Мир сегодня с "Юрий Подоляка"
Мир сегодня с "Юрий Подоляка"
Труха⚡️Україна
Труха⚡️Україна
Николаевский Ванёк
Николаевский Ванёк
Мир сегодня с "Юрий Подоляка"
Мир сегодня с "Юрий Подоляка"
Труха⚡️Україна
Труха⚡️Україна
Николаевский Ванёк
Николаевский Ванёк
The Delicate Sound of Pink Floyd avatar

The Delicate Sound of Pink Floyd

TGlist рейтингі
0
0
ТүріҚоғамдық
Растау
Расталмаған
Сенімділік
Сенімсіз
Орналасқан жері
ТілБасқа
Канал құрылған күніВер 17, 2024
TGlist-ке қосылған күні
Лют 16, 2025

"The Delicate Sound of Pink Floyd" тобындағы соңғы жазбалар

BRING THE BOYS BACK HOME 🔊
BRING THE BOYS BACK HOME

Bring The Boys Back Home, dall’album The Wall del 1979, inizia con il suono dei rullanti che conferisce solennità al brano e lo scandisce con il ritmo di una parata militare.
La voce di Waters, volutamente fuori tono, sopra le righe, svetta prepotente al di sopra dell’orchestra e pare osservare da una prospettiva diversa da quella del protagonista, come se nel disco intervenisse la voce onnisciente di un narratore al di sopra delle parti.
C’è una strofa, ripetuta con enfasi a metà tra l’esortazione e la rimostranza: ”Bring the boys back home/Don’t leave the children on their own“ (Riportate a casa i ragazzi/Non lasciate i bambini da soli”).
Waters affermò che questo era il brano centrale dell’intero disco “perché parla di ribellarsi all’idea che la gente venga uccisa dalle guerre, anche se è solo una parte del discorso; in realtà parla anche della necessità di evitare che il rock’n’roll, o costruire macchine, o vendere saponette o fare ricerche biologiche o qualsiasi altra cosa, diventi più importante di avere amici, mogli, figli, di rapportarsi col prossimo”.
Il “tornare a casa” riguarda sia i soldati al fronte sia Pink, che dovrebbe cessare la sua dilaniante guerra interiore e ritrovare la pace perduta. Sul finale della canzone il ritmo dei rullanti rallenta, mentre numerose voci compongono un mosaico con tessere provenienti dalle canzoni precedenti, un veloce flashback che precede l’inizio di Confortably Numb.
Fra queste: ”Wrong!Do it again” pronunciata dal maestro di Another Brick In The Wall parte 2, ”There’s a man answering.See,he keeps hanging up!” ripetuta dalla telefonista di Young Lust e “Are you feeling ok?”scandita dalla groupie di One Of My Turns.
Seguono la voce del manager che esorta Pink ad andare allo spettacolo (bussa alla porta della stanza d’albergo e dice “Time to go!”) e un groviglio finale di risate nevrotiche miste a ulteriori voci troncate dalla frase conclusiva “Is there anybody out there?”. Pochi attimo di silenzio sono il preludio al meraviglioso brano successivo.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
VERA 🔊

Vera, dal film The Wall del 1982
VERA

Il brano Vera, dall’album The Wall del 1979, apre con alcuni dialoghi televisivi in sottofondo: provengono dal film di guerra “I lunghi giorni delle aquile”, pellicola del 1969.
Le scene militari scavano nelle ferite aperte di Pink, riportandolo al pensiero del padre caduto in battaglia. Per sviscerare il tema dell’assenza Roger Waters ricorre al personaggio di Vera Lynn, simbolo generazionale inglese amatissimo in patria.
La cantante (il cui vero nome era Vera Margaret Lewis) aveva assunto il ruolo di interprete delle speranze di ricongiungimento fra i soldati partiti per il fronte e i loro cari.
Ne fu espressione dolce e nostalgica la canzone We’ll Meet Again (“Ci incontreremo ancora”), portata al successo dalla Lynn nel 1939, anno delle prime ostilità del secondo conflitto mondiale. La frase portante del brano, da cui Waters trasse parte delle parole di Vera, recitava: ”We’ll meet again/Don’t know where/Don’t know when/But I know we’ll meet again some sunny day” ("Ci incontreremo ancora/Non so dove/Non so quando/Ma so che ci incontreremo in una giornata di sole”).
La versione demo di Waters (edizione “Immersion”, Disco 6, traccia 2) conteneva in coda la continuazione del tema di Is There Anybody Out There?. Protagonista di un film intitolato proprio We’ll Meet Again e conduttrice per BBC Radio di Sincerely Yours, un programma all’epoca molto seguito, Vera Lynn è rimasta nelle grazie del pubblico inglese: nel 2009 una sua raccolta scalzò dal primo posto in classifica nientemeno che il bestseller The Beatles 1.
Nel film Pink Floyd The Wall la prima scena è accompagnata da un’altra canzone della Lynn: The Little Boy That Santa Claus Forgot (“Il bimbo che Babbo Natale dimenticò”).
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
ECLIPSE 🔊

Riprese dal vivo il 20 ottobre 1994 a Earls Court, Londra. Restaurato e rimontato nel 2019 a partire dai master originali.
ECLIPSE 🔊

Eclipse è l'ultimo brano dell'album Dark Side of the Moon del 1973
ECLIPSE

Il gruppo cercava un vero finale per chiudere il disco The Dark Side Of The Moon del 1973, qualcosa di realmente conclusivo e d’impatto. Come per Breathe, anche in questa circostanza Waters trasse ispirazione da The Body: guardò all’ultima traccia intitolata Give Birth To A Smile, dalla quale attinse l’idea delle voci femminili e dell’incalzante e ripetitivo uso delle liriche.
Eclipse fu presentata al gruppo durante il tour inglese del 1972 e lavorata in studio con la precisa intenzione di creare un climax ascendente, dal punto di vista sia musicale sia concettuale: ”Quando Doris Troy eseguì la sua parte canora in Eclipse”, racconta Waters, “capimmo che era il climax che volevamo e che avevamo portato a casa il disco”.
Wright: ”È un finale fantastico. La musica cresce, prende corpo, aumenta in decibel. Decidemmo di alzarla ancora. Lasciando per un momento il tono cupo delle parole, direi che in questa canzone c’è speranza proprio in virtù della musica”. Follia ed ossessione esplodono prepotenti fino al ritorno del battito cardiaco che chiude circolarmente la suite riallacciandola al preludio.
La voce in chiusura è quella di Jerry O’Driscoll (il custode irlandese degli studi di Abbey Road): ”There is no dark side of the moon really.Matter of fact it’s all dark”. Con buoni apparecchi di riproduzione e una versione da audiofili del disco è possibile captare una curiosità in coda: mentre i battiti sfumano emerge il motivo di Ticket To Ride dei Beatles; non è chiaro se proveniente dall’esterno dello studio o dal nastro utilizzato per l’intervista a O’Driscoll.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
WHEN YOU'RE IN 🔊

When You're In è un brano tratto dal settimo album Obscured by Clouds, pubblicato il 2 giugno 1972.
WHEN YOU'RE IN

When You’re In, dall’album Obscured By Clouds del 1972, è la coda del brano d’apertura che dà il nome al disco, incisa con un altro titolo con la probabile intenzione di trarre profitto da maggiori diritti d’autore. Non venne inserita nel film di Schroeder La Vallee’.
Riprende il tema di Obscured By Clouds ma è decisamente più vigorosa ed è eseguita dalla band al completo; il finale in fade-out sembra sfumare su una sezione di tipica improvvisazione floydiana. Sembrano esserci riferimenti alla canzone precedente anche in relazione al titolo: ”Quando ci sei dentro” pare riallacciarsi alla ricerca della montagna “nascosta fra le nuvole” che anima la vicenda del film. Non solo: ”I’m in.And where you’re in, you’re in” era il leitmotiv del roadie Chris Adamson, futura star di The Dark Side Of The Moon grazie al suo parlato in apertura di Speak To Me, scandito ogni volta che veniva chiamato per qualche riparazione di emergenza.
Durante le esecuzioni dal vivo i Pink Floyd erano soliti dilatare il brano con improvvisazioni di tastiere e chitarra fino alla lunghezza complessiva di otto minuti.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
CHAPTER 24 🔊

Chapter 24
è il secondo brano registrato dell'album The Piper at the Gates of Dawn del 1967.
Il video mostra Syd Barrett, Gog Magog Hills, Cambridgeshire, Regno Unito, nel 1966 e i Pink Floyd agli EMI Studios di Londra, nell'aprile del 1967.
CHAPTER 24

In un’intervista dell’epoca, Syd Barrett rivelava come il brano Chapter 24 dall’album The Piper At The Gates Of Dawn del 1967 veniva dall’I Ching, di cui i membri del gruppo erano appassionati in quel periodo. Nel 1966 Syd fu introdotto dalla madre di un suo amico all’I Ching, un antico testo divinatorio cinese molto diffuso negli anni ‘60, tanto che John Lennon se ne servì nel 1968 per compiere scelte importanti relative agli affari e George Harrison lo utilizzò per comporre While My Guitat Gently Wheeps.
L’edizione in possesso di Barrett era probabilmente la traduzione del libro realizzata da Richard Wilhelm nel 1951. Il ventiquattresimo ideogramma dell’I Ching (cui si ispira la canzone) è definito con la parola cinese “Fu’”, ossia il Ritorno, che in quell’edizione esprimeva la seguente sentenza: ”Success.Going out and coming in without error.Friends come without blame.To and fro goes the way.On the seventh day comes return.It furthers one to have somewhere to go”.
Molte di queste parole furono prese da Barrett e utilizzate come testo del brano. Chapter 24, seconda canzone incisa per l’album, inizia con il gong di Waters e prosegue con organo, basso suonato con l’archetto e chitarra; Mason suona le campane tubolari utilizzando dei martelli di gomma.
In seguito vennero sovraincisi l’armonium e i piatti. L’unica esecuzione live documentata del brano fu al Club A’Gogo di Newcastle-upon-Tyne, il 19 maggio 1967.

Рекордтар

21.04.202523:59
1.1KЖазылушылар
20.03.202523:59
100Дәйексөз индексі
30.11.202423:59
18K1 жазбаның қамтуы
30.11.202423:59
8.6KЖарнамалық жазбаның қамтуы
22.11.202423:59
18.93%ER
21.03.202513:13
1398.64%ERR
Жазылушылар
Цитата индексі
1 хабарламаның қаралымы
Жарнамалық хабарлама қаралымы
ER
ERR
ЛИСТ '24ГРУД '24СІЧ '25ЛЮТ '25БЕР '25КВІТ '25
Көбірек мүмкіндіктерді ашу үшін кіріңіз.