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Sep 15, 2023

Latest posts in group "RangeloniNews"

🏁🇺🇦 Zaluzhny conferma la regia NATO della guerra contro la Russia

La NATO ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel conflitto in Ucraina, nonostante il tentativo di presentare questa guerra come un affare esclusivo tra Mosca e Kiev, al fine di falsare la percezione delle proporzioni degli eventi. E anche se formalmente l’Ucraina non faccia parte dell’alleanza nordatlantica, ha comunque il pieno supporto di essa.

Con il passare del tempo sono sempre di più le prove del ruolo e delle responsabilità dell’Occidente nel conflitto. L’ex comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny ha confermato le informazioni pubblicate dal New York Times in merito allo stretto coinvolgimento degli Stati Uniti nella pianificazione delle operazioni militari ucraine sin dai primi mesi della guerra.

Zaluzhny ha affermato che nell’aprile del 2022, presso la sede del comando europeo degli Stati Uniti a Stoccarda, in Germania, è stato aperto il quartier generale per coordinare il conflitto in Ucraina. Successivamente il centro decisionale è trasferito a Wiesbaden. Il quartier generale si occupava della "pianificazione delle operazioni" in Ucraina.

A Wiesbaden pochi mesi dopo l’apertura del centro, con il supporto della Gran Bretagna, sulla base del quartier generale logistico è stato creato un quartier generale operativo volto ad “analizzare le operazioni pianificate delle forze armate ucraine ed a fornire il fabbisogno per la loro realizzazione in conformità con gli standard della NATO".

"In questo quartier generale sono state pianificate operazioni, realizzati giochi militari, formate le liste con le esigenze per le forze armate dell'Ucraina da inoltrare a Washington e alle capitali europee. Questo luogo è diventato un eccellente meccanismo di interazione con i nostri partner sulle successive operazioni militari”, ha spiegato l'ex comandante in capo.
Il capo del servizio di intelligence d’Ucraina (GUR) Kirill Budanov oggi ha affermato di non considerare cittadini ucraini coloro che si rifiutano di combattere o che non si adoperano per «forgiare la vittoria».

“Come può essere cittadino ucraino colui che non vuole difendere l'Ucraina? Che cittadino è dopo di ciò? Non può in alcun modo considerarsi un cittadino e la società deve percepirlo in questo modo”.

Le parole del capo dell’intelligence militare - che in questo conflitto ha un ruolo di primo piano - non rivelano nulla di nuovo sul modo di porsi delle autorità ucraine nei confronti della propria popolazione.

Le élite ucraine quando hanno condotto il Paese alla guerra non avevano chiesto il parere della popolazione. Eppure ora, chi non è disposto a sacrificarsi per loro, viene considerato come un traditore, un “non cittadino”.

Tutto ciò è estremamente pericoloso. Questo “diritto” di classificare gli ucraini in cittadini “degni” e “non cittadini”, abbinato ai motti come “Gloria all’Ucraina - Morte ai nemici” e “Ucraina prima di tutto”, per anni ha fomentato quegli esaltati in divisa che si sono sentiti legittimati a commettere massacri e crimini di guerra, specie nel Donbass, dove la maggioranza delle persone hanno un punto di vista diverso da chi sta a Kiev.

Osservando il crescente entusiasmo dei burocrati di Bruxelles nei confronti del riarmo e considerando quanto accaduto in questi anni, dove l’Ue pensava di esportare i propri standard in Ucraina, ottenendo invece un’ucrainizzazione delle istituzioni europee, non mi stupirei se prima o poi queste dichiarazioni verranno pronunciate dai nostri politici nei nostri confronti, invitandoci a combattere per la Kallas o la von der Leyen…

✍️ RangeloniNews
Ucraina, ancora una vittima dei reclutatori dell’esercito

Nelle città ucraine prosegue senza sosta la mobilitazione violenta dei cittadini. Oggi, in un centro abitato non lontano da Odessa, a causa dei metodi violenti dei militari del centro di reclutamento, un uomo che era stato fermato per essere portato in caserma ha perso conoscenza e rapidamente ha smesso di mostrare segni di vita. Uno dei militari ha cercato di rianimarlo sul posto, ma senza alcun risultato. Nel video i testimoni accusano i militari di aver ucciso l’uomo.
Il padre di Elon Musk ha affermato alla BBC che lui e suo figlio «ammirano» Putin e lo considerano "un esempio di un leader forte"

"Come famiglia, ammiriamo decisamente Putin. Sarebbe sciocco non ammirarlo, perché è sempre calmo. Ascolto i suoi discorsi, dice cose logiche. È molto difficile non provare ammirazione per Putin", ha detto Errol Musk.
Kirill Dmitriev, l’uomo di fiducia di Putin nei negoziati con gli USA, ha terminato la serie di incontri a Washington con i rappresentanti dell’amministrazione di Trump.

Ecco le sue dichiarazioni principali:

▪️ Uno dei temi principali di discussione è il ripristino delle relazioni russo-americane, "diversi paesi stanno cercando di troncare questo dialogo”. Ma l'amministrazione Trump, diversamente da quella precedente di Biden, "ascolta la posizione della Russia e comprende le preoccupazioni della Russia".

▪️ “Abbiamo divergenze su vari punti"

▪️ Sono state discusse questioni di natura economica, "osserviamo un grande desiderio delle aziende americane di tornare in Russia e di occupare quelle nicchie di mercato abbandonate dalle società europee".

▪️ Sono state discusse le interazioni nell'Artico, sull’estrazione di metalli e terre rare

▪️ Si sta lavorando per ripristinare i collegamenti aerei diretti.

▪️Nei negoziati negli Stati Uniti sono stati compiuti progressi sul cessate il fuoco.
“Safari umano” dei russi sui civili di Kherson - Dubbi e sospetti sul video di Repubblica

Ieri Repubblica ha pubblicato un video in cui l’inviata racconterebbe la situazione a Kherson, città sul fronte ucraino, dove starebbe “accadendo qualcosa che non era mai stato osservato nei conflitti”: l’uso di droni.

Nel video Laura Lucchini mostra alcune immagini di droni che sganciano granate su veicoli in movimento, affermando che si tratti di apparecchi russi “perché i blogger russi poi rivendicano questi attacchi con dei video postati sui social”. Ma la giornalista non riporta da quali canali siano stati tratti. Questo non è l’unico dettaglio sospetto: i video non vengono contestualizzati, non è possibile capire dove, quando e da chi siano stati girati (e se vogliamo essere pignoli, non sappiamo chi ci sia a bordo dei mezzi, dato che non è raro vedere militari utilizzare semplici automobili per passare inosservati). Solitamente sui video dei droni (sia russi che ucraini) troviamo i loghi dei battaglioni o dei canali che li hanno pubblicati, mentre in questo caso sono “puliti”. E questo può significare solamente due cose: che Rep ha ottenuto le immagini direttamente dagli autori dei video, oppure che sono stati rinvenuti effettivamente senza watermark (ma in quel caso, se fossero stati trovati su canali “nemici”, avrebbe avuto senso citarli per provare inconfutabilmente la tesi dei blogger russi che cinicamente rivendicano questi attacchi).

Inoltre si parla di attacchi senza precedenti e di crudeltà, citando un numero importante di presunti bombardamenti con droni russi (la fonte citata è il “portavoce della città”, i cui dati differiscono da quelli ufficiali riportati dagli stessi media ucraini) senza riportare quanti di essi abbiano provocato vittime civili (non sto negando che a Kherson, città sul fronte, vi siano vittime tra i civili).

Per Rep l’uso dei droni contro i civili è una situazione senza precedenti, un qualcosa “che non era mai stato osservato prima”… O che forse non hanno mai voluto osservare? Fino a pochi mesi fa i droni ucraini hanno terrorizzato gli abitanti di diversi quartieri di Donetsk (ora il fronte si è allontanato), continuano quotidianamente a mietere vittime tra i civili di Gorlovka ed altri insediamenti a ridosso del fronte, tra cui le cittadine sulla sponda del Dniepr opposta a Kherson.

✍️ RangeloniNews
Gorlovka, ancora un attacco mirato ucraino sui mezzi pubblici, 14 persone sono rimaste ferite.

Il drone di Kiev ha colpito un autobus nero centro della cittadina. Non si tratta di casi isolati: l’ultimo attacco di questo tipo si era verificato il 27 marzo, in quell’occasione è rimasto gravemente ferito l’autista, deceduto poche ore dopo in ospedale. Nella città di Gorlovka, in tre anni, l’esercito ucraino ha colpito oltre 70 autobus. Si tratta di attacchi vili, mirati, ingiustificabili. Si tratta di terrorismo. E c’è chi continua a rendere “slava” (gloria) a questa Ucraina.

https://t.me/terzaroma/11465
🇪🇺 La guerra in Ucraina deve continuare

Come riporta il Financial Times, tra i diversi Paesi a non volere al fine del conflitto in Ucraina ci sono Estonia e Lituania, i quali temono che in caso di cessate il fuoco è stabilità, la Russia potrebbe iniziare a spostare l’attenzione su di loro.

I ministri dei due Paesi baltici affermano che fermare la guerra in Ucraina "aumenterà drasticamente la minaccia alla sicurezza dei Paesi Baltici, poiché la Russia continuerà ad attuare piani per riarmo e ridistribuzione delle truppe sul fianco nord-orientale della NATO.

"Capiamo tutti che quando verrà fermata la guerra in Ucraina sarà, la Russia ridistribuirà le sue forze molto rapidamente. Ciò significa che anche il livello di minaccia aumenterà in modo significativo molto rapidamente”, ha dichiarato al giornale Il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur.

Una simile posizione era stata espressa precedentemente da Bruno Kahl, il capo dell'intelligence tedesca, il quale aveva sostenuto che la guerra in Ucraina non dovrebbe cessare perils del 2030, “altrimenti la Russia potrebbe usare le sue risorse più velocemente per rappresentare una minaccia per l'Europa.”

Quello che nessuno è ancora riuscito a spiegare in modo convincente è perché mai la Russia dovrebbe pensare di attaccare militarmente paesi NATO, cercando la guerra mondiale.
Ucraina distrugge la stazione di misurazione del gas Sudzha

Il ministero della difesa russo ha comunicato che oggi, 28 marzo, alle 10.20 di Mosca, le forze armate ucraine hanno condotto un doppio attacco verso la stazione di misurazione del gas di Suzhza. Secondo le informazioni preliminari, per colpire l’infrastruttura, sono stati impiegati i sistemi Himars, di fabbricazione statunitense.

Questo impianto era già stato danneggiato dagli attacchi ucraini la scorsa settimana. Ora l’infrastruttura attraverso la quale passava uno dei maggiori corridoi di fornitura di gas russo verso l'Europa risulta completamente distrutta.

La fornitura di gas era stata interrotta lo scorso 1° gennaio a causa del rifiuto di Kiev di prorogare gli accordi bilaterali con Mosca.

Zelensky dimostra ancora una volta che saboterà tutte le iniziative di pace proposte da Trump. Inoltre, dopo il vertice di ieri a Parigi, risulta ancora più evidente che Zelensky voglia trascinare tutta l'Europa in questa guerra, con l’aiuto dei leader dell'UE.

Francia e Gran Bretagna, con i loro progetti “volenterosi” e le “forze di rassicurazione” alimentano le tensioni con la Russia. Ma gli europei sono pronti e davvero vogliono lo scontro diretto con Mosca per fare gli interessi della leadership ucraina?
🇷🇺⚔️🇺🇦 Situazione sui diversi fronti - Dopo la disfatta nella regione di Kursk, il 24 marzo le forze armate ucraine hanno tentato di sfondare nella vicina regione russa di Belgorod, puntando al villaggio di Demidovka, uno degli insediamenti sul confine. Falliti questi attacchi, i comandi ucraini hanno provato ad aggirare questo villaggio attaccando Popovka, un altro piccolo centro abitato presidiato da 10 guardie di frontiera. In breve tempo, in sostegno alle guardie di frontiera, sono giunti 15 combattenti della 128esima brigata delle Forze armate russe, respingendo gli assalti di circa 150 uomini delle forze speciali ucraine. Al momento è diminuita l’intensità degli attacchi ucraini alla regione di Belgorod.

Nel frattempo, calati i ritmi dell’avanzata su Pokrovsk, l’esercito russo ha ripreso a premere nella regione di Zaporozhye, in direzione di Orekhov, avanzando sui villaggi Maliye Sherbaki, Lobkovoe e Stepovoe.
🇷🇺🇺🇦 Mosca: Kiev prosegue a colpire l’infrastruttura energetica russa

Il Ministero della Difesa russo - nonostante le recenti trattative di Riyadh dove sia Ucraina che Russia hanno accordato con gli USA di essere favorevoli allo stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche - oggi ha riportato la violazione da parte di Kiev di questi accordi.

Secondo la Difesa russa la scorsa notte due droni d'attacco ucraini diretti verso il deposito di gas Glebov, in Crimea, sono stati abbattuti nei cieli sopra la costa della penisola.

Inoltre, le forze armate ucraine - sempre per mezzo di droni - hanno attaccato infrastrutture energetiche nelle regioni di Bryansk e Kursk.

✍️ RangeloniNews
La guerra cambia le persone, portandole a rivedere il proprio approccio a molti aspetti della, alle priorità ed ai valori. Uno degli aspetti che viene maggiormente menzionato dai soldati, parlando di questi cambiamenti, è quello della religione e della spiritualità.

Dal 2022 ad oggi sono più di 42 mila i soldati russi che al fronte hanno chiesto ai cappellani di essere battezzati. Tra questi c’è Denis, un ragazzo del Tatarstan, musulmano, come buona parte degli abitanti della regione. Quando si è arruolato nell’esercito, durante le fasi di addestramento al poligono, si trovava spesso a parlare con un parroco ortodosso. Prima della partenza per il fronte ha ricevuto la benedizione: “tornerai a casa vivo”. In missione è stato gravemente ferito, per due giorni è rimasto nelle trincee perdendo sangue perché era impossibile l’evacuazione. Pensava che non ce l’avrebbe fatta. Una volta finito in ospedale i medici, cercando i suoi documenti nelle tasche, hanno trovato solo un’icona che Denis non sapeva nemmeno di avere. “Sono finito in coma e ho visto Dio ed ho iniziato a credere in lui. Ho compreso che il sostegno dei parroci è la cosa più forte che ci possa essere e ho chiesto di essere battezzato”.
🇷🇺🇺🇸🇺🇦 A Riyadh arriva l’accordo su navigazione sicura nel mar nero e stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche

Come emerge dalla dichiarazione della Casa Bianca sull'esito dei negoziati in Arabia Saudita con le delegazioni di Russia e Ucraina (separatamente), è stata raggiunta un’intesa sulle garanzie di sicurezza legate alla navigazione nel Mar Nero, che prevede la sospensione delle operazioni militari marittime e l’impegno a non utilizzare navi mercantili ad uso militare (Mosca aveva accusato più volte l’Ucraina di sfruttare imbarcazioni civili per importare armi e munizioni).

Washington, parallelamente con Kiev e Mosca, ha concordato di sviluppare un meccanismo per bandire gli attacchi contro le strutture dell'infrastruttura energetica.

Inoltre gli Stati Uniti aiuteranno la Russia a ripristinare l'accesso al mercato mondiale per l'esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti.

Gli Stati Uniti e la Russia accolgono con favore la partecipazione di paesi terzi pronti a promuovere l'attuazione degli suddetti accordi.

Gli Stati Uniti e la Russia continueranno a lavorare per raggiungere una pace duratura e sostenibile.

✍️ RangeloniNews
Russia, ancora giornalisti morti e feriti a causa del fuoco ucraino

Oggi nella regione di Lugansk, a causa di un bombardamento condotto dai militari ucraini, sono rimaste uccise sei persone tra cui il corrispondente di Izvestia Alexander Fedorchak, il cameraman del canale televisivo “Zvezda” Andrei Panov e l'autista della troupe Alexander Sirkeli. Nello stesso attacco è rimasto ferito anche un quattordicenne.

Nella regione di Kursk è rimasto riferito il corrispondente della TASS Mikhail Skuratov.

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08.04.202507:54
🏁🇺🇦 Zaluzhny conferma la regia NATO della guerra contro la Russia

La NATO ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel conflitto in Ucraina, nonostante il tentativo di presentare questa guerra come un affare esclusivo tra Mosca e Kiev, al fine di falsare la percezione delle proporzioni degli eventi. E anche se formalmente l’Ucraina non faccia parte dell’alleanza nordatlantica, ha comunque il pieno supporto di essa.

Con il passare del tempo sono sempre di più le prove del ruolo e delle responsabilità dell’Occidente nel conflitto. L’ex comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny ha confermato le informazioni pubblicate dal New York Times in merito allo stretto coinvolgimento degli Stati Uniti nella pianificazione delle operazioni militari ucraine sin dai primi mesi della guerra.

Zaluzhny ha affermato che nell’aprile del 2022, presso la sede del comando europeo degli Stati Uniti a Stoccarda, in Germania, è stato aperto il quartier generale per coordinare il conflitto in Ucraina. Successivamente il centro decisionale è trasferito a Wiesbaden. Il quartier generale si occupava della "pianificazione delle operazioni" in Ucraina.

A Wiesbaden pochi mesi dopo l’apertura del centro, con il supporto della Gran Bretagna, sulla base del quartier generale logistico è stato creato un quartier generale operativo volto ad “analizzare le operazioni pianificate delle forze armate ucraine ed a fornire il fabbisogno per la loro realizzazione in conformità con gli standard della NATO".

"In questo quartier generale sono state pianificate operazioni, realizzati giochi militari, formate le liste con le esigenze per le forze armate dell'Ucraina da inoltrare a Washington e alle capitali europee. Questo luogo è diventato un eccellente meccanismo di interazione con i nostri partner sulle successive operazioni militari”, ha spiegato l'ex comandante in capo.
13.03.202511:09
🇷🇺 Kursk, il Ministero della Difesa della Federazione Russa comunica ufficialmente l’avvenuta liberazione di Sudža, il centro abitato più importante della testa di ponte ucraina in territorio russo.

Kiev continua a controllare una manciata di villaggi della regione di Kursk, ma la perdita di Sudža sancisce di fatto la fine fallimentare dell’operazione ucraina in Russia iniziata lo scorso agosto con lo scopo di raggiungere la centrale nucleare di Kurchatov.
Il padre di Elon Musk ha affermato alla BBC che lui e suo figlio «ammirano» Putin e lo considerano "un esempio di un leader forte"

"Come famiglia, ammiriamo decisamente Putin. Sarebbe sciocco non ammirarlo, perché è sempre calmo. Ascolto i suoi discorsi, dice cose logiche. È molto difficile non provare ammirazione per Putin", ha detto Errol Musk.
Anche in Donbass è arrivata la primavera, l’ultimo ghiaccio si è sciolto ed i campi iniziano a rinverdire, risvegliandosi dall’inverno. La primavera è arrivata ma non per tutti, non ovunque.

Per raggiungere Ugledar, dove si è combattuto per oltre due anni - fino allo scorso autunno - bisogna attraversare Pavlovka. Nel marzo del 2022 i soldati russi - con relativa semplicità - hanno ottenuto il controllo del villaggio, senza però riuscire a proseguire con lo stesso ritmo verso Ugledar, pochi chilometri più a nord, in posizione dominante, ritrovandosi in una grande trappola mortale.

Quando dalle stradine deserte del villaggio guardi a nord, al di là del campo, si ha tutt’ora la sensazione che qualcuno ti stia osservando dalle finestre dei palazzoni anneriti di Ugledar.

Dalla città i soldati ucraini hanno dominato questo villaggio, aprendo il fuoco verso qualsiasi veicolo e traccia di vita, senza fare distinzione tra civili e soldati.

Pavlovka ricorda Stalingrado, non c’è un solo edificio intatto. Le esplosioni di bombe e razzi di ogni tipo hanno mescolato mattoni, asfalto, alberi, veicoli e corpi. Per via dell’enorme quantità di munizioni e mine inesplose è ancora impossibile stabilire quanti civili siano sepolti tra queste macerie, che Dio solo sa quando verranno bonificate.

Tutti gli alberi sono mutilati o carbonizzati. Per loro la primavera non è arrivata, e chissà se mai tornerà.

In questa distesa di macerie resiste però una manciata di anime: tre o quattro persone, testimoni di eventi impressi in modo indelebile nella mente, ma impossibili da trasmettere appieno a chi non ha mai vissuto la guerra. A Pavlovka queste persone sono l’unica traccia di quella primavera che ha già abbracciato la regione.

✍️ RangeloniNews
Volti del Donbass - Raisa Ivanovna, babushka di 79 anni, per due anni e sette mesi ha vissuto a due passi dalla linea del fronte, nella sua casa a Nikolskoe, villaggio alle porte di Ugledar. Prima della pensione ha dedicato la sua vita all’istruzione insegnando lingua russa nella scuola locale. La casa in cui viveva era spaziosa, arredata con cura, costruita per i figli insieme al marito (venuto a mancare prima del conflitto).

Un pomeriggio di inizio marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio della nuova fase del conflitto in Donbass, il figlio Sergey è uscito di casa per andare a comprare scorte di cibo nella vicina città di Ugledar. In quelle ore i soldati ucraini arretrarono dalla direzione di Volnovakha verso Ugledar, mentre i russi entrarono a Nikolskoe, senza però riuscire a spingersi oltre, a causa della morfologia del territorio favorevole ai primi. Il fronte si fermò nei campi tra la città ed il villaggio. Raisa rimane da sola, con figlio rimasto dall’altra parte del fronte, a pochi chilometri, che riabbraccerà a fine autunno dello scorso anno.

“Da Ugledar gli ucraini sparavano su Nikolskoe, da Nikolskoe i nostri sparavano su Ugledar. Quando non sparavano uscivo in giardino e guardavo all’orizzonte, verso la città, illudendomi di poter avvistare Sergey”, ricorda Raisa.

Il villaggio è quasi totalmente distrutto. Senza contare i monaci e le monache del vicino monastero, non si arriva a 50 abitanti. La gente rimasta afferma che molti sono disposti a tornare e ricostruire, ma è ancora troppo presto per via dei rischi dovuti all’enorme quantità submunizioni di bombe a grappolo inesplose, che periodicamente provocano vittime.

Oggi Raisa vive nella cosiddetta “cucina estiva”, un locale adiacente al garage e a quella casa costruita con tanti sacrifici, perché un colpo di carro armato sparato dai soldati ucraini le ha sfondato il tetto. In quel momento lei si trovava in cortile a ridosso dell’ingresso. L’onda d’urto l’ha scaraventata a terra, facendole perdere i sensi, nel frattempo il tetto ha iniziato a prender fuoco. Presto sono accorsi tre soldati, che dopo aver prestato soccorso a Raisa sono riusciti a spegnere le fiamme. Il tetto sfondato ha comunque reso inabitabile l’edificio. Da allora l’anziana si è spostata nel locale accanto al garage. A causa di quell’esplosione e delle schegge dei bombardamenti successivi, anche il tetto di questa parte dell’edificio è stato trafitto ovunque: ogni volta che piove la casa si allaga, d’inverno questi fori rendono vana la presenza della stufa.

Nonostante tutte le difficoltà Raisa trova la forza per sorridere ed andare avanti. L’anziana è sopravvissuta a quell’incubo durato più di due anni e mezzo, mentre molti vicini di casa non hanno avuto la stessa fortuna. Accanto a lei, in uno dei pochi edifici rimasti in piedi, abita Lubov. Il marito anziano della vicina è rimasto ucciso da un drone ucraino nel tentativo di raggiungere in bicicletta il villaggio vicino per reperire della farina. Stessa sorte è toccata al figlio di Taisja, l’altra donna che vive in quella via, civile, colpito da ben tre droni kamikaze mentre aiutava i propri compaesani.

Negli occhi di tutti gli abitanti di Nikolskoe si legge ancora un profondo dolore e la consapevolezza di essere sopravvissuti per puro caso.

✍️ RangeloniNews
Kirill Dmitriev, l’uomo di fiducia di Putin nei negoziati con gli USA, ha terminato la serie di incontri a Washington con i rappresentanti dell’amministrazione di Trump.

Ecco le sue dichiarazioni principali:

▪️ Uno dei temi principali di discussione è il ripristino delle relazioni russo-americane, "diversi paesi stanno cercando di troncare questo dialogo”. Ma l'amministrazione Trump, diversamente da quella precedente di Biden, "ascolta la posizione della Russia e comprende le preoccupazioni della Russia".

▪️ “Abbiamo divergenze su vari punti"

▪️ Sono state discusse questioni di natura economica, "osserviamo un grande desiderio delle aziende americane di tornare in Russia e di occupare quelle nicchie di mercato abbandonate dalle società europee".

▪️ Sono state discusse le interazioni nell'Artico, sull’estrazione di metalli e terre rare

▪️ Si sta lavorando per ripristinare i collegamenti aerei diretti.

▪️Nei negoziati negli Stati Uniti sono stati compiuti progressi sul cessate il fuoco.
04.04.202514:41
Ucraina, ancora una vittima dei reclutatori dell’esercito

Nelle città ucraine prosegue senza sosta la mobilitazione violenta dei cittadini. Oggi, in un centro abitato non lontano da Odessa, a causa dei metodi violenti dei militari del centro di reclutamento, un uomo che era stato fermato per essere portato in caserma ha perso conoscenza e rapidamente ha smesso di mostrare segni di vita. Uno dei militari ha cercato di rianimarlo sul posto, ma senza alcun risultato. Nel video i testimoni accusano i militari di aver ucciso l’uomo.
La guerra cambia le persone, portandole a rivedere il proprio approccio a molti aspetti della, alle priorità ed ai valori. Uno degli aspetti che viene maggiormente menzionato dai soldati, parlando di questi cambiamenti, è quello della religione e della spiritualità.

Dal 2022 ad oggi sono più di 42 mila i soldati russi che al fronte hanno chiesto ai cappellani di essere battezzati. Tra questi c’è Denis, un ragazzo del Tatarstan, musulmano, come buona parte degli abitanti della regione. Quando si è arruolato nell’esercito, durante le fasi di addestramento al poligono, si trovava spesso a parlare con un parroco ortodosso. Prima della partenza per il fronte ha ricevuto la benedizione: “tornerai a casa vivo”. In missione è stato gravemente ferito, per due giorni è rimasto nelle trincee perdendo sangue perché era impossibile l’evacuazione. Pensava che non ce l’avrebbe fatta. Una volta finito in ospedale i medici, cercando i suoi documenti nelle tasche, hanno trovato solo un’icona che Denis non sapeva nemmeno di avere. “Sono finito in coma e ho visto Dio ed ho iniziato a credere in lui. Ho compreso che il sostegno dei parroci è la cosa più forte che ci possa essere e ho chiesto di essere battezzato”.
01.04.202508:45
Gorlovka, ancora un attacco mirato ucraino sui mezzi pubblici, 14 persone sono rimaste ferite.

Il drone di Kiev ha colpito un autobus nero centro della cittadina. Non si tratta di casi isolati: l’ultimo attacco di questo tipo si era verificato il 27 marzo, in quell’occasione è rimasto gravemente ferito l’autista, deceduto poche ore dopo in ospedale. Nella città di Gorlovka, in tre anni, l’esercito ucraino ha colpito oltre 70 autobus. Si tratta di attacchi vili, mirati, ingiustificabili. Si tratta di terrorismo. E c’è chi continua a rendere “slava” (gloria) a questa Ucraina.

https://t.me/terzaroma/11465
Kursk, Operazione “flusso”, dettagli dell’assalto alle retrovie ucraine dal gasdotto

L’otto marzo diversi media ucraini hanno diffuso la notizia di un attacco russo alle spalle delle posizioni avversarie nella regione di Kursk. Un centinaio di soldati sarebbero sbucati nelle retrovie ucraine passando attraverso il gasdotto che dalla Siberia conduceva il GPL in Europa.

Oltre alle fotografie dei soldati russi nei tubi (di 1,4 metri di diametro) fino ad ora non sono trapelate ulteriori indiscrezioni. Ora che il fronte si è mosso sensibilmente in favore di Mosca, i comandanti russi hanno svelato maggiori dettagli.

L’ex comandante del 3° reparto d'assalto della "Wagner", ora comandante del DRSHBR “Vostok", noto col nome di battaglia “Zombie”, ha raccontato nei dettagli la pianificazione dell’operazione “Potok” (flusso).

“L’operazione è stata pianificata nel corso di più di tre settimane, coinvolgendo un grande quantitativo di forze. Le operazioni preliminari sono state colossali. Per passare attraverso il tubo è stato innanzitutto necessario interrompere il flusso di gas, aspirando quello rimasto all’interno per poi pompare all’interno l’ossigeno. Dopodiché abbiamo iniziato a creare le uscite dal tubo, dei vani dove smistare i soldati, accumulare scorte di munizioni, cibo e acqua, così come ad allestire i bagni. Ciò ha richiesto più di tre settimane. Il personale del reparto d’assalto Veterani, della mia brigata Vostok, del 30esimo reggimento, dell’11esima brigata aviotrasportata e del gruppo “Aida” dei reparti speciali Akhmat è entrato nel gasdotto percorrendo 15 chilometri raggiungendo la fabbrica, entrando a piccoli gruppi nel corso di 4 giorni, al fine di non farci notare dall’avversario. Dopo aver accumulato il personale neo vani ricavati nel tubo, dopo quattro giorni nella fabbrica sono entrati oltre 800 uomini. Dopo aver ricevuto l’ordine siamo subito usciti in superficie occupando la zona industriale, bonificandola dall’avversario, il quale non si aspettava questa operazione, rimanendo disorientato e cadendo nel panico.

Grazie a questi sforzi sono stati liberati numerosi centri abitati: Cherkasskoe Porechnoe, Malaya Loknya, Martynovka, Mikhailovka, Kubatkin. L’avversario non si aspettava questa operazione, non immaginavano che saremmo entrati per 15 chilometri nelle loro retrovie.”

Oggi gli analisti militari ucraini di DeepState hanno riportato che il proprio esercito nelle scorse 24 ore ha perso il controllo di almeno 40 chilometri quadrati di territorio nella regione di Kursk. I combattimenti si sono spostati a ridosso di Sudža.

✍️ RangeloniNews
24.03.202510:34
🇺🇦🇷🇺 Dall’università di Kiev al fronte, la storia di Alexandr, professore universitario della capitale ucraina, oggi al fianco dei russi per liberare il suo paese.

“Yakuza” - nome di battaglia del professore - è un cittadino ucraino che come migliaia di suoi connazionali è stato caricato su un pulmino dai reclutatori dell’esercito e spedito in una caserma, dove è stato fatto diventare un soldato.

L’anno scorso, a fine semestre, insieme ad altri 41 colleghi, è stato richiamato alle armi e dopo un breve addestramento di base gli ufficiali gli hanno detto che sarebbe stato trasferito in un’altra regione per affrontare un corso di specializzazione. Al posto che imboccare la strada per Dnipro, dove avrebbero dovuto prepararlo alla guerra, il veicolo ha tirato dritto verso la regione di Donetsk, scaricandolo al fronte, allo sbaraglio, senza esperienza e competenze.

Alexandr, se non fosse stato per la mobilitazione ucraina, non si sarebbe mai sognato di indossare un’uniforme o di essere chiamato con un nome di battaglia. Avrebbe proseguito volentieri a insegnare il giapponese negli atenei della capitale ucraina: “il mio mestiere è quello di insegnare, non uccidere”. Ma nessuno gli ha chiesto se volesse rischiare la vita per Zelensky, lo hanno reclutato senza troppe cerimonie e spedito all’inferno. I battaglioni come il suo, composti da gente catturata per strada o sul posto di lavoro, vengono inviati nei punti più caldi del fronte, come carne da cannone.

Alexanrd è stato abbandonato dai propri comandanti e poi catturato dai russi. Nel centro di detenzione per i prigionieri di guerra ha scoperto dell’esistenza del reparto “Krivonos”, composto da centinaia di ex soldati ucraini (anche loro arresisi al fronte) che ora combattono “per liberare il proprio paese dai nemici del popolo che si trovano a Kiev, al governo”.

In quei pochi giorni al fronte aveva visto la morte in faccia, aveva provato paura come mai prima in vita sua. Una volta divenuto prigioniero avrebbe potuto scegliere di rimanere al sicuro, lontano da rischi, aspettando uno scambio. Eppure lì, per la prima volta, la scelta di indossare l’uniforme è stata volontaria.

“L’Ucraina deve essere liberata, Zelensky ed i funzionari dei centri di reclutamento che ci hanno mandato al massacro devono pagare per il genocidio del popolo ucraino”, sostiene Alexandr, che ammette di non aver mai sostenuto il corso politico distruttivo dell’Ucraina post Maidan, ma anche di aver sempre avuto paura di sostenere le sue posizioni. Dopo quello che ha vissuto, non vuole più che qualcuno decida per lui.

https://youtu.be/5CJWvqiXIbM?feature=shared
24.03.202520:21
Russia, ancora giornalisti morti e feriti a causa del fuoco ucraino

Oggi nella regione di Lugansk, a causa di un bombardamento condotto dai militari ucraini, sono rimaste uccise sei persone tra cui il corrispondente di Izvestia Alexander Fedorchak, il cameraman del canale televisivo “Zvezda” Andrei Panov e l'autista della troupe Alexander Sirkeli. Nello stesso attacco è rimasto ferito anche un quattordicenne.

Nella regione di Kursk è rimasto riferito il corrispondente della TASS Mikhail Skuratov.
26.03.202513:16
Il capo del servizio di intelligence d’Ucraina (GUR) Kirill Budanov oggi ha affermato di non considerare cittadini ucraini coloro che si rifiutano di combattere o che non si adoperano per «forgiare la vittoria».

“Come può essere cittadino ucraino colui che non vuole difendere l'Ucraina? Che cittadino è dopo di ciò? Non può in alcun modo considerarsi un cittadino e la società deve percepirlo in questo modo”.

Le parole del capo dell’intelligence militare - che in questo conflitto ha un ruolo di primo piano - non rivelano nulla di nuovo sul modo di porsi delle autorità ucraine nei confronti della propria popolazione.

Le élite ucraine quando hanno condotto il Paese alla guerra non avevano chiesto il parere della popolazione. Eppure ora, chi non è disposto a sacrificarsi per loro, viene considerato come un traditore, un “non cittadino”.

Tutto ciò è estremamente pericoloso. Questo “diritto” di classificare gli ucraini in cittadini “degni” e “non cittadini”, abbinato ai motti come “Gloria all’Ucraina - Morte ai nemici” e “Ucraina prima di tutto”, per anni ha fomentato quegli esaltati in divisa che si sono sentiti legittimati a commettere massacri e crimini di guerra, specie nel Donbass, dove la maggioranza delle persone hanno un punto di vista diverso da chi sta a Kiev.

Osservando il crescente entusiasmo dei burocrati di Bruxelles nei confronti del riarmo e considerando quanto accaduto in questi anni, dove l’Ue pensava di esportare i propri standard in Ucraina, ottenendo invece un’ucrainizzazione delle istituzioni europee, non mi stupirei se prima o poi queste dichiarazioni verranno pronunciate dai nostri politici nei nostri confronti, invitandoci a combattere per la Kallas o la von der Leyen…

✍️ RangeloniNews
Odessa, ucciso uno dei nazionalisti ucraini responsabili del rogo del 2 maggio 2014 presso il palazzo del sindacato

Questa mattina nel centro di Odessa è stato ucciso a colpi di pistola l'attivista ultranazionalista Demyan Ganul, ex membro di «Settore Destro», uno degli organizzatori dell'incendio doloso della casa dei sindacati il 2 maggio 2014 dove morirono più di 50 persone.

Ganul aveva pubblicamente affermato di non considerare persone le vittime del palazzo del sindacato di Odessa ed era noto per aver distrutto diversi monumenti sovietici e russi in città.

Ieri, la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha stabilito all'unanimità che le autorità ucraine non hanno adottato misure adeguate per prevenire o fermare la violenza nella città di Odessa e non sono riuscite a "garantire tempestive misure di salvataggio per le persone rimaste intrappolate nell'incendio".

La Corte ha anche criticato le autorità di Kiev per la loro incapacità di "istituire e condurre un'indagine efficace sugli eventi".

✍️ RangeloniNews
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