DEPRESSIONE
I media mainstream oggi stanno facendo girare una intervista di Raffaele Morelli in cui afferma di non aver mai prescritto psicofarmaci ai suoi pazienti. Inoltre costui dichiara:
«se vai da uno psicoterapeuta e sulla sua scrivania non trovi testi che parlino dei cinesi, dei taoisti, dei saggi greci e romani, fuggi: significa che vuole curarti con il pensiero moderno. Il peggiore per sanare l’anima»
Scandalo, i lettori di Open, pieni di ansiolitici e antidepressivi in corpo si stanno rivoltando, accusando Morelli di ciarlataneria.
Siamo alle solite, il malessere psicologico, in particolare quello che viene classificato come "depressione", è un messaggio che il nostro organismo ci invia. È un segnale che ci indica che qualcosa nel nostro equilibrio personale, nelle nostre relazioni o nel nostro stile di vita necessita di cambiamento. L'utilizzo di farmaci psicotropi maschera questi segnali importanti, attenuando i sintomi senza affrontare le cause profonde. Questo approccio ostacola il fondamentale processo di consapevolezza e crescita personale.
La cosiddetta "depressione" non è un'entità uniforme, ogni persona vive un'esperienza unica e personale del proprio malessere, che non può essere affrontata con una soluzione standardizzata che vale per tutti.
La tendenza contemporanea alla medicalizzazione di ogni forma di problema, che sia fisico o emotivo, riflette un approccio miope e limitato. La prescrizione automatica di farmaci per ogni manifestazione di malessere psicologico non solo non risolve le cause profonde, ma compromette le naturali capacità dell'individuo. Per non parlare dell'impatto degli effetti collaterali degli psicofarmaci, di cui si parla sempre troppo poco.
« Se stai male, non fare nulla: accogli il male», conclude Morelli.
Una frase troppo profonda da capire per masse oramai anestetizzate, in balia dei moderni "esperti" di settore che non risolvono nulla rimanendo sempre in superficie.
WI