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IL SEGRETO DEI FRATELLI DEL LIBERO SPIRITO. Pagine di esoterismo medievale

- Massimo Frana, Mimesis, Sesto San Giovanni (2012)

I Fratelli del Libero Spirito rappresentarono, lungo il Basso Medioevo, un movimento esoterico di difficile individuazione. Solo la condanna da parte del Concilio di Vienne (1311-1312) in qualche modo li individua, dando loro il nome stesso con cui sono ricordati ed elencandone alcune proposizioni, bollate come eretiche e in grado di condurre all’apostasia. La contestuale soppressione dei Templari, da parte di quel Concilio, farà passare in secondo piano la condanna del Libero Spirito. Vienne segnò la fine di un mondo e di un progetto culturale. Grandi figure, che orbitarono intorno a questo movimento, furono in particolare quelle di Margherita Porete e Meister Eckhart, ma anche del beato Enrico Suso e Giovanni Taulero. Dallo studio dei documenti emerge l’ascendenza soprattutto gnostica, oltre che neoplatonica ed ermetica, presente nel progetto culturale di questa “scuola segreta”, che raccoglieva così l’eredità morale e spirituale del catarismo e del millenarismo giochimita. Gli echi del Libero Spirito si potranno udire ancora nel quietismo del Settecento e, attraverso esso, giungeranno inconfondibili alla contemporaneità.

#ConsigliDiLettura
05.02.202521:03
📚🕯 LETTURE NOTTURNE

"Il Canto dei Nibelunghi", antico poema epico germanico.

Trentaquattresima Avventura, "Come gettarono i morti fuori della sala"

(voce narrante di Marco Malaguti, voce introduttiva e proemio di Clara Tassinari)

Ogni mercoledì alle ore 22.00

Podcast Youtube
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#INibelunghi@lelephantnoir
🇧🇧 Barbados, Pesci volanti
31.01.202518:42
In un terreno privato nelle campagne di Colorno, a nord di Parma, sorge un edificio, ormai abbandonato e prossimo al crollo, che è restato involontario testimone della nostra sanguinosa storia patria. La Torre delle Acque, costruita a metà del XV secolo con funzioni di chiusa e regolamentazione dei flussi del torrente Parma e dei canali Lorno e Galasso, era probabilmente già abbandonata quando si trovò al centro della sanguinosa battaglia di Colorno, parte della più grande guerra di successione Polacca, tra le truppe imperiali di Claudio Florimondo di Mercy e Federico Luigi di Württemberg-Winnental,e quelle sabaude e francesi guidate da Carlo Emanuele III di Savoia e Carlo I di Borbone. Sull'edificio, dove si erano asserragliati alcuni moschettieri francesi, si notano ancora distintamente i segni lasciati dalle palle di cannone imperiali sparate dalle batterie del Maggior Generale Hektor Franz de Vins. Era il 4 Giugno del 1734.
LA BATTAGLIA DI PAVIA - CINQUECENTESIMO ANNIVERSARIO

🗓️ Dal 21 al 23 Febbraio 2025

📍Castello di Mirabello, via Pietro Pavesi 177, Pavia

Un grande evento, con oltre cinquecento rievocatori da tutta l'Europa e gli Stati Uniti, per ricordare la grande battaglia di Pavia che, nel 1525, vide contrapporsi l'imperatore Carlo V (sovrano di Germania, Spagna e Fiandre) e i suoi alleati milanesi e mantovani alle armate del re di Francia Francesco I, che fu sconfitto e cadde prigioniero. La battaglia, una delle più importanti dell'età moderna e che consacrò Carlo tra i più importanti sovrani della storia del mondo, rappresentò un punto focale per la storia italiana: il prossimo 24 Febbraio sarà passato mezzo millennio da quel giorno.

PROGRAMMA

Venerdi 21 Febbraio
Ore 14.00: apertura ufficiale della manifestazione
Ore 14.30- 18.00: vita da campo; visita degli accampamenti
Ore 15.30 – 16.30: esercitazioni di fanteria
Ore 18.00: chiusura dell’accampamento

Sabato 22 Febbraio
Ore 10.00 – 18.00: vita da campo, esercitazioni di fanteria, visita degli accampamenti
Ore 10.30: Chiesa di S. Maria Assunta in Mirabello. Tradizionale S. Messa in rito Tridentino in suffragio dei morti del 24 Febbraio 1525
Ore 14.00 -16.00: prova della battaglia
Ore 18,00: chiusura dell’accampamento

Domenica 23 Febbraio
Ore 10.00 – 17.00: vita da campo; visita degli accampamenti
Ore 14.30 – 16.30: rievocazione della battaglia di Pavia
Ore 17.00: saluti e termine della manifestazione

#eventi
29.01.202521:12
📚🕯 LETTURE NOTTURNE

"Il Canto dei Nibelunghi", antico poema epico germanico.

Trentatreesima Avventura, "Come i Burgundi combatterono con gli Unni"

(voce narrante di Marco Malaguti, voce introduttiva e proemio di Clara Tassinari)

Ogni mercoledì alle ore 22.00

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#INibelunghi@lelephantnoir
80° Anniversario

15 Febbraio 1944, l'aviazione statunitense rade al suolo l'abbazia di Montecassino.

L'antica abbazia nei pressi di Frosinone, importante centro del monachesimo europeo fondato da San Benedetto da Norcia nel 529 d.C, era il più antico monastero in terra italiana. A causa di un catastrofico errore della loro intelligence, che aveva indicato l'abbazia come centro di comando della Wehrmacht, gli Americani presero la decisione di radere al suolo l'edificio sacro con un grandioso bombardamento aereo, la cui finalità, oltre che militare, doveva essere anche propagandistica. Il progetto fu infine attuato, dopo aver fatto arrivare giornalisti e telecamere dagli Stati Uniti, proprio nel giorno di oggi.

L'operazione si rivelò un grave errore strategico. All'interno dell'abbazia non erano, infatti, presenti truppe tedesche ma esclusivamente i frati benedettini e una grande moltitudine di sfollati fuggiti dalla Campania.

Nel bombardamento morirono 230 civili e nessun militare tedesco. La Wehrmacht, invece, arrivò più tardi. Le rovine del monastero si trasformarono infatti in una magnifica serie di postazioni difensive, che furono tenute accanitamente dai paracadutisti tedeschi e da altri reparti fatti giungere in loco dopo il bombardamento. Contro le rovine si infransero, inutilmente, gli attacchi delle truppe statunitensi, canadesi, neozelandesi, polacche e infine indiane.

I tedeschi rimasero padroni del campo, ottenendo un'insperata grande vittoria strategica, e furono costretti a ritirarsi solo a metà maggio, per non venire aggirati delle truppe coloniali marocchine che avevano sfondato sui Monti Aurunci. L'assedio delle rovine, effetto collaterale e non previsto del bombardamento del monastero, costò agli alleati perdite non previste per oltre quattordicimila uomini.
Sera di Febbraio

Spunta la luna.

Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mete.

Ed è il pensiero
della morte che, infine, aiuta a vivere.

Umberto Saba


[Luci del tramonto su Mittenwald e il gruppo del Karwendel (Germania), Febbraio 2025 ©️ Marco Malaguti]
LE RAGIONI DELL'IRRAZIONALISMO

- Giuseppe Rensi, Orthotes, Napoli (2015)

Si può dire che il contenuto di Le ragioni dell’irrazionalismo, il libro pubblicato da Rensi nel 1933, sia l’individuazione e la profonda, appassionata analisi di quattro disgrazie che segnano la condizione dell’uomo rendendogli il mondo inospitale, ostile. La prima disgrazia è il dominio dell’irrazionalità e dell’assurdo, inteso come il caos in cui, su ogni questione, si confrontano tante posizioni diverse senza alcuna possibilità di stabilire quale fra esse sia quella che rappresenta la ragione e la verità, anzi addirittura se ci sia. La seconda disgrazia è la strutturale ingiustizia del reale, che nel mondo degli uomini si modula come sistematico ricorso alla violenza per troncare il diverbio fra le parti contendenti, che non è risolubile sul piano della pura discussione razionale. La terza disgrazia è la noia indotta dalla ripetitività della storia, che non fa registrare alcun vero progresso in quanto ripropone sempre sostanzialmente le stesse situazioni, solo appena alterate di volta in volta da variazioni di secondaria importanza. L’ultima disgrazia è l’impossibilità per l’uomo di determinare gli eventi, i quali (come dicevano gli antichi) stanno sulle ginocchia di Giove, cioè sono rimessi a una casualità che, oltre a eludere i tentativi umani di controllarli, non li indirizza certo verso la realizzazione di un Fine/del Bene.

#ConsigliDiLettura
Viva San Marco!

Il 31 Gennaio dell'anno 828 arrivava a Venezia il corpo dell'evangelista San Marco, tra i primissimi seguaci di San Paolo e del primo papa Pietro. In qualità di primo vescovo di Alessandria Marco era stato sepolto nella metropoli egizio-romana, e lì era rimasto anche quando la città era stata occupata dai musulmani e ribattezzata al-Iskandariyya. Fu proprio agli arabi del califfo Al-Maʾmūn che due mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, sottrassero il corpo, imbarcandolo sulla loro nave in mezzo a carne di maiale essiccata, di modo che i musulmani, disgustati, non procedessero a controlli. La salma del santo, accolta in Laguna dal grido "Viva San Marco!", diventerà il simbolo, oltre che dell'identità veneziana, anche della scaltrezza e abilità dei suoi mercanti.
Il denaro può comprare la buccia
di molte cose, ma non il seme;
può darvi il cibo, ma non l'appetito,
la medicina ma non la salute,
i conoscenti ma non gli amici,
i servitori ma non la fedeltà,
giorni di gioia ma non la pace o la felicità.

- Henrik Ibsen
Nessuna filosofia, nessuna gnosi indiana naufraga nella disperazione. La rivelazione del "dolore" come legge dell'esistenza può, al contrario, essere considerata la conditio sine qua non della liberazione; questa sofferenza universale ha dunque un intrinseco valore positivo e stimolante.

- Mircea Eliade, Lo Yoga. Immortalità e libertà
Restare,
andare - tu non sai? - sono una cosa.
Tutto è sempre in un punto che paurosamente
circonda lo stesso infinito.


– Umberto Saba
🕯📚 Questa sera, alle ore 22, trentaquattresimo appuntamento con la nostra lettura notturna e la trentaquattresima avventura de "Il Canto dei Nibelunghi" antico poema epico germanico. Procuratevi un paio di cuffie e non mancate!
Dio ci dona la verità integrale, ma noi ne vediamo sempre solo delle facce; esse sono subordinate al tutto e non si lasciano staccare. Il diamante risplende solo se tutte le facce rimangono così come sono. Certamente si può ammirare una sola faccia in se stessa, ma occorre far presente che è una parte del tutto e che si manifesta per amore del tutto.

- Adrienne von Speyr
Fu nella calma resurrezione dopo la pioggia
l’asfalto rifletteva tutte le nostre macchie
un lungo addio volò come un acrobata
dalla piazza al monte
e l’attimo sparì di volto in volto
s’accesero i fanali e si levò la buia torre
contro la nostra debolezza
i secoli non ci hanno disfatti

- Alfredo Giuliani
🕯📚 Questa sera, alle ore 22, trentatreesimo appuntamento con la nostra lettura notturna e la trentatreesima avventura de "Il Canto dei Nibelunghi" antico poema epico germanico. Procuratevi un paio di cuffie e non mancate!
Circonfusi di luce,
per morbide plaghe,
voi vi aggirate lassú,
Numi beati!
E vi disfiorano
le fulgide brezze celesti
lievi
come musiche dita
le sacre corde dell’arpa.

    Non oppressi dal Fato
respiran gli Dei
col dolce respiro
del tenero bimbo nel sonno.
In umile boccio raccolta,
immacolata,
eternamente fiorisce
l’anima loro:
e gli occhi beati
guardano sereni
in una imperitura chiarità.

    Ma la sorte, ai mortali,
destina
non trovar pace
in verun luogo, mai.
Scompaiono
cadendo ciechi
da un’ora nell’altra,
com’acqua montana scagliata
di rupe in rupe
pel corso degli anni
verso l’Ignoto
laggiú.

- Friedrich Hölderlin
Primavera? Siamo ai primi di febbraio
e ancora ne ha da cadere, di neve:
ancora pungere di freddo.
Pure, adesso che ci penso
e mi guardo meglio in giro,
l’annuncio della primavera non è solo
sulla bocca della fioraia
lasciata all’angolo della strada.
Forse nelle nubi, forse nel vento;
o nell’erba de’ giardinetti che hanno
il cancello sul marciapiede:
o fra le connessure delle pietre:
ma, insomma, è.
Gioca con me a nasconderello:
dove si apparti non potrei dire
né donde sbuchi per tornare a rintanarsi;
non dice, promette e poi fugge.


- Ada Negri

[in foto: cascata del Lainbach, Mittenwald (Germania), Febbraio 2025 ©️ Marco Malaguti]
Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.

Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, né potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.

Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
complicità di visceri, saettano occhiate
d’accordi. E gli istanti s’affacciano

al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime – l’infame, l’illustre.

Inoltre metti in versi che morire
è possibile a tutti più che nascere
e in ogni caso l’essere è più del dire.


- Giovanni Giudici
Tahiti (Polinesia Francese), 1959
Non in una volta, ma di continuo, ci andiamo sbriciolando nel nostro valore e nella nostra grandezza; è la piccola vegetazione che alligna tra tutte le cose e riesce ad avviticchiarsi ovunque, è essa a corrodere tutto ciò che è grande in noi. L'inavvertita miseria di ogni giorno, di ogni ora, le mille esigue radici di questa o quella piccola e timida sensazione che germoglia dal nostro vicinato, dal nostro ufficio, dalla nostra società, dalla suddivisione della nostra giornata. Se non facciamo caso a questa piccola malerba, crolliamo senza accorgercene!

- Friedrich Nietzsche, Aurora
Il tempo entra ferreo
nella sua ultima era.
Soltanto tu sei qui d’argento.
E piangi a sera la farfalla purpurea.
E ti lamenti della nube con la fiera.

Non che il tuo cuore mai abbia visto tramonto
e mai tenebra comandato all’occhio tuo…
Della luna però la tua mano reca ancor traccia.
E nelle acque resiste ancora un raggio.

Come farà chi su celeste ghiaia
danzò con le ninfe, lieve,
a non pensare che una freccia di Artemide
nel bosco ancora vaga e infine lo raggiungerà?


- Paul Celan
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