Мир сегодня с "Юрий Подоляка"
Мир сегодня с "Юрий Подоляка"
Труха⚡️Україна
Труха⚡️Україна
Николаевский Ванёк
Николаевский Ванёк
Труха⚡️Україна
Труха⚡️Україна
Николаевский Ванёк
Николаевский Ванёк
Лёха в Short’ах Long’ует
Лёха в Short’ах Long’ует
The Delicate Sound of Pink Floyd avatar

The Delicate Sound of Pink Floyd

TGlist रेटिंग
0
0
प्रकारसार्वजनिक
सत्यापन
असत्यापित
विश्वसनीयता
अविश्वसनीय
स्थान
भाषाअन्य
चैनल निर्माण की तिथिSep 17, 2024
TGlist में जोड़ा गया
Feb 16, 2025

समूह "The Delicate Sound of Pink Floyd" में नवीनतम पोस्ट

YOUNG LUST 🔊

Young Lust, Earls Court The Wall, 1980
YOUNG LUST

Young Lust, dall’album The Wall del 1979 in origine era un brano strumentale registrato ai Britannia Row, caratterizzato da un ritmo preso in prestito dalla disco music allora in voga. Con una nuova veste ritmica, venne poi corredato di un testo provvisorio, decisamente più lungo del definitivo, cantato in parte da Gilmour e in parte da Waters.
Young Lust fu quindi nuovamente rielaborata per essere inserita meglio nello sviluppo della vicenda: la versione definitiva parla della deriva della rockstar Pink in un paese straniero alla ricerca di torbide frequentazioni con le groupies locali. La necessità di una “ragazzaccia” che lo faccia sentire un vero uomo è espressa con un linguaggio che pare voler nascondere la disperazione del protagonista, piegato da un matrimonio a pezzi, con una disinvoltura che in realtà è una triste maschera della sua fragilità e dell’incapacità di relazionarsi.
Il brano esplora territori hard rock come forse solo The Nile Song aveva osato, con la chitarra graffiante e parte ritmica tenace e decisa. La telefonata che occupa la seconda strofa allude ad un episodio ben preciso della vita dì Waters, anch’esso prestato alla vicenda di Pink: nel 1975 il bassista si trova col gruppo in tour negli Stati Uniti, quando chiamò al telefono la moglie Judith Trim a Londra e rispose un uomo. Protagonista involontaria della vicenda fu la centralinista che cercava di stabilire il contatto con il numero chiamato. Stupita dalla voce maschile e del fatto che per ben due volte l’apparecchio londinese fosse stato frettolosamente riagganciato, d’istinto diede a Waters la sua interpretazione dell’accaduto dicendo schiettamente che forse c’era qualcun’altro con sua moglie.
Nel film la telefonata fu fatta davvero per registrare la voce di un’autentica centralinista. Nella versione demo di The Wall fu invece un ignaro Mason l’interlocutore telefonico scelto da Waters.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
WHAT SHALL WE DO NOW? 🔊

Empty Spaces e What Shall We Do Now dal film The Wall con le animazioni straordinarie di Scarfe
WHAT SHALL WE DO NOW? 🔊
WHAT SHALL WE DO NOW?

Dall’album The Wall del 1979 il brano What Shall We Do Now? racconta che gli espedienti per lenire il dolore e il senso di isolamento legato all’abbandono sono secondo Waters futili ricerche della soddisfazione materiale. Brama di possesso, spesso indotta dalla società dei consumi, desideri e necessità creati artificiosamente e non coincidenti con le reali necessità del protagonista.
Nei disegni animati di Scarfe, ricchezza, sesso, gioco d’azzardo, oggetti di lusso e religione costituiscono ulteriori mattoni.
A Pink ormai manca solo un passo per completare il muro. Esclusa dal disco nelle ultime fasi di masterizzazione, la canzone fu utilizzata solo nel film Pink Floyd The Wall, in uno dei molti momenti in cui il lavoro grafico di Scarfe regala scene rimaste impresse nell’immaginario collettivo. Tastiere e sintetizzatori emergono con progressioni sinistre mentre un uomo e una donna sono raffigurati simbolicamente come due fiori che si attorcigliano in un sensuale gioco di seduzione, con l’elemento maschile che tende a dominare quello femminile per poi soccombere implacabilmente, in una lotta dilaniante tra figure grottesche.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
EMPTY SPACES 🔊
EMPTY SPACES

L’assenza del padre, la morsa del sistema scolastico e le vessazioni del maestro, il soffocante controllo della madre, la crescita adolescenziale turbata da paure ed insicurezze: sono i primi mattoni del giovane Pink. Con un salto temporale, la vicenda di Empty Spaces, dall’album The Wall del 1979, affronta il dramma della separazione coniugale, dell’incomunicabilità e del supplizio del tradimento.
Il protagonista è diventato una rockstar, circondata da un illusorio benessere economico, assuefatta alle pressioni dell’industria musicale e ad un’esistenza tormentata dal senso di vuoto e dalle difficoltà relazionali. È un’istantanea che pare provenire dritta dall’album dei ricordi di Roger Waters: la costante assenza da casa, la scoperta dell’adulterio della moglie, i brandelli di un matrimonio dispersi qua e là fra scali aeroportuali e anonime stanze d’albergo.
Apre la canzone l’annuncio di un volo in un terminal, e l’inquietante suono meccanico dei sintetizzatori riporta direttamente alla mente le atmosfere di Welcome To The Machine.
In realtà Empty Spaces sarebbe dovuto essere l’incipit di un brano più lungo intitolato What Shall We Do Now?, escluso all’ultimo minuto dalla facciata del primo LP di The Wall per problemi di durata. C’è un messaggio segreto nascosto fra i solchi, registrato al contrario da Waters al minuto 1:12 che dice “Complimenti,hai appena scoperto il messaggio segreto. Spedisci la tua risposta a Old Pink, presso Funny Farm, Chalfont“. Poi irrompe una voce “Roger c’è Carolyne al telefono” e Waters risponde “Ok”.
Funny Farm si riferisce ad un fantomatico ospedale psichiatrico, mentre l’Old Pink parrebbe essere Barrett o lo stesso bassista. Carolyne era la nuova moglie di Roger, dopo la fallimentare esperienza con Judy Trim, in parte svelata dallo stesso The Wall: la presenza di Carolyne contribuì sensibilmente a salvare l’artista dalla voragine dell’isolamento.
In un secondo messaggio, questa volta registrato linearmente al minuto 1:21, Waters annuncia la presenza della traccia nascosta: ”There’s a little secret message hidden. See if you understand”.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
ANY COLOUR YOU LIKE 🔊

Video tratto dal concerto dal vivo al Brighton Dome il 29 giugno 1972
ANY COLOUR YOU LIKE

Any Colour You Like dall’album The Dark Side Of The Moon del 1973 è un brano strumentale che riprende, movimentandone il ritmo, la sequenza di accordi di Breathe e contiene un duetto in stile scat (il titolo di lavorazione era infatti proprio Scat) fra la chitarra e la voce di David Gilmour.
L’effetto dello strumento suonato attraverso il Leslie ricorda da vicino ciò che aveva fatto Eric Clapton nel brano Badge dei Cream.
Any Colour You Like è una di quelle improvvisazioni tipicamente in stile floydiano, con il Synthi A orchestrato da Wright a dominare la scena: il tema conduttore si diffonde in varie combinazioni che sembrano provenire da ogni anfratto disponibile, sino all’ingresso della chitarra a scompaginare l’atmosfera. Il titolo del brano si ispirava ad una frase che risuonava spesso tra i membri della band, una classica uscita del road manager Chris Adamson. Abituato ad assolvere ai più disparati compiti, Adamson era solito rispondere alle richieste del gruppo col tormentone ”Any colour you like, they are all blue” (di qualsiasi colore ti piaccia c’è solo blu).
L’espressione faceva parte del gergo per imbonire le persone, per cui, metaforicamente Any Colour You Like offre una scelta che in realtà non c’è e prende spunto anche da un vecchio motivo pubblicitario coniato da Henry Ford in occasione del lancio della Ford T-Bird che diceva: ”Ogni acquirente può avere un auto del colore che preferisce, purché sia nera”. Infatti tra il 1915 e il 1925 la scelta dell’unico colore si era resa necessaria per sveltire il processo di produzione.
Any Colour You Like rappresenta anche l’ultimo credito di Mason in un disco dei Pink Floyd; la sua firma in un brano della band ricomparirà solo diciassette anni dopo nella colonna sonora del documentario La Carrera Panamericana, mai pubblicata su disco.
🔤🔤🔤🔤 🔤🔤🔤🔤🔤
MUDMEN 🔊

Mudmen è un brano tratto dal settimo album Obscured by Clouds, pubblicato il 2 giugno 1972.
MUDMEN

Dall’album del 1972 Obscured By Clouds che fu colonna sonora del film La Vallee’ , Mudmen è un brano che vede per la prima volta Gilmour e Wright comporre insieme; si dovranno aspettare ben ventidue anni per vedere le loro firme di nuovo unite in una canzone dei Pink Floyd.
Il tema strumentale, che richiama la sezione Morning Glory di Alan’s Psychedelic Breakfast e ripercorre le note di Burning Bridges, si ascolta nelle scene del film in cui i due protagonisti visitano lo sciamano del villaggio. Il titolo Mudmen, letteralmente “uomini di fango”, si riferisce all’abitudine dei Mapuga di coprirsi il corpo di terra e melma.
La batteria di Mason, caricata di effetto eco, è seguita con fermezza da colpi precisi di basso; pianoforte e tastiere sono udibili in due differenti canali stereo e anticipano uno dei migliori passaggi di organo Hammond mai registrati dal gruppo. La musica soave viene squarciata dalla chitarra, con successivi interventi slide e del sintetizzatore VCS3, un abbinamento che anticipa le sonorità che compariranno qualche tempo dopo sul finale di Any Colour You Like in The Dark Side Of The Moon.

रिकॉर्ड

20.02.202523:59
1K
सदस्य
02.10.202423:59
0
उद्धरण सूचकांक
30.11.202423:59
18K
प्रति पोस्ट औसत दृश्य
30.11.202423:59
8.6K
प्रति विज्ञापन पोस्ट औसत दृश्य
22.11.202423:59
18.93%
ER
11.02.202522:08
289.84%
ERR

The Delicate Sound of Pink Floyd के लोकप्रिय पोस्ट

BURNING BRIDGES 🔊

Burning Bridges è un brano tratto dal settimo album Obscured by Clouds, pubblicato il 2 giugno 1972.
BURNING BRIDGES

Dall’album Obscured By Clouds del 1972 la ballata Burning Bridges è passata alla storia come una delle tre sole collaborazioni targate Wright e Waters, con musica scritta dal tastierista e testi ormai stabilmente affidati alla sempre più feconda vena compositiva del bassista.
Evidenti richiami musicali rimandano alla Morning Glory della minisuite Alan’s Psychedelic Breakfast, mentre l’espressione “changing sides” torna in auge dopo il suo impiego di tre anni prima in Cymbaline. A livello vocale è splendida l’alternanza fra Gilmour e Wright, un collaudato duetto canoro che tinge di ulteriore delicatezza l’atmosfera sognante evocata dall’organo e dalla chitarra slide.
La splendida melodia realizzata dal tastierista venne poi ripresa sul finale del disco dal brano Mudmen, un’altra gemma strumentale fra i solchi della colonna sonora. Il cantato di Wright che si ascolta nella scena del film è differente da quello presente sul disco.
16.02.202521:55
MADEMOISELLE NOBS - LIVE POMPEI 🔊

David Gilmour suonava l'armonica invece di cantare e Roger Waters suonava una delle chitarre Stratocaster di Gilmour.
Una femmina di Borzoi (levriero russo) di nome Nobs, che apparteneva a Madona Bouglione (figlia del direttore del circo Joseph Bouglione), fu portata in studio per fornire un accompagnamento ululante.
SEAMUS 🔊

Seamus è un brano tratto dal sesto album Meddle, pubblicato il 30 ottobre 1971.
SEAMUS

Dall’album Meddle del 1971 il brano Seamus parla di storie di vita quotidiana e squarci di normalità domestica lontana anni luce dall’iconografia rock tradizionale. In questo senso la vicenda del cane Seamus diverte proprio per la sua superficialità: fu Steve Marriott, all’epoca cantante e chitarrista degli Humble Pie, a chiedere a Gilmour di occuparsi del suo fido amico a quattro zampe.
Giusto per il tempo di recarsi con la band negli States per il tour americano del gruppo. Era l’agosto del 1971 e David insieme alla fidanzata dell’epoca Jenny Roff accolsero le richieste di Marriott e ospitarono lo scodinzolante Seamus. In realtà non era la prima volta che a Seamus capitava di essere accudito dagli amici Pink Floyd: infatti è ritratto in una fotografia del 1969 in compagnia di Syd Barrett.
Il dog sitter Gilmour pensò di portarlo in studio durante le incisioni di Meddle e rivelò al gruppo che il fido animale aveva particolari doti canore. Il cane infatti reagiva agli acuti e ai suoni alti con guaiti e ululati, dando la divertente impressione di saper seguire la musica con una certa scioltezza. Coinvolgere Seamus in un brano del nuovo album parve a tutti un’idea davvero divertente.
Il brano è un semplice blues dotato di un testo poco pretenzioso; fra accordi e svisature di armonica a bocca si collocano i guaiti di Seamus, in un bizzarro esperimento che alla fine ebbe un risultato non eclatante. Del brano esiste un’unica versione live, rivisitata, registrata a Parigi nel dicembre 1971 nel corso delle sedute francesi che sarebbero confluite nel film Pink Floyd Live At Pompeii di Adrian Maben.
Sprovvisti dei contributi “canori”di Seamus, i Pink Floyd si affidarono all’ugola della dolcissima e splendida “Mademoiselle”Nobs, un levriero russo di proprietà di Madonna Bouglione, figlia del direttore circense Joseph Bouglione.
Seamus è stata pubblicata in Giappone come lato B del singolo One Of These Days. Le note della canzone e i relativi ululati risuonano anche al cinema: è stata infatti utilizzata nella colonna sonora del film di Tom Stoppard del 1990 Rosencrantz e Guildenstern sono morti.
MUDMEN 🔊

Mudmen è un brano tratto dal settimo album Obscured by Clouds, pubblicato il 2 giugno 1972.
MUDMEN

Dall’album del 1972 Obscured By Clouds che fu colonna sonora del film La Vallee’ , Mudmen è un brano che vede per la prima volta Gilmour e Wright comporre insieme; si dovranno aspettare ben ventidue anni per vedere le loro firme di nuovo unite in una canzone dei Pink Floyd.
Il tema strumentale, che richiama la sezione Morning Glory di Alan’s Psychedelic Breakfast e ripercorre le note di Burning Bridges, si ascolta nelle scene del film in cui i due protagonisti visitano lo sciamano del villaggio. Il titolo Mudmen, letteralmente “uomini di fango”, si riferisce all’abitudine dei Mapuga di coprirsi il corpo di terra e melma.
La batteria di Mason, caricata di effetto eco, è seguita con fermezza da colpi precisi di basso; pianoforte e tastiere sono udibili in due differenti canali stereo e anticipano uno dei migliori passaggi di organo Hammond mai registrati dal gruppo. La musica soave viene squarciata dalla chitarra, con successivi interventi slide e del sintetizzatore VCS3, un abbinamento che anticipa le sonorità che compariranno qualche tempo dopo sul finale di Any Colour You Like in The Dark Side Of The Moon.
SEE-SAW

Dall’album A Saucerful Of Secrets del 1968 il brano See-Saw fu registrato con il titolo provvisorio The Most Boring Song I’ve Ever Heard Bar Two (“la canzone più noiosa che abbia mai sentito a parte un altro paio”), una via di mezzo tra ironia autocritica relativa all’effetto soporifero del motivo e uno scherzo del produttore Norman Smith.
La canzone, opera di Richard Wright, nel tempo ha ricevuto svariate interpretazioni legate all’incesto, al sesso e al mondo delle droghe ma in realtà appare nuovamente un tentativo di regressione all’infanzia. Nel proposito di scrivere una canzone nello stile favolistico di Barrett, il tastierista si incagliò in una composizione in cui il tema della perdita dell’innocenza colorava il brano di tinte fosche.
All’inizio See-Saw allude ad una bambina che si diverte a giocare con il fratello sull’altalena. La spensieratezza di quei tempi viene offuscata nella vita adulta, con lei che vende tristissimi fiori di plastica per vivere e che evidentemente non ha più tempo per i giochi che riempivano la sua infanzia: ha un’altra vita, un altro uomo e il ricordo del fratello è sempre più lontano. Una chiave di lettura non confermata del brano è che la bambina, lanciando scherzosamente dei sassi verso il fratello, lo avesse colpito e lui fosse morto annegato nel fiume (il ritorno dell’up e del down del testo sembra un triste rimando all’altalena su cui i due fratelli giocavano con gioia); crescendo, il ricordo del fratello l’avrebbe perseguitata, e nemmeno la presenza del suo compagno sarebbe riuscita a colmare la dolorosa assenza che la tormentava.
Nonostante l’ispirazione principale di Wright fosse il jazz, in questa canzone sono molto più evidenti le analogie con i Beatles.
Fu anche il primo brano della discografia floydiana in cui fu usato il mellotron MKII (portato al successo mondiale proprio dai Beatles in Strawberry Fields Forever nel 1967), per ottenere l’effetto campionato dei violini.
UP THE KHYBER

Dalla colonna sonora del film More del 1969 il brano strumentale Up The Khyber è un’incursione in territori jazz, con Wright che trae ispirazione dalla musica di Cecil Taylor e dalle sue improvvisazioni al pianoforte. L’atmosfera del brano è del tutto simile alla sezione Syncopated Pandemonium della minisuite A Soucerful Of Secret: una strada per riciclare fruttuosamente alcuni temi del repertorio floydiano, con le improvvisazioni orientaleggianti di tastiera a dare un senso musicale all’album.
Al piano esasperato si contrappone Mason in un convinto duetto strumentale: è l’unica occasione in cui i due musicisti hanno firmato un brano in coppia in tutta la storia della band. La linea melodica è completata da un’indemoniata sovraincisione di organo Farfisa.
Nel film il protagonista Stefan ha appena scoperto che Estelle non aveva smesso di prendere eroina e la raggiunge in bagno nel tentativo di farla desistere, con la musica di Up The Khyber udibile a volume normale, che nel cambio d’ambiente passa in secondo piano.
Waters, dal banco di regia, impreziosisce l’opera con l’aggiunta di ulteriori suoni e riverberi, fra i quali emerge l’effetto di una bobina che si riavvolge. Questa porzione musicale veniva eseguita dai Pink Floyd nel 1969 all’interno della versione live di Interstellar Overdrive, come si può ascoltare nel bootleg Ummagamma Reels.
Durante alcuni concerti in cui la band eseguiva la suite The Man, la parte di percussioni di Up The Khyber veniva suonata da Mason nella sezione intitolata Doing It.
Il titolo del brano sembra aver un riferimento geografico:per la precisione al passo Khyber, che collega Kabul (Afghanistan) e Peshavar (Pakistan), famoso perché vi passava la storica Via della Seta e tristemente noto in tempi più recenti come corridoio di transito per la droga verso l’Europa. A onor di cronaca, il termine “Up The Khyber” si presta anche ad un’altra interpretazione, molto meno ricercata e in linea con certe boutades floydiane dell’epoca, derivante dal suo significato in slang: ”Su per il di dietro”.
13.02.202515:51
THE GRAND VIZIER'S GARDEN PARTY 🔊
13.02.202515:40
UP THE KHYBER 🔊
13.02.202515:04
SEE-SAW 🔊
THE GRAND VIZIER'S GARDEN PARTY

Nell’anno in cui entrò al settimo posto nel sondaggio di Beat Instrumental nella sezione batteristi, Nick Mason si prese il lusso di incidere un quarto di album (Ummagamma del 1969) utilizzando esclusivamente le percussioni. È l’esordio del musicista come autore, avvenuto soltanto al quarto LP ufficiale della band; nel corso di tutta la sua carriera all’interno dei Floyd firmerà da solo appena un’altro brano, Speak To Me in The Dark Side Of The Moon.
La canzone The Grand Vizier’s Garden Party si suddivide in tre parti. Nella prima, Entrance (1:00), l’inizio di 36 secondi scivola sulle delicate note di flauto della moglie di Mason, Lindy Rutter, che già aveva lavorato in More. Segue una decisa rullata di batteria prima che il brano si diriga in nebulosi territori sperimentali in cui le percussioni fluttuano fra saliscendi ritmici, inquietudini sonore, placidi momenti e fughe improvvise.
Nella seconda parte, Entertainment (7:06), Mason, affiancato alle percussioni da Norman Smith, utilizzò tutte le varianti e i corredi ritmici disponibili, dalle mazze al tom tom, dai piatti al gong. Furono sfruttate anche le diverse velocità dei nastri per ottenere suoni di diversa intensità, mentre la batteria puntellava ogni spazio libero disponibile. Il flauto di Lindy venne modificato elettronicamente, le vibrazioni degli strumenti amplificate con abili effetti.
Un vero e proprio caleidoscopio di forme e suggestioni ritmiche, un brano dominato dal gioco dei volumi e da un eccentrico quanto originale uso artistico del mixer, come fosse uno strumento aggiuntivo. L’ultimo minuto della sezione è dedicato ad un vero e proprio assolo di batteria, mentre il flauto torna protagonista in Exit, la terza ed ultima parte di questa minisuite (0:42): lo strumento fu registrato e sovrainciso più volte per creare l’effetto di un mini concerto. Per il titolo del brano Mason si affidò all’ispirazione del momento: gli venne in mente un articolo letto il giorno prima su un quotidiano inglese relativo ad un garden party tenuto dalla regina in stile ottomano. Da qui l’idea del Gran Visir, il primo ministro dell’impero turco.
PARANOID EYES 🔊

Paranoid Eyes - The Final Cut (1983)
HIGH HOPES ASSOLO 🔊

David Gilmour fa vibrare magicamente il Lap Steel in uno dei più entusiasmanti assoli della storia della musica.
Dal concerto Remember That Night al Royal Albert Hall di Londra, maggio 2006
अधिक कार्यक्षमता अनलॉक करने के लिए लॉगिन करें।