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Weltanschauung Italia

Weltanschauung Italia è un canale culturale nato nel 2011. Contronarriamo il tempo presente distorto dai media.
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Lo ricorderemo così.

RIP
La gran parte degli adulti non prende sul serio i bambini, li tratta con sufficienza.

"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."

https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
Auguri pasquali, immagini di colombe, uova colorate e pranzi in famiglia: "Buona Pasqua!".

Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.

Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.

Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.

Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.

WI
MISANTROPIA?

Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .

Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.

Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.

Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.

Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.

Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".

WI
La Meloni ha definito "vile attacco" il bombardamento russo a Sumy.
Anche gli Usa sono adirati.

Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.

Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.

Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".

WI
REGRESSION

"Regression" di Alejandro Amenábar è un sottovalutato thriller psicologico che esplora il tema della percezione distorta della realtà e l'influenza dei media nel plasmare le convinzioni collettive.

Ambientato negli Stati Uniti degli anni '90, durante l'isteria collettiva legata ai presunti rituali satanici, mostra come i mezzi di comunicazione possano creare suggestioni servendosi anche di meccanismi psicologici che rendono i ricordi vulnerabili alla manipolazione.

Questo è un film che pochi hanno apprezzato, in realtà è molto interessante anche nella tematica del contagio sociale delle credenze, mostrando come le convinzioni si diffondano in una comunità e diventino "verità" condivise

L' elegante opera di Amenábar invita a riflettere sulle fragilità della mente umana e sulla facilità con cui si può essere indotti a credere in false narrazioni quando queste sono avvalorate da figure autorevoli e amplificate dai media.

Sottovalutato. Lo consigliamo.

WI
È in uscita oggi Fracta Veritas.
Trattasi di un testo che nasce dalla consapevolezza che in questa epoca le Verità che possiamo cogliere appaiono inevitabilmente frammentarie e parziali. La complessità attuale non si presta più a grandi narrazioni unitarie o a sistemi filosofici onnicomprensivi. La realtà che viviamo quotidianamente si manifesta attraverso schegge di significato, lampi di comprensione, intuizioni fugaci che illuminano brevemente il caos per poi lasciare spazio ad altre prospettive, altrettanto valide ma necessariamente incomplete. È proprio questa consapevolezza che guida la struttura del presente testo il quale si può aprire casualmente poiché ogni frammento è un tentativo di catturare un aspetto della nostra condizione, di cogliere una sfaccettatura della realtà.

Sarà disponibile a breve tramite Libreria Europa di Roma, Passaggio al Bosco edizioni, richiesta via mail e online.

Qui elenco completo: https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
Una nuova lettura dal nostro canale YT per augurarvi la buona notte.

WI

https://youtu.be/jAQsh1lEF-Q?si=5DwQYWrB5JM4hgs2
AUTORITÀ EDUCATIVE

Ai tempi delle scuole superiori ricordiamo un insegnante che cercava di placare una classe caotica alzando la voce, distribuendo note e voti negativi. Risultato? Ulteriore caos e zero rispetto da parte degli studenti.
Costui cercava metodi "esterni" per ottenere un minimo di attenzione ed ordine, ma gli studenti ne percepivano la debolezza di fondo. Si creava così un circolo vizioso di ribellione e punizioni sempre più severe.

Un altro insegnante invece, non alzava mai la voce, aveva anche scarsa empatia con gli studenti e non aveva neppure un aspetto che potesse incutere timore. Eppure, nessuno fiatava, le lezioni si svolgevano in silenzio e tranquillità. Come si spiega?

Costui era una "presenza silenziosa". Non aveva bisogno di strumenti coercitivi perché emanava naturalmente un'aura di rispetto. Questa qualità si manifesta attraverso vari elementi sottili tra cui la sicurezza del proprio ruolo, la coerenza tra parole e azioni, la capacità di mantenere la calma anche in situazioni di tensione e di stabilire confini chiari senza dover ricorrere a minacce.

È interessante notare come gli studenti, specialmente in età adolescenziale, siano particolarmente sensibili a questi segnali non verbali. Possono percepire immediatamente la differenza tra un'autorità autentica e un tentativo di imposizione dall'alto, reagendo di conseguenza.

Questa "essenza non verbale" ha radici profonde, è simile al carisma che alcune persone possiedono naturalmente.

Gli studenti rispettano questi insegnanti non perché temono le conseguenze, ma perché percepiscono una figura integra.

L' autorità in ambito educativo non è qualcosa che si può imporre attraverso la coercizione, trovando metodi psicologici sempre più efficaci di controllo, ma una figura in grado di sviluppare quella presenza interiore che emana naturalmente rispetto e attenzione. È quella che potremmo chiamare "autorità naturale", una qualità che va oltre le parole.

WI
Incredibile, che ingratitudine.
Secondo recenti sondaggi, gli italiani preferirebbero stranamente non andare in guerra.

Cioè, dopo anni tra lockdown, sanità e scuole indegne, strade che sembrano campi minati, costi della vita elevati e stipendi da fame, ora vi stanno offrendo una fantastica opportunità. Scambiare il vostro comodo divano con una buca nel fango, il caffè al bar con razioni militari scadute, e la domenica in famiglia con l'adrenalina di schivare proiettili.

E voi cosa fate? Rifiutate?
Mentre i potenti discutono comodamente in sale climatizzate, voi dovreste essere entusiasti all'idea di ricevere il vostro personalissimo kit di sopravvivenza di 72 ore.

Un vero italiano patriota dovrebbe sentirsi onorato di trasformarsi in cenere per difendere questo splendido "baluardo di democrazia e civiltà".

Che mancanza di spirito di sacrificio.
Irriconoscenti!

WI
Questo signore si chiama Ahmed Mansour e faceva il giornalista per "Palestine Today". Lui e i suoi colleghi stavano in una tenda vicino ad un ospedale. La tenda è stata colpita dagli autonominatisi Araldi del Bene e Ahmed è rimasto avvolto dalle fiamme.
Dov'è la "solidarietà di categoria"? Dov'è "l'indignazione" unamine?
Dov'è il minimo senso morale?
C'è gente che s'è scandalizzata per un ciuffo tirato a una giornalista italiana per le solite inconcludenti bagattelle. Qua c'è gente in prima linea per documentare l'orrore e il cosiddetto "mondo libero" si gira dall'altra parte quando viene trucidata come quei soccorritori. Ma l'alibi è già pronto: sono solo megafoni della "propaganda di Hamas"!

EG
SETTANTA ANNI DI PACE

Dal mito dei settanta anni di pace garantiti dall' Europa all' Erasmus militare il passo è stato breve.
Quei venticinque anni che sono serviti a inculcare il mito del migliore dei mondi possibili e della irreversibilitá del processo in atto.
Quanto sta avvenendo oggi non è un fallimento. È esattamente quello che era previsto mentre le masse credevano al mito del progresso sempre in avanti e alla globalizzazione senza fine.
Il capitalismo per esistere ha bisogno di generare sempre nuovi profitti. Non benessere, non lavoro, non buona politica, solo ed esclusivamente profitti.
Quando il campo è saturo, è ora è saturo, non può che generare distruzione da cui poter rifare profitti.
Anche la pandemia è stata una necessità in questo senso.
Chiunque oggi si ponga come antagonista del sistema senza avere l' onestà intellettuale di fare una critica strutturale e non solo di potere, nel migliore dei casi è inutile, nel peggiore è solo uno che spera che la ruota giri e tocchi a lui stare tra quelli che contano, senza alcun reale interesse ad un vero cambiamento.
"BEI VOTI"

In uno dei recenti casi di cronaca dove ci ha rimesso la vita una giovane ragazza, la mamma del carnefice afferma: "Mio figlio era un bravo ragazzo, studioso, aveva sempre bei voti a scuola".

Ecco l'ennesimo esempio di una società che ha frainteso cosa significhi educare un essere umano. I "bei voti" sono diventati l'ultimo rifugio di chi ha abdicato alla piena responsabilità genitoriale.

L'idea che un ragazzo che studia, che rispetta le regole formali dell'istituzione scolastica, sia automaticamente una "brava persona" è una idea che solo in una società terminale può essere sviluppata.

In generale, al di là di questo triste caso di cronaca, i genitori che si aggrappano ai "bei voti" come testimonianza della propria adeguatezza educativa rivelano una terrificante cecità. Hanno delegato alla scuola un compito che è primariamente loro. Convinti che l'andamento accademico sia una sorta di lasciapassare morale, un'assoluzione preventiva.

Quando persino un genitore che si trova di fronte all'abisso morale rappresentato da un figlio assassino, cerca rifugio nei "bei voti", ecco che siamo di fronte all'alienazione più totale oltre che al completo fallimento genitoriale.
Un fallimento che, in casi come questo, si paga con la vita di una ragazza innocente.

WI
Mentre il Professor Roberto Vecchioni va in piazza e viene invitato nei salottini tv per parlare di riarmi, Enrico Ruggeri dice la sua sulla situazione attuale.

Non si esprime certo da oggi, il suo è sempre stato un percorso artistico coerente e autentico.
Ma si sa, i Vecchioni e i Guccini han sempre fatto più "intellectual chic".

WI
SNOWPIERCER

"La rivoluzione è un treno carico di passeggeri in viaggio verso un futuro migliore"

Snowpiercer del regista coreano Bong Joon Ho è un film del 2013.

In un futuro post-apocalittico, la Terra è diventata un deserto ghiacciato inabitabile. I pochi sopravvissuti all'umanità vivono su un treno perpetuamente in movimento, lo Snowpiercer. All'interno del treno si è instaurato un rigido sistema di classi: i privilegiati vivono nelle lussuose carrozze di testa, mentre i più poveri sopravvivono in condizioni disumane nelle ultime carrozze. Quando Curtis (Chris Evans) decide di guidare una ribellione dal fondo del treno verso la locomotiva, ha inizio un viaggio brutale attraverso le diverse classi sociali che rivelerà verità scioccanti sul mondo che hanno creato. Inoltre, in condizioni estreme, i personaggi sono costretti a compiere scelte moralmente ambigue per sopravvivere e vengono così esplorati i limiti dell'umanità quando spinta all'estremo.

Il treno è una metafora perfetta della stratificazione sociale: ogni carrozza rappresenta un diverso livello della società, con privilegi che aumentano avvicinandosi alla testa del treno. La ribellione è alimentata dal desiderio di giustizia sociale e dalla frustrazione per le condizioni disumane imposte alle classi inferiori.

Il treno rappresenta un sistema di potere chiuso dove ogni aspetto della vita è controllato. La ribellione guidata da Curtis sfida non solo la distribuzione delle risorse, ma l'intero sistema di controllo sociale.

In un'epoca in cui il divario tra ricchi e poveri continua ad allargarsi, la metafora del treno diviso in classi risuona attualissima.

WI

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15.04.202504:10
MISANTROPIA?

Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .

Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.

Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.

Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.

Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.

Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".

WI
05.04.202504:02
"FEMMINICIDI"

Ogni volta che una donna viene uccisa da un uomo, la cronaca si trasforma in rito. Non si racconta un fatto, ma si celebra un archetipo: la donna vittima per il solo fatto di essere donna, l’uomo carnefice per il solo fatto di essere uomo. Si parla di “femminicidio” non come categoria descrittiva, ma come verdetto culturale. Non importa il contesto, la storia personale, le motivazioni individuali. Importa il simbolo. Importa rafforzare una narrazione: quella della mascolinità tossica, dell’uomo intrinsecamente pericoloso, e di una società ancora patriarcale da decostruire.

In questo schema, chi non si cosparge il capo di cenere viene subito etichettato. Il dubbio, la domanda, l’analisi razionale sono vietate. È sufficiente dire: “forse non tutti i casi sono uguali”, “forse le dinamiche relazionali sono più complesse”, “forse il concetto stesso di femminicidio andrebbe ridiscusso” — e si è subito messi da parte. Colpevoli di lesa ideologia.

Ma la realtà è più ostinata delle narrazioni. I dati, ad esempio, mostrano che i cosiddetti “femminicidi” sono più frequenti nei paesi ritenuti culturalmente avanzati. Francia, Germania, paesi nordici — luoghi di emancipazione, benessere, e ampia libertà sessuale. Questo non dimostra nulla in modo assoluto, ma pone una domanda scomoda: e se le relazioni contemporanee, segnate dalla rapidità, dalla fragilità, dalla mercificazione affettiva, stessero generando nuove insicurezze e nuove forme di squilibrio emotivo? È vietato anche solo chiederselo?

Quando una psicologa afferma che “un rifiuto oggi è inconcepibile, in un mondo dove si vuole tutto con un click”, viene presa sul serio solo se il discorso rientra nel frame accusatorio contro l’uomo. Ma il cuore della sua riflessione è un altro: viviamo in un’epoca in cui la struttura psichica dell’individuo è più fragile, e i legami sono più instabili. L’uomo che uccide non è sempre il patriarca dominante. Spesso è un relitto umano, solo, disperato, infantilizzato, emotivamente disarmato.

Questo non giustifica nulla. Ma spiega. E spiegare non è difendere, è tentare di capire.
Ma sembra che oggi capire sia diventato il vero reato.

Nel frattempo, milioni di uomini e donne vivono relazioni serene, paritarie, profonde. Ma nessuno li ascolta. Non fanno notizia. Non sono utili alla battaglia. Non rientrano nel modello.

Ecco allora l'effetto più pericoloso: la narrazione perenne del conflitto tra i sessi finisce per logorare anche ciò che funziona. Distrugge la fiducia, semina sospetto, isola gli individui. In nome di una giustizia ideologica, rischiamo di perdere il terreno comune su cui costruire qualsiasi affetto umano.

E questo non è progresso. È solitudine mascherata da lotta.

AP
La Meloni ha definito "vile attacco" il bombardamento russo a Sumy.
Anche gli Usa sono adirati.

Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.

Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.

Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".

WI
20.04.202510:54
Auguri pasquali, immagini di colombe, uova colorate e pranzi in famiglia: "Buona Pasqua!".

Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.

Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.

Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.

Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.

WI
29.03.202507:10
TRINCEE

Ci si sveglia al suono di una notifica. Il mondo digitale non attende, non rispetta i tempi umani. Si è già in ritardo prima ancora di aprire gli occhi.

Si esce di casa armati di smartphone, agende digitali e tazze di caffè per affrontare la giornata.

La competizione è l'aria che si respira. A scuola, all'università, nei colloqui di lavoro, nelle riunioni. Si è costantemente valutati attraverso "feedback" e "performance review". Numeri che determinano il valore di mercato, la rilevanza sociale.

Non basta lavorare bene, bisogna "sapersi vendere". Non basta essere se stessi.

E tutto questo ha un prezzo. Mutui trentennali, prestiti per la "formazione", leasing, rate e carte di credito. Debiti perenni per esistere, per partecipare a questo grande gioco.

Le trincee della modernità sono invisibili ma non meno reali. Si combattono battaglie silenziose contro l'ansia, l'insonnia, la sensazione costante di inadeguatezza. Alcuni restano feriti, altri disertano, molti continuano a marciare perché non conoscono alternative.

Si parla di guerre e riarmo, ma la vita moderna è già una trincea, bisogna solo prendere consapevolezza e decidere per quali battaglie vale la pena combattere.

WI
09.04.202506:50
AUTORITÀ EDUCATIVE

Ai tempi delle scuole superiori ricordiamo un insegnante che cercava di placare una classe caotica alzando la voce, distribuendo note e voti negativi. Risultato? Ulteriore caos e zero rispetto da parte degli studenti.
Costui cercava metodi "esterni" per ottenere un minimo di attenzione ed ordine, ma gli studenti ne percepivano la debolezza di fondo. Si creava così un circolo vizioso di ribellione e punizioni sempre più severe.

Un altro insegnante invece, non alzava mai la voce, aveva anche scarsa empatia con gli studenti e non aveva neppure un aspetto che potesse incutere timore. Eppure, nessuno fiatava, le lezioni si svolgevano in silenzio e tranquillità. Come si spiega?

Costui era una "presenza silenziosa". Non aveva bisogno di strumenti coercitivi perché emanava naturalmente un'aura di rispetto. Questa qualità si manifesta attraverso vari elementi sottili tra cui la sicurezza del proprio ruolo, la coerenza tra parole e azioni, la capacità di mantenere la calma anche in situazioni di tensione e di stabilire confini chiari senza dover ricorrere a minacce.

È interessante notare come gli studenti, specialmente in età adolescenziale, siano particolarmente sensibili a questi segnali non verbali. Possono percepire immediatamente la differenza tra un'autorità autentica e un tentativo di imposizione dall'alto, reagendo di conseguenza.

Questa "essenza non verbale" ha radici profonde, è simile al carisma che alcune persone possiedono naturalmente.

Gli studenti rispettano questi insegnanti non perché temono le conseguenze, ma perché percepiscono una figura integra.

L' autorità in ambito educativo non è qualcosa che si può imporre attraverso la coercizione, trovando metodi psicologici sempre più efficaci di controllo, ma una figura in grado di sviluppare quella presenza interiore che emana naturalmente rispetto e attenzione. È quella che potremmo chiamare "autorità naturale", una qualità che va oltre le parole.

WI
24.03.202507:22
Non abbiamo mai conosciuto Francesco Benozzo, né personalmente, né come pensatore e artista, pertanto possiamo dire ben poco a riguardo.
Il ricordo dell'uomo lo lasciamo ai suoi familiari, ai suoi studenti e a tutti coloro che ci hanno lavorato e collaborato assieme.

Siamo venuti a conoscenza del Professore solamente in periodo pandemico, nei primissimi giorni.
Benozzo fu l'unico docente ed intellettuale a denunciare SUBITO, a febbraio 2020, quanto stava accadendo. Lo ricordiamo molto bene perché noi, nel nostro piccolo, con lui eravamo tra i pochi a tentare di frenare quella tremenda narrazione.

Dopo mesi e anni si accodarono in tanti ma i giochi ormai erano fatti, i perimetri già stabiliti, gli schieramenti già composti.

Se ai tempi ci fossero stati tanti personaggi del suo calibro forse molte cose si sarebbero potute evitare.

Lo seguivamo sui social, era simpatico, tagliente, anarchico, totalmente disinteressato a logiche egoiche.
L'anno dopo la sua sospensione scrisse queste parole, sui cui è importante riflettere molto a fondo:

“Un anno fa sono stato sospeso dall’Universitá per avere rifiutato il green pass. In tutta Italia siamo stati sospesi in due su 70.000 docenti (oltre a me, Marco Villoresi di Firenze). Oggi torno a lezione, nel generale silenzio dei colleghi, per i quali tutto procede tranquillo, come se non fosse accaduto niente. Non parlerò agli studenti della cultura che non ha nemmeno più vergogna di se stessa, né della vigliaccheria di chi dovrebbe invece insegnare lo spirito critico. Parlerò solo di bellezza, di barlumi di luce da proteggere e dei solitari cavalieri erranti che salvarono il mondo dallo sfacelo».

Addio Francesco.

Con affetto.
WI
07.04.202506:52
SETTANTA ANNI DI PACE

Dal mito dei settanta anni di pace garantiti dall' Europa all' Erasmus militare il passo è stato breve.
Quei venticinque anni che sono serviti a inculcare il mito del migliore dei mondi possibili e della irreversibilitá del processo in atto.
Quanto sta avvenendo oggi non è un fallimento. È esattamente quello che era previsto mentre le masse credevano al mito del progresso sempre in avanti e alla globalizzazione senza fine.
Il capitalismo per esistere ha bisogno di generare sempre nuovi profitti. Non benessere, non lavoro, non buona politica, solo ed esclusivamente profitti.
Quando il campo è saturo, è ora è saturo, non può che generare distruzione da cui poter rifare profitti.
Anche la pandemia è stata una necessità in questo senso.
Chiunque oggi si ponga come antagonista del sistema senza avere l' onestà intellettuale di fare una critica strutturale e non solo di potere, nel migliore dei casi è inutile, nel peggiore è solo uno che spera che la ruota giri e tocchi a lui stare tra quelli che contano, senza alcun reale interesse ad un vero cambiamento.
31.03.202504:44
ANCORA SULLA "COMFORT ZONE"

Ieri accennavamo alla retorica sempre più diffusa nel mondo dello sviluppo personale in cui si promuove l'idea che uscire dalla propria "comfort zone" sia l'unica via per la crescita e il "successo".

Trattasi di una narrazione che tenta di svalutare chi trova appagamento nella stabilità, nelle relazioni durature e nell'attaccamento ai luoghi d'origine. Chi non ha alcun interesse nel "successo".

Cari guru, mettetevelo in testa, per chi è consapevole, la stabilità non è debolezza. Il desiderio di rimanere vicini alle proprie radici, alla famiglia o alla comunità non è segno di mancanza di ambizione o coraggio. Sono scelte meditate, basate su valori profondi come la lealtà, la continuità e l'appartenenza.

Questa ossessione per l'abbandono della "comfort zone" maschera un'inquietudine perpetua, una costante insoddisfazione travestita da crescita personale.

Una vera crescita interiore può avvenire anche attraverso l'approfondimento di ciò che già conosciamo e amiamo.

Trovare equilibrio tra stabilità e cambiamento è una scelta personale che merita rispetto.
Nessuno deve mettere pressioni sulla modalità di vita scelta, ognuno può riconoscere quando e SE è il momento di sfidare se stessi e quando è il momento di godere della propria "zona di comfort" , senza essere bombardato continuamente dai ciarlatani del cambiamento, funzionali a chi ci vuole monadi impazzite, senza centri né radici.

WI
REGRESSION

"Regression" di Alejandro Amenábar è un sottovalutato thriller psicologico che esplora il tema della percezione distorta della realtà e l'influenza dei media nel plasmare le convinzioni collettive.

Ambientato negli Stati Uniti degli anni '90, durante l'isteria collettiva legata ai presunti rituali satanici, mostra come i mezzi di comunicazione possano creare suggestioni servendosi anche di meccanismi psicologici che rendono i ricordi vulnerabili alla manipolazione.

Questo è un film che pochi hanno apprezzato, in realtà è molto interessante anche nella tematica del contagio sociale delle credenze, mostrando come le convinzioni si diffondano in una comunità e diventino "verità" condivise

L' elegante opera di Amenábar invita a riflettere sulle fragilità della mente umana e sulla facilità con cui si può essere indotti a credere in false narrazioni quando queste sono avvalorate da figure autorevoli e amplificate dai media.

Sottovalutato. Lo consigliamo.

WI
Lo ricorderemo così.

RIP
03.04.202518:47
FUNERALI

Il funerale: l'ultimo palcoscenico dove recitano anche coloro che hanno disertato ogni scena precedente. Volti solenni, occhi bassi, gesti che arrivano troppo tardi.

Si permettono a piccoli rancori di crescere come erbacce nel giardino delle proprie relazioni. Basta una parola mal interpretata, un'opinione divergente – e improvvisamente si costruiscono muri. Muri che diventano sempre più alti con il passare dei giorni, dei mesi, degli anni.

Il silenzio diventa una comoda abitudine. Gli anni passano, poi si riceve quella chiamata, quel messaggio che ci annuncia che non c'è più tempo.

E così ci si presenta al funerale, vestiti di nero e di rimpianti. Si portano corone di fiori quando si sarebbero potuti portare sorrisi e comprensione. Si pronunciano elogi post-morte quando si sarebbero potute scambiare parole di vita.
Ma il funerale non cancella nulla. Non assolve dalle assenze, non ripaga i silenzi, non colma le distanze che si è scelto di mantenere. Quel dolore davanti a una bara è amplificato dal peso delle parole non dette, delle occasioni perse, degli abbracci rimandati.

Ricordare sempre che la vita è un dono temporaneo. I rancori sono lussi che non ci si può permettere. Il tempo non è un fiume infinito, ma una clessidra che scorre inesorabile.

WI
06.04.202517:30
"BEI VOTI"

In uno dei recenti casi di cronaca dove ci ha rimesso la vita una giovane ragazza, la mamma del carnefice afferma: "Mio figlio era un bravo ragazzo, studioso, aveva sempre bei voti a scuola".

Ecco l'ennesimo esempio di una società che ha frainteso cosa significhi educare un essere umano. I "bei voti" sono diventati l'ultimo rifugio di chi ha abdicato alla piena responsabilità genitoriale.

L'idea che un ragazzo che studia, che rispetta le regole formali dell'istituzione scolastica, sia automaticamente una "brava persona" è una idea che solo in una società terminale può essere sviluppata.

In generale, al di là di questo triste caso di cronaca, i genitori che si aggrappano ai "bei voti" come testimonianza della propria adeguatezza educativa rivelano una terrificante cecità. Hanno delegato alla scuola un compito che è primariamente loro. Convinti che l'andamento accademico sia una sorta di lasciapassare morale, un'assoluzione preventiva.

Quando persino un genitore che si trova di fronte all'abisso morale rappresentato da un figlio assassino, cerca rifugio nei "bei voti", ecco che siamo di fronte all'alienazione più totale oltre che al completo fallimento genitoriale.
Un fallimento che, in casi come questo, si paga con la vita di una ragazza innocente.

WI
Questo signore si chiama Ahmed Mansour e faceva il giornalista per "Palestine Today". Lui e i suoi colleghi stavano in una tenda vicino ad un ospedale. La tenda è stata colpita dagli autonominatisi Araldi del Bene e Ahmed è rimasto avvolto dalle fiamme.
Dov'è la "solidarietà di categoria"? Dov'è "l'indignazione" unamine?
Dov'è il minimo senso morale?
C'è gente che s'è scandalizzata per un ciuffo tirato a una giornalista italiana per le solite inconcludenti bagattelle. Qua c'è gente in prima linea per documentare l'orrore e il cosiddetto "mondo libero" si gira dall'altra parte quando viene trucidata come quei soccorritori. Ma l'alibi è già pronto: sono solo megafoni della "propaganda di Hamas"!

EG
04.04.202504:19
COLONIZZAZIONE SEMANTICA

Le parole che si utilizzano quotidianamente mostrano chiaramente la nuova visione del mondo.
Il vocabolario del mercato ha occupato spazi che un tempo appartenevano alla sfera dell'essere, non dell'avere.

Pensiamoci, quando si parla ad esempio di amicizie o amori si dice che "investiamo nelle relazioni" o quando si tratta semplicemente di dedicare attenzione all'altro si afferma di "investire tempo".

Questa colonizzazione semantica non è innocua. Quando si riduce ogni dimensione umana alla sua potenziale redditività, si subisce una trasformazione profonda e spesso inconsapevole.
Ogni relazione, hobby o interesse deve "rendere" qualcosa, l'efficienza sostituisce l'autenticità come valore fondamentale, i rapporti umani vengono valutati attraverso il prisma del tornaconto e la gratuità del dono disinteressato diventa un concetto sempre più estraneo.

Attenzione perché il linguaggio plasma il pensiero, e il pensiero plasma la realtà che creiamo.

WI
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