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Suprematismo rosa, misandria, maschicidio
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DALLE GIOVANI MARMOTTE AL PICCOLO CORO DELLA NATO
Pensavamo di avere visto di tutto, invece ora sappiamo che esistono pure i “Piccoli giornalisti della Nato”. L’imbarazzante quanto raccapricciante spettacolo è andato in onda ieri in occasione della riunione dei ministri degli Esteri della NATO a Bruxelles.
In fondo è il grande sogno dei banditi al potere di quasi tutti i paesi: avere dei benevoli e ubbidienti minorati come giornalisti che chiedano solo di “battere il cinque” e fare grasse risate di contorno.
In ogni caso, visto l’infimo livello attuale dei giornalisti, c’è veramente il rischio che i bambini possano fare domande più intelligenti…
Annalena Baerbock, ministra degli esteri dal 2021, dei Verdi, ultracovidiota e antitrumpiana di ferro, continua la sua criminale politica guerrafondaia parlando di pace e futuro dei bambini, ma preparando la guerra, in modo da abituarli al nuovo linguaggio orwelliano.
Che è lo stesso del futuro Primo ministro tedesco Friedrich Merz, avvocato, antitrumpiano, cattolico, milionario, proprietario di due aerei che pilota da solo, già presidente del Consiglio di sorveglianza di BlackRock in Germania, che possiede una robusta quota di Rheinmetall, grande produttore di armi tedesche.
Pensavamo di avere visto di tutto, invece ora sappiamo che esistono pure i “Piccoli giornalisti della Nato”. L’imbarazzante quanto raccapricciante spettacolo è andato in onda ieri in occasione della riunione dei ministri degli Esteri della NATO a Bruxelles.
In fondo è il grande sogno dei banditi al potere di quasi tutti i paesi: avere dei benevoli e ubbidienti minorati come giornalisti che chiedano solo di “battere il cinque” e fare grasse risate di contorno.
In ogni caso, visto l’infimo livello attuale dei giornalisti, c’è veramente il rischio che i bambini possano fare domande più intelligenti…
Annalena Baerbock, ministra degli esteri dal 2021, dei Verdi, ultracovidiota e antitrumpiana di ferro, continua la sua criminale politica guerrafondaia parlando di pace e futuro dei bambini, ma preparando la guerra, in modo da abituarli al nuovo linguaggio orwelliano.
Che è lo stesso del futuro Primo ministro tedesco Friedrich Merz, avvocato, antitrumpiano, cattolico, milionario, proprietario di due aerei che pilota da solo, già presidente del Consiglio di sorveglianza di BlackRock in Germania, che possiede una robusta quota di Rheinmetall, grande produttore di armi tedesche.
01.04.202516:01
DONNE GUERRIERE SULLA PELLE DEGLI UOMINI
Cinquanta anni di nazi-femminismo e suprematismo rosa hanno partorito le donne-mostro ben descritte in questo video de “La fionda”, nel quale per la verità mancano Giorgia Meloni, Mette Frederiksen (Danimarca), Jacinda Ardern (Nuova Zelanda), Julia Gillard (Australia), Melinda Gates e Hillary Clinton (USA) e tante altre, alcune delle quali si sono distinte per un particolare sadismo durante la farsa pandemica.
Le giuste battaglie per l’uguaglianza di diritti tra uomo e donna a partire dalla metà dell’ottocento (suffragio universale) e poi dagli inizi del novecento, lasciarono presto il posto ad un delirio di onnipotenza al femminile da far accapponare la pelle.
Per decenni si è propalata la teoria, sessista al contrario, che la donna è più sensibile, più capace, più intelligente dell’uomo; si è insistito sugli uguali diritti delle donne e non sugli uguali doveri; si è data l’immagine di una donna sempre vittima, sempre innocente e sempre scusabile; l’uguaglianza predicata è stata sempre a senso unico e non contemplava l’uguaglianza nelle cose sgradevoli, tipo lavori di fatica o la leva obbligatoria.
La donna è stata rinchiusa in una gigantesca riserva culturale protetta, un immenso ghetto sociale dove magnificare le mirabili gesta femminili: donne artiste, donne scienziate, donne ribelli, donne politiche; il cinema delle donne, la letteratura delle donne, la salute delle donne, il lavoro delle donne, il potere delle donne; mostre fotografiche al femminile, rassegne cinematografiche al femminile, ecc.
Ovviamente non si celebra mai un corrispettivo al maschile, non si fanno ad esempio rassegne sul “cinema degli uomini”. Per non parlare poi delle recenti e micidiali conquiste “colorate”: quote rosa, telefono rosa, panchine rosa, codice rosso e il recentissimo "reato di femminicidio". Il risultato non poteva essere che quello, devastante, che vediamo oggi.
Cinquanta anni di nazi-femminismo e suprematismo rosa hanno partorito le donne-mostro ben descritte in questo video de “La fionda”, nel quale per la verità mancano Giorgia Meloni, Mette Frederiksen (Danimarca), Jacinda Ardern (Nuova Zelanda), Julia Gillard (Australia), Melinda Gates e Hillary Clinton (USA) e tante altre, alcune delle quali si sono distinte per un particolare sadismo durante la farsa pandemica.
Le giuste battaglie per l’uguaglianza di diritti tra uomo e donna a partire dalla metà dell’ottocento (suffragio universale) e poi dagli inizi del novecento, lasciarono presto il posto ad un delirio di onnipotenza al femminile da far accapponare la pelle.
Per decenni si è propalata la teoria, sessista al contrario, che la donna è più sensibile, più capace, più intelligente dell’uomo; si è insistito sugli uguali diritti delle donne e non sugli uguali doveri; si è data l’immagine di una donna sempre vittima, sempre innocente e sempre scusabile; l’uguaglianza predicata è stata sempre a senso unico e non contemplava l’uguaglianza nelle cose sgradevoli, tipo lavori di fatica o la leva obbligatoria.
La donna è stata rinchiusa in una gigantesca riserva culturale protetta, un immenso ghetto sociale dove magnificare le mirabili gesta femminili: donne artiste, donne scienziate, donne ribelli, donne politiche; il cinema delle donne, la letteratura delle donne, la salute delle donne, il lavoro delle donne, il potere delle donne; mostre fotografiche al femminile, rassegne cinematografiche al femminile, ecc.
Ovviamente non si celebra mai un corrispettivo al maschile, non si fanno ad esempio rassegne sul “cinema degli uomini”. Per non parlare poi delle recenti e micidiali conquiste “colorate”: quote rosa, telefono rosa, panchine rosa, codice rosso e il recentissimo "reato di femminicidio". Il risultato non poteva essere che quello, devastante, che vediamo oggi.
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