
Francesca Quibla
Il Tempo, metterà ogni cosa al suo posto: ogni pagliaccio nel proprio circo e ogni re sul proprio trono.
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27.04.202523:08
Il Sionismo può essere stato noto per ogni sorta di cose apparentemente positive, ma in definitiva, è il suo Crimine più grande a definirne l'eredità. Il Genocidio prevale su tutti gli aspetti positivi (❗) , poiché la sua essenza è lo sradicamento dell'Umanità.
Jonathan Ofir è un direttore d'orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10162293043044342&id=771374341
(❗) Nota mia: semmai ce ne siano mai stati.
Jonathan Ofir è un direttore d'orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10162293043044342&id=771374341
(❗) Nota mia: semmai ce ne siano mai stati.
27.04.202523:08
JONATHAN OFIR - ALLA FINE, L' EREDITÀ DEL SIONISMO SARÀ IL GENOCIDIO, E SOLO IL GENOCIDIO
Di Jonathan Ofir - 27 aprile 2025
Molti hanno attribuito tratti positivi al Sionismo, e molti lo fanno ancora. Una risposta alla persecuzione degli ebrei, pensavano molti, e sulla scia della Seconda Guerra Mondiale, anche una risposta all'Olocausto.
Una risposta al Genocidio degli ebrei, forse, ma ora dovrebbe essere chiaro a tutti che non è mai stato un antidoto al Genocidio in generale. Direi anzi che, nella sua intrinseca vena ultranazionalista, è stato ed è un prevedibile Catalizzatore del Genocidio.
La vena giudeo-centrista del Sionismo ha sempre mantenuto l'idea centrale che "ci prendiamo cura di noi stessi". I cinici direbbero che non possiamo risolvere i problemi del mondo intero; tuttavia, quando i mezzi per tale presunta autoconservazione sono così intrinsecamente legati all'espropriazione dei palestinesi, allora il Genocidio è insito nelle fondamenta del Sionismo. La creazione della "Nazione" nello "Stato Nazione" diventa la distruzione del nativo.
La Pulizia Etnica è stata l'atto fondante dello Stato. I Crimini coinvolti sono stati tenuti nascosti dai Sionisti per decenni, ma alla fine è diventato ampiamente noto che questo è ciò che è accaduto. Persino gli storici Sionisti più convinti come Benny Morris lo capiscono: la spoliazione era insita e inevitabile nel Sionismo. Si tratta, infatti, di un atto in corso.
E ora, nonostante la disperata negazione da parte di molti, compresi ovviamente i Sionisti, del Genocidio.
I negazionisti sono ancora in modalità accusatoria. Ma la colpa non cambierà ciò che è.
E non scrivo questo per incolpare gli israeliani del Genocidio che perpetrano. Responsabilità e attribuzione di responsabilità sono ben altro che la semplice colpa, e in effetti, i processi legali devono culminare in un'efficace azione penale per almeno i principali responsabili. Sarebbe irrealistico perseguire penalmente tutti i sostenitori, o tutti i silenziosi sostenitori, anche a livello internazionale, sebbene si dovrebbero fare dei tentativi.
In realtà, sto parlando di qualcosa di più ampio dei singoli autori: si tratta dell'ideologia che essi sottoscrivono, che è, senza dubbio, il Sionismo.
In un certo senso, attribuire il più grave Crimine contro l'Umanità a un'ideologia può sembrare troppo indulgente, troppo impersonale. Come si può perseguire un'ideologia? Ma c'è un significato morale nel comprendere il problema morale insito in un'ideologia, al fine di condannarla.
E abbiamo precedenti storici. Il Nazismo è diventato noto come un'ideologia ripugnante, per la quale il Genocidio era naturale. Coloro che aderiscono al Nazismo oggi non hanno bisogno di commettere un Genocidio per essere visti come persone che ne acclamano l'idea stessa, e questo è sufficiente.
Non è necessario equiparare Sionismo e Nazismo per comprendere questa logica.
E se il Genocidio è davvero il culmine naturale del Sionismo, allora è prevedibile che i suoi seguaci finiscano per sostenerlo.
Questo è in effetti ciò a cui stiamo assistendo, cosa che a molti appare scioccante, perché pensavano che il Sionismo, dopotutto, mirasse a prevenire il Genocidio, non a perpetrarlo.
Ma questo è il culmine della Logica di Eliminazione del Colonialismo d'Insediamento. Questa non è un'aberrazione del Sionismo, ne è la realizzazione.
Questo è, in senso essenziale, il Genocidio Sionista.
Che debba essere fermato, è ovvio. Ma la centralità dell'ideologia Sionista nella sua formazione deve essere compresa. Non solo i Genocidi futuri non saranno impediti se il Sionismo non verrà abbandonato, ma servirà nella loro preparazione.
I Sionisti non abbandoneranno volontariamente la loro ideologia Suprematista ebraica, finché ne trarranno beneficio. E così, la lotta contro il Genocidio diventa una lotta contro il Sionismo.
Di Jonathan Ofir - 27 aprile 2025
Molti hanno attribuito tratti positivi al Sionismo, e molti lo fanno ancora. Una risposta alla persecuzione degli ebrei, pensavano molti, e sulla scia della Seconda Guerra Mondiale, anche una risposta all'Olocausto.
Una risposta al Genocidio degli ebrei, forse, ma ora dovrebbe essere chiaro a tutti che non è mai stato un antidoto al Genocidio in generale. Direi anzi che, nella sua intrinseca vena ultranazionalista, è stato ed è un prevedibile Catalizzatore del Genocidio.
La vena giudeo-centrista del Sionismo ha sempre mantenuto l'idea centrale che "ci prendiamo cura di noi stessi". I cinici direbbero che non possiamo risolvere i problemi del mondo intero; tuttavia, quando i mezzi per tale presunta autoconservazione sono così intrinsecamente legati all'espropriazione dei palestinesi, allora il Genocidio è insito nelle fondamenta del Sionismo. La creazione della "Nazione" nello "Stato Nazione" diventa la distruzione del nativo.
La Pulizia Etnica è stata l'atto fondante dello Stato. I Crimini coinvolti sono stati tenuti nascosti dai Sionisti per decenni, ma alla fine è diventato ampiamente noto che questo è ciò che è accaduto. Persino gli storici Sionisti più convinti come Benny Morris lo capiscono: la spoliazione era insita e inevitabile nel Sionismo. Si tratta, infatti, di un atto in corso.
E ora, nonostante la disperata negazione da parte di molti, compresi ovviamente i Sionisti, del Genocidio.
I negazionisti sono ancora in modalità accusatoria. Ma la colpa non cambierà ciò che è.
E non scrivo questo per incolpare gli israeliani del Genocidio che perpetrano. Responsabilità e attribuzione di responsabilità sono ben altro che la semplice colpa, e in effetti, i processi legali devono culminare in un'efficace azione penale per almeno i principali responsabili. Sarebbe irrealistico perseguire penalmente tutti i sostenitori, o tutti i silenziosi sostenitori, anche a livello internazionale, sebbene si dovrebbero fare dei tentativi.
In realtà, sto parlando di qualcosa di più ampio dei singoli autori: si tratta dell'ideologia che essi sottoscrivono, che è, senza dubbio, il Sionismo.
In un certo senso, attribuire il più grave Crimine contro l'Umanità a un'ideologia può sembrare troppo indulgente, troppo impersonale. Come si può perseguire un'ideologia? Ma c'è un significato morale nel comprendere il problema morale insito in un'ideologia, al fine di condannarla.
E abbiamo precedenti storici. Il Nazismo è diventato noto come un'ideologia ripugnante, per la quale il Genocidio era naturale. Coloro che aderiscono al Nazismo oggi non hanno bisogno di commettere un Genocidio per essere visti come persone che ne acclamano l'idea stessa, e questo è sufficiente.
Non è necessario equiparare Sionismo e Nazismo per comprendere questa logica.
E se il Genocidio è davvero il culmine naturale del Sionismo, allora è prevedibile che i suoi seguaci finiscano per sostenerlo.
Questo è in effetti ciò a cui stiamo assistendo, cosa che a molti appare scioccante, perché pensavano che il Sionismo, dopotutto, mirasse a prevenire il Genocidio, non a perpetrarlo.
Ma questo è il culmine della Logica di Eliminazione del Colonialismo d'Insediamento. Questa non è un'aberrazione del Sionismo, ne è la realizzazione.
Questo è, in senso essenziale, il Genocidio Sionista.
Che debba essere fermato, è ovvio. Ma la centralità dell'ideologia Sionista nella sua formazione deve essere compresa. Non solo i Genocidi futuri non saranno impediti se il Sionismo non verrà abbandonato, ma servirà nella loro preparazione.
I Sionisti non abbandoneranno volontariamente la loro ideologia Suprematista ebraica, finché ne trarranno beneficio. E così, la lotta contro il Genocidio diventa una lotta contro il Sionismo.
26.04.202523:43
Guardate che carini Draghi (tirato su dai gesuiti) e Conte (tirato su dai gesuiti) vicini vicini ai funerali del papa (gesuita)
Vedo pure Licia Ronzulli poco distante 😍
Che meraviglia...
❤️
Vedo pure Licia Ronzulli poco distante 😍
Che meraviglia...
❤️


26.04.202509:29
Un desiderio che attanaglia il cuore, o Sayyed, e un desiderio che rode l'anima fino in fondo.
Tu, che sei fonte di eterno orgoglio in noi... quanto è crudele l'assenza quando colpisce un uomo che è stato balsamo sulla cima delle nostre ferite e pilastro di forza nei nostri giorni più bui.
Come può un'anima grande come la tua allontanarsi da noi, eppure rendere la nostra inevitabile dipartita meno spaventosa?
Come può la morte perdere il suo terrore, semplicemente perché l'hai attraversata con la serenità di chi conosce e la dignità di chi torna al cospetto dell'Onnipotente, il Colui che ci costringe Allah sw?
Ci hai lasciato, ma hai lasciato dietro di te una lanterna di certezza, provviste di pazienza e un sentiero lastricato di fede... affinché possiamo seguirti con passo sicuro.
Ci hai insegnato che il viaggio verso Allah sw non è una fine, ma una forma di eternità plasmata dalla fede, dalla sincerità, dall'amore e dalla fermezza.
Che la misericordia e l'intercessione di Allah siano sui martiri sinceri, coloro che hanno costruito la gloria dell'eternità con il loro sangue puro e le loro anime pure.
Ci manchi profondamente... e il nostro luogo d'incontro è il Paradiso, se ne siamo degni, inshAllah.
Marwa Osman
Tu, che sei fonte di eterno orgoglio in noi... quanto è crudele l'assenza quando colpisce un uomo che è stato balsamo sulla cima delle nostre ferite e pilastro di forza nei nostri giorni più bui.
Come può un'anima grande come la tua allontanarsi da noi, eppure rendere la nostra inevitabile dipartita meno spaventosa?
Come può la morte perdere il suo terrore, semplicemente perché l'hai attraversata con la serenità di chi conosce e la dignità di chi torna al cospetto dell'Onnipotente, il Colui che ci costringe Allah sw?
Ci hai lasciato, ma hai lasciato dietro di te una lanterna di certezza, provviste di pazienza e un sentiero lastricato di fede... affinché possiamo seguirti con passo sicuro.
Ci hai insegnato che il viaggio verso Allah sw non è una fine, ma una forma di eternità plasmata dalla fede, dalla sincerità, dall'amore e dalla fermezza.
Che la misericordia e l'intercessione di Allah siano sui martiri sinceri, coloro che hanno costruito la gloria dell'eternità con il loro sangue puro e le loro anime pure.
Ci manchi profondamente... e il nostro luogo d'incontro è il Paradiso, se ne siamo degni, inshAllah.
Marwa Osman


24.04.202523:26
Decine di coloni israeliani, deturpati mentali, irrompono nel villaggio di Kifel Haris, vicino a Salfit, protetti dalle forze di occupazione.
Decine di coloni prendono d'assalto il villaggio di Kafr Haris, vicino a Salfit.
Eye on Palestine
Decine di coloni prendono d'assalto il villaggio di Kafr Haris, vicino a Salfit.
Eye on Palestine
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Miracolo a Milano

24.04.202515:30
📌 Domani, venerdì 25 aprile
"Sabotare la guerra, combattere l'occupazione": per un 25 aprile di lotta a cui restituire il suo significato politico, radicale, popolare.
👉 MILANO, APPUNTAMENTO ALLE ORE 12.00 A PALESTRO (M1)
Qui la locandina ed il comunicato di GPI, UDAP e CPL che rilanciamo: https://www.instagram.com/p/DIyDAwkMwkB/?igsh=MTh6b2NweTlxYThhag%3D%3D&img_index=1
"Sabotare la guerra, combattere l'occupazione": per un 25 aprile di lotta a cui restituire il suo significato politico, radicale, popolare.
👉 MILANO, APPUNTAMENTO ALLE ORE 12.00 A PALESTRO (M1)
Qui la locandina ed il comunicato di GPI, UDAP e CPL che rilanciamo: https://www.instagram.com/p/DIyDAwkMwkB/?igsh=MTh6b2NweTlxYThhag%3D%3D&img_index=1


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Marwa Osman/MidEaStream

22.04.202523:54
He holds her the way only a brother can...not just with arms,
but with every shattered piece of his soul.
She's no more than 6.
A white hoodie now crimson.
A tiny body, still warm, wrapped in her brother’s trembling embrace.
He's barely 20, but today he aged a thousand years.
His gaze...it should have shattered screens, pierced through parliaments and brought nations to their knees.
But the world scrolled past.
Again.
And again.
And again.
There is no ceasefire for the broken.
No truce for the orphaned.
No “both sides” in genocide.
Gaza bleeds.
But make no mistake...it is not just blood on his clothes.
It is the silence of the world.
It is your governments’ complicity.
It is every sanitized headline.
It is every politician’s cowardice.
It is every life deemed too inconvenient to matter.
If this doesn't haunt us...then maybe we’ve already lost our own humanity.
Always Remember who killed her, how and why.
Zionist murderers with western made tools of genocide, simply because she is a Palestinian native.
but with every shattered piece of his soul.
She's no more than 6.
A white hoodie now crimson.
A tiny body, still warm, wrapped in her brother’s trembling embrace.
He's barely 20, but today he aged a thousand years.
His gaze...it should have shattered screens, pierced through parliaments and brought nations to their knees.
But the world scrolled past.
Again.
And again.
And again.
There is no ceasefire for the broken.
No truce for the orphaned.
No “both sides” in genocide.
Gaza bleeds.
But make no mistake...it is not just blood on his clothes.
It is the silence of the world.
It is your governments’ complicity.
It is every sanitized headline.
It is every politician’s cowardice.
It is every life deemed too inconvenient to matter.
If this doesn't haunt us...then maybe we’ve already lost our own humanity.
Always Remember who killed her, how and why.
Zionist murderers with western made tools of genocide, simply because she is a Palestinian native.


22.04.202514:29
Alla luce delle recenti dichiarazioni di Smotrich, il ministro delle Finanze israeliano noto per le sue posizioni estremiste, appare ormai evidente che la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas non costituisca più una priorità per il regime di Tel Aviv.
E sapete perché? Perché quegli ostaggi, una volta rilasciati, rappresentano una minaccia ben più temuta: testimoni scomodi che con con tutta naturalezza, raccontano di una prigionia segnata da umanità, rispetto e persino affetto da parte dei loro carcerieri.
In altre parole, minano alla base un secolo di retorica hasbarica, che ha dipinto la resistenza palestinese come barbarie. E questo, il regime criminale sionista, non può permetterlo.
E sapete perché? Perché quegli ostaggi, una volta rilasciati, rappresentano una minaccia ben più temuta: testimoni scomodi che con con tutta naturalezza, raccontano di una prigionia segnata da umanità, rispetto e persino affetto da parte dei loro carcerieri.
In altre parole, minano alla base un secolo di retorica hasbarica, che ha dipinto la resistenza palestinese come barbarie. E questo, il regime criminale sionista, non può permetterlo.
22.04.202512:22
🔴 L'Ufficio politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna il genocidio sionista in corso a Gaza, accompagnato da politiche sistematiche di carestia e da una crescente aggressività in Cisgiordania e ad Al-Quds.
Il FPLP sottolinea che fermare questa campagna a Gaza è una priorità nazionale urgente che richiede sforzi continui a tutti i livelli e l'impiego di diversi mezzi per impedire lo sfollamento e l'eliminazione dei palestinesi. Il FPLP ha incontrato Fatah, chiedendo la ricostruzione del sistema politico palestinese e la riforma dell'OLP.
La dichiarazione annuncia la decisione del FPLP di non partecipare alle riunioni del Consiglio centrale (previste per domani, dove Abbas eleggerà un vicepresidente), chiedendo invece un nuovo Consiglio nazionale palestinese che rifletta una rappresentanza nazionale completa.
Il FPLP sostiene la formazione di una leadership nazionale unitaria per la resistenza popolare e contro l'annessione. Sottolinea che le armi di resistenza sono un diritto legittimo che non dovrebbe essere compromesso finché esisterà l'occupazione, organizzata secondo il consenso nazionale.
La dichiarazione mette in guardia contro i progetti di sfollamento e respinge ogni forma di normalizzazione e di soluzioni parziali volte a liquidare la causa palestinese, pur apprezzando il ruolo dell'Egitto nel rifiutare gli sfollamenti forzati e i suoi sforzi per fermare l'aggressione a Gaza. Hanno insistito sul fatto che l'amministrazione di Gaza è una questione palestinese che dovrebbe essere gestita da un governo di consenso nazionale.
Il FPLP condanna inoltre gli attacchi "israeliani" contro Libano e Siria ed esprime apprezzamento per il sostegno dello Yemen a Gaza, nonostante il blocco imposto. Infine, ha elogiato i movimenti di solidarietà globali in tutto il mondo.
Il FPLP sottolinea che fermare questa campagna a Gaza è una priorità nazionale urgente che richiede sforzi continui a tutti i livelli e l'impiego di diversi mezzi per impedire lo sfollamento e l'eliminazione dei palestinesi. Il FPLP ha incontrato Fatah, chiedendo la ricostruzione del sistema politico palestinese e la riforma dell'OLP.
La dichiarazione annuncia la decisione del FPLP di non partecipare alle riunioni del Consiglio centrale (previste per domani, dove Abbas eleggerà un vicepresidente), chiedendo invece un nuovo Consiglio nazionale palestinese che rifletta una rappresentanza nazionale completa.
Il FPLP sostiene la formazione di una leadership nazionale unitaria per la resistenza popolare e contro l'annessione. Sottolinea che le armi di resistenza sono un diritto legittimo che non dovrebbe essere compromesso finché esisterà l'occupazione, organizzata secondo il consenso nazionale.
La dichiarazione mette in guardia contro i progetti di sfollamento e respinge ogni forma di normalizzazione e di soluzioni parziali volte a liquidare la causa palestinese, pur apprezzando il ruolo dell'Egitto nel rifiutare gli sfollamenti forzati e i suoi sforzi per fermare l'aggressione a Gaza. Hanno insistito sul fatto che l'amministrazione di Gaza è una questione palestinese che dovrebbe essere gestita da un governo di consenso nazionale.
Il FPLP condanna inoltre gli attacchi "israeliani" contro Libano e Siria ed esprime apprezzamento per il sostegno dello Yemen a Gaza, nonostante il blocco imposto. Infine, ha elogiato i movimenti di solidarietà globali in tutto il mondo.
22.04.202509:10
♥️
Il prigioniero israelo-russo Alexander Trufanov
rilasciato ha rilasciato una dichiarazione sulla resistenza palestinese che ha scioccato Israele occupante, i suoi sostenitori e agenti: "La vostra gentilezza è rimasta impressa nella mia coscienza per sempre..." Durante i 498 giorni che ho vissuto tra voi, e nonostante le aggressioni e i crimini che avete subito, ho imparato il vero significato della virilità, il puro eroismo, il rispetto per l'umanità e i valori. Voi eravate liberi sotto assedio, mentre io ero prigioniero - e voi eravate i protettori della mia vita. Vi siete presi cura di me come un padre amorevole si prende cura dei suoi figli. Avete preservato la mia salute, la mia dignità e il mio benessere. Anche se ero nelle mani di uomini che lottavano per la loro terra e i loro diritti rubati - anche mentre il mio governo stava commettendo il peggior genocidio contro un popolo assediato - non mi avete mai permesso di soffrire la fame o di essere umiliato. Non ho mai conosciuto il vero significato della virilità finché non l'ho visto nei vostri occhi, e non ho capito il valore del sacrificio finché non ho vissuto tra voi. Vi ho visti sorridere di fronte alla morte, mentre resistevate a un nemico armato di armi di distruzione, mentre non avevate altro che i vostri corpi nudi. Per quanto mi sforzi di essere eloquente, non riesco a trovare parole che riflettano il vostro vero valore o esprimano il mio stupore e la mia ammirazione per il vostro nobile carattere. La vostra religione vi insegna davvero a trattare i prigionieri in questo modo? Quanto è grande questa fede.
https://x.com/AbujomaaGaza/status/1914149170010616005
Il prigioniero israelo-russo Alexander Trufanov
rilasciato ha rilasciato una dichiarazione sulla resistenza palestinese che ha scioccato Israele occupante, i suoi sostenitori e agenti: "La vostra gentilezza è rimasta impressa nella mia coscienza per sempre..." Durante i 498 giorni che ho vissuto tra voi, e nonostante le aggressioni e i crimini che avete subito, ho imparato il vero significato della virilità, il puro eroismo, il rispetto per l'umanità e i valori. Voi eravate liberi sotto assedio, mentre io ero prigioniero - e voi eravate i protettori della mia vita. Vi siete presi cura di me come un padre amorevole si prende cura dei suoi figli. Avete preservato la mia salute, la mia dignità e il mio benessere. Anche se ero nelle mani di uomini che lottavano per la loro terra e i loro diritti rubati - anche mentre il mio governo stava commettendo il peggior genocidio contro un popolo assediato - non mi avete mai permesso di soffrire la fame o di essere umiliato. Non ho mai conosciuto il vero significato della virilità finché non l'ho visto nei vostri occhi, e non ho capito il valore del sacrificio finché non ho vissuto tra voi. Vi ho visti sorridere di fronte alla morte, mentre resistevate a un nemico armato di armi di distruzione, mentre non avevate altro che i vostri corpi nudi. Per quanto mi sforzi di essere eloquente, non riesco a trovare parole che riflettano il vostro vero valore o esprimano il mio stupore e la mia ammirazione per il vostro nobile carattere. La vostra religione vi insegna davvero a trattare i prigionieri in questo modo? Quanto è grande questa fede.
https://x.com/AbujomaaGaza/status/1914149170010616005


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Palestina e Russia secondo la "convenzione" di Ginevra.

21.04.202522:26
Sulla base delle considerazioni geotattiche dell'articolo precedente, ci sono da considerare le eventuali manovre belliche statunitensi per delineare un eventuale contingente militare per un potenziale attacco alla Repubblica Islamica dell'Iran.
PARTE 2
7. Guerra navale nel Golfo Persico
😇Lo Stretto di Hormuz potrebbe essere minato o bloccato con droni navali, siluri e piccole imbarcazioni rapide cariche di esplosivo (tattica già usata dagli Houthi).
😇La flotta iraniana asimmetrica è specializzata in guerriglia marittima, minaccia reale per le petroliere e i gruppi da battaglia delle portaerei.
8. Cyberwarfare
😇L’Iran ha potenziato le sue capacità informatiche: attacchi a infrastrutture elettriche, militari e finanziarie statunitensi (o di alleati) sarebbero parte integrante della risposta.
😇Potrebbero esserci blackout digitali, sabotaggi o data leaks coordinati con azioni militari.
9. Mobilitazione ideologica e popolare
😇Un attacco statunitense rafforzerebbe il sentimento patriottico iraniano. Anche settori critici verso il regime si schiererebbero a difesa del Paese.
😇La narrativa religiosa e antioccidentale verrebbe potenziata nei paesi sciiti e musulmani in generale, favorendo il reclutamento jihadista.
10. Teheran non è Baghdad
😇Teheran è una megalopoli con oltre 8 milioni di abitanti, ben difesa e con vie di accesso facilmente bloccabili.
😇I combattimenti urbani sarebbero lunghi, sanguinosi e politicamente disastrosi, simili a quanto visto a Falluja, ma su scala molto più ampia.
11. Assenza di alleati solidi sul terreno
😇Nessun attore regionale si presterebbe facilmente a fornire truppe per una guerra totale contro l’Iran.
😇Le basi americane nel Golfo sono vulnerabili e politicamente esposte. La Turchia si opporrebbe a qualsiasi escalation che rafforzi il caos vicino ai suoi confini.
Conclusione: Invadere l’Iran non è solo un’operazione militare, è un salto nel buio strategico. Implicherebbe lo scontro con una nazione di vaste dimensioni, coesa, difficile da penetrare geograficamente e pronta a resistere con metodi convenzionali e non. Per Washington, sarebbe la fine dell’illusione della guerra lampo.
Articolo interamente sviluppato e scritto da @Jagdgesellschaft99
➡️Seguici su https://t.me/palestina_convenzione_ginevra
PARTE 2
7. Guerra navale nel Golfo Persico
😇Lo Stretto di Hormuz potrebbe essere minato o bloccato con droni navali, siluri e piccole imbarcazioni rapide cariche di esplosivo (tattica già usata dagli Houthi).
😇La flotta iraniana asimmetrica è specializzata in guerriglia marittima, minaccia reale per le petroliere e i gruppi da battaglia delle portaerei.
8. Cyberwarfare
😇L’Iran ha potenziato le sue capacità informatiche: attacchi a infrastrutture elettriche, militari e finanziarie statunitensi (o di alleati) sarebbero parte integrante della risposta.
😇Potrebbero esserci blackout digitali, sabotaggi o data leaks coordinati con azioni militari.
9. Mobilitazione ideologica e popolare
😇Un attacco statunitense rafforzerebbe il sentimento patriottico iraniano. Anche settori critici verso il regime si schiererebbero a difesa del Paese.
😇La narrativa religiosa e antioccidentale verrebbe potenziata nei paesi sciiti e musulmani in generale, favorendo il reclutamento jihadista.
10. Teheran non è Baghdad
😇Teheran è una megalopoli con oltre 8 milioni di abitanti, ben difesa e con vie di accesso facilmente bloccabili.
😇I combattimenti urbani sarebbero lunghi, sanguinosi e politicamente disastrosi, simili a quanto visto a Falluja, ma su scala molto più ampia.
11. Assenza di alleati solidi sul terreno
😇Nessun attore regionale si presterebbe facilmente a fornire truppe per una guerra totale contro l’Iran.
😇Le basi americane nel Golfo sono vulnerabili e politicamente esposte. La Turchia si opporrebbe a qualsiasi escalation che rafforzi il caos vicino ai suoi confini.
Conclusione: Invadere l’Iran non è solo un’operazione militare, è un salto nel buio strategico. Implicherebbe lo scontro con una nazione di vaste dimensioni, coesa, difficile da penetrare geograficamente e pronta a resistere con metodi convenzionali e non. Per Washington, sarebbe la fine dell’illusione della guerra lampo.
Articolo interamente sviluppato e scritto da @Jagdgesellschaft99
➡️Seguici su https://t.me/palestina_convenzione_ginevra


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Palestina e Russia secondo la "convenzione" di Ginevra.

21.04.202522:26
Sulla base delle considerazioni geotattiche dell'articolo precedente, ci sono da considerare le eventuali manovre belliche statunitensi per delineare un eventuale contingente militare per un potenziale attacco alla Repubblica Islamica dell'Iran.
PARTE 1
1. Forze necessarie per una campagna militare convenzionale sulla base di stime simili a quelle usate per l’Iraq nel 2003, ma applicate a un territorio tre volte più grande e a una popolazione di oltre 88 milioni:
🫡Truppe di terra richieste: tra 500.000 e 700.000 unità solo per la prima fase.
🫡Supporto aereo e navale: carrier strike groups nel Golfo Persico e nell’Oceano Indiano, oltre a basi avanzate in Qatar, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Bahrein.
🫡Mezzi logistici: decine di migliaia di veicoli, elicotteri, droni, aerei da trasporto.
🫡Mobilitazione di riserve: impiego massiccio della Guardia Nazionale e delle forze NATO in supporto.
2. Complessità logistica
🫡Rifornimenti: carburante, acqua e munizioni dovrebbero essere trasportati su lunghe distanze in ambienti desertici.
🫡Infrastrutture: molte aree iraniane sono scarsamente collegate da strade moderne. Le linee di rifornimento sarebbero vulnerabili ad attacchi asimmetrici.
🫡Gestione dei prigionieri, sfollati e ordine pubblico: occupare grandi città come Teheran, Esfahan, Mashhad o Shiraz richiederebbe una presenza capillare e costante.
3. Rischio di guerriglia e guerra asimmetrica
🫡L’Iran ha una vasta rete di forze paramilitari (i Basij) e un esercito ideologicamente motivato (i Pasdaran).
🫡Le milizie sciite alleate dell’Iran in Libano, Iraq, Siria e Yemen potrebbero aprire nuovi fronti.
🫡Attacchi a infrastrutture americane e israeliane nel Medio Oriente, con possibile blocco dello stretto di Hormuz.
4. Costi politici ed economici
🫡Economici: una guerra del genere costerebbe migliaia di miliardi di dollari.
🫡Politici: disgregazione delle alleanze NATO, proteste interne, rischi di instabilità globale e rialzo vertiginoso del prezzo del petrolio.
🫡Umane: migliaia di morti e feriti tra militari e civili, possibile reazione nucleare o chimica non convenzionale.
5. Difesa aerea avanzata
🫡L’Iran ha rafforzato le sue difese aeree negli ultimi anni con sistemi russi S-300 e una rete radar interna ben distribuita. Anche se non impenetrabile, renderebbe rischiosa una campagna aerea stile Shock and Awe (come in Iraq 2003).
🫡Le basi sensibili e i siti nucleari sono profondamente interrati o dislocati per resistere a bombardamenti, rendendo necessari missili bunker buster e più sortite ad alto rischio.
6. Capacità missilistiche iraniane
🫡L’Iran possiede migliaia di missili balistici a corto e medio raggio, in grado di colpire basi USA nel Golfo, Israele e portaerei nel Golfo Persico.
🫡Lanci da silos mobili e da bunker sotterranei riducono la possibilità di neutralizzarli in un first strike.
Articolo interamente sviluppato e scritto da @Jagdgesellschaft99
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PARTE 1
1. Forze necessarie per una campagna militare convenzionale sulla base di stime simili a quelle usate per l’Iraq nel 2003, ma applicate a un territorio tre volte più grande e a una popolazione di oltre 88 milioni:
🫡Truppe di terra richieste: tra 500.000 e 700.000 unità solo per la prima fase.
🫡Supporto aereo e navale: carrier strike groups nel Golfo Persico e nell’Oceano Indiano, oltre a basi avanzate in Qatar, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Bahrein.
🫡Mezzi logistici: decine di migliaia di veicoli, elicotteri, droni, aerei da trasporto.
🫡Mobilitazione di riserve: impiego massiccio della Guardia Nazionale e delle forze NATO in supporto.
2. Complessità logistica
🫡Rifornimenti: carburante, acqua e munizioni dovrebbero essere trasportati su lunghe distanze in ambienti desertici.
🫡Infrastrutture: molte aree iraniane sono scarsamente collegate da strade moderne. Le linee di rifornimento sarebbero vulnerabili ad attacchi asimmetrici.
🫡Gestione dei prigionieri, sfollati e ordine pubblico: occupare grandi città come Teheran, Esfahan, Mashhad o Shiraz richiederebbe una presenza capillare e costante.
3. Rischio di guerriglia e guerra asimmetrica
🫡L’Iran ha una vasta rete di forze paramilitari (i Basij) e un esercito ideologicamente motivato (i Pasdaran).
🫡Le milizie sciite alleate dell’Iran in Libano, Iraq, Siria e Yemen potrebbero aprire nuovi fronti.
🫡Attacchi a infrastrutture americane e israeliane nel Medio Oriente, con possibile blocco dello stretto di Hormuz.
4. Costi politici ed economici
🫡Economici: una guerra del genere costerebbe migliaia di miliardi di dollari.
🫡Politici: disgregazione delle alleanze NATO, proteste interne, rischi di instabilità globale e rialzo vertiginoso del prezzo del petrolio.
🫡Umane: migliaia di morti e feriti tra militari e civili, possibile reazione nucleare o chimica non convenzionale.
5. Difesa aerea avanzata
🫡L’Iran ha rafforzato le sue difese aeree negli ultimi anni con sistemi russi S-300 e una rete radar interna ben distribuita. Anche se non impenetrabile, renderebbe rischiosa una campagna aerea stile Shock and Awe (come in Iraq 2003).
🫡Le basi sensibili e i siti nucleari sono profondamente interrati o dislocati per resistere a bombardamenti, rendendo necessari missili bunker buster e più sortite ad alto rischio.
6. Capacità missilistiche iraniane
🫡L’Iran possiede migliaia di missili balistici a corto e medio raggio, in grado di colpire basi USA nel Golfo, Israele e portaerei nel Golfo Persico.
🫡Lanci da silos mobili e da bunker sotterranei riducono la possibilità di neutralizzarli in un first strike.
Articolo interamente sviluppato e scritto da @Jagdgesellschaft99
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Sa Defenza Channel

21.04.202518:47
Sì, perchè ovviamente la giustificazione di facciata di tutte queste Torture di Massa è sempre la stessa: "bisogna applicare pressione su Hamas", anche a costo di "vittime collaterali". Ma la realtà è ovviamente un'altra, in piena luce davanti agli occhi di chi vuol vedere. Come scrive il Dottor Ezzidin:
"Ci viene detto che tutto questo viene fatto per fare pressione su chi tiene gli ostaggi. Ma le bombe non cadono su chi detiene il potere. Gli attacchi non raggiungono chi dà gli ordini. Cadono su chi è impotente, su civili che non hanno armi, non hanno autorità politica, non hanno alcun ruolo nel processo decisionale".
"La verità è più semplice: le persone sono il bersaglio. E la loro scomparsa è la strategia.
Chiamatela come volete: sicurezza, ritorsione, difesa, ma la storia, crudele e inflessibile, la chiamerà con il suo nome. E non ricorderà i generali, né i titoli dei giornali, ma il silenzio che ne seguì".
Fonte: https://alessandroferretti123.substack.com/p/gaza-non-e-piu-un-luogo-e-un-esperimento?
"Ci viene detto che tutto questo viene fatto per fare pressione su chi tiene gli ostaggi. Ma le bombe non cadono su chi detiene il potere. Gli attacchi non raggiungono chi dà gli ordini. Cadono su chi è impotente, su civili che non hanno armi, non hanno autorità politica, non hanno alcun ruolo nel processo decisionale".
"La verità è più semplice: le persone sono il bersaglio. E la loro scomparsa è la strategia.
Chiamatela come volete: sicurezza, ritorsione, difesa, ma la storia, crudele e inflessibile, la chiamerà con il suo nome. E non ricorderà i generali, né i titoli dei giornali, ma il silenzio che ne seguì".
Fonte: https://alessandroferretti123.substack.com/p/gaza-non-e-piu-un-luogo-e-un-esperimento?
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Sa Defenza Channel

21.04.202518:47
EZZEDIN SHEHAB: "GAZA NON È PIÙ UN LUOGO, È UN ESPERIMENTO"
L'intera popolazione di Gaza è ormai una cavia da laboratorio, sulla quale si riversa folle ferocia di una superpotenza militare che ha come unico obiettivo il suo annichilimento.
Di Alessandro Ferretti - 20 aprile 2025
"Dopo 556 giorni, Gaza non è più un luogo. È un esperimento, una domanda posta all'Umanità: per quanto tempo una popolazione può essere bombardata, affamata e sgomberata prima di cessare di esistere?"
La frase è del Dottor Ezzedin Shehab, di Gaza. Dopo aver studiato medicina per dieci anni all'estero, è rientrato a casa il 5 ottobre 2023, solo due giorni prima dell'Apocalisse. Da quel giorno la sua vita, come quella dei suoi concittadini, è un inferno in terra in continuo ulteriore peggioramento.
È da oltre cinquanta giorni che a Gaza non entra neanche un chicco di riso e l'altro ieri il Ministro degli Esteri del governo Genocida israeliano ha affermato che continuerà così fino a quando Israele vorrà. Ma quindi, cosa vuole Israele?
Israele vuole cacciare via tutti i palestinesi dalla Palestina, cominciando da Gaza e proseguendo con la Cisgiordania, ma ha un grande problema: non sa dove spedirli. Nessuno stato ha intenzione di ricevere permanentemente la popolazione più vessata della storia mondiale, con il suo gigantesco carico di problemi di ogni tipo causati da quasi 80 anni di Torture Sistematiche di Massa.
Consapevole del fatto che cacciare via tutti i palestinesi richiederà, nel "migliore" dei casi, tempi molto lunghi, Israele ha stabilito come obiettivo intermedio quello di annettere la maggior parte di Gaza e spezzettare il resto in vari zoo per umani a tempo indefinito. In queste gabbie i sopravvissuti verranno costantemente sorvegliati tramite i più invasivi e disumani dispositivi di sorveglianza esistenti e rimarranno rinchiusi a vegetare a tempo indeterminato, senza poter aspirare a niente di più della mera sopravvivenza fisiologica. Un modello che Israele cerca di implementare anche in Cisgiordania, dove gli attacchi dei coloni e dell'esercito sono esplicitamente tesi a rinchiudere i palestinesi in aree sempre più ridotte e controllabili dall'esterno.
Però, per fare questo, Israele ha bisogno che qualsiasi forma di Resistenza organizzata cessi, e per questo serve che i palestinesi cessino di essere un popolo. Proprio a questo mira la ferocia Genocidaria: a far precipitare i palestinesi nell'anarchia, in modo da poterli soggiogare nelle gabbie senza rischi fisici per gli aguzzini.
Il diluvio di bombe dell'ultimo anno e mezzo, senza precedenti storici, non è riuscito a a spezzare la società palestinese: incredibilmente, ancora adesso la Resistenza armata è attiva e impedisce di completare il Progetto di Animalizzazione e Segregazione. Quindi, Israele ha pensato di ricorrere all'arma finale, quella più atroce: la fame, quella vera, quella che ti uccide.
Anche i reality show tipo "Isola dei famosi" sanno che per far litigare tra loro un gruppo di persone basta togliere loro il cibo. La storia delle carestie è inequivoca: la scarsità prolungata di cibo innesca inevitabilmente una competizione estremizzata per le risorse e porta alll'erosione della fiducia reciproca (che costituisce la base del funzionamento sociale) e l'esaltazione dell'aggressività interpersonale. La società si trasforma in "società predatoria", nella quale la prevaricazione dei forti contro i deboli e dei gruppi contro gli individui diventa prassi, e nella quale ogni forma di solidarietà sociale svanisce nella lotta per la sopravvivenza individuale.
Questo è il motivo per cui Israele affama Gaza, e senza concreti e immediati interventi esterni per fermarlo (che purtroppo neanche si intravedono all'orizzonte), inevitabilmente la fame diventerà letteralmente insostenibile e Gaza precipiterà nell'anarchia. Certamente questo farà esultare i benpensanti liberal-europeisti (quelli "equidistanti" tra i Genocidari e le loro vittime) che già hanno accolto con giubilo le manifestazioni a Gaza Nord critiche (del tutto legittimamente, sia chiaro) nei confronti di Hamas.
L'intera popolazione di Gaza è ormai una cavia da laboratorio, sulla quale si riversa folle ferocia di una superpotenza militare che ha come unico obiettivo il suo annichilimento.
Di Alessandro Ferretti - 20 aprile 2025
"Dopo 556 giorni, Gaza non è più un luogo. È un esperimento, una domanda posta all'Umanità: per quanto tempo una popolazione può essere bombardata, affamata e sgomberata prima di cessare di esistere?"
La frase è del Dottor Ezzedin Shehab, di Gaza. Dopo aver studiato medicina per dieci anni all'estero, è rientrato a casa il 5 ottobre 2023, solo due giorni prima dell'Apocalisse. Da quel giorno la sua vita, come quella dei suoi concittadini, è un inferno in terra in continuo ulteriore peggioramento.
È da oltre cinquanta giorni che a Gaza non entra neanche un chicco di riso e l'altro ieri il Ministro degli Esteri del governo Genocida israeliano ha affermato che continuerà così fino a quando Israele vorrà. Ma quindi, cosa vuole Israele?
Israele vuole cacciare via tutti i palestinesi dalla Palestina, cominciando da Gaza e proseguendo con la Cisgiordania, ma ha un grande problema: non sa dove spedirli. Nessuno stato ha intenzione di ricevere permanentemente la popolazione più vessata della storia mondiale, con il suo gigantesco carico di problemi di ogni tipo causati da quasi 80 anni di Torture Sistematiche di Massa.
Consapevole del fatto che cacciare via tutti i palestinesi richiederà, nel "migliore" dei casi, tempi molto lunghi, Israele ha stabilito come obiettivo intermedio quello di annettere la maggior parte di Gaza e spezzettare il resto in vari zoo per umani a tempo indefinito. In queste gabbie i sopravvissuti verranno costantemente sorvegliati tramite i più invasivi e disumani dispositivi di sorveglianza esistenti e rimarranno rinchiusi a vegetare a tempo indeterminato, senza poter aspirare a niente di più della mera sopravvivenza fisiologica. Un modello che Israele cerca di implementare anche in Cisgiordania, dove gli attacchi dei coloni e dell'esercito sono esplicitamente tesi a rinchiudere i palestinesi in aree sempre più ridotte e controllabili dall'esterno.
Però, per fare questo, Israele ha bisogno che qualsiasi forma di Resistenza organizzata cessi, e per questo serve che i palestinesi cessino di essere un popolo. Proprio a questo mira la ferocia Genocidaria: a far precipitare i palestinesi nell'anarchia, in modo da poterli soggiogare nelle gabbie senza rischi fisici per gli aguzzini.
Il diluvio di bombe dell'ultimo anno e mezzo, senza precedenti storici, non è riuscito a a spezzare la società palestinese: incredibilmente, ancora adesso la Resistenza armata è attiva e impedisce di completare il Progetto di Animalizzazione e Segregazione. Quindi, Israele ha pensato di ricorrere all'arma finale, quella più atroce: la fame, quella vera, quella che ti uccide.
Anche i reality show tipo "Isola dei famosi" sanno che per far litigare tra loro un gruppo di persone basta togliere loro il cibo. La storia delle carestie è inequivoca: la scarsità prolungata di cibo innesca inevitabilmente una competizione estremizzata per le risorse e porta alll'erosione della fiducia reciproca (che costituisce la base del funzionamento sociale) e l'esaltazione dell'aggressività interpersonale. La società si trasforma in "società predatoria", nella quale la prevaricazione dei forti contro i deboli e dei gruppi contro gli individui diventa prassi, e nella quale ogni forma di solidarietà sociale svanisce nella lotta per la sopravvivenza individuale.
Questo è il motivo per cui Israele affama Gaza, e senza concreti e immediati interventi esterni per fermarlo (che purtroppo neanche si intravedono all'orizzonte), inevitabilmente la fame diventerà letteralmente insostenibile e Gaza precipiterà nell'anarchia. Certamente questo farà esultare i benpensanti liberal-europeisti (quelli "equidistanti" tra i Genocidari e le loro vittime) che già hanno accolto con giubilo le manifestazioni a Gaza Nord critiche (del tutto legittimamente, sia chiaro) nei confronti di Hamas.
Рекорды
23.01.202516:43
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