

11.05.202510:23
Vedo diversi post in cui compaiono bambini palestinese di poco più di 2 anni in cui, anche loro, ribadiscono la necessità di acqua, di cibo..
Ma.. Più ci penso, più trovo questa cosa un po' indelicata, e spiego il perché : credo che ci sia un momento in cui anche la denuncia rischia di diventare ingiusta.
Fa molto male vedere un popolo antico, dignitoso, colto, che ha dato al mondo artisti, poeti, intellettuali, bellezza, che viene ridotto a immagini di disperazione. Ma il popolo palestinese è molto più di questo: è cultura, è storia, è nobiltà d'animo, è r-esistenza, è la certezza di non voler lasciarsi cancellare.
Non si sa più quali corde toccare per svegliare il mondo dal torpore. Non bastano le immagini di corpi martoriati, di bambini e anziani strappati alla vita. Non basta vedere la terra un tempo rigogliosa trasformata in una fossa comune. Non basta mostrare la bellezza delle poesie, la profondità dei libri, l'immensità della cultura, la varietà del cibo tradizionale, la raffinatezza dei costumi tradizionali, l'impressionante straordinarietà del territorio ormai devastato da un secolo di colonialismo di insediamento che gli ha cambiato volto, non bastano gli appelli...
Se tutto questo non basta, allora cosa serve? Quanta distruzione è necessaria perché il mondo apra gli occhi?
Quante vite devono essere annientate prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
Il silenzio è una condanna. L'indifferenza è un crimine.
Chi guarda e tace, chi si commuove per un istante e poi dimentica, chi sceglie la comodità dell’inazione è responsabile. È parte della tragedia. È parte della vergogna.
Ma non basta indignarsi. Non basta assistere. Ogni voce conta. Ogni parola è un'arma contro l'oblio.
Parla. Condividi. Informati.
Sostieni chi lotta per la giustizia. Pretendi che chi ha il potere di agire smetta di voltarsi dall’altra parte.
Perché il tempo delle mezze misure è finito. Non è più il momento di chiedersi cosa fare. È il momento di fare.
Ma.. Più ci penso, più trovo questa cosa un po' indelicata, e spiego il perché : credo che ci sia un momento in cui anche la denuncia rischia di diventare ingiusta.
Fa molto male vedere un popolo antico, dignitoso, colto, che ha dato al mondo artisti, poeti, intellettuali, bellezza, che viene ridotto a immagini di disperazione. Ma il popolo palestinese è molto più di questo: è cultura, è storia, è nobiltà d'animo, è r-esistenza, è la certezza di non voler lasciarsi cancellare.
Non si sa più quali corde toccare per svegliare il mondo dal torpore. Non bastano le immagini di corpi martoriati, di bambini e anziani strappati alla vita. Non basta vedere la terra un tempo rigogliosa trasformata in una fossa comune. Non basta mostrare la bellezza delle poesie, la profondità dei libri, l'immensità della cultura, la varietà del cibo tradizionale, la raffinatezza dei costumi tradizionali, l'impressionante straordinarietà del territorio ormai devastato da un secolo di colonialismo di insediamento che gli ha cambiato volto, non bastano gli appelli...
Se tutto questo non basta, allora cosa serve? Quanta distruzione è necessaria perché il mondo apra gli occhi?
Quante vite devono essere annientate prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
Il silenzio è una condanna. L'indifferenza è un crimine.
Chi guarda e tace, chi si commuove per un istante e poi dimentica, chi sceglie la comodità dell’inazione è responsabile. È parte della tragedia. È parte della vergogna.
Ma non basta indignarsi. Non basta assistere. Ogni voce conta. Ogni parola è un'arma contro l'oblio.
Parla. Condividi. Informati.
Sostieni chi lotta per la giustizia. Pretendi che chi ha il potere di agire smetta di voltarsi dall’altra parte.
Perché il tempo delle mezze misure è finito. Non è più il momento di chiedersi cosa fare. È il momento di fare.


10.05.202506:40
Foto scattata in un bar di Atene, Grecia.
Red.
Red.
09.05.202517:00
Le perdite dell'Armata Rossa nella Grande Guerra Patriottica superarono i 29 milioni, mentre quelle della Wehrmacht furono di oltre 10 milioni. Molti di più i morti civili. C'era un invaso e un invasore e l'invaso non aveva alcuna giustificazione, non rispondeva alla sistematica persecuzione della popolazione germanofona.
Eppure, nonostante sia chiaro a tutti che l'Armata Rossa abbia sconfitto da sola il Terzo Reich sul fronte orientale, domani sulla Piazza Rossa ci saranno soltanto il leader slovacco Robert Fico, il Presidente serbo Aleksandar Vucic e il leader serbo bosniaco Milorad Dodik.
Una vergogna. L'ennesimo episodio di russofobia. L'ennesimo esempio di propaganda.
I cittadini della Federazione Russa non si meritavano una simile offesa. Per tutti loro, il sacrificio dei loro antenati è – ancora oggi, a 80 anni di distanza - sacro. Nemmeno Adolf Hitler è riuscito nel suo intento di schiavizzare e deportare il popolo russo e nessuno slavo – eccetto i discendenti dei nazisti, i negazionisti e i traditori – dimentica di essere stato giudicato inferiore perché non ariano.
Ma si sa, noi qui abbiamo la memoria corta e guardiamo molti film americani.
di Alfredo Tocchi. 8 maggio 2025
Eppure, nonostante sia chiaro a tutti che l'Armata Rossa abbia sconfitto da sola il Terzo Reich sul fronte orientale, domani sulla Piazza Rossa ci saranno soltanto il leader slovacco Robert Fico, il Presidente serbo Aleksandar Vucic e il leader serbo bosniaco Milorad Dodik.
Una vergogna. L'ennesimo episodio di russofobia. L'ennesimo esempio di propaganda.
I cittadini della Federazione Russa non si meritavano una simile offesa. Per tutti loro, il sacrificio dei loro antenati è – ancora oggi, a 80 anni di distanza - sacro. Nemmeno Adolf Hitler è riuscito nel suo intento di schiavizzare e deportare il popolo russo e nessuno slavo – eccetto i discendenti dei nazisti, i negazionisti e i traditori – dimentica di essere stato giudicato inferiore perché non ariano.
Ma si sa, noi qui abbiamo la memoria corta e guardiamo molti film americani.
di Alfredo Tocchi. 8 maggio 2025


09.05.202514:51
Panico tra i coloni sionisti, mentre fuggono dalle spiagge di Tel Aviv a causa dell'allerta missilistica yemenita
Middle East Spectator
Middle East Spectator
Repost qilingan:
Palestina e Russia secondo la "convenzione" di Ginevra.



09.05.202503:26
Preghiera armata per la Pace
(Elenco semi-liturgico delle virtù belliche europee) 🌟
✅Germania
Fornisce carri armati, sistemi di difesa, supporto tecnico. Per la pace, naturalmente.
✅Francia
Vende droni, armi leggere e pesanti. Con amour.
✅Italia
Parla di tregua, intanto approva export bellico. “Non possiamo fare eccezioni”, dicono. Certo.
✅Paesi Bassi
Licenze attive per tecnologia militare. Ma con “profonda preoccupazione”.
✅Regno Unito
Fuori dall’UE, ma dentro fino al collo nelle forniture. In nome dei valori.
✅Spagna
Dichiara “stop armi ad Israele”. Ma dimentica gli accordi già firmati. Commovente.
✅Repubblica Ceca, Ungheria, Austria
Fedeli fino all’ultimo proiettile. Silenziosi, ma efficaci.
✅Belgio
Fornisce componenti, ma con l’anima inquieta. Davvero.
L’Unione Europea piange per Gaza con occhi lucidi e firma contratti di armamenti con mano ferma.
Ogni bomba che cade ha un timbro occidentale ed un'etichetta: “esportata con responsabilità”.
La retorica umanitaria è solo fumo anestetico sopra il tanfo del cinismo istituzionale.
Chi bombarda ha le nostre viti, le nostre munizioni, i nostri silenzi.
Il genocidio? Non più un tabù, ma un’opzione geopolitica trattata con freddezza contabile.
Parlano di diritto internazionale, ma solo quando non disturba gli interessi.
Gaza brucia, e l’Europa si commuove. Ma solo davanti alle telecamere.
➡️Seguici su https://t.me/palestina_convenzione_ginevra
(Elenco semi-liturgico delle virtù belliche europee) 🌟
✅Germania
Fornisce carri armati, sistemi di difesa, supporto tecnico. Per la pace, naturalmente.
✅Francia
Vende droni, armi leggere e pesanti. Con amour.
✅Italia
Parla di tregua, intanto approva export bellico. “Non possiamo fare eccezioni”, dicono. Certo.
✅Paesi Bassi
Licenze attive per tecnologia militare. Ma con “profonda preoccupazione”.
✅Regno Unito
Fuori dall’UE, ma dentro fino al collo nelle forniture. In nome dei valori.
✅Spagna
Dichiara “stop armi ad Israele”. Ma dimentica gli accordi già firmati. Commovente.
✅Repubblica Ceca, Ungheria, Austria
Fedeli fino all’ultimo proiettile. Silenziosi, ma efficaci.
✅Belgio
Fornisce componenti, ma con l’anima inquieta. Davvero.
L’Unione Europea piange per Gaza con occhi lucidi e firma contratti di armamenti con mano ferma.
Ogni bomba che cade ha un timbro occidentale ed un'etichetta: “esportata con responsabilità”.
La retorica umanitaria è solo fumo anestetico sopra il tanfo del cinismo istituzionale.
Chi bombarda ha le nostre viti, le nostre munizioni, i nostri silenzi.
Il genocidio? Non più un tabù, ma un’opzione geopolitica trattata con freddezza contabile.
Parlano di diritto internazionale, ma solo quando non disturba gli interessi.
Gaza brucia, e l’Europa si commuove. Ma solo davanti alle telecamere.
Ginevra
➡️Seguici su https://t.me/palestina_convenzione_ginevra
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ROCCO CANTAUNTORE

11.05.202514:01
«MISERABILE CANTAUTORE MAI SENTITO DA NESSUNO»
Così mi ha definito una passionaria sionista, al secolo nota come Silvana De Mari, su una testata nazionale.
Mi dispiace deluderla: sono d’accordo e onorato dell’essere stato indirettamente menzionato.
“Miserabile”?
Se per miserabile intende chi non applaude ai massacri, chi non firma contratti in cambio del silenzio, chi non canta per i salotti ma per chi è sepolto vivo, allora sì, lo rivendico.
“Cantautore”?
Colpevole. Anzi, rilancio: cantauNtore. Scrivo canzoni per sabotare il pensiero unico. C’è chi lancia bombe e attacchi ad hominem, come i sionisti. Io preferisco lanciare idee.
“Mai sentito da nessuno”?
Eppure lei mi ha sentito. E ha sentito anche Francesco Toscano (chiaro il riferimento “miserabile aspirante uomo politico” specie dopo il recente scontro su VisioneTV).
Se i miserabili danno fastidio, forse non siamo noi il problema.
Il problema è che chi doveva indignarsi per un genocidio, si indigna per chi lo denuncia.
Ecco perché continuerò a cantare.
Per tutti quelli che “non sono nessuno”.
Ma sanno ancora distinguere il sangue dalla propaganda.
Nel frastuono della menzogna, basta un soffio di verità per fare luce.
Buona domenica. 🙏🏻
👉👉🏻 @roccocantautore
Così mi ha definito una passionaria sionista, al secolo nota come Silvana De Mari, su una testata nazionale.
Mi dispiace deluderla: sono d’accordo e onorato dell’essere stato indirettamente menzionato.
“Miserabile”?
Se per miserabile intende chi non applaude ai massacri, chi non firma contratti in cambio del silenzio, chi non canta per i salotti ma per chi è sepolto vivo, allora sì, lo rivendico.
“Cantautore”?
Colpevole. Anzi, rilancio: cantauNtore. Scrivo canzoni per sabotare il pensiero unico. C’è chi lancia bombe e attacchi ad hominem, come i sionisti. Io preferisco lanciare idee.
“Mai sentito da nessuno”?
Eppure lei mi ha sentito. E ha sentito anche Francesco Toscano (chiaro il riferimento “miserabile aspirante uomo politico” specie dopo il recente scontro su VisioneTV).
Se i miserabili danno fastidio, forse non siamo noi il problema.
Il problema è che chi doveva indignarsi per un genocidio, si indigna per chi lo denuncia.
Ecco perché continuerò a cantare.
Per tutti quelli che “non sono nessuno”.
Ma sanno ancora distinguere il sangue dalla propaganda.
Nel frastuono della menzogna, basta un soffio di verità per fare luce.
Buona domenica. 🙏🏻
👉👉🏻 @roccocantautore
11.05.202506:18
Un video immenso e necessario da Karem from Haifa.
Prendete una quarantina di minuti per guardarlo ed ascoltarlo poiché illustra molto bene la realtà in Palestina occupata... E come l'occupazione e il genocidio vengano non solo nascosti certi crimini, ma giustificati dai doppi standard occidentali.
Una vera lezione umana e politica.
Grazie Kareem ❤️
#Disarmare_israele
Prendete una quarantina di minuti per guardarlo ed ascoltarlo poiché illustra molto bene la realtà in Palestina occupata... E come l'occupazione e il genocidio vengano non solo nascosti certi crimini, ma giustificati dai doppi standard occidentali.
Una vera lezione umana e politica.
Grazie Kareem ❤️
#Disarmare_israele
10.05.202506:39
Arrivano voci dal Golfo in cui si ventila l'ipotesi del "riconoscimento della Palestina" da parte di Trump.
In realtà Trump cerca un solo modo per salvare la sua immagine in declino.
Già nel 2020 aveva proposto una "soluzione a due stati" con uno "stato" palestinese, ma questo mirava a legittimare tutto il furto di terre israeliano fino ad allora e non offriva alcuna vera sovranità palestinese.
In effetti è così che si protegge il nocciolo sionista, la vacua promessa di riconoscimento di "uno stato" palestinese.
Le prime domande che dovrebbero sorgere spontanee sono:
E dove? Nei piccoli bantustan in cui è ridotta la Cisgiordania?
Che continuità territoriale avrebbe con Gaza? Tramite tunnel?
E il ritorno dei profughi (risoluzione ONU 194) verrebbe consentito anche a quelli dei territori del 48?
E altre..
Attenzione alle mosse drammatiche con compromessi inappropriati, riconoscere "uno stato" palestinese non significa niente.
L'unico stato palestinese da riconoscere è quello che va dal fiume al mare con Gerusalemme come capitale eterna. Il resto è propaganda.
https://www.jpost.com/middle-east/article-853387
In realtà Trump cerca un solo modo per salvare la sua immagine in declino.
Già nel 2020 aveva proposto una "soluzione a due stati" con uno "stato" palestinese, ma questo mirava a legittimare tutto il furto di terre israeliano fino ad allora e non offriva alcuna vera sovranità palestinese.
In effetti è così che si protegge il nocciolo sionista, la vacua promessa di riconoscimento di "uno stato" palestinese.
Le prime domande che dovrebbero sorgere spontanee sono:
E dove? Nei piccoli bantustan in cui è ridotta la Cisgiordania?
Che continuità territoriale avrebbe con Gaza? Tramite tunnel?
E il ritorno dei profughi (risoluzione ONU 194) verrebbe consentito anche a quelli dei territori del 48?
E altre..
Attenzione alle mosse drammatiche con compromessi inappropriati, riconoscere "uno stato" palestinese non significa niente.
L'unico stato palestinese da riconoscere è quello che va dal fiume al mare con Gerusalemme come capitale eterna. Il resto è propaganda.
https://www.jpost.com/middle-east/article-853387
09.05.202517:00
“Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità. Chiunque giri le spalle, chiuda gli occhi o passi oltre offende la memoria dei caduti.” (Vasily Grossman, autore di Stalingrado)
Domani – a distanza di ottant'anni – i cittadini della Federazione Russa, nessuno escluso, festeggeranno la fine della Seconda Guerra Mondiale, la “Grande Guerra Patriottica”.
La parata militare sulla Piazza Rossa non sarà dissimile da quella del 1945, le cui immagini d'epoca potete vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=2xhrv-U1RRY
Per noi italiani è difficile comprendere quanto sia stata importante – nella formazione dell'identità russa – la vittoria delle truppe sovietiche.
L'URSS venne aggredita il 22 giugno 1941, quando le forze armate del Terzo Reich attraversarono il confine con 134 divisioni equipaggiate con i mezzi corazzati e le armi più moderne. L'Operazione Barbarossa era nata dalla mente malata di Adolf Hitler. Il Generalplan Ost prevedeva la conquista di uno spazio vitale a Est (il famigerato Lebensraum) per popolarlo di tedeschi di pura razza ariana, la schiavizzazione delle popolazioni slave (destinate alla deportazione nelle zone più remote dell'Asia).
Le atrocità commesse dai tedeschi furono innominabili: l'Hungerplan si prefiggeva di sterminare la popolazione civile distruggendo completamente i raccolti. Il colmo dell'orrore (se è possibile stabilire un'insana graduatoria) si raggiunse nell'assedio di Stalingrado.
Vasily Grossman era presente, la sua opera è un monito per l'umanità intera.
La Grande Guerra Patriottica terminò con la conquista di Berlino, quando le truppe comandate dal Maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov issarono la bandiera rossa sulle rovine della capitale nemica.
Nel corso della guerra, una parte della popolazione ucraina aveva costituito la Waffen SS Galizia e combattuto dalla parte sbagliata della Storia.
Lo voglio ripetere: dalla parte sbagliata della Storia. Il negazionismo, il revisionismo storico mi fanno ribrezzo: gli ucraini nelle SS furono circa 50.000, e con loro gli olandesi (50.000), i lettoni (35.000), gli altoatesini (20.000), gli estoni (20.000), i croati (20.000), i danesi (11.000) eccetera.
Soltanto nel pogrom di Leopoli, i nazisti ucraini uccisero 4.000 ebrei in una notte.
Oggi, oltre il 40% di ucraini considera Stepan Bandera (ucciso da un agente del KGB a Monaco di Baviera nel 1959) un eroe. Statue in suo onore sono state erette in molte città e nelle scuole si insegna che fu un martire per l'indipendenza dell'Ucraina.
Oggi, il nazifascismo è tornato sotto mentite spoglie. Torna utile – nella propaganda contro Vladimir Putin – tacere dei crimini commessi dalle Waffen SS. Per la verità, la tendenza a dimenticare, a confondere i ruoli e le responsabilità, è incominciata da molti anni. L'apologia di figure storiche controverse (Benito Mussolini, Stepan Bandera) viene tollerata se finalizzata a mistificare la realtà storica ad usum delphini.
La seconda carica dello Stato non si limita ad affermare che “il Duce ha fatto anche cose buone”, ma ne colleziona busti e non esita a giustificare il saluto romano.
Non stupisce dunque che si sia giunti al punto di modificare persino Wikipedia, scrivendo che Auschwitz fu liberata dall'esercito ucraino. Tanto – ed è questo ciò che conta – in tutti i film (l'unica cosa che i giovani ricorderanno) si vede che venne liberata dai buoni di sempre, gli americani.
Mi perdonerete se cito un altro grande scrittore, Kurt Vonnegut, che nel suo capolavoro Mattatoio N. 5 racconta il bombardamento di Dresda: “Ho detto ai miei figli che non devono, in nessuna circostanza, partecipare a un massacro, e che le notizie di massacri compiuti tra i nemici non devono riempirli di soddisfazione o di gioia.” Dresda fu distrutta per terrorizzare, morirono soltanto civili, non vi era stanziata neppure una divisione tedesca. Fu un esempio di come gli americani hanno sempre inteso la guerra: prima distruggi tutto da lontano (B52, napalm, bombe atomiche) poi invadi.
Domani – a distanza di ottant'anni – i cittadini della Federazione Russa, nessuno escluso, festeggeranno la fine della Seconda Guerra Mondiale, la “Grande Guerra Patriottica”.
La parata militare sulla Piazza Rossa non sarà dissimile da quella del 1945, le cui immagini d'epoca potete vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=2xhrv-U1RRY
Per noi italiani è difficile comprendere quanto sia stata importante – nella formazione dell'identità russa – la vittoria delle truppe sovietiche.
L'URSS venne aggredita il 22 giugno 1941, quando le forze armate del Terzo Reich attraversarono il confine con 134 divisioni equipaggiate con i mezzi corazzati e le armi più moderne. L'Operazione Barbarossa era nata dalla mente malata di Adolf Hitler. Il Generalplan Ost prevedeva la conquista di uno spazio vitale a Est (il famigerato Lebensraum) per popolarlo di tedeschi di pura razza ariana, la schiavizzazione delle popolazioni slave (destinate alla deportazione nelle zone più remote dell'Asia).
Le atrocità commesse dai tedeschi furono innominabili: l'Hungerplan si prefiggeva di sterminare la popolazione civile distruggendo completamente i raccolti. Il colmo dell'orrore (se è possibile stabilire un'insana graduatoria) si raggiunse nell'assedio di Stalingrado.
Vasily Grossman era presente, la sua opera è un monito per l'umanità intera.
La Grande Guerra Patriottica terminò con la conquista di Berlino, quando le truppe comandate dal Maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov issarono la bandiera rossa sulle rovine della capitale nemica.
Nel corso della guerra, una parte della popolazione ucraina aveva costituito la Waffen SS Galizia e combattuto dalla parte sbagliata della Storia.
Lo voglio ripetere: dalla parte sbagliata della Storia. Il negazionismo, il revisionismo storico mi fanno ribrezzo: gli ucraini nelle SS furono circa 50.000, e con loro gli olandesi (50.000), i lettoni (35.000), gli altoatesini (20.000), gli estoni (20.000), i croati (20.000), i danesi (11.000) eccetera.
Soltanto nel pogrom di Leopoli, i nazisti ucraini uccisero 4.000 ebrei in una notte.
Oggi, oltre il 40% di ucraini considera Stepan Bandera (ucciso da un agente del KGB a Monaco di Baviera nel 1959) un eroe. Statue in suo onore sono state erette in molte città e nelle scuole si insegna che fu un martire per l'indipendenza dell'Ucraina.
Oggi, il nazifascismo è tornato sotto mentite spoglie. Torna utile – nella propaganda contro Vladimir Putin – tacere dei crimini commessi dalle Waffen SS. Per la verità, la tendenza a dimenticare, a confondere i ruoli e le responsabilità, è incominciata da molti anni. L'apologia di figure storiche controverse (Benito Mussolini, Stepan Bandera) viene tollerata se finalizzata a mistificare la realtà storica ad usum delphini.
La seconda carica dello Stato non si limita ad affermare che “il Duce ha fatto anche cose buone”, ma ne colleziona busti e non esita a giustificare il saluto romano.
Non stupisce dunque che si sia giunti al punto di modificare persino Wikipedia, scrivendo che Auschwitz fu liberata dall'esercito ucraino. Tanto – ed è questo ciò che conta – in tutti i film (l'unica cosa che i giovani ricorderanno) si vede che venne liberata dai buoni di sempre, gli americani.
Mi perdonerete se cito un altro grande scrittore, Kurt Vonnegut, che nel suo capolavoro Mattatoio N. 5 racconta il bombardamento di Dresda: “Ho detto ai miei figli che non devono, in nessuna circostanza, partecipare a un massacro, e che le notizie di massacri compiuti tra i nemici non devono riempirli di soddisfazione o di gioia.” Dresda fu distrutta per terrorizzare, morirono soltanto civili, non vi era stanziata neppure una divisione tedesca. Fu un esempio di come gli americani hanno sempre inteso la guerra: prima distruggi tutto da lontano (B52, napalm, bombe atomiche) poi invadi.
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Going Underground

09.05.202512:08
VICTORY DAY: THE BATTLE OF STALINGRAD TURNED THE TIDE OF THE WAR
After Nazi Germany’s leader Adolf Hitler obsessed over seizing the city to deal a humiliating blow to Premier of the Soviet Union ☭ Joseph Stalin, by taking the city named after him. Hitler had promoted Field Marshal Friedrich Paulus thinking that he would not surrender to the Red Army. After the legendary fightback by Red Army soldiers in one of the most brutal theatres of urban combat in human history, German 6th Army troops had finally been encircled after the success of Operation Uranus.
1.1 million Soviet soldiers either died, were wounded or went missing defending the city from the Nazi hordes and totally wiped out the German 6th Army. This would mark the first major battlefield defeat of the previously unbeatable Waffen SS and Wehrmacht, and would turn the tide of the war in the Soviet Union’s favour. 11 million Soviet soldiers died in WW2 and three-quarters of German losses were suffered at the hands of the Red Army. 27 million Soviet citizens died in the fight to destroy Nazism.
After Nazi Germany’s leader Adolf Hitler obsessed over seizing the city to deal a humiliating blow to Premier of the Soviet Union ☭ Joseph Stalin, by taking the city named after him. Hitler had promoted Field Marshal Friedrich Paulus thinking that he would not surrender to the Red Army. After the legendary fightback by Red Army soldiers in one of the most brutal theatres of urban combat in human history, German 6th Army troops had finally been encircled after the success of Operation Uranus.
1.1 million Soviet soldiers either died, were wounded or went missing defending the city from the Nazi hordes and totally wiped out the German 6th Army. This would mark the first major battlefield defeat of the previously unbeatable Waffen SS and Wehrmacht, and would turn the tide of the war in the Soviet Union’s favour. 11 million Soviet soldiers died in WW2 and three-quarters of German losses were suffered at the hands of the Red Army. 27 million Soviet citizens died in the fight to destroy Nazism.
08.05.202521:32
Un documento che avevo preparato e scritto nel agosto 2022 un anno prima del genocidio ancora in corso sul territorio di Gaza.
Palestina 🇵🇸
Vorrei darvi alcuni numeri, per poter capire la vastità e gravità del dramma che molti continuano a non vedere o peggio a non comprendere
Palestina e’ un territorio che collega tre continenti tra di loro
Asia-Europa-Africa
Domina o si affaccia al mar Rosso e al Mediterraneo
Palestina. Territorio che ha visto nascere le tre religioni monoteistiche, per questo il territorio è la storia della Umanità intera, li era iniziato il genere umano e li verrà annientato e sempre li verrà giudicato
Palestina e’ un territorio chiamato terra santa altre volte terra di pace che di pace mai assaporata lungo i secoli …. Assiri, Fenici, Kananei, Greci, Persiani, mongoli, Arabi, Romani, Britannici e ora il cancro, chiamato SIONISMO.
Il sionismo ocvupa Palestina sin dalla fine della seconda guerra mondiale e nel 15 maggio del 1948, il sionismo con l’aiuto degli europei TUTTI E L’America, fanno nascere il paeseo meglio l’entità sionista chiamata isra¥ele
Dal 1948 ad oggi sono già 74 anni circa...
A voi ora i numeri per capire:
Nel 1914, anno d’inizio della prima guerra mondiale in Palestina ( a suo tempo chiamta regione Palestina) era abitata dagli arabi palestinesi (arabi perché parlano la lingua araba ma non erano arabi) vivevano
circa 690.000 abitanti di religione islamica e cristiana con una piccolissima comunità di ebrei.
Nel 1948, anno in cui fu fondato lo stato sionista gli abitanti erano circa 2.000.000
Ora entriamo nel dramma vero e proprio del popolo palestinese: che dura da 74 anni sotto gli occhi di tutti
Dal 1948 in poi, i palestinesi furono cacviati in malo modo dalle loro case e spinti a varcare i confine ammassandosi nei paesi limitrofi
Numero dei campi per rifugiati dentro il territorio della palestina e fuori 73 campi ( tendopoli) che hanno accolto fuggitivi durante i 74 anni di Nakba prima e di Naksa dopo.
provenienti
dal centro nord del territorio circa 1.091.105
Ammassati in
29 campi ufficiali
5 campi non ufficiali
Dal centro sud del territorio circa 1.669.994
Ammassati in
8 campi ufficiali
I costretti a lasciare la patria e rifugiarsi oltre confine
Giordania 2.479.994 in 13 campi
Libano 546.740 in 16 campi
Syria 660.419 In 12 campi
Numero totali profughi dentro e fuori territorio
6.447.310 anime
Numero campi dentro e fuori
73 campi
Ora veniamo alla distruzione di città e agli uccisi
Città e villaggi occupate nel 1948, n. 774
Città e villaggi completamente distrutte nel 1948, esattamente n. 531
Numero dei massacri (EVENTI) compiuti più di 70 sparsi un po ovunque da nord a sud
Ora il popolo della Palestina 🇵🇸 che si chiama Palestinese dentro il territorio e fuori (sparso un po ovunque)
al censimento del 2020 circa 13.700.000
Numero di rifugiati registrati alla UNRWA
Circa 6.447.310 rifugiati.
Ps. I numeri dal 2020 ad oggi, è destinato a cambiare in modo vertiginoso raddoppiando alcuni e triplicando altri...
Si ignora il numero preciso dei prigionieri nelle carceri isra¥eliane (adulti e bambini)
Uomini e donne...
con accuse e senza accuse
DocSam
03/08/2022
Palestina 🇵🇸
Vorrei darvi alcuni numeri, per poter capire la vastità e gravità del dramma che molti continuano a non vedere o peggio a non comprendere
Palestina e’ un territorio che collega tre continenti tra di loro
Asia-Europa-Africa
Domina o si affaccia al mar Rosso e al Mediterraneo
Palestina. Territorio che ha visto nascere le tre religioni monoteistiche, per questo il territorio è la storia della Umanità intera, li era iniziato il genere umano e li verrà annientato e sempre li verrà giudicato
Palestina e’ un territorio chiamato terra santa altre volte terra di pace che di pace mai assaporata lungo i secoli …. Assiri, Fenici, Kananei, Greci, Persiani, mongoli, Arabi, Romani, Britannici e ora il cancro, chiamato SIONISMO.
Il sionismo ocvupa Palestina sin dalla fine della seconda guerra mondiale e nel 15 maggio del 1948, il sionismo con l’aiuto degli europei TUTTI E L’America, fanno nascere il paeseo meglio l’entità sionista chiamata isra¥ele
Dal 1948 ad oggi sono già 74 anni circa...
A voi ora i numeri per capire:
Nel 1914, anno d’inizio della prima guerra mondiale in Palestina ( a suo tempo chiamta regione Palestina) era abitata dagli arabi palestinesi (arabi perché parlano la lingua araba ma non erano arabi) vivevano
circa 690.000 abitanti di religione islamica e cristiana con una piccolissima comunità di ebrei.
Nel 1948, anno in cui fu fondato lo stato sionista gli abitanti erano circa 2.000.000
Ora entriamo nel dramma vero e proprio del popolo palestinese: che dura da 74 anni sotto gli occhi di tutti
Dal 1948 in poi, i palestinesi furono cacviati in malo modo dalle loro case e spinti a varcare i confine ammassandosi nei paesi limitrofi
Numero dei campi per rifugiati dentro il territorio della palestina e fuori 73 campi ( tendopoli) che hanno accolto fuggitivi durante i 74 anni di Nakba prima e di Naksa dopo.
provenienti
dal centro nord del territorio circa 1.091.105
Ammassati in
29 campi ufficiali
5 campi non ufficiali
Dal centro sud del territorio circa 1.669.994
Ammassati in
8 campi ufficiali
I costretti a lasciare la patria e rifugiarsi oltre confine
Giordania 2.479.994 in 13 campi
Libano 546.740 in 16 campi
Syria 660.419 In 12 campi
Numero totali profughi dentro e fuori territorio
6.447.310 anime
Numero campi dentro e fuori
73 campi
Ora veniamo alla distruzione di città e agli uccisi
Città e villaggi occupate nel 1948, n. 774
Città e villaggi completamente distrutte nel 1948, esattamente n. 531
Numero dei massacri (EVENTI) compiuti più di 70 sparsi un po ovunque da nord a sud
Ora il popolo della Palestina 🇵🇸 che si chiama Palestinese dentro il territorio e fuori (sparso un po ovunque)
al censimento del 2020 circa 13.700.000
Numero di rifugiati registrati alla UNRWA
Circa 6.447.310 rifugiati.
Ps. I numeri dal 2020 ad oggi, è destinato a cambiare in modo vertiginoso raddoppiando alcuni e triplicando altri...
Si ignora il numero preciso dei prigionieri nelle carceri isra¥eliane (adulti e bambini)
Uomini e donne...
con accuse e senza accuse
DocSam
03/08/2022
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TMaA Gaza, Palestina, Resistenza🔻🧨🇵🇸



11.05.202513:54
🇾🇪🇾🇪🇾🇪 YEMEN : Grazie alle operazioni delle Forze Armate Yemenite, guidate dal Movimento di Resistenza Ansarallah, con lancio di missili balistici ipersonici "Palestina2" contro l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, 19 compagnie aeree hanno sospeso i voli da e verso l'aeroporto, mentre il numero di passeggeri rispetto alla settimana scorsa è sceso del 26% e quello dei voli programmati è sceso invece del 34%, isolando Israele dal resto del mondo e mettendo ancor di più in crisi il settore turistico dell'economia Israeliana. Le Forze Armate Yemenite hanno avvisato le compagnie aeree che l'aeroporto è da considerarsi non più sicuro e che le operazioni escaleranno in modo da raggiungere un blocco aereo totale contro Israele.🔻🧨🇾🇪 TMaA
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Giorgio Bianchi Photojournalist

10.05.202509:05
Dalle prove schiaccianti che l'IA sta minando la capacità di apprendimento di una generazione di studenti nell'istruzione superiore, alle aziende tecnologiche che promettono di sostituire i lavoratori con l'IA, fino alla famiglia di una vittima che usa un avatar AI del defunto per influenzare i tribunali... questo è il futuro contorto dell'IA che gli oligarchi della tecnologia hanno in serbo per noi. P.S. Brian Merchant ed io potremmo non essere d'accordo su alcune questioni, ma quando si tratta dell'uso non etico dell'IA siamo dalla stessa parte ed è per questo che seguo e consiglio il suo lavoro.
https://substack.com/home/post/p-163164242
Laura Ruggeri
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
https://substack.com/home/post/p-163164242
Laura Ruggeri
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist


10.05.202506:34
Ahmad al-Sharaa, aka AL JEWLANI, autoproclamato presidente della Siria ed ex membro di Al-Qaeda, sta consentendo la spartizione della Siria tra Qatar, "israele" , Turchia e Stati Uniti.
Il Ministero delle Finanze siriano ha annunciato che il Qatar finanzierà il settore pubblico del Paese dopo aver ricevuto l'approvazione degli Stati Uniti. Dall'inizio della guerra in Siria, il Qatar ha sostenuto gruppi armati che mirano a rovesciare l'ex governo di Assad.
Doha è uno degli alleati più stretti degli Stati Uniti nella regione, ospitando la più grande base militare americana utilizzata per gli interventi militari statunitensi in Medio Oriente. Il Qatar segue le direttive statunitensi nell'assegnazione dei finanziamenti. A differenza del Libano, a Doha è stato permesso di finanziare l'economia siriana coprendo il suo debito con la Banca Mondiale, consentendo all'agenzia di riprendere le operazioni.
Secondo fonti israeliane, Turchia e "israele" stanno tenendo nuovi colloqui in Azerbaijan per dividere i loro interessi in Siria. Sebbene i termini dei negoziati rimangano invariati, i funzionari israeliani hanno avanzato due richieste: nessuna forza militare vicino alle alture del Golan e nessuna arma strategica che possa minacciare l'occupazione israeliana in Siria. Al JEWlani ha confermato colloqui indiretti con il governo israeliano durante la sua prima visita europea. Al contrario, fonti israeliane lo hanno contraddetto, riferendo che si sono svolti colloqui diretti tra funzionari israeliani e siriani sia nei territori occupati da "israele" che negli Emirati Arabi Uniti.
Inoltre, al JEWlani sta cercando il sostegno degli Stati Uniti per proporre una "ricostruzione in stile Piano Marshall" al presidente Trump. L'obiettivo è assicurarsi significativi progetti di investimento statunitensi in Siria, dando loro priorità rispetto alle aziende cinesi e di altre potenze. Attraverso la mediazione saudita, è anche disposta a incontrare Trump durante le sue visite nei Paesi del Golfo.
Red.
Il Ministero delle Finanze siriano ha annunciato che il Qatar finanzierà il settore pubblico del Paese dopo aver ricevuto l'approvazione degli Stati Uniti. Dall'inizio della guerra in Siria, il Qatar ha sostenuto gruppi armati che mirano a rovesciare l'ex governo di Assad.
Doha è uno degli alleati più stretti degli Stati Uniti nella regione, ospitando la più grande base militare americana utilizzata per gli interventi militari statunitensi in Medio Oriente. Il Qatar segue le direttive statunitensi nell'assegnazione dei finanziamenti. A differenza del Libano, a Doha è stato permesso di finanziare l'economia siriana coprendo il suo debito con la Banca Mondiale, consentendo all'agenzia di riprendere le operazioni.
Secondo fonti israeliane, Turchia e "israele" stanno tenendo nuovi colloqui in Azerbaijan per dividere i loro interessi in Siria. Sebbene i termini dei negoziati rimangano invariati, i funzionari israeliani hanno avanzato due richieste: nessuna forza militare vicino alle alture del Golan e nessuna arma strategica che possa minacciare l'occupazione israeliana in Siria. Al JEWlani ha confermato colloqui indiretti con il governo israeliano durante la sua prima visita europea. Al contrario, fonti israeliane lo hanno contraddetto, riferendo che si sono svolti colloqui diretti tra funzionari israeliani e siriani sia nei territori occupati da "israele" che negli Emirati Arabi Uniti.
Inoltre, al JEWlani sta cercando il sostegno degli Stati Uniti per proporre una "ricostruzione in stile Piano Marshall" al presidente Trump. L'obiettivo è assicurarsi significativi progetti di investimento statunitensi in Siria, dando loro priorità rispetto alle aziende cinesi e di altre potenze. Attraverso la mediazione saudita, è anche disposta a incontrare Trump durante le sue visite nei Paesi del Golfo.
Red.
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Miracolo a Milano



09.05.202516:37
🗓️ Domenica 11 maggio 2025
📌 Mantova, Vicolo Ospitale 2
⏰ Dalle ore 16.30
"Palestina, il vero volto delle Smart City. Tecnologie per le guerre ai popoli"
👉 Dopo Bologna, Ravenna e Cesena dei mesi scorsi, a Mantova si terrà domenica la quarta assemblea pubblica per indagare, insieme, l'occupazione coloniale della Palestina in relazione all'impiego di tecnologie della sorveglianza e di controllo sociale. IA, droni, spyware, piattaforme di identità digitale... Tecnologie "per le guerre ai popoli" sperimentate in Palestina che intensificano, semplificano e automatizzano la repressione, la discriminazione finanche il genocidio, e che vedono poi un utilizzo programmatico nelle nostre stesse città.
Durante l'iniziativa, verranno proiettati alcuni spezzoni dei documentari di Al Jazeera sul tema delle "Smart Cities palestinesi" doppiati in italiano per l'occasione. Seguiranno gli interventi, tutti in presenza, da Bologna, Milano e della comunità palestinese in Italia. Al termine, cena palestinese a buffet!
🇵🇸 Aiutateci a segnalare l'incontro a chi è di zona o voglia raggiungerlo!
https://t.me/canalemiracolomilano
📌 Mantova, Vicolo Ospitale 2
⏰ Dalle ore 16.30
"Palestina, il vero volto delle Smart City. Tecnologie per le guerre ai popoli"
👉 Dopo Bologna, Ravenna e Cesena dei mesi scorsi, a Mantova si terrà domenica la quarta assemblea pubblica per indagare, insieme, l'occupazione coloniale della Palestina in relazione all'impiego di tecnologie della sorveglianza e di controllo sociale. IA, droni, spyware, piattaforme di identità digitale... Tecnologie "per le guerre ai popoli" sperimentate in Palestina che intensificano, semplificano e automatizzano la repressione, la discriminazione finanche il genocidio, e che vedono poi un utilizzo programmatico nelle nostre stesse città.
Durante l'iniziativa, verranno proiettati alcuni spezzoni dei documentari di Al Jazeera sul tema delle "Smart Cities palestinesi" doppiati in italiano per l'occasione. Seguiranno gli interventi, tutti in presenza, da Bologna, Milano e della comunità palestinese in Italia. Al termine, cena palestinese a buffet!
🇵🇸 Aiutateci a segnalare l'incontro a chi è di zona o voglia raggiungerlo!
https://t.me/canalemiracolomilano


09.05.202512:05
Per gli amici di Brindisi e dintorni!
08.05.202519:57
Più che una semplice risposta agli attacchi nel Mar Rosso, la Campagna faceva parte di un più ampio sforzo di Washington per contrastare l'influenza regionale della Cina, in particolare i nascenti legami della Nuova Via della Seta in Yemen. Ma la strategia militare si è ritorta contro di loro, inasprendo la Resistenza locale e minando la credibilità degli Stati Uniti.
Abu Talib osserva che persino gli aerei invisibili e i bombardieri strategici non sono riusciti a ottenere un effetto deterrente. L'amministrazione Trump si è trovata di fronte a due opzioni: ritirarsi sotto il peso della sconfitta o avviare colloqui alle condizioni di Ansarallah, tra cui la fine della guerra di Gaza.
UNA GUERRA SENZA SCOPO
Fin dall'inizio, Washington ha faticato a costruire una narrazione di vittoria. Il Pentagono ha diffuso video di aerei in decollo dalle portaerei: uno spettacolo vuoto, privo di sostanza. Non ci sono stati momenti di "colpisci e terrorizza", nessuna impresa da spacciare per successo.
Lo Yemen, nel frattempo, ha prodotto immagini iconiche; tra queste, un padre che protegge il figlio durante un bombardamento, un potente simbolo di sfida nazionale. Con l'aumentare delle vittime civili, è aumentata anche la furia dell'opinione pubblica. Scene di donne e bambini estratti dalle macerie hanno circolato ampiamente, tracciando scomodi parallelismi con le passate guerre statunitensi in Iraq e Afghanistan.
Secondo Abu Talib, la coesione sociale e la geografia accidentata dello Yemen hanno minato ogni tentativo di romperne le linee. Lungi dal frantumarsi sotto la pressione, l'opinione pubblica si è schierata al fianco di Ansarallah. Più gli Stati Uniti intensificavano la Campagna, più la Resistenza yemenita si radicava, sia militarmente che socialmente.
Ora, l'amministrazione Trump sta cambiando marcia, cercando la pace senza ammettere la sconfitta. Ma Sanaa non sta ferma. Promette operazioni continue e, con esse, nuove equazioni strategiche che potrebbero sovvertire ulteriormente l'equilibrio di potere regionale.
Mawadda Iskandar è una giornalista e ricercatrice specializzata in affari del Golfo; ha prodotto diversi documentari e pubblicato ricerche.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: https://thecradle.co/articles-id/30582
Abu Talib osserva che persino gli aerei invisibili e i bombardieri strategici non sono riusciti a ottenere un effetto deterrente. L'amministrazione Trump si è trovata di fronte a due opzioni: ritirarsi sotto il peso della sconfitta o avviare colloqui alle condizioni di Ansarallah, tra cui la fine della guerra di Gaza.
UNA GUERRA SENZA SCOPO
Fin dall'inizio, Washington ha faticato a costruire una narrazione di vittoria. Il Pentagono ha diffuso video di aerei in decollo dalle portaerei: uno spettacolo vuoto, privo di sostanza. Non ci sono stati momenti di "colpisci e terrorizza", nessuna impresa da spacciare per successo.
Lo Yemen, nel frattempo, ha prodotto immagini iconiche; tra queste, un padre che protegge il figlio durante un bombardamento, un potente simbolo di sfida nazionale. Con l'aumentare delle vittime civili, è aumentata anche la furia dell'opinione pubblica. Scene di donne e bambini estratti dalle macerie hanno circolato ampiamente, tracciando scomodi parallelismi con le passate guerre statunitensi in Iraq e Afghanistan.
Secondo Abu Talib, la coesione sociale e la geografia accidentata dello Yemen hanno minato ogni tentativo di romperne le linee. Lungi dal frantumarsi sotto la pressione, l'opinione pubblica si è schierata al fianco di Ansarallah. Più gli Stati Uniti intensificavano la Campagna, più la Resistenza yemenita si radicava, sia militarmente che socialmente.
Ora, l'amministrazione Trump sta cambiando marcia, cercando la pace senza ammettere la sconfitta. Ma Sanaa non sta ferma. Promette operazioni continue e, con esse, nuove equazioni strategiche che potrebbero sovvertire ulteriormente l'equilibrio di potere regionale.
Mawadda Iskandar è una giornalista e ricercatrice specializzata in affari del Golfo; ha prodotto diversi documentari e pubblicato ricerche.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: https://thecradle.co/articles-id/30582
11.05.202512:22
Sciacalli senza vergogna!
Ci sono eventi che segnano la storia con la loro brutalità, tragedie che dovrebbero essere ricordate con rispetto, riflessione e dolore. Ma quando si parla di "quelli" capiamo che riescono sempre a trasformare anche la sofferenza in un’occasione di guadagno.
Come avvoltoi che volteggiano sopra le macerie, alcuni non perdono tempo a monetizzare il dolore altrui, persino quando ne sono stati loro gli artefici.
Ieri sera mi sono arrivati questi link di tour proposti su piattaforme come TripAdvisor, che invitano a visitare i luoghi dell’orrore, sono solo l’ennesimo esempio di questa "loro" squallida tendenza.
La realtà del 7 ottobre, un giorno in cui il popolo palestinese ha reagito ad un'occupazione che dura da quasi cent'anni, viene ora venduta come un’esperienza turistica, corredata di thè e aperitivi.
Come se fosse un pacchetto vacanze, un’attrazione da inserire in un itinerario di viaggio tra un’escursione e una visita guidata.
Esattamente come i tour nei vari campi di concentramento in Europa, trasformati in tappe obbligate per un turistificio storico, in cui c'è un giro di affari e soldi che poco ha a che vedere con la famosa litania di "non dimenticare" "non perdere la memoria"... abbiamo constatato che, sebbene si ripeta il mantra, la realtà dei fatti è che la memoria umana è volutamente corta, ma soprattutto selettiva.
Questo business viene portato avanti dagli stessi responsabili della tragedia.
Gli artefici della distruzione ora vendono biglietti per visitare le macerie che loro stessi hanno provocato.
Non c'è limite alla spregiudicatezza, al cinismo, alla capacità di trarre profitto da ogni cosa (persino dal sangue, dalle vite spezzate)
Sciacalli, senza vergogna e senza pudore.
Mentre i sopravvissuti piangono i loro morti, mentre un popolo martoriato cerca di non farsi strappare alla propria terra, loro impacchettano il dolore e lo vendono come un’esperienza da vivere.
Non è solo squallido, è disumano.
Ma non ci dovremmo stupire, questi organizzano appuntamenti sulle colline, osservano Gaza bruciare, brindano mentre le bombe piovono su case, ospedali, scuole, chiese, moschee, asili. E ridono. E godono.
Qui I link del tour indecente nella colonia sionista.
1. https://www.tripadvisor.it/AttractionProductReview-g293984-d27973037-October_7_Heritage_and_Heroism_Tour_at_the_Gaza_Border-Tel_Aviv_Tel_Aviv_District.html
2. https://www.tripadvisor.it/AttractionProductReview-g293984-d32897360-Gaza_Border_Reality_Tour_from_Tel_Aviv-Tel_Aviv_Tel_Aviv_District.html
Ci sono eventi che segnano la storia con la loro brutalità, tragedie che dovrebbero essere ricordate con rispetto, riflessione e dolore. Ma quando si parla di "quelli" capiamo che riescono sempre a trasformare anche la sofferenza in un’occasione di guadagno.
Come avvoltoi che volteggiano sopra le macerie, alcuni non perdono tempo a monetizzare il dolore altrui, persino quando ne sono stati loro gli artefici.
Ieri sera mi sono arrivati questi link di tour proposti su piattaforme come TripAdvisor, che invitano a visitare i luoghi dell’orrore, sono solo l’ennesimo esempio di questa "loro" squallida tendenza.
La realtà del 7 ottobre, un giorno in cui il popolo palestinese ha reagito ad un'occupazione che dura da quasi cent'anni, viene ora venduta come un’esperienza turistica, corredata di thè e aperitivi.
Come se fosse un pacchetto vacanze, un’attrazione da inserire in un itinerario di viaggio tra un’escursione e una visita guidata.
Esattamente come i tour nei vari campi di concentramento in Europa, trasformati in tappe obbligate per un turistificio storico, in cui c'è un giro di affari e soldi che poco ha a che vedere con la famosa litania di "non dimenticare" "non perdere la memoria"... abbiamo constatato che, sebbene si ripeta il mantra, la realtà dei fatti è che la memoria umana è volutamente corta, ma soprattutto selettiva.
Questo business viene portato avanti dagli stessi responsabili della tragedia.
Gli artefici della distruzione ora vendono biglietti per visitare le macerie che loro stessi hanno provocato.
Non c'è limite alla spregiudicatezza, al cinismo, alla capacità di trarre profitto da ogni cosa (persino dal sangue, dalle vite spezzate)
Sciacalli, senza vergogna e senza pudore.
Mentre i sopravvissuti piangono i loro morti, mentre un popolo martoriato cerca di non farsi strappare alla propria terra, loro impacchettano il dolore e lo vendono come un’esperienza da vivere.
Non è solo squallido, è disumano.
Ma non ci dovremmo stupire, questi organizzano appuntamenti sulle colline, osservano Gaza bruciare, brindano mentre le bombe piovono su case, ospedali, scuole, chiese, moschee, asili. E ridono. E godono.
Qui I link del tour indecente nella colonia sionista.
1. https://www.tripadvisor.it/AttractionProductReview-g293984-d27973037-October_7_Heritage_and_Heroism_Tour_at_the_Gaza_Border-Tel_Aviv_Tel_Aviv_District.html
2. https://www.tripadvisor.it/AttractionProductReview-g293984-d32897360-Gaza_Border_Reality_Tour_from_Tel_Aviv-Tel_Aviv_Tel_Aviv_District.html
10.05.202506:52
La Fondazione Hind Rajab ha presentato una denuncia alla Corte Penale Internazionale (CPI) dell'Aia contro il Tenente Colonnello Beni Aharon, responsabile dell'omicidio di Hind Rajab.
Il 3 maggio sarebbe stato il settimo compleanno di Hind.
Dopo un anno di ricerche, abbiamo identificato il comandante, la brigata e il battaglione che l'hanno uccisa, la sua famiglia e i due medici che hanno cercato di salvarla.
Per saperne di più: https://bit.ly/3YsEckI
Fondazione Hind Rajab
Il 3 maggio sarebbe stato il settimo compleanno di Hind.
Dopo un anno di ricerche, abbiamo identificato il comandante, la brigata e il battaglione che l'hanno uccisa, la sua famiglia e i due medici che hanno cercato di salvarla.
Per saperne di più: https://bit.ly/3YsEckI
Fondazione Hind Rajab


09.05.202518:09
Quando Michele Serra non era ancora pagato per vendere RUSSOFOBIA, nel 1988
Manu Bilioz
Manu Bilioz


09.05.202514:52
L'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv è stato chiuso dopo il lancio di un missile yemenita e l'attivazione delle sirene antiaeree.
Opsssssss.
Non assaporerete mai la pace finché continuerete a divorare ogni centimetro di Palestina come parassiti insaziabili
Opsssssss.
Non assaporerete mai la pace finché continuerete a divorare ogni centimetro di Palestina come parassiti insaziabili
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Rubio feat Rubio



09.05.202512:00
BRAVA @falastindawoud. Ecco a voi merde #dismantle_israel_now 🇵🇸✌🏾
08.05.202519:57
Questa reticenza non era senza ragione. Il leader di Ansarallah, Abdul Malik al-Houthi, ha lanciato avvertimenti diretti ai Paesi vicini: qualsiasi cooperazione con gli Stati Uniti, tramite basi o truppe, avrebbe portato a ritorsioni immediate.
La minaccia ha funzionato. Quando Washington ha valutato l'idea di un attacco terrestre con l'impiego delle forze speciali statunitensi e delle milizie sostenute dai Paesi del Golfo Persico, il piano è rapidamente fallito. Il territorio dello Yemen, la sua radicata Resistenza e l'amara eredità dei precedenti tentativi sauditi-emiratini hanno reso tale impresa insostenibile.
L'analista politico Abdulaziz Abu Talib dichiara che Riyadh e Abu Dhabi hanno interiorizzato il costo di un'ulteriore intensificazione. Pur continuando a finanziare milizie per procura, entrambe si stanno tenendo alla larga da un aperto coinvolgimento militare. La capacità dello Yemen di resistere a questa aggressione trilaterale, e di colpire gli interessi statunitensi e israeliani, ha ulteriormente eroso la fiducia nell'ombrello protettivo di Washington.
BOMBE, MILIARDI ED ERRORI
Tra marzo 2024 e aprile 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato oltre 1000 attacchi aerei sullo Yemen. Eppure, anziché indebolire il loro avversario, la Campagna lo ha rafforzato. Per rappresaglia, gli attacchi in Yemen si sono intensificati costantemente: dagli attacchi contro navi israeliane nel novembre 2023, a quelli contro navi statunitensi e britanniche a gennaio, all'Oceano Indiano a marzo e al Mediterraneo a maggio.
A luglio, Ansarallah ha colpito Tel Aviv con missili ipersonici. Seguì un attacco diretto all'aeroporto Ben Gurion, ridisegnando l'equilibrio militare della Regione.
I costi si sono accumulati. Solo nelle prime tre settimane, gli Stati Uniti hanno bruciato 1 miliardo di dollari (891 milioni di euro). Armi come i missili Tomahawk e JASSM, costati milioni ciascuno, sono state impiegate contro droni del valore di poche migliaia di dollari. I successi dello Yemen si sono moltiplicati: 17 droni MQ-9 Reaper abbattuti, due caccia F-18 da 60 milioni di dollari (53,5 milioni di euro) persi in poco più di una settimana e un dichiarato blocco aereo di Israele.
Wutayri sottolinea che lo Yemen ha sviluppato il suo arsenale internamente, senza assistenza tecnica straniera. Tra questi, i missili ipersonici che hanno aggirato le difese aeree israeliane e statunitensi e i droni in grado di colpire sia navi militari che commerciali. Anche se Washington ha intensificato i bombardamenti, il ritmo e la gittata operativa dello Yemen non hanno fatto altro che crescere.
EROSIONE DALL'INTERNO
A Washington, le crepe si stavano palesando. Il Pentagono ha silenziosamente ampliato l'autonomia dei comandanti militari per colpire obiettivi senza l'autorizzazione della Casa Bianca, nel tentativo di proteggere l'amministrazione dalle ricadute politiche. Ma i costi, sia finanziari che reputazionali, erano impossibili da ignorare.
I media statunitensi hanno iniziato a mettere in discussione lo scopo e la direzione della Campagna. La pazienza dell'opinione pubblica è venuta meno. Si è sentito chiedere ai Paesi che beneficiano del commercio del Mar Rosso, in particolare le monarchie del Golfo Persico, di farsi carico dell'onere della sicurezza marittima.
Wutayri afferma che gli Stati Uniti hanno subito ulteriori umiliazioni: un cacciatorpediniere e tre navi da rifornimento sono stati affondati, e sia la portaerei USS Abraham Lincoln che la Harry S. Truman sono state prese di mira. Nonostante la spesa di altri 500 milioni di dollari (445,5 milioni di euro) in intercettori, i risultati sono stati trascurabili. L'immagine degli aerei da guerra statunitensi che si schiantavano in mare e delle truppe esauste, circa 7.000 schierate, incapaci di infrangere la determinazione dello Yemen, ha intaccato il prestigio americano.
La minaccia ha funzionato. Quando Washington ha valutato l'idea di un attacco terrestre con l'impiego delle forze speciali statunitensi e delle milizie sostenute dai Paesi del Golfo Persico, il piano è rapidamente fallito. Il territorio dello Yemen, la sua radicata Resistenza e l'amara eredità dei precedenti tentativi sauditi-emiratini hanno reso tale impresa insostenibile.
L'analista politico Abdulaziz Abu Talib dichiara che Riyadh e Abu Dhabi hanno interiorizzato il costo di un'ulteriore intensificazione. Pur continuando a finanziare milizie per procura, entrambe si stanno tenendo alla larga da un aperto coinvolgimento militare. La capacità dello Yemen di resistere a questa aggressione trilaterale, e di colpire gli interessi statunitensi e israeliani, ha ulteriormente eroso la fiducia nell'ombrello protettivo di Washington.
BOMBE, MILIARDI ED ERRORI
Tra marzo 2024 e aprile 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato oltre 1000 attacchi aerei sullo Yemen. Eppure, anziché indebolire il loro avversario, la Campagna lo ha rafforzato. Per rappresaglia, gli attacchi in Yemen si sono intensificati costantemente: dagli attacchi contro navi israeliane nel novembre 2023, a quelli contro navi statunitensi e britanniche a gennaio, all'Oceano Indiano a marzo e al Mediterraneo a maggio.
A luglio, Ansarallah ha colpito Tel Aviv con missili ipersonici. Seguì un attacco diretto all'aeroporto Ben Gurion, ridisegnando l'equilibrio militare della Regione.
I costi si sono accumulati. Solo nelle prime tre settimane, gli Stati Uniti hanno bruciato 1 miliardo di dollari (891 milioni di euro). Armi come i missili Tomahawk e JASSM, costati milioni ciascuno, sono state impiegate contro droni del valore di poche migliaia di dollari. I successi dello Yemen si sono moltiplicati: 17 droni MQ-9 Reaper abbattuti, due caccia F-18 da 60 milioni di dollari (53,5 milioni di euro) persi in poco più di una settimana e un dichiarato blocco aereo di Israele.
Wutayri sottolinea che lo Yemen ha sviluppato il suo arsenale internamente, senza assistenza tecnica straniera. Tra questi, i missili ipersonici che hanno aggirato le difese aeree israeliane e statunitensi e i droni in grado di colpire sia navi militari che commerciali. Anche se Washington ha intensificato i bombardamenti, il ritmo e la gittata operativa dello Yemen non hanno fatto altro che crescere.
EROSIONE DALL'INTERNO
A Washington, le crepe si stavano palesando. Il Pentagono ha silenziosamente ampliato l'autonomia dei comandanti militari per colpire obiettivi senza l'autorizzazione della Casa Bianca, nel tentativo di proteggere l'amministrazione dalle ricadute politiche. Ma i costi, sia finanziari che reputazionali, erano impossibili da ignorare.
I media statunitensi hanno iniziato a mettere in discussione lo scopo e la direzione della Campagna. La pazienza dell'opinione pubblica è venuta meno. Si è sentito chiedere ai Paesi che beneficiano del commercio del Mar Rosso, in particolare le monarchie del Golfo Persico, di farsi carico dell'onere della sicurezza marittima.
Wutayri afferma che gli Stati Uniti hanno subito ulteriori umiliazioni: un cacciatorpediniere e tre navi da rifornimento sono stati affondati, e sia la portaerei USS Abraham Lincoln che la Harry S. Truman sono state prese di mira. Nonostante la spesa di altri 500 milioni di dollari (445,5 milioni di euro) in intercettori, i risultati sono stati trascurabili. L'immagine degli aerei da guerra statunitensi che si schiantavano in mare e delle truppe esauste, circa 7.000 schierate, incapaci di infrangere la determinazione dello Yemen, ha intaccato il prestigio americano.
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