
Weltanschauung Italia
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12.05.202506:44
PARASSITI
Ci chiedevamo che fine avessero fatto quelli che appena fu eletto Bergoglio si affrettarono a pubblicare libri, video e conferenze sulla profezia di Fatima, di Malachia, proclamando "L'ultimo Papa". O chi in queste settimane ha fatto il totopapa millantando informazioni certe sulle nuove elezioni.
Un po' come quelli di Trump salvatore che stava arrestando i pedofili in pandemia, di Putin a cavallo che stava combattendo il satanismo nel mondo. Che dire di quelli che aumentavano i propri iscritti con promesse di analisi dei sieri covid su cui chiedevano offerte? E quelli che puntualmente svelano segreti sulla massoneria e i poteri forti? Cosa affermare poi di coloro che non azzeccano una analisi geopolitica neanche per sbaglio ma mantengono la stessa credibilità?
E quelli che vendevano libri e corsi anni fa sui Maya e la fine del mondo? Dopo la fatidica data, han proseguito a sparare idiozie come nulla fosse.
L'elenco di lestofanti sarebbe davvero lungo, il fatto è che nonostante gli errori e la ciarlataneria reiterata non gli viene fatta una pernacchia, continuano a camparci sopra con seguito.
Masse tonte e complottismo parassita.
WI
Ci chiedevamo che fine avessero fatto quelli che appena fu eletto Bergoglio si affrettarono a pubblicare libri, video e conferenze sulla profezia di Fatima, di Malachia, proclamando "L'ultimo Papa". O chi in queste settimane ha fatto il totopapa millantando informazioni certe sulle nuove elezioni.
Un po' come quelli di Trump salvatore che stava arrestando i pedofili in pandemia, di Putin a cavallo che stava combattendo il satanismo nel mondo. Che dire di quelli che aumentavano i propri iscritti con promesse di analisi dei sieri covid su cui chiedevano offerte? E quelli che puntualmente svelano segreti sulla massoneria e i poteri forti? Cosa affermare poi di coloro che non azzeccano una analisi geopolitica neanche per sbaglio ma mantengono la stessa credibilità?
E quelli che vendevano libri e corsi anni fa sui Maya e la fine del mondo? Dopo la fatidica data, han proseguito a sparare idiozie come nulla fosse.
L'elenco di lestofanti sarebbe davvero lungo, il fatto è che nonostante gli errori e la ciarlataneria reiterata non gli viene fatta una pernacchia, continuano a camparci sopra con seguito.
Masse tonte e complottismo parassita.
WI
11.05.202506:29
11 MAGGIO
Visto che oggi abbiamo scritto su Bennato, cogliamo l'occasione per fare gli auguri a tutte le mamme con questo divertente classico anacronistico e patriarcale.
Buona festa della mamma e buona domenica.
WI
https://youtu.be/AR7EYOM8NBI?si=U6TmErOssYAD6IDx
Visto che oggi abbiamo scritto su Bennato, cogliamo l'occasione per fare gli auguri a tutte le mamme con questo divertente classico anacronistico e patriarcale.
Buona festa della mamma e buona domenica.
WI
https://youtu.be/AR7EYOM8NBI?si=U6TmErOssYAD6IDx
11.05.202505:09
BENNATO
Edoardo Bennato a 78 annni continua a infiammare i palchi di tutta Italia.
La sua è una 'energia che sfida il tempo, chi ha avuto la fortuna di assistere a un suo concerto recente può testimoniarlo. Chitarra, armonica e kazoo - i suoi fedeli compagni di viaggio - continuano a dare voce a quella voglia di libertà e di denuncia sociale che ha sempre caratterizzato la sua musica.
Bennato non è mai stato un allineato, anche la recente "maskerate" è stata una palese denuncia del periodo pandemico.
D'altronde correva l'anno 1977 quando Bennato, con lucidità denunciava in "dotti medici e sapienti" i rischi dello scientismo, quella tendenza a trasformare la scienza in un dogma intoccabile, in una nuova religione.
Quasi cinquant'anni prima dei dibattiti contemporanei sul monopolio dell' "autorità scientifica".
"Non fidatevi del grande fratello!" cantava, anticipando temi che sarebbero diventati centrali decenni dopo.
La carriera del cantautore napoletano è stata segnata da scelte coraggiose, controcorrente, rifiutando sempre le etichette.
La sua poetica, intrisa di riferimenti letterari (da Collodi a Barrie), di ironia pungente e di denuncia sociale, rappresenta un unicum nel panorama musicale italiano.
Edoardo Bennato ha insegnato che la musica può essere divertente e profonda allo stesso tempo. Che la ribellione non è una fase adolescenziale, ma una postura esistenziale. Che l'arte ha il dovere di disturbare il potere, qualunque esso sia. Ma soprattutto che si può invecchiare senza diventare vecchi, che si può conservare, anche a ottant'anni, quello sguardo curioso e critico sul mondo che è la vera fontana dell'eterna giovinezza.
Onore a lui.
WI
Edoardo Bennato a 78 annni continua a infiammare i palchi di tutta Italia.
La sua è una 'energia che sfida il tempo, chi ha avuto la fortuna di assistere a un suo concerto recente può testimoniarlo. Chitarra, armonica e kazoo - i suoi fedeli compagni di viaggio - continuano a dare voce a quella voglia di libertà e di denuncia sociale che ha sempre caratterizzato la sua musica.
Bennato non è mai stato un allineato, anche la recente "maskerate" è stata una palese denuncia del periodo pandemico.
D'altronde correva l'anno 1977 quando Bennato, con lucidità denunciava in "dotti medici e sapienti" i rischi dello scientismo, quella tendenza a trasformare la scienza in un dogma intoccabile, in una nuova religione.
Quasi cinquant'anni prima dei dibattiti contemporanei sul monopolio dell' "autorità scientifica".
"Non fidatevi del grande fratello!" cantava, anticipando temi che sarebbero diventati centrali decenni dopo.
La carriera del cantautore napoletano è stata segnata da scelte coraggiose, controcorrente, rifiutando sempre le etichette.
La sua poetica, intrisa di riferimenti letterari (da Collodi a Barrie), di ironia pungente e di denuncia sociale, rappresenta un unicum nel panorama musicale italiano.
Edoardo Bennato ha insegnato che la musica può essere divertente e profonda allo stesso tempo. Che la ribellione non è una fase adolescenziale, ma una postura esistenziale. Che l'arte ha il dovere di disturbare il potere, qualunque esso sia. Ma soprattutto che si può invecchiare senza diventare vecchi, che si può conservare, anche a ottant'anni, quello sguardo curioso e critico sul mondo che è la vera fontana dell'eterna giovinezza.
Onore a lui.
WI
10.05.202514:59
Altro articolo sulla questione "antisemitismo" da leggere attentamente:
https://www.eurasia-rivista.com/lequivoco-del-semitismo-e-dellantisemitismo/
https://www.eurasia-rivista.com/lequivoco-del-semitismo-e-dellantisemitismo/
10.05.202506:22
SOCIAL?
Ieri un' amica si chiedeva se davvero esiste un uso sano dei social network.
Il punto è che oggi molti guadagnano sui social, per alcuni è un primo lavoro ma la trasformazione di una passione in lavoro è un'arma a doppio taglio. Da un lato, realizza il sogno di vivere facendo ciò che si ama; dall'altro, introduce inevitabilmente delle dinamiche di mercato che compromettono la purezza espressiva iniziale.
Quando l'attività rimane parallela a un lavoro principale, si ha una libertà pressoché totale. Non dovendo dipendere economicamente dalla produzione creativa, ci si può permettere di sperimentare, rischiare, seguire la propria visione senza compromessi. Questa indipendenza economica diventa paradossalmente una forma di libertà espressiva.
La situazione cambia radicalmente quando il tutto diventa l'unica fonte di sostentamento. Ci si trova di fronte a un conflitto tra autenticità espressiva e necessità di mercato. Le considerazioni sulle reazioni dei "followers" iniziano a influenzare le scelte: quali temi trattare, quale stile adottare, come presentare il proprio lavoro. Si comincia a modificare la propria visione per incontrare i gusti del pubblico, trasformando gradualmente la propria iniziativa in un prodotto commerciale.
Tuttavia, questa dicotomia non è necessariamente assoluta. Sì può trovare un equilibrio, cercando di mantenere l'integrità. In generale però trovare punti di intersezione tra la propria visione e le aspettative delle persone, senza tradire se stessi, è molto complicato.
Vi è poi un malsano meccanismo che subentra, ovvero quello di essere ammirati, di condividere agli altri questioni personali, il culto dell'ego pompato dalle reazioni e dai "followers".
In questo senso il social è una trappola perché "gonfia" e porta a piegarsi alle leggi del mercato e questo vale per tutti, sia per chi pubblica reels demenziali, chi aforismi mostrando il sedere ma anche chi fa cultura, informazione o controinformazione.
Come fare dunque? A nostro umile parere, innanzitutto un utilizzo sano che se ne può fare è quello di usarli per trovare persone affini con cui poi uscire dai social e costruire rapporti fuori.
Dopodiché prendere consapevolezza dei meccanismi dell'ego e del successo personale e domarli. Per il resto cercare di rimanere onesti negli intenti e nei contenuti proposti, indipendentemente da eventuali guadagni.
Se si è in grado di far questo allora l' utilizzo dei social può avere aspetti positivi, altrimenti è ego, dipendenza ed inquinamento quotidiano dell'anima.
A noi la scelta.
WI
Ieri un' amica si chiedeva se davvero esiste un uso sano dei social network.
Il punto è che oggi molti guadagnano sui social, per alcuni è un primo lavoro ma la trasformazione di una passione in lavoro è un'arma a doppio taglio. Da un lato, realizza il sogno di vivere facendo ciò che si ama; dall'altro, introduce inevitabilmente delle dinamiche di mercato che compromettono la purezza espressiva iniziale.
Quando l'attività rimane parallela a un lavoro principale, si ha una libertà pressoché totale. Non dovendo dipendere economicamente dalla produzione creativa, ci si può permettere di sperimentare, rischiare, seguire la propria visione senza compromessi. Questa indipendenza economica diventa paradossalmente una forma di libertà espressiva.
La situazione cambia radicalmente quando il tutto diventa l'unica fonte di sostentamento. Ci si trova di fronte a un conflitto tra autenticità espressiva e necessità di mercato. Le considerazioni sulle reazioni dei "followers" iniziano a influenzare le scelte: quali temi trattare, quale stile adottare, come presentare il proprio lavoro. Si comincia a modificare la propria visione per incontrare i gusti del pubblico, trasformando gradualmente la propria iniziativa in un prodotto commerciale.
Tuttavia, questa dicotomia non è necessariamente assoluta. Sì può trovare un equilibrio, cercando di mantenere l'integrità. In generale però trovare punti di intersezione tra la propria visione e le aspettative delle persone, senza tradire se stessi, è molto complicato.
Vi è poi un malsano meccanismo che subentra, ovvero quello di essere ammirati, di condividere agli altri questioni personali, il culto dell'ego pompato dalle reazioni e dai "followers".
In questo senso il social è una trappola perché "gonfia" e porta a piegarsi alle leggi del mercato e questo vale per tutti, sia per chi pubblica reels demenziali, chi aforismi mostrando il sedere ma anche chi fa cultura, informazione o controinformazione.
Come fare dunque? A nostro umile parere, innanzitutto un utilizzo sano che se ne può fare è quello di usarli per trovare persone affini con cui poi uscire dai social e costruire rapporti fuori.
Dopodiché prendere consapevolezza dei meccanismi dell'ego e del successo personale e domarli. Per il resto cercare di rimanere onesti negli intenti e nei contenuti proposti, indipendentemente da eventuali guadagni.
Se si è in grado di far questo allora l' utilizzo dei social può avere aspetti positivi, altrimenti è ego, dipendenza ed inquinamento quotidiano dell'anima.
A noi la scelta.
WI
09.05.202510:55
Cosa trasforma una vittima che ha subito una perdita in una figura mediatica da osservare con ammirazione? In un saggio che può salire in cattedra?
Perché repentinamente diventano individui meritevoli di assumere posizioni d'insegnamento?
Aver patito una mancanza non trasforma automaticamente una persona in una autorità comunicativa. Anzi, frequentemente chi subisce lutti non è razionale, si esprime per una giustificata indignazione o tormento. Mentre certi argomenti necessiterebbero d'essere formulati con razionalità, ponderazione e chiarezza mentale, non sull'impeto dei sentimenti.
Niente da fare, ci ritroviamo con i "corsi" della fondazione Cecchettin nelle scuole.
Solite italianate.
WI
Perché repentinamente diventano individui meritevoli di assumere posizioni d'insegnamento?
Aver patito una mancanza non trasforma automaticamente una persona in una autorità comunicativa. Anzi, frequentemente chi subisce lutti non è razionale, si esprime per una giustificata indignazione o tormento. Mentre certi argomenti necessiterebbero d'essere formulati con razionalità, ponderazione e chiarezza mentale, non sull'impeto dei sentimenti.
Niente da fare, ci ritroviamo con i "corsi" della fondazione Cecchettin nelle scuole.
Solite italianate.
WI


09.05.202504:49
TEOLOGIA POPOLARE?
I commenti del tipo "Tutti possono avere un'opinione, non solo gli esperti" non c'entrano nulla con il senso del discorso precedente.
Si confonde il diritto di esprimersi con la profondità dell'interesse. Nessuno ha detto che non ci si possa esprimere, si sottolineava semplicemente la natura effimera di questa improvvisa "teologia popolare" che svanisce non appena i riflettori mediatici si spostano altrove.
Qualcuno faceva notare che questo interesse è dovuto anche al fatto che in fondo c'è una grande fame e ricerca di senso. Questo è un punto che andrebbe approfondito ma, nello specifico, la curiosità temporanea e superficiale per temi profondi come la religione è guidata dall'attenzione mediatica del momento.
In una società realmente secolarizzata, l'improvviso fiorire di "opinioni teologiche" durante l'elezione di un Papa non è certo un genuino interesse spirituale quanto un riflesso condizionato dal ciclo dell'attenzione mediatica. Le persone non si appassionano alla teologia o alle questioni religiose per una riscoperta della fede, ma perché è l'argomento del giorno, l' "hashtag" del momento, il tema su cui tutti devono avere qualcosa da dire.
L'interesse collettivo oggi non è determinato da convinzioni profonde o tradizioni radicate, ma dall'agenda mediatica. La cultura dell'opinione istantanea, dove tutti si sentono in dovere di commentare qualsiasi argomento venga portato alla ribalta.
L'elezione papale diventa così un evento mediatico come tanti altri, consumato rapidamente e dimenticato altrettanto velocemente, senza che lasci tracce significative nella vita spirituale o nelle convinzioni delle persone. La religione, in questo contesto, non viene riscoperta nella sua essenza, ma semplicemente utilizzata come materiale temporaneo per conversazioni passeggere.
WI
I commenti del tipo "Tutti possono avere un'opinione, non solo gli esperti" non c'entrano nulla con il senso del discorso precedente.
Si confonde il diritto di esprimersi con la profondità dell'interesse. Nessuno ha detto che non ci si possa esprimere, si sottolineava semplicemente la natura effimera di questa improvvisa "teologia popolare" che svanisce non appena i riflettori mediatici si spostano altrove.
Qualcuno faceva notare che questo interesse è dovuto anche al fatto che in fondo c'è una grande fame e ricerca di senso. Questo è un punto che andrebbe approfondito ma, nello specifico, la curiosità temporanea e superficiale per temi profondi come la religione è guidata dall'attenzione mediatica del momento.
In una società realmente secolarizzata, l'improvviso fiorire di "opinioni teologiche" durante l'elezione di un Papa non è certo un genuino interesse spirituale quanto un riflesso condizionato dal ciclo dell'attenzione mediatica. Le persone non si appassionano alla teologia o alle questioni religiose per una riscoperta della fede, ma perché è l'argomento del giorno, l' "hashtag" del momento, il tema su cui tutti devono avere qualcosa da dire.
L'interesse collettivo oggi non è determinato da convinzioni profonde o tradizioni radicate, ma dall'agenda mediatica. La cultura dell'opinione istantanea, dove tutti si sentono in dovere di commentare qualsiasi argomento venga portato alla ribalta.
L'elezione papale diventa così un evento mediatico come tanti altri, consumato rapidamente e dimenticato altrettanto velocemente, senza che lasci tracce significative nella vita spirituale o nelle convinzioni delle persone. La religione, in questo contesto, non viene riscoperta nella sua essenza, ma semplicemente utilizzata come materiale temporaneo per conversazioni passeggere.
WI
08.05.202519:47
FUMATE BIANCHE
Non appena la fumata bianca si alza dal comignolo della Cappella Sistina, il mondo intero si trasforma in una congregazione di esperti di questioni vaticane.
Sui social media, nei bar, in famiglia, improvvisamente tutti hanno un'opinione informata sulla Chiesa Cattolica. Dissertano con sicurezza sulle correnti teologiche, sulla dottrina sociale della Chiesa e sulle sfide che attendono il nuovo Pontefice.
Persone che non hanno mai partecipato ad una Messa, improvvisamente si pronunciano sulle encicliche papali. Atei convinti che normalmente considerano la religione come un retaggio del passato, si trasformano in analisti della geopolitica vaticana.
"Dovrebbe modernizzare la Chiesa", dicono alcuni. "È troppo conservatore", commentano altri. "È troppo progressista", ribattono altri ancora. Tutti sembrano sapere esattamente cosa dovrebbe fare il nuovo Papa, quali riforme intraprendere, quali posizioni assumere.
È come se l'elezione di un nuovo Papa attivasse un gene dormiente di teologia comparata nella gente. Un gene che però torna silente non appena l'attenzione mediatica si sposta altrove.
Cani di Pavlov.
WI
Non appena la fumata bianca si alza dal comignolo della Cappella Sistina, il mondo intero si trasforma in una congregazione di esperti di questioni vaticane.
Sui social media, nei bar, in famiglia, improvvisamente tutti hanno un'opinione informata sulla Chiesa Cattolica. Dissertano con sicurezza sulle correnti teologiche, sulla dottrina sociale della Chiesa e sulle sfide che attendono il nuovo Pontefice.
Persone che non hanno mai partecipato ad una Messa, improvvisamente si pronunciano sulle encicliche papali. Atei convinti che normalmente considerano la religione come un retaggio del passato, si trasformano in analisti della geopolitica vaticana.
"Dovrebbe modernizzare la Chiesa", dicono alcuni. "È troppo conservatore", commentano altri. "È troppo progressista", ribattono altri ancora. Tutti sembrano sapere esattamente cosa dovrebbe fare il nuovo Papa, quali riforme intraprendere, quali posizioni assumere.
È come se l'elezione di un nuovo Papa attivasse un gene dormiente di teologia comparata nella gente. Un gene che però torna silente non appena l'attenzione mediatica si sposta altrove.
Cani di Pavlov.
WI
08.05.202508:14
"INGLESIZZAZIONE"
L'invasione linguistica che sta soffocando la nostra lingua è, anno dopo anno, sempre più fuori controllo. Il fenomeno è particolarmente evidente nel mondo del lavoro, dove sembra impossibile sostenere una conversazione senza ricorrere a un gergo ibrido.
Perché dobbiamo "schedulare un meeting" quando possiamo semplicemente "programmare una riunione"? Perché il "team leader" non può essere un "caposquadra" e il "project manager" un "responsabile di progetto"?
Si usano termini per apparire più "business oriented" (orientati al business? Concentrati sugli affari?).
La lingua italiana è capace di esprimere concetti complessi con precisione e bellezza. Sacrificarla sull'altare di un'internazionalizzazione superficiale è una resa culturale.
Bisogna difendere la chiarezza della comunicazione e rispettare la dignità di una lingua che ha dato al mondo capolavori letterari e scientifici.
Quando sentiamo qualcuno parlare di "deadline" invece che di "scadenza", di "conference call" invece che di "teleconferenza", ricordiamogl che l'italiano non è una lingua di serie B. E che, anche nel lavoro, la competenza professionale si dimostra con la precisione delle idee, non con l'ostentazione di un "inglesizzazione" verbale modaiola.
WI
L'invasione linguistica che sta soffocando la nostra lingua è, anno dopo anno, sempre più fuori controllo. Il fenomeno è particolarmente evidente nel mondo del lavoro, dove sembra impossibile sostenere una conversazione senza ricorrere a un gergo ibrido.
Perché dobbiamo "schedulare un meeting" quando possiamo semplicemente "programmare una riunione"? Perché il "team leader" non può essere un "caposquadra" e il "project manager" un "responsabile di progetto"?
Si usano termini per apparire più "business oriented" (orientati al business? Concentrati sugli affari?).
La lingua italiana è capace di esprimere concetti complessi con precisione e bellezza. Sacrificarla sull'altare di un'internazionalizzazione superficiale è una resa culturale.
Bisogna difendere la chiarezza della comunicazione e rispettare la dignità di una lingua che ha dato al mondo capolavori letterari e scientifici.
Quando sentiamo qualcuno parlare di "deadline" invece che di "scadenza", di "conference call" invece che di "teleconferenza", ricordiamogl che l'italiano non è una lingua di serie B. E che, anche nel lavoro, la competenza professionale si dimostra con la precisione delle idee, non con l'ostentazione di un "inglesizzazione" verbale modaiola.
WI
07.05.202519:03
Fracta Veritas, la nostra ultima pubblicazione, è disponibile insieme alle precedenti opere nel catalogo della casa editrice Passaggio al Bosco.
Questo testo nasce dalla consapevolezza che il nostro tempo non si piega più alle grandi narrazioni unificanti o ai sistemi filosofici totalizzanti. La realtà quotidiana si rivela attraverso schegge di significato, improvvise intuizioni che rischiarano momentaneamente l'apparente caos, per poi cedere il passo ad altre prospettive – diverse ma ugualmente autentiche nella loro inevitabile incompletezza.
È proprio questa consapevolezza a ispirare l'architettura di Fracta Veritas: un'esplorazione che tenta di catturare frammenti della condizione umana contemporanea.
https://www.passaggioalbosco.it/autori/weltanschauung-italia/
https://www.libridelbardo.com/ricerca?controller=search&orderby=position&orderway=desc&searched_category=0&search_query=Weltanschauung&submit_search=
https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
Questo testo nasce dalla consapevolezza che il nostro tempo non si piega più alle grandi narrazioni unificanti o ai sistemi filosofici totalizzanti. La realtà quotidiana si rivela attraverso schegge di significato, improvvise intuizioni che rischiarano momentaneamente l'apparente caos, per poi cedere il passo ad altre prospettive – diverse ma ugualmente autentiche nella loro inevitabile incompletezza.
È proprio questa consapevolezza a ispirare l'architettura di Fracta Veritas: un'esplorazione che tenta di catturare frammenti della condizione umana contemporanea.
https://www.passaggioalbosco.it/autori/weltanschauung-italia/
https://www.libridelbardo.com/ricerca?controller=search&orderby=position&orderway=desc&searched_category=0&search_query=Weltanschauung&submit_search=
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07.05.202512:19
Lo sport ha un valore che trascende le sue contraddizioni sociali ed economiche, è un modo per mantenere vivo il "bambino interiore" che sa ancora gioire delle cose semplici, pur nella consapevolezza della complessità del mondo.
https://www.weltanschauung.info/2025/05/il-significato-dello-sport.html?m=1
https://www.weltanschauung.info/2025/05/il-significato-dello-sport.html?m=1
07.05.202507:07
Camus diceva che un campo di calcio è un microcosmo della vita stessa: imprevedibile, collettivo, a volte crudele, a volte sublime, ma sempre, sempre degno di essere vissuto fino all'ultimo istante.
Pasolini parlava del calcio come "l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo".
Carmelo Bene vedeva nel calcio un rituale collettivo, una forma di rappresentazione con elementi di tragedia greca e commedia. Non lo disdegnava come semplice sport popolare, ma lo analizzava come fenomeno culturale e sociale complesso.
Oggi il calcio è sporco, sommerso da interessi di vario genere e montagne di denaro, però ogni tanto quando ci sono partite di cartello come le semifinali di coppe internazionali o mondiali, ancora si riesce a percepire gli aspetti di cui parlavano questi grandi autori. Ieri sera ne è stato un esempio, al di là del tifo.
WI
Pasolini parlava del calcio come "l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo".
Carmelo Bene vedeva nel calcio un rituale collettivo, una forma di rappresentazione con elementi di tragedia greca e commedia. Non lo disdegnava come semplice sport popolare, ma lo analizzava come fenomeno culturale e sociale complesso.
Oggi il calcio è sporco, sommerso da interessi di vario genere e montagne di denaro, però ogni tanto quando ci sono partite di cartello come le semifinali di coppe internazionali o mondiali, ancora si riesce a percepire gli aspetti di cui parlavano questi grandi autori. Ieri sera ne è stato un esempio, al di là del tifo.
WI
06.05.202507:26
Ennesimo esempio della disinformazione dei finti destri neoliberali.
Mischiare questioni, strumentalizzare la seconda guerra mondiale per giustificare l'ingiustificabile.
Nel mentre a Gaza si preparano all'invasione e assieme agli amichetti americani bombardano lo Yemen e continuano il "lavoro" in Siria.
Va tutto bene, Trump a cavallo salverà il pianeta e porterà pace e bene, lo dice la controinformazione.
WI
Mischiare questioni, strumentalizzare la seconda guerra mondiale per giustificare l'ingiustificabile.
Nel mentre a Gaza si preparano all'invasione e assieme agli amichetti americani bombardano lo Yemen e continuano il "lavoro" in Siria.
Va tutto bene, Trump a cavallo salverà il pianeta e porterà pace e bene, lo dice la controinformazione.
WI


06.05.202504:40
Quando un'immagine onirica ci perseguita, quando un sogno ci lascia turbati al risveglio, quando figure misteriose popolano il nostro sonno, è il mondo infero che cerca di comunicare con noi.
https://www.weltanschauung.info/2025/05/il-viaggio-notturno-dellanima.html?m=1
https://www.weltanschauung.info/2025/05/il-viaggio-notturno-dellanima.html?m=1
05.05.202506:41
SANITÀ PUBBLICA
Sanità pubblica? E che cos'è? Parliamoci chiaro, oggi trattasi di un sistema pubblico sulla carta ma privato nei fatti.
Non è forse così?
Continuiamo a finanziare con le nostre tasse un sistema che non risponde ai bisogni di salute della popolazione. Le liste d'attesa interminabili per visite specialistiche sono diventate la norma. Chi può permetterselo, ovviamente sceglie la via privata, pagando due volte: una volta con le tasse e una seconda volta di tasca propria. Chi non può, rinuncia alle cure o le rimanda fino all'aggravarsi delle sue condizioni.
La promessa di un'assistenza universale, gratuita e di qualità è lontanissima dalla realtà. Quello che doveva essere un diritto garantito a tutti si è trasformato in un servizio frammentato, difficilmente accessibile e che spinge sempre più persone verso soluzioni private.
Dati recenti parlano di oltre 4 milioni di italiani che rinunciano alle cure per motivi economici, di liste d'attesa per alcune prestazioni specialistiche che superano i 12-18 mesi e di una spesa sanitaria privata ha superato i 40 miliardi di euro annui. In alcune regioni, le visite private superano ormai quelle erogate dal servizio pubblico.
Non si tratta solo di carenza di risorse finanziarie. È una scelta voluta, nel sistema attuale la salute pubblica é solo una voce di spesa da tagliare.
Per chi non può permettersi di essere seguito privatamente vi è poi una ulteriore frammentazione delle cure.
La visione olistica della persona già è rara nella medicina moderna, ma nel pubblico proprio non esiste, vi è un approccio disordinato, a compartimenti stagni, che tratta organi e sintomi ma perde di vista l'integrità della persona.
Un paziente si trova a navigare in un labirinto di specialisti che raramente comunicano tra loro, con approcci terapeutici contraddittori, duplicazioni di esami, prescrizioni incompatibili.
La sanità pubblica oggi è una catena di montaggio ed il paziente è un prodotto da processare con tempistiche che sono un terno al lotto. Sballottolato a destra e sinistra, egli non è più una persona, con la sua storia, la sua singolarità. Se vuole sperare di essere seguito degnamente deve pagare, soldi, tanti soldi, oltre a quelli delle tasse ovviamente. Questa è la realtà.
Ricostruire un sistema sanitario degno di questo nome richiederebbe visione politica chiara e la capacità di superare interessi corporativi ma non ci sembra che si stia andando in questa direzione.
WI
Sanità pubblica? E che cos'è? Parliamoci chiaro, oggi trattasi di un sistema pubblico sulla carta ma privato nei fatti.
Non è forse così?
Continuiamo a finanziare con le nostre tasse un sistema che non risponde ai bisogni di salute della popolazione. Le liste d'attesa interminabili per visite specialistiche sono diventate la norma. Chi può permetterselo, ovviamente sceglie la via privata, pagando due volte: una volta con le tasse e una seconda volta di tasca propria. Chi non può, rinuncia alle cure o le rimanda fino all'aggravarsi delle sue condizioni.
La promessa di un'assistenza universale, gratuita e di qualità è lontanissima dalla realtà. Quello che doveva essere un diritto garantito a tutti si è trasformato in un servizio frammentato, difficilmente accessibile e che spinge sempre più persone verso soluzioni private.
Dati recenti parlano di oltre 4 milioni di italiani che rinunciano alle cure per motivi economici, di liste d'attesa per alcune prestazioni specialistiche che superano i 12-18 mesi e di una spesa sanitaria privata ha superato i 40 miliardi di euro annui. In alcune regioni, le visite private superano ormai quelle erogate dal servizio pubblico.
Non si tratta solo di carenza di risorse finanziarie. È una scelta voluta, nel sistema attuale la salute pubblica é solo una voce di spesa da tagliare.
Per chi non può permettersi di essere seguito privatamente vi è poi una ulteriore frammentazione delle cure.
La visione olistica della persona già è rara nella medicina moderna, ma nel pubblico proprio non esiste, vi è un approccio disordinato, a compartimenti stagni, che tratta organi e sintomi ma perde di vista l'integrità della persona.
Un paziente si trova a navigare in un labirinto di specialisti che raramente comunicano tra loro, con approcci terapeutici contraddittori, duplicazioni di esami, prescrizioni incompatibili.
La sanità pubblica oggi è una catena di montaggio ed il paziente è un prodotto da processare con tempistiche che sono un terno al lotto. Sballottolato a destra e sinistra, egli non è più una persona, con la sua storia, la sua singolarità. Se vuole sperare di essere seguito degnamente deve pagare, soldi, tanti soldi, oltre a quelli delle tasse ovviamente. Questa è la realtà.
Ricostruire un sistema sanitario degno di questo nome richiederebbe visione politica chiara e la capacità di superare interessi corporativi ma non ci sembra che si stia andando in questa direzione.
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