🔴 L'uso rivoluzionario delle parole
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Le terminologie e le parole non servono solamente per esprimersi con modalità diverse, ma rappresentano anche delle armi politiche a seconda di come le si utilizzano e a seconda di quali vengono scelte a detrimento di altre nell'ambito di un discorso o di uno scritto.
Si può scegliere genericamente ragazzo invece di "giovane magrebino", oppure si può fare riferimento all'età tralasciando l'identità etnica di chi commette dei reati: il minorenne, il ventitreenne ecc.
I mezzi di informazione o meglio di disinformazione di massa, anche quelli locali, ci hanno abituato da diversi anni ad omettere l'identità etnica di aggressori, stupratori, rapinatori, molestatori e questo perché l'80% di costoro non sono mai italiani, ma il Sistema dominante non vuole che si sappia troppo, cerca di nascondere la realtà, o quanto meno di edulcorarla sull'altare della loro "beneamata" (anche per interessi economici ben precisi) società multietnica e multiculturale.
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Possiamo vantarci soprattutto dopo le ultime manifestazioni cittadine di aver squarciato il velo conformista del politicamente corretto visto che adesso anche alcuni Media locali non potendo più fare finta di niente iniziano ad utilizzare termini che si avvicinano un po' di più alla realtà, come ad esempio "MARANZA".
Il cammino è ancora lungo, ma parlare chiaro senza farsi tanti inutili problemi di "forma" alla fine paga.
Non bisogna mai sottomettersi alla ridicola narrazione sinistra degli immigrazionisti di professione, perché questo serve solo a fare il loro sporco gioco.