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War Room - Russia, Ucraina, NATO



09.05.202518:41
Era chiaro che sarebbe finita così, la procura di Napoli è un notorio covo di antisemiti.
PS - Il Mattino, che ha montato il caso, non ha pubblicato UNA RIGA sulla richiesta di archiviazione.
PS - Il Mattino, che ha montato il caso, non ha pubblicato UNA RIGA sulla richiesta di archiviazione.
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RangeloniNews



09.05.202509:37
Ucraina, alla ricerca delle TV russe per guardare la parata di Mosca
Per fare un dispetto a Mosca, da qualche anno in Ucraina le celebrazioni del 9 maggio - sacre in tutte le ex repubbliche dell’Unione Sovietica - si tengono un giorno prima. E da “Giorno della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica” si è passati a celebrare il “Giorno della sconfitta del Nazismo nella Seconda Guerra mondiale”. Sono stati messi al bando tutti i tradizionali simboli, minacciando multe per i trasgressori. Il 9 maggio, invece, è diventato il “giorno dell’Europa”.
Eppure, come testimoniano le statistiche di Google, oggi le principali voci di ricerca in Ucraina oggi sono: “Parata della Vittoria 2025”, “Parata a Mosca”, “Russia1” (canale televisivo dove vengono trasmesse le celebrazioni in diretta), “cartoline con gli auguri del 9 maggio”, (da inviare tradizionalmente agli amici). In Ucraina ce la stanno mettendo tutta per riscrivere la storia, ma questo processo, evidentemente, è più difficile di quanto previsto.
Per fare un dispetto a Mosca, da qualche anno in Ucraina le celebrazioni del 9 maggio - sacre in tutte le ex repubbliche dell’Unione Sovietica - si tengono un giorno prima. E da “Giorno della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica” si è passati a celebrare il “Giorno della sconfitta del Nazismo nella Seconda Guerra mondiale”. Sono stati messi al bando tutti i tradizionali simboli, minacciando multe per i trasgressori. Il 9 maggio, invece, è diventato il “giorno dell’Europa”.
Eppure, come testimoniano le statistiche di Google, oggi le principali voci di ricerca in Ucraina oggi sono: “Parata della Vittoria 2025”, “Parata a Mosca”, “Russia1” (canale televisivo dove vengono trasmesse le celebrazioni in diretta), “cartoline con gli auguri del 9 maggio”, (da inviare tradizionalmente agli amici). In Ucraina ce la stanno mettendo tutta per riscrivere la storia, ma questo processo, evidentemente, è più difficile di quanto previsto.
09.05.202506:24
1945, la festa dell’Europa (che l’ha scordata)
di Alessandro Barbero
Negli ultimi giorni del conflitto sul suolo europeo, alcuni vertici tedeschi ritenevano che gli Alleati avrebbero cambiato campo per attaccare con loro l’Urss. Churchill coniò il termine “Cortina di ferro”
Il 2 maggio 1945 il feldmaresciallo Sir Alan Brooke, capo di stato maggiore delle forze armate britanniche, annotò nel suo diario: “La notte scorsa, al giornale radio di mezzanotte, è stata annunciata la morte di Hitler. Dopo aver desiderato questa notizia per sei anni, quando l’ho finalmente sentita non ho provato nessuna emozione. Non so perché. Ho capito subito che questo era il punto finale della guerra, ma sono così stanco che il mio cervello non è più capace di sensazioni intense”.
“La Germania crolla”, aggiunse il giorno dopo. “Il fronte italiano si è arreso”. I migliori fra i generali tedeschi sapevano da molto tempo che la guerra era perduta. Dopo lo sbarco in Normandia, al comando della Wehrmacht che gli telefonava preoccupato da Berlino chiedendo cosa si poteva fare, il feldmaresciallo von Rundstedt, OB West ovvero comandante in capo a Occidente, aveva risposto: “Finite la guerra, idioti!”. Ma finché Hitler era vivo, nessuno poteva proporlo seriamente (e von Rundstedt perse il posto il giorno dopo). Ora, invece, morto il Führer la strada per la pace in Europa era spalancata; senonché, come si scoprì subito, finire una guerra era più difficile che cominciarla.
I problema principale è che i tedeschi erano prontissimi a fare la pace con gli alleati occidentali, ma non con i russi; anzi, da tempo coltivavano la speranza che gli angloamericani si sarebbero uniti a loro nella crociata contro la minaccia bolscevica – giacché la propaganda nazista aveva smesso da un pezzo di parlare della razza padrona e del suo Lebensraum a Est, e pretendeva invece di parlare a nome di un’Europa unita nella difesa contro le orde russe. Non era soltanto la leadership nazista a crederci: ci credeva anche la truppa. L’asso degli Stuka, Hans-Ulrich Rudel, nazista convinto che anche dopo la guerra continuò a frequentare gli ambienti neonazisti, nelle sue memorie ricorda che negli ultimi giorni della guerra rifletteva continuamente sull’“immensa responsabilità” che gli alleati occidentali si stavano assumendo davanti alla Storia, “stroncando la Germania e rafforzando la Russia”.
In realtà l’elettorato americano o britannico, in quei giorni, non avrebbe mai accettato una nuova guerra contro il popolo russo, i cui immensi sacrifici erano stati elogiati per anni dalla stampa alleata. Invece Churchill, se fosse dipeso solo da lui, forse ci avrebbe fatto un pensierino: anzi, negli ultimi mesi aveva chiesto ai suoi generali di valutare la possibilità di riprendere la guerra contro l’Urss una volta sconfitti i tedeschi. Per fortuna i generali gli avevano risposto che sarebbe stata una pazzia, e anche Winston alla fine rinsavì. Dopo la guerra, però, sarebbe diventato uno dei più accaniti promotori e propagandisti della guerra fredda contro gli ex-alleati, e l’inventore della sciagurata formula della “cortina di ferro”.
E dunque i generali tedeschi dopo la morte di Hitler si precipitarono a trattare con gli angloamericani, ma non con i sovietici. Il comandante in capo della Wehrmacht, Keitel, che sarà poi impiccato a Norimberga (a dimostrazione che aveva fatto molto male a fidarsi), incontrò Montgomery, comandante delle forze britanniche in Europa, già il 4 maggio promettendo la resa incondizionata di tutte le forze tedesche a Occidente; non era sicuro, però, di farsi obbedire da quelle impegnate in Cecoslovacchia, che stavano reprimendo con l’abituale ferocia l’insurrezione di Praga. I russi, comprensibilmente, non erano entusiasti di questa strana specie di resa a metà. L’indomani, 5 maggio, Alan Brooke annotò: “Difficoltà di convincere i russi, combinata con la grande riluttanza dei tedeschi ad arrendersi ai russi, da cui sono terrorizzati”.
Segue...
di Alessandro Barbero
Negli ultimi giorni del conflitto sul suolo europeo, alcuni vertici tedeschi ritenevano che gli Alleati avrebbero cambiato campo per attaccare con loro l’Urss. Churchill coniò il termine “Cortina di ferro”
Il 2 maggio 1945 il feldmaresciallo Sir Alan Brooke, capo di stato maggiore delle forze armate britanniche, annotò nel suo diario: “La notte scorsa, al giornale radio di mezzanotte, è stata annunciata la morte di Hitler. Dopo aver desiderato questa notizia per sei anni, quando l’ho finalmente sentita non ho provato nessuna emozione. Non so perché. Ho capito subito che questo era il punto finale della guerra, ma sono così stanco che il mio cervello non è più capace di sensazioni intense”.
“La Germania crolla”, aggiunse il giorno dopo. “Il fronte italiano si è arreso”. I migliori fra i generali tedeschi sapevano da molto tempo che la guerra era perduta. Dopo lo sbarco in Normandia, al comando della Wehrmacht che gli telefonava preoccupato da Berlino chiedendo cosa si poteva fare, il feldmaresciallo von Rundstedt, OB West ovvero comandante in capo a Occidente, aveva risposto: “Finite la guerra, idioti!”. Ma finché Hitler era vivo, nessuno poteva proporlo seriamente (e von Rundstedt perse il posto il giorno dopo). Ora, invece, morto il Führer la strada per la pace in Europa era spalancata; senonché, come si scoprì subito, finire una guerra era più difficile che cominciarla.
I problema principale è che i tedeschi erano prontissimi a fare la pace con gli alleati occidentali, ma non con i russi; anzi, da tempo coltivavano la speranza che gli angloamericani si sarebbero uniti a loro nella crociata contro la minaccia bolscevica – giacché la propaganda nazista aveva smesso da un pezzo di parlare della razza padrona e del suo Lebensraum a Est, e pretendeva invece di parlare a nome di un’Europa unita nella difesa contro le orde russe. Non era soltanto la leadership nazista a crederci: ci credeva anche la truppa. L’asso degli Stuka, Hans-Ulrich Rudel, nazista convinto che anche dopo la guerra continuò a frequentare gli ambienti neonazisti, nelle sue memorie ricorda che negli ultimi giorni della guerra rifletteva continuamente sull’“immensa responsabilità” che gli alleati occidentali si stavano assumendo davanti alla Storia, “stroncando la Germania e rafforzando la Russia”.
In realtà l’elettorato americano o britannico, in quei giorni, non avrebbe mai accettato una nuova guerra contro il popolo russo, i cui immensi sacrifici erano stati elogiati per anni dalla stampa alleata. Invece Churchill, se fosse dipeso solo da lui, forse ci avrebbe fatto un pensierino: anzi, negli ultimi mesi aveva chiesto ai suoi generali di valutare la possibilità di riprendere la guerra contro l’Urss una volta sconfitti i tedeschi. Per fortuna i generali gli avevano risposto che sarebbe stata una pazzia, e anche Winston alla fine rinsavì. Dopo la guerra, però, sarebbe diventato uno dei più accaniti promotori e propagandisti della guerra fredda contro gli ex-alleati, e l’inventore della sciagurata formula della “cortina di ferro”.
E dunque i generali tedeschi dopo la morte di Hitler si precipitarono a trattare con gli angloamericani, ma non con i sovietici. Il comandante in capo della Wehrmacht, Keitel, che sarà poi impiccato a Norimberga (a dimostrazione che aveva fatto molto male a fidarsi), incontrò Montgomery, comandante delle forze britanniche in Europa, già il 4 maggio promettendo la resa incondizionata di tutte le forze tedesche a Occidente; non era sicuro, però, di farsi obbedire da quelle impegnate in Cecoslovacchia, che stavano reprimendo con l’abituale ferocia l’insurrezione di Praga. I russi, comprensibilmente, non erano entusiasti di questa strana specie di resa a metà. L’indomani, 5 maggio, Alan Brooke annotò: “Difficoltà di convincere i russi, combinata con la grande riluttanza dei tedeschi ad arrendersi ai russi, da cui sono terrorizzati”.
Segue...
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Giubbe Rosse



08.05.202518:14
🇻🇦 IL NUOVO PAPA SARÀ AMERICANO: CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST. PRENDERÀ IL NOME DI LEONE XIV
Membro dell’Ordine di Sant’Agostino, il cardinale Robert Francis Prevost, nato a Chicago nel 1955, è considerato vicino alla visione di papa Francesco, con una forte attenzione a sinodalità, inclusività, attenzione ai poveri e ai migranti, e un approccio pastorale piuttosto che dottrinale.
🟥 SOSTIENI GIUBBE ROSSE
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Membro dell’Ordine di Sant’Agostino, il cardinale Robert Francis Prevost, nato a Chicago nel 1955, è considerato vicino alla visione di papa Francesco, con una forte attenzione a sinodalità, inclusività, attenzione ai poveri e ai migranti, e un approccio pastorale piuttosto che dottrinale.
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Byoblu

08.05.202513:49
🥇Oltre 20 mila firme in poche ore!🏅
FIRMA LA LETTERA ALLA COMMISSIONE UE SU PINA PICIERNO
Dopo l'aggressione del vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno a Byoblu, che ha indirizzato una interrogazione alla Commissione UE con l'incredibile accusa per la Tv dei Cittadini di avere violato le sanzioni alla Russia, Byoblu e tutti i cittadini che la seguono scrivono una lettera aperta alla Commissione, per chiedere se esiste ancora la libertà di stampa, fulcro di qualsiasi democrazia.
È particolarmente importante presentare questa lettera alla Commissione Europea con tante più firme possibile, per dimostrare che ci sono tanti cittadini a sostenere il diritto ad avere una informazione libera da ingerenze politiche. In poche ore abbiamo già raggiunto oltre 20 mila firme.
Firmare è semplice, veloce e non costa niente.
Ti saremmo veramente grati se ci sostenessi in questa battaglia, che è di tutti, e chiedessi a tutti i tuoi conoscenti di fare altrettanto.
✍️ Si firma qui: https://www.byoblu.com/lettera-ue/
🫶
FIRMA LA LETTERA ALLA COMMISSIONE UE SU PINA PICIERNO
Dopo l'aggressione del vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno a Byoblu, che ha indirizzato una interrogazione alla Commissione UE con l'incredibile accusa per la Tv dei Cittadini di avere violato le sanzioni alla Russia, Byoblu e tutti i cittadini che la seguono scrivono una lettera aperta alla Commissione, per chiedere se esiste ancora la libertà di stampa, fulcro di qualsiasi democrazia.
È particolarmente importante presentare questa lettera alla Commissione Europea con tante più firme possibile, per dimostrare che ci sono tanti cittadini a sostenere il diritto ad avere una informazione libera da ingerenze politiche. In poche ore abbiamo già raggiunto oltre 20 mila firme.
Firmare è semplice, veloce e non costa niente.
Ti saremmo veramente grati se ci sostenessi in questa battaglia, che è di tutti, e chiedessi a tutti i tuoi conoscenti di fare altrettanto.
✍️ Si firma qui: https://www.byoblu.com/lettera-ue/
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09.05.202509:39
Che abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?
Ci trattano come dei minus habens.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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InsideOver

09.05.202508:12
Al-Sharaa alla corte di Macron: l'azzardo francese sulla Siria
https://it.insideover.com/politica/macron-ospita-al-sharaa-la-rischiosa-scommessa-della-francia-sulla-siria.html
https://it.insideover.com/politica/macron-ospita-al-sharaa-la-rischiosa-scommessa-della-francia-sulla-siria.html
09.05.202506:24
La gestione della resa comportava problemi concreti enormi: nella sola Danimarca c’era un milione di soldati tedeschi, più 400.000 prigionieri sovietici e due milioni di civili tedeschi da sgombrare dalle province annesse al Reich. I tedeschi continuavano a combattere contro i sovietici e a firmare capitolazioni locali con gli alleati occidentali: il 5 maggio tutte le truppe in Baviera si arresero agli americani. Alla fine il comandante supremo alleato in Occidente, Eisenhower, futuro presidente degli Stati Uniti (non un granché come generale, ma preziosissimo come diplomatico, secondo Alan Brooke) decise che quell’ambiguità era politicamente inaccettabile e pretese che i tedeschi si presentassero al comando supremo alleato, a Reims, per firmare la resa incondizionata della Germania su tutti i fronti. Il 7 maggio Jodl, capo di stato maggiore della Wehrmacht, anche lui poi impiccato a Norimberga, volò a Reims e firmò la resa alla presenza di un generale americano e uno sovietico. Erano le due del mattino e la resa doveva avere effetto dalle 23 del giorno 8, perché i tedeschi volevano ancora due giorni di tempo per far fuggire le loro truppe davanti ai russi e consegnarle agli angloamericani.
A questo punto le questioni di forma cominciarono a prevalere su quelle di sostanza; non a torto, vista l’importanza simbolica che diamo ancora oggi a date e anniversari. I sovietici fecero sapere che il loro inviato a Reims non aveva i poteri per accettare la resa della Germania e che la firma doveva essere ripetuta, ma stavolta a Berlino, capitale del Reich – nonché appena occupata dall’Armata Rossa, che aveva perso 80.000 morti per arrivare ad alzare la bandiera rossa sul Reichstag. Eisenhower trovò che la richiesta era ragionevolissima, anche perché nel frattempo la Wehrmacht continuava a resistere fanaticamente sul fronte orientale e a sterminare gli insorti a Praga, dove il comandante tedesco, il feldmaresciallo Schörner, aveva informato i suoi soldati che la guerra era finita a Occidente, ma che arrendersi ai russi era fuori discussione.
Perciò Eisenhower concordò con i sovietici il testo di una resa più ampia e definitiva, fece portare a Berlino i comandanti della Wehrmacht e lì, all’una di mattina del 9, Keitel firmò la resa di tutte le forze armate tedesche al comando supremo alleato e al comando dell’Armata Rossa. Ma l’atto venne retrodatato alla sera dell’8, perché quella era la scadenza già pubblicamente annunciata, e in tutti i paesi alleati fin dalla mattina dell’8 la gente era scesa in piazza a festeggiare quello che venne subito chiamato il VE Day, il giorno della Vittoria in Europa (giacché la guerra non era ancora finita nel Pacifico contro il Giappone; e nessuno poteva immaginare che sarebbe durata solo altri tre mesi). Quella sera, Alan Brooke scrisse nel suo diario: “Sono convinto più che mai che c’è un Dio onnipotente che si prende cura del destino di questo mondo. Avevo pochi dubbi prima che cominciasse la guerra, ma ora sono più convinto che mai… Quando avremo imparato ad amare gli altri come noi stessi, la guerra cesserà di esistere. Ma ci vorranno ancora secoli. Per adesso, possiamo solo sforzarci di avere relazioni sempre più amichevoli con quelli che ci troviamo intorno”.
I festeggiamenti del Victory Day in quasi tutto l’Occidente sono stati rapidamente dimenticati: oggi quel giorno è festivo soltanto in Francia, dove più di 500 strade si chiamano “rue du 8 Mai 1945”. In Russia, dove la folla si riversò in piazza solo il 9 maggio, è quello il giorno ufficialmente celebrato come Festa della Vittoria; anche lì, però, il ricordo non si è mantenuto ininterrotto da allora: giorno festivo nei primi anni, il 9 maggio cessò di esserlo nel 1947 e lo ridiventò solo nel 1965, nel pieno della svolta neostalinista di Breznev, e la parata sulla Piazza Rossa è diventata un evento annuale solo dal 1995.
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A questo punto le questioni di forma cominciarono a prevalere su quelle di sostanza; non a torto, vista l’importanza simbolica che diamo ancora oggi a date e anniversari. I sovietici fecero sapere che il loro inviato a Reims non aveva i poteri per accettare la resa della Germania e che la firma doveva essere ripetuta, ma stavolta a Berlino, capitale del Reich – nonché appena occupata dall’Armata Rossa, che aveva perso 80.000 morti per arrivare ad alzare la bandiera rossa sul Reichstag. Eisenhower trovò che la richiesta era ragionevolissima, anche perché nel frattempo la Wehrmacht continuava a resistere fanaticamente sul fronte orientale e a sterminare gli insorti a Praga, dove il comandante tedesco, il feldmaresciallo Schörner, aveva informato i suoi soldati che la guerra era finita a Occidente, ma che arrendersi ai russi era fuori discussione.
Perciò Eisenhower concordò con i sovietici il testo di una resa più ampia e definitiva, fece portare a Berlino i comandanti della Wehrmacht e lì, all’una di mattina del 9, Keitel firmò la resa di tutte le forze armate tedesche al comando supremo alleato e al comando dell’Armata Rossa. Ma l’atto venne retrodatato alla sera dell’8, perché quella era la scadenza già pubblicamente annunciata, e in tutti i paesi alleati fin dalla mattina dell’8 la gente era scesa in piazza a festeggiare quello che venne subito chiamato il VE Day, il giorno della Vittoria in Europa (giacché la guerra non era ancora finita nel Pacifico contro il Giappone; e nessuno poteva immaginare che sarebbe durata solo altri tre mesi). Quella sera, Alan Brooke scrisse nel suo diario: “Sono convinto più che mai che c’è un Dio onnipotente che si prende cura del destino di questo mondo. Avevo pochi dubbi prima che cominciasse la guerra, ma ora sono più convinto che mai… Quando avremo imparato ad amare gli altri come noi stessi, la guerra cesserà di esistere. Ma ci vorranno ancora secoli. Per adesso, possiamo solo sforzarci di avere relazioni sempre più amichevoli con quelli che ci troviamo intorno”.
I festeggiamenti del Victory Day in quasi tutto l’Occidente sono stati rapidamente dimenticati: oggi quel giorno è festivo soltanto in Francia, dove più di 500 strade si chiamano “rue du 8 Mai 1945”. In Russia, dove la folla si riversò in piazza solo il 9 maggio, è quello il giorno ufficialmente celebrato come Festa della Vittoria; anche lì, però, il ricordo non si è mantenuto ininterrotto da allora: giorno festivo nei primi anni, il 9 maggio cessò di esserlo nel 1947 e lo ridiventò solo nel 1965, nel pieno della svolta neostalinista di Breznev, e la parata sulla Piazza Rossa è diventata un evento annuale solo dal 1995.
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08.05.202515:50
Una telefonatina alla gendarmeria vaticana per denunciarli tutti no?
Non ci sono più i delatori di una volta.
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vietatoparlare

07.05.202512:33
📣 Caso #BYOBLU - Libertà d’informazione sotto attacco?
Byoblu ha intervistato – da remoto, senza compensi, senza violare alcuna legge italiana – il giornalista russo Soloviev. Ora è sotto accusa da parte dell’eurodeputata Pina Picierno, che ha chiesto alla Commissione Europea di valutare se ciò configuri una violazione delle sanzioni UE.
Ma porre domande è un crimine?
In un’Unione Europea che si definisce democratica, questa interrogazione parlamentare appare come un atto intimidatorio contro un'emittente indipendente che esercita il diritto-dovere di informare.
👉 La risposta di @byoblu è chiara: difendere il giornalismo libero significa difendere la democrazia.
Non si può sacrificare il pluralismo sull’altare della “correttezza politica”.
📝 Invito tutti a leggere e condividere l’appello aperto alla Commissione Europea:
🔗 https://www.youtube.com/watch?v=KlJHs7el1j0
Se un’intervista può essere ritenuta illegittima, qual è il prossimo passo?
Chiudere le redazioni non allineate? Zittire chi fa domande?
📌 Oggi, difendere Byoblu significa difendere il diritto di tutti noi a capire, a scegliere, a dissentire.
Facciamolo circolare.
mio post su X: https://x.com/vietatoparlare/status/1919846717651812444
Byoblu ha intervistato – da remoto, senza compensi, senza violare alcuna legge italiana – il giornalista russo Soloviev. Ora è sotto accusa da parte dell’eurodeputata Pina Picierno, che ha chiesto alla Commissione Europea di valutare se ciò configuri una violazione delle sanzioni UE.
Ma porre domande è un crimine?
In un’Unione Europea che si definisce democratica, questa interrogazione parlamentare appare come un atto intimidatorio contro un'emittente indipendente che esercita il diritto-dovere di informare.
👉 La risposta di @byoblu è chiara: difendere il giornalismo libero significa difendere la democrazia.
Non si può sacrificare il pluralismo sull’altare della “correttezza politica”.
📝 Invito tutti a leggere e condividere l’appello aperto alla Commissione Europea:
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Se un’intervista può essere ritenuta illegittima, qual è il prossimo passo?
Chiudere le redazioni non allineate? Zittire chi fa domande?
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ARCAPACIS



09.05.202518:10
‼️MERCATINO RESISTENTE ARCAPACIS - DOMENICA 25 MAGGIO 2025 ore 11.00-19.00‼️(30a ed.)
Programma
⏰ 11.00 > Apertura stand artigiani, olistici, reti, medici resistenti, food...
🎤 12.00 > Leonardo Di Paola > ZAINO SCACCIAPENSIERI
🧘♂️ 14.30 > Carmelo Ambra > HATHA YOGA in pineta (porta il tuo stuoino)
🎤 15.30 > Ospite speciale Dr. Gabriele Prinzi > ASCOLTA LA TUA PANCIA (live) con sessione domande e risposte, approfittane! 👏👏👏
🎁 18.00 > ESTRAZIONE PREMI con espositori
Tutto il giorno
🧵 ARTIGIANI CREATIVI
🌼 OPERATORI OLISTICI
💊 MEDICI RESISTENTI
☀️ INFO CDS Diossido di Cloro
📚 LIBRI & AUTORI
🍝 PRANZO & SFIZI
🥬 SPESA BIO km0
Con l'amichevole partecipazione di Mimmo Micarelli
🎵🎵🎵 Dopo il Mercatino Resistente Arcapacis, ore 21.00
rockabilly con GREG and the three Billies (10€) 😍
✍️ Per candidarti per ESPORRE, leggi qui e riempi il "form espositori"
Passa parola! 🙏
📌 www.arcapacis.it - t.me/arcapacis 🕊
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09.05.202509:38
Volere è potere. Il percorso tortuoso del primo ministro slovacco Robert Fico verso Mosca.
Laura Ruggeri
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Laura Ruggeri
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Byoblu



09.05.202507:06
SEGUI I SOLDI: L'INKIESTA E GLI INTERESSI DELLA PICIERNO IN UCRAINA
"A che titolo si fanno campagne persecutorie in cui si auspica di togliere le risorse alle voci libere, se non si chiariscono le risorse del network maccartista in cui lavora il marito della Picierno?". Se lo chiede Pino Cabras, che svela le connessioni fra l'eurodeputata, suo marito e un giornale ucraino.
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/08/segui-i-soldi-linkiesta-e-gli-interessi-della-picierno-in-ucraina/
"A che titolo si fanno campagne persecutorie in cui si auspica di togliere le risorse alle voci libere, se non si chiariscono le risorse del network maccartista in cui lavora il marito della Picierno?". Se lo chiede Pino Cabras, che svela le connessioni fra l'eurodeputata, suo marito e un giornale ucraino.
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/08/segui-i-soldi-linkiesta-e-gli-interessi-della-picierno-in-ucraina/
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08.05.202518:15
Habemus Papam: chi è Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV
https://it.insideover.com/religioni/habemus-papam-chi-e-robert-francis-prevost-papa-leone-xiv.html
https://it.insideover.com/religioni/habemus-papam-chi-e-robert-francis-prevost-papa-leone-xiv.html
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08.05.202514:27
IL MONDO NUOVO SECONDO TRUMP
Dei propositi elettorali di Trump in politica estera resta ormai ben poco: la Casa Bianca continuerà a fornire armi all'Ucraina, nascoste sotto forma di contropartita nell’accordo sulle terre rare, ma soprattutto Netanyahu si avvia a perfezionare l'operazione di pulizia etnica ai danni dei palestinesi e alla disarticolazioni dei suoi nemici regionali con il beneplacito da parte degli Usa.
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/07/il-mondo-nuovo-secondo-trump/
Dei propositi elettorali di Trump in politica estera resta ormai ben poco: la Casa Bianca continuerà a fornire armi all'Ucraina, nascoste sotto forma di contropartita nell’accordo sulle terre rare, ma soprattutto Netanyahu si avvia a perfezionare l'operazione di pulizia etnica ai danni dei palestinesi e alla disarticolazioni dei suoi nemici regionali con il beneplacito da parte degli Usa.
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/07/il-mondo-nuovo-secondo-trump/
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Byoblu



07.05.202509:31
ANCHE BYOBLU NEL MIRINO DEL PICIERNOSAURO: PROCESSO ALLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE
Di Pino Cabras
L’interrogazione di Pina Picierno su Byoblu “non è solo infondata: è pericolosa. Perché tenta di far passare per illecito ciò che è legittimo, e di trasformare la libertà di stampa in un atto da giustificare, anziché da garantire”.
Di Pino Cabras
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/07/anche-byoblu-nel-mirino-del-piciernosauro-processo-alla-liberta-dinformazione/
Di Pino Cabras
L’interrogazione di Pina Picierno su Byoblu “non è solo infondata: è pericolosa. Perché tenta di far passare per illecito ciò che è legittimo, e di trasformare la libertà di stampa in un atto da giustificare, anziché da garantire”.
Di Pino Cabras
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/07/anche-byoblu-nel-mirino-del-piciernosauro-processo-alla-liberta-dinformazione/
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Comitato Donbass Antinazista - Notizie sulla guerra in Ucraina

09.05.202514:57
🇺🇦🏴 KIEV, SIGNORA UCRAINA ARRESTATA DALLA POLIZIA PER AVER ESPOSTO UNA STELLA SOVIETICA DURANTE LA COMMEMORAZIONE DEL GIORNO DELLA VITTORIA SUL NAZISMO
-Ricercatrice ucraina Marta Havryshko
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Se le forze dell'ordine fossero coerenti nell'applicare le leggi sulla memoria, avrebbero domande da fare a tutti i soldati che usano svastiche, le saette delle SS, Totenkopf e toppe di Dirlewanger.
Ma ad oggi, la principale minaccia alla sicurezza, dal loro punto di vista, è la nostalgia sovietica.
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InsideOver

09.05.202509:37
Gaza: tutto pronto per la terza fase dello sterminio - InsideOver
https://it.insideover.com/politica/gaza-tutto-pronto-per-la-terza-fase-dello-sterminio.html
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09.05.202506:26
RIA Novosti ha pubblicato una mappa che mostra quali paesi sono rappresentati alla parata della Vittoria a Mosca, sia dal loro capo di stato che da altri funzionari. È molto esemplificativa. Il 51,9% della popolazione mondiale è rappresentata alla parata... ed è prevalentemente asiatica. La svolta della Russia verso Est sta funzionando.
Laura Ruggeri (Originale in inglese)
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Giubbe Rosse



08.05.202518:14
🇺🇸🇻🇦 LA REAZIONE DI TRUMP SUI SOCIAL
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Congratulazioni al Cardinale Robert Francis Prevost, che è stato appena nominato Papa. È un grande onore rendersi conto che è il primo Papa americano. Che emozione, e che grande onore per il nostro Paese. Attendo con ansia l'incontro con Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo!
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08.05.202513:50
La visita francese di Ahmad al-Sharaa, anche noto con il nome di battaglia Abu Mohammad al-Jolani, e l'incontro all'Eliseo con Emmanuel Macron avvenuto nella giornata del 7 maggio, sono destinati a essere degli eventi tanto importanti sul fronte strategico quando controversi su quello politico.
Con un presidente europeo che incontra, riconosce e riempie di complimenti un ex membro di Al Qaeda.
Un progetto che inevitabilmente si scontra con le ombre del passato (neanche molto lontano) di al-Jolani ma anche l'azione presente di un governo di un Paese ancora abbondantemente insanguinato dalla violenza settaria con oltre 2000 siriani alawiti tra cui centinaia di donne e bambini uccisi da milizie fedeli al governo di Al-Jolani.
Violenze che gli abbracci di Macron rischiano di legittimare.
https://it.insideover.com/politica/macron-ospita-al-sharaa-la-rischiosa-scommessa-della-francia-sulla-siria.html
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Con un presidente europeo che incontra, riconosce e riempie di complimenti un ex membro di Al Qaeda.
Un progetto che inevitabilmente si scontra con le ombre del passato (neanche molto lontano) di al-Jolani ma anche l'azione presente di un governo di un Paese ancora abbondantemente insanguinato dalla violenza settaria con oltre 2000 siriani alawiti tra cui centinaia di donne e bambini uccisi da milizie fedeli al governo di Al-Jolani.
Violenze che gli abbracci di Macron rischiano di legittimare.
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Giubbe Rosse



06.05.202519:12
🇸🇩🇦🇪 IL SUDAN DICHIARA UFFICIALMENTE GLI EMIRATI "STATO AGGRESSORE"
Dichiarazione del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale sudanese:
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Dichiarazione del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale sudanese:
Per oltre due anni, il mondo ha assistito al crimine di aggressione contro la sovranità del Sudan, l'integrità territoriale e la sicurezza del suo popolo, un'aggressione perpetrata dagli Emirati Arabi Uniti attraverso il loro rappresentante locale, la milizia ribelle terrorista nota come Rapid Support Forces (RSF), e i suoi sostenitori politici.
Quando gli Emirati Arabi Uniti si sono resi conto che il loro rappresentante stava per essere definitivamente sconfitto dalle Forze armate sudanesi, l'istituzione legittima incaricata di difendere la nazione, hanno intensificato la loro ingerenza, fornendo alla milizia armi strategiche avanzate.
Queste armi sono state utilizzate per colpire direttamente infrastrutture e servizi vitali in tutto il Sudan, compresi i recenti attacchi con droni contro depositi di carburante e gas, l'aeroporto e il porto di Port Sudan, centrali elettriche e hotel, mettendo a repentaglio la vita e le proprietà di milioni di civili e rappresentando una grave minaccia per la sicurezza regionale e internazionale, in particolare nella zona del Mar Rosso.
In risposta a questa aggressione continua, il Consiglio di Sicurezza e Difesa ha deliberato quanto segue:
• Gli Emirati Arabi Uniti sono dichiarati Stato ostile.
• Le relazioni diplomatiche con gli Emirati Arabi Uniti vengono interrotte.
• L'Ambasciata e il Consolato generale del Sudan saranno chiusi.
Ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che afferma il diritto intrinseco delle nazioni all'autodifesa, il Sudan si riserva il diritto di rispondere a questa aggressione con tutti i mezzi necessari per preservare la propria sovranità, l'integrità territoriale, proteggere i propri civili e garantire la continua fornitura di aiuti umanitari.
Il Consiglio ribadisce il suo pieno apprezzamento per la resilienza del popolo sudanese, delle Forze Armate, della polizia, dei servizi di sicurezza, delle forze congiunte e della resistenza popolare. La nazione sudanese è certa che lo Stato rimanga in grado di scoraggiare le aggressioni e salvaguardare la sicurezza nazionale.
Possa il Sudan rimanere orgoglioso, dignitoso, stabile e vittorioso.
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