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Andrea Zhok
Antropologia / Filosofia / Politica
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ТипПубличный
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Не верифицированныйДоверенность
Не провернныйРасположениеРосія
ЯзыкДругой
Дата создания каналаAug 15, 2021
Добавлено на TGlist
May 28, 2024Прикрепленная группа
AZ
Antropologia Filosofia Politica Chat (Andrea Zhok)
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Noi oggi sappiamo che sin dall’inizio la gestione della strategia pandemica ha visto la presenza attiva di esperti militari, rappresentanti della Nato che assistevano alle riunioni dei “comitati scientifici”. La motivazione, naturalmente, può essere del tutto comprensibile: poteva trattarsi di un attacco batteriologico e il coordinamento in ottica militare era una reazione sensata. Solo che, al netto del buon senso e anche al netto dell’origine del virus (che oggi sembra oramai accertato essere un prodotto di laboratorio), ciò che è avvenuto davanti ai nostri occhi è stato un cambiamento di paradigma geopolitico epocale, in cui oggi siamo immersi.
Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale la società occidentale è stata subordinata a meccanismi di sorveglianza, inquadramento e controllo di tipo militare, coprifuoco, lockdown, patentini, sistemi di videosorveglianza. Per la prima volta il controllo sull’informazione è stato capillare, con pressioni ai più alti livelli sulle agenzie di stampa e sui social media per bloccare la diffusione di informazioni contrarie alla “ragion di stato”. E che dire delle riviste scientifiche, dove come denunciato da quei pochi che hanno cercato di sottrarvisi (tra le maggiori l’unica eccezione è stata il British Medical Journal) era divenuto virtualmente impossibile pubblicare alcunché che potesse ostacolare lo “sforzo bellico” dell’inoculazione di massa. Che dire degli ordini dei medici e del loro utilizzo disciplinare con sanzioni pesantissime nei confronti di quei medici che, esercitando in scienza e coscienza, ritenevano di dover dissuadere alcuni tra i loro pazienti all’assunzione di un farmaco sperimentale? (Non entro neppure nella serie infinita di schiette idiozie dal punto di vista scientifico che sono state fatte passare per “la Voce della Scienza”, come i mix di vaccini diversi – del tutto privi di sperimentazione – o l’utilizzo raccomandato per donne in stato di gravidanza – laddove le stesse case farmaceutiche affermavano non essere stata condotta alcuna sperimentazione.)
Questo straordinario accentramento del controllo, questo disciplinamento autoritario di quasi un miliardo di persone, utilizzando una chiave di lettura per definizione inaccessibile all’accertamento del grande pubblico – la minaccia di un virus – ha oliato meccanismi di straordinaria pericolosità per tutto ciò che riteniamo essere democrazia. Questo meccanismo ha dato prova di sé così eccellente che a tutt’oggi una maggioranza della popolazione pensa che non sia successo niente, che sia tutto come prima, che viviamo in festose liberaldemocrazie – opposte a quei luoghi di oscurità retriva in cui vivono gli altri 7 ottavi del pianeta.
Ecco, mi sono dilungato sin troppo, anche se non ho detto neanche un centesimo di tutto quello che si potrebbe dire. Quello che mi preme sottolineare in conclusione è solo una cosa. Le ragioni per cui la vicenda pandemica non solo non deve, ma non può essere lasciata dietro le spalle sono ragioni fondamentali.
Esse hanno a che fare con ferite morali non sanate, con conseguenze pratiche lasciate cadere in un oblio senza colpevoli e soprattutto con uno straordinario cambiamento di paradigma nella gestione del potere di quella parte di mondo che ci compiacciamo di chiamare “liberaldemocratico”. Con un potenziale orizzonte bellico che oscura sempre di più l’orizzonte dell’Europa – spiace dirlo – ma ciò di cui avremmo bisogno non è affatto di “lasciarci dietro le spalle” quello che è accaduto, ma, semmai, di renderlo finalmente oggetto di un’aperta e diffusa analisi pubblica.
Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale la società occidentale è stata subordinata a meccanismi di sorveglianza, inquadramento e controllo di tipo militare, coprifuoco, lockdown, patentini, sistemi di videosorveglianza. Per la prima volta il controllo sull’informazione è stato capillare, con pressioni ai più alti livelli sulle agenzie di stampa e sui social media per bloccare la diffusione di informazioni contrarie alla “ragion di stato”. E che dire delle riviste scientifiche, dove come denunciato da quei pochi che hanno cercato di sottrarvisi (tra le maggiori l’unica eccezione è stata il British Medical Journal) era divenuto virtualmente impossibile pubblicare alcunché che potesse ostacolare lo “sforzo bellico” dell’inoculazione di massa. Che dire degli ordini dei medici e del loro utilizzo disciplinare con sanzioni pesantissime nei confronti di quei medici che, esercitando in scienza e coscienza, ritenevano di dover dissuadere alcuni tra i loro pazienti all’assunzione di un farmaco sperimentale? (Non entro neppure nella serie infinita di schiette idiozie dal punto di vista scientifico che sono state fatte passare per “la Voce della Scienza”, come i mix di vaccini diversi – del tutto privi di sperimentazione – o l’utilizzo raccomandato per donne in stato di gravidanza – laddove le stesse case farmaceutiche affermavano non essere stata condotta alcuna sperimentazione.)
Questo straordinario accentramento del controllo, questo disciplinamento autoritario di quasi un miliardo di persone, utilizzando una chiave di lettura per definizione inaccessibile all’accertamento del grande pubblico – la minaccia di un virus – ha oliato meccanismi di straordinaria pericolosità per tutto ciò che riteniamo essere democrazia. Questo meccanismo ha dato prova di sé così eccellente che a tutt’oggi una maggioranza della popolazione pensa che non sia successo niente, che sia tutto come prima, che viviamo in festose liberaldemocrazie – opposte a quei luoghi di oscurità retriva in cui vivono gli altri 7 ottavi del pianeta.
Ecco, mi sono dilungato sin troppo, anche se non ho detto neanche un centesimo di tutto quello che si potrebbe dire. Quello che mi preme sottolineare in conclusione è solo una cosa. Le ragioni per cui la vicenda pandemica non solo non deve, ma non può essere lasciata dietro le spalle sono ragioni fondamentali.
Esse hanno a che fare con ferite morali non sanate, con conseguenze pratiche lasciate cadere in un oblio senza colpevoli e soprattutto con uno straordinario cambiamento di paradigma nella gestione del potere di quella parte di mondo che ci compiacciamo di chiamare “liberaldemocratico”. Con un potenziale orizzonte bellico che oscura sempre di più l’orizzonte dell’Europa – spiace dirlo – ma ciò di cui avremmo bisogno non è affatto di “lasciarci dietro le spalle” quello che è accaduto, ma, semmai, di renderlo finalmente oggetto di un’aperta e diffusa analisi pubblica.
27.03.202509:17
Alla Commissione Europea ci hanno spiegato che dobbiamo armarci fino ai denti perché incombe la minaccia di un'invasione da parte della prima o seconda potenza nucleare del pianeta.
Poi ci hanno raccomandato di tenere scorte necessarie per 72 ore (perché 72 e non 48 o 96? Boh.)
Fino a questo punto c'erano tutti gli elementi per credere che stessero prendendo maledettamente sul serio una minaccia che il buon senso comune reputa del tutto remota.
Ma poi, ecco che arriva un video.
Protagonista, da attrice consumata, la Commissaria Europea Hadja Lahbib (Commissaria specificamente per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi, dunque non una che passava di là).
Il video è assolutamente sconcertante.
Il tono è lieve, salottiero, con un sottofondo da piano bar con aperitivo; si succedono umorismo e garbatezza; e si squaderna un incredibile pressapochismo in tutto ciò che viene detto (se qualcuno avesse la tentazione di prenderlo sul serio).
Infatti - esattamente come nel caso di minaccia bellica - se qualcuno volesse davvero "prepararsi a una crisi" deve prepararsi a una crisi specifica.
Viene meno il riscaldamento? L'elettricità? Il tetto sulla testa? C'è un'alluvione? Un terremoto? Un bombardamento? Una perdita di gas? Una contaminazione radioattiva? Sei vicino al mare o in montagna o in pianura? Devi poterti muovere a lungo o stare in un luogo? In un centro urbano o in una periferia agricola? Perché non una coperta termica? Perché non un binocolo? Perché non una corda? Perché non un asciugamano come nella Guida Galattica per Autotoppisti? Ecc. ecc.
Semplicemente NON ESISTE il "prepararsi ad una crisi" quale che sia. Devi sapere quale tipo di imprevisto, quale crisi.
E invece no, con quell'aria serena di chi casca sempre in piedi e può ironizzare su tutto, con il tono di simpatia paternalistica di chi si abbassa a spiegare alla mesta plebe alcune chicche da "survivalist" la nostra commissaria procede nella sua narrazione.
Ecco i documenti di identità, ecco l'accendino, ecco le carte da gioco per distrarsi. Quando ha estratto con aria maliziosa il suo "special friend" ci si aspettava, coerentemente con il contesto, che comparisse un dildo.
Il dicorso sulla borsetta della resilienza si conclude con un momento di serietà, in cui ogni speranza che si trattasse di cabaret, svanisce:
"The EU is preparing its strategy to be sure that every citizen is safe in case of crisis. Be prepared, be safe."
[L'UE sta preparando la sua strategia per garantire che ogni cittadino sia al sicuro in caso di crisi. Siate preparati, siate al sicuro.]
Ora, di fronte ad un video del genere fluttua l'eterna drammatica questione:
"Ci sono o ci fanno?"
Qualcuno potrebbe azzardare un'interpretazione machiavellica, pensando che un video del genere sia una semplice operazione di distrazione pubblica: ci fanno discutere di video demenziali mentre cose più importanti e drammatiche covano nelle segrete stanze. Forse, ma improbabile. I palazzi di Bruxelles, nonostante la trasparenza degli edifici, sono il luogo più opaco del mondo, e non c'è bisogno di ulteriori distrazioni che facciano da copertura.
No, credo che l'intepretazione possibile sia una sola, tragica: questa gente è davvero così completamente sprovveduta, vacua, impreparata come sembra; è così scollegata dalla realtà, da non percepire l'assurdità dei propri gesti. La sicurezza da ricchi che promana da ogni gesto è quella della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare che invita i ragionieri alla polentata.
E il problema, naturalmente, non sono i video involontariamente umoristici, ma lo sguardo che ci consentono di gettare su istituzioni da cui dipende il funzionamento delle nostre scuole o del servizio sanitario, da cui dipendono i rapporti internazionali, da cui dipendono occupazione o disoccupazione, da cui dipende la produzione industriale, da cui dipendono guerra e pace.
Poi ci hanno raccomandato di tenere scorte necessarie per 72 ore (perché 72 e non 48 o 96? Boh.)
Fino a questo punto c'erano tutti gli elementi per credere che stessero prendendo maledettamente sul serio una minaccia che il buon senso comune reputa del tutto remota.
Ma poi, ecco che arriva un video.
Protagonista, da attrice consumata, la Commissaria Europea Hadja Lahbib (Commissaria specificamente per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi, dunque non una che passava di là).
Il video è assolutamente sconcertante.
Il tono è lieve, salottiero, con un sottofondo da piano bar con aperitivo; si succedono umorismo e garbatezza; e si squaderna un incredibile pressapochismo in tutto ciò che viene detto (se qualcuno avesse la tentazione di prenderlo sul serio).
Infatti - esattamente come nel caso di minaccia bellica - se qualcuno volesse davvero "prepararsi a una crisi" deve prepararsi a una crisi specifica.
Viene meno il riscaldamento? L'elettricità? Il tetto sulla testa? C'è un'alluvione? Un terremoto? Un bombardamento? Una perdita di gas? Una contaminazione radioattiva? Sei vicino al mare o in montagna o in pianura? Devi poterti muovere a lungo o stare in un luogo? In un centro urbano o in una periferia agricola? Perché non una coperta termica? Perché non un binocolo? Perché non una corda? Perché non un asciugamano come nella Guida Galattica per Autotoppisti? Ecc. ecc.
Semplicemente NON ESISTE il "prepararsi ad una crisi" quale che sia. Devi sapere quale tipo di imprevisto, quale crisi.
E invece no, con quell'aria serena di chi casca sempre in piedi e può ironizzare su tutto, con il tono di simpatia paternalistica di chi si abbassa a spiegare alla mesta plebe alcune chicche da "survivalist" la nostra commissaria procede nella sua narrazione.
Ecco i documenti di identità, ecco l'accendino, ecco le carte da gioco per distrarsi. Quando ha estratto con aria maliziosa il suo "special friend" ci si aspettava, coerentemente con il contesto, che comparisse un dildo.
Il dicorso sulla borsetta della resilienza si conclude con un momento di serietà, in cui ogni speranza che si trattasse di cabaret, svanisce:
"The EU is preparing its strategy to be sure that every citizen is safe in case of crisis. Be prepared, be safe."
[L'UE sta preparando la sua strategia per garantire che ogni cittadino sia al sicuro in caso di crisi. Siate preparati, siate al sicuro.]
Ora, di fronte ad un video del genere fluttua l'eterna drammatica questione:
"Ci sono o ci fanno?"
Qualcuno potrebbe azzardare un'interpretazione machiavellica, pensando che un video del genere sia una semplice operazione di distrazione pubblica: ci fanno discutere di video demenziali mentre cose più importanti e drammatiche covano nelle segrete stanze. Forse, ma improbabile. I palazzi di Bruxelles, nonostante la trasparenza degli edifici, sono il luogo più opaco del mondo, e non c'è bisogno di ulteriori distrazioni che facciano da copertura.
No, credo che l'intepretazione possibile sia una sola, tragica: questa gente è davvero così completamente sprovveduta, vacua, impreparata come sembra; è così scollegata dalla realtà, da non percepire l'assurdità dei propri gesti. La sicurezza da ricchi che promana da ogni gesto è quella della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare che invita i ragionieri alla polentata.
E il problema, naturalmente, non sono i video involontariamente umoristici, ma lo sguardo che ci consentono di gettare su istituzioni da cui dipende il funzionamento delle nostre scuole o del servizio sanitario, da cui dipendono i rapporti internazionali, da cui dipendono occupazione o disoccupazione, da cui dipende la produzione industriale, da cui dipendono guerra e pace.
28.03.202516:37
Segnalo per gli interessati il seguente articolo, appena uscito: https://krisis.info/it/2025/03/temi/nichilismo/uno-spettro-si-aggira-per-leuropa-lo-spettro-del-nichilismo/
16.04.202515:01
Mai e poi mai vorremmo che la Russia ci invadesse.
Sarebbe terribile.
Dovremmo sottometterci alla volontà di Uno Solo, un autocrate, che potrebbe censurare a piacimento le notizie scomode, asservire i programmi scolastici, indirizzare l'economia...
È perciò che lotteremo fino alla morte affinché a censurare le notizie scomode, asservire i programmi scolastici e affondare l'economia siano soltanto: Pina Picierno, Ursula von der Leyen, Carlo Calenda, Kaya Kallas, Carlo Nordio, Daniela Santanché, Guido Crosetto, Lia Quartapelle, Open, Enrico Mentana, Matteo Salvini, Sergio Mattarella, Enrico Letta, Alessandro Zan, Alberto Cirio, Christine Lagarde, ecc. ecc. ecc....
Offriremo impavidi il petto al nemico per salvare il diritto di una muta di massimizzatori razionali dei cazzi propri di continuare la loro infinita lotta per bande, per staccare qualche ulteriore brano di carne al cadavere del paese.
Contateci.
Sarebbe terribile.
Dovremmo sottometterci alla volontà di Uno Solo, un autocrate, che potrebbe censurare a piacimento le notizie scomode, asservire i programmi scolastici, indirizzare l'economia...
È perciò che lotteremo fino alla morte affinché a censurare le notizie scomode, asservire i programmi scolastici e affondare l'economia siano soltanto: Pina Picierno, Ursula von der Leyen, Carlo Calenda, Kaya Kallas, Carlo Nordio, Daniela Santanché, Guido Crosetto, Lia Quartapelle, Open, Enrico Mentana, Matteo Salvini, Sergio Mattarella, Enrico Letta, Alessandro Zan, Alberto Cirio, Christine Lagarde, ecc. ecc. ecc....
Offriremo impavidi il petto al nemico per salvare il diritto di una muta di massimizzatori razionali dei cazzi propri di continuare la loro infinita lotta per bande, per staccare qualche ulteriore brano di carne al cadavere del paese.
Contateci.
21.04.202507:57
Segnalo per gli interessati
https://www.youtube.com/watch?v=0r9QF0jKkHg
https://www.youtube.com/watch?v=0r9QF0jKkHg
27.03.202509:17
In questo momento, come un lampo che squarcia le tenebre notturne, per un istante si riesce a vedere cosa si agita dietro le quinte e si mettono in fila con coerenza i tappi di plastica che non si staccano, le politiche green di autoevirazione industriale, i contratti miliardari per la fornitura di 10 vaccini a testa fatti via sms (e distrattamente cancellati), e la sfida in leasing alla Russia (si finalizza nel 2030, intanto paghiamo le rate), ecc. ecc.
A morte il tedioso principio di realtà: finalmente la fantasia al potere.
Tanto il conto è a carico vostro.
https://www.google.com/search?q=video+ue+72+ore&rlz=1C1GCEA_enIT1075IT1075&oq&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUqCQgAECMYJxjqAjIJCAAQIxgnGOoCMgkIARAjGCcY6gIyCQgCECMYJxjqAjIJCAMQIxgnGOoCMgkIBBAjGCcY6gIyCQgFECMYJxjqAjIJCAYQIxgnGOoCMgkIBxAjGCcY6gLSAQg4NzBqMGoxNagCCLACAfEFJaRj2Uxda_jxBSWkY9lMXWv4&sourceid=chrome&ie=UTF-8&fbclid=IwY2xjawJR9oRleHRuA2FlbQIxMQABHSS2FWn_nfDCuvUs-Y3dsNmGiKoPPl0ar9PvY77SAXFKJ30SO0yUzMc06w_aem_LbYp0EH4kYmthd7pJ3SsuA#fpstate=ive&vld=cid:fddda2eb,vid:ytHLLwlwqvo,st:0
A morte il tedioso principio di realtà: finalmente la fantasia al potere.
Tanto il conto è a carico vostro.
https://www.google.com/search?q=video+ue+72+ore&rlz=1C1GCEA_enIT1075IT1075&oq&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUqCQgAECMYJxjqAjIJCAAQIxgnGOoCMgkIARAjGCcY6gIyCQgCECMYJxjqAjIJCAMQIxgnGOoCMgkIBBAjGCcY6gIyCQgFECMYJxjqAjIJCAYQIxgnGOoCMgkIBxAjGCcY6gLSAQg4NzBqMGoxNagCCLACAfEFJaRj2Uxda_jxBSWkY9lMXWv4&sourceid=chrome&ie=UTF-8&fbclid=IwY2xjawJR9oRleHRuA2FlbQIxMQABHSS2FWn_nfDCuvUs-Y3dsNmGiKoPPl0ar9PvY77SAXFKJ30SO0yUzMc06w_aem_LbYp0EH4kYmthd7pJ3SsuA#fpstate=ive&vld=cid:fddda2eb,vid:ytHLLwlwqvo,st:0
04.04.202516:10
Segnalo questo articolo, appena pubblicato su Krisis.
Mi rendo conto che sia un po' lungo per gli standard dei social, ma spero risulti interessante.
https://krisis.info/it/2025/04/temi/guerra-e-pace/perche-prima-o-poi-il-capitalismo-ha-bisogno-della-guerra/
Mi rendo conto che sia un po' lungo per gli standard dei social, ma spero risulti interessante.
https://krisis.info/it/2025/04/temi/guerra-e-pace/perche-prima-o-poi-il-capitalismo-ha-bisogno-della-guerra/
21.04.202514:47
Il secondo tentativo, con maggiore connotazione "progressista" è stato ridotto ad una sostanziale impotenza in tutti gli ambiti in cui non remava nella direzione della corrente - laddove la "corrente" indica la moda ideologica privilegiata dalle oligarchie finanziarie angloamericane.
Tutto si potrà dire di Ratzinger e di Bergoglio, ma certo non che siano stati papi privi di ispirazione, di preparazione o di carattere. Tutt'altro.
Eppure è difficile dire che a due decenni di distanza lo statuto, ideale e operativo, del cristianesimo cattolico abbia acquisito di centralità o autorevolezza.
Cosa ci riserverà la prossima fumata bianca al conclave naturalmente nessuno lo sa, ma credo che sia saggio tenere basse le aspettative.
Le condizioni storiche non sembrano essere tali da consentire a nessun nuovo pontefice, quali che siano le sue eventuali preclare qualità, di invertire una tendenza stagnante. E il problema non è che "il papa non ha divisioni militari", come disse Stalin a Jalta: le "leve spirituali" possono fare cose straordinarie.
Ma le leve spirituali sono quella "forza debole" che funziona solo quando poggia su un fulcro spirituale interno alle persone.
E oggi non scommetterei sulla diffusione di tale fulcro neppure tra chi abita le stanze dei palazzi vaticani.
Tutto si potrà dire di Ratzinger e di Bergoglio, ma certo non che siano stati papi privi di ispirazione, di preparazione o di carattere. Tutt'altro.
Eppure è difficile dire che a due decenni di distanza lo statuto, ideale e operativo, del cristianesimo cattolico abbia acquisito di centralità o autorevolezza.
Cosa ci riserverà la prossima fumata bianca al conclave naturalmente nessuno lo sa, ma credo che sia saggio tenere basse le aspettative.
Le condizioni storiche non sembrano essere tali da consentire a nessun nuovo pontefice, quali che siano le sue eventuali preclare qualità, di invertire una tendenza stagnante. E il problema non è che "il papa non ha divisioni militari", come disse Stalin a Jalta: le "leve spirituali" possono fare cose straordinarie.
Ma le leve spirituali sono quella "forza debole" che funziona solo quando poggia su un fulcro spirituale interno alle persone.
E oggi non scommetterei sulla diffusione di tale fulcro neppure tra chi abita le stanze dei palazzi vaticani.
06.04.202510:15
La manifestazione di ieri a Roma, promossa dal M5S, contro il riarmo forzoso ha avuto un indubbio successo. Anche la manifestazione minore promossa da DSP a Milano ha avuto un buon successo.
Questi sono segni importanti del fatto che i temi toccati sono temi diffusamente sentiti, e che esiste di nuovo una volontà di partecipazione.
Qui però si apre un dilemma di davvero difficile soluzione.
Non vi è dubbio che uno dei punti di forza della manifestazione di ieri a Roma dal punto di vista organizzativo sta nel fatto che a promuoverla è stato un partito con robusta rappresentanza parlamentare e relativi mezzi.
Per questo motivo è stato difficile per l'apparato mediatico ignorarla sia nella fase promozionale che dopo.
Che una qualificata rappresentanza della popolazione sia riuscita a far sentire la propria voce in una situazione mediatica catastrofica, con un sistema di censure e manipolazioni sistematico, è cosa importante, di cui essere lieti.
Ma il prezzo da pagare per questo successo organizzativo è stato di accreditare come suo alfiere il partito che più di ogni altro ha contribuito alla disaffezione politica negli ultimi anni, cioè il M5S.
Lo dico, sia ben chiaro, senza nessun piacere, lo dico come uno dei molti che in una certa fase aveva accreditato il M5S come l'apertura di una nuova stagione politica, salvo trovarsi poi davanti ad un partito che si è spalmato sistematicamente sui compagni di viaggio (alleati di governo) di volta in volta disponibili, passando con serenità, dalla Lega, a Draghi, al PD. Il M5S in questi anni si è dimostrato oltre ogni possibile dubbio un contenitore ondivago e opportunista, privo di direzione autonoma, privo di una linea coerente, privo di una visione organica della società, dell'economia, del futuro del paese. Il M5S è lo Zelig della politica, si trasforma a seconda di come cambia l'aria intorno a sé.
(In questo ha superato in capacità trasformistiche il PD, da sempre partito di lotta e di governo, dei lavoratori e per la distruzione della condizioni di vita dei lavoratori, per l'Europa ma anche per la globalizzazione e per l'orgoglio italiano, per la pace, ma per una guerra ecosostenibile e consapevole, libertario ma per la censura, ecc. ecc.).
Per carità di patria non ricorderò le giravolte del M5S, esemplarmente rappresentate da quello che ne è stato a lungo il capo politico, Luigi Di Maio.
Ora, che lo abbia fatto in buona fede o meno, che sia stato manipolato dall'esterno o che semplicemente sia accaduto per un destino avverso, comunque il significato della parabola del M5S nella recente storia d'Italia è stato uno e solo uno: ha ribadito con voce stentorea agli italiani il detto thatcheriano "Non C'è Nessuna Alternativa" (TINA).
Di fatto l'enorme potenziale di protesta, disgusto, rabbia, della popolazione italiana dopo la crisi subprime (2007-2008) è stata raccolta dal M5S (che nasce nel 2009), veicolata e instradata istituzionalmente, e alla fine neutralizzata in un movimento liquido, fluttuante, mimetico, che ha semplicemente fatto da ufficio di collocamento di lusso per persone spesso con formazione gravemente inadeguata per rappresentare alcunché al di là di sé stessi.
Ora, io credo che si debba salutare con gioia il successo di tutte le manifestazioni a favore della pace e contrarie ad una riconversione bellicista dell'economia. In questa fase storica, mettere in chiaro nelle piazze che quel progetto non verrà accettato in silenzio è importante.
Ed è anche importante riuscire a trovare sintesi politiche non esageratamente schizzinose, che evitino un purismo oggi infecondo e si concentrino su un numero limitato di grandi direttrici (pacifismo, rafforzamento dello stato sociale all'interno, accettazione di una prospettiva multipolare all'esterno, almeno).
Ma se questo indirizzo politico deve essere consegnato, come suo rappresentante esemplare ed egemonico a Giuseppe Conte e al Movimento Cinque Stelle, francamente il meteorite prossimo venturo possiamo aspettarlo anche sgranocchiando pop corn davanti alla TV, senza andare a sbatterci in piazza.
Questi sono segni importanti del fatto che i temi toccati sono temi diffusamente sentiti, e che esiste di nuovo una volontà di partecipazione.
Qui però si apre un dilemma di davvero difficile soluzione.
Non vi è dubbio che uno dei punti di forza della manifestazione di ieri a Roma dal punto di vista organizzativo sta nel fatto che a promuoverla è stato un partito con robusta rappresentanza parlamentare e relativi mezzi.
Per questo motivo è stato difficile per l'apparato mediatico ignorarla sia nella fase promozionale che dopo.
Che una qualificata rappresentanza della popolazione sia riuscita a far sentire la propria voce in una situazione mediatica catastrofica, con un sistema di censure e manipolazioni sistematico, è cosa importante, di cui essere lieti.
Ma il prezzo da pagare per questo successo organizzativo è stato di accreditare come suo alfiere il partito che più di ogni altro ha contribuito alla disaffezione politica negli ultimi anni, cioè il M5S.
Lo dico, sia ben chiaro, senza nessun piacere, lo dico come uno dei molti che in una certa fase aveva accreditato il M5S come l'apertura di una nuova stagione politica, salvo trovarsi poi davanti ad un partito che si è spalmato sistematicamente sui compagni di viaggio (alleati di governo) di volta in volta disponibili, passando con serenità, dalla Lega, a Draghi, al PD. Il M5S in questi anni si è dimostrato oltre ogni possibile dubbio un contenitore ondivago e opportunista, privo di direzione autonoma, privo di una linea coerente, privo di una visione organica della società, dell'economia, del futuro del paese. Il M5S è lo Zelig della politica, si trasforma a seconda di come cambia l'aria intorno a sé.
(In questo ha superato in capacità trasformistiche il PD, da sempre partito di lotta e di governo, dei lavoratori e per la distruzione della condizioni di vita dei lavoratori, per l'Europa ma anche per la globalizzazione e per l'orgoglio italiano, per la pace, ma per una guerra ecosostenibile e consapevole, libertario ma per la censura, ecc. ecc.).
Per carità di patria non ricorderò le giravolte del M5S, esemplarmente rappresentate da quello che ne è stato a lungo il capo politico, Luigi Di Maio.
Ora, che lo abbia fatto in buona fede o meno, che sia stato manipolato dall'esterno o che semplicemente sia accaduto per un destino avverso, comunque il significato della parabola del M5S nella recente storia d'Italia è stato uno e solo uno: ha ribadito con voce stentorea agli italiani il detto thatcheriano "Non C'è Nessuna Alternativa" (TINA).
Di fatto l'enorme potenziale di protesta, disgusto, rabbia, della popolazione italiana dopo la crisi subprime (2007-2008) è stata raccolta dal M5S (che nasce nel 2009), veicolata e instradata istituzionalmente, e alla fine neutralizzata in un movimento liquido, fluttuante, mimetico, che ha semplicemente fatto da ufficio di collocamento di lusso per persone spesso con formazione gravemente inadeguata per rappresentare alcunché al di là di sé stessi.
Ora, io credo che si debba salutare con gioia il successo di tutte le manifestazioni a favore della pace e contrarie ad una riconversione bellicista dell'economia. In questa fase storica, mettere in chiaro nelle piazze che quel progetto non verrà accettato in silenzio è importante.
Ed è anche importante riuscire a trovare sintesi politiche non esageratamente schizzinose, che evitino un purismo oggi infecondo e si concentrino su un numero limitato di grandi direttrici (pacifismo, rafforzamento dello stato sociale all'interno, accettazione di una prospettiva multipolare all'esterno, almeno).
Ma se questo indirizzo politico deve essere consegnato, come suo rappresentante esemplare ed egemonico a Giuseppe Conte e al Movimento Cinque Stelle, francamente il meteorite prossimo venturo possiamo aspettarlo anche sgranocchiando pop corn davanti alla TV, senza andare a sbatterci in piazza.


03.04.202507:18
Segnalo per gli interessati questo sabato a Trieste l'incontro "Tra Kennedy e von der Leyen", h. 18.00, Teatro di via Risorta 3.
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