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🇷🇺🕊️ Mariupol, torna la tradizione del rally

Nella piazza “dei colombi” di Mariupol rombano i motori, la gente scatta fotografie alle auto schierate nel piazzale in attesa della chiamata per la partenza. Fa quasi strano pensare che si tratti della stessa città in cui tre anni fa, ad inizio maggio, ancora esplodevano le ultime e dove anche in seguito alla fine delle battaglie, per diverso tempo, i rumori bruschi e forti facevano istintivamente sussultare le persone.

La città si è rapidamente lasciata alle spalle la guerra, guardando avanti, promuovendo attività culturali e facendo rinascere le tradizioni sportive. In occasione dell’undicesimo anniversario della proclamazione della Repubblica Popolare di Donetsk (nella primavera del 2014 la popolazione di Mariupol sostenne massicciamente l’indipendenza da Kiev), si è tenuto il Rally “Melekino 2025”.

All’evento organizzato dalle autorità locali, con il sostegno della fondazione di beneficenza “Delo Chesti (Дело Чести - Questione d’Onore”, hanno preso parte 19 equipaggi, sia locali che provenienti da diverse città della Russia come Mosca, Sochi, Krasnodar e Sebastopoli.

Eventi come questi rappresentano non solo un semplice evento sportivo, ma anche un esempio di resistenza e unità.

✍️ RangeloniNews
🇷🇺 Putin invita l’Ucraina a tornare al tavolo delle trattative di Istanbul il 15 maggio

Questa notte (1:30 circa di Mosca), Putin, dopo aver concluso la serie di incontri con i leader internazionali giunti in Russia, ha tenuto una conferenza stampa per annunciare la proposta di tornare a negoziare direttamente con l’Ucraina in Turchia, come nel 2022.

Ecco alcuni passaggi del discorso di Putin:

▪️La Russia spera che un giorno vengano ripristinate relazioni costruttive con L'Europa, anche se alcuni paesi stanno cercando di parlare con la Russia la lingua degli ultimatum”.

▪️Kiev non ha risposto alla proposta russa di cessate il fuoco nei giorni dell'anniversario della Vittoria. Allo stesso tempo le forze armate ucraine hanno lanciato attacchi su larga scala sul territorio russo dopo una proposta di tregua nei primi giorni di maggio.

▪️Durante i tre giorni di cessate il fuoco, Kiev ha effettuato 5 tentativi di attacco al confine russo, tutti questi attacchi sono stati respinti, le truppe ucraine hanno subito pesanti perdite.

▪️ Putin ha proposto a Kiev, nonostante tutto, di riprendere i negoziati diretti, senza precondizioni, il 15 maggio, a Istanbul

▪️ La proposta di Mosca sui i negoziati è sul tavolo, la decisione spetta a Kiev e ai curatori del regime ucraino.

Se ieri Zelensky e la coalizione dei cosiddetti “volenterosi” rappresentata da Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Donald Tusk, hanno presentato un ultimatum alla Russia consistente in un cessate il fuoco di 30 giorni “completo e senza condizioni per fare spazio a colloqui su una pace giusta e duratura”, oggi Putin ha risposto andando subito al dunque, fissando una data concreta per i colloqui faccia a faccia.

✍️ RangeloniNews
Kiev, riunione della “coalizione dei volenterosi” per presentare la proposta di una tregua

Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Donald Tusk hanno raggiunto Zelensky nella capitale ucraina per un vertice della “coalizione dei volenterosi", con lo scopo di presentare un cessate il fuoco di 30 giorni “completo e senza condizioni per fare spazio a colloqui su una pace giusta e duratura”. In una dichiarazione congiunta i quattro ospiti di Zelensky hanno affermato che continueranno a "intensificare la pressione sulla macchina da guerra della Russia" fino a che Mosca non accetterà un cessate il fuoco duraturo. Anche Trump, precedentemente aveva affermato che introdurrà nuove sanzioni nei confronti di Mosca qualora non verrà accettato il cessate il fuoco.

Peskov, il portavoce del Cremlino, ha replicato che la Russia è favorevole ad un cessate il fuoco di 30 giorni, a condizione che vengano sospesi i rifornimenti quotidiani di aiuti militari all’Ucraina. Altrimenti questa pausa, in una fase del conflitto in cui l’esercito russo sta costantemente avanzando in diversi settori del fronte, servirebbe unicamente ad avvantaggiare l’Ucraina, consentendo all’esercito di rifiatare, riorganizzarsi e riarmarsi.

In ogni caso Peskov ha rimarcato che il tentativo di spaventare la Russia con nuove sanzioni è inutile: “ci siamo abituati alle sanzioni. Immaginiamo già cosa faremo dopo l'annuncio di queste sanzioni, come minimizzeremo le loro conseguenze”.

Questa vaga proposta Occidentale di una tregua di 30 giorni “per far spazio a colloqui di pace” (chi vieta di tenere colloqui di pace oggi stesso?) somiglia più ad un ultimatum, nonché ad un ulteriore pretesto per addossare alla Russia la responsabilità del fallimento della possibilità di trovare una soluzione diplomatica.

✍️ RangeloniNews
A Donetsk, a partire dal 2014, le celebrazioni del 9 Maggio sono sempre state avvolte da un’atmosfera particolare. Non è una data in cui si guarda solo al passato, la Giornata della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica di diversi decenni fa è strettamente legata al presente.

Nella tradizionale parata militare di Donetsk (che per ragioni di sicurezza non si tiene in questi ultimi anni) sfilavano coloro che sapevano bene cosa fosse la guerra, vivendola ogni giorno sulla loro pelle. Nella successiva sfilata del “Reggimento Immortale” centinaia di migliaia di persone percorrevano orgogliosamente la via centrale della città reggendo in mano le fotografie dei propri nonni o dei propri padri, che hanno dato la vita per la loro Patria. Molti avevano anche le fotografie dei propri figli o dei mariti, caduti nella guerra di oggi.

Il 9 maggio è la ricorrenza più sentita, una festa - come dicono in Russia - con le lacrime agli occhi.

(Foto: celebrazioni del 9 maggio a Donetsk negli anni 2016, 2019)
Ucraina, alla ricerca delle TV russe per guardare la parata di Mosca

Per fare un dispetto a Mosca, da qualche anno in Ucraina le celebrazioni del 9 maggio - sacre in tutte le ex repubbliche dell’Unione Sovietica - si tengono un giorno prima. E da “Giorno della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica” si è passati a celebrare il “Giorno della sconfitta del Nazismo nella Seconda Guerra mondiale”. Sono stati messi al bando tutti i tradizionali simboli, minacciando multe per i trasgressori. Il 9 maggio, invece, è diventato il “giorno dell’Europa”.

Eppure, come testimoniano le statistiche di Google, oggi le principali voci di ricerca in Ucraina oggi sono: “Parata della Vittoria 2025”, “Parata a Mosca”, “Russia1” (canale televisivo dove vengono trasmesse le celebrazioni in diretta), “cartoline con gli auguri del 9 maggio”, (da inviare tradizionalmente agli amici). In Ucraina ce la stanno mettendo tutta per riscrivere la storia, ma questo processo, evidentemente, è più difficile di quanto previsto.
Donbass - Saluti da Spartaco, il volontario bresciano al fronte da oltre 10 anni
🇪🇺🇷🇺 L’Estonia impedisce al primo ministro slovacco di attraversare il proprio spazio per recarsi a Mosca

Robert Fico, intenzionato a raggiungere Mosca per le celebrazioni dell’80esimo anniversario della Vittoria della Grande Guerra Patriottica del 9 maggio, ha definito il divieto delle autorità estoni un consapevole tentativo consapevole di compromettere il suo viaggio in Russia, aggiungendo che verrà trovato un percorso alternativo.

Oggi il presidente della Serbia, a causa agli analoghi divieti di Lituania e Lettonia, per raggiungere Mosca ha effettuato uno scalo in Azerbaigian “per ragioni di sicurezza”. Nel corso di tutta la giornata, infatti, gli aeroporti della capitale russa hanno funzionato a singhiozzo a causa dei ripetuti allarmi dovuti ai numerosi droni ucraini lanciati verso Mosca. La scorsa notte la difesa aerea russa ha dovuto fare i conti con uno dei più grandi attacchi di droni ucraini nelle ultime settimane, intercettando 524 veicoli pilotati da remoto. I lanci dei droni sono proseguiti nel corso di tutta la giornata, anche al fine di ostacolare l’arrivo delle delegazioni straniere a Mosca.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha definito “vergognoso” il tentativo dei paesi dell’UE di impedire agli aerei dei leader europei di raggiungere Mosca per le celebrazioni del 9 maggio.
🛸Russia, intercettati altri 13 droni ucraini dopo i 105 della scorsa notte

La difesa aerea - come riportato dal Ministero della Difesa russo - questo pomeriggio ha intercettato e distrutto 13 droni ucraini diretti verso la capitale: 11 droni sono stati intercettati nelle regioni di Kaluga e Tula, mentre altri due sono stati neutralizzati nella regione di Mosca.

La scorsa notte la difesa aerea russa aveva distrutto 105 droni ucraini, di cui 19 nella regione di Mosca, costringendo alla chiusura temporanea degli aeroporti della capitale.

✍️ RangeloniNews
🇷🇺 Mosca, 2010, Forze armate d’Ucraina sfilano lungo la Piazza Rossa alla parata della Vittoria.

🇬🇧 Londra, 2025, Forze armate d’Ucraina sfilano sul letame di cavallo, mentre Zelensky minaccia di poter colpire la parata di Mosca.

✍️ RangeloniNews
L’esercito ucraino tenta una nuova avanzata nella regione di Kursk

Le Forze armate ucraine, dopo essere state respinte dai territori che avevano controllato per mesi nella regione russa di Kursk, provano a tornare all’attacco nei pressi di Tyotkino. Secondo diversi analisti militari russi, l’esercito di Kiev ha dapprima attaccato i ponti nelle retrovie russe per poi coinvolgere circa 250 soldati in due diverse ondate nel tentativo di ottenere il controllo di Tyotkino, villaggio sul confine con l’Ucraina.

Diversi canali telegram russi hanno pubblicato le immagini della distruzione di veicoli ucraini per lo sminamento e corazzati da trasporto truppe. Gli attacchi sono stati respinti.

✍️ RangeloniNews
Donbass - I fiori e le foglie verdi delle betulle del giardino nel cuore del Monastero di Nikolskoe, accanto ad Ugledar, nascondono e quasi fanno dimenticare le tracce dei violenti bombardamenti terminati da pochi mesi, durati oltre due anni e mezzo. I monaci, tra una messa e l’altra, ogni giorno ripuliscono i vicoli e le aiuole dalle macerie.

Davanti all’ingresso dell’ala dell’edificio che ospitava le monache incontro una decina di ragazzi, armati di secchi e pale. Si tratta di un gruppo di studenti della MGIMO (l'Università statale di Mosca per le relazioni internazionali) che, al posto della classica grigliata fuori porta, hanno scelto di trascorrere le feste di inizio maggio dando una mano in Donbass.

Il loro compito è quello di rimuovere le macerie dal seminterrato in cui all’inizio del conflitto era allestita la camerata per le monache. L’edificio era stato colpito da sei razzi lanciati (senza logica militare) dagli Himars americani. A causa di quell’attacco in quei locali rimase uccisa una suora, un bilancio estremamente ridotto considerando che all’interno si trovavano diverse decine di monache e monaci.

Padre Igor, che ha accompagnato il gruppo di studenti in questo viaggio, sottolinea che sono stati proprio i giovani a proporre questa esperienza. “Questi ragazzi studiano per diventare i diplomatici o i ministri di domani, fa piacere vedere che rimangano umili. Alcuni parlano quattro o cinque lingue, uno di loro ne conosce addirittura dodici. Insieme stanno rimuovendo macerie e rottami, sporcandosi e respirando polvere, ma sono felici di essere qui”, spiega il parroco della Chiesa dell’Università.

Tra gli studenti si sente parlare inglese: due ragazzi provengono dal Brasile: uno di loro ha solo 18 anni, mentre il secondo sta conseguendo la sua terza laurea. Padre Igor spiega che desideravano fortemente vedere coi loro occhi quello che succede da queste parti: “quando arrivano qua, oltre a dare una mano, capiscono cos’è e com’è la Russia, quella vera”.

L’idea di partire per portare aiuti e solidarietà in Donbass appartiene a Lada, l’unica ragazza del gruppo. Nonostante i suoi 23 anni ed un’iniziale espressione timida in volto, è lei la colonna portante della compagnia. All’età di sei anni è emigrata in Spagna con i genitori, ma ha sempre sognato di tornare a casa, in quella Russia che non ha mai smesso di amare. E lo ha fatto appena finite le superiori alle Canarie, trasferendosi a Mosca per studiare giornalismo.

“È il mio settimo viaggio in Donbass, voglio aiutare il mio Paese”, afferma la ragazza. In questi anni ha svolto volontariato a Mariupol aiutando gli sfollati, successivamente ha seguito corsi di infermieristica, raggiungendo più volte gli ospedali della regione per assistere i feriti.

“Molti, quando vengono in Donbass la prima volta, non sanno cosa aspettarsi, a volte è pericoloso, quando vicino cadono le bombe. Una volta hanno colpito l’ospedale dove lavoravo. Ho avuto paura, ma poi ho visto che le persone proseguivano a fare il loro lavoro e ho pensato che dovevo essere all’altezza”. Lada, nonostante i rischi e le difficoltà, prosegue con determinazione ad aiutare la sua gente.

Per qualcuno è la prima esperienza in Donbass, altri hanno già contribuito a riparare i tetti danneggiati degli abitanti di Avdeevka.

Georgij ha 18 anni, viene dal Brasile. In sei mesi alla MGIMO ha imparato a parlare un discreto russo. Per lui la possibilità di partecipare a questo viaggio è il regalo più grande per il suo imminente compleanno.

“Ho radici russe, anche se purtroppo la mia famiglia nel tempo ha perso la conoscenza della lingua, allontanandosi dalla religione. Ho sempre amato la Russia, sentivo che dovevo tornare alle origini, riscoprirne la cultura, sentivo che dovevo tornare qua. E qui mi sento a casa”, spiega il ragazzo con un leggero accento portoghese.
 
Alcuni dei suoi amici si trovano sul fronte, altri vengono in Donbass per aiutare la popolazione. “Avrei provato vergogna a rimanere a Mosca, sapendo che i miei fratelli e le mie sorelle sono qui a rimboccarsi le maniche”, afferma Georgij.
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Zelensky ha respinto la proposta di Putin sulla tregua per il 9 maggio.

▪️Zelensky (la scelta della foto non è a caso) ha rifiutato la tregua proposta da Putin, ciò era ampiamente prevedibile, come è prevedibile che cercherà di provocare la Russia, proprio nei giorni dei festeggiamenti della vittoria.

▪️Zelensky ha chiesto un cessate il fuoco di trenta giorni, che la Russia non ha motivo di accettare vista la situazione sul campo di battaglia. Putin lo ha detto fin dall'inizio, che accetterà di fermare la guerra, solo in modo definitivo e duraturo.

▪️Zelensky ha anche detto che l'Ucraina non può garantire la sicurezza dei leaders che parteciperanno alla parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa. Ma sono minacce di poco conto, oltre a non avere le capacità di disturbare la parata, chiunque è cosciente che la reazione russa a un attacco su Mosca il 9 maggio, avrebbe conseguenze enormi.

https://t.me/terzaroma
Droni ucraini sul mercato, almeno 7 morti nella regione di Kherson

Alle 9:30 di oggi, il mercato centrale di Alyoshki, cittadina della regione di Kherson sulla sponda del Dniepr sotto controllo russo, è stato attaccato da droni ucraini. Il governatore della regione di Kherson Vladimir Saldo ha riferito che sono rimaste uccise almeno 7 persone, altre 20 hanno riportato ferite.

✍️ RangeloniNews
🇺🇸🇺🇦 Washington e Kiev hanno firmato l’accordo sulle “terre rare” dell'Ucraina

Questo accordo fornirà agli USA un accesso privilegiato ai progetti di investimento per lo sviluppo delle risorse naturali dell'Ucraina, compresa l’estrazione e produzione di petrolio, gas, alluminio e grafite.

Trump ha affermato che l'accordo consentirà agli americani di restituire più denaro di quanto fornito all’Ucraina in aiuti militari: «Abbiamo investito più o meno 350 miliardi di dollari, mentre l'Europa solo 100 miliardi, quindi dobbiamo in qualche modo recuperare parte dei nostri investimenti. E oggi abbiamo raggiunto un accordo con cui, in teoria, otterremo molto più di quei 350 miliardi. Volevo solo proteggere i nostri interessi. Non volevo essere di nuovo in una posizione stupida”.

Secondo il Kyiv Post, la Casa Bianca ha informato il Congresso dell'intenzione di consentire l'esportazione in Ucraina di materiali e armi per la difesa attraverso accordi commerciali diretti per importi di almeno 50 milioni di dollari. Non viene specificato cosa verrà venduto a Kiev.

Negli anni passati la gran parte delle armi americane era stata trasferita in Ucraina gratuitamente.

Come conferma Reuters, in questo accordo con il quale, di fatto, gli USA potranno potenzialmente riottenere i soldi investiti su Kiev, manca il punto ritenuto cruciale per Zelensky, ossia quello delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina.

✍️ RangeloniNews
🇺🇦 “Picchiare i bambini russofoni”, l’Ucraina e la sua “lotta per i valori Europei”

"È giusto picchiare i bambini che parlano la lingua russa", ha affermato Dmitrij Korchinsky, leader del partito ucraino «Bratstvo» (Fratellanza).

Secondo lui dovrebbe essere “giusto” anche l'uso della violenza contro gli adulti ed i genitori russofoni che vivono in Ucraina.

Le dichiarazioni di Korchinsky sono seguite a delle polemiche sorte un paio di giorni fa, quando l’artista popolare ucraino Bogdan Benyuk aveva affermato in un’intervista che se un bambino parla il russo “bisogna prendere una verga e picchiargliela sul sedere in modo che si dimentichi per sempre dell’esistenza della lingua russa”. In questo modo - secondo l’artista - si può coltivare l'orgoglio del bambino per la lingua ucraina.

Qualcuno dirà che il peso specifico di Korchinsky nella politica ucraina è marginale, ma minimizzare il ruolo ricoperto nella società da questi personaggi è pericoloso e scorretto. Questo “politico” è stato uno degli attivisti di spicco delle manifestazioni di piazza Maidan. Nel dicembre del 2013, al volante di un escavatore, ha guidato una carica dei manifestanti contro i palazzi del governo e le forze dell’ordine. Quelle posizioni estreme considerate proprie di una “minoranza”, grazie a figure come lui, sono presto diventare colonne portanti della nuova Ucraina.

✍️ RangeloniNews

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Donbass - Saluti da Spartaco, il volontario bresciano al fronte da oltre 10 anni
🇷🇺🕊️ Mariupol, torna la tradizione del rally

Nella piazza “dei colombi” di Mariupol rombano i motori, la gente scatta fotografie alle auto schierate nel piazzale in attesa della chiamata per la partenza. Fa quasi strano pensare che si tratti della stessa città in cui tre anni fa, ad inizio maggio, ancora esplodevano le ultime e dove anche in seguito alla fine delle battaglie, per diverso tempo, i rumori bruschi e forti facevano istintivamente sussultare le persone.

La città si è rapidamente lasciata alle spalle la guerra, guardando avanti, promuovendo attività culturali e facendo rinascere le tradizioni sportive. In occasione dell’undicesimo anniversario della proclamazione della Repubblica Popolare di Donetsk (nella primavera del 2014 la popolazione di Mariupol sostenne massicciamente l’indipendenza da Kiev), si è tenuto il Rally “Melekino 2025”.

All’evento organizzato dalle autorità locali, con il sostegno della fondazione di beneficenza “Delo Chesti (Дело Чести - Questione d’Onore”, hanno preso parte 19 equipaggi, sia locali che provenienti da diverse città della Russia come Mosca, Sochi, Krasnodar e Sebastopoli.

Eventi come questi rappresentano non solo un semplice evento sportivo, ma anche un esempio di resistenza e unità.

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Donbass - I fiori e le foglie verdi delle betulle del giardino nel cuore del Monastero di Nikolskoe, accanto ad Ugledar, nascondono e quasi fanno dimenticare le tracce dei violenti bombardamenti terminati da pochi mesi, durati oltre due anni e mezzo. I monaci, tra una messa e l’altra, ogni giorno ripuliscono i vicoli e le aiuole dalle macerie.

Davanti all’ingresso dell’ala dell’edificio che ospitava le monache incontro una decina di ragazzi, armati di secchi e pale. Si tratta di un gruppo di studenti della MGIMO (l'Università statale di Mosca per le relazioni internazionali) che, al posto della classica grigliata fuori porta, hanno scelto di trascorrere le feste di inizio maggio dando una mano in Donbass.

Il loro compito è quello di rimuovere le macerie dal seminterrato in cui all’inizio del conflitto era allestita la camerata per le monache. L’edificio era stato colpito da sei razzi lanciati (senza logica militare) dagli Himars americani. A causa di quell’attacco in quei locali rimase uccisa una suora, un bilancio estremamente ridotto considerando che all’interno si trovavano diverse decine di monache e monaci.

Padre Igor, che ha accompagnato il gruppo di studenti in questo viaggio, sottolinea che sono stati proprio i giovani a proporre questa esperienza. “Questi ragazzi studiano per diventare i diplomatici o i ministri di domani, fa piacere vedere che rimangano umili. Alcuni parlano quattro o cinque lingue, uno di loro ne conosce addirittura dodici. Insieme stanno rimuovendo macerie e rottami, sporcandosi e respirando polvere, ma sono felici di essere qui”, spiega il parroco della Chiesa dell’Università.

Tra gli studenti si sente parlare inglese: due ragazzi provengono dal Brasile: uno di loro ha solo 18 anni, mentre il secondo sta conseguendo la sua terza laurea. Padre Igor spiega che desideravano fortemente vedere coi loro occhi quello che succede da queste parti: “quando arrivano qua, oltre a dare una mano, capiscono cos’è e com’è la Russia, quella vera”.

L’idea di partire per portare aiuti e solidarietà in Donbass appartiene a Lada, l’unica ragazza del gruppo. Nonostante i suoi 23 anni ed un’iniziale espressione timida in volto, è lei la colonna portante della compagnia. All’età di sei anni è emigrata in Spagna con i genitori, ma ha sempre sognato di tornare a casa, in quella Russia che non ha mai smesso di amare. E lo ha fatto appena finite le superiori alle Canarie, trasferendosi a Mosca per studiare giornalismo.

“È il mio settimo viaggio in Donbass, voglio aiutare il mio Paese”, afferma la ragazza. In questi anni ha svolto volontariato a Mariupol aiutando gli sfollati, successivamente ha seguito corsi di infermieristica, raggiungendo più volte gli ospedali della regione per assistere i feriti.

“Molti, quando vengono in Donbass la prima volta, non sanno cosa aspettarsi, a volte è pericoloso, quando vicino cadono le bombe. Una volta hanno colpito l’ospedale dove lavoravo. Ho avuto paura, ma poi ho visto che le persone proseguivano a fare il loro lavoro e ho pensato che dovevo essere all’altezza”. Lada, nonostante i rischi e le difficoltà, prosegue con determinazione ad aiutare la sua gente.

Per qualcuno è la prima esperienza in Donbass, altri hanno già contribuito a riparare i tetti danneggiati degli abitanti di Avdeevka.

Georgij ha 18 anni, viene dal Brasile. In sei mesi alla MGIMO ha imparato a parlare un discreto russo. Per lui la possibilità di partecipare a questo viaggio è il regalo più grande per il suo imminente compleanno.

“Ho radici russe, anche se purtroppo la mia famiglia nel tempo ha perso la conoscenza della lingua, allontanandosi dalla religione. Ho sempre amato la Russia, sentivo che dovevo tornare alle origini, riscoprirne la cultura, sentivo che dovevo tornare qua. E qui mi sento a casa”, spiega il ragazzo con un leggero accento portoghese.
 
Alcuni dei suoi amici si trovano sul fronte, altri vengono in Donbass per aiutare la popolazione. “Avrei provato vergogna a rimanere a Mosca, sapendo che i miei fratelli e le mie sorelle sono qui a rimboccarsi le maniche”, afferma Georgij.
🇪🇺🇷🇺 L’Estonia impedisce al primo ministro slovacco di attraversare il proprio spazio per recarsi a Mosca

Robert Fico, intenzionato a raggiungere Mosca per le celebrazioni dell’80esimo anniversario della Vittoria della Grande Guerra Patriottica del 9 maggio, ha definito il divieto delle autorità estoni un consapevole tentativo consapevole di compromettere il suo viaggio in Russia, aggiungendo che verrà trovato un percorso alternativo.

Oggi il presidente della Serbia, a causa agli analoghi divieti di Lituania e Lettonia, per raggiungere Mosca ha effettuato uno scalo in Azerbaigian “per ragioni di sicurezza”. Nel corso di tutta la giornata, infatti, gli aeroporti della capitale russa hanno funzionato a singhiozzo a causa dei ripetuti allarmi dovuti ai numerosi droni ucraini lanciati verso Mosca. La scorsa notte la difesa aerea russa ha dovuto fare i conti con uno dei più grandi attacchi di droni ucraini nelle ultime settimane, intercettando 524 veicoli pilotati da remoto. I lanci dei droni sono proseguiti nel corso di tutta la giornata, anche al fine di ostacolare l’arrivo delle delegazioni straniere a Mosca.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha definito “vergognoso” il tentativo dei paesi dell’UE di impedire agli aerei dei leader europei di raggiungere Mosca per le celebrazioni del 9 maggio.
🇷🇺 Putin invita l’Ucraina a tornare al tavolo delle trattative di Istanbul il 15 maggio

Questa notte (1:30 circa di Mosca), Putin, dopo aver concluso la serie di incontri con i leader internazionali giunti in Russia, ha tenuto una conferenza stampa per annunciare la proposta di tornare a negoziare direttamente con l’Ucraina in Turchia, come nel 2022.

Ecco alcuni passaggi del discorso di Putin:

▪️La Russia spera che un giorno vengano ripristinate relazioni costruttive con L'Europa, anche se alcuni paesi stanno cercando di parlare con la Russia la lingua degli ultimatum”.

▪️Kiev non ha risposto alla proposta russa di cessate il fuoco nei giorni dell'anniversario della Vittoria. Allo stesso tempo le forze armate ucraine hanno lanciato attacchi su larga scala sul territorio russo dopo una proposta di tregua nei primi giorni di maggio.

▪️Durante i tre giorni di cessate il fuoco, Kiev ha effettuato 5 tentativi di attacco al confine russo, tutti questi attacchi sono stati respinti, le truppe ucraine hanno subito pesanti perdite.

▪️ Putin ha proposto a Kiev, nonostante tutto, di riprendere i negoziati diretti, senza precondizioni, il 15 maggio, a Istanbul

▪️ La proposta di Mosca sui i negoziati è sul tavolo, la decisione spetta a Kiev e ai curatori del regime ucraino.

Se ieri Zelensky e la coalizione dei cosiddetti “volenterosi” rappresentata da Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Donald Tusk, hanno presentato un ultimatum alla Russia consistente in un cessate il fuoco di 30 giorni “completo e senza condizioni per fare spazio a colloqui su una pace giusta e duratura”, oggi Putin ha risposto andando subito al dunque, fissando una data concreta per i colloqui faccia a faccia.

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A Donetsk, a partire dal 2014, le celebrazioni del 9 Maggio sono sempre state avvolte da un’atmosfera particolare. Non è una data in cui si guarda solo al passato, la Giornata della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica di diversi decenni fa è strettamente legata al presente.

Nella tradizionale parata militare di Donetsk (che per ragioni di sicurezza non si tiene in questi ultimi anni) sfilavano coloro che sapevano bene cosa fosse la guerra, vivendola ogni giorno sulla loro pelle. Nella successiva sfilata del “Reggimento Immortale” centinaia di migliaia di persone percorrevano orgogliosamente la via centrale della città reggendo in mano le fotografie dei propri nonni o dei propri padri, che hanno dato la vita per la loro Patria. Molti avevano anche le fotografie dei propri figli o dei mariti, caduti nella guerra di oggi.

Il 9 maggio è la ricorrenza più sentita, una festa - come dicono in Russia - con le lacrime agli occhi.

(Foto: celebrazioni del 9 maggio a Donetsk negli anni 2016, 2019)
06.05.202517:12
🛸Russia, intercettati altri 13 droni ucraini dopo i 105 della scorsa notte

La difesa aerea - come riportato dal Ministero della Difesa russo - questo pomeriggio ha intercettato e distrutto 13 droni ucraini diretti verso la capitale: 11 droni sono stati intercettati nelle regioni di Kaluga e Tula, mentre altri due sono stati neutralizzati nella regione di Mosca.

La scorsa notte la difesa aerea russa aveva distrutto 105 droni ucraini, di cui 19 nella regione di Mosca, costringendo alla chiusura temporanea degli aeroporti della capitale.

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L’esercito ucraino tenta una nuova avanzata nella regione di Kursk

Le Forze armate ucraine, dopo essere state respinte dai territori che avevano controllato per mesi nella regione russa di Kursk, provano a tornare all’attacco nei pressi di Tyotkino. Secondo diversi analisti militari russi, l’esercito di Kiev ha dapprima attaccato i ponti nelle retrovie russe per poi coinvolgere circa 250 soldati in due diverse ondate nel tentativo di ottenere il controllo di Tyotkino, villaggio sul confine con l’Ucraina.

Diversi canali telegram russi hanno pubblicato le immagini della distruzione di veicoli ucraini per lo sminamento e corazzati da trasporto truppe. Gli attacchi sono stati respinti.

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La terza ROMA
Zelensky ha respinto la proposta di Putin sulla tregua per il 9 maggio.

▪️Zelensky (la scelta della foto non è a caso) ha rifiutato la tregua proposta da Putin, ciò era ampiamente prevedibile, come è prevedibile che cercherà di provocare la Russia, proprio nei giorni dei festeggiamenti della vittoria.

▪️Zelensky ha chiesto un cessate il fuoco di trenta giorni, che la Russia non ha motivo di accettare vista la situazione sul campo di battaglia. Putin lo ha detto fin dall'inizio, che accetterà di fermare la guerra, solo in modo definitivo e duraturo.

▪️Zelensky ha anche detto che l'Ucraina non può garantire la sicurezza dei leaders che parteciperanno alla parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa. Ma sono minacce di poco conto, oltre a non avere le capacità di disturbare la parata, chiunque è cosciente che la reazione russa a un attacco su Mosca il 9 maggio, avrebbe conseguenze enormi.

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06.05.202507:48
🇷🇺 Mosca, 2010, Forze armate d’Ucraina sfilano lungo la Piazza Rossa alla parata della Vittoria.

🇬🇧 Londra, 2025, Forze armate d’Ucraina sfilano sul letame di cavallo, mentre Zelensky minaccia di poter colpire la parata di Mosca.

✍️ RangeloniNews
Ucraina, alla ricerca delle TV russe per guardare la parata di Mosca

Per fare un dispetto a Mosca, da qualche anno in Ucraina le celebrazioni del 9 maggio - sacre in tutte le ex repubbliche dell’Unione Sovietica - si tengono un giorno prima. E da “Giorno della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica” si è passati a celebrare il “Giorno della sconfitta del Nazismo nella Seconda Guerra mondiale”. Sono stati messi al bando tutti i tradizionali simboli, minacciando multe per i trasgressori. Il 9 maggio, invece, è diventato il “giorno dell’Europa”.

Eppure, come testimoniano le statistiche di Google, oggi le principali voci di ricerca in Ucraina oggi sono: “Parata della Vittoria 2025”, “Parata a Mosca”, “Russia1” (canale televisivo dove vengono trasmesse le celebrazioni in diretta), “cartoline con gli auguri del 9 maggio”, (da inviare tradizionalmente agli amici). In Ucraina ce la stanno mettendo tutta per riscrivere la storia, ma questo processo, evidentemente, è più difficile di quanto previsto.
🇺🇸🇷🇺 Russia, figlio del vicedirettore della CIA morto nelle trincee del fronte ucraino

Michael Gloss, cittadino americano e figlio del vicedirettore della CIA Juliane Gallina Gloss e di Larry Gloss, veterano della Marina degli Stati Uniti e capo della Security Information Systems (società che sviluppa software per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti), ha perso la vita sul fronte del Donbass, combattendo tra le fila dell’esercito russo. Secondo i giornalisti di iStories, che hanno ricostruito le circostanze, Gloss sarebbe rimasto ucciso il 4 aprile del 2024, all’età di 21 anni.

Michael si è unito all'esercito russo nel 2023 dopo aver viaggiato per diversi mesi in giro per il mondo, dopo aver abbandonato il college. Prima di raggiungere Mosca era stato in Italia, poi in Israele, dove è stato deportato. Ha trascorso i mesi successivi in Turchia facendo volontariato aiutando le vittime del terremoto. Secondo un amico del ragazzo contattato da iStories, Gloss "parlava sempre di rovine e oscurità, povertà e collasso delle civiltà” ed era convinto che “l'egemonia occidentale stava volgendo al termine e che i BRICS avrebbero preso il suo posto”.

Avrebbe raggiunto la Russia perché voleva ottenerne la cittadinanza ma anche in quanto “molto arrabbiato” con il suo Paese per quello che accadeva in Palestina. In questo modo avrebbe potuto combattere contro gli Stati Uniti.

Gloss è arrivato in Russia nell'agosto 2023 e poco tempo dopo, il 5 settembre, avrebbe deciso di arruolarsi nell’esercito russo, venendo assegnato al 137esimo reggimento delle forze aviotrasportate. A dicembre finisce sul fronte di Soledar. Dopo qualche mese, il 4 aprile, è rimasto ucciso, mentre il suo funerale ha avuto luogo negli Stati Uniti otto mesi dopo, il 21 dicembre 2024.

✍️ RangeloniNews
Oggi mi hanno segnalato di essere stato preso di mira da tal David Puente. Dicono sia un “fact-checker”, ossia uno di quelli che decidono cosa si possa leggere e cosa no su internet.

Mi ha dedicato una specie di articolo su “Open”, che fa parte della International Fact-Checking Network (IFCN), rete finanziata dal Dipartimento di Stato americano, dalla National Endowment for Democracy (NED) e dalla Open Society Foundations di George Soros.

Ovviamente il “fact-Checker indipendente” (dicono che è possibile definirsi indipendenti solo se lavori per gli interessi di Soros, mentre se il tuo lavoro non collima con le loro idee diventi automaticamente “propagandista”) come prima cosa, mi ha accusato di “diffondere diverse narrazioni false riconducibili alla propaganda del Cremlino sul conflitto in Ucraina, in particolare su quanto accaduto nel Donbass e a Odessa”.

Mi viene contestato un collage di post e considerazioni (mie e di terzi) su Facebook, facendone un minestrone.

Puente, come un vero tuttologo, vedendo solo ciò che vuole, afferma che “sul Donbass viene proposta la narrazione del Cremlino senza specificare come era realmente iniziato il conflitto” (Se qualcuno ha idea di come fargli recapitare il mio libro “Donbass, le mie cronache di guerra”, forse potrebbe scoprire qualcosa di nuovo anche sulle origini del conflitto).

Nel suo “debunking” tutto ciò che accade è colpa della propaganda russa. Ad esempio, nel 2014, a Kiev “non ci fu alcun colpo di Stato”. Secondo Puente “si è trattato di una rivoluzione” dove il “popolo ucraino” si era sollevato “in modo civile contro il governo di Viktor Janukovyč. I 42 morti del 2 maggio ad Odessa? Furono una conseguenza della “propaganda russa”, mica dell’assalto dei sostenitori del Maidan.

Inoltre i miei dati biografici vengono presi dal dossier zeppo di insinuazioni ed errori dei loro “colleghi” di RSF, senza prendersi la briga di approfondire o ricercare la verità alla fonte (magari facendomi qualche domanda).

Parallelamente, ieri, su Facebook mi è giunta una notifica legata ad un post del 2016 sulla strage di Odessa, in cui i fact-checker “indipendenti” di Open, basandosi su un’interpretazione di alcuni passaggi della sentenza della CEDU del marzo 2025, sostengono che contenga “notizie false” e per questa ragione i miei post “potrebbero essere spostati più in basso nella sezione notizie, in modo che sia meno probabile che gli altri li vedano”.
19.04.202514:04
❗️Vladimir Putin ha annunciato la “Tregua di Pasqua” dalle 18:00 del 19 aprile alle 00:00 del 21 aprile.

Nel Donbass prima del febbraio del 2022, in vista delle festività religiose e di situazione particolari, spesso venivano accordate tregue che, però, raramente venivano rispettate. In occasione di queste ricorrenze a Donetsk e dintorni, nonostante i buoni propositi, si è sempre percepita una particolare tensione. E la Pasqua di quest’anno non è un’eccezione, nonostante il fronte si sempre più lontano dalla città.
🇷🇺🇰🇵 Nordcoreani in Russia - Il Ministero della Difesa russo ha pubblicato per la prima volta delle immagini dell'addestramento delle truppe nordcoreane che hanno combattuto nella regione di Kursk.

Ieri Mosca ha confermato ufficialmente per la prima volta la presenza dei soldati di Pyongyang nel corso delle battaglie per la liberazione della regione russa di Kursk.

Non è stato reso noto quanti soldati nordcoreani abbiano preso parte all’offensiva russa ma dalle immagini si può constatare che si tratta di uomini già ben addestrati. L’esperienza di Kursk, più che per la Russia, è servita sicuramente agli ufficiali di Pyongyang, una sorta di tirocinio per acquisire esperienza in un conflitto che ha rivoluzionato la natura della guerra e del modo di combattere.
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