08.04.202519:24
Il governo Meloni, con un decreto legge approvato il 28 marzo, ha stabilito che nel CPR già costruito a Gjader in Albania (con circa 50 posti finora disponibili su 144 previsti) possano essere trasferiti "non solo gli stranieri ritrovati all'esterno del mare nazionale o a seguito di operazioni di search and rescue (SAR) ma anche quelli attualmente trattenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) italiani e destinatari del provvedimento di espulsione".
Avranno priorità per questi trasferimenti soprattutto le persone che nei CPR resistono alla macchina della deportazione e hanno portato avanti delle proteste.
Fonte: https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2025/04/08/migranti-in-albania-a-giorni-riprendono-i-trasferimenti_830d4ae7-1054-486b-b7d5-e13963150cc0.html
Avranno priorità per questi trasferimenti soprattutto le persone che nei CPR resistono alla macchina della deportazione e hanno portato avanti delle proteste.
Fonte: https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2025/04/08/migranti-in-albania-a-giorni-riprendono-i-trasferimenti_830d4ae7-1054-486b-b7d5-e13963150cc0.html
30.03.202515:58
Oggi alcuni solidali si sono presentati di fronte al cpr di Macomer per portare un po' di vicinanza ai reclusi. Al loro arrivo hanno trovato una jeep dei carabinieri e, ai tentativi di comunicazione con i reclusi, c'è stata una risposta, subito silenziata da una camionetta della celere già presente dentro.
Le forze dell'ordine hanno immediatamente bloccato i solidali, pretendendo di portarli in caserma per effettuare foto segnalazioni e delle perquisizioni personali più accurate delle compagne presenti, nella ricerca di armi.
I solidali si sono negati di spostarsi in caserma e, dopo aver minacciato di trattenerli sino a notte,gli sbirri hanno proceduto alle perquisizioni personali e delle auto sequestrando diverso materiale, sono stati notificati fogli di via e diverse denunce.
Nel lager di Macomer sono al momento recluse una cinquantina di persone, la maggior parte portati da altri cpr per motivi punitivi. Si trova in un posto isolato, difficile da raggiungere e costantemente presidiato dalle forze dell'ordine, che impediscono a chiunque di avvicinarsi a meno di 500 metri. Alle persone recluse viene costantemente impedito di contattare avvocati, accedere al telefono, ricevere pacchi. Ad ogni saluto, la repressione e il tentativo di silenziare la solidarietà aumenta. Ma i legami si rafforzano, i cpr continuano a bruciare, e noi restiamo al fianco di chi lotta per la libertà.
Le forze dell'ordine hanno immediatamente bloccato i solidali, pretendendo di portarli in caserma per effettuare foto segnalazioni e delle perquisizioni personali più accurate delle compagne presenti, nella ricerca di armi.
I solidali si sono negati di spostarsi in caserma e, dopo aver minacciato di trattenerli sino a notte,gli sbirri hanno proceduto alle perquisizioni personali e delle auto sequestrando diverso materiale, sono stati notificati fogli di via e diverse denunce.
Nel lager di Macomer sono al momento recluse una cinquantina di persone, la maggior parte portati da altri cpr per motivi punitivi. Si trova in un posto isolato, difficile da raggiungere e costantemente presidiato dalle forze dell'ordine, che impediscono a chiunque di avvicinarsi a meno di 500 metri. Alle persone recluse viene costantemente impedito di contattare avvocati, accedere al telefono, ricevere pacchi. Ad ogni saluto, la repressione e il tentativo di silenziare la solidarietà aumenta. Ma i legami si rafforzano, i cpr continuano a bruciare, e noi restiamo al fianco di chi lotta per la libertà.
27.03.202509:28
I CPR BRUCIANO ANCORA:
CONTRO IL RAZZISMO DI STATO E I SUOI COMPLICI
PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CPR
DOMENICA 30 MARZO ORE 14.30
C.SO BRUNELLESCHI ANGOLO VIA MONGINEVRO
Dopo due giornate di presidi e cortei per le strade adiacenti al Cpr di corso Brunelleschi, che hanno bloccato la normalità del quartiere di Pozzo Strada per qualche ora e dimostrato la propria ostilità nei confronti della riapertura di un lager di stato, sentiamo la necessità di continuare a stare sotto quelle mura per portare solidarietà a chi viene privato della libertà.
Poco più di due anni fa, il CPR di Torino veniva distrutto dalla rabbia dei reclusi, rendendo materialmente più fragile un tassello della macchina delle espulsioni. Dopo quelle infuocate giornate invernali, numerose sono state le rivolte, le evasioni e gli scontri con la polizia, che hanno caratterizzato e continuano tutt'ora a scandire la quotidianità all’interno dei centri di detenzione amministrativa. Per due anni Torino è stata privata di uno strumento di tortura e deterrenza verso le persone senza un documento europeo; ora il governo italiano, con la complicità del nuovo ente gestore Sanitalia, a partire dallo scorso lunedì 24 marzo ha reso di nuovo operativo il Cpr per continuare a propagandare e guadagnare sulla vita delle persone razzializzate e povere.
Sta a noi cercare di ostacolare il razzismo di Stato e rendere la solidarietà il più tangibile possibile: è sempre più urgente e fondamentale provare a stare in strada, creare nuove complicità e supportare chi è costretto a subire la violenza strutturale della detenzione amministrativa.
CONTRO IL RAZZISMO DI STATO E I SUOI COMPLICI
PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CPR
DOMENICA 30 MARZO ORE 14.30
C.SO BRUNELLESCHI ANGOLO VIA MONGINEVRO
Dopo due giornate di presidi e cortei per le strade adiacenti al Cpr di corso Brunelleschi, che hanno bloccato la normalità del quartiere di Pozzo Strada per qualche ora e dimostrato la propria ostilità nei confronti della riapertura di un lager di stato, sentiamo la necessità di continuare a stare sotto quelle mura per portare solidarietà a chi viene privato della libertà.
Poco più di due anni fa, il CPR di Torino veniva distrutto dalla rabbia dei reclusi, rendendo materialmente più fragile un tassello della macchina delle espulsioni. Dopo quelle infuocate giornate invernali, numerose sono state le rivolte, le evasioni e gli scontri con la polizia, che hanno caratterizzato e continuano tutt'ora a scandire la quotidianità all’interno dei centri di detenzione amministrativa. Per due anni Torino è stata privata di uno strumento di tortura e deterrenza verso le persone senza un documento europeo; ora il governo italiano, con la complicità del nuovo ente gestore Sanitalia, a partire dallo scorso lunedì 24 marzo ha reso di nuovo operativo il Cpr per continuare a propagandare e guadagnare sulla vita delle persone razzializzate e povere.
Sta a noi cercare di ostacolare il razzismo di Stato e rendere la solidarietà il più tangibile possibile: è sempre più urgente e fondamentale provare a stare in strada, creare nuove complicità e supportare chi è costretto a subire la violenza strutturale della detenzione amministrativa.
26.03.202515:11
I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO
CONTRO TUTTE LE GALERE
CAGLIARI - 29 MARZO ORE 18
La Sardegna, da sempre colonia dello stato italiano, ha visto gran parte del suo territorio sottratto almeno parzialmente ai suoi cittadini in forme differenti nei diversi periodi storici. Luogo di punizione per i pubblici ufficiali che avevano trasgredito alle regole sino alla fine degli anni ’60, luogo di deportazione per i rom durante il periodo fascista (un campo era stato allestito a Perdasdefogu); luogo di deportazione (il carcere dell’Asinara) per i prigionieri politici negli anni ’70-’90; luogo di addestramento interforze (in Sardegna si trova il 60% del territorio militare italiano) e dei servizi segreti (Gladio). Luogo di sviluppo di industrie inquinanti (per esempio la Saras, la più grande raffineria del Mediterraneo), industrie di armi (Leonardo e RWM), aziende del Mossad (Telit), o di devastazione a causa delle imprese green costruttrici di pale eoliche (Terna e c.); sino all’avvento del turismo di massa che, oltre a sottrarre case e portare sfruttamento,esclude i cittadini da zone particolari che restano dedicate solo ai turisti che se le possono permettere.
In un contesto di questo tipo è evidente che le carceri, quasi sempre distanti dai centri abitati, ma da sempre presenti, hanno la funzione, dati anche l’habitat relativamente disperso e i collegamenti non facili, di ribadire che la Sardegna è un luogo in cui si può essere deportati e in cui si può rimanere completamente isolati, esattamente come in una Cayenna. Non a caso nelle strutture detentive dell’isola sono concentrate un gran numero di persone detenute in regime di Alta sicurezza, nonché di coloro che sono detenuti in regime di 41 bis. Un regime di tortura e annientamento all'apice del sistema repressivo dello Stato italiano.
Il potere, in un contesto di preparazione di una guerra capitalista tesa ad evitare una possibile guerra sociale, certamente più dolorosa per il sistema, definisce nuovi nomi e nuove funzioni per i luoghi e introduce le zone rosse, sperimentate in qualche modo nel periodo COVID. Zone sterili, prive non solo fisicamente di nemici sociali e quindi assolutamente conformi alle leggi del potere.
Il CPR di Macomer riassume in sé stesso questa assai sommaria descrizione.
Macomer, situato nel centro della Sardegna, distante dai principali centri abitati, era sede di uno dei Centri Addestramenti Reclute dell’Esercito italiano, in cui talora si veniva destinati per motivi punitivi. Alla fine della leva obbligatoria, rimane una struttura militare (con anche dei settori interforze) ma il paese riacquista il suo ruolo originario nel 2014 con l’apertura di un carcere speciale per “terroristi islamici” nel periodo in cui il nemico era Al Qaeda. Il carcere venne fatto chiudere dalla CEDU per la mancanza dei requisiti minimi previsti dalla UE e, senza ristrutturazione alcuna venne riaperto da Minniti nel 2019 come CPR. La struttura affidata tramite bandi gestiti dalla prefettura ovviamente in maniera “superficiale” è passata tra diverse mani famigerate (ORS, Ekene e ora Officine Sociali) rimanendo sempre lo stesso lager, in cui sono frequenti le rivolte represse con la violenza da tutte le forze dell’ordine presenti (PS, CC e GDF) e dall’esercito. Se nel primo anno di esistenza del CPR chi tentava di avvicinarsi veniva denunciato, negli ultimi due anni il questore Polverino ha decretato la sua zona rossa, estesa a tutta la provincia di Nuoro) emettendo fogli di via per tre anni per tutti coloro che vanno a portare solidarietà ai prigionieri o a tentare di comunicare con gli abitanti del paese e denunciandoli quando partecipano a qualsiasi iniziativa anticarceraria in provincia. Sono almeno una quindicina i fogli di via + emessi negli ultimi due anni: un numero elevatissimo viste le dimensioni del movimento, che continua a lottare anche grazie a chi decide di accollarsi altre denunce per violarli.
CONTRO TUTTE LE GALERE
CAGLIARI - 29 MARZO ORE 18
La Sardegna, da sempre colonia dello stato italiano, ha visto gran parte del suo territorio sottratto almeno parzialmente ai suoi cittadini in forme differenti nei diversi periodi storici. Luogo di punizione per i pubblici ufficiali che avevano trasgredito alle regole sino alla fine degli anni ’60, luogo di deportazione per i rom durante il periodo fascista (un campo era stato allestito a Perdasdefogu); luogo di deportazione (il carcere dell’Asinara) per i prigionieri politici negli anni ’70-’90; luogo di addestramento interforze (in Sardegna si trova il 60% del territorio militare italiano) e dei servizi segreti (Gladio). Luogo di sviluppo di industrie inquinanti (per esempio la Saras, la più grande raffineria del Mediterraneo), industrie di armi (Leonardo e RWM), aziende del Mossad (Telit), o di devastazione a causa delle imprese green costruttrici di pale eoliche (Terna e c.); sino all’avvento del turismo di massa che, oltre a sottrarre case e portare sfruttamento,esclude i cittadini da zone particolari che restano dedicate solo ai turisti che se le possono permettere.
In un contesto di questo tipo è evidente che le carceri, quasi sempre distanti dai centri abitati, ma da sempre presenti, hanno la funzione, dati anche l’habitat relativamente disperso e i collegamenti non facili, di ribadire che la Sardegna è un luogo in cui si può essere deportati e in cui si può rimanere completamente isolati, esattamente come in una Cayenna. Non a caso nelle strutture detentive dell’isola sono concentrate un gran numero di persone detenute in regime di Alta sicurezza, nonché di coloro che sono detenuti in regime di 41 bis. Un regime di tortura e annientamento all'apice del sistema repressivo dello Stato italiano.
Il potere, in un contesto di preparazione di una guerra capitalista tesa ad evitare una possibile guerra sociale, certamente più dolorosa per il sistema, definisce nuovi nomi e nuove funzioni per i luoghi e introduce le zone rosse, sperimentate in qualche modo nel periodo COVID. Zone sterili, prive non solo fisicamente di nemici sociali e quindi assolutamente conformi alle leggi del potere.
Il CPR di Macomer riassume in sé stesso questa assai sommaria descrizione.
Macomer, situato nel centro della Sardegna, distante dai principali centri abitati, era sede di uno dei Centri Addestramenti Reclute dell’Esercito italiano, in cui talora si veniva destinati per motivi punitivi. Alla fine della leva obbligatoria, rimane una struttura militare (con anche dei settori interforze) ma il paese riacquista il suo ruolo originario nel 2014 con l’apertura di un carcere speciale per “terroristi islamici” nel periodo in cui il nemico era Al Qaeda. Il carcere venne fatto chiudere dalla CEDU per la mancanza dei requisiti minimi previsti dalla UE e, senza ristrutturazione alcuna venne riaperto da Minniti nel 2019 come CPR. La struttura affidata tramite bandi gestiti dalla prefettura ovviamente in maniera “superficiale” è passata tra diverse mani famigerate (ORS, Ekene e ora Officine Sociali) rimanendo sempre lo stesso lager, in cui sono frequenti le rivolte represse con la violenza da tutte le forze dell’ordine presenti (PS, CC e GDF) e dall’esercito. Se nel primo anno di esistenza del CPR chi tentava di avvicinarsi veniva denunciato, negli ultimi due anni il questore Polverino ha decretato la sua zona rossa, estesa a tutta la provincia di Nuoro) emettendo fogli di via per tre anni per tutti coloro che vanno a portare solidarietà ai prigionieri o a tentare di comunicare con gli abitanti del paese e denunciandoli quando partecipano a qualsiasi iniziativa anticarceraria in provincia. Sono almeno una quindicina i fogli di via + emessi negli ultimi due anni: un numero elevatissimo viste le dimensioni del movimento, che continua a lottare anche grazie a chi decide di accollarsi altre denunce per violarli.
18.03.202518:07
CPR di Trapani Milo: Aggiornamenti sulle violenze e resoconto di un saluto ai prigionieri
Continuano gli abusi polizieschi e giuridici all’interno del CPR di Trapani Milo. Dalla riapertura a ottobre dell’anno scorso, dopo essere stato reso inagibile dai prigionieri, già a novembre i detenuti reagivano rivoltandosi e opponendosi ai trattamenti inumani del centro. Le condizioni detentive non fanno che peggiorare nonostante all’interno si cerchi di percorrere ogni strada possibile tra battiture, scioperi del carrello e instancabili rivolte violentemente represse di cui noi all’esterno siamo solo in parte informati.
Ieri notte, 16 Marzo, un gruppo di persone ha sentito la necessità di mostrare solidarietà ai reclusi recandosi sotto le mura del centro.
Continua qui
Continuano gli abusi polizieschi e giuridici all’interno del CPR di Trapani Milo. Dalla riapertura a ottobre dell’anno scorso, dopo essere stato reso inagibile dai prigionieri, già a novembre i detenuti reagivano rivoltandosi e opponendosi ai trattamenti inumani del centro. Le condizioni detentive non fanno che peggiorare nonostante all’interno si cerchi di percorrere ogni strada possibile tra battiture, scioperi del carrello e instancabili rivolte violentemente represse di cui noi all’esterno siamo solo in parte informati.
Ieri notte, 16 Marzo, un gruppo di persone ha sentito la necessità di mostrare solidarietà ai reclusi recandosi sotto le mura del centro.
Continua qui


17.02.202521:38


06.04.202516:17
"Non abbandonate mai la lotta. Non abbandonate mai la lotta che ha fatto Ousmane Sylla per tutti. Continuate, sono con voi"
Da Mariama, sorella di Ousmane, arriva un lungo messaggio di resistenza rivolto alle persone recluse nel CPR di Ponte Galeria
Da Mariama, sorella di Ousmane, arriva un lungo messaggio di resistenza rivolto alle persone recluse nel CPR di Ponte Galeria


30.03.202515:23


27.03.202509:18
Torino - Domenica 30 marzo presidio al CPR di Corso Brunelleschi e assemblea pubblica


24.03.202518:08
Roma - Domenica 6 aprile ore 16.30


10.03.202509:00
Alcuni aggiornamenti dal lager CPR di Gradisca d’Isonzo
Riceviamo dall’interno del CPR di Gradisca la notizia che otto prigionieri sono saliti sul tetto e hanno distrutto l’attrezzatura di sorveglianza. Probabilmente si è trattato di un tentativo di evasione: da settimane ormai si moltiplicano i buchi nelle reti delle gabbie e riprendono gli incendi. La polizia, spesso in assetto antisommossa, entra nelle celle nel tentativo di riportare l’ordine, fatto – come sappiamo – di sottomissione, deportazione e annichilimento. E’ successo anche il giorno successivo a questi episodi: numerosi sono stati i pestaggi, impressionanti al punto da sembrare “un film in diretta”, ci è stato detto. Un ragazzo ha provato il salto, si è rotto una gamba ed è stato trasportato in ospedale.
[continua]
https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2025/03/09/alcuni-aggiornamenti-dal-lager-cpr-di-gradisca-disonzo/
Riceviamo dall’interno del CPR di Gradisca la notizia che otto prigionieri sono saliti sul tetto e hanno distrutto l’attrezzatura di sorveglianza. Probabilmente si è trattato di un tentativo di evasione: da settimane ormai si moltiplicano i buchi nelle reti delle gabbie e riprendono gli incendi. La polizia, spesso in assetto antisommossa, entra nelle celle nel tentativo di riportare l’ordine, fatto – come sappiamo – di sottomissione, deportazione e annichilimento. E’ successo anche il giorno successivo a questi episodi: numerosi sono stati i pestaggi, impressionanti al punto da sembrare “un film in diretta”, ci è stato detto. Un ragazzo ha provato il salto, si è rotto una gamba ed è stato trasportato in ospedale.
[continua]
https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2025/03/09/alcuni-aggiornamenti-dal-lager-cpr-di-gradisca-disonzo/


15.02.202513:06
PODCAST HARRAGA
https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/02/14/i-mille-e-piu-volti-del-razzismo-di-stato/
I MILLE E PIU’ VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO.
A proposito del mese di Febbraio: qualche riflessione sugli omicidi di Stato di Ousmane Sylla e Moussa Balde.
Nella notte tra il 4 e il 5 Febbario 2023 iniziavano le coraggiose rivolte dei prigionieri del CPR di Torino che – nel giro di poche settimane – portarono alla chiusura del centro.
Il 4 Febbraio 2024 il corpo senza vita di Ousmane Sylla viene trovato dentro il lager di Roma.
Il 12 Febbraio 2025 - mentre inizia il processo in merito all’omicidio di Stato di Moussa Balde, per la direttrice nel 2021 del CPR di Corso Brunelleschi e il medico che confinò Moussa all’isolamento – la pantomima del potere ri-assolve se stesso processando le cosiddette mele marce mentre prepara la riapertura del lager di Torino. [...]
https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/02/14/i-mille-e-piu-volti-del-razzismo-di-stato/
I MILLE E PIU’ VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO.
A proposito del mese di Febbraio: qualche riflessione sugli omicidi di Stato di Ousmane Sylla e Moussa Balde.
Nella notte tra il 4 e il 5 Febbario 2023 iniziavano le coraggiose rivolte dei prigionieri del CPR di Torino che – nel giro di poche settimane – portarono alla chiusura del centro.
Il 4 Febbraio 2024 il corpo senza vita di Ousmane Sylla viene trovato dentro il lager di Roma.
Il 12 Febbraio 2025 - mentre inizia il processo in merito all’omicidio di Stato di Moussa Balde, per la direttrice nel 2021 del CPR di Corso Brunelleschi e il medico che confinò Moussa all’isolamento – la pantomima del potere ri-assolve se stesso processando le cosiddette mele marce mentre prepara la riapertura del lager di Torino. [...]


04.04.202518:30
Il 15 maggio il giudice per l'udienza preliminare deciderà per il rinvio a giudizio o meno delle 27 persone (guardie, medici, avvocati e gestori) indagate per le violenze e illeciti avvenuti nel lager di Palazzo San Gervasio.
Tra i vari capi d'imputazione, nel febbraio scorso l'accusa di tortura è già stata ridimensionata con quella di violenza privata pluriaggravata. Nel processo si è costituito come parte civile anche il Ministero degli Interni, cioè l'apparato dello stato responsabile del sistema concentrazionario italiano. Nel frattempo le violenze e torture a Palazzo San Gervasio non sono mai cessate, così come la resistenza delle persone recluse che continuano a lottare.
Fonte:
https://www.rainews.it/tgr/basilicata/articoli/2025/04/violenze-al-cpr-di-palazzo-san-gervasio-il-15-maggio-la-decisione-del-gup-d85d16d5-0829-4b98-8064-6853add305a0.html
Tra i vari capi d'imputazione, nel febbraio scorso l'accusa di tortura è già stata ridimensionata con quella di violenza privata pluriaggravata. Nel processo si è costituito come parte civile anche il Ministero degli Interni, cioè l'apparato dello stato responsabile del sistema concentrazionario italiano. Nel frattempo le violenze e torture a Palazzo San Gervasio non sono mai cessate, così come la resistenza delle persone recluse che continuano a lottare.
Fonte:
https://www.rainews.it/tgr/basilicata/articoli/2025/04/violenze-al-cpr-di-palazzo-san-gervasio-il-15-maggio-la-decisione-del-gup-d85d16d5-0829-4b98-8064-6853add305a0.html


30.03.202510:08
Protesta e incendio ieri sera nel lager di Gradisca d'Isonzo.
https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2025/03/incendio-al-cpr-di-gradisca-disonzo-0d22647c-ffe2-4a8e-a6db-7eb4857d7ae1.html
https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2025/03/incendio-al-cpr-di-gradisca-disonzo-0d22647c-ffe2-4a8e-a6db-7eb4857d7ae1.html


26.03.202515:12


24.03.202513:25
Riapertura del CPR di Torino: a sorpresa per le vie della detenzione amministrativa
L’apertura del CPR di Torino, prevista per il 24 Marzo, non poteva e non potrà passare nel silenzio. A 2 anni dalle rivolte che ne hanno determinato la chiusura, 70 nuovi posti di detenzione amministrativa, in 2 sezioni delle 6 a disposizione nella struttura, verranno messi a regime da un ente gestore torinese - Sanitalia Service - che promette condizioni dignitose e progetti di sostegno con cui provare a mascherare il volto razzista dei centri di permanenza per il rimpatrio.
[continua a leggere sul blog...]
Questa sera ore 18
PRESIDIO sotto le mura del CPR
C.so Brunelleschi angolo via Monginevro
https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/03/24/riapertura-del-cpr-di-torino-a-sorpresa-per-le-vie-della-detenzione-amministrativa/
L’apertura del CPR di Torino, prevista per il 24 Marzo, non poteva e non potrà passare nel silenzio. A 2 anni dalle rivolte che ne hanno determinato la chiusura, 70 nuovi posti di detenzione amministrativa, in 2 sezioni delle 6 a disposizione nella struttura, verranno messi a regime da un ente gestore torinese - Sanitalia Service - che promette condizioni dignitose e progetti di sostegno con cui provare a mascherare il volto razzista dei centri di permanenza per il rimpatrio.
[continua a leggere sul blog...]
Questa sera ore 18
PRESIDIO sotto le mura del CPR
C.so Brunelleschi angolo via Monginevro
https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/03/24/riapertura-del-cpr-di-torino-a-sorpresa-per-le-vie-della-detenzione-amministrativa/


22.02.202518:14
A poco più di un anno dall’omicidio di stato di Ousmane Sylla, avvenuto nel CPR di Ponte Galeria il 6 febbraio del 2024, la magistratura ha portato già avanti la sua vendetta contro alcuni dei suoi compagni di prigionia che avevano protestato in seguito alla sua morte. Tre persone sono state condannate, con rito abbreviato, a pesanti pene rispettivamente di 3 anni e 6 mesi per uno di loro e 4 anni e 10 mesi per gli altri due, con le accuse di devastazione e lesioni.
Solidarietà a chi lotta
Solidarietà a chi lotta
11.02.202511:39
----> . E contro il razzismo perbene di partiti, sindacati e associazioni, responsabili nel mantenimento e nella gestione del sistema di controllo delle persone immigrate e dell'invisibilizzazione delle loro lotte.
A chi si impegna con le sue politiche razziste e classiste, come i partiti di destra e di sinistra, a mantenere questa città un laboratorio a cielo aperto di repressione, e si indigna per due scritte sui dehors comparse durante il corteo, ci sentiamo di dire che questo è il minimo rispetto al presente di miseria e sfruttamento a cui ci vogliono relegare.
A chi si impegna con le sue politiche razziste e classiste, come i partiti di destra e di sinistra, a mantenere questa città un laboratorio a cielo aperto di repressione, e si indigna per due scritte sui dehors comparse durante il corteo, ci sentiamo di dire che questo è il minimo rispetto al presente di miseria e sfruttamento a cui ci vogliono relegare.
03.04.202512:36
Un saluto al CPR Trapani Milo. Scioperi della fame, della sete e dei medicinali, rivolte e vendetta di stato.
https://sicilianoborder.noblogs.org/post/2025/04/03/un-saluto-al-cpr-trapani-milo-scioperi-della-fame-della-sete-e-dei-medicinali-rivolte-e-vendetta-di-stato/
https://sicilianoborder.noblogs.org/post/2025/04/03/un-saluto-al-cpr-trapani-milo-scioperi-della-fame-della-sete-e-dei-medicinali-rivolte-e-vendetta-di-stato/
27.03.202515:55
AGGIORNAMENTI DAL CPR DI TRAPANI MILO
Continuiamo a diffondere gli aggiornamenti della rete siciliana contro il confinamento, chiedendo la chiusura immediata di tutti i CPR !
Violenza strutturale, grida di aiuto, rivendicazioni di dignità e libertà: voci dal CPR di Trapani
Circa 150 persone si trovano trattenute in queste ore nelle gabbie del CPR di Trapani.
Il CPR è uno strumento di deterrenza e tortura volto a soggiogare le persone, minarne i desideri, impedire la libertà di movimento.
Ieri le persone trattenute hanno iniziato uno sciopero della fame, contro la detenzione e contro le condizioni disumane in cui sono costrette nella vita quotidiana. Chiedono libertà e dignità. [...]
Continua: https://brughiere.noblogs.org/post/2025/03/26/aggiornamenti-dal-cpr-di-trapani-milo/
Continuiamo a diffondere gli aggiornamenti della rete siciliana contro il confinamento, chiedendo la chiusura immediata di tutti i CPR !
Violenza strutturale, grida di aiuto, rivendicazioni di dignità e libertà: voci dal CPR di Trapani
Circa 150 persone si trovano trattenute in queste ore nelle gabbie del CPR di Trapani.
Il CPR è uno strumento di deterrenza e tortura volto a soggiogare le persone, minarne i desideri, impedire la libertà di movimento.
Ieri le persone trattenute hanno iniziato uno sciopero della fame, contro la detenzione e contro le condizioni disumane in cui sono costrette nella vita quotidiana. Chiedono libertà e dignità. [...]
Continua: https://brughiere.noblogs.org/post/2025/03/26/aggiornamenti-dal-cpr-di-trapani-milo/
26.03.202515:12
[...continua da sopra] In definitiva la lotta contro il CPR è parte integrante della lotta contro tutte le facce del sistema in Sardegna: quella che devasta l’ambiente, quella che si prepara agli stermini di popolazioni, quella che rende parte dell’isola un paradiso per chi ha denaro e un inferno per chi viene sfruttato all’interno del paradiso. Quella che prepara luoghi di annientamento di intensità e forme diverse per chi, in maniera diretta o indiretta, non può accettare lo stato di cose presenti e pertanto deve essere non visibile a nessuno per non turbare, per chi ha eletto il consumo a suo stile di vita, la vivibilità di un’isola considerata tra le più “belle” del mondo, perché si fa finta di non conoscere l’intensità dello sterminio che viene protratto nel suo interno.
23.03.202514:14
TORINO
Ora davanti al CPR.
CORTEO spontaneo contro la riapertura del Cpr di corso Brunelleschi
Raggiungeteci per le vie di San Paolo!
Fuoco ai cpr
Solidarietà a reclusi e ribelli!
Ora davanti al CPR.
CORTEO spontaneo contro la riapertura del Cpr di corso Brunelleschi
Raggiungeteci per le vie di San Paolo!
Fuoco ai cpr
Solidarietà a reclusi e ribelli!
17.02.202521:38
SOLIDARIETÀ AI DETENUTI DEL CPR DI MACOMER
Nella notte di giovedi 13 febbraio i prigionieri del CPR di Macomer hanno dato vita ad una protesta (uno di loro è salito sul tetto) poiché due loro compagni avevano tentato il suicidio e per le sempre peggiori condizioni di vita all’interno della struttura.
Il CPR è totalmente isolato dal punto di vista geografico, a due ore circa di auto da Cagliari, nascosto in prossimità della zona industriale di Macomer (tanto che qualche abitante del paese ne ignora addirittura l’esistenza), strettamente sorvegliato da tutti i tipi di forze dell’ordine e dall’esercito e per raggiungerlo è necessario utilizzare strategie adeguate a evitare di essere intercettati e respinti prima di arrivarci.
La notte della protesta qualcun* ha deciso di fare un salto nella zona del CPR per capire che aria tirasse. Dalla struttura la situazione sembrava abbastanza tranquilla ma i diversi posti di blocco posizionati per tutto il paese sono stati una conferma indiretta che fosse accaduto qualcosa di significativo.
Per questo la mattina di sabato 15 febbraio abbiamo deciso quindi di effettuare un saluto per portare solidarietà a tutti i detenuti e per ricordargli che non sono soli. La risposta è stata forte e calorosa, sono riusciti a informarci che all’interno sono in cinquantatre, che una mezza dozzina di prigionieri non dovrebbero essere reclusi neppure per la durissima legislazione in vigore (perché figli di genitori con cittadinanza italiana o perché privi dei requisiti previsti per la detenzione amministrativa), che il cibo è immangiabile, che non hanno acqua calda, che gli viene impedito qualsiasi tipo di comunicazione telefonica se non alcune a pagamento, che gli viene impedito di svolgere qualsiasi tipo di attività compreso quelle ricreative (hanno una sola televisione con un unico canale) e che all’interno alcune celle sono completamente bruciate tanto da non essere abitabili. Ci hanno detto che si rendono conto di venire uccisi lentamente.
Dopo una mezzora di scambio di comunicazioni con i prigionieri, come consuetudine si sono presentati polizia, digos e carabinieri, che dopo averci identificato e filmato e avere registrato i messaggi che scambiavamo con i prigionieri in lingue diverse dall’italiano dopo diverse ore di fermo ci intimavano di andarcene, denunciando i compagn* che hanno violato il foglio di via da Macomer; fogli di via che il questore di Nuoro, Alfonso Polverino, emette, con motivazioni di fantasia, per tutt* coloro che si avvicinano al CPR per solidarizzare con i detenuti e/o protestare.
La risposta ricevuta dai prigionieri, più forte del previsto, è per noi una spinta a continuare la lotta. Contro il razzismo del sistema e di chi lo appoggia, contro il razzismo volgare e squallido della destra e il razzismo elegante e raffinato della sinistra d’opposizione (quella che ha creato i CPR, che ogni tanto finge di indignarsi in maniera decisa ma che agisce perché nulla cambi, protestando contro il progetto CPR albanese mentre ignora il suo prototipo di Macomer), contro la distrazione che sconfina nel razzismo, di chi dimentica l’esistenza di prigioni come il CPR in una Sardegna che è una Cayenna con le altre sue 14
prigioni (3 delle quali con il 41 bis) e l’occupazione militare più ampia d’Europa. È evidente che la lotta contro il CPR di Macomer è una lotta che il sistema ci fa pagare caro, con l’utilizzo di misure di prevenzione e le successive denunce nel caso di violazione. Tanto accanimento ci fa pensare che forse stiamo colpendo nel segno, ricordando ancora una volta che non saranno quattro sbirri in divisa e un pezzo di carta a farci allontanare dalle lotte.
LE GALERE SI CHIUDONO CON IL FUOCO
TUTTE LIBERE E TUTTI LIBERI
Anarchicx contro carcere e repressione
Nella notte di giovedi 13 febbraio i prigionieri del CPR di Macomer hanno dato vita ad una protesta (uno di loro è salito sul tetto) poiché due loro compagni avevano tentato il suicidio e per le sempre peggiori condizioni di vita all’interno della struttura.
Il CPR è totalmente isolato dal punto di vista geografico, a due ore circa di auto da Cagliari, nascosto in prossimità della zona industriale di Macomer (tanto che qualche abitante del paese ne ignora addirittura l’esistenza), strettamente sorvegliato da tutti i tipi di forze dell’ordine e dall’esercito e per raggiungerlo è necessario utilizzare strategie adeguate a evitare di essere intercettati e respinti prima di arrivarci.
La notte della protesta qualcun* ha deciso di fare un salto nella zona del CPR per capire che aria tirasse. Dalla struttura la situazione sembrava abbastanza tranquilla ma i diversi posti di blocco posizionati per tutto il paese sono stati una conferma indiretta che fosse accaduto qualcosa di significativo.
Per questo la mattina di sabato 15 febbraio abbiamo deciso quindi di effettuare un saluto per portare solidarietà a tutti i detenuti e per ricordargli che non sono soli. La risposta è stata forte e calorosa, sono riusciti a informarci che all’interno sono in cinquantatre, che una mezza dozzina di prigionieri non dovrebbero essere reclusi neppure per la durissima legislazione in vigore (perché figli di genitori con cittadinanza italiana o perché privi dei requisiti previsti per la detenzione amministrativa), che il cibo è immangiabile, che non hanno acqua calda, che gli viene impedito qualsiasi tipo di comunicazione telefonica se non alcune a pagamento, che gli viene impedito di svolgere qualsiasi tipo di attività compreso quelle ricreative (hanno una sola televisione con un unico canale) e che all’interno alcune celle sono completamente bruciate tanto da non essere abitabili. Ci hanno detto che si rendono conto di venire uccisi lentamente.
Dopo una mezzora di scambio di comunicazioni con i prigionieri, come consuetudine si sono presentati polizia, digos e carabinieri, che dopo averci identificato e filmato e avere registrato i messaggi che scambiavamo con i prigionieri in lingue diverse dall’italiano dopo diverse ore di fermo ci intimavano di andarcene, denunciando i compagn* che hanno violato il foglio di via da Macomer; fogli di via che il questore di Nuoro, Alfonso Polverino, emette, con motivazioni di fantasia, per tutt* coloro che si avvicinano al CPR per solidarizzare con i detenuti e/o protestare.
La risposta ricevuta dai prigionieri, più forte del previsto, è per noi una spinta a continuare la lotta. Contro il razzismo del sistema e di chi lo appoggia, contro il razzismo volgare e squallido della destra e il razzismo elegante e raffinato della sinistra d’opposizione (quella che ha creato i CPR, che ogni tanto finge di indignarsi in maniera decisa ma che agisce perché nulla cambi, protestando contro il progetto CPR albanese mentre ignora il suo prototipo di Macomer), contro la distrazione che sconfina nel razzismo, di chi dimentica l’esistenza di prigioni come il CPR in una Sardegna che è una Cayenna con le altre sue 14
prigioni (3 delle quali con il 41 bis) e l’occupazione militare più ampia d’Europa. È evidente che la lotta contro il CPR di Macomer è una lotta che il sistema ci fa pagare caro, con l’utilizzo di misure di prevenzione e le successive denunce nel caso di violazione. Tanto accanimento ci fa pensare che forse stiamo colpendo nel segno, ricordando ancora una volta che non saranno quattro sbirri in divisa e un pezzo di carta a farci allontanare dalle lotte.
LE GALERE SI CHIUDONO CON IL FUOCO
TUTTE LIBERE E TUTTI LIBERI
Anarchicx contro carcere e repressione


11.02.202509:39
DA MALPENSA A TEL AVIV: COME LE AZIENDE DI SICUREZZA INFORMATICA ISRAELIANE COLLABORANO CON LE AUTORITÁ ITALIANE PER ACCEDERE AI DISPOSITIVI MOBILI
– Contro carcere e CPR
https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/02/11/da-malpensa-a-tel-aviv-come-le-aziende-di-sicurezza-informatica-israeliane-collaborano-con-le-autorita-italiane-per-accedere-ai-dispositivi-mobili/
– Contro carcere e CPR
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