La Lituania havietato all’aereo del Presidente serbo Aleksandar Vučić di sorvolare il proprio spazio aereo mentre era diretto in Russia per partecipare alle celebrazioni del 9 maggio, data in cui si commemora la vittoria sul nazismo.
Anche le autorità lettoni hanno adottato una misura analoga. Lo stesso divieto è stato imposto all’aereo del Primo Ministro slovacco Robert Fico, sempre dal lato lituano.
È inaccettabile impedire a due leader europei di rendere omaggio a chi ha sacrificato quasi 30 milioni di vite nella lotta contro il nazifascismo. Questa è una vicenda di una gravità inaudita, che meriterebbe una presa di posizione netta e urgente da parte dell’Unione Europea e di tutti i suoi Stati membri.
Non si può restare in silenzio davanti a un simile affronto alla memoria storica e al rispetto istituzionale.
Ottoliner, forse guardando i titoli dei giornalacci italici, o ascoltando le vaccate dei tg e della radio, non avete ancora avuto occasione di realizzarlo
ma oggi L’IMPERO HA RACCATTATO UNA DOPPIA FIGURA DI MERDA DI DIMENSIONI STORICHE, dalla quale probabilmente non si riprenderà più
Da un lato, l’umiliazione definitiva dei bamboccioni europei, che vengono ignorati sia dagli amici che dai nemici, e devono assistere impotenti alla capitolazione
Putin incassa il sostegno di Trump per colloqui diretti e senza precondizioni, Zelensky è costretto a fare carta straccia dei suoi deliranti divieti a negoziare con la controparte e ad annunciare che si recherà personalmente a Istanbul
I più scalmanati inscenano addirittura una fake news di Macron intento a imboscare maldestro della bamba. Mammagari. Uscire di scena e dedicarsi alla troka e ai festini sarebbe senz’altro la cosa più dignitosa che potrebbero fare questi poveri scappati di casa
Ma se Bruxelles piange, Washington non se la passa certo meglio
Scott Bessent si ricopre di ridicolo annunciando grandi risultati per gli USA nella trattativa con la Cina di questo week end in Svizzera, quando evidentemente in realtà si tratta dell’ennesima disfatta, con gli USA costretti a ritirare unilateralmente la dichiarazione di Guerra Commerciale nei confronti di Pechino, senza aver ottenuto sostanzialmente niente in cambio
Sono due conseguenza dirette di quanto avvenuto nei giorni scorsi, quando in occasione delle celebrazioni del 9 maggio Mosca e Pechino hanno mandato un segnale chiaro a tutto il pianeta: l’ascesa di un Nuovo Ordine Multipolare è inarrestabile, e la leadership congiunta dei due colossi eurasiatici più salda e determinata che mai
Per festeggiare questa giornata epica, che sancisce ancora una volta la totale impotenza di entrambe le fazioni dell’imperialismo occidentalista, Ottolina ha deciso di tirare fuori l’artiglieria pesante
e poi, sempre in diretta, alle 21 per parlare del negoziato USA Cina insieme al nostro Francesco Maringiò e a Michele Geraci (già sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico nel Governo Conte I, e protagonista delle trattative per l’adesione dell’Italia al Memorandum sulla Via della Seta) ( https://ottolinatv.it/2025/05/12/trump-umiliato-da-pechino-sospende-la-guerra-commerciale/ )
e non abbiamo ancora finito
perchè nel frattempo la nostra Francesca Patella ha pubblicato su Ottosofia il primo dei suoi straordinari documentari sullo smantellamento della sanità pubblica in Italia
PASSO DOPO PASSO, STIAMO COSTRUENDO DAVVERO UN MEDIA CHE DA’ VOCE AL 99%
ED E’ SOLO L’INIZIO
08.05.202521:17
Cari ottoliner, gaudio magno: HABEMUS FRANCESCA ALBANESE, Oggi alle 21:00 metti via lo streaming, disdici la call con il cugino analfoliberale, apri internet e vai su OttolinaTv. Perché? Va in onda l'intervista più amata da tutti gli amici del popolo palestinese e del Sud Globale.
🎙 Giuliano e Gabriele hanno intervistato la mitica Francesca Albanese (relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati). La nostra eroina che senza peli sulla lingua ci ha spiegato come funziona il sionismo, il progetto coloniale israeliano e come riconoscere un genocidio. Una puntata che farà tremare gli ultimi rimasugli di colonialismo nel mondo.
Ricordate "All Eyes on Rafah", bè la nostra impressione è che troppi occhi si siano distolti, oggi rimettiamoli ben saldi sulla Palestina.
🔴 Ore 21.00. Solo su OttolinaTv. Dillo anche agli amici, condividi questo post: diamo un segnale chiaro contro il genocidio.
Anche oggi la mancanza di coraggio della nostra classe dirigente (italiana ed europea) ci spinge a dire ancora una volta e sempre più forte: #TuttiACasa.
Ottoliner buondì, oggi un pippone succulento del Marrucci. Pranzate sereni e digerite, perchè nel pomeriggio, alle 18.30 si parla di COME DEI CACCIA LOW COST CINESI hanno umiliato la NATO.
Da Trump che fa i suoi ormai annunci trionfanti contro gli Houthi per poi essere smentito dai fatti, dal Pakistan che schiera "le riserve" dei caccia low cost cinesi, avendo la meglio
all'Ucraina e le figure di merda che abbiamo già raccontato più e più volte...
anche sul piano militare, l'egenomia dell'imperialismo a guida USA, sembra oggettivamente essere arrivata al capolinea.
Ma per saperne di più appuntamento alle 18.30 sul nostro sito
'Ci sono decenni in cui NON ACCADE NULLA. E poi settimane in cui ACCADONO DECENNI'
E le due settimane passate, appartengono a questa categoria
Con il bilaterale sinorusso dell’8 Maggio, e la gigantesca prova di forza delle celebrazioni della Giornata della Vittoria del 9, sono stati definitivamente derubricati i sogni bagnati dell’internazionale trumpiana di un sorta di “Reverse Kissinger”: un Kissinger al contrario, in grado di cooptare la Russia di Putin nel campo del nuovo nazionalismo occidentalista a guida trumpiana, e usarla come una clava contro l’avversario sistemico cinese
Il tentativo di utilizzare come arma del ricatto la locomotiva dei consumi USA per disaccoppiare il resto del Sud Globale da Pechino ha preso un ulteriore sberla subito il giorno dopo, quando a sbarcare nel cuore del dragone sono stati i principali rappresentanti del Celac, la Comunità dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi
A partire da Lula, che ha definito la partnership tra Cina e Brasile, “indistruttibile”
“insieme, faremo in modo che il Sud del mondo sia rispettato come mai prima”, ha dichiarato
L’incredibile prova di forza del Sud Globale, nelle stesse ore, risuonava tra le strade di Ginevra, dove il braccio destro di Soros che il capitale finanziario ha eletto a badante in capo di Donald Trump, Scott Bessent, concedeva un accordo a Pechino che, secondo l’Economist, risultava “sorprendentemente vantaggioso”
“fino a pochi giorni fa, sarebbe sembrato impossibile”, ha commentato il Wall Street Journal
Anche perchè Zio Donaldo l’aveva detto esplicitamente: un accordo ragionevole potrebbero essere tariffe dell’80%
Hanno portato a casa un misero 30%. E hanno avuto anche il coraggio di chiamarla VITTORIA
Per provare a millantare un’altra vittoria allora Trump è partito con il suo tour delle petromonarchie
Effettivamente, ha incassato impegni triliardari
Ma più che per Trump, è stato un trionfo per quello che molti consideravano il più acerrimo dei suoi nemici. L’icona per eccellenza delle élite globaliste: Mister Black Rock, al secolo Larry Fink
Sarà lui a gestire il fiume di petrodollari che continueranno a fluire verso gli USA per tenere in vita con l’ossigeno debito pubblico e bolla speculativa
Un ulteriore rafforzamento della posizione monopolistica di quei megafondi che hanno già imposto a Trump una ritirata rovinosa, e di abbandonare ogni velleità di Make America Great Again dichiarando unilateralmente la Guerra Commerciale Mondiale
Ed ecco così che dopo 100 giorni di caos, gli USA tentano disperatamente di tornare al business as usual
Quel business as usual che negli ultimi anni ha comportato l’inesorabile declino dell’impero e l’inarrestabile ascesa del Nuovo Ordine Multipolare
Cari imperialisti, fatevene una ragione: è GAME OVER
Pane al pane: il presidente russo Vladimir Putin definisce IDIOTI i Paesi europei, che imponendo alla Russia sanzioni nel tentativo di danneggiarla, danneggiano loro stessi.
Mentre il caso mediatico infiamma la stampa italiana, Mosca e Washington vanno avanti con le trattative per l'incontro di Istanbul. Zelensky ha annunciato la sua partecipazione, si attende la risposta di Putin.
Potrebbe partecipare anche Trump che nel frattempo ha concluso la visita in Arabia Saudita un accordo da 600 miliardi di dollari in investimenti negli Stati Uniti e vola in Siria per un incontro con l'"ex tagliagole" al Golani, acclamato nel club degli amici della democrazia, dopo il cambio di nome e un'accurata pulizia della barba.
I volenterosi, intanto, restano alla finestra, implorando un cenno dalla Casa Bianca....
Parleremo di tutte queste belle cose al nostro NonTG che, come avrete intuito, oggi sarà condotto dalla nostra stronza preferita, la Clara.
’UE è il problema e non la soluzione. L’alternativa del governo del 99% In questi anni l’Unione Europea ha rappresentato la speranza degli estremisti del mercato e il falso obiettivo degli insulti dei finto sovranisti, che una volta arrivati al governo sono diventati i migliori amici delle oligarchie europee. Le classi popolari italiane sanno bene cosa significhi l’Ue: la più grande istituzione sovranazionale che mette al centro il mercato, l’austerità e la tecnocrazia cancellando democrazia e diritti sociali! Più delle parole contano i fatti, grazie all’Ue e alle sue politiche l’Europa e gli stati europei hanno perso capacità industriale e impoverito le proprie classi medie e popolari. Eppure, oggi più che mai ci spiegano che l’Europa non è il problema ma la soluzione. Riempire di armi l’Ue, ricostruire un grande esercito tedesco e favorire un maggiore sviluppo del mercato Europeo sarebbero le strade per diventare finalmente autonomi strategicamente e capaci di giocare un ruolo importante nel mondo! Almeno così ci raccontano… Grazie a Mimmo Porcaro e Alessandro Volpi vedremo come questa Ue continua ad essere il problema e non la soluzione, che le sue politiche continuano ad essere uno dei principali problemi del declino della nostra industria, dell’impoverimento delle classi sociali e della subalternità al padrone Americano. Ma #Italia2027 non nasce solo per fare l’elenco delle cose che non vanno ma per capire qui ed ora, nonostante la forza delle oligarchie belliciste che ci governano, cosa fare politicamente per cambiare l’Europa partendo dal nostro punto di vista nazionale. Perché anche quando tutto sembra perduto c’è sempre la possibilità della politica intesa come azione popolare e collettiva per redistribuire il potere dall’alto verso il basso. Per questo servono idee, coraggio e organizzazione! E allora vedremo come un governo italiano che voglia rappresentare gli interessi del 99% della società possa scontrarsi con l’Ue, creare una strategie per superare i suoi limiti e provare a cambiare l’Europa delle oligarchie finanziarie e dell’austerità senza fare la fine della Grecia.
Merz: “Costruiremo l’Esercito più potente d’Europa”
Draghi: “Via gli ostacoli alla ‘concorrenza’ perfronteggiare Trump.”
Cari ottoliner, con i negoziati di Istanbul in corso e con l’Europacompletamente umiliata e tagliata fuori, le ricette delle nostre elite per “tornarea contare” (leggi più profitti e poltrone per le oligarchie che le appoggiano)sono sempre più inquietanti
e ieri è stata una giornata particolarmente poco allegra pertutti i sinceri democratici e pacifisti europei.
Al Bundestag il neocancelliere ha detto che la Germaniagrazie agli investimenti nell’esercito tornerà “quella di un tempo” (sic), paroleper di più condite da quelle del ministro della difesa Pistorius che haannunciato in pompa magna il possibile ritorno della leva militare obbligatoria.
Nel frattempo dal Portogallo, l’unto dai mercati Mario Draghiin compagnia del nostro amato Presidente Mattarella 😊,è tornato a fare la ramanzina all’umanità e a svelare le sue solite odiose ricetteper la “rinascita Europea”:
colossi finanziari che si sostituiscono agli Stati per i serviziessenziali, abbattimento delle politiche green per attirare nuovi capitali, e soprattuttoSTATI UNITI D’EUROPA.
“Stiamo costruendo il più potente esercito d’Europa”
Ha dichiarato mercoledì il cancelliere tedesco Friedrich Merz al Bundestag parlando dello storico riarmo tedesco
E ha aggiunto
“La Germania è il paese più popoloso ed economicamente importante del continente, e da adesso in poi si assumerà la responsabilità della sua difesa attraverso tutte le risorse finanziarie necessarie”.
Dopo Merz, ha preso parola il ministro della difesa Borsi Pistorius, aprendo alla possibilità di reintrodurre la leva obbligatoria qualora i giovani tedeschi non si arruolassero volontariamente, e con lo scopo di raggiungere almeno i 203 mila effettivi prefissati per il 2030.
"Abbiamo concordato che inizialmente faremo affidamento sul volontariato” ha affermato Pistorius. “E lo dico con chiarezza e onestà: l’accento è anche su 'inizialmente', nel caso in cui non riuscissimo a reclutare abbastanza volontari."
Non solo.
Perché a poche ore di distanza anche il il ministro degli esteri Johann Wadephul è tornato sull’argomento durante il summit della NATO ad Antalya, in Turchia, dichiarando il proprio sostegno alla richiesta di Trump di aumentare le spese militari dei paesi NATO fino al 5 per cento del PIL.
"Condividiamo la valutazione di Trump: è una necessità", ha affermato
Precisando che si potrebbe considerare sufficiente una spesa del 3,5% del PIL per la difesa tradizionale, aggiungendo un 1,5% destinato a infrastrutture ad uso militare.
Insomma, il governo Merz sta davvero concretizzando il proprio piano di riarmo da 1000 miliardi in 5 anni, e dando seguito a quella forzatura istituzionale che scavalcando l’attuale parlamento gli aveva permesso di modificare l’articolo della Costituzione che impediva alla Germania di fare nuovo debito
Il problema però, che per creare il più importante potente esercito europeo i soldi non bastano
e a causa dei sottoinvestimenti degli ultimi decenni e di una delle culture meno militariste d'Europa, potrebbe essere più facile a dirsi, che a farsi.
Per quanto possa sembrare incredibile, forse a questo giro Paul Krugman c’aveva azzeccato: se siete sconcertati dal livello di rincoglionimento di Rimbambiden, forse non avete mai sentito per intero un discorso di Donald Trump
Ecco come le oligarchie alla fine hanno deciso di affiancargli una badante. Si chiama Scott Bessent, è stato per decenni il braccio destro di George Soros, e così a occhio, da qualche tempo a questa parte, è diventato il presidente de facto degli USA
Trump fa un po’ di teatrino a favore di telecamere, e poi a rimettere le cose a posto per gli interessi della finanza USA ci pensa lui
Esattamente come nelle trattative sui dazi con la Cina: Trump aveva scritto che tariffe all’80% sarebbero state un compromesso accettabile. “Ora sta a Bessent”, aveva scritto. Che però ha deciso di ridurle al 10
Con l’amministrazione di fatto di Bessent, gli USA sembrano così tornare al Business as Usual. Peccato che negli ultimi 15 anni il business as usual ha comportato il declino irreversibile della centralità dell’imperialismo guidato da Washington
D’altronde, le ultime settimane hanno dimostrato che i margini di manovra sono ristretti
Se continuare a rimanere fedeli al vecchio paradigma globalista e iperfinanziarizzato comporta un declino relativo, cercare di sfuggire a quel paradigma comporta l’esplosione di quella Bolla che continua ad essere la principale fonte di ricchezza delle oligarchie USA
Una condizione di impotenza, che difficilmente permetterà di trovare le risorse per spaventare ancora l’asse tra Mosca e Pechino che è stato suggellato per l’ennesima volta lo scorso 8 e 9 maggio, tra Giornata della Vittoria e la bellezza di 20 accordi bilaterali su tutto lo scibile umano
Buonasera Ottoliner, Questa sera OttolinaTv e Multipopolare hanno inviato tre ninja (🥷Gabriele, 🥷Cecilia e 🥷 Elena) all'iniziativa di Disarma a Spin Time di Roma. Tanti gli interventi da Pasquale Tridico alla nostra adorata Elena Basile fino a Monica Di Sisto. Questo è l'ennesima tappa dopo la combo 29 marzo/5 aprile per continuare a costruire un enorme movimento per la pace e di riscossa (multi)popolare. Iniziative plurali come questa servono a continuare a dire che vogliamo impegnarci per mandarli #tuttiacasa, come ha detto Elena Basile: "Non è il momento di aggrapparsi alle nostre identità. Dobbiamo unirci per mandare a casa queste élite".
🙌 La convention dura tre giorni, come Ottolina e Multipopolare saremo presenti ogni giorno con una staffetta interna.
Di che si parla? Guerra, Cina, clima, Palestina, rapporti Sud-Nord e de "L'ennesima cattiva idea di Mario Draghi" come l'ha chiamata Monica Di Sisto. A sera si è connessa anche l'eroina del diritto internazionale Francesca Albanese.
😇 Una banda di amazzoni per la pace e un'economia a misura d'uomo.
Ma la giornata non finisce mica qui, i nostri Gabriele Germani e Federico Greco hanno intervistato Marc Innaro (ex corrispondente RAI a Mosca): una delle voci più indipendenti e razionali del nostro paese. Potete vedere il video alle 21:00, solo su OttolinaTv a questo link: https://ottolinatv.it/2025/05/09/dalla-russia-al-medio-oriente-ue-vuole-la-guerra/ e chi non lo guarda è una splendida idea del sogno di mezza estate di Mario Draghi
16.05.202512:59
OLTRE CENTOMILA MILIARDI DI DOLLARI.
È questa la cifra record a cui ammonta il debito pubblico globale secondo l’ultimo rapporto FMI.
Un numero enorme, difficile persino da afferrare, visto che per dare l’idea si tratta di oltre trenta volte il debito pubblico italiano.
Eppure ogni volta che un economista va contro l’austerità, si solleva un vespaio incredibile, mentre la contrazione di nuovi debiti europei per le armi e l’ingrossarsi a dismisura debito globale passano sotto silenziosa approvazione da parte dei media dominanti.
Che questo sistema, in cui debiti piccoli e grandi diventano asset con enormi rendimenti e zero vantaggi per l’economia reale, sia totalmente fuori di testa, è cosa nota.
E allora perché, se la storia umana ci illustra il fallimento di ogni politica di austerità e la totale impossibilità di ripagare alcun debito, siamo ancora tanto cocciuti da credere che tutti i debiti vadano saldati?
Quali sono le motivazioni più profonde e ancestrali che, dagli albori della civiltà, ci convincono della necessaria bontà dei debiti?
CARI OTTOLINER, l’“amicizia senza limiti” tra gli sconfitti della guerra NATO-RUSSIA si fa sempre più salda, e tanto il regime Kiev, quanto le istituzioni europee, si stanno a tutti gli effetti preparando ad una nuova futura offensiva allo scopo far dimenticare la storica umiliazione subita. E mentre Bruxelles (dopo aver “a lungo pianto Papa Francesco”) si prepara al 17esmo pacchetto di sanzioni contro la Russia come se nulla fosse successo in questi 3 anni, ieri uomini del complesso militare-industriale ucraino ed europeo si sono incontrati per la seconda volta “per progettare una stretta integrazione delle rispettive industrie della difesa”, ha dichiarato il commissario europeo alla difesa KUBILIUS. Ma non solo. Mentre le nostre “elitè” sembrano non sapere che i servizi sociali di buona parte del vecchio continente cadono letteralmente a pezzi, sanno invece benissimo che oggi non può esistere economia di guerra senza una finanza di guerra: e così nei piani di difesa continentale un nuovo spazio è destinato alle banche e agli strumenti di investimento, con un ruolo fondamentale assegnato alla Banca europea deli investimenti (Bei), che dal 2025 avrà per statuto mano libera di finanziare tutto ciò che riguarda il riarmo e la militarizzazione dell’Europa. Si stanno davvero preparando alla prossima guerra, “READINESS 2030”. Ne parliamo alle 13:30 al nostro NONTG. Guardalo sul nostro sito, qui: https://ottolinatv.it/2025/05/13/ue-e-kiev-progettano-un-esercito-comune-dopo-la-tregua-pronta-un-altra-guerra/
Ko'proq funksiyalarni ochish uchun tizimga kiring.
la gigantesca macchina propagandistica dell’industria militare occidentale è stata messa letteralmente in ginocchio
in 2 giorni
il 6 maggio Trump annunciava trionfante di aver imposto una “capitolazione” agli Houthi
secondo foreign policy, a capitolare sarebbe stato lui
gli Houthi non si sarebbero mossi di un millimetro
dopo un mese e mezzo di bombardamenti indiscriminati con l’ausilio del meglio del meglio della tecnologia USA, e 2 miliardi di soldi dei contribuenti bruciati, i combattenti in ciabatte più temuti del medio oriente avrebbero costretto l’impero a battere in ritirata
e a pesare non sarebbero stati solo i 9 reaper da 30 milioni l’uno abbattuti, o i due caccia caduti in mare dalle portaerei USA
ci sarebbe qualcosa di più
secondo il new york times, nonostante l’antiaerea rudimentale, gli Houthi sarebbero andati vicini a cogliere in pieno alcuni f16 e addirittura un f35: il caccia più evoluto al mondo
per venderlo viene spacciato come invisibile anche ai sistemi più sofisticati. figurati a dei guerriglieri coi sandali
la peggior pubblicità possibile immaginabile
poche ore dopo 70 caccia delle forze aeree indiane si alzano in volo per infliggere una punizione esemplare al nemico pakistano
tra i 70 caccia c’erano anche alcuni Mirage e dei Rafale, che l’India si stima abbia pagato circa 100 milioni l’uno
il Pakistan ha risposto con una cinquantina scarsi di caccia
avrebbe potuto impiegare la sua flotta di f16
ha deciso di ripiegare sui caccia low cost dei cinesi
venivano considerati inaffidabili, e sono costati meno della metà del corrispettivo francese
ma a quanto pare, hanno avuto la meglio
in Ucraina le armi fine di mondo partorite dalla superiorità tecnologica occidentale, non hanno fatto un figurone
ma quella era una guerra d’attrito. roba da trogloditi ma quando si tratta del dominio dei cieli, mettetevi l’anima in pace
non c’è partita
lo dicono i depliant
e i think tank sponsorizzati da Lockheed e Raytheon
Ottoliner buondì, oggi un pippone succulento del Marrucci. Pranzate sereni e digerite, perchè nel pomeriggio, alle 18.30 si parla di COME DEI CACCIA LOW COST CINESI hanno umiliato la NATO.
Da Trump che fa i suoi ormai annunci trionfanti contro gli Houthi per poi essere smentito dai fatti, dal Pakistan che schiera "le riserve" dei caccia low cost cinesi, avendo la meglio
all'Ucraina e le figure di merda che abbiamo già raccontato più e più volte...
anche sul piano militare, l'egenomia dell'imperialismo a guida USA, sembra oggettivamente essere arrivata al capolinea.
Ma per saperne di più appuntamento alle 18.30 sul nostro sito
Alle 12:30 ore italiane sono ufficialmente cominciati i negoziati di pace tra Russia-Ucraina.
Le due delegazioni si sono incontrate a Istanbul e dopo due ore di summit hanno rilasciato dichiarazioni contrastanti.
I primi a parlare sono stati gli Ucraini: “Mosca avanza richieste inaccettabili per far fallire i colloqui”
ma poi ammettono di star preparando con la controparte un incontro tra Putin e Zelenskij e di star raggiungendo un accordo per lo scambio di 1000 prigionieri.
La delegazione russa si dice invece soddisfatta e “pronta continuare”.
Tutto fa insomma pensare che ci saranno altri round nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Nel frattempo Trump ha annunciato che chiamerà Putin per capire le sue “intenzioni sulla guerra”
mentre i “volenterosi” europei (Starmer, Macron, Tusk, Merz) si sono incontrati con Zelenkskij a Tirana e hanno annunciato guerra alla Russia ad infinitum e l’hanno accusata di voler far fallire le trattative.
Non solo.
Da Bruxelles la Von der Leyen annuncia il 17esimo pacchetto di sanzioni a Mosca, facendo intendere che tregua o non tregua, pace o non pace, la divisione interna al continente euroasiatico è irreversibile (sic).
Insomma, ne sono successe di ogni, e per questo ci vediamo alle 18:30 con Andrea Lucidi e Mark Bernardini per analizzare tutto quello che è successo in questa giornata storica.
Mentre Trump esulta per la fine del conflitto indo-pakistano, i leader indiani si sentono traditi; il presidente USA ha affermato di essersi offerto di aumentare gli scambi commerciali con India e Pakistan se avessero cessato le ostilità e di aver minacciato di interromperli in caso contrario: “Niente di tutto questo è vero” ha affermato martedì un funzionario del Ministero degli Esteri indiano in una conferenza stampa. Nelle ore successive all’annuncio della tregua, il governo indiano si è rifiutato di riconoscere pubblicamente il ruolo americano sostenendo che l’accordo era stato raggiunto direttamente con il Pakistan; eppure Trump in India è percepito come il migliore interlocutore possibile e speravano, con Trump, di risolvere il raffreddamento dei rapporti tra India e USA. Ma come mai tutto questo non sta capitando? Ne parliamo in questo video!
È questa la cifra record a cui ammonta il debito pubblico globale secondo l’ultimo rapporto FMI.
Un numero enorme, difficile persino da afferrare, visto che per dare l’idea si tratta di oltre trenta volte il debito pubblico italiano.
Eppure ogni volta che un economista va contro l’austerità, si solleva un vespaio incredibile, mentre la contrazione di nuovi debiti europei per le armi e l’ingrossarsi a dismisura debito globale passano sotto silenziosa approvazione da parte dei media dominanti.
Che questo sistema, in cui debiti piccoli e grandi diventano asset con enormi rendimenti e zero vantaggi per l’economia reale, sia totalmente fuori di testa, è cosa nota.
E allora perché, se la storia umana ci illustra il fallimento di ogni politica di austerità e la totale impossibilità di ripagare alcun debito, siamo ancora tanto cocciuti da credere che tutti i debiti vadano saldati?
Quali sono le motivazioni più profonde e ancestrali che, dagli albori della civiltà, ci convincono della necessaria bontà dei debiti?
Il tentativo americano di strappare paesi dall'orbita cinese sta raccogliendo sempre meno adesioni. Dopo il niet russo, anche i paesi dell'America Latina si sono recati a Pechino per stringere i legami con la Cina.
In particolare, il Brasile esprime totale sostegno alle misure di ritorsioni di Pechino contro i dazi di Trump, misure che secondo Lula "hanno garantito la sovranità dei paesi del Sud Globale". Ma se per Lula i legami tra Brasile e Cina sono "indistruttibili", anche la Colombia sta guardando alla Cina per bilanciare i suoi legami con gli Stati Uniti. E così questa settimana il presidente colombiano ha formalizzato la richiesta di adesione alla Via della Seta cinese.
Nel frattempo Pechino ha pubblicato il suo primo Libro Bianco sulla Sicurezza Nazionale, il documento ufficiale che chiarisce le linee rosse cinesi sulla sicurezza. La linea principale è lo sviluppo della nazione, e qualsiasi tentativo di soffocare l'ascesa tecnologica cinese da ora in poi rientra in questioni di sicurezza nazionale!
“Stiamo costruendo il più potente esercito d’Europa”
Ha dichiarato mercoledì il cancelliere tedesco Friedrich Merz al Bundestag parlando dello storico riarmo tedesco
E ha aggiunto
“La Germania è il paese più popoloso ed economicamente importante del continente, e da adesso in poi si assumerà la responsabilità della sua difesa attraverso tutte le risorse finanziarie necessarie”.
Dopo Merz, ha preso parola il ministro della difesa Borsi Pistorius, aprendo alla possibilità di reintrodurre la leva obbligatoria qualora i giovani tedeschi non si arruolassero volontariamente, e con lo scopo di raggiungere almeno i 203 mila effettivi prefissati per il 2030.
"Abbiamo concordato che inizialmente faremo affidamento sul volontariato” ha affermato Pistorius. “E lo dico con chiarezza e onestà: l’accento è anche su 'inizialmente', nel caso in cui non riuscissimo a reclutare abbastanza volontari."
Non solo.
Perché a poche ore di distanza anche il il ministro degli esteri Johann Wadephul è tornato sull’argomento durante il summit della NATO ad Antalya, in Turchia, dichiarando il proprio sostegno alla richiesta di Trump di aumentare le spese militari dei paesi NATO fino al 5 per cento del PIL.
"Condividiamo la valutazione di Trump: è una necessità", ha affermato
Precisando che si potrebbe considerare sufficiente una spesa del 3,5% del PIL per la difesa tradizionale, aggiungendo un 1,5% destinato a infrastrutture ad uso militare.
Insomma, il governo Merz sta davvero concretizzando il proprio piano di riarmo da 1000 miliardi in 5 anni, e dando seguito a quella forzatura istituzionale che scavalcando l’attuale parlamento gli aveva permesso di modificare l’articolo della Costituzione che impediva alla Germania di fare nuovo debito
Il problema però, che per creare il più importante potente esercito europeo i soldi non bastano
e a causa dei sottoinvestimenti degli ultimi decenni e di una delle culture meno militariste d'Europa, potrebbe essere più facile a dirsi, che a farsi.
'Ci sono decenni in cui NON ACCADE NULLA. E poi settimane in cui ACCADONO DECENNI'
E le due settimane passate, appartengono a questa categoria
Con il bilaterale sinorusso dell’8 Maggio, e la gigantesca prova di forza delle celebrazioni della Giornata della Vittoria del 9, sono stati definitivamente derubricati i sogni bagnati dell’internazionale trumpiana di un sorta di “Reverse Kissinger”: un Kissinger al contrario, in grado di cooptare la Russia di Putin nel campo del nuovo nazionalismo occidentalista a guida trumpiana, e usarla come una clava contro l’avversario sistemico cinese
Il tentativo di utilizzare come arma del ricatto la locomotiva dei consumi USA per disaccoppiare il resto del Sud Globale da Pechino ha preso un ulteriore sberla subito il giorno dopo, quando a sbarcare nel cuore del dragone sono stati i principali rappresentanti del Celac, la Comunità dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi
A partire da Lula, che ha definito la partnership tra Cina e Brasile, “indistruttibile”
“insieme, faremo in modo che il Sud del mondo sia rispettato come mai prima”, ha dichiarato
L’incredibile prova di forza del Sud Globale, nelle stesse ore, risuonava tra le strade di Ginevra, dove il braccio destro di Soros che il capitale finanziario ha eletto a badante in capo di Donald Trump, Scott Bessent, concedeva un accordo a Pechino che, secondo l’Economist, risultava “sorprendentemente vantaggioso”
“fino a pochi giorni fa, sarebbe sembrato impossibile”, ha commentato il Wall Street Journal
Anche perchè Zio Donaldo l’aveva detto esplicitamente: un accordo ragionevole potrebbero essere tariffe dell’80%
Hanno portato a casa un misero 30%. E hanno avuto anche il coraggio di chiamarla VITTORIA
Per provare a millantare un’altra vittoria allora Trump è partito con il suo tour delle petromonarchie
Effettivamente, ha incassato impegni triliardari
Ma più che per Trump, è stato un trionfo per quello che molti consideravano il più acerrimo dei suoi nemici. L’icona per eccellenza delle élite globaliste: Mister Black Rock, al secolo Larry Fink
Sarà lui a gestire il fiume di petrodollari che continueranno a fluire verso gli USA per tenere in vita con l’ossigeno debito pubblico e bolla speculativa
Un ulteriore rafforzamento della posizione monopolistica di quei megafondi che hanno già imposto a Trump una ritirata rovinosa, e di abbandonare ogni velleità di Make America Great Again dichiarando unilateralmente la Guerra Commerciale Mondiale
Ed ecco così che dopo 100 giorni di caos, gli USA tentano disperatamente di tornare al business as usual
Quel business as usual che negli ultimi anni ha comportato l’inesorabile declino dell’impero e l’inarrestabile ascesa del Nuovo Ordine Multipolare
Cari imperialisti, fatevene una ragione: è GAME OVER
’UE è il problema e non la soluzione. L’alternativa del governo del 99% In questi anni l’Unione Europea ha rappresentato la speranza degli estremisti del mercato e il falso obiettivo degli insulti dei finto sovranisti, che una volta arrivati al governo sono diventati i migliori amici delle oligarchie europee. Le classi popolari italiane sanno bene cosa significhi l’Ue: la più grande istituzione sovranazionale che mette al centro il mercato, l’austerità e la tecnocrazia cancellando democrazia e diritti sociali! Più delle parole contano i fatti, grazie all’Ue e alle sue politiche l’Europa e gli stati europei hanno perso capacità industriale e impoverito le proprie classi medie e popolari. Eppure, oggi più che mai ci spiegano che l’Europa non è il problema ma la soluzione. Riempire di armi l’Ue, ricostruire un grande esercito tedesco e favorire un maggiore sviluppo del mercato Europeo sarebbero le strade per diventare finalmente autonomi strategicamente e capaci di giocare un ruolo importante nel mondo! Almeno così ci raccontano… Grazie a Mimmo Porcaro e Alessandro Volpi vedremo come questa Ue continua ad essere il problema e non la soluzione, che le sue politiche continuano ad essere uno dei principali problemi del declino della nostra industria, dell’impoverimento delle classi sociali e della subalternità al padrone Americano. Ma #Italia2027 non nasce solo per fare l’elenco delle cose che non vanno ma per capire qui ed ora, nonostante la forza delle oligarchie belliciste che ci governano, cosa fare politicamente per cambiare l’Europa partendo dal nostro punto di vista nazionale. Perché anche quando tutto sembra perduto c’è sempre la possibilità della politica intesa come azione popolare e collettiva per redistribuire il potere dall’alto verso il basso. Per questo servono idee, coraggio e organizzazione! E allora vedremo come un governo italiano che voglia rappresentare gli interessi del 99% della società possa scontrarsi con l’Ue, creare una strategie per superare i suoi limiti e provare a cambiare l’Europa delle oligarchie finanziarie e dell’austerità senza fare la fine della Grecia.
Come una sposa piantata in asso all'altare, il presidente ucraino Zelensky ha atteso l'arcinemico Putin in Turchia per un faccia a faccia che nessuno gli aveva chiesto.
Il tentativo di trasformare il processo negoziale in uno show è fallito.
Con buona pace per il leader ucraino che aveva portato con se una delegazione di massimo profilo, Mosca ha designato una squadra di tecnici per il tavolo che si terrà oggi e domani a Istanbul..
Vuole negoziati concreti, per superare le cause reali del conflitto, non per congelarle in un cessate il fuoco che si trasformerebbe ben presto in una tregua senza pace, in un fattore di destabilizzazione per la Russia e l'Europa.
Così Zelensky torna a Kiev a mani vuote, assieme ai capi dell'esercito e dei servizi segreti.
Come è riuscito Putin imporre la sua linea non solo al presidente ucraino, ma anche a Trump, ai leader europei e persino ai suoi stessi partner?
Ne discuteremo al nostro NonTalk con Stefano Orsi e Sandro Teti, condurrà la nostra Clara Statello.
Appuntamento alle 18.30 sul nostro sito, non mancate!
Da queste città partiremo per invadere Milano Sabato 24 Maggio, per mandarli #TUTTIACASA e creare, finalmente, UNA GRANDE COSTITUENTE CONTRO IL SISTEMA GUERRA
Contatta i referenti via mail o tramite il form che trovi a fondo pagina e viaggia con noi
AVANTI VERSO LA RISCOSSA MULTIPOPOLARE
TORINO
TRENO da Stazione Porta Nuova RITROVO ore 12.40 PARTENZA ore 13.05, RIENTRO 20.15 REFERENTE Angelo Calemme angelocalemme@yahoo.it
BRESCIA
TRENO da Stazione Centrale RITROVO ore 13.00 PARTENZA ore 13.28, RIENTRO ore 20.00 REFERENTE Fausto Bonomelli multipopolare.brescia@gmail.com
TREVISO-VICENZA
(in via di definizione) REFERENTE Enzo Zambon enzozambon1685@gmail.com
TRIESTE
(in via di definizione) REFERENTE Sonia Verbi s.verbi36@gmail.com
REGGIO EMILIA
(in via di definizione) REFERENTE Francesco Fiore multipopolare.modenareggio@gmail.com
BOLOGNA
(in via di definizione) REFERENTE Giorgio Bonito giorgio.bonito@gmail.com
LIVORNO-PISA-FIRENZE
(in via di definizione) REFERENTE Francesco Sale francescosale1917@gmail.com
ROMA
TRENO da Roma Termini RITROVO ore 7.40 PARTENZA ore 8.10, RIENTRO ore 19.35 REFERENTE Sarah Morteza sarah.morteza@gmail.com
PESCARA
(in via di definizione) REFERENTE Davide Fuschi multipopolare.pescara@gmail.com
Merz: “Costruiremo l’Esercito più potente d’Europa”
Draghi: “Via gli ostacoli alla ‘concorrenza’ perfronteggiare Trump.”
Cari ottoliner, con i negoziati di Istanbul in corso e con l’Europacompletamente umiliata e tagliata fuori, le ricette delle nostre elite per “tornarea contare” (leggi più profitti e poltrone per le oligarchie che le appoggiano)sono sempre più inquietanti
e ieri è stata una giornata particolarmente poco allegra pertutti i sinceri democratici e pacifisti europei.
Al Bundestag il neocancelliere ha detto che la Germaniagrazie agli investimenti nell’esercito tornerà “quella di un tempo” (sic), paroleper di più condite da quelle del ministro della difesa Pistorius che haannunciato in pompa magna il possibile ritorno della leva militare obbligatoria.
Nel frattempo dal Portogallo, l’unto dai mercati Mario Draghiin compagnia del nostro amato Presidente Mattarella 😊,è tornato a fare la ramanzina all’umanità e a svelare le sue solite odiose ricetteper la “rinascita Europea”:
colossi finanziari che si sostituiscono agli Stati per i serviziessenziali, abbattimento delle politiche green per attirare nuovi capitali, e soprattuttoSTATI UNITI D’EUROPA.
Stasera alle 21 su OTTOSOFIA torna SALUTAME A SOCRATE conuna puntata spettacolare.
Parleremo delle correnti ideologiche americane TECNOUTOPISTEche oggi dettano legge nell’amministrazione TRUMP
Del futuro dell’Umanità secondo la “collassologia” e i “futurestudies”
Di nuovo Accelerazionismo, della crisi cognitiva dei popoli neoliberali
E della possibilità di una nuova azione collettiva una voltauscite di scena le nostre “elites” che come i Neanderthal sono destinate all’estinzioneperché si riproducono tra loro
E tutto questo
Lo faremo a partire dall’ultima monumentale opera diPIERLUIGI FAGAN:
BENVENUTI NELL’ERA COMPLESSA
Ci vediamo alle 21 su OTTOSOFIA e L’INDISPENSABILE con il nostro Alessandro e Francesco Marabotti.
“Basta Guerra Civile. Volemose bene. Altrimenti famo na finaccia”
Dopo la prova di forza e di compattezza dei leader del Sud Globale, le oligarchie USA che, dopo il trionfo elettorale di Trump, avevano scatenato una vera e propria guerra civile, hanno deposto l’ascia di guerra, e tutte insieme appassionatamente sono andate a fare la questua nei paesi del golfo
Nel tentativo di affossare lo sviluppo economico e tecnologico cinese, Biden aveva imposto delle restrizioni drastiche all’esportazione dei chip di ultima generazione anche a una lunga serie di paesi terzi, a partire proprio dalle petromonarchie, che avevano dato numerosi segnali di essere troppo vicine a Pechino, e sempre pronte ad assecondarla
Trump le ha rimosse
In cambio, insieme al nuovo amico di scampagnate Larry Fink, ha chiesto 2500 miliardi di investimenti in 10 anni
Dovranno arrivare dal surplus di dollari che ogni anno si ritrovano in mano i feudatari sauditi
E a gestirli sarà BlackRock
Da essere il nemico giurato dei monopoli finanziari, nell’arco di un paio di settimane, dopo essere stato preso a sberle da mercati azionari e obbligazionari all’unisono, Re Donaldo si è nuovamente trasformato nel loro più umile servitore
I capitali hanno dimostrato di apprezzare
Ma forse ormai il danno è fatto. La ricerca di nuove opportunità, più affidabili dell’insostenibile bolla statunitense, è già iniziata
Ci vorrà del tempo, ma il processo sembra irreversibile
Ecco allora che Trump getta nel cassonetto la vecchia strategia negoziale fatta di provocazioni e atti di forza, e di fronte ai petromonarchi si trasforma in un docile cagnolino disposto a tutto pur di assicurare capitali freschi sui mercati USA
Pure a far incazzare come una biscia l’amico Netanyhau e le groupies del fasciosionismo
Xavier Milei accetta un nuovo prestito del FMI da 20 miliardi di dollari e fa marcia indietro rispetto al suo piano originale di dollarizzare l'economia. Quali sono le implicazioni di questa inversione di rotta per il popolo argentino? E il piano di Milei era davvero una buona idea sin dall'inizio?
Dalla nostra conversazione con Michael Roberts, rinomato economista marxista, sembra emergere una tesi: la promessa di dollarizzare l'economia era principalmente una mossa politica per ottenere consenso da un elettorato preoccupato per il potere d'acquisto della propria valuta.
Non avrebbe realmente servito gli interessi delle classi lavoratrici argentine, ma si è rivelata una mossa elettorale vincente, anche se non sostenibile a causa della mancanza di riserve in dollari.
Milei è stato quindi costretto a seguire il percorso standard di molti governi argentini precedenti: ottenere un nuovo prestito per sostenere il valore del Peso argentino, conquistando la simpatia dei creditori internazionali attraverso il taglio dello Stato sociale e l’imposizione di una riduzione dei salari reali per la classe lavoratrice.
Questa mossa rischia di tradursi in una sovvenzione indiretta alla fuga di capitali, peggiorando la posizione internazionale dell’Argentina, aumentando la dipendenza dal debito estero e perpetuando una dinamica viziosa di prestiti stranieri, tagli e deflazione salariale.