04.05.202504:25
PAOLO CONTE
Quando si parla di grandi della musica italiana, ci si dimentica di fare un nome: Paolo Conte.
Avvocato di provincia, si è trasformato nel tempo in artista polistrumentista di calibro internazionale creando un universo musicale inconfondibile, dove jazz, canzone francese e ritmi sudamericani si fondono con la tradizione italiana in un amalgama unico.
La sua voce ruvida e fumosa, quasi come un whisky invecchiato, racconta storie di provincia, di personaggi ai margini, di atmosfere nebbiose e di esotismi sognati. Brani come "Via con me" e "Sparring partner" sono piccoli capolavori.
Un musicista in grado di dipingere quadri sonori, evocando immagini vivide. Non solo cantautore, ma poeta, pittore di suoni, narratore in grado di trasformare l'ordinario in straordinario.
L'artista astigiano non ha "una bella voce" come si suol dire oggi quando si vuol valutare ingenuamente la qualità di un artista. Egli è l'eleganza della semplicità, la profondità senza ostentazione, il talento che non ha bisogno di gridare.
Il suo essere appartato, lontano dai riflettori e dalle logiche commerciali, lo ha reso meno popolare rispetto ad altri ma Paolo Conte é uno dei più grandi interpreti della cultura musicale italiana.
WI
Quando si parla di grandi della musica italiana, ci si dimentica di fare un nome: Paolo Conte.
Avvocato di provincia, si è trasformato nel tempo in artista polistrumentista di calibro internazionale creando un universo musicale inconfondibile, dove jazz, canzone francese e ritmi sudamericani si fondono con la tradizione italiana in un amalgama unico.
La sua voce ruvida e fumosa, quasi come un whisky invecchiato, racconta storie di provincia, di personaggi ai margini, di atmosfere nebbiose e di esotismi sognati. Brani come "Via con me" e "Sparring partner" sono piccoli capolavori.
Un musicista in grado di dipingere quadri sonori, evocando immagini vivide. Non solo cantautore, ma poeta, pittore di suoni, narratore in grado di trasformare l'ordinario in straordinario.
L'artista astigiano non ha "una bella voce" come si suol dire oggi quando si vuol valutare ingenuamente la qualità di un artista. Egli è l'eleganza della semplicità, la profondità senza ostentazione, il talento che non ha bisogno di gridare.
Il suo essere appartato, lontano dai riflettori e dalle logiche commerciali, lo ha reso meno popolare rispetto ad altri ma Paolo Conte é uno dei più grandi interpreti della cultura musicale italiana.
WI


02.05.202508:59
Questi ragazzi, i Patagarri (tra i pochi nel carrozzone mainstream capaci di suonare), essendo nuovi dell'ambiente, non hanno ancora compreso che per rimanere nei circuiti che contano non bisogna mai esporsi politicamente, specialmente contro una determinata fazione.
Lo capiranno, come lo ha capito il rapper Ghali che dopo una timida presa di posizione due anni fa sulla Palestina è tornato a fare silenzio.
Nel frattempo, in questo paese le opinioni di un soggetto come Parenzo diventano, per la stampaglia nazionale, delle notizie da divulgare.
WI
Lo capiranno, come lo ha capito il rapper Ghali che dopo una timida presa di posizione due anni fa sulla Palestina è tornato a fare silenzio.
Nel frattempo, in questo paese le opinioni di un soggetto come Parenzo diventano, per la stampaglia nazionale, delle notizie da divulgare.
WI


30.04.202514:10
"Pronto?"
Silenzio.
"Pronto?"
Click, seguito da una voce automatica che inizia a parlarti di un'offerta imperdibile.
Decine di chiamate al giorno di questo tenore.
Il telefono è diventato un portale attraverso il quale sconosciuti possono invadere le giornate in qualsiasi momento. Operatori telefonici che vogliono far cambiare gestore, "servizi clienti" di banche dove non si ha mai aperto un conto, sondaggi, offerte per ristrutturazioni, venditori di energia ecc
Blocchi un numero, ne appaiono dieci. Come un'idra tecnologica che si moltiplica ad ogni tentativo di difesa.
La situazione è talmente assurda che ormai non si risponde piú alle chiamate.
App per filtrare chiamate? Inserimento del numero nel registro opposizioni? Nulla sembra funzionare.
Forse un giorno torneremo a rispondere al telefono.
Ad oggi è impossibile, se qualcuno ha trovato delle soluzioni ci faccia sapere.
WI
Silenzio.
"Pronto?"
Click, seguito da una voce automatica che inizia a parlarti di un'offerta imperdibile.
Decine di chiamate al giorno di questo tenore.
Il telefono è diventato un portale attraverso il quale sconosciuti possono invadere le giornate in qualsiasi momento. Operatori telefonici che vogliono far cambiare gestore, "servizi clienti" di banche dove non si ha mai aperto un conto, sondaggi, offerte per ristrutturazioni, venditori di energia ecc
Blocchi un numero, ne appaiono dieci. Come un'idra tecnologica che si moltiplica ad ogni tentativo di difesa.
La situazione è talmente assurda che ormai non si risponde piú alle chiamate.
App per filtrare chiamate? Inserimento del numero nel registro opposizioni? Nulla sembra funzionare.
Forse un giorno torneremo a rispondere al telefono.
Ad oggi è impossibile, se qualcuno ha trovato delle soluzioni ci faccia sapere.
WI
28.04.202506:30
Il 25 aprile passiamo davanti ad un circolo, in un piccolo paesino di provincia, cantavano canzoncine partigiane e mangiavano salsicce. Chiediamo una lattina di thè per un bambino: 4 euro.
Ieri casualmente davanti ad un paninaro di strada, provincia di Torino, focaccina prosciutto e formaggio: 8 euro.
Questi sono furti legalizzati.
Mentre si continuano a gonfiare i prezzi nascondendosi dietro al "caro vita", le buste paga sono ferme da anni.
Il caro vita è diventato la scusa perfetta per chi vuole arricchirsi sulla pelle di chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Una lattina che al supermercato costa 50 centesimi diventa magicamente di 4€ alla sagra di paese. Una focaccia che costa pochi euro di ingredienti viene rivenduta a 8€ da un furgoncino sul ciglio della strada.
Non è inflazione. È AVIDITÀ.
E la gente continua a pagare, in silenzio, invece di boicottare tali scempi. Come nulla fosse.
L'Italia è il paese dove lavorare otto ore al giorno non garantisce nemmeno una focaccia a bordo strada e un tè senza pensarci due volte.
Per principio, di fronte a prezzi del genere, e abbiamo fatto solamente due esempi di questi giorni, bisogna voltare le spalle e andarsene. All'italiano però evidentemente frega poco, il suo è un atteggiamento alla Maccio Capatonda nel cortometraggio "Italiano medio", egli pensa "maammechemenefotteame".
Avanti così.
WI
Ieri casualmente davanti ad un paninaro di strada, provincia di Torino, focaccina prosciutto e formaggio: 8 euro.
Questi sono furti legalizzati.
Mentre si continuano a gonfiare i prezzi nascondendosi dietro al "caro vita", le buste paga sono ferme da anni.
Il caro vita è diventato la scusa perfetta per chi vuole arricchirsi sulla pelle di chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Una lattina che al supermercato costa 50 centesimi diventa magicamente di 4€ alla sagra di paese. Una focaccia che costa pochi euro di ingredienti viene rivenduta a 8€ da un furgoncino sul ciglio della strada.
Non è inflazione. È AVIDITÀ.
E la gente continua a pagare, in silenzio, invece di boicottare tali scempi. Come nulla fosse.
L'Italia è il paese dove lavorare otto ore al giorno non garantisce nemmeno una focaccia a bordo strada e un tè senza pensarci due volte.
Per principio, di fronte a prezzi del genere, e abbiamo fatto solamente due esempi di questi giorni, bisogna voltare le spalle e andarsene. All'italiano però evidentemente frega poco, il suo è un atteggiamento alla Maccio Capatonda nel cortometraggio "Italiano medio", egli pensa "maammechemenefotteame".
Avanti così.
WI
26.04.202509:02
CORTOCIRCUITI
Labbra gonfiate, seni e glutei pronunciati, filtri che trasformano volti in maschere di perfezione, pose studiate, tatuaggi ovunque, ritocchini di ogni genere.
Non è questione di giudizio, la domanda per chi vive in tal maniera è: che messaggio di sé si vuole veicolare? Che immagine si vuol costruire?
Perché a noi sembra che dietro questi sforzi di apparenza c'è un "guardami, valgo quanto il mio aspetto fisico", c'è un "la mia identità è definita dalla mia capacità di attirare like", e un "la mia autostima dipende dall'approvazione altrui".
L'ossessione per l'immagine è una gabbia dorata in cui l'apparire prende il sopravvento sull'essere.
Si sottointende che il proprio valore è principalmente estetico, che la propria autenticità non è abbastanza interessante e va costruita, che si preferisce essere ammirati piuttosto che conosciuti.
Allo stesso tempo ci si lamenta della tipologia di persone che si attraggono, della superficialità dei rapporti e si dichiara di volere essere compresi e conosciuti per ciò che si è.
Cortocircuiti.
WI
Labbra gonfiate, seni e glutei pronunciati, filtri che trasformano volti in maschere di perfezione, pose studiate, tatuaggi ovunque, ritocchini di ogni genere.
Non è questione di giudizio, la domanda per chi vive in tal maniera è: che messaggio di sé si vuole veicolare? Che immagine si vuol costruire?
Perché a noi sembra che dietro questi sforzi di apparenza c'è un "guardami, valgo quanto il mio aspetto fisico", c'è un "la mia identità è definita dalla mia capacità di attirare like", e un "la mia autostima dipende dall'approvazione altrui".
L'ossessione per l'immagine è una gabbia dorata in cui l'apparire prende il sopravvento sull'essere.
Si sottointende che il proprio valore è principalmente estetico, che la propria autenticità non è abbastanza interessante e va costruita, che si preferisce essere ammirati piuttosto che conosciuti.
Allo stesso tempo ci si lamenta della tipologia di persone che si attraggono, della superficialità dei rapporti e si dichiara di volere essere compresi e conosciuti per ciò che si è.
Cortocircuiti.
WI


21.04.202517:47
I nostri testi tutti disponibili:
https://www.passaggioalbosco.it/autori/weltanschauung-italia/
https://www.libridelbardo.com/ricerca?controller=search&orderby=position&orderway=desc&searched_category=0&search_query=Weltanschauung&submit_search=
https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
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03.05.202513:43
FENOMENI DA BARACCONE
Adinolfi, uno degli esponenti politici dei movimenti Pro Life, che tuonavano contro la "decadenza morale" della società moderna. Eccolo lì, in costume da bagno su una spiaggia delle Honduras, a mangiare cocco, a litigare per il fuoco e a partecipare alle prove ricompensa.
Ma quanto è tragicomico vedere chi ha costruito la propria immagine pubblica sull'austerità morale ridursi a contendersi un pezzo di cocco in diretta nazionale?
Nessuno stupore sia chiaro, mai preso sul serio questo ex PD, pseudocattolico, ma alcuni "dissidenti" in questi anni lo han supportato e persino votato, solamente per le sue posizioni "antigender".
Imbarazzanti baracconate.
WI
Adinolfi, uno degli esponenti politici dei movimenti Pro Life, che tuonavano contro la "decadenza morale" della società moderna. Eccolo lì, in costume da bagno su una spiaggia delle Honduras, a mangiare cocco, a litigare per il fuoco e a partecipare alle prove ricompensa.
Ma quanto è tragicomico vedere chi ha costruito la propria immagine pubblica sull'austerità morale ridursi a contendersi un pezzo di cocco in diretta nazionale?
Nessuno stupore sia chiaro, mai preso sul serio questo ex PD, pseudocattolico, ma alcuni "dissidenti" in questi anni lo han supportato e persino votato, solamente per le sue posizioni "antigender".
Imbarazzanti baracconate.
WI
02.05.202506:05
Luisa Ferida (1914-1945) fu una delle attrici più talentuose e amate del cinema italiano degli anni '30 e '40. La sua carriera cinematografica, iniziata nei primi anni '30, la vide protagonista in numerosi film di successo, lavorando con importanti registi dell'epoca.
Il 30 aprile 1945, Luisa Ferida fu uccisa insieme al suo compagno, l'attore Osvaldo Valenti. I due furono fucilati a Milano da un gruppo di partigiani con l'accusa di "collaborazionismo" con il regime.
Uno dei tanti casi di giustizia sommaria di persone innocenti che caratterizzò i giorni della "Liberazione".
L'attrice era incinta all'ottavo mese al momento dell'esecuzione.
RIP
https://youtu.be/Eq5q67ac1xE?si=htaddDYcFMQvHqSE
Il 30 aprile 1945, Luisa Ferida fu uccisa insieme al suo compagno, l'attore Osvaldo Valenti. I due furono fucilati a Milano da un gruppo di partigiani con l'accusa di "collaborazionismo" con il regime.
Uno dei tanti casi di giustizia sommaria di persone innocenti che caratterizzò i giorni della "Liberazione".
L'attrice era incinta all'ottavo mese al momento dell'esecuzione.
RIP
https://youtu.be/Eq5q67ac1xE?si=htaddDYcFMQvHqSE
30.04.202506:45
Nel 2025 ancora si leggono di "scontri" per la commemorazione di un ragazzo innocente morto a sprangate 50 anni fa.
Una storia tutt'ora sepolta dal fango dell'omertà e dell'indifferenza. Una Vita stroncata nel fiore degli anni, sacrificata sull'altare dell'odio "sinistro", della cieca violenza, dell'intolleranza. Sergio Ramelli era semplicemente questo. Vilmente aggredito con delle chiavi inglesi per via di un tema considerato "di destra', da quelli che la storia e le istituzioni da sempre dipingono come i buoni, i giusti, i salvatori. Brutalmente ucciso, senza pietá , da chi oggi è libero e conduce una vita altolocata.
Dopo 47 giorni di agonia, Sergio spirò nel silenzio e nell'indifferenza generale. La sua colpa fu solo quella di avere delle idee nel quale rispecchiarsi. La madre non solo perse un figlio, ma vide il suo cadavere dileggiato per anni.
Crimini osceni come questo non dovrebbero avere né colori, né bandiere. Ma in fondo, oggi come allora, a chi importa, era solo uno sporco "fascista".
WI
Una storia tutt'ora sepolta dal fango dell'omertà e dell'indifferenza. Una Vita stroncata nel fiore degli anni, sacrificata sull'altare dell'odio "sinistro", della cieca violenza, dell'intolleranza. Sergio Ramelli era semplicemente questo. Vilmente aggredito con delle chiavi inglesi per via di un tema considerato "di destra', da quelli che la storia e le istituzioni da sempre dipingono come i buoni, i giusti, i salvatori. Brutalmente ucciso, senza pietá , da chi oggi è libero e conduce una vita altolocata.
Dopo 47 giorni di agonia, Sergio spirò nel silenzio e nell'indifferenza generale. La sua colpa fu solo quella di avere delle idee nel quale rispecchiarsi. La madre non solo perse un figlio, ma vide il suo cadavere dileggiato per anni.
Crimini osceni come questo non dovrebbero avere né colori, né bandiere. Ma in fondo, oggi come allora, a chi importa, era solo uno sporco "fascista".
WI
27.04.202511:58
"Metodi nazisti a Gaza".
Questo è quel che ripetono a pappagallo il 99% dei filo-palestinesi. Quelli che vedono nei palestinesi i nuovi "partigiani" e il 25 aprile se la prendono con la Brigata Ebraica che, ad onor del vero, combatteva proprio contro i tedeschi mentre i palestinesi, come tutte le masse arabe sottoposte al colonialismo inglese e francese, guardavano al Terzo Reich con simpatia!
Oltretutto, questi famosi "metodi nazisti" potrebbero essere definiti tranquillamente "metodi americani", "metodi inglesi", "metodi francesi". Basti ricordare le bombe atomiche sul Giappone, i bombardamenti su Tokyo, Dresda... il napalm sul Vietnam e i massacri nel Laos, la repressione della rivoluzione algerina, la carestia in India. Le rappresaglie che non tenevano conto nemmeno del rapporto di uno a dieci!
La verità è che tutto questo circo è monopolizzato da personaggi perfettamente inquadrati e funzionali agli assetti di potere vigenti. Provate per credere: provate a smettere di dare del "nazista" a vanvera e chiamate le cose col loro nome; provate a dire che i fondamenti ideologici delle discriminazioni e dei massacri di palestinesi sono già scritti in un manuale pronto all'uso in cui Moabiti, Edomiti, Amaleciti, Cananei eccetera sono dipinti come bestie da sterminare...
EG
Questo è quel che ripetono a pappagallo il 99% dei filo-palestinesi. Quelli che vedono nei palestinesi i nuovi "partigiani" e il 25 aprile se la prendono con la Brigata Ebraica che, ad onor del vero, combatteva proprio contro i tedeschi mentre i palestinesi, come tutte le masse arabe sottoposte al colonialismo inglese e francese, guardavano al Terzo Reich con simpatia!
Oltretutto, questi famosi "metodi nazisti" potrebbero essere definiti tranquillamente "metodi americani", "metodi inglesi", "metodi francesi". Basti ricordare le bombe atomiche sul Giappone, i bombardamenti su Tokyo, Dresda... il napalm sul Vietnam e i massacri nel Laos, la repressione della rivoluzione algerina, la carestia in India. Le rappresaglie che non tenevano conto nemmeno del rapporto di uno a dieci!
La verità è che tutto questo circo è monopolizzato da personaggi perfettamente inquadrati e funzionali agli assetti di potere vigenti. Provate per credere: provate a smettere di dare del "nazista" a vanvera e chiamate le cose col loro nome; provate a dire che i fondamenti ideologici delle discriminazioni e dei massacri di palestinesi sono già scritti in un manuale pronto all'uso in cui Moabiti, Edomiti, Amaleciti, Cananei eccetera sono dipinti come bestie da sterminare...
EG
25.04.202507:34
25 APRILE
Come ogni anno, la retorica del 25 Aprile ci lascia indifferenti.
Libertà è una parola sospetta, ormai, e ognuno alla bisogna la evoca, anche quando per pudore, buon gusto, buon senso ed igiene, sarebbe il caso di astenersene.
I nonni che hanno fatto la resistenza o la Repubblica di Salò non hanno eletto nessuno a loro portavoce, e la loro personale esperienza non si capisce come giustifichi, legittimi, renda più credibile o sensata l'opinione di chicchessia. Perlopiù ci si continua a riempire la bocca di parole malmeditate e concetti mai approfonditi. Si parla di libertà, democrazia, rivoluzione, dittatura, fascismo e chi solitamente esige competenze per poter aprire bocca, è il primo che permette a se stesso di pronunciarsi a cuor leggero su questioni fondanti. Il 25 Aprile è di diritto la sua giornata.
Perchè il 25 Aprile è il giorno del bianco del nero, delle verità confezionate e tagliate con l'accetta, dei vincitori eterni e dei vinti maledetti. Non è il giorno in cui ricordare il compromesso, nè quello in cui si celebrano le intenzioni poco limpide, nè si rimembrano le alternative scartate e le scelte patite. Dal 25 Aprile è bandito il dubbio che forse forse non si sa bene chi abbia vinto in realtà, se la nazione o l'ospite. Guai a parlare di guerra civile, poi, perchè l' "altro" non è un essere umano, figurarsi un cittadino. Il 25 Aprile è il giorno degli italiani, perchè chi non si riconosce nell'ordine che è scaturito dalla "liberazione" non è per definizione italiano. Enunciato perfetto, come è perfetta ogni tautologia, e imperfetta la realtà.
Liberateci davvero, una buona volta, ma dalla retorica del 25 Aprile.
WI
Come ogni anno, la retorica del 25 Aprile ci lascia indifferenti.
Libertà è una parola sospetta, ormai, e ognuno alla bisogna la evoca, anche quando per pudore, buon gusto, buon senso ed igiene, sarebbe il caso di astenersene.
I nonni che hanno fatto la resistenza o la Repubblica di Salò non hanno eletto nessuno a loro portavoce, e la loro personale esperienza non si capisce come giustifichi, legittimi, renda più credibile o sensata l'opinione di chicchessia. Perlopiù ci si continua a riempire la bocca di parole malmeditate e concetti mai approfonditi. Si parla di libertà, democrazia, rivoluzione, dittatura, fascismo e chi solitamente esige competenze per poter aprire bocca, è il primo che permette a se stesso di pronunciarsi a cuor leggero su questioni fondanti. Il 25 Aprile è di diritto la sua giornata.
Perchè il 25 Aprile è il giorno del bianco del nero, delle verità confezionate e tagliate con l'accetta, dei vincitori eterni e dei vinti maledetti. Non è il giorno in cui ricordare il compromesso, nè quello in cui si celebrano le intenzioni poco limpide, nè si rimembrano le alternative scartate e le scelte patite. Dal 25 Aprile è bandito il dubbio che forse forse non si sa bene chi abbia vinto in realtà, se la nazione o l'ospite. Guai a parlare di guerra civile, poi, perchè l' "altro" non è un essere umano, figurarsi un cittadino. Il 25 Aprile è il giorno degli italiani, perchè chi non si riconosce nell'ordine che è scaturito dalla "liberazione" non è per definizione italiano. Enunciato perfetto, come è perfetta ogni tautologia, e imperfetta la realtà.
Liberateci davvero, una buona volta, ma dalla retorica del 25 Aprile.
WI


21.04.202508:29
Lo ricorderemo così.
RIP
RIP


03.05.202506:06
Un altro aspetto da osservare quando si ricordano morti considerati di serie b è leggere i commenti social.
Leggete qui, inutile nascondere il nome dal momento che è un post pubblico.
Di fronte ad un francobollo per Ramelli arriva questo signore (e come lui tanti altri) e scrive quello che leggete.
Profilo del soggetto? Una bandiera della Palestina.
Torniamo al discorso di giorni fa, questi oltre che cattivi e irrispettosi sono profondamente ignoranti. Ragionano con le categorie dell'antifascismo. I palestinesi per loro sarebbero i "nuovi partigiani".
Ricordiamo, ancora una volta a costoro che Amin al-Husayni, zio di Arafat, era finanziato proprio da Mussolini e ricevuto da Hitler. Di quale "antifascismo" si parla dunque? Chi ha dato la Palestina ai sionisti?
La complessità delle questioni storiche non sfiorano mai costoro, preferiscono gli slogan preconfezionati dal sistema.
I giovani comunisti pro Palestina sono gli stessi che organizzano il pride o le manifestazioni per il clima. È un fatto.
WI
Leggete qui, inutile nascondere il nome dal momento che è un post pubblico.
Di fronte ad un francobollo per Ramelli arriva questo signore (e come lui tanti altri) e scrive quello che leggete.
Profilo del soggetto? Una bandiera della Palestina.
Torniamo al discorso di giorni fa, questi oltre che cattivi e irrispettosi sono profondamente ignoranti. Ragionano con le categorie dell'antifascismo. I palestinesi per loro sarebbero i "nuovi partigiani".
Ricordiamo, ancora una volta a costoro che Amin al-Husayni, zio di Arafat, era finanziato proprio da Mussolini e ricevuto da Hitler. Di quale "antifascismo" si parla dunque? Chi ha dato la Palestina ai sionisti?
La complessità delle questioni storiche non sfiorano mai costoro, preferiscono gli slogan preconfezionati dal sistema.
I giovani comunisti pro Palestina sono gli stessi che organizzano il pride o le manifestazioni per il clima. È un fatto.
WI


01.05.202518:09
Era il 17 dicembre del 2019 quando Grillo si mascherò, anticipando quello che sarebbe accaduto mesi dopo grazie alla sua creazione al governo.
Per non dimenticare.
WI
Per non dimenticare.
WI
30.04.202504:29
Oggi casualmente ci è ricapitato sotto il naso questo video di uno dei pochissimi contestatori del periodo pandemente.
Ve li ricordate? Quelli che ad un tratto sostennero che l'ostia, su cui dovrebbe fondarsi la loro fede, fosse portatrice di contagio? Quelli che sostituirono l'acqua santa con il gel igienizzante (in molte chiese tutt'ora è così)?
Mentre il Vaticano metteva il lasciapassare per prendere cibo alla caritas, cacciava dal lavoro i dipendenti non sierati e faceva propaganda attraverso il pontefice ("Vaccino atto d'amore").
Mentre il quotidiano dei vescovi "Avvenire" titolava "Impostura novax" a caratteri cubitali nelle sue prime pagine.
La scena negli ultimi secondi di questo video è la fotografia del cattolico medio, lo stesso che in questi giorni si è catapultato a Roma per i funerali di Bergoglio, il Papa "buono", quello sepolto con le scarpe da povero, l'amico degli ultimi.
Certamente.
Amen.
WI
Ve li ricordate? Quelli che ad un tratto sostennero che l'ostia, su cui dovrebbe fondarsi la loro fede, fosse portatrice di contagio? Quelli che sostituirono l'acqua santa con il gel igienizzante (in molte chiese tutt'ora è così)?
Mentre il Vaticano metteva il lasciapassare per prendere cibo alla caritas, cacciava dal lavoro i dipendenti non sierati e faceva propaganda attraverso il pontefice ("Vaccino atto d'amore").
Mentre il quotidiano dei vescovi "Avvenire" titolava "Impostura novax" a caratteri cubitali nelle sue prime pagine.
La scena negli ultimi secondi di questo video è la fotografia del cattolico medio, lo stesso che in questi giorni si è catapultato a Roma per i funerali di Bergoglio, il Papa "buono", quello sepolto con le scarpe da povero, l'amico degli ultimi.
Certamente.
Amen.
WI
27.04.202508:40
"CESSATE IL FUOCO"
Non passa giorno in cui non si sentono appelli di cessate il fuoco verso le guerre in corso, che siano in Ucraina o in Palestina.
Giusto, ma non può bastare il generico "cessate il fuoco". La storia insegna che, quando scoppia una guerra, la semplice sospensione delle ostilità non risolve le problematiche di fondo.
Mentre il cittadino comune, giustamente, vede il dramma umano e desidera la cessazione immediata del conflitto, chi guida una nazione deve considerare dinamiche più complesse e conseguenze a lungo termine. Deve perseguire fino in fondo gli obiettivi strategici delineati ed eliminare le cause strutturali che hanno portato allo scontro.
Riconoscere questa realtà è molto difficile, specialmente quando si contano le vittime. Ma bisogna prendere consapevolezza che le guerre interrotte senza una vera risoluzione hanno portato a conflitti successivi ancora più devastanti.
Un armistizio prematuro che lascia irrisolti i problemi fondamentali diventa poi il terreno fertile per future tensioni, creando cicli di violenza che, nel lungo periodo, causano sofferenze maggiori.
Iniziare un conflitto per poi abbandonarlo a metà, rappresenta il peggiore degli scenari possibili, combinando i costi umani immediati con l'instabilità futura. Pertanto o si ha la determinazione di completare ciò che si inizia e la visione per costruire una pace duratura, altrimenti, meglio non iniziare affatto e scegliere la via diplomatica da principio.
WI
Non passa giorno in cui non si sentono appelli di cessate il fuoco verso le guerre in corso, che siano in Ucraina o in Palestina.
Giusto, ma non può bastare il generico "cessate il fuoco". La storia insegna che, quando scoppia una guerra, la semplice sospensione delle ostilità non risolve le problematiche di fondo.
Mentre il cittadino comune, giustamente, vede il dramma umano e desidera la cessazione immediata del conflitto, chi guida una nazione deve considerare dinamiche più complesse e conseguenze a lungo termine. Deve perseguire fino in fondo gli obiettivi strategici delineati ed eliminare le cause strutturali che hanno portato allo scontro.
Riconoscere questa realtà è molto difficile, specialmente quando si contano le vittime. Ma bisogna prendere consapevolezza che le guerre interrotte senza una vera risoluzione hanno portato a conflitti successivi ancora più devastanti.
Un armistizio prematuro che lascia irrisolti i problemi fondamentali diventa poi il terreno fertile per future tensioni, creando cicli di violenza che, nel lungo periodo, causano sofferenze maggiori.
Iniziare un conflitto per poi abbandonarlo a metà, rappresenta il peggiore degli scenari possibili, combinando i costi umani immediati con l'instabilità futura. Pertanto o si ha la determinazione di completare ciò che si inizia e la visione per costruire una pace duratura, altrimenti, meglio non iniziare affatto e scegliere la via diplomatica da principio.
WI
25.04.202504:15
TOSCANO/DE MARI
Ci hanno inviato un video di uno "scontro" tra Silvana De Mari e Francesco Toscano sulla questione palestinese.
Nessuna novità, è dai tempi della morte di Arrigoni, e ancor prima, che purtroppo si leggono determinate cose da parte della De Mari.
Il fatto è che bisogna smetterla di idolatrare personaggi se hanno una posizione che ci piace (vedi in "pandemia").
Nello specifico del video in questione, si vede la De Mari parlare per venti minuti filati di aborto e cristianesimo per poi finire a minimizzare o peggio negare il genocidio in Palestina.
In area commenti molti si chiedevano come sia possibile sostenere con veemenza che l'interruzione di gravidanza sia equivalente a un genocidio, mentre contemporaneamente si giustificano o minimizzano la morte di bambini innocenti in contesti di guerra.
Malafede?
Probabilmente no. Costei crede davvero a quel che afferma. Sono meccanismi psicologici. Vi è una dissonanza cognitiva selettiva, ovvero quando le proprie convinzioni ideologiche entrano in conflitto con nuove informazioni, si tende ad attivare un meccanismo di difesa psicologica in cui si accettano informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando e svalutando quelle che le contraddicono, creando giustificazioni elaborate per mantenere intatta la propria visione del mondo.
Le posizioni morali diventano così legate a idee politiche, l'accettazione della violenza bellica si inserisce in narrazioni dove la propria "parte" viene sempre giustificata.
Chiaramente tutto ciò mina la credibilità morale di queste persone rendendo evidente che certe posizioni etiche non derivano da principi universali ma da convenienza ideologica.
Osservate nel video la reazione violenta (da minuto 25), la non accettazione di un minimo contraddittorio, lì c'è tutto il meccanismo sopra descritto.
https://www.youtube.com/watch?v=TrMjjWg8y6g
WI
Ci hanno inviato un video di uno "scontro" tra Silvana De Mari e Francesco Toscano sulla questione palestinese.
Nessuna novità, è dai tempi della morte di Arrigoni, e ancor prima, che purtroppo si leggono determinate cose da parte della De Mari.
Il fatto è che bisogna smetterla di idolatrare personaggi se hanno una posizione che ci piace (vedi in "pandemia").
Nello specifico del video in questione, si vede la De Mari parlare per venti minuti filati di aborto e cristianesimo per poi finire a minimizzare o peggio negare il genocidio in Palestina.
In area commenti molti si chiedevano come sia possibile sostenere con veemenza che l'interruzione di gravidanza sia equivalente a un genocidio, mentre contemporaneamente si giustificano o minimizzano la morte di bambini innocenti in contesti di guerra.
Malafede?
Probabilmente no. Costei crede davvero a quel che afferma. Sono meccanismi psicologici. Vi è una dissonanza cognitiva selettiva, ovvero quando le proprie convinzioni ideologiche entrano in conflitto con nuove informazioni, si tende ad attivare un meccanismo di difesa psicologica in cui si accettano informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando e svalutando quelle che le contraddicono, creando giustificazioni elaborate per mantenere intatta la propria visione del mondo.
Le posizioni morali diventano così legate a idee politiche, l'accettazione della violenza bellica si inserisce in narrazioni dove la propria "parte" viene sempre giustificata.
Chiaramente tutto ciò mina la credibilità morale di queste persone rendendo evidente che certe posizioni etiche non derivano da principi universali ma da convenienza ideologica.
Osservate nel video la reazione violenta (da minuto 25), la non accettazione di un minimo contraddittorio, lì c'è tutto il meccanismo sopra descritto.
https://www.youtube.com/watch?v=TrMjjWg8y6g
WI
21.04.202504:03
La gran parte degli adulti non prende sul serio i bambini, li tratta con sufficienza.
"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."
https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."
https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
02.05.202516:46
FERIDA E RAMELLI
Alcune reazioni al ricordo di morti passati come Ferida o Ramelli sono emblematiche.
"Perché ricordate questi e non quegli altri??"
"Allora siete fascisti".
Niente fa fare, non ce la si fa ad uscire da certi schemi.
Perché ricordiamo questi piuttosto che altri? Semplice, degli altri vi parlano ampiamente tutti i libri di scuola, i documentari, migliaia di film. È un bombardamento a tappeto, c'è l'imbarazzo della scelta.
La narrazione ufficiale è quella dei bravi contro i cattivi, cattivi poi sconfitti dai bravi da cui nacque la democrazia.
Siccome le questioni sono più complesse di come ve le presenta la grande macchina propagandistica e non c'è una demarcazione netta tra bene e male come han dipinto, ecco che tocca ricordare quei fatti che possono spingere ad approfondire la storia. Questo significa invitare a riflettere sul fatto che la realtà storica è complessa e non riducibile a semplificazioni che dividono il mondo in "buoni" e "cattivi" assoluti.
Qualcuno parla di "revisionismo". Dovrebbe essere offensiva questa etichetta? Chi ha serie intenzioni di conoscere la storia ha il dovere di approfondire e di revisionare ogni cosa.
I nostri dunque, oltre che dei doverosi ricordi di innocenti dimenticati, sono degli input per approfondire e conoscere i fatti storici, oltre le ideologie, quelle che fanno comodo a lorsignori che tutt'oggi vi parlano di "fascismo" dalla stanza dei bottoni tagliando le gambe a qualsiasi reazione al potere.
WI
Alcune reazioni al ricordo di morti passati come Ferida o Ramelli sono emblematiche.
"Perché ricordate questi e non quegli altri??"
"Allora siete fascisti".
Niente fa fare, non ce la si fa ad uscire da certi schemi.
Perché ricordiamo questi piuttosto che altri? Semplice, degli altri vi parlano ampiamente tutti i libri di scuola, i documentari, migliaia di film. È un bombardamento a tappeto, c'è l'imbarazzo della scelta.
La narrazione ufficiale è quella dei bravi contro i cattivi, cattivi poi sconfitti dai bravi da cui nacque la democrazia.
Siccome le questioni sono più complesse di come ve le presenta la grande macchina propagandistica e non c'è una demarcazione netta tra bene e male come han dipinto, ecco che tocca ricordare quei fatti che possono spingere ad approfondire la storia. Questo significa invitare a riflettere sul fatto che la realtà storica è complessa e non riducibile a semplificazioni che dividono il mondo in "buoni" e "cattivi" assoluti.
Qualcuno parla di "revisionismo". Dovrebbe essere offensiva questa etichetta? Chi ha serie intenzioni di conoscere la storia ha il dovere di approfondire e di revisionare ogni cosa.
I nostri dunque, oltre che dei doverosi ricordi di innocenti dimenticati, sono degli input per approfondire e conoscere i fatti storici, oltre le ideologie, quelle che fanno comodo a lorsignori che tutt'oggi vi parlano di "fascismo" dalla stanza dei bottoni tagliando le gambe a qualsiasi reazione al potere.
WI
01.05.202507:50
1 Maggio
La Festa del Lavoro sia innanzitutto una festa DAL lavoro.
Il lavoro moderno - catena di profitto, schiavo dell'economia e del capitale, strumento di sfruttamento dei deboli e perpetuazione dello status quo tramite ricatto economico - NON è emancipazione né realizzazione personale.
Il culto del lavoro è la malattia della modernità: il sistema economico capitalistico ne ha fatto la sua ossessione vuota.
Il Primo Maggio, giorno del concertone con "artisti" del calibro di Elodie, in cui sfilano i sindacati che avallavano il green pass, rifiutiamo la retorica tossica del "lavoro che nobilita". Celebriamo invece il tempo di qualità, l'azione libera e disinteressata, la dignità dell'autosufficienza.
WI
La Festa del Lavoro sia innanzitutto una festa DAL lavoro.
Il lavoro moderno - catena di profitto, schiavo dell'economia e del capitale, strumento di sfruttamento dei deboli e perpetuazione dello status quo tramite ricatto economico - NON è emancipazione né realizzazione personale.
Il culto del lavoro è la malattia della modernità: il sistema economico capitalistico ne ha fatto la sua ossessione vuota.
Il Primo Maggio, giorno del concertone con "artisti" del calibro di Elodie, in cui sfilano i sindacati che avallavano il green pass, rifiutiamo la retorica tossica del "lavoro che nobilita". Celebriamo invece il tempo di qualità, l'azione libera e disinteressata, la dignità dell'autosufficienza.
WI
28.04.202519:15
THE EXPERIMENT
"The Experiment" di Oliver Hirschbiegel è un film su uno degli esperimenti psicologici più controversi della storia, il celebre "Esperimento carcerario di Stanford" condotto dal Professor Philip Zimbardo nel 1971.
In breve, 24 studenti universitari, definiti mentalmente sani, furono selezionati e assegnati casualmente ai ruoli di "guardie" o "prigionieri" in un carcere simulato allestito nel seminterrato del dipartimento di psicologia di Stanford.
Ciò che doveva essere uno studio di due settimane venne interrotto drasticamente dopo soli sei giorni. Le "guardie" iniziarono rapidamente ad abusare del loro potere, imponendo regole umilianti e utilizzando punizioni psicologiche severe. I "prigionieri", dal canto loro, manifestarono segni di forte stress, depressione e sottomissione.
"The Experiment" portò sullo schermo proprio questa drammatica trasformazione psicologica, evidenziando la potenza dei contesti sociali nel plasmare l'identità e le azioni individuali.
La regia di Hirschbiegel è caratterizzata da inquadrature claustrofobiche e una fotografia che diventa progressivamente più cupa, riflettendo il deterioramento psicologico dei personaggi.
Esistono altri film sul medesimo esperimento, ma questo del 2001 ci sembra il più riuscito in quanto capace di creare un'atmosfera di crescente tensione grazie anche ad alcune interpretazioni intense, in particolare dello spietato Berus (Justus von Dohnányi) nel ruolo di una guardia carceraria.
Un ritratto inquietante di come l'autorità possa corrompere la psiche umana.
WI
"The Experiment" di Oliver Hirschbiegel è un film su uno degli esperimenti psicologici più controversi della storia, il celebre "Esperimento carcerario di Stanford" condotto dal Professor Philip Zimbardo nel 1971.
In breve, 24 studenti universitari, definiti mentalmente sani, furono selezionati e assegnati casualmente ai ruoli di "guardie" o "prigionieri" in un carcere simulato allestito nel seminterrato del dipartimento di psicologia di Stanford.
Ciò che doveva essere uno studio di due settimane venne interrotto drasticamente dopo soli sei giorni. Le "guardie" iniziarono rapidamente ad abusare del loro potere, imponendo regole umilianti e utilizzando punizioni psicologiche severe. I "prigionieri", dal canto loro, manifestarono segni di forte stress, depressione e sottomissione.
"The Experiment" portò sullo schermo proprio questa drammatica trasformazione psicologica, evidenziando la potenza dei contesti sociali nel plasmare l'identità e le azioni individuali.
La regia di Hirschbiegel è caratterizzata da inquadrature claustrofobiche e una fotografia che diventa progressivamente più cupa, riflettendo il deterioramento psicologico dei personaggi.
Esistono altri film sul medesimo esperimento, ma questo del 2001 ci sembra il più riuscito in quanto capace di creare un'atmosfera di crescente tensione grazie anche ad alcune interpretazioni intense, in particolare dello spietato Berus (Justus von Dohnányi) nel ruolo di una guardia carceraria.
Un ritratto inquietante di come l'autorità possa corrompere la psiche umana.
WI
26.04.202510:39
Gli algoritmi offrono soluzioni al disagio psicologico che grava su quest’epoca, illudono di poter diventare milionari lavorando da casa e se non ci si riesce, si può sempre comprare da milionari grazie a Temu.
https://www.weltanschauung.info/2025/04/sublimazione-libidica.html?m=1
https://www.weltanschauung.info/2025/04/sublimazione-libidica.html?m=1
22.04.202504:16
BERGOGLIO E LA COMUNICAZIONE
In merito alla scomparsa di Bergoglio vorremmo sottolineare un aspetto: la comunicazione.
Sin dal primo giorno è stato evidente come in Vaticano abbiano voluto dare una immagine di "apertura" verso tante tematiche del mondo liberal-progressista, tanto è vero che questo è stato uno dei pontefici più amati dai non cattolici, apprezzato persino dagli atei.
Si è prestato sin da subito all'ambiguità. Laddove c'era bisogno di sostenere determinate posizioni del potere, il Papa arrivava puntuale con una dichiarazione d'appoggio, dall'immigrazionismo, al mondo lgbtq#+&, al vaccinismo.
Le sue affermazioni, riportate dalla stampa, sembravano sempre sposare le tematiche sopracitate, se poi si approfondiva nelle encicliche però le cose erano trattate diversamente.
Quando si faceva notare tale ambiguità arrivavano subito quelli che ci tenevano a sottolineare come in realtà le sue parole venivano manipolate dai media.
Falso, se fosse stato così, almeno una volta sarebbe intervenuto spiegando di essere stato strumentalizzato o frainteso, invece non è mai accaduto. Prova del fatto che era una strategia comunicativa voluta.
In pubblico bisognava dare sempre l'immagine del Papa progredito, in rottura col passato, quello del "chi sono io per giudicare", per adescare nuovi adepti in epoca di secolarizzazione avanzata.
Mai una posizione mediaticamente chiara, sempre volutamente ambiguo, accondiscendente, compiacente. Ribadiamo, tutto studiato per allargare consensi e stare con due piedi in una scarpa.
Per non parlare dell'allineamento in periodo pandemico, con il lasciapassare istituto persino alla Caritas per mangiare, oltre alle grottesche dichiarazioni sui sieri come atto d'amore.
E ci sarebbero tante altre questioni, anche più sottili, su cui soffermarsi per giudicare il suo operato ma meriterebbero approfondimenti.
Se n'è andato un grande complice dei poteri forti, un Papa che si è prestato a dare una immagine più "progredita" della Chiesa Cattolica, con risultati alterni.
Non se ne sentirà la mancanza.
Avanti con la prossima strategia vaticana, in cerca dei consensi perduti.
WI
In merito alla scomparsa di Bergoglio vorremmo sottolineare un aspetto: la comunicazione.
Sin dal primo giorno è stato evidente come in Vaticano abbiano voluto dare una immagine di "apertura" verso tante tematiche del mondo liberal-progressista, tanto è vero che questo è stato uno dei pontefici più amati dai non cattolici, apprezzato persino dagli atei.
Si è prestato sin da subito all'ambiguità. Laddove c'era bisogno di sostenere determinate posizioni del potere, il Papa arrivava puntuale con una dichiarazione d'appoggio, dall'immigrazionismo, al mondo lgbtq#+&, al vaccinismo.
Le sue affermazioni, riportate dalla stampa, sembravano sempre sposare le tematiche sopracitate, se poi si approfondiva nelle encicliche però le cose erano trattate diversamente.
Quando si faceva notare tale ambiguità arrivavano subito quelli che ci tenevano a sottolineare come in realtà le sue parole venivano manipolate dai media.
Falso, se fosse stato così, almeno una volta sarebbe intervenuto spiegando di essere stato strumentalizzato o frainteso, invece non è mai accaduto. Prova del fatto che era una strategia comunicativa voluta.
In pubblico bisognava dare sempre l'immagine del Papa progredito, in rottura col passato, quello del "chi sono io per giudicare", per adescare nuovi adepti in epoca di secolarizzazione avanzata.
Mai una posizione mediaticamente chiara, sempre volutamente ambiguo, accondiscendente, compiacente. Ribadiamo, tutto studiato per allargare consensi e stare con due piedi in una scarpa.
Per non parlare dell'allineamento in periodo pandemico, con il lasciapassare istituto persino alla Caritas per mangiare, oltre alle grottesche dichiarazioni sui sieri come atto d'amore.
E ci sarebbero tante altre questioni, anche più sottili, su cui soffermarsi per giudicare il suo operato ma meriterebbero approfondimenti.
Se n'è andato un grande complice dei poteri forti, un Papa che si è prestato a dare una immagine più "progredita" della Chiesa Cattolica, con risultati alterni.
Non se ne sentirà la mancanza.
Avanti con la prossima strategia vaticana, in cerca dei consensi perduti.
WI
20.04.202510:54
Auguri pasquali, immagini di colombe, uova colorate e pranzi in famiglia: "Buona Pasqua!".
Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.
Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.
Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.
Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.
WI
Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.
Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.
Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.
Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.
WI
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