“Cantami, o Diva, del pelide Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò…” Noi siamo questo. Non abbiamo bisogno dei Russi, non abbiamo bisogno degli Yankee, non vogliamo Giudei mistificatori, non vogliamo Musulmani arroganti. Lo Spirito d’Europa abita il cuore dei migliori di noi. Il furore d’Europa ancora esce nel confronto virile tra schiere della stessa origine, l’ira non funesta tra fratelli di un’Idea che si prendono a testate per regolare un conto sospeso e poi brindano al bancone del bar. I Maranza saranno i nostri zerbini, e i loro borselli conterranno la nostra differenziata, che “Nostalgia Canaglia” farà portare in discarica dai deputati del PD, obbligati a prendere casa fuori dalla ZTL. La Santanchè sparecchierà le tavole agli sciatori di Lagos in un rifugio di Cortina, la Morani venderà borse contraffatte in un negozio di Wuhan, Augias farà divertire i suoi coetanei imitando Totò in un ospizio di Tel Aviv, Saviano resterà nel suo attico USA (tanto che ci sia o meno nessuno se ne accorgerà). Berizzi sarà nominato Cavaliere della Repubblica Sociale e verrà lasciato libero di scorrazzare in pigiama a righe tra una baracca e l’altra e di scrivere le sue geniali cazzate per divertire i numerosi ospiti del campo di lavoro “Canailles nostalgiques” nella ridente Guyana. La Littizzetto sarà obbligata a far ridere, nonostante l’impresa sembri impossibile, Salvini suonerà ridicolmente ai citofoni con quell’occhio da bovino padano mentre noi saremo a dialogare con gli spacciatori, manganello ed olio di ricino. Luca Casarini dovrà condividere un miniappartamento con “quel cazzo di migrante” (cit.) di Soumahoro e “quel cazzo di migrante” (cit.) di Francesco from Buenos Aires. Noi siamo quelli dell’ira funesta, è vero, ma siamo troppo buoni. Come lo fu l’Uomo del Secolo. Accidenti a noi e alla nostra nostalgia. Seguiteci per nuove offerte di lavoro, canaglie!
F. Nerozzi