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07.05.202517:58
🇪🇺🇷🇺 L’Estonia impedisce al primo ministro slovacco di attraversare il proprio spazio per recarsi a Mosca
Robert Fico, intenzionato a raggiungere Mosca per le celebrazioni dell’80esimo anniversario della Vittoria della Grande Guerra Patriottica del 9 maggio, ha definito il divieto delle autorità estoni un consapevole tentativo consapevole di compromettere il suo viaggio in Russia, aggiungendo che verrà trovato un percorso alternativo.
Oggi il presidente della Serbia, a causa agli analoghi divieti di Lituania e Lettonia, per raggiungere Mosca ha effettuato uno scalo in Azerbaigian “per ragioni di sicurezza”. Nel corso di tutta la giornata, infatti, gli aeroporti della capitale russa hanno funzionato a singhiozzo a causa dei ripetuti allarmi dovuti ai numerosi droni ucraini lanciati verso Mosca. La scorsa notte la difesa aerea russa ha dovuto fare i conti con uno dei più grandi attacchi di droni ucraini nelle ultime settimane, intercettando 524 veicoli pilotati da remoto. I lanci dei droni sono proseguiti nel corso di tutta la giornata, anche al fine di ostacolare l’arrivo delle delegazioni straniere a Mosca.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha definito “vergognoso” il tentativo dei paesi dell’UE di impedire agli aerei dei leader europei di raggiungere Mosca per le celebrazioni del 9 maggio.
Robert Fico, intenzionato a raggiungere Mosca per le celebrazioni dell’80esimo anniversario della Vittoria della Grande Guerra Patriottica del 9 maggio, ha definito il divieto delle autorità estoni un consapevole tentativo consapevole di compromettere il suo viaggio in Russia, aggiungendo che verrà trovato un percorso alternativo.
Oggi il presidente della Serbia, a causa agli analoghi divieti di Lituania e Lettonia, per raggiungere Mosca ha effettuato uno scalo in Azerbaigian “per ragioni di sicurezza”. Nel corso di tutta la giornata, infatti, gli aeroporti della capitale russa hanno funzionato a singhiozzo a causa dei ripetuti allarmi dovuti ai numerosi droni ucraini lanciati verso Mosca. La scorsa notte la difesa aerea russa ha dovuto fare i conti con uno dei più grandi attacchi di droni ucraini nelle ultime settimane, intercettando 524 veicoli pilotati da remoto. I lanci dei droni sono proseguiti nel corso di tutta la giornata, anche al fine di ostacolare l’arrivo delle delegazioni straniere a Mosca.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha definito “vergognoso” il tentativo dei paesi dell’UE di impedire agli aerei dei leader europei di raggiungere Mosca per le celebrazioni del 9 maggio.






+3
05.05.202513:47
Donbass - I fiori e le foglie verdi delle betulle del giardino nel cuore del Monastero di Nikolskoe, accanto ad Ugledar, nascondono e quasi fanno dimenticare le tracce dei violenti bombardamenti terminati da pochi mesi, durati oltre due anni e mezzo. I monaci, tra una messa e l’altra, ogni giorno ripuliscono i vicoli e le aiuole dalle macerie.
Davanti all’ingresso dell’ala dell’edificio che ospitava le monache incontro una decina di ragazzi, armati di secchi e pale. Si tratta di un gruppo di studenti della MGIMO (l'Università statale di Mosca per le relazioni internazionali) che, al posto della classica grigliata fuori porta, hanno scelto di trascorrere le feste di inizio maggio dando una mano in Donbass.
Il loro compito è quello di rimuovere le macerie dal seminterrato in cui all’inizio del conflitto era allestita la camerata per le monache. L’edificio era stato colpito da sei razzi lanciati (senza logica militare) dagli Himars americani. A causa di quell’attacco in quei locali rimase uccisa una suora, un bilancio estremamente ridotto considerando che all’interno si trovavano diverse decine di monache e monaci.
Padre Igor, che ha accompagnato il gruppo di studenti in questo viaggio, sottolinea che sono stati proprio i giovani a proporre questa esperienza. “Questi ragazzi studiano per diventare i diplomatici o i ministri di domani, fa piacere vedere che rimangano umili. Alcuni parlano quattro o cinque lingue, uno di loro ne conosce addirittura dodici. Insieme stanno rimuovendo macerie e rottami, sporcandosi e respirando polvere, ma sono felici di essere qui”, spiega il parroco della Chiesa dell’Università.
Tra gli studenti si sente parlare inglese: due ragazzi provengono dal Brasile: uno di loro ha solo 18 anni, mentre il secondo sta conseguendo la sua terza laurea. Padre Igor spiega che desideravano fortemente vedere coi loro occhi quello che succede da queste parti: “quando arrivano qua, oltre a dare una mano, capiscono cos’è e com’è la Russia, quella vera”.
L’idea di partire per portare aiuti e solidarietà in Donbass appartiene a Lada, l’unica ragazza del gruppo. Nonostante i suoi 23 anni ed un’iniziale espressione timida in volto, è lei la colonna portante della compagnia. All’età di sei anni è emigrata in Spagna con i genitori, ma ha sempre sognato di tornare a casa, in quella Russia che non ha mai smesso di amare. E lo ha fatto appena finite le superiori alle Canarie, trasferendosi a Mosca per studiare giornalismo.
“È il mio settimo viaggio in Donbass, voglio aiutare il mio Paese”, afferma la ragazza. In questi anni ha svolto volontariato a Mariupol aiutando gli sfollati, successivamente ha seguito corsi di infermieristica, raggiungendo più volte gli ospedali della regione per assistere i feriti.
“Molti, quando vengono in Donbass la prima volta, non sanno cosa aspettarsi, a volte è pericoloso, quando vicino cadono le bombe. Una volta hanno colpito l’ospedale dove lavoravo. Ho avuto paura, ma poi ho visto che le persone proseguivano a fare il loro lavoro e ho pensato che dovevo essere all’altezza”. Lada, nonostante i rischi e le difficoltà, prosegue con determinazione ad aiutare la sua gente.
Per qualcuno è la prima esperienza in Donbass, altri hanno già contribuito a riparare i tetti danneggiati degli abitanti di Avdeevka.
Georgij ha 18 anni, viene dal Brasile. In sei mesi alla MGIMO ha imparato a parlare un discreto russo. Per lui la possibilità di partecipare a questo viaggio è il regalo più grande per il suo imminente compleanno.
“Ho radici russe, anche se purtroppo la mia famiglia nel tempo ha perso la conoscenza della lingua, allontanandosi dalla religione. Ho sempre amato la Russia, sentivo che dovevo tornare alle origini, riscoprirne la cultura, sentivo che dovevo tornare qua. E qui mi sento a casa”, spiega il ragazzo con un leggero accento portoghese.
Alcuni dei suoi amici si trovano sul fronte, altri vengono in Donbass per aiutare la popolazione. “Avrei provato vergogna a rimanere a Mosca, sapendo che i miei fratelli e le mie sorelle sono qui a rimboccarsi le maniche”, afferma Georgij.
Davanti all’ingresso dell’ala dell’edificio che ospitava le monache incontro una decina di ragazzi, armati di secchi e pale. Si tratta di un gruppo di studenti della MGIMO (l'Università statale di Mosca per le relazioni internazionali) che, al posto della classica grigliata fuori porta, hanno scelto di trascorrere le feste di inizio maggio dando una mano in Donbass.
Il loro compito è quello di rimuovere le macerie dal seminterrato in cui all’inizio del conflitto era allestita la camerata per le monache. L’edificio era stato colpito da sei razzi lanciati (senza logica militare) dagli Himars americani. A causa di quell’attacco in quei locali rimase uccisa una suora, un bilancio estremamente ridotto considerando che all’interno si trovavano diverse decine di monache e monaci.
Padre Igor, che ha accompagnato il gruppo di studenti in questo viaggio, sottolinea che sono stati proprio i giovani a proporre questa esperienza. “Questi ragazzi studiano per diventare i diplomatici o i ministri di domani, fa piacere vedere che rimangano umili. Alcuni parlano quattro o cinque lingue, uno di loro ne conosce addirittura dodici. Insieme stanno rimuovendo macerie e rottami, sporcandosi e respirando polvere, ma sono felici di essere qui”, spiega il parroco della Chiesa dell’Università.
Tra gli studenti si sente parlare inglese: due ragazzi provengono dal Brasile: uno di loro ha solo 18 anni, mentre il secondo sta conseguendo la sua terza laurea. Padre Igor spiega che desideravano fortemente vedere coi loro occhi quello che succede da queste parti: “quando arrivano qua, oltre a dare una mano, capiscono cos’è e com’è la Russia, quella vera”.
L’idea di partire per portare aiuti e solidarietà in Donbass appartiene a Lada, l’unica ragazza del gruppo. Nonostante i suoi 23 anni ed un’iniziale espressione timida in volto, è lei la colonna portante della compagnia. All’età di sei anni è emigrata in Spagna con i genitori, ma ha sempre sognato di tornare a casa, in quella Russia che non ha mai smesso di amare. E lo ha fatto appena finite le superiori alle Canarie, trasferendosi a Mosca per studiare giornalismo.
“È il mio settimo viaggio in Donbass, voglio aiutare il mio Paese”, afferma la ragazza. In questi anni ha svolto volontariato a Mariupol aiutando gli sfollati, successivamente ha seguito corsi di infermieristica, raggiungendo più volte gli ospedali della regione per assistere i feriti.
“Molti, quando vengono in Donbass la prima volta, non sanno cosa aspettarsi, a volte è pericoloso, quando vicino cadono le bombe. Una volta hanno colpito l’ospedale dove lavoravo. Ho avuto paura, ma poi ho visto che le persone proseguivano a fare il loro lavoro e ho pensato che dovevo essere all’altezza”. Lada, nonostante i rischi e le difficoltà, prosegue con determinazione ad aiutare la sua gente.
Per qualcuno è la prima esperienza in Donbass, altri hanno già contribuito a riparare i tetti danneggiati degli abitanti di Avdeevka.
Georgij ha 18 anni, viene dal Brasile. In sei mesi alla MGIMO ha imparato a parlare un discreto russo. Per lui la possibilità di partecipare a questo viaggio è il regalo più grande per il suo imminente compleanno.
“Ho radici russe, anche se purtroppo la mia famiglia nel tempo ha perso la conoscenza della lingua, allontanandosi dalla religione. Ho sempre amato la Russia, sentivo che dovevo tornare alle origini, riscoprirne la cultura, sentivo che dovevo tornare qua. E qui mi sento a casa”, spiega il ragazzo con un leggero accento portoghese.
Alcuni dei suoi amici si trovano sul fronte, altri vengono in Donbass per aiutare la popolazione. “Avrei provato vergogna a rimanere a Mosca, sapendo che i miei fratelli e le mie sorelle sono qui a rimboccarsi le maniche”, afferma Georgij.
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La terza ROMA



03.05.202517:43
Zelensky ha respinto la proposta di Putin sulla tregua per il 9 maggio.
▪️Zelensky (la scelta della foto non è a caso) ha rifiutato la tregua proposta da Putin, ciò era ampiamente prevedibile, come è prevedibile che cercherà di provocare la Russia, proprio nei giorni dei festeggiamenti della vittoria.
▪️Zelensky ha chiesto un cessate il fuoco di trenta giorni, che la Russia non ha motivo di accettare vista la situazione sul campo di battaglia. Putin lo ha detto fin dall'inizio, che accetterà di fermare la guerra, solo in modo definitivo e duraturo.
▪️Zelensky ha anche detto che l'Ucraina non può garantire la sicurezza dei leaders che parteciperanno alla parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa. Ma sono minacce di poco conto, oltre a non avere le capacità di disturbare la parata, chiunque è cosciente che la reazione russa a un attacco su Mosca il 9 maggio, avrebbe conseguenze enormi.
https://t.me/terzaroma
▪️Zelensky (la scelta della foto non è a caso) ha rifiutato la tregua proposta da Putin, ciò era ampiamente prevedibile, come è prevedibile che cercherà di provocare la Russia, proprio nei giorni dei festeggiamenti della vittoria.
▪️Zelensky ha chiesto un cessate il fuoco di trenta giorni, che la Russia non ha motivo di accettare vista la situazione sul campo di battaglia. Putin lo ha detto fin dall'inizio, che accetterà di fermare la guerra, solo in modo definitivo e duraturo.
▪️Zelensky ha anche detto che l'Ucraina non può garantire la sicurezza dei leaders che parteciperanno alla parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa. Ma sono minacce di poco conto, oltre a non avere le capacità di disturbare la parata, chiunque è cosciente che la reazione russa a un attacco su Mosca il 9 maggio, avrebbe conseguenze enormi.
https://t.me/terzaroma
19.04.202514:04
❗️Vladimir Putin ha annunciato la “Tregua di Pasqua” dalle 18:00 del 19 aprile alle 00:00 del 21 aprile.
Nel Donbass prima del febbraio del 2022, in vista delle festività religiose e di situazione particolari, spesso venivano accordate tregue che, però, raramente venivano rispettate. In occasione di queste ricorrenze a Donetsk e dintorni, nonostante i buoni propositi, si è sempre percepita una particolare tensione. E la Pasqua di quest’anno non è un’eccezione, nonostante il fronte si sempre più lontano dalla città.
Nel Donbass prima del febbraio del 2022, in vista delle festività religiose e di situazione particolari, spesso venivano accordate tregue che, però, raramente venivano rispettate. In occasione di queste ricorrenze a Donetsk e dintorni, nonostante i buoni propositi, si è sempre percepita una particolare tensione. E la Pasqua di quest’anno non è un’eccezione, nonostante il fronte si sempre più lontano dalla città.




05.05.202517:24
L’esercito ucraino tenta una nuova avanzata nella regione di Kursk
Le Forze armate ucraine, dopo essere state respinte dai territori che avevano controllato per mesi nella regione russa di Kursk, provano a tornare all’attacco nei pressi di Tyotkino. Secondo diversi analisti militari russi, l’esercito di Kiev ha dapprima attaccato i ponti nelle retrovie russe per poi coinvolgere circa 250 soldati in due diverse ondate nel tentativo di ottenere il controllo di Tyotkino, villaggio sul confine con l’Ucraina.
Diversi canali telegram russi hanno pubblicato le immagini della distruzione di veicoli ucraini per lo sminamento e corazzati da trasporto truppe. Gli attacchi sono stati respinti.
✍️ RangeloniNews
Le Forze armate ucraine, dopo essere state respinte dai territori che avevano controllato per mesi nella regione russa di Kursk, provano a tornare all’attacco nei pressi di Tyotkino. Secondo diversi analisti militari russi, l’esercito di Kiev ha dapprima attaccato i ponti nelle retrovie russe per poi coinvolgere circa 250 soldati in due diverse ondate nel tentativo di ottenere il controllo di Tyotkino, villaggio sul confine con l’Ucraina.
Diversi canali telegram russi hanno pubblicato le immagini della distruzione di veicoli ucraini per lo sminamento e corazzati da trasporto truppe. Gli attacchi sono stati respinti.
✍️ RangeloniNews
06.05.202507:48
🇷🇺 Mosca, 2010, Forze armate d’Ucraina sfilano lungo la Piazza Rossa alla parata della Vittoria.
🇬🇧 Londra, 2025, Forze armate d’Ucraina sfilano sul letame di cavallo, mentre Zelensky minaccia di poter colpire la parata di Mosca.
✍️ RangeloniNews
🇬🇧 Londra, 2025, Forze armate d’Ucraina sfilano sul letame di cavallo, mentre Zelensky minaccia di poter colpire la parata di Mosca.
✍️ RangeloniNews




25.04.202515:13
🇺🇸🇷🇺 Russia, figlio del vicedirettore della CIA morto nelle trincee del fronte ucraino
Michael Gloss, cittadino americano e figlio del vicedirettore della CIA Juliane Gallina Gloss e di Larry Gloss, veterano della Marina degli Stati Uniti e capo della Security Information Systems (società che sviluppa software per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti), ha perso la vita sul fronte del Donbass, combattendo tra le fila dell’esercito russo. Secondo i giornalisti di iStories, che hanno ricostruito le circostanze, Gloss sarebbe rimasto ucciso il 4 aprile del 2024, all’età di 21 anni.
Michael si è unito all'esercito russo nel 2023 dopo aver viaggiato per diversi mesi in giro per il mondo, dopo aver abbandonato il college. Prima di raggiungere Mosca era stato in Italia, poi in Israele, dove è stato deportato. Ha trascorso i mesi successivi in Turchia facendo volontariato aiutando le vittime del terremoto. Secondo un amico del ragazzo contattato da iStories, Gloss "parlava sempre di rovine e oscurità, povertà e collasso delle civiltà” ed era convinto che “l'egemonia occidentale stava volgendo al termine e che i BRICS avrebbero preso il suo posto”.
Avrebbe raggiunto la Russia perché voleva ottenerne la cittadinanza ma anche in quanto “molto arrabbiato” con il suo Paese per quello che accadeva in Palestina. In questo modo avrebbe potuto combattere contro gli Stati Uniti.
Gloss è arrivato in Russia nell'agosto 2023 e poco tempo dopo, il 5 settembre, avrebbe deciso di arruolarsi nell’esercito russo, venendo assegnato al 137esimo reggimento delle forze aviotrasportate. A dicembre finisce sul fronte di Soledar. Dopo qualche mese, il 4 aprile, è rimasto ucciso, mentre il suo funerale ha avuto luogo negli Stati Uniti otto mesi dopo, il 21 dicembre 2024.
✍️ RangeloniNews
Michael Gloss, cittadino americano e figlio del vicedirettore della CIA Juliane Gallina Gloss e di Larry Gloss, veterano della Marina degli Stati Uniti e capo della Security Information Systems (società che sviluppa software per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti), ha perso la vita sul fronte del Donbass, combattendo tra le fila dell’esercito russo. Secondo i giornalisti di iStories, che hanno ricostruito le circostanze, Gloss sarebbe rimasto ucciso il 4 aprile del 2024, all’età di 21 anni.
Michael si è unito all'esercito russo nel 2023 dopo aver viaggiato per diversi mesi in giro per il mondo, dopo aver abbandonato il college. Prima di raggiungere Mosca era stato in Italia, poi in Israele, dove è stato deportato. Ha trascorso i mesi successivi in Turchia facendo volontariato aiutando le vittime del terremoto. Secondo un amico del ragazzo contattato da iStories, Gloss "parlava sempre di rovine e oscurità, povertà e collasso delle civiltà” ed era convinto che “l'egemonia occidentale stava volgendo al termine e che i BRICS avrebbero preso il suo posto”.
Avrebbe raggiunto la Russia perché voleva ottenerne la cittadinanza ma anche in quanto “molto arrabbiato” con il suo Paese per quello che accadeva in Palestina. In questo modo avrebbe potuto combattere contro gli Stati Uniti.
Gloss è arrivato in Russia nell'agosto 2023 e poco tempo dopo, il 5 settembre, avrebbe deciso di arruolarsi nell’esercito russo, venendo assegnato al 137esimo reggimento delle forze aviotrasportate. A dicembre finisce sul fronte di Soledar. Dopo qualche mese, il 4 aprile, è rimasto ucciso, mentre il suo funerale ha avuto luogo negli Stati Uniti otto mesi dopo, il 21 dicembre 2024.
✍️ RangeloniNews




26.04.202509:19
Oggi mi hanno segnalato di essere stato preso di mira da tal David Puente. Dicono sia un “fact-checker”, ossia uno di quelli che decidono cosa si possa leggere e cosa no su internet.
Mi ha dedicato una specie di articolo su “Open”, che fa parte della International Fact-Checking Network (IFCN), rete finanziata dal Dipartimento di Stato americano, dalla National Endowment for Democracy (NED) e dalla Open Society Foundations di George Soros.
Ovviamente il “fact-Checker indipendente” (dicono che è possibile definirsi indipendenti solo se lavori per gli interessi di Soros, mentre se il tuo lavoro non collima con le loro idee diventi automaticamente “propagandista”) come prima cosa, mi ha accusato di “diffondere diverse narrazioni false riconducibili alla propaganda del Cremlino sul conflitto in Ucraina, in particolare su quanto accaduto nel Donbass e a Odessa”.
Mi viene contestato un collage di post e considerazioni (mie e di terzi) su Facebook, facendone un minestrone.
Puente, come un vero tuttologo, vedendo solo ciò che vuole, afferma che “sul Donbass viene proposta la narrazione del Cremlino senza specificare come era realmente iniziato il conflitto” (Se qualcuno ha idea di come fargli recapitare il mio libro “Donbass, le mie cronache di guerra”, forse potrebbe scoprire qualcosa di nuovo anche sulle origini del conflitto).
Nel suo “debunking” tutto ciò che accade è colpa della propaganda russa. Ad esempio, nel 2014, a Kiev “non ci fu alcun colpo di Stato”. Secondo Puente “si è trattato di una rivoluzione” dove il “popolo ucraino” si era sollevato “in modo civile contro il governo di Viktor Janukovyč. I 42 morti del 2 maggio ad Odessa? Furono una conseguenza della “propaganda russa”, mica dell’assalto dei sostenitori del Maidan.
Inoltre i miei dati biografici vengono presi dal dossier zeppo di insinuazioni ed errori dei loro “colleghi” di RSF, senza prendersi la briga di approfondire o ricercare la verità alla fonte (magari facendomi qualche domanda).
Parallelamente, ieri, su Facebook mi è giunta una notifica legata ad un post del 2016 sulla strage di Odessa, in cui i fact-checker “indipendenti” di Open, basandosi su un’interpretazione di alcuni passaggi della sentenza della CEDU del marzo 2025, sostengono che contenga “notizie false” e per questa ragione i miei post “potrebbero essere spostati più in basso nella sezione notizie, in modo che sia meno probabile che gli altri li vedano”.
Mi ha dedicato una specie di articolo su “Open”, che fa parte della International Fact-Checking Network (IFCN), rete finanziata dal Dipartimento di Stato americano, dalla National Endowment for Democracy (NED) e dalla Open Society Foundations di George Soros.
Ovviamente il “fact-Checker indipendente” (dicono che è possibile definirsi indipendenti solo se lavori per gli interessi di Soros, mentre se il tuo lavoro non collima con le loro idee diventi automaticamente “propagandista”) come prima cosa, mi ha accusato di “diffondere diverse narrazioni false riconducibili alla propaganda del Cremlino sul conflitto in Ucraina, in particolare su quanto accaduto nel Donbass e a Odessa”.
Mi viene contestato un collage di post e considerazioni (mie e di terzi) su Facebook, facendone un minestrone.
Puente, come un vero tuttologo, vedendo solo ciò che vuole, afferma che “sul Donbass viene proposta la narrazione del Cremlino senza specificare come era realmente iniziato il conflitto” (Se qualcuno ha idea di come fargli recapitare il mio libro “Donbass, le mie cronache di guerra”, forse potrebbe scoprire qualcosa di nuovo anche sulle origini del conflitto).
Nel suo “debunking” tutto ciò che accade è colpa della propaganda russa. Ad esempio, nel 2014, a Kiev “non ci fu alcun colpo di Stato”. Secondo Puente “si è trattato di una rivoluzione” dove il “popolo ucraino” si era sollevato “in modo civile contro il governo di Viktor Janukovyč. I 42 morti del 2 maggio ad Odessa? Furono una conseguenza della “propaganda russa”, mica dell’assalto dei sostenitori del Maidan.
Inoltre i miei dati biografici vengono presi dal dossier zeppo di insinuazioni ed errori dei loro “colleghi” di RSF, senza prendersi la briga di approfondire o ricercare la verità alla fonte (magari facendomi qualche domanda).
Parallelamente, ieri, su Facebook mi è giunta una notifica legata ad un post del 2016 sulla strage di Odessa, in cui i fact-checker “indipendenti” di Open, basandosi su un’interpretazione di alcuni passaggi della sentenza della CEDU del marzo 2025, sostengono che contenga “notizie false” e per questa ragione i miei post “potrebbero essere spostati più in basso nella sezione notizie, in modo che sia meno probabile che gli altri li vedano”.


28.04.202509:46
🇷🇺🇰🇵 Nordcoreani in Russia - Il Ministero della Difesa russo ha pubblicato per la prima volta delle immagini dell'addestramento delle truppe nordcoreane che hanno combattuto nella regione di Kursk.
Ieri Mosca ha confermato ufficialmente per la prima volta la presenza dei soldati di Pyongyang nel corso delle battaglie per la liberazione della regione russa di Kursk.
Non è stato reso noto quanti soldati nordcoreani abbiano preso parte all’offensiva russa ma dalle immagini si può constatare che si tratta di uomini già ben addestrati. L’esperienza di Kursk, più che per la Russia, è servita sicuramente agli ufficiali di Pyongyang, una sorta di tirocinio per acquisire esperienza in un conflitto che ha rivoluzionato la natura della guerra e del modo di combattere.
Ieri Mosca ha confermato ufficialmente per la prima volta la presenza dei soldati di Pyongyang nel corso delle battaglie per la liberazione della regione russa di Kursk.
Non è stato reso noto quanti soldati nordcoreani abbiano preso parte all’offensiva russa ma dalle immagini si può constatare che si tratta di uomini già ben addestrati. L’esperienza di Kursk, più che per la Russia, è servita sicuramente agli ufficiali di Pyongyang, una sorta di tirocinio per acquisire esperienza in un conflitto che ha rivoluzionato la natura della guerra e del modo di combattere.


01.05.202509:12
Droni ucraini sul mercato, almeno 7 morti nella regione di Kherson
Alle 9:30 di oggi, il mercato centrale di Alyoshki, cittadina della regione di Kherson sulla sponda del Dniepr sotto controllo russo, è stato attaccato da droni ucraini. Il governatore della regione di Kherson Vladimir Saldo ha riferito che sono rimaste uccise almeno 7 persone, altre 20 hanno riportato ferite.
✍️ RangeloniNews
Alle 9:30 di oggi, il mercato centrale di Alyoshki, cittadina della regione di Kherson sulla sponda del Dniepr sotto controllo russo, è stato attaccato da droni ucraini. Il governatore della regione di Kherson Vladimir Saldo ha riferito che sono rimaste uccise almeno 7 persone, altre 20 hanno riportato ferite.
✍️ RangeloniNews
06.05.202517:12
🛸Russia, intercettati altri 13 droni ucraini dopo i 105 della scorsa notte
La difesa aerea - come riportato dal Ministero della Difesa russo - questo pomeriggio ha intercettato e distrutto 13 droni ucraini diretti verso la capitale: 11 droni sono stati intercettati nelle regioni di Kaluga e Tula, mentre altri due sono stati neutralizzati nella regione di Mosca.
La scorsa notte la difesa aerea russa aveva distrutto 105 droni ucraini, di cui 19 nella regione di Mosca, costringendo alla chiusura temporanea degli aeroporti della capitale.
✍️ RangeloniNews
La difesa aerea - come riportato dal Ministero della Difesa russo - questo pomeriggio ha intercettato e distrutto 13 droni ucraini diretti verso la capitale: 11 droni sono stati intercettati nelle regioni di Kaluga e Tula, mentre altri due sono stati neutralizzati nella regione di Mosca.
La scorsa notte la difesa aerea russa aveva distrutto 105 droni ucraini, di cui 19 nella regione di Mosca, costringendo alla chiusura temporanea degli aeroporti della capitale.
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30.04.202513:58
🇺🇦 “Picchiare i bambini russofoni”, l’Ucraina e la sua “lotta per i valori Europei”
"È giusto picchiare i bambini che parlano la lingua russa", ha affermato Dmitrij Korchinsky, leader del partito ucraino «Bratstvo» (Fratellanza).
Secondo lui dovrebbe essere “giusto” anche l'uso della violenza contro gli adulti ed i genitori russofoni che vivono in Ucraina.
Le dichiarazioni di Korchinsky sono seguite a delle polemiche sorte un paio di giorni fa, quando l’artista popolare ucraino Bogdan Benyuk aveva affermato in un’intervista che se un bambino parla il russo “bisogna prendere una verga e picchiargliela sul sedere in modo che si dimentichi per sempre dell’esistenza della lingua russa”. In questo modo - secondo l’artista - si può coltivare l'orgoglio del bambino per la lingua ucraina.
Qualcuno dirà che il peso specifico di Korchinsky nella politica ucraina è marginale, ma minimizzare il ruolo ricoperto nella società da questi personaggi è pericoloso e scorretto. Questo “politico” è stato uno degli attivisti di spicco delle manifestazioni di piazza Maidan. Nel dicembre del 2013, al volante di un escavatore, ha guidato una carica dei manifestanti contro i palazzi del governo e le forze dell’ordine. Quelle posizioni estreme considerate proprie di una “minoranza”, grazie a figure come lui, sono presto diventare colonne portanti della nuova Ucraina.
✍️ RangeloniNews
"È giusto picchiare i bambini che parlano la lingua russa", ha affermato Dmitrij Korchinsky, leader del partito ucraino «Bratstvo» (Fratellanza).
Secondo lui dovrebbe essere “giusto” anche l'uso della violenza contro gli adulti ed i genitori russofoni che vivono in Ucraina.
Le dichiarazioni di Korchinsky sono seguite a delle polemiche sorte un paio di giorni fa, quando l’artista popolare ucraino Bogdan Benyuk aveva affermato in un’intervista che se un bambino parla il russo “bisogna prendere una verga e picchiargliela sul sedere in modo che si dimentichi per sempre dell’esistenza della lingua russa”. In questo modo - secondo l’artista - si può coltivare l'orgoglio del bambino per la lingua ucraina.
Qualcuno dirà che il peso specifico di Korchinsky nella politica ucraina è marginale, ma minimizzare il ruolo ricoperto nella società da questi personaggi è pericoloso e scorretto. Questo “politico” è stato uno degli attivisti di spicco delle manifestazioni di piazza Maidan. Nel dicembre del 2013, al volante di un escavatore, ha guidato una carica dei manifestanti contro i palazzi del governo e le forze dell’ordine. Quelle posizioni estreme considerate proprie di una “minoranza”, grazie a figure come lui, sono presto diventare colonne portanti della nuova Ucraina.
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16.04.202519:26
I sostenitori VIP di Zelensky iniziano a cambiare casacca
Jean Claude Van Damme, che nel dicembre del 2022 si recò a Kiev al grido di “slava Ukraini” (sembrerebbe in seguito ad un generosissimo contributo da parte di USAID), ora, dopo una capriola di 180 gradi si rivolge a Putin proponendosi come “ambasciatore della pace”, mandando baci alla Russia ed affermando di amare il Paese ed il presidente russo.
Jean Claude Van Damme, che nel dicembre del 2022 si recò a Kiev al grido di “slava Ukraini” (sembrerebbe in seguito ad un generosissimo contributo da parte di USAID), ora, dopo una capriola di 180 gradi si rivolge a Putin proponendosi come “ambasciatore della pace”, mandando baci alla Russia ed affermando di amare il Paese ed il presidente russo.




16.04.202508:50
Ucraina, quella persecuzione della lingua russa che secondo la propaganda occidentale è un fake del Cremlino
Prima di ottenere la guida del Paese, Zelensky - russofono - aveva più volte criticato le autorità del paese che avevano progressivamente limitato il diritto di milioni di persone di parlare la propria lingua.
“Se le persone vogliono parlare russo, lasciatele in pace! Date loro la possibilità legale di parlare il russo, la lingua non dividerà mai il nostro Paese. Io ho sangue ebreo, parlo russo, ma sono cittadino ucraino e amo questo paese”, disse qualche anno fa quello stesso Vladimir Zelensky che oggi è riuscito a fare ancor peggio dei suoi predecessori, arrivando ad accusare di “teppismo” e multare le persone colpevoli di ascoltare musica nella sua lingua natale.
Ieri, nella regione di Rovno, una madre è stata sanzionata per il fatto che sua figlia di 9 anni ha pubblicato un video su Youtube in cui ballava sulle note di una canzone russa.
Il tribunale ha rilevato una violazione da parte dei genitori dell’articolo 184 del codice civile ucraino che disciplina l’adempimento dei genitori delle responsabilità e dell’educazione dei figli minorenni.
La madre ha riferito al giudice che avrebbe chiesto a sua figlia di non pubblicare video con musica russa su Internet, ma non è stata ascoltata “perché è ancora piccola”.
Sempre ieri, a Nikolaev, città ucraina sul Mar nero, la polizia ha multato una donna “colpevole” di aver ascoltato musica russa “in pubblico”, nella sua auto, mentre si trovava in compagnia di amici.
Nella stessa giornata A Kiev, la polizia e l’SBU (Servizio di Sicurezza) hanno arrestato un gruppo di adolescenti, anch’essi colpevoli di aver ascoltato musica russa in strada. Una donna aveva segnalato i “trasgressori” alla polizia, pubblicando in rete un video in cui si avvicinava ai giovani chiedendo di spegnere la musica russa, ma quest’ultimi si sono rifiutati.
I ragazzi di età tra i 17 ed i 20 anni sono stati tratti in fermo e multati per “teppismo”, costretti poi a scusarsi di fronte alle telecamere delle forze dell’ordine.
✍️ RangeloniNews
Prima di ottenere la guida del Paese, Zelensky - russofono - aveva più volte criticato le autorità del paese che avevano progressivamente limitato il diritto di milioni di persone di parlare la propria lingua.
“Se le persone vogliono parlare russo, lasciatele in pace! Date loro la possibilità legale di parlare il russo, la lingua non dividerà mai il nostro Paese. Io ho sangue ebreo, parlo russo, ma sono cittadino ucraino e amo questo paese”, disse qualche anno fa quello stesso Vladimir Zelensky che oggi è riuscito a fare ancor peggio dei suoi predecessori, arrivando ad accusare di “teppismo” e multare le persone colpevoli di ascoltare musica nella sua lingua natale.
Ieri, nella regione di Rovno, una madre è stata sanzionata per il fatto che sua figlia di 9 anni ha pubblicato un video su Youtube in cui ballava sulle note di una canzone russa.
Il tribunale ha rilevato una violazione da parte dei genitori dell’articolo 184 del codice civile ucraino che disciplina l’adempimento dei genitori delle responsabilità e dell’educazione dei figli minorenni.
La madre ha riferito al giudice che avrebbe chiesto a sua figlia di non pubblicare video con musica russa su Internet, ma non è stata ascoltata “perché è ancora piccola”.
Sempre ieri, a Nikolaev, città ucraina sul Mar nero, la polizia ha multato una donna “colpevole” di aver ascoltato musica russa “in pubblico”, nella sua auto, mentre si trovava in compagnia di amici.
Nella stessa giornata A Kiev, la polizia e l’SBU (Servizio di Sicurezza) hanno arrestato un gruppo di adolescenti, anch’essi colpevoli di aver ascoltato musica russa in strada. Una donna aveva segnalato i “trasgressori” alla polizia, pubblicando in rete un video in cui si avvicinava ai giovani chiedendo di spegnere la musica russa, ma quest’ultimi si sono rifiutati.
I ragazzi di età tra i 17 ed i 20 anni sono stati tratti in fermo e multati per “teppismo”, costretti poi a scusarsi di fronte alle telecamere delle forze dell’ordine.
✍️ RangeloniNews
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La terza ROMA



20.04.202519:08
FATTO CLAMOROSO: in Ucraina una giornalista è stata costretta a scusarsi per aver diffamato un sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina(quella canonica).
▪️Vi raccontiamo un fatto molto interessante ed inusuale, ma che probabilmente è frutto delle lotte interne per il potere in Ucraina. Per la prima volta in Ucraina, un giudice ha dato ragione, ad una denuncia presentata da un sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina (canonica). Tutte le migliaia di denunce presentate in precedenza dopo le violenze e gli espropri delle chiese erano sempre cadute nel vuoto.
▪️ Sonya Koshkina, redattrice della rivista "Sponda Sinistra" , vicina a Poroshenko e sostenitrice della chiesa ortodossa dell'Ucraina non canonica(la cosiddetta chiesa di Poroshenko), è stata costretta a ritrattare le false accuse contro il vescovo di Ivano-Frankovsk.
▪️Dopo la decisione del tribunale, la Koshkina ha ammesso di avere pubblicato articoli a pagamento contenenti false accuse contro il vescovo della Chiesa ortodossa ucraina (canonica). Si è anche scoperto che i materiali compromettenti contro il vescovo le furono forniti dai servizi ucraini (SBU), i soliti che dal novembre 2022 hanno protetto le incursioni contro le proprietà della Chiesa ortodossa canonica.
▪️La Koshkina ha pubblicato articoli che affermavano che il vescovo Nikita (allora Archimandrita) aveva rapporti omosessuali con un giovane corista. Per accusare il sacerdote di pederastia erano state allegate fotografie, poi risultate false, fornite alla giornalista dai servizi ucraini.
▪️Il vero mandante dell'operazione era però Petro Poroshenko. Tutta questa operazione serviva da propaganda contro la chiesa ortodossa canonica, per accreditare la sua Chiesa "scissionista". È stato lui che tramite i servizi ucraini ha montato la campagna giornalistica contro la Chiesa ortodossa canonica.
▪️Nonostante la decisione del tribunale, che impone alla giornalista di scusarsi, per avere pubblicato un falso dossier, la notizia non è stata resa pubblica in Ucraina, è stata perlomeno silenziata dai media tradizionali ed il motivo lo potete immaginare. PROPRIO PER QUESTO CI TENIAMO A DIVULGARE LA NOTIZIA.
▪️La cosa "sconvolgente" è che per la prima volta un giudice ha dato ragione alla Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca.
▪️Perché un tribunale ha preso una decisione a favore della Chiesa ortodossa canonica?
❗Probabilmente Zelensky ha usato i tribunali contro il suo rivale Petro Poroshenko, che ha chiesto apertamente un cambio di potere. Questa decisione può far parte degli sforzi più ampi per screditare i media vicini a Poroshenko. Ma non è escluso che dietro ci sia l'influenza degli Stati Uniti: questa decisione può essere il risultato dei negoziati tra Kiev e Washington. La nuova amministrazione americana ha esercitato pressioni sulle autorità ucraine perché sospenda la repressione contro la Chiesa ortodossa canonica.
FONTE: https://antifashist.com/item/sbus-cover-up-exposed-journalist-forced-to-apologize-for-defaming-ukrainian-orthodox-church-priest.html
https://t.me/terzaroma
▪️Vi raccontiamo un fatto molto interessante ed inusuale, ma che probabilmente è frutto delle lotte interne per il potere in Ucraina. Per la prima volta in Ucraina, un giudice ha dato ragione, ad una denuncia presentata da un sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina (canonica). Tutte le migliaia di denunce presentate in precedenza dopo le violenze e gli espropri delle chiese erano sempre cadute nel vuoto.
▪️ Sonya Koshkina, redattrice della rivista "Sponda Sinistra" , vicina a Poroshenko e sostenitrice della chiesa ortodossa dell'Ucraina non canonica(la cosiddetta chiesa di Poroshenko), è stata costretta a ritrattare le false accuse contro il vescovo di Ivano-Frankovsk.
▪️Dopo la decisione del tribunale, la Koshkina ha ammesso di avere pubblicato articoli a pagamento contenenti false accuse contro il vescovo della Chiesa ortodossa ucraina (canonica). Si è anche scoperto che i materiali compromettenti contro il vescovo le furono forniti dai servizi ucraini (SBU), i soliti che dal novembre 2022 hanno protetto le incursioni contro le proprietà della Chiesa ortodossa canonica.
▪️La Koshkina ha pubblicato articoli che affermavano che il vescovo Nikita (allora Archimandrita) aveva rapporti omosessuali con un giovane corista. Per accusare il sacerdote di pederastia erano state allegate fotografie, poi risultate false, fornite alla giornalista dai servizi ucraini.
▪️Il vero mandante dell'operazione era però Petro Poroshenko. Tutta questa operazione serviva da propaganda contro la chiesa ortodossa canonica, per accreditare la sua Chiesa "scissionista". È stato lui che tramite i servizi ucraini ha montato la campagna giornalistica contro la Chiesa ortodossa canonica.
▪️Nonostante la decisione del tribunale, che impone alla giornalista di scusarsi, per avere pubblicato un falso dossier, la notizia non è stata resa pubblica in Ucraina, è stata perlomeno silenziata dai media tradizionali ed il motivo lo potete immaginare. PROPRIO PER QUESTO CI TENIAMO A DIVULGARE LA NOTIZIA.
▪️La cosa "sconvolgente" è che per la prima volta un giudice ha dato ragione alla Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca.
▪️Perché un tribunale ha preso una decisione a favore della Chiesa ortodossa canonica?
❗Probabilmente Zelensky ha usato i tribunali contro il suo rivale Petro Poroshenko, che ha chiesto apertamente un cambio di potere. Questa decisione può far parte degli sforzi più ampi per screditare i media vicini a Poroshenko. Ma non è escluso che dietro ci sia l'influenza degli Stati Uniti: questa decisione può essere il risultato dei negoziati tra Kiev e Washington. La nuova amministrazione americana ha esercitato pressioni sulle autorità ucraine perché sospenda la repressione contro la Chiesa ortodossa canonica.
FONTE: https://antifashist.com/item/sbus-cover-up-exposed-journalist-forced-to-apologize-for-defaming-ukrainian-orthodox-church-priest.html
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