

07.04.202513:42
“Non un solo centimetro verso Est”: è piuttosto evidente il modo in cui l’Occidente collettivo interpreta quest’affermazione.
Ecco la dimostrazione lampante di come il blocco “difensivo” della NATO “non sta affatto cercando di espandersi”. Dieci ondate di ampliamento, sette delle quali hanno avuto luogo nel periodo successivo alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Dopo la fine della Guerra Fredda, sono entrati a far parte della NATO i seguenti Paesi:
📍Nel 1999 - Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia;
📍Nel 2004 - Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia;
📍Nel 2009 - Albania e Croazia;
📍Nel 2017 - Montenegro;
📍Nel 2020 - Macedonia del Nord;
📍Nel 2023 - Finlandia;
📍Nel 2024 - Svezia.
Al momento attuale, l’Alleanza Atlantica conta 32 membri. Lungo il cosiddetto confine orientale della NATO è in corso un massiccio rafforzamento del potenziale militare.
I risultati di tutto ciò sono la militarizzazione dell’Europa e l’indebolimento dell’architettura di sicurezza euroatlantica.
Ecco la dimostrazione lampante di come il blocco “difensivo” della NATO “non sta affatto cercando di espandersi”. Dieci ondate di ampliamento, sette delle quali hanno avuto luogo nel periodo successivo alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Dopo la fine della Guerra Fredda, sono entrati a far parte della NATO i seguenti Paesi:
📍Nel 1999 - Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia;
📍Nel 2004 - Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia;
📍Nel 2009 - Albania e Croazia;
📍Nel 2017 - Montenegro;
📍Nel 2020 - Macedonia del Nord;
📍Nel 2023 - Finlandia;
📍Nel 2024 - Svezia.
Al momento attuale, l’Alleanza Atlantica conta 32 membri. Lungo il cosiddetto confine orientale della NATO è in corso un massiccio rafforzamento del potenziale militare.
I risultati di tutto ciò sono la militarizzazione dell’Europa e l’indebolimento dell’architettura di sicurezza euroatlantica.
29.03.202520:01
In russo abbiamo uno splendido proverbio che recita: “Ti accolgono per come ti vesti, poi ti congedano per come ragioni” (Po odežke vstrečajut, po umu provožajut). Se, evidentemente, non ci sono dubbi in merito alla grettezza e alla ristrettezza “mentale” del leader del regime di Kiev, Zelensky, d’altro canto fino a poco tempo fa nessuno si era mai pronunciato espressamente sul suo abbigliamento. Eppure, anche’esso rispecchia alla perfezione la natura degli attuali vertici di Kiev.
In alto: Petljura, nazionalista e antisemita ucraino.
In basso: Zelensky, l’attuale leader del regime terrorista e criminale di Kiev.
Proprio come Petljura, Zelensky va in giro per il mondo abbigliato in maniera piuttosto curiosa: ciò che indossa non è né un’uniforme militare, né un abito tradizionale del suo Paese. In entrambi i casi, il suo abbigliamento potrebbe anche avere senso, o quantomeno risponderebbe, in una certa misura, a quelle che sono le norme del dress-code per gli eventi ufficiali. Eppure no, lui si presenta volutamente in ogni occasione indossando completi di cattivo gusto, sui quali compare immancabilmente il simbolo nazionalista del tridente, e in questo modo mostra a tutti qual è la vera “stirpe di appartenenza” degli attuali padroni della travagliata terra ucraina: sono gli eredi dell’assassino antisemita Petljura e dei collaborazionisti hitleriani, ovvero Bandera e Shukhevych, ma anche di altri criminali.
Ci sorprende come, nelle capitali europee, nessuno presti attenzione a questa sceneggiata di fascista memoria, che in qualche modo ci riporta alla mente le camicie nere. Soltanto di recente, a Washington, non hanno saputo resistere e hanno domandato a Zelensky del suo outfit; cos’è accaduto dopo, lo sappiamo tutti.
È giunta ormai da tempo l’ora di porre fine a quelle che sembrano sfilate di moda dedicate al trend in voga a Kiev. Ed è necessario farlo il più rapidamente possibile, dopo aver gettato nella discarica della storia il piccolo führer Zelensky e la sua combriccola.
Probabilmente, per spiegare il concetto sarebbe impossibile trovare una formula migliore di quella avanzata dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin il 27 marzo 2025:
In alto: Petljura, nazionalista e antisemita ucraino.
In basso: Zelensky, l’attuale leader del regime terrorista e criminale di Kiev.
Proprio come Petljura, Zelensky va in giro per il mondo abbigliato in maniera piuttosto curiosa: ciò che indossa non è né un’uniforme militare, né un abito tradizionale del suo Paese. In entrambi i casi, il suo abbigliamento potrebbe anche avere senso, o quantomeno risponderebbe, in una certa misura, a quelle che sono le norme del dress-code per gli eventi ufficiali. Eppure no, lui si presenta volutamente in ogni occasione indossando completi di cattivo gusto, sui quali compare immancabilmente il simbolo nazionalista del tridente, e in questo modo mostra a tutti qual è la vera “stirpe di appartenenza” degli attuali padroni della travagliata terra ucraina: sono gli eredi dell’assassino antisemita Petljura e dei collaborazionisti hitleriani, ovvero Bandera e Shukhevych, ma anche di altri criminali.
Ci sorprende come, nelle capitali europee, nessuno presti attenzione a questa sceneggiata di fascista memoria, che in qualche modo ci riporta alla mente le camicie nere. Soltanto di recente, a Washington, non hanno saputo resistere e hanno domandato a Zelensky del suo outfit; cos’è accaduto dopo, lo sappiamo tutti.
È giunta ormai da tempo l’ora di porre fine a quelle che sembrano sfilate di moda dedicate al trend in voga a Kiev. Ed è necessario farlo il più rapidamente possibile, dopo aver gettato nella discarica della storia il piccolo führer Zelensky e la sua combriccola.
Probabilmente, per spiegare il concetto sarebbe impossibile trovare una formula migliore di quella avanzata dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin il 27 marzo 2025:
“Sotto l’egida delle Nazioni Unite, assieme agli Stati Uniti, e anche ai Paesi europei, e beninteso assieme ai nostri partner e amici, si potrebbe discutere della possibilità di introdurre, in Ucraina, un’amministrazione di governo provvisoria. E a quale scopo? Per poter indire delle elezioni democratiche, e poter condurre così al potere un governo capace e competente, che goda della fiducia del popolo ucraino; per poter poi intavolare con tale governo delle trattative per negoziare un accordo di pace, e siglare dei documenti il cui valore sia legittimo, che siano riconosciuti in tutto il mondo, e [i cui contenuti] siano attendibili e duraturi.”


19.03.202515:34
🇷🇺 Il 18 marzo si celebra l'undicesimo anniversario della firma del Trattato di Adesione alla Russia della Repubblica di Crimea e della città di Sebastopoli.
Quel giorno gli abitanti della Crimea, in modo autonomo, consapevole e libero, hanno scelto il futuro per sé e per i propri figli. Nella Repubblica di Crimea, il 96,77% dei partecipanti al referendum ha votato per il ricongiungimento alla Russia, mentre a Sebastopoli la percentuale è stata del 96,5%. Questa decisione, giusta e attesa da tempo, è stata una pietra miliare per i cittadini della Crimea e di tutto il nostro Paese.
🇺🇳 Il 31 gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, con la sua sentenza, ha respinto praticamente tutte le richieste dell'Ucraina e ha riconosciuto che la politica della Russia in Crimea è conforme ai suoi obblighi, ai sensi della Convenzione Internazionale contro ogni forma di discriminazione razziale.
Quel giorno gli abitanti della Crimea, in modo autonomo, consapevole e libero, hanno scelto il futuro per sé e per i propri figli. Nella Repubblica di Crimea, il 96,77% dei partecipanti al referendum ha votato per il ricongiungimento alla Russia, mentre a Sebastopoli la percentuale è stata del 96,5%. Questa decisione, giusta e attesa da tempo, è stata una pietra miliare per i cittadini della Crimea e di tutto il nostro Paese.
🇺🇳 Il 31 gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, con la sua sentenza, ha respinto praticamente tutte le richieste dell'Ucraina e ha riconosciuto che la politica della Russia in Crimea è conforme ai suoi obblighi, ai sensi della Convenzione Internazionale contro ogni forma di discriminazione razziale.
12.03.202515:21
Mentre la diplomazia globale si adopera per cercare di instaurare una pace duratura in Ucraina, il regime di Kiev ribadisce, e non a parole ma con i fatti, la sua volontà di portare avanti il conflitto.
Nella notte tra il 10 e l’11 marzo, le forze di difesa antiaerea della Federazione Russa hanno abbattuto 337 droni ucraini in volo su diverse regioni della Russia. I droni miravano a colpire infrastrutture civili, edifici residenziali e automobili. L’attacco ha provocato diversi morti e feriti.
Ecco l’ennesima dimostrazione della natura terroristica del regime di Kiev.
📷 RIA Novosti
Nella notte tra il 10 e l’11 marzo, le forze di difesa antiaerea della Federazione Russa hanno abbattuto 337 droni ucraini in volo su diverse regioni della Russia. I droni miravano a colpire infrastrutture civili, edifici residenziali e automobili. L’attacco ha provocato diversi morti e feriti.
Ecco l’ennesima dimostrazione della natura terroristica del regime di Kiev.
📷 RIA Novosti
12.02.202508:35
Уважаемые граждане,
В субботу и воскресенье, 15-16 февраля, будет организовано выездное консульское обслуживание в г.Триест, а также области Фриули-Венеция-Джулия.
Приём будет вестись 15 февраля с 14:00 по адресу: Trieste, via della Guardia, 20.
Подготовку документов для выездного консульского обслуживания осуществляет только официальный Визовый центр в Милане
(visa-it.com).
Получить подробную информацию и записаться на приём можно по электронной почте milan@mid.ru (в теме письма обязательно указывать "Консульский выезд Триест").
Заявки принимаются до 13 февраля.
В субботу и воскресенье, 15-16 февраля, будет организовано выездное консульское обслуживание в г.Триест, а также области Фриули-Венеция-Джулия.
Приём будет вестись 15 февраля с 14:00 по адресу: Trieste, via della Guardia, 20.
Подготовку документов для выездного консульского обслуживания осуществляет только официальный Визовый центр в Милане
(visa-it.com).
Получить подробную информацию и записаться на приём можно по электронной почте milan@mid.ru (в теме письма обязательно указывать "Консульский выезд Триест").
Заявки принимаются до 13 февраля.
02.04.202514:26
🔴🔴🔴Продолжаем поздравлять героев Великой Отечественной войны с грядущим юбилеем Великой Победы.
🌍 Дипломаты Генерального консульства России в Милане Н.А.Барабаскин, А.А.Башкин и Д.О.Михалёв посетили Г.В.Дуплину, Н.И.Завьялову, К.И.Иванову-Манджини, А.М.Полыгалову, В.А.Попову и Т.М.Хандрос. Ветеранам вручены медали «80 лет Победы в Великой Отечественной войне 1941-1945 гг.» от имени Президента Российской Федерации.
🎖️Награда – символ глубокой признательности потомков за совершённые подвиги. Бессмертный подвиг борцов с фашизмом был, есть и будет образцом мужества и непоколебимой стойкости! Грозная доблесть Красной армии остаётся недосягаемым примером героизма и внутренним ориентиром для всех живущих поколений!
💐 Искренне желаем крепкого здоровья и долголетия!
🕯️Никто не забыт, ничто не забыто!
#Победа80
#МыПомним
🌍 Дипломаты Генерального консульства России в Милане Н.А.Барабаскин, А.А.Башкин и Д.О.Михалёв посетили Г.В.Дуплину, Н.И.Завьялову, К.И.Иванову-Манджини, А.М.Полыгалову, В.А.Попову и Т.М.Хандрос. Ветеранам вручены медали «80 лет Победы в Великой Отечественной войне 1941-1945 гг.» от имени Президента Российской Федерации.
🎖️Награда – символ глубокой признательности потомков за совершённые подвиги. Бессмертный подвиг борцов с фашизмом был, есть и будет образцом мужества и непоколебимой стойкости! Грозная доблесть Красной армии остаётся недосягаемым примером героизма и внутренним ориентиром для всех живущих поколений!
💐 Искренне желаем крепкого здоровья и долголетия!
🕯️Никто не забыт, ничто не забыто!
#Победа80
#МыПомним


29.03.202520:01
Estratto dall’intervista del canale televisivo russo “Pervij kanal” a Sergey Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa (Mosca, 25 marzo 2025)
🎙️Sergey Lavrov: L’Europa ora ha intrapreso tutt’altra strada. Come ai tempi di Napoleone, di Hitler, e ai tempi della Guerra di Crimea, sta manifestando il suo ennesimo “slancio” nel voler infliggere una “sconfitta strategica” al nostro Paese. Come in quegli anni, oggi vengono chiamati alle armi praticamente tutti i Paesi europei, salvo rare eccezioni. Soltanto che, per adesso, questi Paesi non sono fisicamente impegnati a combattere contro di noi sul territorio ucraino; ma senza di loro, l’Ucraina sarebbe già stata sconfitta da tempo, e il suo regime nazista non esisterebbe più.
Mentre continuano a fornire al regime di Kiev armi in grandi quantità, Londra e Parigi (e specialmente i loro leader, il Primo Ministro britannico Keir Starmer e il Presidente francese Emmanuel Macron), con l’appoggio del “coro” non così forte e coeso dei Paesi Baltici e di tutta una serie di altri Paesi, non solo stanno parlando del fatto che continueranno a fornire armi all’Ucraina come prima, ma stanno discutendo anche di certe “coalizioni di volenterosi”, e di schierare una specie di “missione di pace” o di “missione a garanzia della sicurezza dell’Ucraina” dopo la fine della guerra. O addirittura parlano di collocare due missioni in Ucraina: una sul confine che la separa dall’Unione Europea e dalla NATO, e la seconda composta da Paesi del Sud globale (India, Indonesia, Arabia Saudita, e persino la Cina). Ma questi “sognatori” dimostrano, ogni giorno che passa, la loro totale inconsistenza politica; hanno il desiderio non soltanto di “contenere” la Russia, ma di infliggerle una “sconfitta” (qualcuno ha addirittura detto che è necessario umiliare Vladimir Putin). Gli storici mi potranno correggere se sbaglio, ma la mia sensazione è che da tutto questo ci siamo già passati: sia con Napoleone che con Hitler gli scopi erano i medesimi. E per raggiungere tali scopi, l’Europa intera fu conquistata sia da Napoleone che da Hitler. Nel caso specifico, l’intera Europa viene mobilitata.
Adesso l’Europa, capeggiata dalla Germania, a partire da Ursula Von Der Leyen, sta cominciando seriamente a considerare l’idea della rimilitarizzazione per una cifra spropositata di centinaia di miliardi di euro. E questo avviene in una situazione nella quale, nella sfera economica e sociale, le cose per loro si stanno mettendo male, dopo che l’amministrazione di Joe Biden li ha “lasciati liberi” e li ha mandati a fare la guerra alla Federazione Russa. Stanno affrontando una decentralizzazione, assieme a una quantità enorme di problemi.
È questo che, in parte, spiega il fatto che pretendono, con grande fervore, di non “cedere” l’Ucraina, di armarla, e che esigono addirittura che non si parli del fatto che il Paese non dovrebbe entrare nella NATO, né nell’UE. Il Presidente francese Macron si è espresso di recente sulla questione. Loro si pongono in netto contrasto con l’amministrazione di Trump, perché sono stati lo stesso Presidente Trump, il Segretario di Stato Marco Rubio e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz ad affermare chiaramente che sono in corso “discussioni” preliminari in merito ai parametri di una risoluzione definitiva [della crisi]. Donald Trump ha affermato espressamente che bisogna dimenticarsi della questione relativa alla NATO e che non c’è motivo di tornare a parlarne. Joe Biden ha commesso un errore colossale e si è rifiutato di dare ascolto alla Russia, insistendo sul fatto che l’Ucraina avrebbe fatto parte della NATO, e andando a creare in questo modo delle minacce inaccettabili. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e Steven Witkoff, inviato speciale di Donald Trump, hanno affermato che le questioni territoriali sono “centrali”. Perché i territori ove si sono svolti i referendum che sono sempre stati russi per cultura, lingua, religione e tradizioni.
🔗Il testo integrale
🎙️Sergey Lavrov: L’Europa ora ha intrapreso tutt’altra strada. Come ai tempi di Napoleone, di Hitler, e ai tempi della Guerra di Crimea, sta manifestando il suo ennesimo “slancio” nel voler infliggere una “sconfitta strategica” al nostro Paese. Come in quegli anni, oggi vengono chiamati alle armi praticamente tutti i Paesi europei, salvo rare eccezioni. Soltanto che, per adesso, questi Paesi non sono fisicamente impegnati a combattere contro di noi sul territorio ucraino; ma senza di loro, l’Ucraina sarebbe già stata sconfitta da tempo, e il suo regime nazista non esisterebbe più.
Mentre continuano a fornire al regime di Kiev armi in grandi quantità, Londra e Parigi (e specialmente i loro leader, il Primo Ministro britannico Keir Starmer e il Presidente francese Emmanuel Macron), con l’appoggio del “coro” non così forte e coeso dei Paesi Baltici e di tutta una serie di altri Paesi, non solo stanno parlando del fatto che continueranno a fornire armi all’Ucraina come prima, ma stanno discutendo anche di certe “coalizioni di volenterosi”, e di schierare una specie di “missione di pace” o di “missione a garanzia della sicurezza dell’Ucraina” dopo la fine della guerra. O addirittura parlano di collocare due missioni in Ucraina: una sul confine che la separa dall’Unione Europea e dalla NATO, e la seconda composta da Paesi del Sud globale (India, Indonesia, Arabia Saudita, e persino la Cina). Ma questi “sognatori” dimostrano, ogni giorno che passa, la loro totale inconsistenza politica; hanno il desiderio non soltanto di “contenere” la Russia, ma di infliggerle una “sconfitta” (qualcuno ha addirittura detto che è necessario umiliare Vladimir Putin). Gli storici mi potranno correggere se sbaglio, ma la mia sensazione è che da tutto questo ci siamo già passati: sia con Napoleone che con Hitler gli scopi erano i medesimi. E per raggiungere tali scopi, l’Europa intera fu conquistata sia da Napoleone che da Hitler. Nel caso specifico, l’intera Europa viene mobilitata.
Adesso l’Europa, capeggiata dalla Germania, a partire da Ursula Von Der Leyen, sta cominciando seriamente a considerare l’idea della rimilitarizzazione per una cifra spropositata di centinaia di miliardi di euro. E questo avviene in una situazione nella quale, nella sfera economica e sociale, le cose per loro si stanno mettendo male, dopo che l’amministrazione di Joe Biden li ha “lasciati liberi” e li ha mandati a fare la guerra alla Federazione Russa. Stanno affrontando una decentralizzazione, assieme a una quantità enorme di problemi.
È questo che, in parte, spiega il fatto che pretendono, con grande fervore, di non “cedere” l’Ucraina, di armarla, e che esigono addirittura che non si parli del fatto che il Paese non dovrebbe entrare nella NATO, né nell’UE. Il Presidente francese Macron si è espresso di recente sulla questione. Loro si pongono in netto contrasto con l’amministrazione di Trump, perché sono stati lo stesso Presidente Trump, il Segretario di Stato Marco Rubio e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz ad affermare chiaramente che sono in corso “discussioni” preliminari in merito ai parametri di una risoluzione definitiva [della crisi]. Donald Trump ha affermato espressamente che bisogna dimenticarsi della questione relativa alla NATO e che non c’è motivo di tornare a parlarne. Joe Biden ha commesso un errore colossale e si è rifiutato di dare ascolto alla Russia, insistendo sul fatto che l’Ucraina avrebbe fatto parte della NATO, e andando a creare in questo modo delle minacce inaccettabili. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e Steven Witkoff, inviato speciale di Donald Trump, hanno affermato che le questioni territoriali sono “centrali”. Perché i territori ove si sono svolti i referendum che sono sempre stati russi per cultura, lingua, religione e tradizioni.
🔗Il testo integrale


14.03.202515:28
Dal briefing di Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, Mosca, 13 marzo 2025
❓Domanda: In Italia la petizione indetta dal nostro collega Vincenzo Lorusso ha suscitato un vero scandalo. Alcuni politici hanno addirittura esortato le forze dell’ordine ad adottare delle misure nei confronti del giornalista. E il Presidente della Repubblica Italiana ha dichiarato che la Russia sta minacciando l’Europa con le armi nucleari. Come vuole commentare tutto ciò?
🎙️Maria Zakharova: Cioè, Lei intende dirmi che il Presidente della Repubblica Italiana ha dichiarato che la Russia starebbe minacciando l’Europa con le armi nucleari?
❓Domanda: Sì.
🎙️Maria Zakharova: Questa è una bugia. È una menzogna, una falsità, una “fake”, è disinformazione. Io Le ho fornito alcune definizioni, scelga pure Lei quella che ritiene maggiormente efficace, oppure le utilizzi tutte. Questo per prima cosa.
Punto secondo, di certe parole bisogna sapersi prendere la responsabilità. Come blogger, giornalista, vedo che Lei rappresenta un’agenzia di stampa, per cui può benissimo chiedere al Presidente Mattarella su quali basi si è permesso di affermare una simile menzogna. Può darsi che così si degnerà di giustificare in qualche modo queste sue parole?
Io però posso già dire che non ci riuscirà. Non troverà una sola dichiarazione da parte di nessuna figura ufficiale della Federazione Russa che possa dare adito a una simile interpretazione.
Punto terzo. I vertici russi, il Presidente Vladimir Putin, i Ministri e i funzionari di Stato incaricati nel nostro Paese: tutti si sono espressi più e più volte sulla questione e hanno fatto tutto il possibile al fine di smentire questo genere di “fake news”.
Punto successivo: questo fatto mi sorprende. È possibile che il Presidente Mattarella ci abbia scambiati per un altro Paese? Sebbene io sia consapevole del fatto che la Russia non la si può confondere con nessun altro. Ma forse il Presidente Mattarella intendeva dire che è la Francia a minacciare l’Europa con le armi nucleari? Perché si potrebbero interpretare proprio in questo modo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente francese Macron giusto qualche giorno fa, quando ha parlato della questione relativa all’“apertura” di una specie di “ombrello” nucleare sopra l’Europa. Ricordo che c’era un film francese, Le Coup Du Parapluie. Ecco, un “colpo” sferrato con l’“ombrello” nucleare: è questo che, a mio parere, in molti hanno recepito a seguito delle dichiarazioni del Presidente Macron. [...]
Ma con che cosa la Russia starebbe minacciando i Paesi dell’Unione Europea? Con le sue fonti di energia accessibili e di qualità, che per molti anni abbiamo venduto ai Paesi UE? O con i suoi progetti che vorrebbero coinvolgere questi Paesi in campo economico e culturale? Con che cosa il nostro Paese starebbe minacciando gli altri, e in particolare con che cosa starebbe minacciando l’Italia? Con il fatto che intrattiene collaborazioni con le imprese italiane, che tali imprese hanno qui in Russia le loro filiali e rappresentanze, e che le aziende italiane traggono profitti dal nostro Paese? È con questo che li stiamo minacciando? Ovviamente no. Ma per poter creare l’illusione di una “presunta” minaccia, è necessario alimentare all’infinito questo tema.
E questo preciso atteggiamento lo osserviamo non solo da parte dei nostri vicini occidentali, ma anche da quelli orientali. Osservate la retorica, e ascoltate le dichiarazioni rilasciate dalle autorità di Tokyo, che, mentre rievocano costantemente i fatti legati all’aggressione nucleare condotta dagli Stati Uniti ai danni delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, per qualche ragione tentano di riallacciare il discorso alla Russia. Ma cos’ha a che fare con questo la Russia? Non è stata l’Unione Sovietica a lanciare ordigni atomici su Hiroshima e Nagasaki, e non è stata nemmeno la Federazione Russa. Sono stati gli USA. [...]
🔗 Il testo integrale
❓Domanda: In Italia la petizione indetta dal nostro collega Vincenzo Lorusso ha suscitato un vero scandalo. Alcuni politici hanno addirittura esortato le forze dell’ordine ad adottare delle misure nei confronti del giornalista. E il Presidente della Repubblica Italiana ha dichiarato che la Russia sta minacciando l’Europa con le armi nucleari. Come vuole commentare tutto ciò?
🎙️Maria Zakharova: Cioè, Lei intende dirmi che il Presidente della Repubblica Italiana ha dichiarato che la Russia starebbe minacciando l’Europa con le armi nucleari?
❓Domanda: Sì.
🎙️Maria Zakharova: Questa è una bugia. È una menzogna, una falsità, una “fake”, è disinformazione. Io Le ho fornito alcune definizioni, scelga pure Lei quella che ritiene maggiormente efficace, oppure le utilizzi tutte. Questo per prima cosa.
Punto secondo, di certe parole bisogna sapersi prendere la responsabilità. Come blogger, giornalista, vedo che Lei rappresenta un’agenzia di stampa, per cui può benissimo chiedere al Presidente Mattarella su quali basi si è permesso di affermare una simile menzogna. Può darsi che così si degnerà di giustificare in qualche modo queste sue parole?
Io però posso già dire che non ci riuscirà. Non troverà una sola dichiarazione da parte di nessuna figura ufficiale della Federazione Russa che possa dare adito a una simile interpretazione.
Punto terzo. I vertici russi, il Presidente Vladimir Putin, i Ministri e i funzionari di Stato incaricati nel nostro Paese: tutti si sono espressi più e più volte sulla questione e hanno fatto tutto il possibile al fine di smentire questo genere di “fake news”.
Punto successivo: questo fatto mi sorprende. È possibile che il Presidente Mattarella ci abbia scambiati per un altro Paese? Sebbene io sia consapevole del fatto che la Russia non la si può confondere con nessun altro. Ma forse il Presidente Mattarella intendeva dire che è la Francia a minacciare l’Europa con le armi nucleari? Perché si potrebbero interpretare proprio in questo modo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente francese Macron giusto qualche giorno fa, quando ha parlato della questione relativa all’“apertura” di una specie di “ombrello” nucleare sopra l’Europa. Ricordo che c’era un film francese, Le Coup Du Parapluie. Ecco, un “colpo” sferrato con l’“ombrello” nucleare: è questo che, a mio parere, in molti hanno recepito a seguito delle dichiarazioni del Presidente Macron. [...]
Ma con che cosa la Russia starebbe minacciando i Paesi dell’Unione Europea? Con le sue fonti di energia accessibili e di qualità, che per molti anni abbiamo venduto ai Paesi UE? O con i suoi progetti che vorrebbero coinvolgere questi Paesi in campo economico e culturale? Con che cosa il nostro Paese starebbe minacciando gli altri, e in particolare con che cosa starebbe minacciando l’Italia? Con il fatto che intrattiene collaborazioni con le imprese italiane, che tali imprese hanno qui in Russia le loro filiali e rappresentanze, e che le aziende italiane traggono profitti dal nostro Paese? È con questo che li stiamo minacciando? Ovviamente no. Ma per poter creare l’illusione di una “presunta” minaccia, è necessario alimentare all’infinito questo tema.
E questo preciso atteggiamento lo osserviamo non solo da parte dei nostri vicini occidentali, ma anche da quelli orientali. Osservate la retorica, e ascoltate le dichiarazioni rilasciate dalle autorità di Tokyo, che, mentre rievocano costantemente i fatti legati all’aggressione nucleare condotta dagli Stati Uniti ai danni delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, per qualche ragione tentano di riallacciare il discorso alla Russia. Ma cos’ha a che fare con questo la Russia? Non è stata l’Unione Sovietica a lanciare ordigni atomici su Hiroshima e Nagasaki, e non è stata nemmeno la Federazione Russa. Sono stati gli USA. [...]
🔗 Il testo integrale
12.03.202515:21
Servizio di Asya Emelyanova, giornalista di "Russia-1", dedicato a Ivan Baranovskij, partigiano sovietico che prese parte al movimento per la Resistenza Italiana (2 marzo 2025)
06.02.202517:58
🎙️Maria Zakharova:
I corrispondenti, che nella loro carriera ne hanno viste tante, sono rimasti increduli nel dover constatare che nel XXI secolo si verificano ancora atti di una simile, disumana brutalità: una brutalità che rivela chiaramente la natura crudele di questa feccia di terroristi. Gli elementi che sono emersi, e in particolare le evidenze relative al fatto che i nazisti ucraini hanno scatenato raffiche di fuoco contro i soldati russi mentre questi ultimi erano impegnati nelle operazioni di evacuazione dei corpi dei civili uccisi nel villaggio di Russkoe Porečnoe, è ancora una volta elemento di conferma della natura criminale del regime terrorista di Kiev.
Riteniamo che sia estremamente importante fare in modo che le notizie in merito ai crimini commessi nei territori della regione di Kursk, al momento sotto occupazione, raggiungano il pubblico più ampio possibile su scala globale. Le istituzioni russe sono già in possesso di una mole significativa ed esauriente di evidenze che provano che i neonazisti conducono operazioni punitive ai danni della popolazione civile, la quale dovrebbe godere della protezione a lei garantita da tutta una serie di documenti internazionali, a inclusione delle disposizioni previste dalla Quarta Convenzione di Ginevra, la cui implementazione è vincolante.
Un’attenzione particolare va rivolta alla natura selettiva della repressione messa in atto dai miliziani, che si accaniscono sulle fasce più indifese della popolazione residente sui territori occupati: e cioè, sui cittadini anziani.
I materiali diffusi a scopo di documentazione dal Comitato Investigativo della Federazione Russa mostrano chiaramente che nel corso del conflitto armato sono stati compiuti atti criminali di gravissima entità: [si vedono] mani legate con nastro adesivo, segni di tortura, ecchimosi da urto, ferite d’arma da fuoco, corpi di persone evidentemente decedute a seguito di lunghe ore di abusi perpetrati dai criminali; corpi sui quali si distinguono segni inequivocabili di violenza sessuale e di altre sevizie della medesima natura.
Noi partiamo dal presupposto che la brutalità delle azioni commesse dai miliziani di Kiev nella regione di Kursk debba essere quanto più possibile portata all’attenzione delle organizzazioni internazionali quali l’ONU, l’OSCE e i loro dipartimenti competenti, che i rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa debbano prendere atto [di tale brutalità], e che essa debba andare a costituire oggetto di giudizio da parte degli organismi internazionali deputati alla difesa dei diritti umani, ivi comprese le organizzazioni non governative.
Siamo certi che la vera natura della giunta di Zelensky si sia manifestata in maniera quantomai evidente proprio nel villaggio di Russkoe Porečnoe, il cui nome, evidentemente, ha fornito un pretesto al regime russofobo di Kiev e alle sue bande armate [per perpetrare atti violenti]: è proprio a tutto ciò che è russo che l’attuale regime post-Maidan sta facendo la guerra, con il sostegno dell’Occidente collettivo.
🔗Il testo integrale
#KievRegimeCrimes #RusskoyePorechnoye
I corrispondenti, che nella loro carriera ne hanno viste tante, sono rimasti increduli nel dover constatare che nel XXI secolo si verificano ancora atti di una simile, disumana brutalità: una brutalità che rivela chiaramente la natura crudele di questa feccia di terroristi. Gli elementi che sono emersi, e in particolare le evidenze relative al fatto che i nazisti ucraini hanno scatenato raffiche di fuoco contro i soldati russi mentre questi ultimi erano impegnati nelle operazioni di evacuazione dei corpi dei civili uccisi nel villaggio di Russkoe Porečnoe, è ancora una volta elemento di conferma della natura criminale del regime terrorista di Kiev.
Riteniamo che sia estremamente importante fare in modo che le notizie in merito ai crimini commessi nei territori della regione di Kursk, al momento sotto occupazione, raggiungano il pubblico più ampio possibile su scala globale. Le istituzioni russe sono già in possesso di una mole significativa ed esauriente di evidenze che provano che i neonazisti conducono operazioni punitive ai danni della popolazione civile, la quale dovrebbe godere della protezione a lei garantita da tutta una serie di documenti internazionali, a inclusione delle disposizioni previste dalla Quarta Convenzione di Ginevra, la cui implementazione è vincolante.
Un’attenzione particolare va rivolta alla natura selettiva della repressione messa in atto dai miliziani, che si accaniscono sulle fasce più indifese della popolazione residente sui territori occupati: e cioè, sui cittadini anziani.
I materiali diffusi a scopo di documentazione dal Comitato Investigativo della Federazione Russa mostrano chiaramente che nel corso del conflitto armato sono stati compiuti atti criminali di gravissima entità: [si vedono] mani legate con nastro adesivo, segni di tortura, ecchimosi da urto, ferite d’arma da fuoco, corpi di persone evidentemente decedute a seguito di lunghe ore di abusi perpetrati dai criminali; corpi sui quali si distinguono segni inequivocabili di violenza sessuale e di altre sevizie della medesima natura.
Noi partiamo dal presupposto che la brutalità delle azioni commesse dai miliziani di Kiev nella regione di Kursk debba essere quanto più possibile portata all’attenzione delle organizzazioni internazionali quali l’ONU, l’OSCE e i loro dipartimenti competenti, che i rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa debbano prendere atto [di tale brutalità], e che essa debba andare a costituire oggetto di giudizio da parte degli organismi internazionali deputati alla difesa dei diritti umani, ivi comprese le organizzazioni non governative.
Siamo certi che la vera natura della giunta di Zelensky si sia manifestata in maniera quantomai evidente proprio nel villaggio di Russkoe Porečnoe, il cui nome, evidentemente, ha fornito un pretesto al regime russofobo di Kiev e alle sue bande armate [per perpetrare atti violenti]: è proprio a tutto ciò che è russo che l’attuale regime post-Maidan sta facendo la guerra, con il sostegno dell’Occidente collettivo.
🔗Il testo integrale
#KievRegimeCrimes #RusskoyePorechnoye


31.03.202518:28
🎙️ Dall’intervento di Alexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, alla Conferenza delle associazioni per la promozione dell’amicizia tra la Russia e l’Italia
(29 marzo 2025, Roma)
• Il vostro operato contribuisce a costituire proprio quella massa critica dotata di buon senso la quale, sovente, è in grado di rallentare o addirittura di inibire quel volano di propaganda antirussa che in Italia gira vorticosamente, e che purtroppo nutre delle sue narrazioni menzognere i vertici del Paese. I nostri interlocutori ufficiali, ovvero gli esponenti del Governo, del Parlamento e del Ministero degli Esteri, non hanno alcuna intenzione di fermarsi a guardare quanto sta accadendo in maniera obiettiva, di valutare la situazione con lucidità, né di riflettere sulla necessità di smetterla di procedere in direzione di una guerra contro la Russia, che comporterebbe conseguenze assolutamente drammatiche per le sorti dell’Europa e del mondo intero.
• Si insidia nelle menti e nei cuori degli europei, l’idea secondo cui la Russia sarebbe una “potenza di seconda categoria, che non ha il diritto di dettare all’Europa le sue condizioni”. E tutto questo viene affiancato dai continui tentativi di falsificare la storia. Le menti delle giovani generazioni sono sottoposte a un martellamento continuo, con il quale si vuole inculcare in loro l’idea che “Mosca non ha mai sconfitto il nazismo nella Seconda Guerra Mondiale”. Si ha quasi la sensazione che a Bruxelles si siano ormai stancati della loro stessa viscida retorica sulla democrazia e sulla libertà di parola e che ormai, senza più farne mistero, abbiano adottato i metodi di manipolazione della coscienza collettiva che erano tipici del nazismo. Evidentemente, il famoso principio di Goebbels secondo cui “Più grande è la menzogna, più è prababile che la gente ci creda” dev’essersi impresso saldamente nelle menti dei burocrati europei.
• Mentre invece l’Unione Europea, da parte sua, sta cercando di metterci i bastoni tra le ruote e sta facendo di tutto per ostacolare il processo di pace. Il programma di riarmo promosso dai vertici dell’Unione Europea rischia di impoverire i cittadini europei e di trasformarsi in un riarmo incontrollato della Germania, la quale, come ben ricordiamo, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso si tramutò nel Terzo Reich. Oggi è ancora possibile che si ripeta una cosa del genere? Sì, è del tutto possibile. […] In Europa si sta promuovendo la tesi secondo cui la Russia, dopo l’Ucraina, potrebbe e, anzi, vorrebbe attaccare l’Europa! Si sta cercando di convincere la popolazione europea del fatto che sussiste una “minaccia esistenziale” proveniente dalla Russia, minaccia che sarebbe forse possibile scongiurare soltanto attraverso la demolizione dello Stato russo.
• Come voi probabilmente già sapete, l’Italia è stata inserita nella lista dei Paesi ostili alla Russia. E il fatto che si trovi nella lista è assolutamente giustificato. Dopotutto, è proprio in questa luce che noi vediamo il Governo italiano. Come ha affermato il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov, “non esistono, e non possono esistere popoli che a priori siano ostili nei confronti dei russi”. Il nostro Paese è sempre stato un centro di attrazione e un punti di riferimento morale per coloro che hanno a cuore gli ideali della pace mondiale, della giustizia, dell’amicizia e della cooperazione, e da sempre si impegna a diffondere quelli che sono i valori tradizionali: tanto che oggi si recano a vivere e a lavorare da noi, con grande speranza, quelle persone che sono rimaste deluse dall’Occidente e dai suoi cosiddetti valori. Il nostro Paese non si è mai chiuso nei confronti di nessuno, e anzi è pronto a spalancare le sue porte a coloro che giungono animati da intenzioni pure e da buoni sentimenti.
🔗 Il testo integrale
(29 marzo 2025, Roma)
• Il vostro operato contribuisce a costituire proprio quella massa critica dotata di buon senso la quale, sovente, è in grado di rallentare o addirittura di inibire quel volano di propaganda antirussa che in Italia gira vorticosamente, e che purtroppo nutre delle sue narrazioni menzognere i vertici del Paese. I nostri interlocutori ufficiali, ovvero gli esponenti del Governo, del Parlamento e del Ministero degli Esteri, non hanno alcuna intenzione di fermarsi a guardare quanto sta accadendo in maniera obiettiva, di valutare la situazione con lucidità, né di riflettere sulla necessità di smetterla di procedere in direzione di una guerra contro la Russia, che comporterebbe conseguenze assolutamente drammatiche per le sorti dell’Europa e del mondo intero.
• Si insidia nelle menti e nei cuori degli europei, l’idea secondo cui la Russia sarebbe una “potenza di seconda categoria, che non ha il diritto di dettare all’Europa le sue condizioni”. E tutto questo viene affiancato dai continui tentativi di falsificare la storia. Le menti delle giovani generazioni sono sottoposte a un martellamento continuo, con il quale si vuole inculcare in loro l’idea che “Mosca non ha mai sconfitto il nazismo nella Seconda Guerra Mondiale”. Si ha quasi la sensazione che a Bruxelles si siano ormai stancati della loro stessa viscida retorica sulla democrazia e sulla libertà di parola e che ormai, senza più farne mistero, abbiano adottato i metodi di manipolazione della coscienza collettiva che erano tipici del nazismo. Evidentemente, il famoso principio di Goebbels secondo cui “Più grande è la menzogna, più è prababile che la gente ci creda” dev’essersi impresso saldamente nelle menti dei burocrati europei.
• Mentre invece l’Unione Europea, da parte sua, sta cercando di metterci i bastoni tra le ruote e sta facendo di tutto per ostacolare il processo di pace. Il programma di riarmo promosso dai vertici dell’Unione Europea rischia di impoverire i cittadini europei e di trasformarsi in un riarmo incontrollato della Germania, la quale, come ben ricordiamo, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso si tramutò nel Terzo Reich. Oggi è ancora possibile che si ripeta una cosa del genere? Sì, è del tutto possibile. […] In Europa si sta promuovendo la tesi secondo cui la Russia, dopo l’Ucraina, potrebbe e, anzi, vorrebbe attaccare l’Europa! Si sta cercando di convincere la popolazione europea del fatto che sussiste una “minaccia esistenziale” proveniente dalla Russia, minaccia che sarebbe forse possibile scongiurare soltanto attraverso la demolizione dello Stato russo.
• Come voi probabilmente già sapete, l’Italia è stata inserita nella lista dei Paesi ostili alla Russia. E il fatto che si trovi nella lista è assolutamente giustificato. Dopotutto, è proprio in questa luce che noi vediamo il Governo italiano. Come ha affermato il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov, “non esistono, e non possono esistere popoli che a priori siano ostili nei confronti dei russi”. Il nostro Paese è sempre stato un centro di attrazione e un punti di riferimento morale per coloro che hanno a cuore gli ideali della pace mondiale, della giustizia, dell’amicizia e della cooperazione, e da sempre si impegna a diffondere quelli che sono i valori tradizionali: tanto che oggi si recano a vivere e a lavorare da noi, con grande speranza, quelle persone che sono rimaste deluse dall’Occidente e dai suoi cosiddetti valori. Il nostro Paese non si è mai chiuso nei confronti di nessuno, e anzi è pronto a spalancare le sue porte a coloro che giungono animati da intenzioni pure e da buoni sentimenti.
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26.03.202521:14
⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia
Il regime terrorista di Kiev continua senza sosta a commettere sanguinosi crimini nei confronti di giornalisti e operatori dei media russi, impegnati nello svolgimento di incarichi assegnati dalle rispettive redazioni nella zona dell’Operazione Militare Speciale.
Oggi, 26 marzo 2025, nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, un’auto della troupe di “Primo Canale”, inviata dalla propria redazione, è stata fatta esplodere con una mina piazzata dai terroristi del regime di Kiev. Nell’attentato, è morta la corrispondente Anna Prokofieva, mentre l’operatore Dmitry Volkov ha riportato gravi ferite.
Il 24 marzo 2025, come nel caso del reporter italiano Andrea Rocchelli e del suo interprete Andrej Mironov, i colpi di artiglieria deliberatamente direzionati sui giornalisti dalle Forze Armate ucraine, con l’ausilio di sistemi missilistici a lancio multiplo e di ordigni ad alta precisione, sono costati la vita ad Aleksandr Fedorčak, corrispondente di guerra per la testata giornalistica “Izevstija”, ad Andrej Panov, cameraman del canale televisivo “Zvezda” e all’autista della troupe televisiva, Aleksandr Sirkeli, mentre un altro corrispondente del canale televisivo “Zvezda”, Nikita Gol’din, è rimasto gravemente ferito. L’attacco ha colpito l’automobile della troupe, un veicolo civile facilmente riconoscibile [...]
Ma come hanno reagito in Italia a un'atrocità del genere? La risposta a questa domanda è che non hanno reagito affatto. A non trovare il tempo per dire una parola non sono stati solo gli esimi politici, i vertici del Governo o del Parlamento o del Ministero degli Esteri, ma neppure i giornalisti italiani, i quali in teoria dovrebbero essere i primi ad alzare la voce in difesa dei loro colleghi russi e che, invece, hanno evitato accuratamente l’argomento. Nessuna delle maggiori testate d’informazione, dai quotidiani nazionali alle agenzie di stampa, ha dato copertura a quanto avvenuto, e questo nonostante il fatto che i dettagli in merito a questi crimini sono stati immediatamente trasmessi a tutti i media e riportati anche da Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, nei suoi commenti.
Non è strano che ogni qualvolta Maria Zakharova critica le discutibili affermazioni del Presidente della Repubblica Mattarella, su di lei si riversino ondate d'indignazione da parte dell’intero beau monde politico e mediatico italiano, ma che quando parla dell’ennesimo atto terroristico commesso dal regime di Kiev, allora a regnare sua un totale silenzio mediatico? Non nasconde forse questo il cinismo, il doppiopesismo e l’ipocrisia dell’intero establishment politico italiano e degli ambienti mediatici mainstream del Paese, asserviti a quegli interessi politici?
Ovviamente, noi siamo ben consapevoli di come, nella tanto democratica Italia, siano capaci di perseguitare e vessare i giornalisti, e gli opinionisti che, al contrario, con imparzialità, dignità e onore, compiono il loro dovere civile e professionale.
Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la verità e la realtà oggettiva a manifestare una propria reazione e a condannare i crimini commessi dal regime di Kiev, le cui mani sono coperte dal sangue degli operatori dei media russi, rimasti vittime dei suoi atti terroristici: Anna Prokofieva, Aleksandr Fedorčak, Andrej Panov, Aleksandr Sirkeli, Nikita Gol’din, Mikhail Skuratov, Aleksandr Martem’janov, Cemën Erëmin, Valerij Kožin, Nikita Cicagi, Julija Kuznecova, Anton Vološin, Igor’ Korneljuk, Anatolij Kljan, Andrej Stenin, Darja Dugina, Oleg Klokov, Maksim Fomin (VladlenTatarskij), Rostislav Žuravlev, Boris Maksudov.
Se i carnefici di Zelensky non vengono fermati ora, questa lista diverrà ancora più lunga.
🔗 Il testo integrale
Il regime terrorista di Kiev continua senza sosta a commettere sanguinosi crimini nei confronti di giornalisti e operatori dei media russi, impegnati nello svolgimento di incarichi assegnati dalle rispettive redazioni nella zona dell’Operazione Militare Speciale.
Oggi, 26 marzo 2025, nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, un’auto della troupe di “Primo Canale”, inviata dalla propria redazione, è stata fatta esplodere con una mina piazzata dai terroristi del regime di Kiev. Nell’attentato, è morta la corrispondente Anna Prokofieva, mentre l’operatore Dmitry Volkov ha riportato gravi ferite.
Il 24 marzo 2025, come nel caso del reporter italiano Andrea Rocchelli e del suo interprete Andrej Mironov, i colpi di artiglieria deliberatamente direzionati sui giornalisti dalle Forze Armate ucraine, con l’ausilio di sistemi missilistici a lancio multiplo e di ordigni ad alta precisione, sono costati la vita ad Aleksandr Fedorčak, corrispondente di guerra per la testata giornalistica “Izevstija”, ad Andrej Panov, cameraman del canale televisivo “Zvezda” e all’autista della troupe televisiva, Aleksandr Sirkeli, mentre un altro corrispondente del canale televisivo “Zvezda”, Nikita Gol’din, è rimasto gravemente ferito. L’attacco ha colpito l’automobile della troupe, un veicolo civile facilmente riconoscibile [...]
Ma come hanno reagito in Italia a un'atrocità del genere? La risposta a questa domanda è che non hanno reagito affatto. A non trovare il tempo per dire una parola non sono stati solo gli esimi politici, i vertici del Governo o del Parlamento o del Ministero degli Esteri, ma neppure i giornalisti italiani, i quali in teoria dovrebbero essere i primi ad alzare la voce in difesa dei loro colleghi russi e che, invece, hanno evitato accuratamente l’argomento. Nessuna delle maggiori testate d’informazione, dai quotidiani nazionali alle agenzie di stampa, ha dato copertura a quanto avvenuto, e questo nonostante il fatto che i dettagli in merito a questi crimini sono stati immediatamente trasmessi a tutti i media e riportati anche da Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, nei suoi commenti.
Non è strano che ogni qualvolta Maria Zakharova critica le discutibili affermazioni del Presidente della Repubblica Mattarella, su di lei si riversino ondate d'indignazione da parte dell’intero beau monde politico e mediatico italiano, ma che quando parla dell’ennesimo atto terroristico commesso dal regime di Kiev, allora a regnare sua un totale silenzio mediatico? Non nasconde forse questo il cinismo, il doppiopesismo e l’ipocrisia dell’intero establishment politico italiano e degli ambienti mediatici mainstream del Paese, asserviti a quegli interessi politici?
Ovviamente, noi siamo ben consapevoli di come, nella tanto democratica Italia, siano capaci di perseguitare e vessare i giornalisti, e gli opinionisti che, al contrario, con imparzialità, dignità e onore, compiono il loro dovere civile e professionale.
Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la verità e la realtà oggettiva a manifestare una propria reazione e a condannare i crimini commessi dal regime di Kiev, le cui mani sono coperte dal sangue degli operatori dei media russi, rimasti vittime dei suoi atti terroristici: Anna Prokofieva, Aleksandr Fedorčak, Andrej Panov, Aleksandr Sirkeli, Nikita Gol’din, Mikhail Skuratov, Aleksandr Martem’janov, Cemën Erëmin, Valerij Kožin, Nikita Cicagi, Julija Kuznecova, Anton Vološin, Igor’ Korneljuk, Anatolij Kljan, Andrej Stenin, Darja Dugina, Oleg Klokov, Maksim Fomin (VladlenTatarskij), Rostislav Žuravlev, Boris Maksudov.
Se i carnefici di Zelensky non vengono fermati ora, questa lista diverrà ancora più lunga.
🔗 Il testo integrale


13.03.202518:54
🎙 Dall’intervista a Sergey Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, per i blogger americani Mario Nawfal, Larry C.Johnson e Andrew Napolitano
❓ Domanda: Come potrebbe commentare quanto dichiarato dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, nel giugno 2024, sulle condizioni indispensabili per risolvere il conflitto, per iniziare i negoziati con l’Ucraina? Il mio punto di vista è che la posizione del Presidente Putin sia rimasta tale. La Sua posizione, Ministro, a quanto vedo, è la stessa del Presidente e corrisponde a quanto affermato dal Suo Sottosegretario, Sergey Ryabkov. Penso, tuttavia, che talune persone in Occidente credano che voi diciate una cosa, ma in realtà la pensiate altrimenti.
💬 E che si sbaglino pure. La nostra coscienza è trasparente e pulita [...] Nello specifico contesto di questa crisi, sappiamo cosa vada fatto per non scendere a compromessi che metterebbero a rischio il destino delle persone.
Non si tratta di territori, ma di persone, le quali - per mezzo di leggi - sono state private della loro Storia. Già prima dell’inizio dell’Operazione Militare Speciale, mentre la guerra proseguiva in violazione agli Accordi di Minsk, in un’intervista del settembre 2021, è stata posta a Zelensky una domanda, ovvero cosa ne pensasse delle persone che si trovavano dall’altra parte del fronte. Ha risposto che esistono "persone" ed esistono “capi [di bestiame]”. Poi ha aggiunto che - se qualcuno vive in Ucraina e si sente parte della cultura russa - il suo consiglio è, per il bene dei figli e per il futuro dei nipoti, di andarsene in Russia, di levare le tende dall’Ucraina. [...]
La consequenzialità di questi eventi ci ha imposto di concentrarci completamente per raggiungere risultati che vadano a beneficio delle persone e che le possano salvare. C'è chi dice che dovremmo riportare l’Ucraina ai confini del 1991 e che la Russia dovrebbe “andarsene”.
I territori sono importanti solo perché ci vivono le persone. E chi vive in quelle terre, quelle che Zelensky vuole riprendersi, sono i discendenti di coloro che, nel corso dei secoli, hanno costruito Odessa e altre città, i porti e le strade, che hanno sviluppato queste terre, sono persone legate alla propria Storia [...]
❓ Domanda: Come potrebbe commentare quanto dichiarato dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, nel giugno 2024, sulle condizioni indispensabili per risolvere il conflitto, per iniziare i negoziati con l’Ucraina? Il mio punto di vista è che la posizione del Presidente Putin sia rimasta tale. La Sua posizione, Ministro, a quanto vedo, è la stessa del Presidente e corrisponde a quanto affermato dal Suo Sottosegretario, Sergey Ryabkov. Penso, tuttavia, che talune persone in Occidente credano che voi diciate una cosa, ma in realtà la pensiate altrimenti.
💬 E che si sbaglino pure. La nostra coscienza è trasparente e pulita [...] Nello specifico contesto di questa crisi, sappiamo cosa vada fatto per non scendere a compromessi che metterebbero a rischio il destino delle persone.
Non si tratta di territori, ma di persone, le quali - per mezzo di leggi - sono state private della loro Storia. Già prima dell’inizio dell’Operazione Militare Speciale, mentre la guerra proseguiva in violazione agli Accordi di Minsk, in un’intervista del settembre 2021, è stata posta a Zelensky una domanda, ovvero cosa ne pensasse delle persone che si trovavano dall’altra parte del fronte. Ha risposto che esistono "persone" ed esistono “capi [di bestiame]”. Poi ha aggiunto che - se qualcuno vive in Ucraina e si sente parte della cultura russa - il suo consiglio è, per il bene dei figli e per il futuro dei nipoti, di andarsene in Russia, di levare le tende dall’Ucraina. [...]
La consequenzialità di questi eventi ci ha imposto di concentrarci completamente per raggiungere risultati che vadano a beneficio delle persone e che le possano salvare. C'è chi dice che dovremmo riportare l’Ucraina ai confini del 1991 e che la Russia dovrebbe “andarsene”.
I territori sono importanti solo perché ci vivono le persone. E chi vive in quelle terre, quelle che Zelensky vuole riprendersi, sono i discendenti di coloro che, nel corso dei secoli, hanno costruito Odessa e altre città, i porti e le strade, che hanno sviluppato queste terre, sono persone legate alla propria Storia [...]


10.03.202508:01
📰 Dalle risposte di Alexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, alle domande del “Corriere della Sera”, 7 marzo 2025
• Non rientra nella prassi della Russia né dei suoi rappresentanti il voler dettare agli altri Paesi a quale politica si debbano attenere. Lei dovrebbe sapere molto bene in quali capitali del mondo si trovano i principali ispiratori, i maestri assoluti di tale approccio politico. Ritengo che anche i vertici di Roma dovranno inevitabilmente giungere alla consapevolezza del fatto che la linea da loro sostenuta, che prevede di appoggiare “a 360 gradi” il regime illegittimo e criminale di Kiev, è profondamente sbagliata.
• Le accuse rivolte alla Russia in merito agli attacchi hacker condotti ai danni di enti e articolazioni statali di importanza critica sono ormai parte integrante del panorama che caratterizza questa guerra ibrida portata avanti dall’Occidente contro il mio Paese. […] Attribuire la responsabilità di ogni male agli “hacker russi” è una strategia molto vantaggiosa, che da un lato permette di predisporre l’opinione pubblica a volersi schierare contro la Russia e i russi, facendo eco alla russofobia promossa a livello ufficiale, mentre dall’altro lato permette di non doversi neppure curare di esibire testimonianze o prove che possano confermare che certi eventi negativi sono stati veramente causati da un lavoro di hackeraggio proveniente da Mosca.
• Tra i miei interlocutori ci sono stati anche coloro che si attenevano con rigore ai vari modelli, raccomandazioni e slogan approvati dalla tedesca Von Der Leyen e dai suoi accoliti in merito a come ci si debba relazionare con i rappresentanti ufficiali della Federazione Russa: ciò che va assolutamente detto, di cosa si dovrebbe parlare, e cosa invece non si deve neppure menzionare. Ancora adesso capita di incontrare questi personaggi alquanto curiosi, i quali, anche dopo che il Presidente Trump ha dichiarato di voler intraprendere un percorso di ripristino del dialogo, rimangono, come prima, ermeticamente chiusi a qualsiasi contatto con i diplomatici russi. Tali personaggi sono letteralmente dominati dal terrore primordiale della possibilità stessa di trovarsi a prendere parte a un evento assieme all’Ambasciatore della Federazione Russa, per non parlare di quanto temono di venire immortalati assieme a lui in fotografia. E questo è sia triste che comico allo stesso tempo.
• Non rientra nella prassi della Russia né dei suoi rappresentanti il voler dettare agli altri Paesi a quale politica si debbano attenere. Lei dovrebbe sapere molto bene in quali capitali del mondo si trovano i principali ispiratori, i maestri assoluti di tale approccio politico. Ritengo che anche i vertici di Roma dovranno inevitabilmente giungere alla consapevolezza del fatto che la linea da loro sostenuta, che prevede di appoggiare “a 360 gradi” il regime illegittimo e criminale di Kiev, è profondamente sbagliata.
• Le accuse rivolte alla Russia in merito agli attacchi hacker condotti ai danni di enti e articolazioni statali di importanza critica sono ormai parte integrante del panorama che caratterizza questa guerra ibrida portata avanti dall’Occidente contro il mio Paese. […] Attribuire la responsabilità di ogni male agli “hacker russi” è una strategia molto vantaggiosa, che da un lato permette di predisporre l’opinione pubblica a volersi schierare contro la Russia e i russi, facendo eco alla russofobia promossa a livello ufficiale, mentre dall’altro lato permette di non doversi neppure curare di esibire testimonianze o prove che possano confermare che certi eventi negativi sono stati veramente causati da un lavoro di hackeraggio proveniente da Mosca.
• Tra i miei interlocutori ci sono stati anche coloro che si attenevano con rigore ai vari modelli, raccomandazioni e slogan approvati dalla tedesca Von Der Leyen e dai suoi accoliti in merito a come ci si debba relazionare con i rappresentanti ufficiali della Federazione Russa: ciò che va assolutamente detto, di cosa si dovrebbe parlare, e cosa invece non si deve neppure menzionare. Ancora adesso capita di incontrare questi personaggi alquanto curiosi, i quali, anche dopo che il Presidente Trump ha dichiarato di voler intraprendere un percorso di ripristino del dialogo, rimangono, come prima, ermeticamente chiusi a qualsiasi contatto con i diplomatici russi. Tali personaggi sono letteralmente dominati dal terrore primordiale della possibilità stessa di trovarsi a prendere parte a un evento assieme all’Ambasciatore della Federazione Russa, per non parlare di quanto temono di venire immortalati assieme a lui in fotografia. E questo è sia triste che comico allo stesso tempo.
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31.10.202409:12
31.03.202518:28
Il 29 marzo 2025, la Casa Russa a Roma ha ospitato la Conferenza delle associazioni per la promozione dell’amicizia tra la Russia e l’Italia, evento dedicato ai cento anni della diplomazia pubblica russa e promosso altresì in vista dell’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica.
L’evento è stato organizzato dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia in collaborazione con la Rappresentanza dell’Agenzia federale russa Rossotrudničestvo a Roma.
🎙️A dare inizio ai lavori della Conferenza è stato Alexey Paramonov, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia:
Nel suo videomessaggio rivolto ai partecipanti, Dmitrij Polikanov, Vice Direttore di Rossotrudničestvo, ha osservato quanto segue:
Alla Conferenza hanno preso parte il Ministro Consigliere dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Mikhail Rossiyskiy, il Console Generale della Federazione Russa a Milano Dmitrij Štodin, il Direttore della Casa Russa a Roma Darija Puškova, gli esponenti di numerose associazioni italiane che operano nelle regioni Lazio, Campania, Abruzzo, Veneto, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Sardegna, nonché diversi connazionali e giornalisti.
Nel corso delle tre sessioni in cui si è articolata la Conferenza, i partecipanti hanno fornito le loro valutazioni in merito allo stato attuale delle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi, così come sul contributo che la diplomazia pubblica e culturale ha saputo dare alla promozione del dialogo tra la Russia e l’Italia. Inoltre, ha avuto luogo un dibattito approfondito sulle questioni riguardanti la falsificazione dei fatti storici della Seconda Guerra Mondiale e i tentativi messi in atto dalle comunità di esperti in Occidente al fine di sminuire il ruolo svolto dall’Unione Sovietica nella Vittoria.
Il filo conduttore degli interventi è stato, da un lato, la constatazione del carattere controproducente delle politiche intraprese dagli attuali vertici al potere in Italia, volte allo smantellamento del dialogo e della cooperazione con la Russia, e dall’altro, il riconoscimento dell’interesse di tutti gli amici della Russia in Italia, ovvero di una porzione significativa della società civile italiana, a voler ripristinare quanto prima dei contatti liberi da impedimenti, dei rapporti di reciproco vantaggio in tutti i settori, a partire da quello della cultura, dell’istruzione e della scienza.
🖼️ All’ingresso della sala in cui si è svolta la Conferenza, è stata allestita la mostra dal titolo “Carboni del Donbass”, dell’artista Sergej Marčenko.
🎶 La Conferenza si è conclusa con un concerto eseguito da giovani musicisti italiani della Scuola Internazionale di Musica “Avos Project”, i quali hanno interpretato con grande trasporto un repertorio preparato appositamente per la Conferenza e composto da opere di Dmitrij Šostakovič, Sergej Rachmaninov e Nikolaj Metner.
L’evento è stato organizzato dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia in collaborazione con la Rappresentanza dell’Agenzia federale russa Rossotrudničestvo a Roma.
🎙️A dare inizio ai lavori della Conferenza è stato Alexey Paramonov, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia:
“Sono state promosse molte iniziative volte a sfatare le linee artificiosamente divisive e i miti antirussi imposti dall’alto; iniziative altresì finalizzate alla promozione della cooperazione in campo culturale, ma anche a preservare l’interesse verso lo studio della lingua russa. Ed ha un valore inestimabile il vostro impegno nel contrastare le vergognose manifestazioni di russofobia in Italia e nel favorire una normalizzazione della situazione per i nostri connazionali russi che risiedono nella Penisola.”
Nel suo videomessaggio rivolto ai partecipanti, Dmitrij Polikanov, Vice Direttore di Rossotrudničestvo, ha osservato quanto segue:
“Stiamo vivendo un periodo complicato, tra la Russia e l’Europa i rapporti sono difficili; ma in tutti questi anni siete stati proprio voi a saper dimostrare che esiste spazio per la cooperazione, e che c’è un margine enorme per lavorare [insieme], per attuare delle azioni congiunte. Ed è bellissimo che il vostro impegno non si stia rivelando vano e che oggi, come in precedenza, moltissime persone in Europa siano convinte del fatto che è necessario intrattenere rapporti amichevoli con la Russia, e che questo gioverebbe all’Unione Europea, ma anche alla Russia”.
Alla Conferenza hanno preso parte il Ministro Consigliere dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Mikhail Rossiyskiy, il Console Generale della Federazione Russa a Milano Dmitrij Štodin, il Direttore della Casa Russa a Roma Darija Puškova, gli esponenti di numerose associazioni italiane che operano nelle regioni Lazio, Campania, Abruzzo, Veneto, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Sardegna, nonché diversi connazionali e giornalisti.
Nel corso delle tre sessioni in cui si è articolata la Conferenza, i partecipanti hanno fornito le loro valutazioni in merito allo stato attuale delle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi, così come sul contributo che la diplomazia pubblica e culturale ha saputo dare alla promozione del dialogo tra la Russia e l’Italia. Inoltre, ha avuto luogo un dibattito approfondito sulle questioni riguardanti la falsificazione dei fatti storici della Seconda Guerra Mondiale e i tentativi messi in atto dalle comunità di esperti in Occidente al fine di sminuire il ruolo svolto dall’Unione Sovietica nella Vittoria.
Il filo conduttore degli interventi è stato, da un lato, la constatazione del carattere controproducente delle politiche intraprese dagli attuali vertici al potere in Italia, volte allo smantellamento del dialogo e della cooperazione con la Russia, e dall’altro, il riconoscimento dell’interesse di tutti gli amici della Russia in Italia, ovvero di una porzione significativa della società civile italiana, a voler ripristinare quanto prima dei contatti liberi da impedimenti, dei rapporti di reciproco vantaggio in tutti i settori, a partire da quello della cultura, dell’istruzione e della scienza.
🖼️ All’ingresso della sala in cui si è svolta la Conferenza, è stata allestita la mostra dal titolo “Carboni del Donbass”, dell’artista Sergej Marčenko.
🎶 La Conferenza si è conclusa con un concerto eseguito da giovani musicisti italiani della Scuola Internazionale di Musica “Avos Project”, i quali hanno interpretato con grande trasporto un repertorio preparato appositamente per la Conferenza e composto da opere di Dmitrij Šostakovič, Sergej Rachmaninov e Nikolaj Metner.


21.03.202511:28
Oggi, 21 marzo 2025, Sergej Viktorovič Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, compie gli anni!
I suoi molti e fruttuosi anni a capo della diplomazia russa, la sua saggezza politica, la sua straordinaria professionalità diplomatica e il suo inimitabile carisma personale gli hanno da tempo valso il riconoscimento pubblico di "Diplomatico numero 1 al mondo".
Anche l’autorevole Enciclopedia Italiana Treccani, nel suo laconico stile accademico, nel suo articolo su Sergej Lavrov, rileva come egli “persegua con tenacia e lucidità gli interessi del governo russo nel quadro geopolitico mondiale”.
La capacità di Sergej Lavrov di rispondere con garbo e col sorriso a qualsiasi sfida riflette il suo stile unico e lascia disarmati anche i più accaniti oppositori della Russia. Di fronte ai continui attacchi contro il nostro Paese, alle provocazioni e all'ondata di russofobia che ha travolto i Paesi ostili, di fronte a qualsiasi accusa assurda e ai miti più ridicoli, il Ministro Lavrov trova sempre risposte opportune ed efficaci.
Auguriamo al nostro caro Ministro buona salute, energia e nuovi successi nella tutela degli interessi della Russia, nel rafforzamento dei principi di coesistenza pacifica, di stabilità, di buon vicinato, di uguaglianza e multipolarità sull'arena internazionale!
I suoi molti e fruttuosi anni a capo della diplomazia russa, la sua saggezza politica, la sua straordinaria professionalità diplomatica e il suo inimitabile carisma personale gli hanno da tempo valso il riconoscimento pubblico di "Diplomatico numero 1 al mondo".
Anche l’autorevole Enciclopedia Italiana Treccani, nel suo laconico stile accademico, nel suo articolo su Sergej Lavrov, rileva come egli “persegua con tenacia e lucidità gli interessi del governo russo nel quadro geopolitico mondiale”.
La capacità di Sergej Lavrov di rispondere con garbo e col sorriso a qualsiasi sfida riflette il suo stile unico e lascia disarmati anche i più accaniti oppositori della Russia. Di fronte ai continui attacchi contro il nostro Paese, alle provocazioni e all'ondata di russofobia che ha travolto i Paesi ostili, di fronte a qualsiasi accusa assurda e ai miti più ridicoli, il Ministro Lavrov trova sempre risposte opportune ed efficaci.
Auguriamo al nostro caro Ministro buona salute, energia e nuovi successi nella tutela degli interessi della Russia, nel rafforzamento dei principi di coesistenza pacifica, di stabilità, di buon vicinato, di uguaglianza e multipolarità sull'arena internazionale!


12.03.202515:21
⚡️Dalla Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito all’ennesimo brutale attacco condotto dal regime di Kiev contro i civili russi
Nella notte tra il 10 e l’11 marzo, la giunta neonazista di Kiev ha rivelato ancora una volta quella che è la sua vile natura terroristica, conducendo un massiccio attacco ai danni di diverse regioni russe, tra le quali Mosca e l’intera regione circostante, servendosi di droni imbottiti di materiale metallico atto a massimizzare i danni (sono stati abbattuti 337 droni)[...]
Purtroppo, non sono mancate le vittime. In molti sono rimasti coinvolti, tra cui anche dei bambini. [...]
Non ci sono dubbi sul fatto che questo raid effettuato con i droni era stato preparato in anticipo, e pianificato affinché coincidesse con i colloqui previsti per oggi in Arabia Saudita tra USA e Ucraina in merito alla risoluzione del conflitto. E si è trattato altresì di una sorta di segnale lanciato al nuovo Segretario Generale dell’OSCE, Feridun Sinirlioğlu, giunto in visita ufficiale a Mosca. Ricorrendo a tali metodi così brutali, la cricca di Kiev, costretta a subire sconfitte sul campo di battaglia ormai ogni giorno, sta tentando di dare prova della sua capacità di condurre negoziati “da una posizione di forza”.
Ma di fatto il regime di Zelensky, che ha ormai perso ogni contatto con la realtà, dimostra di mancare totalmente della volontà politica di giungere per vie diplomatiche alla pace e a una risoluzione del conflitto. Come in precedenza, il regime di Kiev è tuttora ossessionato dal pensiero martellante di voler infliggere una sconfitta alla Russia, ricorrendo senza indugio a crudeli modalità terroristiche e tentando di trascinare in queste azioni aggressive anche i suoi alleati.
È evidente come la responsabilità di questo attentato ricada su tutti quei Paesi che continuano con scellerata ostinazione a fornire alla cricca al potere a Kiev armamenti letali in grandi quantità, contribuendo in questo modo alle sue azioni efferate.
Nella notte tra il 10 e l’11 marzo, la giunta neonazista di Kiev ha rivelato ancora una volta quella che è la sua vile natura terroristica, conducendo un massiccio attacco ai danni di diverse regioni russe, tra le quali Mosca e l’intera regione circostante, servendosi di droni imbottiti di materiale metallico atto a massimizzare i danni (sono stati abbattuti 337 droni)[...]
Purtroppo, non sono mancate le vittime. In molti sono rimasti coinvolti, tra cui anche dei bambini. [...]
Non ci sono dubbi sul fatto che questo raid effettuato con i droni era stato preparato in anticipo, e pianificato affinché coincidesse con i colloqui previsti per oggi in Arabia Saudita tra USA e Ucraina in merito alla risoluzione del conflitto. E si è trattato altresì di una sorta di segnale lanciato al nuovo Segretario Generale dell’OSCE, Feridun Sinirlioğlu, giunto in visita ufficiale a Mosca. Ricorrendo a tali metodi così brutali, la cricca di Kiev, costretta a subire sconfitte sul campo di battaglia ormai ogni giorno, sta tentando di dare prova della sua capacità di condurre negoziati “da una posizione di forza”.
Ma di fatto il regime di Zelensky, che ha ormai perso ogni contatto con la realtà, dimostra di mancare totalmente della volontà politica di giungere per vie diplomatiche alla pace e a una risoluzione del conflitto. Come in precedenza, il regime di Kiev è tuttora ossessionato dal pensiero martellante di voler infliggere una sconfitta alla Russia, ricorrendo senza indugio a crudeli modalità terroristiche e tentando di trascinare in queste azioni aggressive anche i suoi alleati.
È evidente come la responsabilità di questo attentato ricada su tutti quei Paesi che continuano con scellerata ostinazione a fornire alla cricca al potere a Kiev armamenti letali in grandi quantità, contribuendo in questo modo alle sue azioni efferate.


15.02.202521:30
Maria Zakharova:
Il nostro commento di ieri, espresso durante la conferenza stampa in merito all'impensabile discorso di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, in cui ha paragonato la Russia al Terzo Reich, ha centrato il bersaglio: i russofobi locali hanno reagito in modo scomposto.
Il "Corriere della Sera" è sceso al livello degli attacchi personali.
“Dal febbraio 2022, invece, è entrata in una lista meno glamour, quella delle personalità russe sanzionate, bandite dai viaggi in Occidente e alle quali sono stati congelati i conti esteri. Da allora, sempre supergriffata, lo shopping va a farlo a Dubai”, scrive l'editorialista della testata Paolo Valentino, che conosciamo e che in passato ha tentato di mantenere un approccio analitico. Tuttavia, nel tentativo di difendere il proprio Presidente, le cui dichiarazioni blasfeme avevo già ampiamente commentato ieri, è scivolato nell’attacco personale, concedendosi espressioni poco lusinghiere nei miei confronti.
Egregio Direttore del Corriere della Sera, Dottor Luciano Fontana,
desidero ringraziarLa per il fatto che il Suo giornale abbia definito “super-brand” i vestiti dei produttori russi. Indosso, infatti, vestiti fatti in Russia e li compro in Russia. Mi fa piacere che lo abbia apprezzato anche il Suo collaboratore, il Dottor Valentino.
Non mi sono mai recata all’estero per fare shopping, né in Italia, né in altri Paesi. Ho interessi ben diversi: musei, balletto, cinema, letteratura, poesia, design, giardinaggio e alcuni valori tradizionali, come il dialogo e la comunicazione. Sono questi miei interessi, non lo “shopping”.
Dal 2014, anno in cui sono state introdotte le prime sanzioni contro la Federazione Russa, ho scelto per principio di comprare esclusivamente prodotti nazionali, sostenendo così l’industria e l’economia del mio Paese cosa di cui ho parlato più volte nelle interviste.
Quanto a Dubai, ci sono stata soltanto in occasione di missioni, facendo parte di delegazioni ufficiali.
Intendo che Le piaccia il mio stile. Ciò dimostra che Lei è un italiano vero. E sa perché? Perché io sono russa e ho lo stesso stile.
Mi auguro che avrà il coraggio di riconoscere che il suo articolo era una fake news e di pubblicare una smentita.
Il vero problema, tuttavia, è che il "Corriere della Sera" continua a diffondere informazioni sulla Russia con lo stesso approccio falso e distorto. Ancora una volta, sulle vostre pagine è comparsa la tesi secondo cui la Russia avrebbe “attaccato l’Ucraina”. Avete citato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni politici e parlamentari italiani, quasi la metà del Parlamento, nel tentativo di screditarmi. Comprendo che le mie parole vi abbiano toccato nel vivo.
Ma perché non avete citato, come fate regolarmente da anni, anche il Presidente degli Stati Uniti? Proprio di recente, il nuovo inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che, se non fosse stato per il vostro amato Joe Biden, gli eventi non si sarebbero sviluppati in questo modo.
A tal proposito, desidero segnalare che in Italia è stata attivata una petizione nella quale si afferma, tra le altre cose: “Il popolo italiano non condivide la dichiarazione del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e desidera porgere le proprie scuse alla Federazione Russa e all’intero popolo russo”. Al momento della stesura di questo testo, la petizione ha raccolto 2.644 firme.
P.S. Se Lei fosse davvero interessato agli stilisti russi da cui mi servo, posso fornirLe i loro nomi. Così come un invito al prossimo forum russo “Dialogo sulle fake news”.
Il nostro commento di ieri, espresso durante la conferenza stampa in merito all'impensabile discorso di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, in cui ha paragonato la Russia al Terzo Reich, ha centrato il bersaglio: i russofobi locali hanno reagito in modo scomposto.
Il "Corriere della Sera" è sceso al livello degli attacchi personali.
“Dal febbraio 2022, invece, è entrata in una lista meno glamour, quella delle personalità russe sanzionate, bandite dai viaggi in Occidente e alle quali sono stati congelati i conti esteri. Da allora, sempre supergriffata, lo shopping va a farlo a Dubai”, scrive l'editorialista della testata Paolo Valentino, che conosciamo e che in passato ha tentato di mantenere un approccio analitico. Tuttavia, nel tentativo di difendere il proprio Presidente, le cui dichiarazioni blasfeme avevo già ampiamente commentato ieri, è scivolato nell’attacco personale, concedendosi espressioni poco lusinghiere nei miei confronti.
Egregio Direttore del Corriere della Sera, Dottor Luciano Fontana,
desidero ringraziarLa per il fatto che il Suo giornale abbia definito “super-brand” i vestiti dei produttori russi. Indosso, infatti, vestiti fatti in Russia e li compro in Russia. Mi fa piacere che lo abbia apprezzato anche il Suo collaboratore, il Dottor Valentino.
Non mi sono mai recata all’estero per fare shopping, né in Italia, né in altri Paesi. Ho interessi ben diversi: musei, balletto, cinema, letteratura, poesia, design, giardinaggio e alcuni valori tradizionali, come il dialogo e la comunicazione. Sono questi miei interessi, non lo “shopping”.
Dal 2014, anno in cui sono state introdotte le prime sanzioni contro la Federazione Russa, ho scelto per principio di comprare esclusivamente prodotti nazionali, sostenendo così l’industria e l’economia del mio Paese cosa di cui ho parlato più volte nelle interviste.
Quanto a Dubai, ci sono stata soltanto in occasione di missioni, facendo parte di delegazioni ufficiali.
Intendo che Le piaccia il mio stile. Ciò dimostra che Lei è un italiano vero. E sa perché? Perché io sono russa e ho lo stesso stile.
Mi auguro che avrà il coraggio di riconoscere che il suo articolo era una fake news e di pubblicare una smentita.
Il vero problema, tuttavia, è che il "Corriere della Sera" continua a diffondere informazioni sulla Russia con lo stesso approccio falso e distorto. Ancora una volta, sulle vostre pagine è comparsa la tesi secondo cui la Russia avrebbe “attaccato l’Ucraina”. Avete citato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni politici e parlamentari italiani, quasi la metà del Parlamento, nel tentativo di screditarmi. Comprendo che le mie parole vi abbiano toccato nel vivo.
Ma perché non avete citato, come fate regolarmente da anni, anche il Presidente degli Stati Uniti? Proprio di recente, il nuovo inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che, se non fosse stato per il vostro amato Joe Biden, gli eventi non si sarebbero sviluppati in questo modo.
A tal proposito, desidero segnalare che in Italia è stata attivata una petizione nella quale si afferma, tra le altre cose: “Il popolo italiano non condivide la dichiarazione del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e desidera porgere le proprie scuse alla Federazione Russa e all’intero popolo russo”. Al momento della stesura di questo testo, la petizione ha raccolto 2.644 firme.
P.S. Se Lei fosse davvero interessato agli stilisti russi da cui mi servo, posso fornirLe i loro nomi. Così come un invito al prossimo forum russo “Dialogo sulle fake news”.
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