11.05.202506:18
Un video immenso e necessario da Karem from Haifa.
Prendete una quarantina di minuti per guardarlo ed ascoltarlo poiché illustra molto bene la realtà in Palestina occupata... E come l'occupazione e il genocidio vengano non solo nascosti certi crimini, ma giustificati dai doppi standard occidentali.
Una vera lezione umana e politica.
Grazie Kareem ❤️
#Disarmare_israele
Prendete una quarantina di minuti per guardarlo ed ascoltarlo poiché illustra molto bene la realtà in Palestina occupata... E come l'occupazione e il genocidio vengano non solo nascosti certi crimini, ma giustificati dai doppi standard occidentali.
Una vera lezione umana e politica.
Grazie Kareem ❤️
#Disarmare_israele
10.05.202506:39
Arrivano voci dal Golfo in cui si ventila l'ipotesi del "riconoscimento della Palestina" da parte di Trump.
In realtà Trump cerca un solo modo per salvare la sua immagine in declino.
Già nel 2020 aveva proposto una "soluzione a due stati" con uno "stato" palestinese, ma questo mirava a legittimare tutto il furto di terre israeliano fino ad allora e non offriva alcuna vera sovranità palestinese.
In effetti è così che si protegge il nocciolo sionista, la vacua promessa di riconoscimento di "uno stato" palestinese.
Le prime domande che dovrebbero sorgere spontanee sono:
E dove? Nei piccoli bantustan in cui è ridotta la Cisgiordania?
Che continuità territoriale avrebbe con Gaza? Tramite tunnel?
E il ritorno dei profughi (risoluzione ONU 194) verrebbe consentito anche a quelli dei territori del 48?
E altre..
Attenzione alle mosse drammatiche con compromessi inappropriati, riconoscere "uno stato" palestinese non significa niente.
L'unico stato palestinese da riconoscere è quello che va dal fiume al mare con Gerusalemme come capitale eterna. Il resto è propaganda.
https://www.jpost.com/middle-east/article-853387
In realtà Trump cerca un solo modo per salvare la sua immagine in declino.
Già nel 2020 aveva proposto una "soluzione a due stati" con uno "stato" palestinese, ma questo mirava a legittimare tutto il furto di terre israeliano fino ad allora e non offriva alcuna vera sovranità palestinese.
In effetti è così che si protegge il nocciolo sionista, la vacua promessa di riconoscimento di "uno stato" palestinese.
Le prime domande che dovrebbero sorgere spontanee sono:
E dove? Nei piccoli bantustan in cui è ridotta la Cisgiordania?
Che continuità territoriale avrebbe con Gaza? Tramite tunnel?
E il ritorno dei profughi (risoluzione ONU 194) verrebbe consentito anche a quelli dei territori del 48?
E altre..
Attenzione alle mosse drammatiche con compromessi inappropriati, riconoscere "uno stato" palestinese non significa niente.
L'unico stato palestinese da riconoscere è quello che va dal fiume al mare con Gerusalemme come capitale eterna. Il resto è propaganda.
https://www.jpost.com/middle-east/article-853387
09.05.202517:00
“Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità. Chiunque giri le spalle, chiuda gli occhi o passi oltre offende la memoria dei caduti.” (Vasily Grossman, autore di Stalingrado)
Domani – a distanza di ottant'anni – i cittadini della Federazione Russa, nessuno escluso, festeggeranno la fine della Seconda Guerra Mondiale, la “Grande Guerra Patriottica”.
La parata militare sulla Piazza Rossa non sarà dissimile da quella del 1945, le cui immagini d'epoca potete vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=2xhrv-U1RRY
Per noi italiani è difficile comprendere quanto sia stata importante – nella formazione dell'identità russa – la vittoria delle truppe sovietiche.
L'URSS venne aggredita il 22 giugno 1941, quando le forze armate del Terzo Reich attraversarono il confine con 134 divisioni equipaggiate con i mezzi corazzati e le armi più moderne. L'Operazione Barbarossa era nata dalla mente malata di Adolf Hitler. Il Generalplan Ost prevedeva la conquista di uno spazio vitale a Est (il famigerato Lebensraum) per popolarlo di tedeschi di pura razza ariana, la schiavizzazione delle popolazioni slave (destinate alla deportazione nelle zone più remote dell'Asia).
Le atrocità commesse dai tedeschi furono innominabili: l'Hungerplan si prefiggeva di sterminare la popolazione civile distruggendo completamente i raccolti. Il colmo dell'orrore (se è possibile stabilire un'insana graduatoria) si raggiunse nell'assedio di Stalingrado.
Vasily Grossman era presente, la sua opera è un monito per l'umanità intera.
La Grande Guerra Patriottica terminò con la conquista di Berlino, quando le truppe comandate dal Maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov issarono la bandiera rossa sulle rovine della capitale nemica.
Nel corso della guerra, una parte della popolazione ucraina aveva costituito la Waffen SS Galizia e combattuto dalla parte sbagliata della Storia.
Lo voglio ripetere: dalla parte sbagliata della Storia. Il negazionismo, il revisionismo storico mi fanno ribrezzo: gli ucraini nelle SS furono circa 50.000, e con loro gli olandesi (50.000), i lettoni (35.000), gli altoatesini (20.000), gli estoni (20.000), i croati (20.000), i danesi (11.000) eccetera.
Soltanto nel pogrom di Leopoli, i nazisti ucraini uccisero 4.000 ebrei in una notte.
Oggi, oltre il 40% di ucraini considera Stepan Bandera (ucciso da un agente del KGB a Monaco di Baviera nel 1959) un eroe. Statue in suo onore sono state erette in molte città e nelle scuole si insegna che fu un martire per l'indipendenza dell'Ucraina.
Oggi, il nazifascismo è tornato sotto mentite spoglie. Torna utile – nella propaganda contro Vladimir Putin – tacere dei crimini commessi dalle Waffen SS. Per la verità, la tendenza a dimenticare, a confondere i ruoli e le responsabilità, è incominciata da molti anni. L'apologia di figure storiche controverse (Benito Mussolini, Stepan Bandera) viene tollerata se finalizzata a mistificare la realtà storica ad usum delphini.
La seconda carica dello Stato non si limita ad affermare che “il Duce ha fatto anche cose buone”, ma ne colleziona busti e non esita a giustificare il saluto romano.
Non stupisce dunque che si sia giunti al punto di modificare persino Wikipedia, scrivendo che Auschwitz fu liberata dall'esercito ucraino. Tanto – ed è questo ciò che conta – in tutti i film (l'unica cosa che i giovani ricorderanno) si vede che venne liberata dai buoni di sempre, gli americani.
Mi perdonerete se cito un altro grande scrittore, Kurt Vonnegut, che nel suo capolavoro Mattatoio N. 5 racconta il bombardamento di Dresda: “Ho detto ai miei figli che non devono, in nessuna circostanza, partecipare a un massacro, e che le notizie di massacri compiuti tra i nemici non devono riempirli di soddisfazione o di gioia.” Dresda fu distrutta per terrorizzare, morirono soltanto civili, non vi era stanziata neppure una divisione tedesca. Fu un esempio di come gli americani hanno sempre inteso la guerra: prima distruggi tutto da lontano (B52, napalm, bombe atomiche) poi invadi.
Domani – a distanza di ottant'anni – i cittadini della Federazione Russa, nessuno escluso, festeggeranno la fine della Seconda Guerra Mondiale, la “Grande Guerra Patriottica”.
La parata militare sulla Piazza Rossa non sarà dissimile da quella del 1945, le cui immagini d'epoca potete vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=2xhrv-U1RRY
Per noi italiani è difficile comprendere quanto sia stata importante – nella formazione dell'identità russa – la vittoria delle truppe sovietiche.
L'URSS venne aggredita il 22 giugno 1941, quando le forze armate del Terzo Reich attraversarono il confine con 134 divisioni equipaggiate con i mezzi corazzati e le armi più moderne. L'Operazione Barbarossa era nata dalla mente malata di Adolf Hitler. Il Generalplan Ost prevedeva la conquista di uno spazio vitale a Est (il famigerato Lebensraum) per popolarlo di tedeschi di pura razza ariana, la schiavizzazione delle popolazioni slave (destinate alla deportazione nelle zone più remote dell'Asia).
Le atrocità commesse dai tedeschi furono innominabili: l'Hungerplan si prefiggeva di sterminare la popolazione civile distruggendo completamente i raccolti. Il colmo dell'orrore (se è possibile stabilire un'insana graduatoria) si raggiunse nell'assedio di Stalingrado.
Vasily Grossman era presente, la sua opera è un monito per l'umanità intera.
La Grande Guerra Patriottica terminò con la conquista di Berlino, quando le truppe comandate dal Maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov issarono la bandiera rossa sulle rovine della capitale nemica.
Nel corso della guerra, una parte della popolazione ucraina aveva costituito la Waffen SS Galizia e combattuto dalla parte sbagliata della Storia.
Lo voglio ripetere: dalla parte sbagliata della Storia. Il negazionismo, il revisionismo storico mi fanno ribrezzo: gli ucraini nelle SS furono circa 50.000, e con loro gli olandesi (50.000), i lettoni (35.000), gli altoatesini (20.000), gli estoni (20.000), i croati (20.000), i danesi (11.000) eccetera.
Soltanto nel pogrom di Leopoli, i nazisti ucraini uccisero 4.000 ebrei in una notte.
Oggi, oltre il 40% di ucraini considera Stepan Bandera (ucciso da un agente del KGB a Monaco di Baviera nel 1959) un eroe. Statue in suo onore sono state erette in molte città e nelle scuole si insegna che fu un martire per l'indipendenza dell'Ucraina.
Oggi, il nazifascismo è tornato sotto mentite spoglie. Torna utile – nella propaganda contro Vladimir Putin – tacere dei crimini commessi dalle Waffen SS. Per la verità, la tendenza a dimenticare, a confondere i ruoli e le responsabilità, è incominciata da molti anni. L'apologia di figure storiche controverse (Benito Mussolini, Stepan Bandera) viene tollerata se finalizzata a mistificare la realtà storica ad usum delphini.
La seconda carica dello Stato non si limita ad affermare che “il Duce ha fatto anche cose buone”, ma ne colleziona busti e non esita a giustificare il saluto romano.
Non stupisce dunque che si sia giunti al punto di modificare persino Wikipedia, scrivendo che Auschwitz fu liberata dall'esercito ucraino. Tanto – ed è questo ciò che conta – in tutti i film (l'unica cosa che i giovani ricorderanno) si vede che venne liberata dai buoni di sempre, gli americani.
Mi perdonerete se cito un altro grande scrittore, Kurt Vonnegut, che nel suo capolavoro Mattatoio N. 5 racconta il bombardamento di Dresda: “Ho detto ai miei figli che non devono, in nessuna circostanza, partecipare a un massacro, e che le notizie di massacri compiuti tra i nemici non devono riempirli di soddisfazione o di gioia.” Dresda fu distrutta per terrorizzare, morirono soltanto civili, non vi era stanziata neppure una divisione tedesca. Fu un esempio di come gli americani hanno sempre inteso la guerra: prima distruggi tutto da lontano (B52, napalm, bombe atomiche) poi invadi.
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Going Underground

09.05.202512:08
VICTORY DAY: THE BATTLE OF STALINGRAD TURNED THE TIDE OF THE WAR
After Nazi Germany’s leader Adolf Hitler obsessed over seizing the city to deal a humiliating blow to Premier of the Soviet Union ☭ Joseph Stalin, by taking the city named after him. Hitler had promoted Field Marshal Friedrich Paulus thinking that he would not surrender to the Red Army. After the legendary fightback by Red Army soldiers in one of the most brutal theatres of urban combat in human history, German 6th Army troops had finally been encircled after the success of Operation Uranus.
1.1 million Soviet soldiers either died, were wounded or went missing defending the city from the Nazi hordes and totally wiped out the German 6th Army. This would mark the first major battlefield defeat of the previously unbeatable Waffen SS and Wehrmacht, and would turn the tide of the war in the Soviet Union’s favour. 11 million Soviet soldiers died in WW2 and three-quarters of German losses were suffered at the hands of the Red Army. 27 million Soviet citizens died in the fight to destroy Nazism.
After Nazi Germany’s leader Adolf Hitler obsessed over seizing the city to deal a humiliating blow to Premier of the Soviet Union ☭ Joseph Stalin, by taking the city named after him. Hitler had promoted Field Marshal Friedrich Paulus thinking that he would not surrender to the Red Army. After the legendary fightback by Red Army soldiers in one of the most brutal theatres of urban combat in human history, German 6th Army troops had finally been encircled after the success of Operation Uranus.
1.1 million Soviet soldiers either died, were wounded or went missing defending the city from the Nazi hordes and totally wiped out the German 6th Army. This would mark the first major battlefield defeat of the previously unbeatable Waffen SS and Wehrmacht, and would turn the tide of the war in the Soviet Union’s favour. 11 million Soviet soldiers died in WW2 and three-quarters of German losses were suffered at the hands of the Red Army. 27 million Soviet citizens died in the fight to destroy Nazism.
08.05.202521:32
Un documento che avevo preparato e scritto nel agosto 2022 un anno prima del genocidio ancora in corso sul territorio di Gaza.
Palestina 🇵🇸
Vorrei darvi alcuni numeri, per poter capire la vastità e gravità del dramma che molti continuano a non vedere o peggio a non comprendere
Palestina e’ un territorio che collega tre continenti tra di loro
Asia-Europa-Africa
Domina o si affaccia al mar Rosso e al Mediterraneo
Palestina. Territorio che ha visto nascere le tre religioni monoteistiche, per questo il territorio è la storia della Umanità intera, li era iniziato il genere umano e li verrà annientato e sempre li verrà giudicato
Palestina e’ un territorio chiamato terra santa altre volte terra di pace che di pace mai assaporata lungo i secoli …. Assiri, Fenici, Kananei, Greci, Persiani, mongoli, Arabi, Romani, Britannici e ora il cancro, chiamato SIONISMO.
Il sionismo ocvupa Palestina sin dalla fine della seconda guerra mondiale e nel 15 maggio del 1948, il sionismo con l’aiuto degli europei TUTTI E L’America, fanno nascere il paeseo meglio l’entità sionista chiamata isra¥ele
Dal 1948 ad oggi sono già 74 anni circa...
A voi ora i numeri per capire:
Nel 1914, anno d’inizio della prima guerra mondiale in Palestina ( a suo tempo chiamta regione Palestina) era abitata dagli arabi palestinesi (arabi perché parlano la lingua araba ma non erano arabi) vivevano
circa 690.000 abitanti di religione islamica e cristiana con una piccolissima comunità di ebrei.
Nel 1948, anno in cui fu fondato lo stato sionista gli abitanti erano circa 2.000.000
Ora entriamo nel dramma vero e proprio del popolo palestinese: che dura da 74 anni sotto gli occhi di tutti
Dal 1948 in poi, i palestinesi furono cacviati in malo modo dalle loro case e spinti a varcare i confine ammassandosi nei paesi limitrofi
Numero dei campi per rifugiati dentro il territorio della palestina e fuori 73 campi ( tendopoli) che hanno accolto fuggitivi durante i 74 anni di Nakba prima e di Naksa dopo.
provenienti
dal centro nord del territorio circa 1.091.105
Ammassati in
29 campi ufficiali
5 campi non ufficiali
Dal centro sud del territorio circa 1.669.994
Ammassati in
8 campi ufficiali
I costretti a lasciare la patria e rifugiarsi oltre confine
Giordania 2.479.994 in 13 campi
Libano 546.740 in 16 campi
Syria 660.419 In 12 campi
Numero totali profughi dentro e fuori territorio
6.447.310 anime
Numero campi dentro e fuori
73 campi
Ora veniamo alla distruzione di città e agli uccisi
Città e villaggi occupate nel 1948, n. 774
Città e villaggi completamente distrutte nel 1948, esattamente n. 531
Numero dei massacri (EVENTI) compiuti più di 70 sparsi un po ovunque da nord a sud
Ora il popolo della Palestina 🇵🇸 che si chiama Palestinese dentro il territorio e fuori (sparso un po ovunque)
al censimento del 2020 circa 13.700.000
Numero di rifugiati registrati alla UNRWA
Circa 6.447.310 rifugiati.
Ps. I numeri dal 2020 ad oggi, è destinato a cambiare in modo vertiginoso raddoppiando alcuni e triplicando altri...
Si ignora il numero preciso dei prigionieri nelle carceri isra¥eliane (adulti e bambini)
Uomini e donne...
con accuse e senza accuse
DocSam
03/08/2022
Palestina 🇵🇸
Vorrei darvi alcuni numeri, per poter capire la vastità e gravità del dramma che molti continuano a non vedere o peggio a non comprendere
Palestina e’ un territorio che collega tre continenti tra di loro
Asia-Europa-Africa
Domina o si affaccia al mar Rosso e al Mediterraneo
Palestina. Territorio che ha visto nascere le tre religioni monoteistiche, per questo il territorio è la storia della Umanità intera, li era iniziato il genere umano e li verrà annientato e sempre li verrà giudicato
Palestina e’ un territorio chiamato terra santa altre volte terra di pace che di pace mai assaporata lungo i secoli …. Assiri, Fenici, Kananei, Greci, Persiani, mongoli, Arabi, Romani, Britannici e ora il cancro, chiamato SIONISMO.
Il sionismo ocvupa Palestina sin dalla fine della seconda guerra mondiale e nel 15 maggio del 1948, il sionismo con l’aiuto degli europei TUTTI E L’America, fanno nascere il paeseo meglio l’entità sionista chiamata isra¥ele
Dal 1948 ad oggi sono già 74 anni circa...
A voi ora i numeri per capire:
Nel 1914, anno d’inizio della prima guerra mondiale in Palestina ( a suo tempo chiamta regione Palestina) era abitata dagli arabi palestinesi (arabi perché parlano la lingua araba ma non erano arabi) vivevano
circa 690.000 abitanti di religione islamica e cristiana con una piccolissima comunità di ebrei.
Nel 1948, anno in cui fu fondato lo stato sionista gli abitanti erano circa 2.000.000
Ora entriamo nel dramma vero e proprio del popolo palestinese: che dura da 74 anni sotto gli occhi di tutti
Dal 1948 in poi, i palestinesi furono cacviati in malo modo dalle loro case e spinti a varcare i confine ammassandosi nei paesi limitrofi
Numero dei campi per rifugiati dentro il territorio della palestina e fuori 73 campi ( tendopoli) che hanno accolto fuggitivi durante i 74 anni di Nakba prima e di Naksa dopo.
provenienti
dal centro nord del territorio circa 1.091.105
Ammassati in
29 campi ufficiali
5 campi non ufficiali
Dal centro sud del territorio circa 1.669.994
Ammassati in
8 campi ufficiali
I costretti a lasciare la patria e rifugiarsi oltre confine
Giordania 2.479.994 in 13 campi
Libano 546.740 in 16 campi
Syria 660.419 In 12 campi
Numero totali profughi dentro e fuori territorio
6.447.310 anime
Numero campi dentro e fuori
73 campi
Ora veniamo alla distruzione di città e agli uccisi
Città e villaggi occupate nel 1948, n. 774
Città e villaggi completamente distrutte nel 1948, esattamente n. 531
Numero dei massacri (EVENTI) compiuti più di 70 sparsi un po ovunque da nord a sud
Ora il popolo della Palestina 🇵🇸 che si chiama Palestinese dentro il territorio e fuori (sparso un po ovunque)
al censimento del 2020 circa 13.700.000
Numero di rifugiati registrati alla UNRWA
Circa 6.447.310 rifugiati.
Ps. I numeri dal 2020 ad oggi, è destinato a cambiare in modo vertiginoso raddoppiando alcuni e triplicando altri...
Si ignora il numero preciso dei prigionieri nelle carceri isra¥eliane (adulti e bambini)
Uomini e donne...
con accuse e senza accuse
DocSam
03/08/2022


08.05.202513:56
"inquietante aumento di infarti tra i giovani adulti"
la percentuale di adulti tra i 18 e i 44 anni colpiti da infarto del miocardio è aumentata dallo 0,3% nel 2019 allo 0,5% nel 2023, con un incremento del 66% in soli quattro anni. un dato semplicemente mostruoso.
si tenta in modo grottesco di giustificarlo con dieta, fumo e alcol come se questi fattori potessero portare a un simile aumento esponenziale in 4 anni. e come se prima del 2020 gli under-50 non fumassero, bevessero o mangiassero in modo totalmente diverso. ma l'oscar assoluto va a "disuguaglianze di genere".
Si parla anche di "conseguenze indirette della pandemia". Ecco a me se leggo conseguenze indirette della pandemia viene in mente una cosa in particolare... Anche perché dati scientifici alla mano la fascia under 50 praticamente ha corso rischi pari a zero col.virus, ad eccezione di alcune fasce fragili.
#andràtuttobene
Andrea V.
la percentuale di adulti tra i 18 e i 44 anni colpiti da infarto del miocardio è aumentata dallo 0,3% nel 2019 allo 0,5% nel 2023, con un incremento del 66% in soli quattro anni. un dato semplicemente mostruoso.
si tenta in modo grottesco di giustificarlo con dieta, fumo e alcol come se questi fattori potessero portare a un simile aumento esponenziale in 4 anni. e come se prima del 2020 gli under-50 non fumassero, bevessero o mangiassero in modo totalmente diverso. ma l'oscar assoluto va a "disuguaglianze di genere".
Si parla anche di "conseguenze indirette della pandemia". Ecco a me se leggo conseguenze indirette della pandemia viene in mente una cosa in particolare... Anche perché dati scientifici alla mano la fascia under 50 praticamente ha corso rischi pari a zero col.virus, ad eccezione di alcune fasce fragili.
#andràtuttobene
Andrea V.
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Giorgio Bianchi Photojournalist

10.05.202509:05
Dalle prove schiaccianti che l'IA sta minando la capacità di apprendimento di una generazione di studenti nell'istruzione superiore, alle aziende tecnologiche che promettono di sostituire i lavoratori con l'IA, fino alla famiglia di una vittima che usa un avatar AI del defunto per influenzare i tribunali... questo è il futuro contorto dell'IA che gli oligarchi della tecnologia hanno in serbo per noi. P.S. Brian Merchant ed io potremmo non essere d'accordo su alcune questioni, ma quando si tratta dell'uso non etico dell'IA siamo dalla stessa parte ed è per questo che seguo e consiglio il suo lavoro.
https://substack.com/home/post/p-163164242
Laura Ruggeri
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
https://substack.com/home/post/p-163164242
Laura Ruggeri
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist


10.05.202506:34
Ahmad al-Sharaa, aka AL JEWLANI, autoproclamato presidente della Siria ed ex membro di Al-Qaeda, sta consentendo la spartizione della Siria tra Qatar, "israele" , Turchia e Stati Uniti.
Il Ministero delle Finanze siriano ha annunciato che il Qatar finanzierà il settore pubblico del Paese dopo aver ricevuto l'approvazione degli Stati Uniti. Dall'inizio della guerra in Siria, il Qatar ha sostenuto gruppi armati che mirano a rovesciare l'ex governo di Assad.
Doha è uno degli alleati più stretti degli Stati Uniti nella regione, ospitando la più grande base militare americana utilizzata per gli interventi militari statunitensi in Medio Oriente. Il Qatar segue le direttive statunitensi nell'assegnazione dei finanziamenti. A differenza del Libano, a Doha è stato permesso di finanziare l'economia siriana coprendo il suo debito con la Banca Mondiale, consentendo all'agenzia di riprendere le operazioni.
Secondo fonti israeliane, Turchia e "israele" stanno tenendo nuovi colloqui in Azerbaijan per dividere i loro interessi in Siria. Sebbene i termini dei negoziati rimangano invariati, i funzionari israeliani hanno avanzato due richieste: nessuna forza militare vicino alle alture del Golan e nessuna arma strategica che possa minacciare l'occupazione israeliana in Siria. Al JEWlani ha confermato colloqui indiretti con il governo israeliano durante la sua prima visita europea. Al contrario, fonti israeliane lo hanno contraddetto, riferendo che si sono svolti colloqui diretti tra funzionari israeliani e siriani sia nei territori occupati da "israele" che negli Emirati Arabi Uniti.
Inoltre, al JEWlani sta cercando il sostegno degli Stati Uniti per proporre una "ricostruzione in stile Piano Marshall" al presidente Trump. L'obiettivo è assicurarsi significativi progetti di investimento statunitensi in Siria, dando loro priorità rispetto alle aziende cinesi e di altre potenze. Attraverso la mediazione saudita, è anche disposta a incontrare Trump durante le sue visite nei Paesi del Golfo.
Red.
Il Ministero delle Finanze siriano ha annunciato che il Qatar finanzierà il settore pubblico del Paese dopo aver ricevuto l'approvazione degli Stati Uniti. Dall'inizio della guerra in Siria, il Qatar ha sostenuto gruppi armati che mirano a rovesciare l'ex governo di Assad.
Doha è uno degli alleati più stretti degli Stati Uniti nella regione, ospitando la più grande base militare americana utilizzata per gli interventi militari statunitensi in Medio Oriente. Il Qatar segue le direttive statunitensi nell'assegnazione dei finanziamenti. A differenza del Libano, a Doha è stato permesso di finanziare l'economia siriana coprendo il suo debito con la Banca Mondiale, consentendo all'agenzia di riprendere le operazioni.
Secondo fonti israeliane, Turchia e "israele" stanno tenendo nuovi colloqui in Azerbaijan per dividere i loro interessi in Siria. Sebbene i termini dei negoziati rimangano invariati, i funzionari israeliani hanno avanzato due richieste: nessuna forza militare vicino alle alture del Golan e nessuna arma strategica che possa minacciare l'occupazione israeliana in Siria. Al JEWlani ha confermato colloqui indiretti con il governo israeliano durante la sua prima visita europea. Al contrario, fonti israeliane lo hanno contraddetto, riferendo che si sono svolti colloqui diretti tra funzionari israeliani e siriani sia nei territori occupati da "israele" che negli Emirati Arabi Uniti.
Inoltre, al JEWlani sta cercando il sostegno degli Stati Uniti per proporre una "ricostruzione in stile Piano Marshall" al presidente Trump. L'obiettivo è assicurarsi significativi progetti di investimento statunitensi in Siria, dando loro priorità rispetto alle aziende cinesi e di altre potenze. Attraverso la mediazione saudita, è anche disposta a incontrare Trump durante le sue visite nei Paesi del Golfo.
Red.
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Miracolo a Milano



09.05.202516:37
🗓️ Domenica 11 maggio 2025
📌 Mantova, Vicolo Ospitale 2
⏰ Dalle ore 16.30
"Palestina, il vero volto delle Smart City. Tecnologie per le guerre ai popoli"
👉 Dopo Bologna, Ravenna e Cesena dei mesi scorsi, a Mantova si terrà domenica la quarta assemblea pubblica per indagare, insieme, l'occupazione coloniale della Palestina in relazione all'impiego di tecnologie della sorveglianza e di controllo sociale. IA, droni, spyware, piattaforme di identità digitale... Tecnologie "per le guerre ai popoli" sperimentate in Palestina che intensificano, semplificano e automatizzano la repressione, la discriminazione finanche il genocidio, e che vedono poi un utilizzo programmatico nelle nostre stesse città.
Durante l'iniziativa, verranno proiettati alcuni spezzoni dei documentari di Al Jazeera sul tema delle "Smart Cities palestinesi" doppiati in italiano per l'occasione. Seguiranno gli interventi, tutti in presenza, da Bologna, Milano e della comunità palestinese in Italia. Al termine, cena palestinese a buffet!
🇵🇸 Aiutateci a segnalare l'incontro a chi è di zona o voglia raggiungerlo!
https://t.me/canalemiracolomilano
📌 Mantova, Vicolo Ospitale 2
⏰ Dalle ore 16.30
"Palestina, il vero volto delle Smart City. Tecnologie per le guerre ai popoli"
👉 Dopo Bologna, Ravenna e Cesena dei mesi scorsi, a Mantova si terrà domenica la quarta assemblea pubblica per indagare, insieme, l'occupazione coloniale della Palestina in relazione all'impiego di tecnologie della sorveglianza e di controllo sociale. IA, droni, spyware, piattaforme di identità digitale... Tecnologie "per le guerre ai popoli" sperimentate in Palestina che intensificano, semplificano e automatizzano la repressione, la discriminazione finanche il genocidio, e che vedono poi un utilizzo programmatico nelle nostre stesse città.
Durante l'iniziativa, verranno proiettati alcuni spezzoni dei documentari di Al Jazeera sul tema delle "Smart Cities palestinesi" doppiati in italiano per l'occasione. Seguiranno gli interventi, tutti in presenza, da Bologna, Milano e della comunità palestinese in Italia. Al termine, cena palestinese a buffet!
🇵🇸 Aiutateci a segnalare l'incontro a chi è di zona o voglia raggiungerlo!
https://t.me/canalemiracolomilano


09.05.202512:05
Per gli amici di Brindisi e dintorni!
08.05.202519:57
Più che una semplice risposta agli attacchi nel Mar Rosso, la Campagna faceva parte di un più ampio sforzo di Washington per contrastare l'influenza regionale della Cina, in particolare i nascenti legami della Nuova Via della Seta in Yemen. Ma la strategia militare si è ritorta contro di loro, inasprendo la Resistenza locale e minando la credibilità degli Stati Uniti.
Abu Talib osserva che persino gli aerei invisibili e i bombardieri strategici non sono riusciti a ottenere un effetto deterrente. L'amministrazione Trump si è trovata di fronte a due opzioni: ritirarsi sotto il peso della sconfitta o avviare colloqui alle condizioni di Ansarallah, tra cui la fine della guerra di Gaza.
UNA GUERRA SENZA SCOPO
Fin dall'inizio, Washington ha faticato a costruire una narrazione di vittoria. Il Pentagono ha diffuso video di aerei in decollo dalle portaerei: uno spettacolo vuoto, privo di sostanza. Non ci sono stati momenti di "colpisci e terrorizza", nessuna impresa da spacciare per successo.
Lo Yemen, nel frattempo, ha prodotto immagini iconiche; tra queste, un padre che protegge il figlio durante un bombardamento, un potente simbolo di sfida nazionale. Con l'aumentare delle vittime civili, è aumentata anche la furia dell'opinione pubblica. Scene di donne e bambini estratti dalle macerie hanno circolato ampiamente, tracciando scomodi parallelismi con le passate guerre statunitensi in Iraq e Afghanistan.
Secondo Abu Talib, la coesione sociale e la geografia accidentata dello Yemen hanno minato ogni tentativo di romperne le linee. Lungi dal frantumarsi sotto la pressione, l'opinione pubblica si è schierata al fianco di Ansarallah. Più gli Stati Uniti intensificavano la Campagna, più la Resistenza yemenita si radicava, sia militarmente che socialmente.
Ora, l'amministrazione Trump sta cambiando marcia, cercando la pace senza ammettere la sconfitta. Ma Sanaa non sta ferma. Promette operazioni continue e, con esse, nuove equazioni strategiche che potrebbero sovvertire ulteriormente l'equilibrio di potere regionale.
Mawadda Iskandar è una giornalista e ricercatrice specializzata in affari del Golfo; ha prodotto diversi documentari e pubblicato ricerche.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: https://thecradle.co/articles-id/30582
Abu Talib osserva che persino gli aerei invisibili e i bombardieri strategici non sono riusciti a ottenere un effetto deterrente. L'amministrazione Trump si è trovata di fronte a due opzioni: ritirarsi sotto il peso della sconfitta o avviare colloqui alle condizioni di Ansarallah, tra cui la fine della guerra di Gaza.
UNA GUERRA SENZA SCOPO
Fin dall'inizio, Washington ha faticato a costruire una narrazione di vittoria. Il Pentagono ha diffuso video di aerei in decollo dalle portaerei: uno spettacolo vuoto, privo di sostanza. Non ci sono stati momenti di "colpisci e terrorizza", nessuna impresa da spacciare per successo.
Lo Yemen, nel frattempo, ha prodotto immagini iconiche; tra queste, un padre che protegge il figlio durante un bombardamento, un potente simbolo di sfida nazionale. Con l'aumentare delle vittime civili, è aumentata anche la furia dell'opinione pubblica. Scene di donne e bambini estratti dalle macerie hanno circolato ampiamente, tracciando scomodi parallelismi con le passate guerre statunitensi in Iraq e Afghanistan.
Secondo Abu Talib, la coesione sociale e la geografia accidentata dello Yemen hanno minato ogni tentativo di romperne le linee. Lungi dal frantumarsi sotto la pressione, l'opinione pubblica si è schierata al fianco di Ansarallah. Più gli Stati Uniti intensificavano la Campagna, più la Resistenza yemenita si radicava, sia militarmente che socialmente.
Ora, l'amministrazione Trump sta cambiando marcia, cercando la pace senza ammettere la sconfitta. Ma Sanaa non sta ferma. Promette operazioni continue e, con esse, nuove equazioni strategiche che potrebbero sovvertire ulteriormente l'equilibrio di potere regionale.
Mawadda Iskandar è una giornalista e ricercatrice specializzata in affari del Golfo; ha prodotto diversi documentari e pubblicato ricerche.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: https://thecradle.co/articles-id/30582


08.05.202512:50
Macron insieme al tagliagole, numero 2 di Al QAEDA, Al JEWlani.
Però Assad era il nazista.
Schifosi!!!
Però Assad era il nazista.
Schifosi!!!
10.05.202506:52
La Fondazione Hind Rajab ha presentato una denuncia alla Corte Penale Internazionale (CPI) dell'Aia contro il Tenente Colonnello Beni Aharon, responsabile dell'omicidio di Hind Rajab.
Il 3 maggio sarebbe stato il settimo compleanno di Hind.
Dopo un anno di ricerche, abbiamo identificato il comandante, la brigata e il battaglione che l'hanno uccisa, la sua famiglia e i due medici che hanno cercato di salvarla.
Per saperne di più: https://bit.ly/3YsEckI
Fondazione Hind Rajab
Il 3 maggio sarebbe stato il settimo compleanno di Hind.
Dopo un anno di ricerche, abbiamo identificato il comandante, la brigata e il battaglione che l'hanno uccisa, la sua famiglia e i due medici che hanno cercato di salvarla.
Per saperne di più: https://bit.ly/3YsEckI
Fondazione Hind Rajab


09.05.202518:09
Quando Michele Serra non era ancora pagato per vendere RUSSOFOBIA, nel 1988
Manu Bilioz
Manu Bilioz


09.05.202514:52
L'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv è stato chiuso dopo il lancio di un missile yemenita e l'attivazione delle sirene antiaeree.
Opsssssss.
Non assaporerete mai la pace finché continuerete a divorare ogni centimetro di Palestina come parassiti insaziabili
Opsssssss.
Non assaporerete mai la pace finché continuerete a divorare ogni centimetro di Palestina come parassiti insaziabili
से पुनः पोस्ट किया:
Rubio feat Rubio



09.05.202512:00
BRAVA @falastindawoud. Ecco a voi merde #dismantle_israel_now 🇵🇸✌🏾
08.05.202519:57
Questa reticenza non era senza ragione. Il leader di Ansarallah, Abdul Malik al-Houthi, ha lanciato avvertimenti diretti ai Paesi vicini: qualsiasi cooperazione con gli Stati Uniti, tramite basi o truppe, avrebbe portato a ritorsioni immediate.
La minaccia ha funzionato. Quando Washington ha valutato l'idea di un attacco terrestre con l'impiego delle forze speciali statunitensi e delle milizie sostenute dai Paesi del Golfo Persico, il piano è rapidamente fallito. Il territorio dello Yemen, la sua radicata Resistenza e l'amara eredità dei precedenti tentativi sauditi-emiratini hanno reso tale impresa insostenibile.
L'analista politico Abdulaziz Abu Talib dichiara che Riyadh e Abu Dhabi hanno interiorizzato il costo di un'ulteriore intensificazione. Pur continuando a finanziare milizie per procura, entrambe si stanno tenendo alla larga da un aperto coinvolgimento militare. La capacità dello Yemen di resistere a questa aggressione trilaterale, e di colpire gli interessi statunitensi e israeliani, ha ulteriormente eroso la fiducia nell'ombrello protettivo di Washington.
BOMBE, MILIARDI ED ERRORI
Tra marzo 2024 e aprile 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato oltre 1000 attacchi aerei sullo Yemen. Eppure, anziché indebolire il loro avversario, la Campagna lo ha rafforzato. Per rappresaglia, gli attacchi in Yemen si sono intensificati costantemente: dagli attacchi contro navi israeliane nel novembre 2023, a quelli contro navi statunitensi e britanniche a gennaio, all'Oceano Indiano a marzo e al Mediterraneo a maggio.
A luglio, Ansarallah ha colpito Tel Aviv con missili ipersonici. Seguì un attacco diretto all'aeroporto Ben Gurion, ridisegnando l'equilibrio militare della Regione.
I costi si sono accumulati. Solo nelle prime tre settimane, gli Stati Uniti hanno bruciato 1 miliardo di dollari (891 milioni di euro). Armi come i missili Tomahawk e JASSM, costati milioni ciascuno, sono state impiegate contro droni del valore di poche migliaia di dollari. I successi dello Yemen si sono moltiplicati: 17 droni MQ-9 Reaper abbattuti, due caccia F-18 da 60 milioni di dollari (53,5 milioni di euro) persi in poco più di una settimana e un dichiarato blocco aereo di Israele.
Wutayri sottolinea che lo Yemen ha sviluppato il suo arsenale internamente, senza assistenza tecnica straniera. Tra questi, i missili ipersonici che hanno aggirato le difese aeree israeliane e statunitensi e i droni in grado di colpire sia navi militari che commerciali. Anche se Washington ha intensificato i bombardamenti, il ritmo e la gittata operativa dello Yemen non hanno fatto altro che crescere.
EROSIONE DALL'INTERNO
A Washington, le crepe si stavano palesando. Il Pentagono ha silenziosamente ampliato l'autonomia dei comandanti militari per colpire obiettivi senza l'autorizzazione della Casa Bianca, nel tentativo di proteggere l'amministrazione dalle ricadute politiche. Ma i costi, sia finanziari che reputazionali, erano impossibili da ignorare.
I media statunitensi hanno iniziato a mettere in discussione lo scopo e la direzione della Campagna. La pazienza dell'opinione pubblica è venuta meno. Si è sentito chiedere ai Paesi che beneficiano del commercio del Mar Rosso, in particolare le monarchie del Golfo Persico, di farsi carico dell'onere della sicurezza marittima.
Wutayri afferma che gli Stati Uniti hanno subito ulteriori umiliazioni: un cacciatorpediniere e tre navi da rifornimento sono stati affondati, e sia la portaerei USS Abraham Lincoln che la Harry S. Truman sono state prese di mira. Nonostante la spesa di altri 500 milioni di dollari (445,5 milioni di euro) in intercettori, i risultati sono stati trascurabili. L'immagine degli aerei da guerra statunitensi che si schiantavano in mare e delle truppe esauste, circa 7.000 schierate, incapaci di infrangere la determinazione dello Yemen, ha intaccato il prestigio americano.
La minaccia ha funzionato. Quando Washington ha valutato l'idea di un attacco terrestre con l'impiego delle forze speciali statunitensi e delle milizie sostenute dai Paesi del Golfo Persico, il piano è rapidamente fallito. Il territorio dello Yemen, la sua radicata Resistenza e l'amara eredità dei precedenti tentativi sauditi-emiratini hanno reso tale impresa insostenibile.
L'analista politico Abdulaziz Abu Talib dichiara che Riyadh e Abu Dhabi hanno interiorizzato il costo di un'ulteriore intensificazione. Pur continuando a finanziare milizie per procura, entrambe si stanno tenendo alla larga da un aperto coinvolgimento militare. La capacità dello Yemen di resistere a questa aggressione trilaterale, e di colpire gli interessi statunitensi e israeliani, ha ulteriormente eroso la fiducia nell'ombrello protettivo di Washington.
BOMBE, MILIARDI ED ERRORI
Tra marzo 2024 e aprile 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato oltre 1000 attacchi aerei sullo Yemen. Eppure, anziché indebolire il loro avversario, la Campagna lo ha rafforzato. Per rappresaglia, gli attacchi in Yemen si sono intensificati costantemente: dagli attacchi contro navi israeliane nel novembre 2023, a quelli contro navi statunitensi e britanniche a gennaio, all'Oceano Indiano a marzo e al Mediterraneo a maggio.
A luglio, Ansarallah ha colpito Tel Aviv con missili ipersonici. Seguì un attacco diretto all'aeroporto Ben Gurion, ridisegnando l'equilibrio militare della Regione.
I costi si sono accumulati. Solo nelle prime tre settimane, gli Stati Uniti hanno bruciato 1 miliardo di dollari (891 milioni di euro). Armi come i missili Tomahawk e JASSM, costati milioni ciascuno, sono state impiegate contro droni del valore di poche migliaia di dollari. I successi dello Yemen si sono moltiplicati: 17 droni MQ-9 Reaper abbattuti, due caccia F-18 da 60 milioni di dollari (53,5 milioni di euro) persi in poco più di una settimana e un dichiarato blocco aereo di Israele.
Wutayri sottolinea che lo Yemen ha sviluppato il suo arsenale internamente, senza assistenza tecnica straniera. Tra questi, i missili ipersonici che hanno aggirato le difese aeree israeliane e statunitensi e i droni in grado di colpire sia navi militari che commerciali. Anche se Washington ha intensificato i bombardamenti, il ritmo e la gittata operativa dello Yemen non hanno fatto altro che crescere.
EROSIONE DALL'INTERNO
A Washington, le crepe si stavano palesando. Il Pentagono ha silenziosamente ampliato l'autonomia dei comandanti militari per colpire obiettivi senza l'autorizzazione della Casa Bianca, nel tentativo di proteggere l'amministrazione dalle ricadute politiche. Ma i costi, sia finanziari che reputazionali, erano impossibili da ignorare.
I media statunitensi hanno iniziato a mettere in discussione lo scopo e la direzione della Campagna. La pazienza dell'opinione pubblica è venuta meno. Si è sentito chiedere ai Paesi che beneficiano del commercio del Mar Rosso, in particolare le monarchie del Golfo Persico, di farsi carico dell'onere della sicurezza marittima.
Wutayri afferma che gli Stati Uniti hanno subito ulteriori umiliazioni: un cacciatorpediniere e tre navi da rifornimento sono stati affondati, e sia la portaerei USS Abraham Lincoln che la Harry S. Truman sono state prese di mira. Nonostante la spesa di altri 500 milioni di dollari (445,5 milioni di euro) in intercettori, i risultati sono stati trascurabili. L'immagine degli aerei da guerra statunitensi che si schiantavano in mare e delle truppe esauste, circa 7.000 schierate, incapaci di infrangere la determinazione dello Yemen, ha intaccato il prestigio americano.
08.05.202509:05
Ma caro Elio Germano,
il cinema italiano è in crisi perché fa schifo! Perché il meglio che gli riesce è fare il furbo col pubblico, come te quando dici che preferisci ascoltare Mattarella e non il Ministro della cultura e lo dici perché sai che con Mattarella non puoi prendertela e con gli inutili Ministri della Repubblica sì, cosicché tutto rientra nel perbenismo della resistenza sinistrorsa all'incultura di destra. E questo fa tanto artista figo!
O come quando, prima di dire che i Palestinesi hanno la stessa dignità degli Israeliani, chiami in causa eee donne, iii neri, iii Taliani! Tutte boiate boldriniane che anche il Davide di Donatello si metterebbe sotto i piedi. Eppure, caro Germano, il popolo che in Palestina soffre il genocidio sionista ha una dignità vera e piena, che non ha nulla a che vedere co eee quote rosa, co aaa tutela dii migranti, co i rispetto peee diversità, perché è la dignità santa di chi soffre da innocente e con il proprio sangue, il proprio pianto, il proprio freddo è lì per redimere il mondo.
A te Elio e a tutti gli attori che fanno un cinema meravigliosamente fotografato, discretamente recitato, ma furbo, così furbo da fare schifo, suggerirei di ritirare i premi di Mattarella e sta' un po' più zittini.
Perché ormai si sente che non c'è più muscolo a reggere lo scheletro della retorica di Stato che, a ogni onorificenza, penosamente, voi tentate si rimettere a sistema!
Tommaso Minniti
il cinema italiano è in crisi perché fa schifo! Perché il meglio che gli riesce è fare il furbo col pubblico, come te quando dici che preferisci ascoltare Mattarella e non il Ministro della cultura e lo dici perché sai che con Mattarella non puoi prendertela e con gli inutili Ministri della Repubblica sì, cosicché tutto rientra nel perbenismo della resistenza sinistrorsa all'incultura di destra. E questo fa tanto artista figo!
O come quando, prima di dire che i Palestinesi hanno la stessa dignità degli Israeliani, chiami in causa eee donne, iii neri, iii Taliani! Tutte boiate boldriniane che anche il Davide di Donatello si metterebbe sotto i piedi. Eppure, caro Germano, il popolo che in Palestina soffre il genocidio sionista ha una dignità vera e piena, che non ha nulla a che vedere co eee quote rosa, co aaa tutela dii migranti, co i rispetto peee diversità, perché è la dignità santa di chi soffre da innocente e con il proprio sangue, il proprio pianto, il proprio freddo è lì per redimere il mondo.
A te Elio e a tutti gli attori che fanno un cinema meravigliosamente fotografato, discretamente recitato, ma furbo, così furbo da fare schifo, suggerirei di ritirare i premi di Mattarella e sta' un po' più zittini.
Perché ormai si sente che non c'è più muscolo a reggere lo scheletro della retorica di Stato che, a ogni onorificenza, penosamente, voi tentate si rimettere a sistema!
Tommaso Minniti


10.05.202506:40
Foto scattata in un bar di Atene, Grecia.
Red.
Red.
09.05.202517:00
Le perdite dell'Armata Rossa nella Grande Guerra Patriottica superarono i 29 milioni, mentre quelle della Wehrmacht furono di oltre 10 milioni. Molti di più i morti civili. C'era un invaso e un invasore e l'invaso non aveva alcuna giustificazione, non rispondeva alla sistematica persecuzione della popolazione germanofona.
Eppure, nonostante sia chiaro a tutti che l'Armata Rossa abbia sconfitto da sola il Terzo Reich sul fronte orientale, domani sulla Piazza Rossa ci saranno soltanto il leader slovacco Robert Fico, il Presidente serbo Aleksandar Vucic e il leader serbo bosniaco Milorad Dodik.
Una vergogna. L'ennesimo episodio di russofobia. L'ennesimo esempio di propaganda.
I cittadini della Federazione Russa non si meritavano una simile offesa. Per tutti loro, il sacrificio dei loro antenati è – ancora oggi, a 80 anni di distanza - sacro. Nemmeno Adolf Hitler è riuscito nel suo intento di schiavizzare e deportare il popolo russo e nessuno slavo – eccetto i discendenti dei nazisti, i negazionisti e i traditori – dimentica di essere stato giudicato inferiore perché non ariano.
Ma si sa, noi qui abbiamo la memoria corta e guardiamo molti film americani.
di Alfredo Tocchi. 8 maggio 2025
Eppure, nonostante sia chiaro a tutti che l'Armata Rossa abbia sconfitto da sola il Terzo Reich sul fronte orientale, domani sulla Piazza Rossa ci saranno soltanto il leader slovacco Robert Fico, il Presidente serbo Aleksandar Vucic e il leader serbo bosniaco Milorad Dodik.
Una vergogna. L'ennesimo episodio di russofobia. L'ennesimo esempio di propaganda.
I cittadini della Federazione Russa non si meritavano una simile offesa. Per tutti loro, il sacrificio dei loro antenati è – ancora oggi, a 80 anni di distanza - sacro. Nemmeno Adolf Hitler è riuscito nel suo intento di schiavizzare e deportare il popolo russo e nessuno slavo – eccetto i discendenti dei nazisti, i negazionisti e i traditori – dimentica di essere stato giudicato inferiore perché non ariano.
Ma si sa, noi qui abbiamo la memoria corta e guardiamo molti film americani.
di Alfredo Tocchi. 8 maggio 2025


09.05.202514:51
Panico tra i coloni sionisti, mentre fuggono dalle spiagge di Tel Aviv a causa dell'allerta missilistica yemenita
Middle East Spectator
Middle East Spectator
से पुनः पोस्ट किया:
Palestina e Russia secondo la "convenzione" di Ginevra.



09.05.202503:26
Preghiera armata per la Pace
(Elenco semi-liturgico delle virtù belliche europee) 🌟
✅Germania
Fornisce carri armati, sistemi di difesa, supporto tecnico. Per la pace, naturalmente.
✅Francia
Vende droni, armi leggere e pesanti. Con amour.
✅Italia
Parla di tregua, intanto approva export bellico. “Non possiamo fare eccezioni”, dicono. Certo.
✅Paesi Bassi
Licenze attive per tecnologia militare. Ma con “profonda preoccupazione”.
✅Regno Unito
Fuori dall’UE, ma dentro fino al collo nelle forniture. In nome dei valori.
✅Spagna
Dichiara “stop armi ad Israele”. Ma dimentica gli accordi già firmati. Commovente.
✅Repubblica Ceca, Ungheria, Austria
Fedeli fino all’ultimo proiettile. Silenziosi, ma efficaci.
✅Belgio
Fornisce componenti, ma con l’anima inquieta. Davvero.
L’Unione Europea piange per Gaza con occhi lucidi e firma contratti di armamenti con mano ferma.
Ogni bomba che cade ha un timbro occidentale ed un'etichetta: “esportata con responsabilità”.
La retorica umanitaria è solo fumo anestetico sopra il tanfo del cinismo istituzionale.
Chi bombarda ha le nostre viti, le nostre munizioni, i nostri silenzi.
Il genocidio? Non più un tabù, ma un’opzione geopolitica trattata con freddezza contabile.
Parlano di diritto internazionale, ma solo quando non disturba gli interessi.
Gaza brucia, e l’Europa si commuove. Ma solo davanti alle telecamere.
➡️Seguici su https://t.me/palestina_convenzione_ginevra
(Elenco semi-liturgico delle virtù belliche europee) 🌟
✅Germania
Fornisce carri armati, sistemi di difesa, supporto tecnico. Per la pace, naturalmente.
✅Francia
Vende droni, armi leggere e pesanti. Con amour.
✅Italia
Parla di tregua, intanto approva export bellico. “Non possiamo fare eccezioni”, dicono. Certo.
✅Paesi Bassi
Licenze attive per tecnologia militare. Ma con “profonda preoccupazione”.
✅Regno Unito
Fuori dall’UE, ma dentro fino al collo nelle forniture. In nome dei valori.
✅Spagna
Dichiara “stop armi ad Israele”. Ma dimentica gli accordi già firmati. Commovente.
✅Repubblica Ceca, Ungheria, Austria
Fedeli fino all’ultimo proiettile. Silenziosi, ma efficaci.
✅Belgio
Fornisce componenti, ma con l’anima inquieta. Davvero.
L’Unione Europea piange per Gaza con occhi lucidi e firma contratti di armamenti con mano ferma.
Ogni bomba che cade ha un timbro occidentale ed un'etichetta: “esportata con responsabilità”.
La retorica umanitaria è solo fumo anestetico sopra il tanfo del cinismo istituzionale.
Chi bombarda ha le nostre viti, le nostre munizioni, i nostri silenzi.
Il genocidio? Non più un tabù, ma un’opzione geopolitica trattata con freddezza contabile.
Parlano di diritto internazionale, ma solo quando non disturba gli interessi.
Gaza brucia, e l’Europa si commuove. Ma solo davanti alle telecamere.
Ginevra
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08.05.202519:57
IL CESSATE IL FUOCO STATUNITENSE IN YEMEN: UNA RITIRATA MASCHERATA DA MODERAZIONE
Gli Stati Uniti concludono la loro Campagna nel Mar Rosso non con una vittoria, ma per necessità, sotto la pressione incessante di una sottovalutata Resistenza yemenita.
Di Mawadda Iskandar - 8 maggio 2025
In una radicale ricalibrazione della loro Campagna Militare nel Mar Rosso, durata un anno, gli Stati Uniti hanno concordato un cessate il fuoco con le forze armate yemenite allineate ad Ansarallah, con la mediazione dell'Oman. Dopo mesi di attacchi crescenti con il pretesto di "proteggere il traffico marittimo internazionale", Washington si ritrova ora a dover chiudere un conflitto che ha scatenato, ma che non è riuscita a controllare.
Mentre i leader yemeniti sottolineano che le operazioni a sostegno di Gaza continueranno, la svolta statunitense segnala più di una semplice de-intensificazione: è una tacita ammissione che la loro Campagna è crollata sotto pressione, incapace di raggiungere nemmeno i suoi obiettivi strategici più basilari.
Con oltre mille attacchi aerei lanciati da marzo 2024, l'incapacità di Washington di contenere la minaccia yemenita nel Mar Rosso, nello Stretto di Bab al-Mandab e nel Golfo di Aden rappresenta una dura accusa alla sua pianificazione militare. La guerra si è trasformata in un costoso esercizio di logoramento ad alto rischio, da cui uno Yemen è emerso più forte, non più debole.
UNA CAMPAGNA IMPERFETTA FIN DALL'INIZIO
Fin dal suo inizio, la Campagna guidata dagli Stati Uniti "Guardiano della Prosperità" mancava di chiarezza. La missione di "proteggere le rotte di navigazione" si è rapidamente trasformata in uno scontro aperto, privo di una tabella di marcia politica. I funzionari americani hanno valutato male sia il campo di battaglia che la Resilienza dello Yemen.
Nonostante la potenza della sua forza aerea, Washington non è riuscita a intaccare la capacità o la volontà di combattere di Sanaa. Al contrario, i bombardamenti hanno accelerato l'innovazione militare dello Yemen, costringendo Washington a una partita di deterrenza che non poteva vincere.
Lo stile di guerra non convenzionale dello Yemen, radicato nella sua topografia e cultura, poneva sfide immense. I leader operavano in un territorio montuoso fortificato da sistemi di tunnel, ben al di fuori della portata della sorveglianza satellitare.
Gli Stati Uniti avevano una scarsa penetrazione di spionaggio nella gerarchia militare yemenita e non disponevano di una banca dati di obiettivi funzionante. La dirigenza di Sana'a, esperta in anni di precedenti guerre contro la coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti e i suoi alleati, era in vantaggio.
Parlando con il Colonnello Rashad al-Wutayri, egli elenca cinque ragioni chiave del fallimento della Campagna. La prima, l'uso da parte dello Yemen di armi a basso costo e ad alto impatto, missili balistici e droni, ha travolto persino i gruppi d'attacco delle portaerei statunitensi. Secondo, la Campagna non è riuscita a proteggere le navi mercantili israeliane o alleate. terzo, Ansarallah ha smascherato le reti di spionaggio israelo-americane e si è aggrappato alle sue richieste: ovvero, la fine della guerra a Gaza. Quarto, a parte il Bahrein, gli alleati arabi di Washington hanno rifiutato di unirsi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti. E quinto, il costo finanziario è aumentato vertiginosamente, con gli Stati Uniti che hanno speso milioni in intercettori per contrastare droni costruiti per poche migliaia di unità.
NESSUNA COALIZIONE, NESSUNA AZIONE DI TERRA
L'impegno diplomatico di Washington per costruire una coalizione regionale anti-Yemen è fallito. Gli stati del Golfo Persico, ancora feriti dai propri fallimenti in Yemen, hanno saggiamente mantenuto le distanze. L'Arabia Saudita si è rifiutata di essere risucchiata in una guerra da cui cerca di uscire dal 2022. Gli Emirati Arabi Uniti, nel frattempo, hanno limitato il loro supporto alla logistica. L'Egitto è rimasto in silenzio, non disposto a essere risucchiato in un'altra spirale bellica regionale.
Gli Stati Uniti concludono la loro Campagna nel Mar Rosso non con una vittoria, ma per necessità, sotto la pressione incessante di una sottovalutata Resistenza yemenita.
Di Mawadda Iskandar - 8 maggio 2025
In una radicale ricalibrazione della loro Campagna Militare nel Mar Rosso, durata un anno, gli Stati Uniti hanno concordato un cessate il fuoco con le forze armate yemenite allineate ad Ansarallah, con la mediazione dell'Oman. Dopo mesi di attacchi crescenti con il pretesto di "proteggere il traffico marittimo internazionale", Washington si ritrova ora a dover chiudere un conflitto che ha scatenato, ma che non è riuscita a controllare.
Mentre i leader yemeniti sottolineano che le operazioni a sostegno di Gaza continueranno, la svolta statunitense segnala più di una semplice de-intensificazione: è una tacita ammissione che la loro Campagna è crollata sotto pressione, incapace di raggiungere nemmeno i suoi obiettivi strategici più basilari.
Con oltre mille attacchi aerei lanciati da marzo 2024, l'incapacità di Washington di contenere la minaccia yemenita nel Mar Rosso, nello Stretto di Bab al-Mandab e nel Golfo di Aden rappresenta una dura accusa alla sua pianificazione militare. La guerra si è trasformata in un costoso esercizio di logoramento ad alto rischio, da cui uno Yemen è emerso più forte, non più debole.
UNA CAMPAGNA IMPERFETTA FIN DALL'INIZIO
Fin dal suo inizio, la Campagna guidata dagli Stati Uniti "Guardiano della Prosperità" mancava di chiarezza. La missione di "proteggere le rotte di navigazione" si è rapidamente trasformata in uno scontro aperto, privo di una tabella di marcia politica. I funzionari americani hanno valutato male sia il campo di battaglia che la Resilienza dello Yemen.
Nonostante la potenza della sua forza aerea, Washington non è riuscita a intaccare la capacità o la volontà di combattere di Sanaa. Al contrario, i bombardamenti hanno accelerato l'innovazione militare dello Yemen, costringendo Washington a una partita di deterrenza che non poteva vincere.
Lo stile di guerra non convenzionale dello Yemen, radicato nella sua topografia e cultura, poneva sfide immense. I leader operavano in un territorio montuoso fortificato da sistemi di tunnel, ben al di fuori della portata della sorveglianza satellitare.
Gli Stati Uniti avevano una scarsa penetrazione di spionaggio nella gerarchia militare yemenita e non disponevano di una banca dati di obiettivi funzionante. La dirigenza di Sana'a, esperta in anni di precedenti guerre contro la coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti e i suoi alleati, era in vantaggio.
Parlando con il Colonnello Rashad al-Wutayri, egli elenca cinque ragioni chiave del fallimento della Campagna. La prima, l'uso da parte dello Yemen di armi a basso costo e ad alto impatto, missili balistici e droni, ha travolto persino i gruppi d'attacco delle portaerei statunitensi. Secondo, la Campagna non è riuscita a proteggere le navi mercantili israeliane o alleate. terzo, Ansarallah ha smascherato le reti di spionaggio israelo-americane e si è aggrappato alle sue richieste: ovvero, la fine della guerra a Gaza. Quarto, a parte il Bahrein, gli alleati arabi di Washington hanno rifiutato di unirsi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti. E quinto, il costo finanziario è aumentato vertiginosamente, con gli Stati Uniti che hanno speso milioni in intercettori per contrastare droni costruiti per poche migliaia di unità.
NESSUNA COALIZIONE, NESSUNA AZIONE DI TERRA
L'impegno diplomatico di Washington per costruire una coalizione regionale anti-Yemen è fallito. Gli stati del Golfo Persico, ancora feriti dai propri fallimenti in Yemen, hanno saggiamente mantenuto le distanze. L'Arabia Saudita si è rifiutata di essere risucchiata in una guerra da cui cerca di uscire dal 2022. Gli Emirati Arabi Uniti, nel frattempo, hanno limitato il loro supporto alla logistica. L'Egitto è rimasto in silenzio, non disposto a essere risucchiato in un'altra spirale bellica regionale.


08.05.202508:06
Non è giusto parlare degli anni passati e benedirli e maledire la nostra stessa epoca. Dobbiamo sapere che in ogni epoca e in ogni luogo, le persone che cercano realmente la loro salvezza, la trovano.
San Luca, Vescovo di Simferopol e Crimea, il Beato Chirurgo
#ibassifondidellanima
San Luca, Vescovo di Simferopol e Crimea, il Beato Chirurgo
#ibassifondidellanima
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