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InsideOver

08.05.202518:15
Habemus Papam: chi è Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV
https://it.insideover.com/religioni/habemus-papam-chi-e-robert-francis-prevost-papa-leone-xiv.html
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Giubbe Rosse



06.05.202512:48
🇾🇪🇮🇱 YEMEN. INIZIATI GLI ATTACCHI ISRAELIANI ALL'AEROPORTO INTERNAZIONALE DI SANA'A
Si osserva fumo che si alza dall'aeroporto internazionale di Sana'a, nello Yemen occidentale controllato dagli Houthi, in seguito a più di una dozzina di attacchi aerei condotti dall'aeronautica militare israeliana negli ultimi minuti.
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Si osserva fumo che si alza dall'aeroporto internazionale di Sana'a, nello Yemen occidentale controllato dagli Houthi, in seguito a più di una dozzina di attacchi aerei condotti dall'aeronautica militare israeliana negli ultimi minuti.
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06.05.202508:53
Lucio Baccaro (Istituto Max Planck): “Mettere al bando Afd è controproducente, così la rabbia crescerà”
di Salvatore Cannavò
“In Germania l’insoddisfazione deve trovare risposte, quel partito ormai ha 10 milioni di elettori”
Lucio Baccaro è il direttore dell’Istituto Max Planck per la Ricerca Sociale di Colonia, un osservatore privilegiato della Germania e delle politiche economiche in Europa.
Cosa pensa della decisione dei Servizi segreti di definire “estremista” l’Afd?
Il rapporto dell’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione è il risultato di 3 anni di indagini ed è lungo 1100 pagine. Valuteremo gli argomenti e le prove raccolte quando il rapporto sarà reso pubblico. Mi sembra ci sia la volontà di utilizzarlo per mettere fuori gioco un concorrente scomodo.
Pensa che l’Afd costituisca un pericolo per la democrazia?
In questo momento, no. L’AfD è piuttosto un campanello di allarme per la democrazia dato che dà voce all’insoddisfazione di più di 10 milioni di elettori. Al momento è inoltre il primo partito nei sondaggi. Esprime, tra tante altre cose obiettabili, una critica condivisibile della cartellizzazione dei partiti tedeschi, e la proposta di rafforzare gli istituti di democrazia diretta. In prospettiva può divenire un pericolo per la democrazia se dovesse arrivare al potere, come è successo con altri partiti della stessa famiglia (Fidész di Orbán o il Partito Repubblicano di Trump). Ma per evitare questa deriva è necessario che gli altri partiti diano delle risposte concrete all’insoddisfazione. Mettere l’AfD fuori gioco per via legale mi sembra controproducente.
Il caso avviene in concomitanza con le elezioni romene. La difesa della democrazia con forme “antidemocratiche” può rovinare la democrazia stessa?
Esatto. Credo che il caso romeno rappresenti esattamente quel che si verificherebbe in Germania in caso di messa al bando del principale partito dell’opposizione. Invece di diminuire, i suoi consensi aumenterebbero. Non dimentichiamo che già in precedenza il BfV aveva dichiarato di estrema destra accertata alcune strutture locali del partito, ad esempio in Turingia. Ciò non ha impedito all’AfD di diventare il primo partito in Turingia e altrove.
La decisione sembra sia stata ispirata dalla ministra dell’Interno Faeser: che senso politico ha?
Se devo fare supposizioni, mi verrebbe da dire che la ministra, prossima a lasciare la scena, abbia voluto orientare la politica del prossimo governo.
Come vive questa discussione la società tedesca?
La situazione è fluida. I favorevoli al bando sono soprattutto tra i Verdi, una parte della Linke e anche della Spd. I partiti conservatori, Cdu e Csu, sono invece più scettici: si rendono conto che il bando potrebbe essere un autogol. Il successore designato della Faeser, Dobrindt, si è già dichiarato scettico sulla messa al bando. L’opinione pubblica è polarizzata, con il 48% favorevole al bando e il 37% contrario, ma questo riflette la forte ostilità nei confronti dell’AfD da parte dell’elettorato degli altri partiti.
C’è un problema in Europa in tema di contenimento dei movimenti estremisti? E quali sono le responsabilità della classe dirigente di Bruxelles?
Le élite europee mi sembrano in preda a un cupio dissolvi. Ricordano la massima di Brecht secondo cui quando il popolo vota male occorre sciogliere il popolo e sostituirlo con un altro. Quella di Brecht era un’amara ironia, loro lo fanno sul serio. Non ammettono di essere profondamente impopolari
Che risposte democratiche e progressiste servirebbero?
La crescita della destra populista è dovuta all’accumularsi di insoddisfazioni e insicurezze di natura economica. Gli anni della globalizzazione hanno visto un aumento massiccio delle diseguaglianze. I partiti mainstream comincino a dare risposte a questi problemi, se non vogliono essere travolti.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
di Salvatore Cannavò
“In Germania l’insoddisfazione deve trovare risposte, quel partito ormai ha 10 milioni di elettori”
Lucio Baccaro è il direttore dell’Istituto Max Planck per la Ricerca Sociale di Colonia, un osservatore privilegiato della Germania e delle politiche economiche in Europa.
Cosa pensa della decisione dei Servizi segreti di definire “estremista” l’Afd?
Il rapporto dell’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione è il risultato di 3 anni di indagini ed è lungo 1100 pagine. Valuteremo gli argomenti e le prove raccolte quando il rapporto sarà reso pubblico. Mi sembra ci sia la volontà di utilizzarlo per mettere fuori gioco un concorrente scomodo.
Pensa che l’Afd costituisca un pericolo per la democrazia?
In questo momento, no. L’AfD è piuttosto un campanello di allarme per la democrazia dato che dà voce all’insoddisfazione di più di 10 milioni di elettori. Al momento è inoltre il primo partito nei sondaggi. Esprime, tra tante altre cose obiettabili, una critica condivisibile della cartellizzazione dei partiti tedeschi, e la proposta di rafforzare gli istituti di democrazia diretta. In prospettiva può divenire un pericolo per la democrazia se dovesse arrivare al potere, come è successo con altri partiti della stessa famiglia (Fidész di Orbán o il Partito Repubblicano di Trump). Ma per evitare questa deriva è necessario che gli altri partiti diano delle risposte concrete all’insoddisfazione. Mettere l’AfD fuori gioco per via legale mi sembra controproducente.
Il caso avviene in concomitanza con le elezioni romene. La difesa della democrazia con forme “antidemocratiche” può rovinare la democrazia stessa?
Esatto. Credo che il caso romeno rappresenti esattamente quel che si verificherebbe in Germania in caso di messa al bando del principale partito dell’opposizione. Invece di diminuire, i suoi consensi aumenterebbero. Non dimentichiamo che già in precedenza il BfV aveva dichiarato di estrema destra accertata alcune strutture locali del partito, ad esempio in Turingia. Ciò non ha impedito all’AfD di diventare il primo partito in Turingia e altrove.
La decisione sembra sia stata ispirata dalla ministra dell’Interno Faeser: che senso politico ha?
Se devo fare supposizioni, mi verrebbe da dire che la ministra, prossima a lasciare la scena, abbia voluto orientare la politica del prossimo governo.
Come vive questa discussione la società tedesca?
La situazione è fluida. I favorevoli al bando sono soprattutto tra i Verdi, una parte della Linke e anche della Spd. I partiti conservatori, Cdu e Csu, sono invece più scettici: si rendono conto che il bando potrebbe essere un autogol. Il successore designato della Faeser, Dobrindt, si è già dichiarato scettico sulla messa al bando. L’opinione pubblica è polarizzata, con il 48% favorevole al bando e il 37% contrario, ma questo riflette la forte ostilità nei confronti dell’AfD da parte dell’elettorato degli altri partiti.
C’è un problema in Europa in tema di contenimento dei movimenti estremisti? E quali sono le responsabilità della classe dirigente di Bruxelles?
Le élite europee mi sembrano in preda a un cupio dissolvi. Ricordano la massima di Brecht secondo cui quando il popolo vota male occorre sciogliere il popolo e sostituirlo con un altro. Quella di Brecht era un’amara ironia, loro lo fanno sul serio. Non ammettono di essere profondamente impopolari
Che risposte democratiche e progressiste servirebbero?
La crescita della destra populista è dovuta all’accumularsi di insoddisfazioni e insicurezze di natura economica. Gli anni della globalizzazione hanno visto un aumento massiccio delle diseguaglianze. I partiti mainstream comincino a dare risposte a questi problemi, se non vogliono essere travolti.
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06.05.202506:48
Garanzie post-belliche Zelensky l’ha “fregato” più la Nato che Putin
di Alessandro Orsini
Trump non può fermare la guerra perché la Russia è giunta alla conclusione che i problemi con la Nato in Ucraina possano essere risolti soltanto con la forza. C’è stato soltanto un momento per fermare la guerra con un compromesso accettabile da ambo le parti: la primavera del 2022. Durante quei colloqui, Putin non chiedeva nemmeno un centimetro quadrato di territorio ucraino. Nella primavera 2022, Putin non voleva nemmeno un oblast. Tre anni dopo, Putin vuole i quattro oblast annessi il 30 settembre 2022. La prosecuzione della guerra ha danneggiato l’Ucraina.
Secondo la narrazione filo-americana, Zelensky abbandonò le trattative perché la Russia non gli concedeva nessuna garanzia di sicurezza. In realtà, Zelensky non ha mai avuto le garanzie che chiede per colpa dei Paesi Nato che temono di entrare in guerra con la Russia. Questo punto è decisivo e dev’essere chiarito. Zelensky chiede che, una volta fermata la guerra, Francia, Italia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti, si impegnino formalmente a bombardare i russi nel caso in cui la Russia torni ad attaccare l’Ucraina. Questi cinque Paesi hanno sempre respinto la richiesta di Zelensky perché non vogliono replicare il meccanismo di innesco della Seconda guerra mondiale terrorizzati dalle seimila testate nucleari di Putin. L’Ucraina non ha le garanzie di sicurezza per colpa di Putin? Non proprio. Zelensky è stato “fregato” dalla Nato.
C’è un’altra questione importantissima che dev’essere chiarita. Zelensky abbandonò le trattative della primavera 2022 perché si convinse che l’Ucraina avrebbe potuto sconfiggere la Russia. Questa è stata la ragione decisiva. Quali fatti indussero Zelensky all’ottimismo? Durante la primavera 2022, l’esercito russo era in difficoltà. Non perché fosse debole, come scrivevano Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Libero, Foglio e il Giornale, ma perché la Russia aveva invaso l’Ucraina con una potenza ridottissima rispetto al suo potenziale bellico. Ed ecco l’errore fatale: anziché capire che la Russia stava combattendo con le mani dietro la schiena, la Nato e i grandi media dissero che la Russia aveva invaso l’Ucraina con soli 180.000 soldati perché aveva un esercito di cartone. Misi in guardia da questo gravissimo errore di sottovalutazione, ma non fui creduto. Le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti. Trump è in ginocchio davanti a Putin e l’Ucraina è già smembrata. Zelensky ha dichiarato di non avere le forze per recuperare i territori perduti. Il 13 gennaio 2025, Mark Rutte ha dichiarato alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo: “La Russia produce in tre mesi ciò che la Nato produce in un anno da Ankara a Los Angeles”. Trump può fare soltanto due cose. La prima è riprendere ad armare l’Ucraina, abbracciando la strategia di Biden. La seconda è attendere il cedimento dell’esercito ucraino. Entrambe le decisioni sono rischiosissime. Quanto alla prima, l’invio di armi a Zelensky servirebbe soltanto a decuplicare i bombardamenti di Putin senza cambiare i rapporti di forza. E se Trump restasse a guardare? I pericoli non sarebbero minori. Davanti al cedimento dell’esercito ucraino, Inghilterra e Francia lasciano intendere che invierebbero i loro soldati. Trump si troverebbe scavalcato, in controllo di niente. Trump non sa che cosa fare. Deciderà in base agli eventi.
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di Alessandro Orsini
Trump non può fermare la guerra perché la Russia è giunta alla conclusione che i problemi con la Nato in Ucraina possano essere risolti soltanto con la forza. C’è stato soltanto un momento per fermare la guerra con un compromesso accettabile da ambo le parti: la primavera del 2022. Durante quei colloqui, Putin non chiedeva nemmeno un centimetro quadrato di territorio ucraino. Nella primavera 2022, Putin non voleva nemmeno un oblast. Tre anni dopo, Putin vuole i quattro oblast annessi il 30 settembre 2022. La prosecuzione della guerra ha danneggiato l’Ucraina.
Secondo la narrazione filo-americana, Zelensky abbandonò le trattative perché la Russia non gli concedeva nessuna garanzia di sicurezza. In realtà, Zelensky non ha mai avuto le garanzie che chiede per colpa dei Paesi Nato che temono di entrare in guerra con la Russia. Questo punto è decisivo e dev’essere chiarito. Zelensky chiede che, una volta fermata la guerra, Francia, Italia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti, si impegnino formalmente a bombardare i russi nel caso in cui la Russia torni ad attaccare l’Ucraina. Questi cinque Paesi hanno sempre respinto la richiesta di Zelensky perché non vogliono replicare il meccanismo di innesco della Seconda guerra mondiale terrorizzati dalle seimila testate nucleari di Putin. L’Ucraina non ha le garanzie di sicurezza per colpa di Putin? Non proprio. Zelensky è stato “fregato” dalla Nato.
C’è un’altra questione importantissima che dev’essere chiarita. Zelensky abbandonò le trattative della primavera 2022 perché si convinse che l’Ucraina avrebbe potuto sconfiggere la Russia. Questa è stata la ragione decisiva. Quali fatti indussero Zelensky all’ottimismo? Durante la primavera 2022, l’esercito russo era in difficoltà. Non perché fosse debole, come scrivevano Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Libero, Foglio e il Giornale, ma perché la Russia aveva invaso l’Ucraina con una potenza ridottissima rispetto al suo potenziale bellico. Ed ecco l’errore fatale: anziché capire che la Russia stava combattendo con le mani dietro la schiena, la Nato e i grandi media dissero che la Russia aveva invaso l’Ucraina con soli 180.000 soldati perché aveva un esercito di cartone. Misi in guardia da questo gravissimo errore di sottovalutazione, ma non fui creduto. Le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti. Trump è in ginocchio davanti a Putin e l’Ucraina è già smembrata. Zelensky ha dichiarato di non avere le forze per recuperare i territori perduti. Il 13 gennaio 2025, Mark Rutte ha dichiarato alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo: “La Russia produce in tre mesi ciò che la Nato produce in un anno da Ankara a Los Angeles”. Trump può fare soltanto due cose. La prima è riprendere ad armare l’Ucraina, abbracciando la strategia di Biden. La seconda è attendere il cedimento dell’esercito ucraino. Entrambe le decisioni sono rischiosissime. Quanto alla prima, l’invio di armi a Zelensky servirebbe soltanto a decuplicare i bombardamenti di Putin senza cambiare i rapporti di forza. E se Trump restasse a guardare? I pericoli non sarebbero minori. Davanti al cedimento dell’esercito ucraino, Inghilterra e Francia lasciano intendere che invierebbero i loro soldati. Trump si troverebbe scavalcato, in controllo di niente. Trump non sa che cosa fare. Deciderà in base agli eventi.
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Giubbe Rosse

06.05.202506:27
🇫🇷🇸🇾 LA FRANCIA OSPITERÀ AL SHARAA, IN OCCASIONE DELLA PRIMA VISITA EUROPEA DEL PRESIDENTE SIRIANO
Fonte: TRT Global
Al Sharaa verrà a parlarci della democrazia in Siria. ❤️
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Fonte: TRT Global
Il presidente francese Emmanuel Macron ospiterà l'omologo siriano Ahmed Alsharaa per la prima visita europea del leader siriano, ha detto la presidenza francese all'agenzia di stampa AFP.
Macron "ribadirà il sostegno della Francia alla costruzione di una nuova Siria, una Siria libera, stabile e sovrana che rispetti tutte le componenti della società siriana", ha detto la presidenza martedì.
Al Sharaa verrà a parlarci della democrazia in Siria. ❤️
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Giubbe Rosse

05.05.202518:17
🇮🇱🇵🇸 ISRAELE PREVEDE DI OCCUPARE E RADERE AL SUOLO TUTTA GAZA SE NON SI RAGGIUNGE UN ACCORDO ENTRO IL VIAGGIO DI TRUMP
Fonte: Barak Ravid, Axios
Trump, letteralmente, ha rinunciato a qualsiasi ruolo attivo su Gaza. Non solo non fa mediazione: ha dato il via libera a Netanyahu per fare ciò che vuole.
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Fonte: Barak Ravid, Axios
Israele ha fissato la visita del presidente Trump in Medio Oriente la prossima settimana come scadenza per un nuovo accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco e minaccia una massiccia operazione di terra qualora non si raggiunga un accordo, dicono i funzionari israeliani.
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato domenica sera un piano per rioccupare gradualmente tutta Gaza e tenerla a tempo indeterminato se non si raggiunge un accordo entro il 15 maggio. I piani per l'operazione prevedono che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) radano al suolo tutti gli edifici che rimangono in piedi e spostino praticamente l'intera popolazione di 2 milioni di persone in un'unica "area umanitaria".
L'alternativa alla permanenza nella zona umanitaria è che i palestinesi lascino l'enclave "volontariamente" per altri paesi "in linea con la visione del presidente Trump per Gaza", ha detto un funzionario israeliano.
Tali partenze difficilmente potranno essere considerate volontarie e nessun paese ha finora accettato di accettare i palestinesi sfollati. I funzionari israeliani affermano che sono in corso negoziati con diversi paesi su questo fronte.
Molti funzionari israeliani vedono questa operazione come un'opzione nucleare e preferirebbero di gran lunga un accordo nelle prossime due settimane.
Trump non sta attualmente svolgendo un ruolo attivo negli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco e ha effettivamente dato al primo ministro Benjamin Netanyahu il via libera per fare ciò che ritiene opportuno, dicono i funzionari israeliani.
Trump, letteralmente, ha rinunciato a qualsiasi ruolo attivo su Gaza. Non solo non fa mediazione: ha dato il via libera a Netanyahu per fare ciò che vuole.
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vietatoparlare

07.05.202512:33
📣 Caso #BYOBLU - Libertà d’informazione sotto attacco?
Byoblu ha intervistato – da remoto, senza compensi, senza violare alcuna legge italiana – il giornalista russo Soloviev. Ora è sotto accusa da parte dell’eurodeputata Pina Picierno, che ha chiesto alla Commissione Europea di valutare se ciò configuri una violazione delle sanzioni UE.
Ma porre domande è un crimine?
In un’Unione Europea che si definisce democratica, questa interrogazione parlamentare appare come un atto intimidatorio contro un'emittente indipendente che esercita il diritto-dovere di informare.
👉 La risposta di @byoblu è chiara: difendere il giornalismo libero significa difendere la democrazia.
Non si può sacrificare il pluralismo sull’altare della “correttezza politica”.
📝 Invito tutti a leggere e condividere l’appello aperto alla Commissione Europea:
🔗 https://www.youtube.com/watch?v=KlJHs7el1j0
Se un’intervista può essere ritenuta illegittima, qual è il prossimo passo?
Chiudere le redazioni non allineate? Zittire chi fa domande?
📌 Oggi, difendere Byoblu significa difendere il diritto di tutti noi a capire, a scegliere, a dissentire.
Facciamolo circolare.
mio post su X: https://x.com/vietatoparlare/status/1919846717651812444
Byoblu ha intervistato – da remoto, senza compensi, senza violare alcuna legge italiana – il giornalista russo Soloviev. Ora è sotto accusa da parte dell’eurodeputata Pina Picierno, che ha chiesto alla Commissione Europea di valutare se ciò configuri una violazione delle sanzioni UE.
Ma porre domande è un crimine?
In un’Unione Europea che si definisce democratica, questa interrogazione parlamentare appare come un atto intimidatorio contro un'emittente indipendente che esercita il diritto-dovere di informare.
👉 La risposta di @byoblu è chiara: difendere il giornalismo libero significa difendere la democrazia.
Non si può sacrificare il pluralismo sull’altare della “correttezza politica”.
📝 Invito tutti a leggere e condividere l’appello aperto alla Commissione Europea:
🔗 https://www.youtube.com/watch?v=KlJHs7el1j0
Se un’intervista può essere ritenuta illegittima, qual è il prossimo passo?
Chiudere le redazioni non allineate? Zittire chi fa domande?
📌 Oggi, difendere Byoblu significa difendere il diritto di tutti noi a capire, a scegliere, a dissentire.
Facciamolo circolare.
mio post su X: https://x.com/vietatoparlare/status/1919846717651812444
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Giubbe Rosse



06.05.202512:13
🇮🇱🇾🇪 ISRAELE EMETTE ORDINE DI EVACUAZIONE PER L'AEROPORTO INTERNAZIONALE DI SANA'A
Israele ha emesso ordini di sfollamento per la popolazione yemenita nei pressi dell'aeroporto internazionale di Sana'a in vista dei raid aerei. È la prima volta che Israele emette ordini simili per lo Yemen. Dopo essersi unito all'attacco guidato dagli Stati Uniti ieri sera, Israele ha confermato oggi la sua partecipazione.
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Israele ha emesso ordini di sfollamento per la popolazione yemenita nei pressi dell'aeroporto internazionale di Sana'a in vista dei raid aerei. È la prima volta che Israele emette ordini simili per lo Yemen. Dopo essersi unito all'attacco guidato dagli Stati Uniti ieri sera, Israele ha confermato oggi la sua partecipazione.
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06.05.202508:41
Mosab Abu Toha, poeta e scrittore palestinese, vince il Premio Pulitzer per i suoi saggi su Gaza scritti e pubblicati su The New Yorker, la prestiosa rivista statunitense.
Il premio, nella categoria Commenti, gli è stato insignito per una serie di scritti in cui racconta la realtà di Gaza durante l’occupazione israeliana. Lunedì 5 maggio la commissione del premio Pulitzer ha così commentato il suo riconoscimento: "I saggi di Toha descrivono la carneficina fisica ed emotiva di Gaza, combinando un reportage approfondito con l'intimità delle memorie per trasmettere l'esperienza palestinese di oltre un anno e mezzo di guerra con Israele"
Abu Toha è originario del campo profughi di al-Shati, nella Striscia di Gaza. È il fondatore della Edward Said Library, la prima biblioteca pubblica indipendente di Gaza, creata per offrire ai giovani accesso gratuito alla lettura e alla cultura in un contesto di assedio permanente.
#gazagenocide #pulitzer #MosabAbuToha
Il premio, nella categoria Commenti, gli è stato insignito per una serie di scritti in cui racconta la realtà di Gaza durante l’occupazione israeliana. Lunedì 5 maggio la commissione del premio Pulitzer ha così commentato il suo riconoscimento: "I saggi di Toha descrivono la carneficina fisica ed emotiva di Gaza, combinando un reportage approfondito con l'intimità delle memorie per trasmettere l'esperienza palestinese di oltre un anno e mezzo di guerra con Israele"
Abu Toha è originario del campo profughi di al-Shati, nella Striscia di Gaza. È il fondatore della Edward Said Library, la prima biblioteca pubblica indipendente di Gaza, creata per offrire ai giovani accesso gratuito alla lettura e alla cultura in un contesto di assedio permanente.
#gazagenocide #pulitzer #MosabAbuToha


06.05.202506:41
Netanyahu esce allo scoperto: occupare Gaza e non restituirla
di Fabio Scuto
L’annuncio. Il premier israeliano vara un piano di escalation. Il vertice dell’Idf non è d’accordo: “Ci mettete in pericolo”
Cinquanta giorni dopo aver fatto saltare una possibile tregua nella Striscia di Gaza il governo israeliano ha deciso di cambiare tattica. Sarà guerra, con migliaia di soldati a prendere il controllo prima del nord della Striscia per poi passare al centro e al sud. La nuova operazione di terra che prevede l’occupazione di Gaza include anche un piano per assumere il controllo della distribuzione degli aiuti, già respinto dai gruppi umanitari internazionali. Per 18 mesi Israele ha attaccato le roccaforti di Hamas e poi si è ritirato, consentendo ai miliziani di infiltrarsi nelle aree una volta ritirate le forze. Ora ha approvato una strategia che include il mantenimento del territorio per garantire che Hamas non si possa ricostruire. Israele ha costantemente aumentato la pressione su Hamas prima bloccando l’ingresso di tutti gli aiuti e beni commerciali, poi riprendendo i bombardamenti aerei che hanno portato le vittime palestinesi a oltre 52 mila e i feriti a oltre 120 mila.
“La guerra non è finita”, ha annunciato Netanyahu dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha approvato l’estensione dei combattimenti. “Condurremo questa operazione con un esercito unito e potente e soldati risoluti”. Secondo fonti, non prima della visita di Trump nel Golfo. Ma non è chiaro in che modo questi combattenti aggiuntivi modificheranno la dinamica di una guerra in cui centinaia di migliaia di soldati hanno massacrato i combattenti di Hamas, con i residenti di Gaza intrappolati nel mezzo, senza però riuscire a raggiungere gli obiettivi di distruggere il gruppo militante o liberare tutti gli ostaggi. E proprio il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ieri si è scagliato contro il premier e i suoi. L’espansione delle operazioni militari spegne la speranza di veder tornare vivi i 24 ostaggi israeliani – su 59 – che si presume siano ancora in vita, ribadisce anche l’Idf.
Ora il governo è pronto a espandere anche la sua offensiva terrestre, con l’obiettivo di rientrare nelle città di Gaza e costringere Hamas a sottomettersi alla richiesta di Israele di deporre definitivamente le armi. Un’opzione possibile ma poco realistica. Con i combattimenti fra le rovine l’Idf rischia di pagare un prezzo di vite molto alto con l’intensificazione di un conflitto mortale, con conseguenze sempre più gravi per i palestinesi e per gli ostaggi israeliani.
Nel piani di Netanyahu c’è il controllo diretto e la limitazione della distribuzione degli aiuti umanitari per 2 milioni di persone, un piano che le organizzazioni internazionali ritengono contrario ai principi umanitari, logisticamente inattuabile e potenzialmente pericoloso per i civili e il personale palestinese. Stando a quanto trapelato, Israele permetterebbe l’ingresso di circa 60 Tir al giorno di generi alimentari umanitari di base, un decimo di quelli che passavano fino alla tregua di marzo. Una volta dentro la Striscia, gli aiuti verrebbero inviati a grandi centri di raccolta sotto la protezione di contractor statunitensi, che dovrebbero garantire la sicurezza dentro e nei dintorni dei centri. Inizialmente gli hub dovrebbero essere sei, per poi essere aumentati a otto. In ogni caso, largamente insufficienti per 2 milioni di persone che dipendono del tutto dagli aiuti.
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di Fabio Scuto
L’annuncio. Il premier israeliano vara un piano di escalation. Il vertice dell’Idf non è d’accordo: “Ci mettete in pericolo”
Cinquanta giorni dopo aver fatto saltare una possibile tregua nella Striscia di Gaza il governo israeliano ha deciso di cambiare tattica. Sarà guerra, con migliaia di soldati a prendere il controllo prima del nord della Striscia per poi passare al centro e al sud. La nuova operazione di terra che prevede l’occupazione di Gaza include anche un piano per assumere il controllo della distribuzione degli aiuti, già respinto dai gruppi umanitari internazionali. Per 18 mesi Israele ha attaccato le roccaforti di Hamas e poi si è ritirato, consentendo ai miliziani di infiltrarsi nelle aree una volta ritirate le forze. Ora ha approvato una strategia che include il mantenimento del territorio per garantire che Hamas non si possa ricostruire. Israele ha costantemente aumentato la pressione su Hamas prima bloccando l’ingresso di tutti gli aiuti e beni commerciali, poi riprendendo i bombardamenti aerei che hanno portato le vittime palestinesi a oltre 52 mila e i feriti a oltre 120 mila.
“La guerra non è finita”, ha annunciato Netanyahu dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha approvato l’estensione dei combattimenti. “Condurremo questa operazione con un esercito unito e potente e soldati risoluti”. Secondo fonti, non prima della visita di Trump nel Golfo. Ma non è chiaro in che modo questi combattenti aggiuntivi modificheranno la dinamica di una guerra in cui centinaia di migliaia di soldati hanno massacrato i combattenti di Hamas, con i residenti di Gaza intrappolati nel mezzo, senza però riuscire a raggiungere gli obiettivi di distruggere il gruppo militante o liberare tutti gli ostaggi. E proprio il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ieri si è scagliato contro il premier e i suoi. L’espansione delle operazioni militari spegne la speranza di veder tornare vivi i 24 ostaggi israeliani – su 59 – che si presume siano ancora in vita, ribadisce anche l’Idf.
Ora il governo è pronto a espandere anche la sua offensiva terrestre, con l’obiettivo di rientrare nelle città di Gaza e costringere Hamas a sottomettersi alla richiesta di Israele di deporre definitivamente le armi. Un’opzione possibile ma poco realistica. Con i combattimenti fra le rovine l’Idf rischia di pagare un prezzo di vite molto alto con l’intensificazione di un conflitto mortale, con conseguenze sempre più gravi per i palestinesi e per gli ostaggi israeliani.
Nel piani di Netanyahu c’è il controllo diretto e la limitazione della distribuzione degli aiuti umanitari per 2 milioni di persone, un piano che le organizzazioni internazionali ritengono contrario ai principi umanitari, logisticamente inattuabile e potenzialmente pericoloso per i civili e il personale palestinese. Stando a quanto trapelato, Israele permetterebbe l’ingresso di circa 60 Tir al giorno di generi alimentari umanitari di base, un decimo di quelli che passavano fino alla tregua di marzo. Una volta dentro la Striscia, gli aiuti verrebbero inviati a grandi centri di raccolta sotto la protezione di contractor statunitensi, che dovrebbero garantire la sicurezza dentro e nei dintorni dei centri. Inizialmente gli hub dovrebbero essere sei, per poi essere aumentati a otto. In ogni caso, largamente insufficienti per 2 milioni di persone che dipendono del tutto dagli aiuti.
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06.05.202505:19
Gli auto-incaprettati
Di Marco Travaglio
L’“incaprettamento” è la sevizia mortale inflitta dalle mafie al traditore: cappio al collo e corda che lega mani e piedi dietro la schiena, così la vittima si strangola cercando di liberarsi. Ma è anche la geniale strategia dei vecchi partiti europei che, tentando di combattere le forze anti-sistema, si incaprettano da soli. Funziona così. I partiti sgovernano con politiche inique, classiste, antisociali e consociative. I cittadini li schifano e si rifugiano nell’astensione o in nuove forze che promettono di cambiare. I partiti, anziché fare autocritica e cambiare politica, insultano gli elettori per convincerli che sbagliano loro: ignoranti, scappati di casa, barbari, antipolitici, populisti, giustizialisti, sovranisti, estremisti, antieuropei, razzisti, fascisti, nazisti. E soprattutto putiniani: dietro ogni voto sbagliato c’è sempre Putin che lava il cervello a decine di milioni di persone a suon di hacker e fake news. Gli elettori, anziché scusarsi per aver sbagliato a votare, si rafforzano nell’idea che sbaglino i partiti: astenuti e anti-sistema crescono. E, quando hanno i numeri per governare, si escogitano mosse antidemocratiche per fermarli e “salvare la democrazia”.
In Italia si buttano giù con colpi di palazzo e ammucchiate “tecniche”: così la gente pensa che sono tutti uguali, che votare non serve e gli astenuti aumentano. In Francia il presidente di se stesso perde tutte le elezioni contro destra&sinistra e sforna governi centristi di minoranza guidati da carneadi senza voti che durano 2-3 mesi, per tirare a campare fino alle Presidenziali, ma ora forse le anticipa a prima del processo d’appello che potrebbe ridare l’eleggibilità alla favorita Le Pen. In Germania, Cdu&Spd si rimettono insieme, ma la destra Afd è contro il loro riarmo, che rischia di non passare: così lo fan votare dal Parlamento scaduto (sempre meglio della Von der Leyen, che il Parlamento lo salta a piè pari); l’Afd balza dal 20 al 26% in due mesi e s’inizia a discutere di metterla al bando perché i Servizi scoprono che è “estremista”. In Romania si annulla il primo turno delle Presidenziali vinto dal nazionalista Georgescu col 20%, per misteriose “interferenze” (Putin, o TikTok, o i rettiliani: è tutto segreto); poi lo si arresta e bandisce con accuse ancor più misteriose; così nel nuovo primo turno vince col 40% un nazionalista più estremista, Simion, e annuncia che Georgescu sarà il suo premier. Gli europeisti, anziché domandarsi perché la gente preferisca i peggiori mostri a loro, ripetono che “ha stato Putin”, sabotano i negoziati sull’Ucraina per non darla vinta a Putin e si riarmano contro Putin, impoverendo vieppiù i popoli europei che continuano a fuggire verso gli anti-sistema. È l’ultima fase dell’euro-autoincaprettamento: una prece.
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Di Marco Travaglio
L’“incaprettamento” è la sevizia mortale inflitta dalle mafie al traditore: cappio al collo e corda che lega mani e piedi dietro la schiena, così la vittima si strangola cercando di liberarsi. Ma è anche la geniale strategia dei vecchi partiti europei che, tentando di combattere le forze anti-sistema, si incaprettano da soli. Funziona così. I partiti sgovernano con politiche inique, classiste, antisociali e consociative. I cittadini li schifano e si rifugiano nell’astensione o in nuove forze che promettono di cambiare. I partiti, anziché fare autocritica e cambiare politica, insultano gli elettori per convincerli che sbagliano loro: ignoranti, scappati di casa, barbari, antipolitici, populisti, giustizialisti, sovranisti, estremisti, antieuropei, razzisti, fascisti, nazisti. E soprattutto putiniani: dietro ogni voto sbagliato c’è sempre Putin che lava il cervello a decine di milioni di persone a suon di hacker e fake news. Gli elettori, anziché scusarsi per aver sbagliato a votare, si rafforzano nell’idea che sbaglino i partiti: astenuti e anti-sistema crescono. E, quando hanno i numeri per governare, si escogitano mosse antidemocratiche per fermarli e “salvare la democrazia”.
In Italia si buttano giù con colpi di palazzo e ammucchiate “tecniche”: così la gente pensa che sono tutti uguali, che votare non serve e gli astenuti aumentano. In Francia il presidente di se stesso perde tutte le elezioni contro destra&sinistra e sforna governi centristi di minoranza guidati da carneadi senza voti che durano 2-3 mesi, per tirare a campare fino alle Presidenziali, ma ora forse le anticipa a prima del processo d’appello che potrebbe ridare l’eleggibilità alla favorita Le Pen. In Germania, Cdu&Spd si rimettono insieme, ma la destra Afd è contro il loro riarmo, che rischia di non passare: così lo fan votare dal Parlamento scaduto (sempre meglio della Von der Leyen, che il Parlamento lo salta a piè pari); l’Afd balza dal 20 al 26% in due mesi e s’inizia a discutere di metterla al bando perché i Servizi scoprono che è “estremista”. In Romania si annulla il primo turno delle Presidenziali vinto dal nazionalista Georgescu col 20%, per misteriose “interferenze” (Putin, o TikTok, o i rettiliani: è tutto segreto); poi lo si arresta e bandisce con accuse ancor più misteriose; così nel nuovo primo turno vince col 40% un nazionalista più estremista, Simion, e annuncia che Georgescu sarà il suo premier. Gli europeisti, anziché domandarsi perché la gente preferisca i peggiori mostri a loro, ripetono che “ha stato Putin”, sabotano i negoziati sull’Ucraina per non darla vinta a Putin e si riarmano contro Putin, impoverendo vieppiù i popoli europei che continuano a fuggire verso gli anti-sistema. È l’ultima fase dell’euro-autoincaprettamento: una prece.
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Fiore, canale pubblico.

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05.05.202513:30
AGGHIACCIANTE.
"Qualunque cosa tu sia è merito nostro, della nostra cultura".
Signore e Signori, ringraziate la turista israeliana per aver reso il sionismo nella sua essenza: fanatismo, suprematismo e razzismo, che furono radice del nazismo.
Taverna Santa Chiara, 3 Maggio 2025
"Qualunque cosa tu sia è merito nostro, della nostra cultura".
Signore e Signori, ringraziate la turista israeliana per aver reso il sionismo nella sua essenza: fanatismo, suprematismo e razzismo, che furono radice del nazismo.
Taverna Santa Chiara, 3 Maggio 2025
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Byoblu



07.05.202509:31
ANCHE BYOBLU NEL MIRINO DEL PICIERNOSAURO: PROCESSO ALLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE
Di Pino Cabras
L’interrogazione di Pina Picierno su Byoblu “non è solo infondata: è pericolosa. Perché tenta di far passare per illecito ciò che è legittimo, e di trasformare la libertà di stampa in un atto da giustificare, anziché da garantire”.
Di Pino Cabras
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/07/anche-byoblu-nel-mirino-del-piciernosauro-processo-alla-liberta-dinformazione/
Di Pino Cabras
L’interrogazione di Pina Picierno su Byoblu “non è solo infondata: è pericolosa. Perché tenta di far passare per illecito ciò che è legittimo, e di trasformare la libertà di stampa in un atto da giustificare, anziché da garantire”.
Di Pino Cabras
➡️ https://www.byoblu.com/2025/05/07/anche-byoblu-nel-mirino-del-piciernosauro-processo-alla-liberta-dinformazione/
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InsideOver



06.05.202512:04
La democratica Europa sta rinunciando alla democrazia? Negli ultimi tempi abbiamo visto cancellare il favorito alle elezioni presidenziali rumene (Georgescu) e la favorita in quelle francesi (Le Pen), mentre in Polonia il Governo rifiuta di riconoscere ld sentenze della Corte costituzionale e in Germania rischia di finire fuorilegge l’Afd, il secondo partito del Paese. Davvero va bene così? Davvero il parere degli elettori conta così poco? L’analisi di Marco Tarchi ci spiega molte cose.
https://it.insideover.com/politica/ieri-francia-e-romania-oggi-la-polonia-domani-leuropa-da-laddio-alla-democrazia.html
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Lettera da Mosca



06.05.202508:40
RUSSIA - L'esercito russo ha ricevuto nuovi lotti di carri armati T-90M e T-72B3M prodotti da Uralvagonzavod.
Negli ultimi tre anni sono state apportate circa 200 modifiche alla progettazione dei veicoli per aumentarne la potenza, la protezione e la mobilità. "I veicoli blindati sono dotati di sistemi di guerra elettronica per sopprimere i droni, di reti anti-droni FPV e di protezione rinforzata in gomma, installata sulla parte posteriore della torretta e nel vano motore-trasmissione", ha dichiarato l'ufficio stampa di Uralvagonzavod.
Negli ultimi tre anni sono state apportate circa 200 modifiche alla progettazione dei veicoli per aumentarne la potenza, la protezione e la mobilità. "I veicoli blindati sono dotati di sistemi di guerra elettronica per sopprimere i droni, di reti anti-droni FPV e di protezione rinforzata in gomma, installata sulla parte posteriore della torretta e nel vano motore-trasmissione", ha dichiarato l'ufficio stampa di Uralvagonzavod.
06.05.202506:36
L’Ue dice ancora sì al riarmo e ferma ogni dibattito su Bibi
di Wanda Marra
Il Parlamento europeo non vuole neanche parlare di Israele, ma per il piano del Commissario europeo Raffaele Fitto, che permette tra le altre cose di dirottare i Fondi di coesione anche sulla Difesa, dice sì alla procedura d’urgenza, con il voto ieri sera della Commissione Regi (Affari Regionali). La giornata fa registrare la spaccatura della maggioranza Ursula, con le destre che votano compatte sia su Israele sia sui Fondi di coesione e i Socialisti che votano con The Left.
Da inizio legislatura è la seconda volta che l’Eurocamera vota su Israele (la prima era stata il 17 luglio, per chiedere un dibattito: anche in quel caso disse di no) e ieri ha votato contro una doppia richiesta di dibattito. Ovvero, per inserire un dibattito sull’attacco alla nave Freedom Flotilla e uno sul piano israeliano di occupare la Striscia di Gaza. L’aula ha respinto con 164 sì e 256 no. Neanche l’annuncio di Benyamin Netanyahu di un attacco massiccio a Gaza ha convinto Strasburgo che fosse il momento quantomeno di affrontare l’argomento. Per dirla con la delegazione M5S: “Lo stesso Parlamento europeo che commemora Papa Francesco con belle parole, vieta di parlare dell’orrore che i cittadini palestinesi stanno vivendo a Gaza. Quanta ipocrisia”. Zingaretti, capo delegazione dem, denuncia: “Netanyahu va fermato. Bombardamenti continui, blocco aiuti umanitari: getta Israele verso il baratro e uccide palestinesi innocenti”. Ma a compattarsi sono stati Ppe, Ecr, Patrioti e Ecn. In Italia, il silenzio di Giorgia Meloni è in linea.
Una manciata di ore dopo tocca alla Commissione Regi riunirsi per votare sulla richiesta di affrontare la riforma dei Fondi di coesione con procedura d’urgenza. Il testo offre condizioni più favorevoli nei co-finanziamenti per gli investimenti nell’industria della difesa, ma anche per la competitività, la resilienza idrica e le politiche abitative. In aula, al momento del voto, c’è tutta la delegazione di Fratelli d’Italia, tanto per chiarire il significato politico della questione. E dire che Meloni si è più volte detta contraria alla possibilità di usare i Fondi per le armi. Fitto si è rifugiato nel concetto di “volontarietà”, eppure ci sono anche una serie di facilitazioni per chi decide di farlo. La seduta della Regi non dura più di dieci minuti. I Socialisti, con lo spagnolo Ros Sempere, cercano l’accordo: parlando della salvaguardia delle prerogative del Parlamento, offrono alle destre (e a Fitto) la possibilità di dare tempi certi per l’esame della riforma, pur di andare avanti con la procedura ordinaria. Non è abbastanza. Alla fine i sì sono 22, i no 14, gli astenuti 4. Dicono di sì Popolari, Ecr e Patrioti, dicono di no Socialisti, Verdi e The Left. Si astengono quelli di Renew che alla fine risultano determinanti per salvare Fitto. Insieme a Kabilov dei non iscritti e a Omarjee, francese di The Left, che rompe il fronte. Voti clamorosamente determinanti. “Passa la linea della destra e della commissione Von der Leyen che va avanti a colpi di procedure d’urgenza bypassando le prerogative e i poteri dell’unico organo elettivo europeo, il Parlamento”, denuncia Valentina Palmisano (M5S). Mentre l’europarlamentare dem, Lello Topo sottolinea: “Hanno rifiutato la mediazione. Evidentemente non si fidano del Parlamento”. Oggi Roberta Metsola, la Presidente dell’Eurocamera, annuncerà il voto di domani della plenaria per la procedura d’urgenza. Questo sì che entra nell’agenda, mentre per Israele l’ordine del giorno non si modifica.
Secondo l’articolo 52 del Regolamento, che prevede la procedura semplificata, il presidente della Commissione competente o il relatore del testo possono elaborare una serie di emendamenti. Ma in realtà, il relatore potrebbe proporre anche di procedere senza emendamenti. Insomma, le modifiche sono più teoriche che effettivamente possibili. Di fatto, l’Eurocamera ne esce fortemente ridimensionata. Ancora una volta.
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di Wanda Marra
Il Parlamento europeo non vuole neanche parlare di Israele, ma per il piano del Commissario europeo Raffaele Fitto, che permette tra le altre cose di dirottare i Fondi di coesione anche sulla Difesa, dice sì alla procedura d’urgenza, con il voto ieri sera della Commissione Regi (Affari Regionali). La giornata fa registrare la spaccatura della maggioranza Ursula, con le destre che votano compatte sia su Israele sia sui Fondi di coesione e i Socialisti che votano con The Left.
Da inizio legislatura è la seconda volta che l’Eurocamera vota su Israele (la prima era stata il 17 luglio, per chiedere un dibattito: anche in quel caso disse di no) e ieri ha votato contro una doppia richiesta di dibattito. Ovvero, per inserire un dibattito sull’attacco alla nave Freedom Flotilla e uno sul piano israeliano di occupare la Striscia di Gaza. L’aula ha respinto con 164 sì e 256 no. Neanche l’annuncio di Benyamin Netanyahu di un attacco massiccio a Gaza ha convinto Strasburgo che fosse il momento quantomeno di affrontare l’argomento. Per dirla con la delegazione M5S: “Lo stesso Parlamento europeo che commemora Papa Francesco con belle parole, vieta di parlare dell’orrore che i cittadini palestinesi stanno vivendo a Gaza. Quanta ipocrisia”. Zingaretti, capo delegazione dem, denuncia: “Netanyahu va fermato. Bombardamenti continui, blocco aiuti umanitari: getta Israele verso il baratro e uccide palestinesi innocenti”. Ma a compattarsi sono stati Ppe, Ecr, Patrioti e Ecn. In Italia, il silenzio di Giorgia Meloni è in linea.
Una manciata di ore dopo tocca alla Commissione Regi riunirsi per votare sulla richiesta di affrontare la riforma dei Fondi di coesione con procedura d’urgenza. Il testo offre condizioni più favorevoli nei co-finanziamenti per gli investimenti nell’industria della difesa, ma anche per la competitività, la resilienza idrica e le politiche abitative. In aula, al momento del voto, c’è tutta la delegazione di Fratelli d’Italia, tanto per chiarire il significato politico della questione. E dire che Meloni si è più volte detta contraria alla possibilità di usare i Fondi per le armi. Fitto si è rifugiato nel concetto di “volontarietà”, eppure ci sono anche una serie di facilitazioni per chi decide di farlo. La seduta della Regi non dura più di dieci minuti. I Socialisti, con lo spagnolo Ros Sempere, cercano l’accordo: parlando della salvaguardia delle prerogative del Parlamento, offrono alle destre (e a Fitto) la possibilità di dare tempi certi per l’esame della riforma, pur di andare avanti con la procedura ordinaria. Non è abbastanza. Alla fine i sì sono 22, i no 14, gli astenuti 4. Dicono di sì Popolari, Ecr e Patrioti, dicono di no Socialisti, Verdi e The Left. Si astengono quelli di Renew che alla fine risultano determinanti per salvare Fitto. Insieme a Kabilov dei non iscritti e a Omarjee, francese di The Left, che rompe il fronte. Voti clamorosamente determinanti. “Passa la linea della destra e della commissione Von der Leyen che va avanti a colpi di procedure d’urgenza bypassando le prerogative e i poteri dell’unico organo elettivo europeo, il Parlamento”, denuncia Valentina Palmisano (M5S). Mentre l’europarlamentare dem, Lello Topo sottolinea: “Hanno rifiutato la mediazione. Evidentemente non si fidano del Parlamento”. Oggi Roberta Metsola, la Presidente dell’Eurocamera, annuncerà il voto di domani della plenaria per la procedura d’urgenza. Questo sì che entra nell’agenda, mentre per Israele l’ordine del giorno non si modifica.
Secondo l’articolo 52 del Regolamento, che prevede la procedura semplificata, il presidente della Commissione competente o il relatore del testo possono elaborare una serie di emendamenti. Ma in realtà, il relatore potrebbe proporre anche di procedere senza emendamenti. Insomma, le modifiche sono più teoriche che effettivamente possibili. Di fatto, l’Eurocamera ne esce fortemente ridimensionata. Ancora una volta.
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Marco Cosentino

05.05.202513:30
RESILIENZA VACCINALE 🌺🌺🌺
Lo scorso 16 aprile, Nature ha pubblicato un imponente studio polacco che mostra come i vaccini covid a RNA una volta iniettati vadano incontro nell cellule in cui penetrano ad un processo di modificazione che ne prolunga indefinitamente l'azione. Il processo è mediato da un enzima noto come TENT5A che modifica l'RNA stabilizzandolo, e si verifica con maggiore intensità con Moderna rispetto a Pfizer. I meccanismi molecolari sono complessi e vengono descritti in dettaglio nello studio.
https://www.nature.com/articles/s41586-025-08842-1
Gli autori liquidano la questione commentando che i loro risultati aiuteranno a identificare le cellule in cui gli RNA vengono maggiormente espressi, nonché a modificare gli RNA terapeutici così che si comportino il più possibile secondo le attese e gli obiettivi per cui vengono predisposti.
In realtà, questi risultati hanno molte altre implicazioni. Ne cito solo due:
(i) l'enzima TENT5A presenta numerose varianti geniche, che ne determinano maggiore o minore espressione da un individuo all'altro. Questo potrebbe rappresentare uno dei principali e fin qui mai identificati fattori di variabilità nell'efficacia e nella sicurezza del vaccini a RNA tra individui. Fin qui pare che ci siamo dovuti affidare alla sorte e alle stelle sia per l'efficacia che soprattutto per la tollerabilità. La narrazione è che gli effetti tossici siano casuali e imprevedibili (e soprattutto rari), ma è evidente che esistono fattori che si possono identificare e sfruttare per evitare di esporre persone vulnerabili, e che molti di questi fattori sono genetici. Uno è probabilmente legato proprio0 a TENT5A.
(ii) l'enzima TENT5A non è molto studiato, ma un po' di ricerche ci sono che lo associano alla suscettibilità e al rischio per varie malattie, tra cui malattie infettive come la tubercolosi e anche neoplastiche come i tumori del polmone. C'è anche uno studio di una decina di anni fa che mostra come i livelli aumentati di questo enzima rendano le cellule di carcinoma ovarico resistenti alla chemioterapia.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35465837/
Il che, alla luce delle osservazioni dell'odierno studio polacco secondo cui i livelli di TENT5A aumentano in seguito a esposizione ai vaccini covid a RNA, suggeriscono indubbiamente qualche ulteriore studio da realizzare abbastanza rapidamente sempre che si trovi chi è attrezzato per farlo e soprattutto se la senta di intraprenderlo.
Lo scorso 16 aprile, Nature ha pubblicato un imponente studio polacco che mostra come i vaccini covid a RNA una volta iniettati vadano incontro nell cellule in cui penetrano ad un processo di modificazione che ne prolunga indefinitamente l'azione. Il processo è mediato da un enzima noto come TENT5A che modifica l'RNA stabilizzandolo, e si verifica con maggiore intensità con Moderna rispetto a Pfizer. I meccanismi molecolari sono complessi e vengono descritti in dettaglio nello studio.
https://www.nature.com/articles/s41586-025-08842-1
Gli autori liquidano la questione commentando che i loro risultati aiuteranno a identificare le cellule in cui gli RNA vengono maggiormente espressi, nonché a modificare gli RNA terapeutici così che si comportino il più possibile secondo le attese e gli obiettivi per cui vengono predisposti.
In realtà, questi risultati hanno molte altre implicazioni. Ne cito solo due:
(i) l'enzima TENT5A presenta numerose varianti geniche, che ne determinano maggiore o minore espressione da un individuo all'altro. Questo potrebbe rappresentare uno dei principali e fin qui mai identificati fattori di variabilità nell'efficacia e nella sicurezza del vaccini a RNA tra individui. Fin qui pare che ci siamo dovuti affidare alla sorte e alle stelle sia per l'efficacia che soprattutto per la tollerabilità. La narrazione è che gli effetti tossici siano casuali e imprevedibili (e soprattutto rari), ma è evidente che esistono fattori che si possono identificare e sfruttare per evitare di esporre persone vulnerabili, e che molti di questi fattori sono genetici. Uno è probabilmente legato proprio0 a TENT5A.
(ii) l'enzima TENT5A non è molto studiato, ma un po' di ricerche ci sono che lo associano alla suscettibilità e al rischio per varie malattie, tra cui malattie infettive come la tubercolosi e anche neoplastiche come i tumori del polmone. C'è anche uno studio di una decina di anni fa che mostra come i livelli aumentati di questo enzima rendano le cellule di carcinoma ovarico resistenti alla chemioterapia.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35465837/
Il che, alla luce delle osservazioni dell'odierno studio polacco secondo cui i livelli di TENT5A aumentano in seguito a esposizione ai vaccini covid a RNA, suggeriscono indubbiamente qualche ulteriore studio da realizzare abbastanza rapidamente sempre che si trovi chi è attrezzato per farlo e soprattutto se la senta di intraprenderlo.
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Giubbe Rosse



06.05.202519:12
🇸🇩🇦🇪 IL SUDAN DICHIARA UFFICIALMENTE GLI EMIRATI "STATO AGGRESSORE"
Dichiarazione del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale sudanese:
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Dichiarazione del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale sudanese:
Per oltre due anni, il mondo ha assistito al crimine di aggressione contro la sovranità del Sudan, l'integrità territoriale e la sicurezza del suo popolo, un'aggressione perpetrata dagli Emirati Arabi Uniti attraverso il loro rappresentante locale, la milizia ribelle terrorista nota come Rapid Support Forces (RSF), e i suoi sostenitori politici.
Quando gli Emirati Arabi Uniti si sono resi conto che il loro rappresentante stava per essere definitivamente sconfitto dalle Forze armate sudanesi, l'istituzione legittima incaricata di difendere la nazione, hanno intensificato la loro ingerenza, fornendo alla milizia armi strategiche avanzate.
Queste armi sono state utilizzate per colpire direttamente infrastrutture e servizi vitali in tutto il Sudan, compresi i recenti attacchi con droni contro depositi di carburante e gas, l'aeroporto e il porto di Port Sudan, centrali elettriche e hotel, mettendo a repentaglio la vita e le proprietà di milioni di civili e rappresentando una grave minaccia per la sicurezza regionale e internazionale, in particolare nella zona del Mar Rosso.
In risposta a questa aggressione continua, il Consiglio di Sicurezza e Difesa ha deliberato quanto segue:
• Gli Emirati Arabi Uniti sono dichiarati Stato ostile.
• Le relazioni diplomatiche con gli Emirati Arabi Uniti vengono interrotte.
• L'Ambasciata e il Consolato generale del Sudan saranno chiusi.
Ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che afferma il diritto intrinseco delle nazioni all'autodifesa, il Sudan si riserva il diritto di rispondere a questa aggressione con tutti i mezzi necessari per preservare la propria sovranità, l'integrità territoriale, proteggere i propri civili e garantire la continua fornitura di aiuti umanitari.
Il Consiglio ribadisce il suo pieno apprezzamento per la resilienza del popolo sudanese, delle Forze Armate, della polizia, dei servizi di sicurezza, delle forze congiunte e della resistenza popolare. La nazione sudanese è certa che lo Stato rimanga in grado di scoraggiare le aggressioni e salvaguardare la sicurezza nazionale.
Possa il Sudan rimanere orgoglioso, dignitoso, stabile e vittorioso.
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Russian Tour



06.05.202511:49
Secondo me ha stato Putin...
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Fiore, canale pubblico.

06.05.202508:39
Israele ieri ha approvato all'unanimità il piano di completa pulizia etnica dei palestinesi a Gaza.
Israele prevede di conquistare militarmente il 90% del territorio della striscia e rinchiudere l’intera popolazione nel restante 10%, dentro una piccolissima area al confine con l’Egitto.
Due milioni e duecentomila persone verranno deportate a forza, a tempo indeterminato, in un’area di 45 chilometri quadrati, stiamo parlando di c.a. cinquantamila persone per chilometro quadrato, una persona ogni 20 mt quadrati, uno spazio 5 metri per 4.
È la stessa identica cosa che fecero i nazisti con gli ebrei nel ghetto di Varsavia.
La gente palestinese che si ribellerà, verrà convinta dietro una raffica di mitra AK47. Dentro la striscia di Gaza non ci sono più nemmeno gli osservatori dell'ONU cacciati anch'essi con violenza inaudita, nell'area in cui si prevedono di deportare oltre 2 milioni di esseri umani in maggioranza bambini, donne, persone fragili, non c’è nulla di nulla, niente acqua potabile, niente servizi igienici, niente elettricità, niente ospedali, niente scuole, il nulla assoluto.
Per questi reclusi, dopo 500 giorni di bombardamenti e massacri, adesso in attesa di essere etnicamente spazzati via, a discrezione dell'esercito israeliano è previsto solo un pacco alimentare, col minimo di calorie appena necessarie per sopravvivere, il pacco verrà consegnato solo dietro riconoscimento facciale.
Le razioni prevedono solo cibo secco o conservato, senza nulla di fresco.
Gli assassini genocidari concederanno in tutto solo sessanta camion di merci al giorno, contro i seicento che prima del genocidio erano considerati dall'ONU il minimo indispensabile.
Il tutto per una popolazione che conta il 30% di bambini con malnutrizione acuta, con diversi casi di malattie, con feriti, con invalidi, persone fragili, percentuale destinata a salire ulteriormente perchè Israele ha comunque deciso di continuare il blocco totale del cibo fino a quando vorrà.
I vari ministri del governo Netanyahu parlano apertamente di conquista definitiva di Gaza, vuol dire che da questa “zona umanitaria” i palestinesi potranno uscire solo da morti oppure rinunciando per sempre alla loro terra…
ammesso sempre ci sia qualche paese disposto ad accoglierli, con tutto il gigantesco carico di problemi che Israele ha impresso indelebilmente nelle vite di questi milioni di persone.
Rivolto agli ipocriti benpensanti, che finora non si sono voluti schierare, a coloro che si indignavano piccati, sostenendo che ciò che succedeva a Gaza non si poteva definire genocidio, a tutti coloro che parlavano di diritto di Israele alla difesa, a coloro che ancora ora solidarizzano con gli arroganti provocatori sionisti, che adesso vengono pure in Italia e anche in altri paesi, a portare la stessa identica arroganza, la stessa mentalità violenta, dispotica, e di sopraffazione, che hanno usato contro il popolo palestinese per 80 anni.
Questo era dall'inizio il piano di pulizia etnica e genocidio previsto per il popolo palestinese.
Luca Cellini
Israele prevede di conquistare militarmente il 90% del territorio della striscia e rinchiudere l’intera popolazione nel restante 10%, dentro una piccolissima area al confine con l’Egitto.
Due milioni e duecentomila persone verranno deportate a forza, a tempo indeterminato, in un’area di 45 chilometri quadrati, stiamo parlando di c.a. cinquantamila persone per chilometro quadrato, una persona ogni 20 mt quadrati, uno spazio 5 metri per 4.
È la stessa identica cosa che fecero i nazisti con gli ebrei nel ghetto di Varsavia.
La gente palestinese che si ribellerà, verrà convinta dietro una raffica di mitra AK47. Dentro la striscia di Gaza non ci sono più nemmeno gli osservatori dell'ONU cacciati anch'essi con violenza inaudita, nell'area in cui si prevedono di deportare oltre 2 milioni di esseri umani in maggioranza bambini, donne, persone fragili, non c’è nulla di nulla, niente acqua potabile, niente servizi igienici, niente elettricità, niente ospedali, niente scuole, il nulla assoluto.
Per questi reclusi, dopo 500 giorni di bombardamenti e massacri, adesso in attesa di essere etnicamente spazzati via, a discrezione dell'esercito israeliano è previsto solo un pacco alimentare, col minimo di calorie appena necessarie per sopravvivere, il pacco verrà consegnato solo dietro riconoscimento facciale.
Le razioni prevedono solo cibo secco o conservato, senza nulla di fresco.
Gli assassini genocidari concederanno in tutto solo sessanta camion di merci al giorno, contro i seicento che prima del genocidio erano considerati dall'ONU il minimo indispensabile.
Il tutto per una popolazione che conta il 30% di bambini con malnutrizione acuta, con diversi casi di malattie, con feriti, con invalidi, persone fragili, percentuale destinata a salire ulteriormente perchè Israele ha comunque deciso di continuare il blocco totale del cibo fino a quando vorrà.
I vari ministri del governo Netanyahu parlano apertamente di conquista definitiva di Gaza, vuol dire che da questa “zona umanitaria” i palestinesi potranno uscire solo da morti oppure rinunciando per sempre alla loro terra…
ammesso sempre ci sia qualche paese disposto ad accoglierli, con tutto il gigantesco carico di problemi che Israele ha impresso indelebilmente nelle vite di questi milioni di persone.
Rivolto agli ipocriti benpensanti, che finora non si sono voluti schierare, a coloro che si indignavano piccati, sostenendo che ciò che succedeva a Gaza non si poteva definire genocidio, a tutti coloro che parlavano di diritto di Israele alla difesa, a coloro che ancora ora solidarizzano con gli arroganti provocatori sionisti, che adesso vengono pure in Italia e anche in altri paesi, a portare la stessa identica arroganza, la stessa mentalità violenta, dispotica, e di sopraffazione, che hanno usato contro il popolo palestinese per 80 anni.
Questo era dall'inizio il piano di pulizia etnica e genocidio previsto per il popolo palestinese.
Luca Cellini
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06.05.202506:29
Nella serata di lunedì 5 maggio (ora italiana) Israele ha bombardato lo Yemen con oltre 30 attacchi simultanei in poche ore. Decine di attacchi aerei sono stati registrati a postazioni Houthi a Hodeida e Bajil, in risposta al lancio di un missile che ha colpito l’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv il 4 maggio senza provocare morti (solo 2 feriti lievi).
Il bilancio invece dei bombardamenti israeliani in Yemen è di almeno 2 morti e oltre 40 feriti yemeniti.
L’attacco arriva poche ore dopo che gli Houthi aveva ribadito l’impegno contro Israele in sostegno del genocidio a Gaza.
Gli Houthi hanno promesso nuovi attacchi verso Israele, affermando che continueranno a colpire finché non terminerà l’offensiva su Gaza.
Gli attacchi in Yemen sono iniziati a marzo 2025, quando gli Stati Uniti, in sostegno di Israele, hanno dato il via a operazioni militari contro lo Yemen, lanciando oltre 800 attacchi aerei e navali in poche settimane.
#Israele #Yemen #Houthi #Gaza
Il bilancio invece dei bombardamenti israeliani in Yemen è di almeno 2 morti e oltre 40 feriti yemeniti.
L’attacco arriva poche ore dopo che gli Houthi aveva ribadito l’impegno contro Israele in sostegno del genocidio a Gaza.
Gli Houthi hanno promesso nuovi attacchi verso Israele, affermando che continueranno a colpire finché non terminerà l’offensiva su Gaza.
Gli attacchi in Yemen sono iniziati a marzo 2025, quando gli Stati Uniti, in sostegno di Israele, hanno dato il via a operazioni militari contro lo Yemen, lanciando oltre 800 attacchi aerei e navali in poche settimane.
#Israele #Yemen #Houthi #Gaza
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Fiore, canale pubblico.



05.05.202518:18
Aiuti umanitari a partire dal "trasferimento della popolazione" palestinese.
Pulizia etnica o fame.
A Gaza non entrano aiuti umanitari da due mesi.
Pulizia etnica o fame.
A Gaza non entrano aiuti umanitari da due mesi.
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Russian Tour





05.05.202511:52
Per il Fuffa Post, come sempre la Russia è prossima al fallimento e il perfido dittatore Putin non potrebbe fare peggio per la propria popolazione.
Peró servono 800 miliardi per difendersi dalla Russia (che dopo l'Ucraina punta ad arrivare fino a Lisbona), che nel frattempo sono diventati 650 e restano un lontano obiettivo per la florida economia europea.
📱 Russian Tour
🌐 Russiantour.com
Peró servono 800 miliardi per difendersi dalla Russia (che dopo l'Ucraina punta ad arrivare fino a Lisbona), che nel frattempo sono diventati 650 e restano un lontano obiettivo per la florida economia europea.
📱 Russian Tour
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