📖Che cosa dice la Bibbia riguardo alla questione palestinese?
La questione palestinese e la sua soluzione restano uno dei problemi più ardui della storia contemporanea.
Tuttavia, bisogna tener conto, dal punto di vista biblico, che quando Dio parla di promesse per Israele si riferisce al Suo popolo, fedele al piano ed al programma che Egli stesso ha stabilito. Ritenere che Dio adempia le Sue promesse agli israeliani, unicamente perché sono un popolo che discende da Abramo significa fare un’analisi molto superficiale della Scrittura. Bisogna ricordare che il principio stabilito da Yahwèh:”… io onoro quelli che m’onorano …” (I Samuele 2:30) è sempre valido. Così rimane immutato il riferimento alla fedeltà verso Dio: “In quel giorno il residuo d’Israele e gli scampati della casa di Giacobbe cesseranno d’appoggiarsi su colui che li colpiva, e s’appoggeranno con sincerità sull’Eterno, sul Santo d’Israele. Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all’Iddio potente. Poiché, quand’anche il tuo popolo, o Israele, fosse come la rena del mare, un residuo soltanto ne tornerà …” (Isaia 10:20-22).
GLI ARABI: LORO ORIGINE
Sono anch’essi posterità di Abramo, precisamente discendenti di Ismaele, figlio di Abramo e della sua serva Agar.
Anche i discendenti d’Ismaele hanno nella Scrittura riferimenti precisi a delle promesse che Dio fece loro. Ad Agar, in attesa di Ismaele e scacciata dalla casa di Abramo, Dio disse: “… Io moltiplicherò grandemente la tua progenie e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa … partorirai un figliuolo, al quale metterai il nome di Ismaele (lett. Dio ascolta, N.d.A.)
… esso sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà in faccia a tutti i suoi fratelli” (Genesi 16:10-12).
Abramo, al momento di ricevere la promessa della nascita d’Isacco, si preoccupò anche di suo figlio Ismaele e pregò Dio dicendo:” … ‘Oh, possa almeno Ismaele vivere davanti a te!’. Dio rispose: `… Quanto a Ismaele, io ti ho esaudito. Ecco, io l’ho benedetto e farò in modo che si moltiplichi e si accresca straordinariamente. Egli genererà dodici principi e io farò di lui una grande nazione. Ma stabilirò il mio patto con Isacco .. .’“ (Genesi 17:18-21; Vers. N.R ).
È quindi evidente che se Israele, discendente da Isacco, è il popolo del patto e della promessa, anche il popolo arabo, discendente da Ismaele, ha un posto nel piano di Dio e nella storia. Tanto è vero che nella Scrittura è descritto perfino il territorio che i discendenti di Ismaele avrebbero abitato: “… i suoi figliuoli abitarono da Havila fino a Shur, che è dirimpetto all’Egitto, andando verso l’Assiria. Egli si stabilì di faccia a tutti i suoi fratelli” (Genesi 25:18). Quest’ultima frase della Scrittura conferma la promessa di Dio ad Agar riportata in Genesi 16:12.
Dopo l’incontro di Ismaele ed Isacco al funerale di Abramo, loro padre (cfr. Genesi 25:9), i loro discendenti non s’incontrarono più da fratelli, ma sempre si scontrarono da antagonisti. Ai dodici principi, anch’essi come il popolo di Israele capi di dodici tribù (cfr. Genesi 25: I 3- 16), si unì poi Esaù, che sposò una figlia di Ismaele generando gli Edomiti, anch’essi nemici giurati d’Israele.
Il primo atto d’ostilità degli ismaeliti è l’aver comprato Giuseppe come schiavo dai suoi stessi fratelli (cfr. Genesi 37:28).
In Genesi 25:18 i confini descritti sono ben precisi: “… da Havila fino a Shur, che è dirimpetto all’Egitto, andando verso l’Assiria …”. Come Dio ha fissato i confini d’Israele, così anche li ha stabiliti per Ismaele. Questi confini corrispondono attualmente all’incirca: a sud con l’Arabia Saudita (regione del Negev); ad ovest fino al deserto di Shur, cioè la parte nord-ovest della penisola del Sinai, che è il deserto arabico; a nord-est e ad est verso l’Assiria, cioè comprende parte degli attuali paesi della Giordania, Siria ed Iraq.
Naturalmente, contro questa concezione araba dei confini, si oppone Israele che si fa forte delle promesse profetiche bibliche.
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