubbe Rosse
07.02.202514:03
🇮🇱🇵🇸 GALLANT CONFERMA: "HAMAS ERA PRONTO A UN CESSATE IL FUOCO AD APRILE, MA ISRAELE RIFIUTÒ"
Ad aprile 2024, Hamas ha espresso il suo impegno per un cessate il fuoco permanente, ma Israele ha respinto la proposta. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sottolineato che Israele non avrebbe accettato la governance di Hamas a Gaza in nessuna fase, insistendo sul fatto che Hamas deve prima essere smantellata.

Si sapeva, adesso è ufficiale.

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Il Canale 14 ebraico ha pubblicato un sondaggio che mostra nuovamente il volto psicopatico della società israeliana.

Domanda: Sei favorevole o contrario all’iniziativa del presidente Trump di incoraggiare la migrazione da Gaza? [pulizia etnica]

L'80% è favorevole
Il 10% è contrario
Il 10% non è sicuro

🇮🇷 Notizie dall'Iran islamico e rivoluzionario https://t.me/iranislamico
12.02.202515:00
RAI, toccare il fondo e proseguire scavando
di Emme Pi

La televisione di regime ha toccato ieri sera vette inesplorate di asservimento padronale. Non che sia una novità, ma nell'occasione ha probabilmente dato il meglio di sé. A Sanremo, e già ci sarebbe da ridire così, è il momento degli ospiti. Internazionali, dicono, che internazionali non sono. Il conduttore, quello che nella conferenza stampa della vigilia si è detto antifascista (che fa un sacco figo tra la gente che piace) e nell'accezione woke-macchiettistica imperante probabilmente lo è davvero, senza fare un plissé introduce sul palco quelle che il mainstream corrotto si è affrettato a definire “un’israeliana e una palestinese”. E mentre ai gonzi della pace guerreggiata scende una lacrima all'idea che le due sedicenti pacifiste canteranno “Imagine” di Lennon, la loro vita gli sbatte in faccia senza ambiguità la messa in scena di un potere impegnato con ogni mezzo nella normalizzazione del genocidio in atto.

Una, Noa, è effettivamente israeliana doc, infatti i figli sono dediti a servire l'esercito di occupazione. Quello che per mettere fine al conflitto fa briciole di qualunque cosa odori di Palestina. Bambini inclusi. Insomma, una ambasciatrice di pace quantomeno bizzarra. Cantante che, nemmeno troppo tempo fa, ebbe modo di definire, quello del suo paese, come “esercito dell'amore”. Me cojoni, pensa un po’ se fosse stato dell'odio. L'altra, poi, è Palestinese non meno di quanto Trump adori i poveri. Talmente palestinese che già nel 2009 rappresentava Israele all’Eurovision e, si sa, Tel Aviv notoriamente sceglie le proprie icone da spedire in giro per il pianeta attingendo dal popolo a cui nel frattempo nega la vita. Mira Awad, il suo nome, è nata in un villaggio druso nel nord di Israele. Ah, ecco. I drusi, invisi ai musulmani e viceversa, sono fedeli servitori dello stato israeliano e, ovviamente, anche delle forze armate per le quali prestano tre anni come riservisti e, sebbene non fosse necessario, se n'è avuta conferma anche all'indomani del famigerato 7 ottobre con l’impennata del numero dei soldati drusi impegnati nel massacro di Gaza.

Che dire, una comunità, quella della cantante, che ha a cuore senza riserve le sorti della Palestina. Il bello, si fa per dire, è che gli israeliani li detestano epidermicamente e li sfruttano. Come manovalanza bellica, appunto, e come specchietto per le allodole, millantando una inesistente inclusività. E non si capisce se sia peggio chi lo fa o chi si presta al teatrino da istituto Luce. Ma tant'è che per la maggioranza bulgara dei nostri connazionali la buffonata di ieri sera è il trionfo del bene. Così, mentre il servizio pubblico si vanta di promuovere la pace con il supporto pure del Papa, dà il fianco spudoratamente all’occupazione nel momento di massimo ascolto, tutto per compiacere i padroni di Washington e i loro sgherri.

Mira Awad, peraltro, è la stessa che già in tempi non sospetti attaccò duramente Roger Waters per il suo impegno pubblico nella causa palestinese, accusandolo di inasprire i toni a scapito del dialogo. Dialogo con i cacciabombardieri, forse. In soldoni, come vendere l'anima sulla pelle di un popolo martoriato che si finge di rappresentare. Insomma, l'Italia vassalla non perde mai l'occasione di genuflettersi al cospetto dei reali governanti sovranazionali e lo fa, ogni volta, con inesausta e rinnovata fantasia. Chi cazzo se ne frega se per ottemperare a un diktat si cavalca l'onda di un genocidio perletrato in diretta streaming con la coscienza buttata nel cesso. Tanto i buoni siamo sempre noi.
27.01.202523:53
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RangeloniNews
Bombe a grappolo ucraine su Gorlovka, terrore quotidiano

Zelensky aveva promesso che non avrebbe utilizzato le munizioni a grappolo sulle città e su obiettivi civili. Biden a suo tempo aveva titubato e incontrato molte critiche per via dell’intenzione di fornire queste armi a Kiev, ma poi se ne lavò le mani facendo promettere al presidente ucraino che i soldati ucraini non le avrebbero usate sui centri abitati. Oltre alle esplosioni, un gravissimo rischio per i civili è dovuto dal fatto che molte submunizioni fanno cilecca, rimanendo sul suolo, magari nascoste tra l’erba e le foglie, esplodendo in un secondo momento, al passaggio di persone.

Ovviamente l’Ucraina ha iniziato a fare ampio uso di queste bombe sui civili fin da subito. Gorlovka è una città martire non lontano da Donetsk, colpita quotidianamente da questo tipo di munizioni tra l’indifferenza assoluta del mondo. Ogni giorno si registrano vittime, di serie B. Queste immagini sono fresche, di questa mattina, e danno un’idea di quello che centinaia di migliaia di persone - nonostante si trovino nelle retrovie - siano costrette ad affrontare quotidianamente.
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