Donetsk, il fronte si è allontanato e la minaccia delle bombe non è più così frequente. Dire che la città torna a vivere sarebbe un errore, perché Donetsk non ha mai smesso di farlo. Anche durante i periodi più difficili la popolazione ha sempre ricercato tracce di “normalità”. Una delle oasi nelle quali gli abitanti di Donetsk amavano immergersi (e continuano a farlo) è la Filarmonia, nel cuore della città, spesso trafitto dalle schegge di razzi e bombe. Oltre a percepire un senso di sicurezza dovuto dalle spesse mura, qui la gente entra in un’altra dimensione, fatta di arte, musica e cultura, dimenticando per un paio d’ore quanto accade fuori. Qui la cultura non conosce confini e unisce al posto di dividere. Nonostante nelle strade a pochi passi dal palco cadessero colpi di artiglieria sparati da obici francesi, tedeschi o italiani, nessuno si è mai sognato di depennare dalla scaletta dei concerti i brani che riconducono a questi paesi. E la sala - sempre piena - non ha mai smesso di applaudire.
Tra i simboli della Filarmonia di Donetsk c’è il soprano Anna Bratus’, che nella sua carriera ha girato il mondo, esibendosi anche in Italia. Poco poco prima dell’inizio degli eventi del 2014 aveva ottenuto il riconoscimento di “Artista emerito dell’Ucraina. Lei ha scelto di rimanere nella sua città, anche nei momenti più difficili, accanto al suo pubblico ed alla sua gente.