
Weltanschauung Italia
Weltanschauung Italia è un canale culturale nato nel 2011. Contronarriamo il tempo presente distorto dai media.
www.weltanschauung.info
https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
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ЯзыкДругой
Дата создания каналаMay 03, 2020
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Aug 22, 2024Прикрепленная группа
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21.04.202508:29
Lo ricorderemo così.
RIP
RIP


21.04.202504:03
La gran parte degli adulti non prende sul serio i bambini, li tratta con sufficienza.
"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."
https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."
https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
20.04.202510:54
Auguri pasquali, immagini di colombe, uova colorate e pranzi in famiglia: "Buona Pasqua!".
Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.
Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.
Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.
Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.
WI
Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.
Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.
Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.
Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.
WI
15.04.202504:10
MISANTROPIA?
Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .
Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.
Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.
Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.
Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.
Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".
WI
Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .
Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.
Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.
Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.
Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.
Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".
WI
14.04.202515:13
La Meloni ha definito "vile attacco" il bombardamento russo a Sumy.
Anche gli Usa sono adirati.
Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.
Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.
Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".
WI
Anche gli Usa sono adirati.
Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.
Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.
Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".
WI


10.04.202518:06
REGRESSION
"Regression" di Alejandro Amenábar è un sottovalutato thriller psicologico che esplora il tema della percezione distorta della realtà e l'influenza dei media nel plasmare le convinzioni collettive.
Ambientato negli Stati Uniti degli anni '90, durante l'isteria collettiva legata ai presunti rituali satanici, mostra come i mezzi di comunicazione possano creare suggestioni servendosi anche di meccanismi psicologici che rendono i ricordi vulnerabili alla manipolazione.
Questo è un film che pochi hanno apprezzato, in realtà è molto interessante anche nella tematica del contagio sociale delle credenze, mostrando come le convinzioni si diffondano in una comunità e diventino "verità" condivise
L' elegante opera di Amenábar invita a riflettere sulle fragilità della mente umana e sulla facilità con cui si può essere indotti a credere in false narrazioni quando queste sono avvalorate da figure autorevoli e amplificate dai media.
Sottovalutato. Lo consigliamo.
WI
"Regression" di Alejandro Amenábar è un sottovalutato thriller psicologico che esplora il tema della percezione distorta della realtà e l'influenza dei media nel plasmare le convinzioni collettive.
Ambientato negli Stati Uniti degli anni '90, durante l'isteria collettiva legata ai presunti rituali satanici, mostra come i mezzi di comunicazione possano creare suggestioni servendosi anche di meccanismi psicologici che rendono i ricordi vulnerabili alla manipolazione.
Questo è un film che pochi hanno apprezzato, in realtà è molto interessante anche nella tematica del contagio sociale delle credenze, mostrando come le convinzioni si diffondano in una comunità e diventino "verità" condivise
L' elegante opera di Amenábar invita a riflettere sulle fragilità della mente umana e sulla facilità con cui si può essere indotti a credere in false narrazioni quando queste sono avvalorate da figure autorevoli e amplificate dai media.
Sottovalutato. Lo consigliamo.
WI


10.04.202509:03
È in uscita oggi Fracta Veritas.
Trattasi di un testo che nasce dalla consapevolezza che in questa epoca le Verità che possiamo cogliere appaiono inevitabilmente frammentarie e parziali. La complessità attuale non si presta più a grandi narrazioni unitarie o a sistemi filosofici onnicomprensivi. La realtà che viviamo quotidianamente si manifesta attraverso schegge di significato, lampi di comprensione, intuizioni fugaci che illuminano brevemente il caos per poi lasciare spazio ad altre prospettive, altrettanto valide ma necessariamente incomplete. È proprio questa consapevolezza che guida la struttura del presente testo il quale si può aprire casualmente poiché ogni frammento è un tentativo di catturare un aspetto della nostra condizione, di cogliere una sfaccettatura della realtà.
Sarà disponibile a breve tramite Libreria Europa di Roma, Passaggio al Bosco edizioni, richiesta via mail e online.
Qui elenco completo: https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
Trattasi di un testo che nasce dalla consapevolezza che in questa epoca le Verità che possiamo cogliere appaiono inevitabilmente frammentarie e parziali. La complessità attuale non si presta più a grandi narrazioni unitarie o a sistemi filosofici onnicomprensivi. La realtà che viviamo quotidianamente si manifesta attraverso schegge di significato, lampi di comprensione, intuizioni fugaci che illuminano brevemente il caos per poi lasciare spazio ad altre prospettive, altrettanto valide ma necessariamente incomplete. È proprio questa consapevolezza che guida la struttura del presente testo il quale si può aprire casualmente poiché ogni frammento è un tentativo di catturare un aspetto della nostra condizione, di cogliere una sfaccettatura della realtà.
Sarà disponibile a breve tramite Libreria Europa di Roma, Passaggio al Bosco edizioni, richiesta via mail e online.
Qui elenco completo: https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1


09.04.202520:22
Una nuova lettura dal nostro canale YT per augurarvi la buona notte.
WI
https://youtu.be/jAQsh1lEF-Q?si=5DwQYWrB5JM4hgs2
WI
https://youtu.be/jAQsh1lEF-Q?si=5DwQYWrB5JM4hgs2
09.04.202506:50
AUTORITÀ EDUCATIVE
Ai tempi delle scuole superiori ricordiamo un insegnante che cercava di placare una classe caotica alzando la voce, distribuendo note e voti negativi. Risultato? Ulteriore caos e zero rispetto da parte degli studenti.
Costui cercava metodi "esterni" per ottenere un minimo di attenzione ed ordine, ma gli studenti ne percepivano la debolezza di fondo. Si creava così un circolo vizioso di ribellione e punizioni sempre più severe.
Un altro insegnante invece, non alzava mai la voce, aveva anche scarsa empatia con gli studenti e non aveva neppure un aspetto che potesse incutere timore. Eppure, nessuno fiatava, le lezioni si svolgevano in silenzio e tranquillità. Come si spiega?
Costui era una "presenza silenziosa". Non aveva bisogno di strumenti coercitivi perché emanava naturalmente un'aura di rispetto. Questa qualità si manifesta attraverso vari elementi sottili tra cui la sicurezza del proprio ruolo, la coerenza tra parole e azioni, la capacità di mantenere la calma anche in situazioni di tensione e di stabilire confini chiari senza dover ricorrere a minacce.
È interessante notare come gli studenti, specialmente in età adolescenziale, siano particolarmente sensibili a questi segnali non verbali. Possono percepire immediatamente la differenza tra un'autorità autentica e un tentativo di imposizione dall'alto, reagendo di conseguenza.
Questa "essenza non verbale" ha radici profonde, è simile al carisma che alcune persone possiedono naturalmente.
Gli studenti rispettano questi insegnanti non perché temono le conseguenze, ma perché percepiscono una figura integra.
L' autorità in ambito educativo non è qualcosa che si può imporre attraverso la coercizione, trovando metodi psicologici sempre più efficaci di controllo, ma una figura in grado di sviluppare quella presenza interiore che emana naturalmente rispetto e attenzione. È quella che potremmo chiamare "autorità naturale", una qualità che va oltre le parole.
WI
Ai tempi delle scuole superiori ricordiamo un insegnante che cercava di placare una classe caotica alzando la voce, distribuendo note e voti negativi. Risultato? Ulteriore caos e zero rispetto da parte degli studenti.
Costui cercava metodi "esterni" per ottenere un minimo di attenzione ed ordine, ma gli studenti ne percepivano la debolezza di fondo. Si creava così un circolo vizioso di ribellione e punizioni sempre più severe.
Un altro insegnante invece, non alzava mai la voce, aveva anche scarsa empatia con gli studenti e non aveva neppure un aspetto che potesse incutere timore. Eppure, nessuno fiatava, le lezioni si svolgevano in silenzio e tranquillità. Come si spiega?
Costui era una "presenza silenziosa". Non aveva bisogno di strumenti coercitivi perché emanava naturalmente un'aura di rispetto. Questa qualità si manifesta attraverso vari elementi sottili tra cui la sicurezza del proprio ruolo, la coerenza tra parole e azioni, la capacità di mantenere la calma anche in situazioni di tensione e di stabilire confini chiari senza dover ricorrere a minacce.
È interessante notare come gli studenti, specialmente in età adolescenziale, siano particolarmente sensibili a questi segnali non verbali. Possono percepire immediatamente la differenza tra un'autorità autentica e un tentativo di imposizione dall'alto, reagendo di conseguenza.
Questa "essenza non verbale" ha radici profonde, è simile al carisma che alcune persone possiedono naturalmente.
Gli studenti rispettano questi insegnanti non perché temono le conseguenze, ma perché percepiscono una figura integra.
L' autorità in ambito educativo non è qualcosa che si può imporre attraverso la coercizione, trovando metodi psicologici sempre più efficaci di controllo, ma una figura in grado di sviluppare quella presenza interiore che emana naturalmente rispetto e attenzione. È quella che potremmo chiamare "autorità naturale", una qualità che va oltre le parole.
WI
08.04.202505:58
Incredibile, che ingratitudine.
Secondo recenti sondaggi, gli italiani preferirebbero stranamente non andare in guerra.
Cioè, dopo anni tra lockdown, sanità e scuole indegne, strade che sembrano campi minati, costi della vita elevati e stipendi da fame, ora vi stanno offrendo una fantastica opportunità. Scambiare il vostro comodo divano con una buca nel fango, il caffè al bar con razioni militari scadute, e la domenica in famiglia con l'adrenalina di schivare proiettili.
E voi cosa fate? Rifiutate?
Mentre i potenti discutono comodamente in sale climatizzate, voi dovreste essere entusiasti all'idea di ricevere il vostro personalissimo kit di sopravvivenza di 72 ore.
Un vero italiano patriota dovrebbe sentirsi onorato di trasformarsi in cenere per difendere questo splendido "baluardo di democrazia e civiltà".
Che mancanza di spirito di sacrificio.
Irriconoscenti!
WI
Secondo recenti sondaggi, gli italiani preferirebbero stranamente non andare in guerra.
Cioè, dopo anni tra lockdown, sanità e scuole indegne, strade che sembrano campi minati, costi della vita elevati e stipendi da fame, ora vi stanno offrendo una fantastica opportunità. Scambiare il vostro comodo divano con una buca nel fango, il caffè al bar con razioni militari scadute, e la domenica in famiglia con l'adrenalina di schivare proiettili.
E voi cosa fate? Rifiutate?
Mentre i potenti discutono comodamente in sale climatizzate, voi dovreste essere entusiasti all'idea di ricevere il vostro personalissimo kit di sopravvivenza di 72 ore.
Un vero italiano patriota dovrebbe sentirsi onorato di trasformarsi in cenere per difendere questo splendido "baluardo di democrazia e civiltà".
Che mancanza di spirito di sacrificio.
Irriconoscenti!
WI


07.04.202509:39
Questo signore si chiama Ahmed Mansour e faceva il giornalista per "Palestine Today". Lui e i suoi colleghi stavano in una tenda vicino ad un ospedale. La tenda è stata colpita dagli autonominatisi Araldi del Bene e Ahmed è rimasto avvolto dalle fiamme.
Dov'è la "solidarietà di categoria"? Dov'è "l'indignazione" unamine?
Dov'è il minimo senso morale?
C'è gente che s'è scandalizzata per un ciuffo tirato a una giornalista italiana per le solite inconcludenti bagattelle. Qua c'è gente in prima linea per documentare l'orrore e il cosiddetto "mondo libero" si gira dall'altra parte quando viene trucidata come quei soccorritori. Ma l'alibi è già pronto: sono solo megafoni della "propaganda di Hamas"!
EG
Dov'è la "solidarietà di categoria"? Dov'è "l'indignazione" unamine?
Dov'è il minimo senso morale?
C'è gente che s'è scandalizzata per un ciuffo tirato a una giornalista italiana per le solite inconcludenti bagattelle. Qua c'è gente in prima linea per documentare l'orrore e il cosiddetto "mondo libero" si gira dall'altra parte quando viene trucidata come quei soccorritori. Ma l'alibi è già pronto: sono solo megafoni della "propaganda di Hamas"!
EG


07.04.202506:52
SETTANTA ANNI DI PACE
Dal mito dei settanta anni di pace garantiti dall' Europa all' Erasmus militare il passo è stato breve.
Quei venticinque anni che sono serviti a inculcare il mito del migliore dei mondi possibili e della irreversibilitá del processo in atto.
Quanto sta avvenendo oggi non è un fallimento. È esattamente quello che era previsto mentre le masse credevano al mito del progresso sempre in avanti e alla globalizzazione senza fine.
Il capitalismo per esistere ha bisogno di generare sempre nuovi profitti. Non benessere, non lavoro, non buona politica, solo ed esclusivamente profitti.
Quando il campo è saturo, è ora è saturo, non può che generare distruzione da cui poter rifare profitti.
Anche la pandemia è stata una necessità in questo senso.
Chiunque oggi si ponga come antagonista del sistema senza avere l' onestà intellettuale di fare una critica strutturale e non solo di potere, nel migliore dei casi è inutile, nel peggiore è solo uno che spera che la ruota giri e tocchi a lui stare tra quelli che contano, senza alcun reale interesse ad un vero cambiamento.
Dal mito dei settanta anni di pace garantiti dall' Europa all' Erasmus militare il passo è stato breve.
Quei venticinque anni che sono serviti a inculcare il mito del migliore dei mondi possibili e della irreversibilitá del processo in atto.
Quanto sta avvenendo oggi non è un fallimento. È esattamente quello che era previsto mentre le masse credevano al mito del progresso sempre in avanti e alla globalizzazione senza fine.
Il capitalismo per esistere ha bisogno di generare sempre nuovi profitti. Non benessere, non lavoro, non buona politica, solo ed esclusivamente profitti.
Quando il campo è saturo, è ora è saturo, non può che generare distruzione da cui poter rifare profitti.
Anche la pandemia è stata una necessità in questo senso.
Chiunque oggi si ponga come antagonista del sistema senza avere l' onestà intellettuale di fare una critica strutturale e non solo di potere, nel migliore dei casi è inutile, nel peggiore è solo uno che spera che la ruota giri e tocchi a lui stare tra quelli che contano, senza alcun reale interesse ad un vero cambiamento.
06.04.202517:30
"BEI VOTI"
In uno dei recenti casi di cronaca dove ci ha rimesso la vita una giovane ragazza, la mamma del carnefice afferma: "Mio figlio era un bravo ragazzo, studioso, aveva sempre bei voti a scuola".
Ecco l'ennesimo esempio di una società che ha frainteso cosa significhi educare un essere umano. I "bei voti" sono diventati l'ultimo rifugio di chi ha abdicato alla piena responsabilità genitoriale.
L'idea che un ragazzo che studia, che rispetta le regole formali dell'istituzione scolastica, sia automaticamente una "brava persona" è una idea che solo in una società terminale può essere sviluppata.
In generale, al di là di questo triste caso di cronaca, i genitori che si aggrappano ai "bei voti" come testimonianza della propria adeguatezza educativa rivelano una terrificante cecità. Hanno delegato alla scuola un compito che è primariamente loro. Convinti che l'andamento accademico sia una sorta di lasciapassare morale, un'assoluzione preventiva.
Quando persino un genitore che si trova di fronte all'abisso morale rappresentato da un figlio assassino, cerca rifugio nei "bei voti", ecco che siamo di fronte all'alienazione più totale oltre che al completo fallimento genitoriale.
Un fallimento che, in casi come questo, si paga con la vita di una ragazza innocente.
WI
In uno dei recenti casi di cronaca dove ci ha rimesso la vita una giovane ragazza, la mamma del carnefice afferma: "Mio figlio era un bravo ragazzo, studioso, aveva sempre bei voti a scuola".
Ecco l'ennesimo esempio di una società che ha frainteso cosa significhi educare un essere umano. I "bei voti" sono diventati l'ultimo rifugio di chi ha abdicato alla piena responsabilità genitoriale.
L'idea che un ragazzo che studia, che rispetta le regole formali dell'istituzione scolastica, sia automaticamente una "brava persona" è una idea che solo in una società terminale può essere sviluppata.
In generale, al di là di questo triste caso di cronaca, i genitori che si aggrappano ai "bei voti" come testimonianza della propria adeguatezza educativa rivelano una terrificante cecità. Hanno delegato alla scuola un compito che è primariamente loro. Convinti che l'andamento accademico sia una sorta di lasciapassare morale, un'assoluzione preventiva.
Quando persino un genitore che si trova di fronte all'abisso morale rappresentato da un figlio assassino, cerca rifugio nei "bei voti", ecco che siamo di fronte all'alienazione più totale oltre che al completo fallimento genitoriale.
Un fallimento che, in casi come questo, si paga con la vita di una ragazza innocente.
WI
06.04.202510:46
Mentre il Professor Roberto Vecchioni va in piazza e viene invitato nei salottini tv per parlare di riarmi, Enrico Ruggeri dice la sua sulla situazione attuale.
Non si esprime certo da oggi, il suo è sempre stato un percorso artistico coerente e autentico.
Ma si sa, i Vecchioni e i Guccini han sempre fatto più "intellectual chic".
WI
Non si esprime certo da oggi, il suo è sempre stato un percorso artistico coerente e autentico.
Ma si sa, i Vecchioni e i Guccini han sempre fatto più "intellectual chic".
WI
06.04.202507:38
SNOWPIERCER
"La rivoluzione è un treno carico di passeggeri in viaggio verso un futuro migliore"
Snowpiercer del regista coreano Bong Joon Ho è un film del 2013.
In un futuro post-apocalittico, la Terra è diventata un deserto ghiacciato inabitabile. I pochi sopravvissuti all'umanità vivono su un treno perpetuamente in movimento, lo Snowpiercer. All'interno del treno si è instaurato un rigido sistema di classi: i privilegiati vivono nelle lussuose carrozze di testa, mentre i più poveri sopravvivono in condizioni disumane nelle ultime carrozze. Quando Curtis (Chris Evans) decide di guidare una ribellione dal fondo del treno verso la locomotiva, ha inizio un viaggio brutale attraverso le diverse classi sociali che rivelerà verità scioccanti sul mondo che hanno creato. Inoltre, in condizioni estreme, i personaggi sono costretti a compiere scelte moralmente ambigue per sopravvivere e vengono così esplorati i limiti dell'umanità quando spinta all'estremo.
Il treno è una metafora perfetta della stratificazione sociale: ogni carrozza rappresenta un diverso livello della società, con privilegi che aumentano avvicinandosi alla testa del treno. La ribellione è alimentata dal desiderio di giustizia sociale e dalla frustrazione per le condizioni disumane imposte alle classi inferiori.
Il treno rappresenta un sistema di potere chiuso dove ogni aspetto della vita è controllato. La ribellione guidata da Curtis sfida non solo la distribuzione delle risorse, ma l'intero sistema di controllo sociale.
In un'epoca in cui il divario tra ricchi e poveri continua ad allargarsi, la metafora del treno diviso in classi risuona attualissima.
WI
"La rivoluzione è un treno carico di passeggeri in viaggio verso un futuro migliore"
Snowpiercer del regista coreano Bong Joon Ho è un film del 2013.
In un futuro post-apocalittico, la Terra è diventata un deserto ghiacciato inabitabile. I pochi sopravvissuti all'umanità vivono su un treno perpetuamente in movimento, lo Snowpiercer. All'interno del treno si è instaurato un rigido sistema di classi: i privilegiati vivono nelle lussuose carrozze di testa, mentre i più poveri sopravvivono in condizioni disumane nelle ultime carrozze. Quando Curtis (Chris Evans) decide di guidare una ribellione dal fondo del treno verso la locomotiva, ha inizio un viaggio brutale attraverso le diverse classi sociali che rivelerà verità scioccanti sul mondo che hanno creato. Inoltre, in condizioni estreme, i personaggi sono costretti a compiere scelte moralmente ambigue per sopravvivere e vengono così esplorati i limiti dell'umanità quando spinta all'estremo.
Il treno è una metafora perfetta della stratificazione sociale: ogni carrozza rappresenta un diverso livello della società, con privilegi che aumentano avvicinandosi alla testa del treno. La ribellione è alimentata dal desiderio di giustizia sociale e dalla frustrazione per le condizioni disumane imposte alle classi inferiori.
Il treno rappresenta un sistema di potere chiuso dove ogni aspetto della vita è controllato. La ribellione guidata da Curtis sfida non solo la distribuzione delle risorse, ma l'intero sistema di controllo sociale.
In un'epoca in cui il divario tra ricchi e poveri continua ad allargarsi, la metafora del treno diviso in classi risuona attualissima.
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