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Weltanschauung Italia

Weltanschauung Italia è un canale culturale nato nel 2011. Contronarriamo il tempo presente distorto dai media.
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PARASSITI

Ci chiedevamo che fine avessero fatto quelli che appena fu eletto Bergoglio si affrettarono a pubblicare libri, video e conferenze sulla profezia di Fatima, di Malachia, proclamando "L'ultimo Papa". O chi in queste settimane ha fatto il totopapa millantando informazioni certe sulle nuove elezioni.

Un po' come quelli di Trump salvatore che stava arrestando i pedofili in pandemia, di Putin a cavallo che stava combattendo il satanismo nel mondo. Che dire di quelli che aumentavano i propri iscritti con promesse di analisi dei sieri covid su cui chiedevano offerte? E quelli che puntualmente svelano segreti sulla massoneria e i poteri forti? Cosa affermare poi di coloro che non azzeccano una analisi geopolitica neanche per sbaglio ma mantengono la stessa credibilità?
E quelli che vendevano libri e corsi anni fa sui Maya e la fine del mondo? Dopo la fatidica data, han proseguito a sparare idiozie come nulla fosse.

L'elenco di lestofanti sarebbe davvero lungo, il fatto è che nonostante gli errori e la ciarlataneria reiterata non gli viene fatta una pernacchia, continuano a camparci sopra con seguito.

Masse tonte e complottismo parassita.

WI
11 MAGGIO

Visto che oggi abbiamo scritto su Bennato, cogliamo l'occasione per fare gli auguri a tutte le mamme con questo divertente classico anacronistico e patriarcale.

Buona festa della mamma e buona domenica.

WI

https://youtu.be/AR7EYOM8NBI?si=U6TmErOssYAD6IDx
BENNATO

Edoardo Bennato a 78 annni continua a infiammare i palchi di tutta Italia.

La sua è una 'energia che sfida il tempo, chi ha avuto la fortuna di assistere a un suo concerto recente può testimoniarlo. Chitarra, armonica e kazoo - i suoi fedeli compagni di viaggio - continuano a dare voce a quella voglia di libertà e di denuncia sociale che ha sempre caratterizzato la sua musica.

Bennato non è mai stato un allineato, anche la recente "maskerate" è stata una palese denuncia del periodo pandemico.

D'altronde correva l'anno 1977 quando Bennato, con lucidità denunciava in "dotti medici e sapienti" i rischi dello scientismo, quella tendenza a trasformare la scienza in un dogma intoccabile, in una nuova religione.
Quasi cinquant'anni prima dei dibattiti contemporanei sul monopolio dell' "autorità scientifica".

"Non fidatevi del grande fratello!" cantava, anticipando temi che sarebbero diventati centrali decenni dopo.

La carriera del cantautore napoletano è stata segnata da scelte coraggiose, controcorrente, rifiutando sempre le etichette.

La sua poetica, intrisa di riferimenti letterari (da Collodi a Barrie), di ironia pungente e di denuncia sociale, rappresenta un unicum nel panorama musicale italiano.

Edoardo Bennato ha insegnato che la musica può essere divertente e profonda allo stesso tempo. Che la ribellione non è una fase adolescenziale, ma una postura esistenziale. Che l'arte ha il dovere di disturbare il potere, qualunque esso sia. Ma soprattutto che si può invecchiare senza diventare vecchi, che si può conservare, anche a ottant'anni, quello sguardo curioso e critico sul mondo che è la vera fontana dell'eterna giovinezza.

Onore a lui.

WI
Altro articolo sulla questione "antisemitismo" da leggere attentamente:

https://www.eurasia-rivista.com/lequivoco-del-semitismo-e-dellantisemitismo/
SOCIAL?

Ieri un' amica si chiedeva se davvero esiste un uso sano dei social network.

Il punto è che oggi molti guadagnano sui social, per alcuni è un primo lavoro ma la trasformazione di una passione in lavoro è un'arma a doppio taglio. Da un lato, realizza il sogno di vivere facendo ciò che si ama; dall'altro, introduce inevitabilmente delle dinamiche di mercato che compromettono la purezza espressiva iniziale.

Quando l'attività rimane parallela a un lavoro principale, si ha una libertà pressoché totale. Non dovendo dipendere economicamente dalla produzione creativa, ci si può permettere di sperimentare, rischiare, seguire la propria visione senza compromessi. Questa indipendenza economica diventa paradossalmente una forma di libertà espressiva.

La situazione cambia radicalmente quando il tutto diventa l'unica fonte di sostentamento. Ci si trova di fronte a un conflitto tra autenticità espressiva e necessità di mercato. Le considerazioni sulle reazioni dei "followers" iniziano a influenzare le scelte: quali temi trattare, quale stile adottare, come presentare il proprio lavoro. Si comincia a modificare la propria visione per incontrare i gusti del pubblico, trasformando gradualmente la propria iniziativa in un prodotto commerciale.

Tuttavia, questa dicotomia non è necessariamente assoluta. Sì può trovare un equilibrio, cercando di mantenere l'integrità. In generale però trovare punti di intersezione tra la propria visione e le aspettative delle persone, senza tradire se stessi, è molto complicato.

Vi è poi un malsano meccanismo che subentra, ovvero quello di essere ammirati, di condividere agli altri questioni personali, il culto dell'ego pompato dalle reazioni e dai "followers".
In questo senso il social è una trappola perché "gonfia" e porta a piegarsi alle leggi del mercato e questo vale per tutti, sia per chi pubblica reels demenziali, chi aforismi mostrando il sedere ma anche chi fa cultura, informazione o controinformazione.

Come fare dunque? A nostro umile parere, innanzitutto un utilizzo sano che se ne può fare è quello di usarli per trovare persone affini con cui poi uscire dai social e costruire rapporti fuori.
Dopodiché prendere consapevolezza dei meccanismi dell'ego e del successo personale e domarli. Per il resto cercare di rimanere onesti negli intenti e nei contenuti proposti, indipendentemente da eventuali guadagni.
Se si è in grado di far questo allora l' utilizzo dei social può avere aspetti positivi, altrimenti è ego, dipendenza ed inquinamento quotidiano dell'anima.

A noi la scelta.

WI
Cosa trasforma una vittima che ha subito una perdita in una figura mediatica da osservare con ammirazione? In un saggio che può salire in cattedra?
Perché repentinamente diventano individui meritevoli di assumere posizioni d'insegnamento?

Aver patito una mancanza non trasforma automaticamente una persona in una autorità comunicativa. Anzi, frequentemente chi subisce lutti non è razionale, si esprime per una giustificata indignazione o tormento. Mentre certi argomenti necessiterebbero d'essere formulati con razionalità, ponderazione e chiarezza mentale, non sull'impeto dei sentimenti.

Niente da fare, ci ritroviamo con i "corsi" della fondazione Cecchettin nelle scuole.
Solite italianate.

WI
TEOLOGIA POPOLARE?

I commenti del tipo "Tutti possono avere un'opinione, non solo gli esperti" non c'entrano nulla con il senso del discorso precedente.

Si confonde il diritto di esprimersi con la profondità dell'interesse. Nessuno ha detto che non ci si possa esprimere, si sottolineava semplicemente la natura effimera di questa improvvisa "teologia popolare" che svanisce non appena i riflettori mediatici si spostano altrove.

Qualcuno faceva notare che questo interesse è dovuto anche al fatto che in fondo c'è una grande fame e ricerca di senso. Questo è un punto che andrebbe approfondito ma, nello specifico, la curiosità temporanea e superficiale per temi profondi come la religione è guidata dall'attenzione mediatica del momento.

In una società realmente secolarizzata, l'improvviso fiorire di "opinioni teologiche" durante l'elezione di un Papa non è certo un genuino interesse spirituale quanto un riflesso condizionato dal ciclo dell'attenzione mediatica. Le persone non si appassionano alla teologia o alle questioni religiose per una riscoperta della fede, ma perché è l'argomento del giorno, l' "hashtag" del momento, il tema su cui tutti devono avere qualcosa da dire.

L'interesse collettivo oggi non è determinato da convinzioni profonde o tradizioni radicate, ma dall'agenda mediatica. La cultura dell'opinione istantanea, dove tutti si sentono in dovere di commentare qualsiasi argomento venga portato alla ribalta.

L'elezione papale diventa così un evento mediatico come tanti altri, consumato rapidamente e dimenticato altrettanto velocemente, senza che lasci tracce significative nella vita spirituale o nelle convinzioni delle persone. La religione, in questo contesto, non viene riscoperta nella sua essenza, ma semplicemente utilizzata come materiale temporaneo per conversazioni passeggere.

WI
FUMATE BIANCHE

Non appena la fumata bianca si alza dal comignolo della Cappella Sistina, il mondo intero si trasforma in una congregazione di esperti di questioni vaticane.

Sui social media, nei bar, in famiglia, improvvisamente tutti hanno un'opinione informata sulla Chiesa Cattolica. Dissertano con sicurezza sulle correnti teologiche, sulla dottrina sociale della Chiesa e sulle sfide che attendono il nuovo Pontefice.
Persone che non hanno mai partecipato ad una Messa, improvvisamente si pronunciano sulle encicliche papali. Atei convinti che normalmente considerano la religione come un retaggio del passato, si trasformano in analisti della geopolitica vaticana.

"Dovrebbe modernizzare la Chiesa", dicono alcuni. "È troppo conservatore", commentano altri. "È troppo progressista", ribattono altri ancora. Tutti sembrano sapere esattamente cosa dovrebbe fare il nuovo Papa, quali riforme intraprendere, quali posizioni assumere.

È come se l'elezione di un nuovo Papa attivasse un gene dormiente di teologia comparata nella gente. Un gene che però torna silente non appena l'attenzione mediatica si sposta altrove.

Cani di Pavlov.

WI
"INGLESIZZAZIONE"

L'invasione linguistica che sta soffocando la nostra lingua è, anno dopo anno, sempre più fuori controllo. Il fenomeno è particolarmente evidente nel mondo del lavoro, dove sembra impossibile sostenere una conversazione senza ricorrere a un gergo ibrido.

Perché dobbiamo "schedulare un meeting" quando possiamo semplicemente "programmare una riunione"? Perché il "team leader" non può essere un "caposquadra" e il "project manager" un "responsabile di progetto"?

Si usano termini per apparire più "business oriented" (orientati al business? Concentrati sugli affari?).

La lingua italiana è capace di esprimere concetti complessi con precisione e bellezza. Sacrificarla sull'altare di un'internazionalizzazione superficiale è una resa culturale.
Bisogna difendere la chiarezza della comunicazione e rispettare la dignità di una lingua che ha dato al mondo capolavori letterari e scientifici.

Quando sentiamo qualcuno parlare di "deadline" invece che di "scadenza", di "conference call" invece che di "teleconferenza", ricordiamogl che l'italiano non è una lingua di serie B. E che, anche nel lavoro, la competenza professionale si dimostra con la precisione delle idee, non con l'ostentazione di un "inglesizzazione" verbale modaiola.

WI
Fracta Veritas, la nostra ultima pubblicazione, è disponibile insieme alle precedenti opere nel catalogo della casa editrice Passaggio al Bosco.

Questo testo nasce dalla consapevolezza che il nostro tempo non si piega più alle grandi narrazioni unificanti o ai sistemi filosofici totalizzanti. La realtà quotidiana si rivela attraverso schegge di significato, improvvise intuizioni che rischiarano momentaneamente l'apparente caos, per poi cedere il passo ad altre prospettive – diverse ma ugualmente autentiche nella loro inevitabile incompletezza.

È proprio questa consapevolezza a ispirare l'architettura di Fracta Veritas: un'esplorazione che tenta di catturare frammenti della condizione umana contemporanea.

https://www.passaggioalbosco.it/autori/weltanschauung-italia/

https://www.libridelbardo.com/ricerca?controller=search&orderby=position&orderway=desc&searched_category=0&search_query=Weltanschauung&submit_search=

https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
Lo sport ha un valore che trascende le sue contraddizioni sociali ed economiche, è un modo per mantenere vivo il "bambino interiore" che sa ancora gioire delle cose semplici, pur nella consapevolezza della complessità del mondo.

https://www.weltanschauung.info/2025/05/il-significato-dello-sport.html?m=1
Camus diceva che un campo di calcio è un microcosmo della vita stessa: imprevedibile, collettivo, a volte crudele, a volte sublime, ma sempre, sempre degno di essere vissuto fino all'ultimo istante.

Pasolini parlava del calcio come "l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo".

Carmelo Bene vedeva nel calcio un rituale collettivo, una forma di rappresentazione con elementi di tragedia greca e commedia. Non lo disdegnava come semplice sport popolare, ma lo analizzava come fenomeno culturale e sociale complesso.

Oggi il calcio è sporco, sommerso da interessi di vario genere e montagne di denaro, però ogni tanto quando ci sono partite di cartello come le semifinali di coppe internazionali o mondiali, ancora si riesce a percepire gli aspetti di cui parlavano questi grandi autori. Ieri sera ne è stato un esempio, al di là del tifo.

WI
Ennesimo esempio della disinformazione dei finti destri neoliberali.

Mischiare questioni, strumentalizzare la seconda guerra mondiale per giustificare l'ingiustificabile.
Nel mentre a Gaza si preparano all'invasione e assieme agli amichetti americani bombardano lo Yemen e continuano il "lavoro" in Siria.

Va tutto bene, Trump a cavallo salverà il pianeta e porterà pace e bene, lo dice la controinformazione.

WI
Quando un'immagine onirica ci perseguita, quando un sogno ci lascia turbati al risveglio, quando figure misteriose popolano il nostro sonno, è il mondo infero che cerca di comunicare con noi.

https://www.weltanschauung.info/2025/05/il-viaggio-notturno-dellanima.html?m=1
SANITÀ PUBBLICA

Sanità pubblica? E che cos'è? Parliamoci chiaro, oggi trattasi di un sistema pubblico sulla carta ma privato nei fatti.
Non è forse così?
Continuiamo a finanziare con le nostre tasse un sistema che non risponde ai bisogni di salute della popolazione. Le liste d'attesa interminabili per visite specialistiche sono diventate la norma. Chi può permetterselo, ovviamente sceglie la via privata, pagando due volte: una volta con le tasse e una seconda volta di tasca propria. Chi non può, rinuncia alle cure o le rimanda fino all'aggravarsi delle sue condizioni.

La promessa di un'assistenza universale, gratuita e di qualità è lontanissima dalla realtà. Quello che doveva essere un diritto garantito a tutti si è trasformato in un servizio frammentato, difficilmente accessibile e che spinge sempre più persone verso soluzioni private.

Dati recenti parlano di oltre 4 milioni di italiani che rinunciano alle cure per motivi economici, di liste d'attesa per alcune prestazioni specialistiche che superano i 12-18 mesi e di una spesa sanitaria privata ha superato i 40 miliardi di euro annui. In alcune regioni, le visite private superano ormai quelle erogate dal servizio pubblico.

Non si tratta solo di carenza di risorse finanziarie. È una scelta voluta, nel sistema attuale la salute pubblica é solo una voce di spesa da tagliare.

Per chi non può permettersi di essere seguito privatamente vi è poi una ulteriore frammentazione delle cure.
La visione olistica della persona già è rara nella medicina moderna, ma nel pubblico proprio non esiste, vi è un approccio disordinato, a compartimenti stagni, che tratta organi e sintomi ma perde di vista l'integrità della persona.
Un paziente si trova a navigare in un labirinto di specialisti che raramente comunicano tra loro, con approcci terapeutici contraddittori, duplicazioni di esami, prescrizioni incompatibili.

La sanità pubblica oggi è una catena di montaggio ed il paziente è un prodotto da processare con tempistiche che sono un terno al lotto. Sballottolato a destra e sinistra, egli non è più una persona, con la sua storia, la sua singolarità. Se vuole sperare di essere seguito degnamente deve pagare, soldi, tanti soldi, oltre a quelli delle tasse ovviamente. Questa è la realtà.

Ricostruire un sistema sanitario degno di questo nome richiederebbe visione politica chiara e la capacità di superare interessi corporativi ma non ci sembra che si stia andando in questa direzione.

WI

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15.04.202504:10
MISANTROPIA?

Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .

Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.

Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.

Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.

Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.

Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".

WI
28.04.202506:30
Il 25 aprile passiamo davanti ad un circolo, in un piccolo paesino di provincia, cantavano canzoncine partigiane e mangiavano salsicce. Chiediamo una lattina di thè per un bambino: 4 euro.
Ieri casualmente davanti ad un paninaro di strada, provincia di Torino, focaccina prosciutto e formaggio: 8 euro.

Questi sono furti legalizzati.

Mentre si continuano a gonfiare i prezzi nascondendosi dietro al "caro vita", le buste paga sono ferme da anni.
Il caro vita è diventato la scusa perfetta per chi vuole arricchirsi sulla pelle di chi fa fatica ad arrivare a fine mese.

Una lattina che al supermercato costa 50 centesimi diventa magicamente di 4€ alla sagra di paese. Una focaccia che costa pochi euro di ingredienti viene rivenduta a 8€ da un furgoncino sul ciglio della strada.

Non è inflazione. È AVIDITÀ.

E la gente continua a pagare, in silenzio, invece di boicottare tali scempi. Come nulla fosse.

L'Italia è il paese dove lavorare otto ore al giorno non garantisce nemmeno una focaccia a bordo strada e un tè senza pensarci due volte.

Per principio, di fronte a prezzi del genere, e abbiamo fatto solamente due esempi di questi giorni, bisogna voltare le spalle e andarsene. All'italiano però evidentemente frega poco, il suo è un atteggiamento alla Maccio Capatonda nel cortometraggio "Italiano medio", egli pensa "maammechemenefotteame".

Avanti così.

WI
La Meloni ha definito "vile attacco" il bombardamento russo a Sumy.
Anche gli Usa sono adirati.

Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.

Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.

Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".

WI
20.04.202510:54
Auguri pasquali, immagini di colombe, uova colorate e pranzi in famiglia: "Buona Pasqua!".

Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.

Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.

Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.

Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.

WI
08.05.202508:14
"INGLESIZZAZIONE"

L'invasione linguistica che sta soffocando la nostra lingua è, anno dopo anno, sempre più fuori controllo. Il fenomeno è particolarmente evidente nel mondo del lavoro, dove sembra impossibile sostenere una conversazione senza ricorrere a un gergo ibrido.

Perché dobbiamo "schedulare un meeting" quando possiamo semplicemente "programmare una riunione"? Perché il "team leader" non può essere un "caposquadra" e il "project manager" un "responsabile di progetto"?

Si usano termini per apparire più "business oriented" (orientati al business? Concentrati sugli affari?).

La lingua italiana è capace di esprimere concetti complessi con precisione e bellezza. Sacrificarla sull'altare di un'internazionalizzazione superficiale è una resa culturale.
Bisogna difendere la chiarezza della comunicazione e rispettare la dignità di una lingua che ha dato al mondo capolavori letterari e scientifici.

Quando sentiamo qualcuno parlare di "deadline" invece che di "scadenza", di "conference call" invece che di "teleconferenza", ricordiamogl che l'italiano non è una lingua di serie B. E che, anche nel lavoro, la competenza professionale si dimostra con la precisione delle idee, non con l'ostentazione di un "inglesizzazione" verbale modaiola.

WI
12.05.202506:44
PARASSITI

Ci chiedevamo che fine avessero fatto quelli che appena fu eletto Bergoglio si affrettarono a pubblicare libri, video e conferenze sulla profezia di Fatima, di Malachia, proclamando "L'ultimo Papa". O chi in queste settimane ha fatto il totopapa millantando informazioni certe sulle nuove elezioni.

Un po' come quelli di Trump salvatore che stava arrestando i pedofili in pandemia, di Putin a cavallo che stava combattendo il satanismo nel mondo. Che dire di quelli che aumentavano i propri iscritti con promesse di analisi dei sieri covid su cui chiedevano offerte? E quelli che puntualmente svelano segreti sulla massoneria e i poteri forti? Cosa affermare poi di coloro che non azzeccano una analisi geopolitica neanche per sbaglio ma mantengono la stessa credibilità?
E quelli che vendevano libri e corsi anni fa sui Maya e la fine del mondo? Dopo la fatidica data, han proseguito a sparare idiozie come nulla fosse.

L'elenco di lestofanti sarebbe davvero lungo, il fatto è che nonostante gli errori e la ciarlataneria reiterata non gli viene fatta una pernacchia, continuano a camparci sopra con seguito.

Masse tonte e complottismo parassita.

WI
25.04.202507:34
25 APRILE

Come ogni anno, la retorica del 25 Aprile ci lascia indifferenti.

Libertà è una parola sospetta, ormai, e ognuno alla bisogna la evoca, anche quando per pudore, buon gusto, buon senso ed igiene, sarebbe il caso di astenersene.

I nonni che hanno fatto la resistenza o la Repubblica di Salò non hanno eletto nessuno a loro portavoce, e la loro personale esperienza non si capisce come giustifichi, legittimi, renda più credibile o sensata l'opinione di chicchessia. Perlopiù ci si continua a riempire la bocca di parole malmeditate e concetti mai approfonditi. Si parla di libertà, democrazia, rivoluzione, dittatura, fascismo e chi solitamente esige competenze per poter aprire bocca, è il primo che permette a se stesso di pronunciarsi a cuor leggero su questioni fondanti. Il 25 Aprile è di diritto la sua giornata.

Perchè il 25 Aprile è il giorno del bianco del nero, delle verità confezionate e tagliate con l'accetta, dei vincitori eterni e dei vinti maledetti. Non è il giorno in cui ricordare il compromesso, nè quello in cui si celebrano le intenzioni poco limpide, nè si rimembrano le alternative scartate e le scelte patite. Dal 25 Aprile è bandito il dubbio che forse forse non si sa bene chi abbia vinto in realtà, se la nazione o l'ospite. Guai a parlare di guerra civile, poi, perchè l' "altro" non è un essere umano, figurarsi un cittadino. Il 25 Aprile è il giorno degli italiani, perchè chi non si riconosce nell'ordine che è scaturito dalla "liberazione" non è per definizione italiano. Enunciato perfetto, come è perfetta ogni tautologia, e imperfetta la realtà.

Liberateci davvero, una buona volta, ma dalla retorica del 25 Aprile.

WI
Cosa trasforma una vittima che ha subito una perdita in una figura mediatica da osservare con ammirazione? In un saggio che può salire in cattedra?
Perché repentinamente diventano individui meritevoli di assumere posizioni d'insegnamento?

Aver patito una mancanza non trasforma automaticamente una persona in una autorità comunicativa. Anzi, frequentemente chi subisce lutti non è razionale, si esprime per una giustificata indignazione o tormento. Mentre certi argomenti necessiterebbero d'essere formulati con razionalità, ponderazione e chiarezza mentale, non sull'impeto dei sentimenti.

Niente da fare, ci ritroviamo con i "corsi" della fondazione Cecchettin nelle scuole.
Solite italianate.

WI
25.04.202504:15
TOSCANO/DE MARI

Ci hanno inviato un video di uno "scontro" tra Silvana De Mari e Francesco Toscano sulla questione palestinese.

Nessuna novità, è dai tempi della morte di Arrigoni, e ancor prima, che purtroppo si leggono determinate cose da parte della De Mari.
Il fatto è che bisogna smetterla di idolatrare personaggi se hanno una posizione che ci piace (vedi in "pandemia").

Nello specifico del video in questione, si vede la De Mari parlare per venti minuti filati di aborto e cristianesimo per poi finire a minimizzare o peggio negare il genocidio in Palestina.

In area commenti molti si chiedevano come sia possibile sostenere con veemenza che l'interruzione di gravidanza sia equivalente a un genocidio, mentre contemporaneamente si giustificano o minimizzano la morte di bambini innocenti in contesti di guerra.

Malafede?
Probabilmente no. Costei crede davvero a quel che afferma. Sono meccanismi psicologici. Vi è una dissonanza cognitiva selettiva, ovvero quando le proprie convinzioni ideologiche entrano in conflitto con nuove informazioni, si tende ad attivare un meccanismo di difesa psicologica in cui si accettano informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando e svalutando quelle che le contraddicono, creando giustificazioni elaborate per mantenere intatta la propria visione del mondo.

Le posizioni morali diventano così legate a idee politiche, l'accettazione della violenza bellica si inserisce in narrazioni dove la propria "parte" viene sempre giustificata.

Chiaramente tutto ciò mina la credibilità morale di queste persone rendendo evidente che certe posizioni etiche non derivano da principi universali ma da convenienza ideologica.

Osservate nel video la reazione violenta (da minuto 25), la non accettazione di un minimo contraddittorio, lì c'è tutto il meccanismo sopra descritto.

https://www.youtube.com/watch?v=TrMjjWg8y6g

WI
08.05.202519:47
FUMATE BIANCHE

Non appena la fumata bianca si alza dal comignolo della Cappella Sistina, il mondo intero si trasforma in una congregazione di esperti di questioni vaticane.

Sui social media, nei bar, in famiglia, improvvisamente tutti hanno un'opinione informata sulla Chiesa Cattolica. Dissertano con sicurezza sulle correnti teologiche, sulla dottrina sociale della Chiesa e sulle sfide che attendono il nuovo Pontefice.
Persone che non hanno mai partecipato ad una Messa, improvvisamente si pronunciano sulle encicliche papali. Atei convinti che normalmente considerano la religione come un retaggio del passato, si trasformano in analisti della geopolitica vaticana.

"Dovrebbe modernizzare la Chiesa", dicono alcuni. "È troppo conservatore", commentano altri. "È troppo progressista", ribattono altri ancora. Tutti sembrano sapere esattamente cosa dovrebbe fare il nuovo Papa, quali riforme intraprendere, quali posizioni assumere.

È come se l'elezione di un nuovo Papa attivasse un gene dormiente di teologia comparata nella gente. Un gene che però torna silente non appena l'attenzione mediatica si sposta altrove.

Cani di Pavlov.

WI
26.04.202509:02
CORTOCIRCUITI

Labbra gonfiate, seni e glutei pronunciati, filtri che trasformano volti in maschere di perfezione, pose studiate, tatuaggi ovunque, ritocchini di ogni genere.

Non è questione di giudizio, la domanda per chi vive in tal maniera è: che messaggio di sé si vuole veicolare? Che immagine si vuol costruire?

Perché a noi sembra che dietro questi sforzi di apparenza c'è un "guardami, valgo quanto il mio aspetto fisico", c'è un "la mia identità è definita dalla mia capacità di attirare like", e un "la mia autostima dipende dall'approvazione altrui".

L'ossessione per l'immagine è una gabbia dorata in cui l'apparire prende il sopravvento sull'essere.

Si sottointende che il proprio valore è principalmente estetico, che la propria autenticità non è abbastanza interessante e va costruita, che si preferisce essere ammirati piuttosto che conosciuti.

Allo stesso tempo ci si lamenta della tipologia di persone che si attraggono, della superficialità dei rapporti e si dichiara di volere essere compresi e conosciuti per ciò che si è.

Cortocircuiti.

WI
11.05.202505:09
BENNATO

Edoardo Bennato a 78 annni continua a infiammare i palchi di tutta Italia.

La sua è una 'energia che sfida il tempo, chi ha avuto la fortuna di assistere a un suo concerto recente può testimoniarlo. Chitarra, armonica e kazoo - i suoi fedeli compagni di viaggio - continuano a dare voce a quella voglia di libertà e di denuncia sociale che ha sempre caratterizzato la sua musica.

Bennato non è mai stato un allineato, anche la recente "maskerate" è stata una palese denuncia del periodo pandemico.

D'altronde correva l'anno 1977 quando Bennato, con lucidità denunciava in "dotti medici e sapienti" i rischi dello scientismo, quella tendenza a trasformare la scienza in un dogma intoccabile, in una nuova religione.
Quasi cinquant'anni prima dei dibattiti contemporanei sul monopolio dell' "autorità scientifica".

"Non fidatevi del grande fratello!" cantava, anticipando temi che sarebbero diventati centrali decenni dopo.

La carriera del cantautore napoletano è stata segnata da scelte coraggiose, controcorrente, rifiutando sempre le etichette.

La sua poetica, intrisa di riferimenti letterari (da Collodi a Barrie), di ironia pungente e di denuncia sociale, rappresenta un unicum nel panorama musicale italiano.

Edoardo Bennato ha insegnato che la musica può essere divertente e profonda allo stesso tempo. Che la ribellione non è una fase adolescenziale, ma una postura esistenziale. Che l'arte ha il dovere di disturbare il potere, qualunque esso sia. Ma soprattutto che si può invecchiare senza diventare vecchi, che si può conservare, anche a ottant'anni, quello sguardo curioso e critico sul mondo che è la vera fontana dell'eterna giovinezza.

Onore a lui.

WI
04.05.202504:25
PAOLO CONTE

Quando si parla di grandi della musica italiana, ci si dimentica di fare un nome: Paolo Conte.

Avvocato di provincia, si è trasformato nel tempo in artista polistrumentista di calibro internazionale creando un universo musicale inconfondibile, dove jazz, canzone francese e ritmi sudamericani si fondono con la tradizione italiana in un amalgama unico.

La sua voce ruvida e fumosa, quasi come un whisky invecchiato, racconta storie di provincia, di personaggi ai margini, di atmosfere nebbiose e di esotismi sognati. Brani come "Via con me" e "Sparring partner" sono piccoli capolavori.

Un musicista in grado di dipingere quadri sonori, evocando immagini vivide. Non solo cantautore, ma poeta, pittore di suoni, narratore in grado di trasformare l'ordinario in straordinario.

L'artista astigiano non ha "una bella voce" come si suol dire oggi quando si vuol valutare ingenuamente la qualità di un artista. Egli è l'eleganza della semplicità, la profondità senza ostentazione, il talento che non ha bisogno di gridare.

Il suo essere appartato, lontano dai riflettori e dalle logiche commerciali, lo ha reso meno popolare rispetto ad altri ma Paolo Conte é uno dei più grandi interpreti della cultura musicale italiana.

WI
27.04.202511:58
"Metodi nazisti a Gaza".

Questo è quel che ripetono a pappagallo il 99% dei filo-palestinesi. Quelli che vedono nei palestinesi i nuovi "partigiani" e il 25 aprile se la prendono con la Brigata Ebraica che, ad onor del vero, combatteva proprio contro i tedeschi mentre i palestinesi, come tutte le masse arabe sottoposte al colonialismo inglese e francese, guardavano al Terzo Reich con simpatia!

Oltretutto, questi famosi "metodi nazisti" potrebbero essere definiti tranquillamente "metodi americani", "metodi inglesi", "metodi francesi". Basti ricordare le bombe atomiche sul Giappone, i bombardamenti su Tokyo, Dresda... il napalm sul Vietnam e i massacri nel Laos, la repressione della rivoluzione algerina, la carestia in India. Le rappresaglie che non tenevano conto nemmeno del rapporto di uno a dieci!

La verità è che tutto questo circo è monopolizzato da personaggi perfettamente inquadrati e funzionali agli assetti di potere vigenti. Provate per credere: provate a smettere di dare del "nazista" a vanvera e chiamate le cose col loro nome; provate a dire che i fondamenti ideologici delle discriminazioni e dei massacri di palestinesi sono già scritti in un manuale pronto all'uso in cui Moabiti, Edomiti, Amaleciti, Cananei eccetera sono dipinti come bestie da sterminare...

EG
28.04.202519:15
THE EXPERIMENT

"The Experiment" di Oliver Hirschbiegel è un film su uno degli esperimenti psicologici più controversi della storia, il celebre "Esperimento carcerario di Stanford" condotto dal Professor Philip Zimbardo nel 1971.

In breve, 24 studenti universitari, definiti mentalmente sani, furono selezionati e assegnati casualmente ai ruoli di "guardie" o "prigionieri" in un carcere simulato allestito nel seminterrato del dipartimento di psicologia di Stanford.
Ciò che doveva essere uno studio di due settimane venne interrotto drasticamente dopo soli sei giorni. Le "guardie" iniziarono rapidamente ad abusare del loro potere, imponendo regole umilianti e utilizzando punizioni psicologiche severe. I "prigionieri", dal canto loro, manifestarono segni di forte stress, depressione e sottomissione.

"The Experiment" portò sullo schermo proprio questa drammatica trasformazione psicologica, evidenziando la potenza dei contesti sociali nel plasmare l'identità e le azioni individuali.
La regia di Hirschbiegel è caratterizzata da inquadrature claustrofobiche e una fotografia che diventa progressivamente più cupa, riflettendo il deterioramento psicologico dei personaggi.

Esistono altri film sul medesimo esperimento, ma questo del 2001 ci sembra il più riuscito in quanto capace di creare un'atmosfera di crescente tensione grazie anche ad alcune interpretazioni intense, in particolare dello spietato Berus (Justus von Dohnányi) nel ruolo di una guardia carceraria.

Un ritratto inquietante di come l'autorità possa corrompere la psiche umana.

WI
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