In Etiopia, nello stato del Tigray, le conflittualità tra le fazioni di Debretsion Gebremichael e di Getachew Reda sembrerebbero aver trovato un momentaneo tampone con la sostituzione del secondo, ormai esautorato dal primo, con un nuovo presidente ad interim, il Generale Tedesse Warede scelto dal primo ministro etiopico Abiy Ahmed; ma è solo un risanamento di facciata. Reda, allontanatosi dal Tigray, è probabilmente coinvolto insieme al Governo Federale nell'insorgere di una nuova, inedita rivolta armata nel Tigray contro le autorità del TPLF, ma in tal merito le notizie sono ancora troppo fresche per potersi lanciare in giudizi certi. Molto più certo, invece, è il ruolo che un'altra ribellione armata, che dura dal 2023, sempre più sta avendo sulle fibre del Governo e dell'Esercito Federale: le milizie FANO, nell'Amhara, secondo stato del paese, hanno ormai sotto il loro controllo più di metà dei distretti, oltre ad altre aree esterne; inoltre sono riuscite a catturare, con relativo armamento, molti militari etiopici che avrebbero dovuto contrastarli, a tacer di quelli passati di propria sponte con loro. Le condizioni umanitarie nella regione sono molto gravi, stando a vari osservatori persino più gravi che nel Tigray dove, in modo discontinuo e disordinato, e lontano dalla sufficienza, un po' d'aiuti nel tempo sono comunque arrivati; non sono mancati neppure, tra i vari scontri avvenuti, dei fatti piuttosto sanguinosi, come a Bakrat nel marzo scorso, con le truppe federali che hanno freddato i civili, donne per prime, in base al principio per cui "se la guerriglia è il pesce e il popolo la sua acqua, allora togliendo l'acqua il pesce muore". Tuttavia, malgrado le efferatezze compiute dalle truppe federali, con un bilancio tra i civili ben più grave di quanto visto altrove, tanto da far gridare ad un vero e proprio genocidio degli Amhara da parte del Governo Federale, i FANO continuano ad avanzare; ancor più se pensiamo che per reazione proprio tali continui episodi contribuiscono, e non poco, alla loro popolarità di liberatori e patrioti. Il loro obiettivo, e non lo nascondono, è abbattere il Governo Federale e certamente, se consideriamo anche la contemporanea azione d'altri gruppi militari attivi nel resto del paese, impegnati nella lotta contro il potere centrale, le possibilità non sono così remote.