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Francesca Quibla

Il Tempo, metterà ogni cosa al suo posto: ogni pagliaccio nel proprio circo e ogni re sul proprio trono.
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Popular posts Francesca Quibla

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Rubio feat Rubio
04.05.202514:16
Lunga vita ai gestori delle taverne che hanno le palle di respingere chi come questi ebrei pensa che i palestinesi siano subumani, esseri inferiori, terroristi e che sia giusto ucciderli nel nome del culto messianico e di una dottrina genocida e suprematista.

Tutti questi bastardi razzisti dovrebbero vedersi negati alloggi, pasti e soggiorni ovunque nel mondo.

#dismantle_israel ✌🏾
12.04.202519:09
Milano 12 aprile 2025
Ogni parola è superflua.

Nei miei occhi, nei miei atomi: solo Palestina 🇵🇸 ❤️
16.04.202517:21
Il Governo e il Popolo delle Maldive considerano i cittadini israeliani INDEGNI di entrare nelle Maldive.

https://t.me/inside_over/8557

Viva le Maldive!
Paese CIVILE!


NEI TELEGIORNALI ITALIANI NON LEGGERETE MAI QUESTE NOTIZIE.

Perché l' italia è SERVA MERDOSA del sionismo e degli usa.

Finché tolleriamo la esistenza di israele, non esiste speranza di evoluzione.

Israele è INCOMPATIBILE con la Umanità.

Esiste un solo stato.
La PALESTINA.
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Giubbe Rosse
08.04.202509:05
🇮🇹🇪🇺 CONTE NON È CONTRARIO AL RIARMO. È CONTRARIO A UN RIARMO NAZIONALE, MA FAVOREVOLE A UN RIARMO A LIVELLO EUROPEO
Noi diciamo no a questo folle piano di riarmo. Noi diciamo no 800 miliardi buttati non per un progetto serio di difesa europea che ci consentirebbe, quello sì, di costruire un orizzonte anche di sicurezza, ma con risparmio di spesa perché noi insieme spendiamo più della Russia.

Abbiamo estratto questo passaggio dal discorso pronunciato lo scorso sabato a Roma dal presidente del M5S Giuseppe Conte. Adesso confrontiamolo con quanto affermato dal segretario del PD Elly Schlein già lo scorso 4 marzo:
“Quella presentata oggi da von der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse”.

Repubblica, 4 marzo 2025

Come si può notare, c'è una convergenza pressoché totale di vedute. Tanto Conte quanto la Schlein evidenziano il loro approccio federalista ed europeista, che privilegia una strategia condivisa a livello comunitario rispetto a iniziative frammentate. Nessuno dei due si dichiara contrario al riarmo. Piuttosto, sono sfavorevoli a un riarmo a livello europeo inteso come aumento della spesa militare dei singoli Stati membri senza un coordinamento comune. In altre parole, l'Unione Europea dovrebbe puntare a una difesa comune europea, piuttosto che a un riarmo nazionale individuale dei 27 Paesi. Non meno Europa, non meno armi, ma più armi con più Europa.

Questa non è ovviamente la posizione del nostro canale. E fin lì, niente di sorprendente. Peraltro, noi siamo piccoli e non contiamo nulla. Ci rivolgiamo, piuttosto, agli 80.000 (così almeno dicono gli organizzatori) che, probabilmente in buona fede, hanno partecipato a quella manifestazione sabato scorso a Roma o l'hanno sostenuta in remoto. Siete sicuri, vero, di aver capito esattamente che cosa chiedono Giuseppe Conte e Elly Schlein? Siete d'accordo, sì? È quello che veramente volete anche voi?

No, perché noi a quella manifestazione noi abbiamo visto sventolare parecchie bandiere della pace. Ma chiedere di riarmarsi a livello europeo tramite debito comune non è esattamente la stessa cosa che essere contro il riarmo, che è invece il messaggio che è stato fatto passare furbescamente per chiamare in piazza migliaia di persone. Se siete d'accordo con la linea di Conte e Schlein, allora la bandiera da portare a quella manifestazione avrebbe dovuto essere non quella della pace, ma quella europea.

Non è pignoleria, amici, è desiderio di chiarezza. Attenzione: la politica è infestata da incantatori di serpenti.

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TUTTI complici di questo infanticidio atroce! La Storia presenterà il conto, e sarà un giudizio implacabile.

Io auguro a tutti coloro che sostengono apertamente, o con il loro silenzio e vigliaccheria, questo genocidio aberrante, che siano perseguitati dalle grida disperate di questo popolo innocente, martirizzato e massacrato.
Che queste urla perseguitino le loro coscienze (ammesso ne siano dotati) per l'eternità, come un rimorso che non potrà mai essere cancellato.

Che la loro indifferenza e la loro complicità siano condannate dalla storia e dalla coscienza umana!
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Giubbe Rosse
16.04.202518:12
‌NON POSSIAMO PIU’ STARE ZITTI! LETTERA APERTA DEGLI INTELLETTUALI IN DIFESA DI PADRE MOSCONE
di Sonia Milone

Dopo le accuse a padre Moscone dell’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede. alcuni intellettuali scendono in campo a fianco del vescovo di Manfredonia e firmano una lettera aperta.

Leggi l'articolo completo

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IL VECCHIO E IL NUOVO

Perché siamo capaci di descrivere e analizzare il vecchio che si dissolve e non riusciamo invece a immaginare il nuovo? Forse perché crediamo più o meno inconsapevolmente che il nuovo sia qualcosa che viene – non si sa da dove – dopo la fine del vecchio. L’incapacità di pensare il nuovo si tradisce così nell’incauto uso del prefisso post: il nuovo è il post-moderno, il post-umano – in ogni caso qualcosa che viene dopo. È vero precisamente il contrario: il solo modo che abbiamo di pensare il nuovo è di leggerlo e decifrarne i tratti nascosti nelle forme del vecchio che passa e si dissolve. È quanto Hölderlin afferma con chiarezza nello straordinario frammento su La patria che tramonta, in cui la percezione del nuovo è inseparabile dal ricordo del vecchio che va a fondo e deve anzi in qualche modo assumerne amorosamente la figura. Ciò che ha fatto il suo tempo e sembra dissolversi perde la sua attualità, si svuota del suo significato e ridiventa in qualche modo possibile. Benjamin suggerisce qualcosa del genere quando scrive che nell’attimo del ricordo il passato che sembrava compiuto ci appare incompiuto e ci fa così dono della cosa più preziosa: la possibilità. Veramente nuovo è solo il possibile: se fosse già attuale e effettivo, esso sarebbe già sempre deciduo e invecchiato. E il possibile non viene dal futuro, esso è, nel passato, ciò che non è stato, che forse non sarà mai, ma che avrebbe potuto essere e che per questo ci riguarda. Percepiamo il nuovo soltanto se riusciamo a cogliere la possibilità che il passato – cioè la sola cosa che abbiamo – per un attimo ci offre prima di scomparire per sempre. È in questo modo che dobbiamo riferirci alla cultura occidentale che ovunque intorno a noi oggi si disfa e dissolve.

Giorgio Agamben

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
In una mossa provocatoria nel contesto del genocidio israeliano in corso a Gaza, sponsorizzato dagli Stati Uniti, l'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee visita il muro di Al-Buraq occupato a Gerusalemme.

Huckabee ha anche affisso un biglietto al muro e ha offerto una benedizione per Israele a nome dell'amministrazione Trump, invocando ironicamente la pace e la prosperità.

Qnn
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Rubio feat Rubio
09.04.202514:33
Gli ebrei sionisti, come tutti gli oppressori, odiano perché non si riconoscono nell’altro; danno la colpa per qualsiasi cosa a chi non è come loro.
Se poi però gli oppressi, i nativi semiti palestinesi sotto pulizia etnica da più di un secolo, osano reagire alla loro sadica violenza, allora scatta in automatico il processo di disumanizzazione delle vittime così da poter giustificare il genocidio in essere da più di 77 anni.

Quello che questi terroristi non capiscono è che disumanizzando quotidianamente i palestinesi, e chi con essi resiste, non fanno altro che mostrare al mondo la loro disumanità

Autoeletti, autoconvinti della loro superiorità sul genere umano, e della loro "generosità" (curiamo i palestinesi nei nostri ospedali, salviamo i loro figli dalle bombe, gli concediamo di vivere nella nostra terra, e cazzate varie), accusano sempre i nativi di instaurare un clima d’odio, quando sono loro che odiano in quanto oppressori.

Generare e alimentare la spirale di violenza e odio che ne consegue, gli permette così di giocare il ruolo dell’eterna vittima

I palestinesi, di contro, vengono chiamati "selvaggi", “subumani” e “terroristi”, soprattutto quando questi reagiscono alla violenza dei coloni ebrei accecati dalle menzogne del culto messianico

Gli ebrei sionisti, coloni in loco e da remoto, si esaltano nel suprematismo con cui sono stati cresciuti dai loro genitori, e accettano solo chi fa parte della loro setta. Quello che si ostinano a non capire è che, non riconoscendosi nei palestinesi, rimarranno per sempre schiavi del loro opprimere.

Liberi sono invece tutti quelli che si riconoscono nell’oppresso e al suo fianco combattono e lottano

L'atto di ribellione degli oppressi, coscientemente o incoscientemente, anche essendo violento, vista la violenza che lo genera, è un atto d’amore.

#dismantle_israel_now ✌🏾🇵🇸
🚨 La moglie del leader imprigionato Muhammad Jamal al-Natsheh (Abu Hammam) ha riferito di un grave peggioramento delle sue condizioni di salute dopo il suo trasferimento in ospedale, affetto da emorragia interna, insufficienza renale e coma.

L'ufficio stampa dei prigionieri ha ritenuto l'occupazione sionista pienamente responsabile della vita del leader dei prigionieri Abu Hammam, assicurando che è stato oggetto di un tentativo di assassinio e di un'uccisione deliberata all'interno delle prigioni dell'occupazione.

Lo sceicco e parlamentare Muhammad Al-Natsheh è considerato uno dei simboli più importanti del movimento dei prigionieri e membro del Consiglio Legislativo Palestinese. Ha trascorso più di 23 anni nelle carceri occupanti, la maggior parte dei quali in detenzione amministrativa. Tuttavia, il suo attuale arresto è considerato il più duro e pericoloso a causa delle brutali torture e del palese tentativo di assassinio che lo accompagna.

Dal momento del suo arresto, è stato trasferito al carcere di Ofer e poi all'ospedale Hadassah in condizioni di salute critiche a seguito di un duro interrogatorio che ha ignorato ogni limite. Questo ha portato a emorragia cerebrale, insufficienza renale e coma completo. È stato poi trasferito al Ramla Prison Hospital, dove si trova in uno stato di shock che indica l'entità delle torture subite.

Il prigioniero Al-Natsheh era in buona salute prima del suo arresto e non soffriva di alcuna malattia, il che indica un chiaro e lento tentativo di assassinio nei suoi confronti, avvenuto tramite brutali torture.

L'ufficio stampa dei prigionieri ha chiesto alle istituzioni per i diritti umani e internazionali, in primo luogo al Comitato internazionale della Croce Rossa, di intervenire con urgenza e immediatamente per scoprire le sue condizioni di salute, consentire al suo avvocato di visitarlo, fornirgli le cure mediche necessarie e impegnarsi seriamente per salvargli la vita prima che sia troppo tardi.

Resistance News Network
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L'AntiDiplomatico
⚠️ Londra, 10 aprile 2025.

📹 Attivisti di Greenpeace hanno colorato di rosso l'ambasciata statunitense per denunciare la complicità nel genocidio di Gaza.

(Eye On Palestine)

——

📰 ENTRA IN L'AntiDiplomatico: 1° in Politica Internazionale T.ME/LANTIDIPLOMATICO
Ok, lo so: non è proprio il testo che leggereste sorseggiando un cappuccino con la brioche alla crema. Però ogni tanto bisogna affrontare anche certi pugni nello stomaco.
Questo è un pezzo di Alessandro Orsini – sì, lui, quello che fa sempre discutere – e parla di Gaza, Sumy e dell’ipocrisia occidentale. È crudo, diretto e fa parecchio riflettere. Vi avviso: niente peli sulla lingua. Leggetelo e poi ditemi se anche a voi girano un po’ le rotelle.


✔️Seguici su https://t.me/palestina_convenzione_ginevra
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Miracolo a Milano
Big tech. Non solo grandi aziende multinazionali che dominano il settore tecnologico "civile", ma parte integrante del complesso militare industriale, dallo sviluppo alla produzione e all'impiego. Arricchitesi sulla pelle dei gazawi, le compagnie statunitensi Meta, Microsoft e Google incrementano ora i propri ranghi con esperti della guerra nuova e con macellai tecnologici:

📌 Meta - "Oltre cento ex spie israeliane e soldati dell'IDF lavorano per il gigante tecnologico Meta, incluso il suo responsabile della politica sull'intelligenza artificiale" (Grayzone, https://thegrayzone.com/2025/04/08/100-meta-employees-ex-idf/ )
👉 Porte girevoli fra l'esercito di occupazione sionista e la compagnia. Decine i dipendenti coinvolti, compresa Shira Anderson, head chief dell'IA nell'azienda, che ha in precedenza "prestato servizio come sottufficiale nelle IDF per oltre due anni, dove ha lavorato nella Sezione di informazione strategica militare".

📌 Microsoft - "Cloud e intelligenza artificiale, così Microsoft aiuta Israele. Un'inchiesta del giornale israeliano +972 e del britannico Guardian rivela che il gruppo ha venduto all'IDF tecnologie usate nella guerra a Gaza". Costretta ad ammetterlo anche Repubblica (https://www.repubblica.it/esteri/2025/01/26/news/cloud_intelligenza_artificiale_microsoft_aiuta_israele-423962549/ )
👉 Scatta la repressione all'interno della compagnia di Gates: licenziati tutti gli ingegneri informatici che hanno protestato in "dura contestazione contro l'azienda, per il coinvolgimento della tecnologia di intelligenza artificiale di casa nei bombardamenti sul Libano" (CorSera).

📌 Google - "Google assumerà hacker israeliani complici dei massacri in Libano e Palestina" (L'Indipendente, https://www.lindipendente.online/2025/04/09/google-assumera-hacker-israeliani-complici-dei-massacri-in-libano-e-palestina/ )
👉 La società "ha raggiunto un accordo per l'acquisizione di Wiz, società israeliana di sicurezza informatica. Tra le fila dell'azienda sono impiegate decine di ex membri dell'Unità 8200, l'ala militare israeliana specializzata in informatica e cyberspionaggio e coinvolta nell'automazione del genocidio palestinese, così come nell'attacco ai cercapersone avvenuto in Libano [...] L'operazione costituisce inoltre una notizia positiva per le finanze dello Stato di Israele, che vedrebbe così entrare circa 5 miliardi di dollari da utilizzare nella propria economia di guerra".

Tecnologie per le guerra ai popoli. Testate ed impiegate sul fronte per efficientarne il massacro, mentre all'interno della società (sulla rete così come nelle città; nella scuola, nell'informazione, nella pubblica amministrazione fino alle nostre tasche su ogni smartphone) per la raccolta dei dati e la profilazione di massa, la sorveglianza, la repressione e infine lo sfruttamento. Per il "controllo del terreno umano", così l'ha definito ad Al Jazeera un ufficiale rimasto anonimo delle forze di occupazione israeliane.

https://t.me/canalemiracolomilano
27.04.202523:08
JONATHAN OFIR - ALLA FINE, L' EREDITÀ DEL SIONISMO SARÀ IL GENOCIDIO, E SOLO IL GENOCIDIO

Di Jonathan Ofir - 27 aprile 2025

Molti hanno attribuito tratti positivi al Sionismo, e molti lo fanno ancora. Una risposta alla persecuzione degli ebrei, pensavano molti, e sulla scia della Seconda Guerra Mondiale, anche una risposta all'Olocausto.

Una risposta al Genocidio degli ebrei, forse, ma ora dovrebbe essere chiaro a tutti che non è mai stato un antidoto al Genocidio in generale. Direi anzi che, nella sua intrinseca vena ultranazionalista, è stato ed è un prevedibile Catalizzatore del Genocidio.

La vena giudeo-centrista del Sionismo ha sempre mantenuto l'idea centrale che "ci prendiamo cura di noi stessi". I cinici direbbero che non possiamo risolvere i problemi del mondo intero; tuttavia, quando i mezzi per tale presunta autoconservazione sono così intrinsecamente legati all'espropriazione dei palestinesi, allora il Genocidio è insito nelle fondamenta del Sionismo. La creazione della "Nazione" nello "Stato Nazione" diventa la distruzione del nativo.

La Pulizia Etnica è stata l'atto fondante dello Stato. I Crimini coinvolti sono stati tenuti nascosti dai Sionisti per decenni, ma alla fine è diventato ampiamente noto che questo è ciò che è accaduto. Persino gli storici Sionisti più convinti come Benny Morris lo capiscono: la spoliazione era insita e inevitabile nel Sionismo. Si tratta, infatti, di un atto in corso.

E ora, nonostante la disperata negazione da parte di molti, compresi ovviamente i Sionisti, del Genocidio.

I negazionisti sono ancora in modalità accusatoria. Ma la colpa non cambierà ciò che è.

E non scrivo questo per incolpare gli israeliani del Genocidio che perpetrano. Responsabilità e attribuzione di responsabilità sono ben altro che la semplice colpa, e in effetti, i processi legali devono culminare in un'efficace azione penale per almeno i principali responsabili. Sarebbe irrealistico perseguire penalmente tutti i sostenitori, o tutti i silenziosi sostenitori, anche a livello internazionale, sebbene si dovrebbero fare dei tentativi.

In realtà, sto parlando di qualcosa di più ampio dei singoli autori: si tratta dell'ideologia che essi sottoscrivono, che è, senza dubbio, il Sionismo.

In un certo senso, attribuire il più grave Crimine contro l'Umanità a un'ideologia può sembrare troppo indulgente, troppo impersonale. Come si può perseguire un'ideologia? Ma c'è un significato morale nel comprendere il problema morale insito in un'ideologia, al fine di condannarla.

E abbiamo precedenti storici. Il Nazismo è diventato noto come un'ideologia ripugnante, per la quale il Genocidio era naturale. Coloro che aderiscono al Nazismo oggi non hanno bisogno di commettere un Genocidio per essere visti come persone che ne acclamano l'idea stessa, e questo è sufficiente.

Non è necessario equiparare Sionismo e Nazismo per comprendere questa logica.

E se il Genocidio è davvero il culmine naturale del Sionismo, allora è prevedibile che i suoi seguaci finiscano per sostenerlo.

Questo è in effetti ciò a cui stiamo assistendo, cosa che a molti appare scioccante, perché pensavano che il Sionismo, dopotutto, mirasse a prevenire il Genocidio, non a perpetrarlo.

Ma questo è il culmine della Logica di Eliminazione del Colonialismo d'Insediamento. Questa non è un'aberrazione del Sionismo, ne è la realizzazione.

Questo è, in senso essenziale, il Genocidio Sionista.

Che debba essere fermato, è ovvio. Ma la centralità dell'ideologia Sionista nella sua formazione deve essere compresa. Non solo i Genocidi futuri non saranno impediti se il Sionismo non verrà abbandonato, ma servirà nella loro preparazione.

I Sionisti non abbandoneranno volontariamente la loro ideologia Suprematista ebraica, finché ne trarranno beneficio. E così, la lotta contro il Genocidio diventa una lotta contro il Sionismo.
Al-Sharaa "siriano" (al JEWlani) incontra il presidente dell'Autorità Palestinese Abbas nel Palazzo Presidenziale di Damasco

In precedenza, "israele" aveva cercato di impedire ad Abbas di visitare la Siria

Chiediamoci come mai adesso si presenta nella, ormai, EX-SIRIA
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