25.02.202516:04
ALLE 19:00 SAREMO IN DIRETTA QUI SU TELEGRAM CON MARCO GHISETTI: "ARTICO, NUOVA FRONTIERA"
"La sicurezza del pianeta e gli equilibri geopolitici che ne determinano la stabilità hanno una nuova frontiera: l’Artico, una regione che apre a opportunità economiche senza precedenti" (E. Solmavico, direttrice dell'Osservatorio d'Intelligence sull'Artico). Non è un caso che al vertice di Rihyad tra USA e Russia si sia parlato anche di progetti congiunti nell’Artico per sfruttare le sue immense risorse energetiche. Cercheremo di esplorare le implicazioni di questa immensa riserva di risorse naturali nello scacchiere attuale.
Marco Ghisetti, dottore in Politica Mondiale e Relazioni Internazionali, è ricercatore ospite presso il Centro Artico di Rovaniemi, in Finlandia
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"La sicurezza del pianeta e gli equilibri geopolitici che ne determinano la stabilità hanno una nuova frontiera: l’Artico, una regione che apre a opportunità economiche senza precedenti" (E. Solmavico, direttrice dell'Osservatorio d'Intelligence sull'Artico). Non è un caso che al vertice di Rihyad tra USA e Russia si sia parlato anche di progetti congiunti nell’Artico per sfruttare le sue immense risorse energetiche. Cercheremo di esplorare le implicazioni di questa immensa riserva di risorse naturali nello scacchiere attuale.
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25.02.202510:09
🇺🇦 UCRAINA. IN SECONDA LETTURA IL PARLAMENTO VOTA UNA RISOLUZIONE SUL SOSTEGNO ALLA LEGITTIMITÀ DI ZELENSKY
Anatoliy Aleksandrov, X
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In seconda lettura, il 24 febbraio 2025 la Verkhovna Rada ha approvato la risoluzione n. 13041 con 268 voti.
Intitolata "Dichiarazione sul sostegno alla democrazia in Ucraina durante l'aggressione russa", la risoluzione dichiara che le elezioni sono impossibili a causa della guerra di Putin e riafferma il mandato del presidente Zelensky finché una "pace giusta" non consentirà nuove votazioni. Politicamente, è un gesto unificante; legalmente, non vale nulla: priva di forza, in conflitto con la Costituzione e oltrepassa i limiti parlamentari.
La realtà è innegabile: l'invasione della Russia dal 2022, che ha spostato milioni di persone, occupato terre, messo in pericolo gli elettori, rende impossibili le elezioni libere. L'articolo 19 della legge sulla legge marziale le proibisce durante questo regime, esteso fino a maggio 2025. La Rada incolpa Putin, e lui è il colpevole. Ma questo non autorizza il parlamento a riscrivere le regole costituzionali o a sostenere il mandato di Zelensky con una risoluzione.
La Costituzione è chiara. L'articolo 108 (1) afferma: "Il Presidente esercita i suoi poteri fino a quando un Presidente neoeletto non assume l'incarico". Il suo mandato quinquennale (art. 103) è terminato il 20 maggio 2024. A differenza della Rada, il cui mandato si estende sotto la legge marziale (art. 83 (4)), nessuna clausola del genere aiuta la presidenza. La continuità dipende dalle elezioni, guerra o no. L'articolo 157 (2) proibisce ora i cambiamenti costituzionali, bloccando questi limiti. L'affermazione della risoluzione 13041 (Zelensky in carica fino alla pace) manca di fondamento legale.
I poteri della Rada (art. 85) includono la programmazione delle elezioni, non la ridefinizione dei mandati. Questo spetta alla Corte costituzionale (art. 147). Senza una sentenza della CCU, questa "dichiarazione" è ultra vires, ovvero oltre l'autorità. Non è una legge (art. 91); non vincola nessuno. La legge sulla legge marziale supporta il divieto di elezioni, ma non consente al parlamento di interpretare l'art. 108 o di colmare le sue lacune con retoriche come "continuità istituzionale".
La collisione è netta: la guerra sospende il voto, ma la Costituzione lega la legittimità alle schede elettorali. La vaga evasione delle "elezioni postbelliche" della risoluzione non supportata da scadenze viola gli standard di proporzionalità. È pragmatica ma illegale. L'aggressione di Putin ferma la democrazia; questa risoluzione non può legittimare la pausa. Legalmente nulla, è una stampella politica. Dopo la guerra, l'Ucraina dovrà dimostrare che questo non costituisce un precedente. Per ora, Zelensky guida per necessità, non per decreto della Rada.
Anatoliy Aleksandrov, X
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25.02.202507:53
🇷🇺🇺🇸 PUTIN DELINEA POTENZIALI ACCORDI CON GLI STATI UNITI SU ALLUMINIO E TERRE RARE
Fonte: Reuters
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Fonte: Reuters
Il presidente russo Vladimir Putin ha offerto agli Stati Uniti l'opportunità di un'esplorazione congiunta dei depositi di terre rare del paese, nonché la fornitura di alluminio al mercato interno statunitense, nell'ambito di un futuro accordo economico.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato in precedenza che si sarebbero svolte "importanti transazioni di sviluppo economico con la Russia". Nel giro di due ore dalla dichiarazione di Trump, Putin ha presieduto un incontro con i suoi ministri e consulenti economici sui metalli delle terre rare. "Noi, a proposito, saremmo pronti a offrire (progetti congiunti con) i nostri partner americani, e quando dico 'partner', intendo non solo strutture amministrative e governative, ma anche aziende, qualora mostrassero interesse per un lavoro congiunto", ha detto Putin alla TV di stato dopo l'incontro. "Senza dubbio abbiamo, voglio sottolineare, molte più risorse di questo tipo rispetto all'Ucraina", ha aggiunto Putin. Ha menzionato che un potenziale accordo tra Stati Uniti e Ucraina che coinvolga i metalli delle terre rare non era una preoccupazione per la Russia.
La Russia ha la quinta riserva mondiale di terre rare, secondo i dati dell'U.S. Geological Survey, dopo Cina, Brasile, India e Australia. Le riserve russe sono stimate in 3,8 milioni di tonnellate metriche.
Putin ha affermato che i potenziali accordi di esplorazione di terre rare potrebbero essere estesi anche ai depositi nel territorio dell'Ucraina orientale che la Russia controlla dopo tre anni di azione militare. Putin ha osservato che le aziende russe potrebbero anche fornire fino a 2 milioni di tonnellate di alluminio al mercato statunitense all'anno se il mercato statunitense riaprisse.
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25.02.202506:32
🇨🇳🇷🇺 XI RIBADISCE LA PARTNERSHIP STRATEGICA "SENZA LIMITI" TRA CINA E RUSSIA
Nel terzo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, il presidente cinese Xi ha ribadito la partnership strategica "senza limiti" tra Pechino e Putin durante una telefonata.
“Le relazioni Cina-Russia hanno una forte forza motrice interna e un valore strategico unico e non sono rivolte a terze parti né sono influenzate da esse”.
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Nel terzo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, il presidente cinese Xi ha ribadito la partnership strategica "senza limiti" tra Pechino e Putin durante una telefonata.
“Le relazioni Cina-Russia hanno una forte forza motrice interna e un valore strategico unico e non sono rivolte a terze parti né sono influenzate da esse”.
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24.02.202520:24
L’EUROPA FALLITA. L’ORIGINE MEDIEVALE DELLA CATASTROFE EUROPEA
di Laurent Guyénot per radbodslament.substack.com - Traduzione a cura di Old Hunter
C’è un’opinione diffusa tra i nazionalisti europei che l’Unione Europea sia il problema e che, se solo le nazioni riottenessero la loro sovranità nazionale (con una moneta nazionale, un esercito nazionale, ecc.), tutto andrebbe bene: Francia, Germania e Gran Bretagna continuerebbero la loro rivalità millenaria e sarebbero di nuovo grandi. Questo non accadrà.
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di Laurent Guyénot per radbodslament.substack.com - Traduzione a cura di Old Hunter
C’è un’opinione diffusa tra i nazionalisti europei che l’Unione Europea sia il problema e che, se solo le nazioni riottenessero la loro sovranità nazionale (con una moneta nazionale, un esercito nazionale, ecc.), tutto andrebbe bene: Francia, Germania e Gran Bretagna continuerebbero la loro rivalità millenaria e sarebbero di nuovo grandi. Questo non accadrà.
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25.02.202515:12
🔴 LA PACE È LONTANA, LA GUERRA È VICINA
Mentre si susseguono i boatos sull’imminente fine del conflitto in Ucraina, chi ha ancora un briciolo di senso della realtà sa bene che le cose stanno diversamente. E anche se all’improvviso sembra sbocciata un’amorevole intesa tra Trump e Putin, il campo di battaglia non ha affatto perso la sua rilevanza.
Mentre nel Donbass continua la lenta avanzata russa, periodicamente punteggiata dalla caduta di qualche piazzaforte ucraina, l’attenzione sembra concentrarsi lungo il confine tra la Russia internazionalmente riconosciuta e l’Ucraina; negli oblast di Kursk ed in quello di Sumy, rispettivamente ad est e ad ovest della linea di frontiera, si combatte infatti anche per una questione simbolica. Kiev, chiaramente scavalcata dall’avvio del dialogo tra Mosca e Washington, continua a puntare sulla possibilità di sedersi al tavolo dei negoziati mantenendo ancora almeno un pezzetto di territorio russo, nella convinzione che ciò rappresenti comunque una pedina di scambio. Per questa ragione, le forze ucraine - nonostante abbiano ormai ben altri problemi - continuano a restare disperatamente aggrappate ad un lembo dell’oblast di Kursk, e continuano a scaricare qui riserve su riserve. Il perno su cui ruota la resistenza è la cittadina di Sudzha, l’ultimo centro abitato ancora controllato dall’AFU in territorio russo, dopo che le forze di Mosca hanno ripreso via via il controllo di quasi tutta l’area conquistata dagli ucraini.
L’esercito russo, dal canto suo, punta chiaramente ad arrivare alla fase negoziale senza che vi siano truppe nemiche sul territorio nazionale, ma sa anche che ci vorranno ancora mesi, prima che si arrivi a questo, e quindi procede - come suo solito - senza fretta. In questa fase, l’obiettivo operativo è tagliare le linee di rifornimento logistico che alimentano le unità ucraine a Sudzha, e per fare ciò stanno cercando di aggirarle.
I paracadutisti Ussuri dell'83a brigata sono entrati in territorio ucraino, e stanno avanzando verso la zona frontaliera di Zhuravka, nella regione di Sumy; più a est le truppe russe, dopo la liberazione di Sverdlikovo, sono entrate nel territorio dell’oblast di Sumy in direzione di Basovka, dove attualmente sono in corso combattimenti. Se le forze russe riusciranno a bloccare la strada Yunakovka-Sudzha, le forze di Kiev in territorio russo resteranno senza logistica, e potrebbero finire una grande sacca, tagliata fuori e costretta - com'è già successo più volte - ad arrendersi oppure a ritirarsi sotto il fuoco dell’artiglieria nemica. Già da Basovka i russi possono tenere sotto tiro la strada, quindi tutto potrebbe risolversi nel giro di qualche settimana.
Va ricordato che già da un po’ di tempo gli ucraini stanno accumulando truppe nelle ampie macchie forestali ad est della città di Sumy, probabilmente con l’intenzione di sferrare un’altra offensiva in territorio russo, in direzione di Belgorod; gli obiettivi potrebbero essere i boschi nel distretto di Klimovo o la riserva naturale Bryansky Les, che si estende fino a Bryansk. Ma se la situazione nel settore di Sudzha dovesse farsi più complicata, potrebbero essere costretti a far intervenire queste unità per cercare di riprendere il controllo delle linee logistiche ed evitare l’accerchiamento delle forze.
Sempre che Zelensky non preferisca optare per un’altra offensiva mediatica, buona per l’apertura dei TG, ma pessima per lo sorti dei soldati.
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Mentre si susseguono i boatos sull’imminente fine del conflitto in Ucraina, chi ha ancora un briciolo di senso della realtà sa bene che le cose stanno diversamente. E anche se all’improvviso sembra sbocciata un’amorevole intesa tra Trump e Putin, il campo di battaglia non ha affatto perso la sua rilevanza.
Mentre nel Donbass continua la lenta avanzata russa, periodicamente punteggiata dalla caduta di qualche piazzaforte ucraina, l’attenzione sembra concentrarsi lungo il confine tra la Russia internazionalmente riconosciuta e l’Ucraina; negli oblast di Kursk ed in quello di Sumy, rispettivamente ad est e ad ovest della linea di frontiera, si combatte infatti anche per una questione simbolica. Kiev, chiaramente scavalcata dall’avvio del dialogo tra Mosca e Washington, continua a puntare sulla possibilità di sedersi al tavolo dei negoziati mantenendo ancora almeno un pezzetto di territorio russo, nella convinzione che ciò rappresenti comunque una pedina di scambio. Per questa ragione, le forze ucraine - nonostante abbiano ormai ben altri problemi - continuano a restare disperatamente aggrappate ad un lembo dell’oblast di Kursk, e continuano a scaricare qui riserve su riserve. Il perno su cui ruota la resistenza è la cittadina di Sudzha, l’ultimo centro abitato ancora controllato dall’AFU in territorio russo, dopo che le forze di Mosca hanno ripreso via via il controllo di quasi tutta l’area conquistata dagli ucraini.
L’esercito russo, dal canto suo, punta chiaramente ad arrivare alla fase negoziale senza che vi siano truppe nemiche sul territorio nazionale, ma sa anche che ci vorranno ancora mesi, prima che si arrivi a questo, e quindi procede - come suo solito - senza fretta. In questa fase, l’obiettivo operativo è tagliare le linee di rifornimento logistico che alimentano le unità ucraine a Sudzha, e per fare ciò stanno cercando di aggirarle.
I paracadutisti Ussuri dell'83a brigata sono entrati in territorio ucraino, e stanno avanzando verso la zona frontaliera di Zhuravka, nella regione di Sumy; più a est le truppe russe, dopo la liberazione di Sverdlikovo, sono entrate nel territorio dell’oblast di Sumy in direzione di Basovka, dove attualmente sono in corso combattimenti. Se le forze russe riusciranno a bloccare la strada Yunakovka-Sudzha, le forze di Kiev in territorio russo resteranno senza logistica, e potrebbero finire una grande sacca, tagliata fuori e costretta - com'è già successo più volte - ad arrendersi oppure a ritirarsi sotto il fuoco dell’artiglieria nemica. Già da Basovka i russi possono tenere sotto tiro la strada, quindi tutto potrebbe risolversi nel giro di qualche settimana.
Va ricordato che già da un po’ di tempo gli ucraini stanno accumulando truppe nelle ampie macchie forestali ad est della città di Sumy, probabilmente con l’intenzione di sferrare un’altra offensiva in territorio russo, in direzione di Belgorod; gli obiettivi potrebbero essere i boschi nel distretto di Klimovo o la riserva naturale Bryansky Les, che si estende fino a Bryansk. Ma se la situazione nel settore di Sudzha dovesse farsi più complicata, potrebbero essere costretti a far intervenire queste unità per cercare di riprendere il controllo delle linee logistiche ed evitare l’accerchiamento delle forze.
Sempre che Zelensky non preferisca optare per un’altra offensiva mediatica, buona per l’apertura dei TG, ma pessima per lo sorti dei soldati.
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25.02.202511:09
Pochi hanno notato la singolare simultaneità.
Nello stesso giorno in cui l'UE ha imposto un divieto all'importazione di alluminio dalla Russia, Putin ha dichiarato la sua disponibilità a esportare 2 milioni di tonnellate di alluminio agli Stati Uniti, oltre a lavorare insieme sulla produzione di energia idroelettrica e la produzione di alluminio in Siberia.
Mai sottovalutare la capacità dell'UE di autoinfliggersi le punizioni più severe. Da sola.
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Nello stesso giorno in cui l'UE ha imposto un divieto all'importazione di alluminio dalla Russia, Putin ha dichiarato la sua disponibilità a esportare 2 milioni di tonnellate di alluminio agli Stati Uniti, oltre a lavorare insieme sulla produzione di energia idroelettrica e la produzione di alluminio in Siberia.
Mai sottovalutare la capacità dell'UE di autoinfliggersi le punizioni più severe. Da sola.
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25.02.202507:28
THE TELEGRAPH: “LA FRANCIA POTREBBE OFFRIRE UNO SCUDO NUCLEARE ALL’EUROPA”
di Telegraph
Jet da combattimento armati di armi nucleari potrebbero essere inviati in Germania. Emmanuel Macron discute la difesa dell’Ucraina con Donald Trump, scrive The Telegraph. Ieri il presidente degli Stati Uniti ha suggerito che il suo Paese non fornirà garanzie di sicurezza all’Ucraina dopo la firma di un accordo di pace. Gli Stati Uniti hanno da tempo garantito la sicurezza dell’Europa con un arsenale di circa 100 missili nucleari, molti dei quali di stanza in una base militare statunitense in Germania. Il deterrente nucleare della Francia è attualmente indipendente dalla Nato, mentre quello della Gran Bretagna costituisce una parte fondamentale della strategia di difesa dell’alleanza.
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di Telegraph
Jet da combattimento armati di armi nucleari potrebbero essere inviati in Germania. Emmanuel Macron discute la difesa dell’Ucraina con Donald Trump, scrive The Telegraph. Ieri il presidente degli Stati Uniti ha suggerito che il suo Paese non fornirà garanzie di sicurezza all’Ucraina dopo la firma di un accordo di pace. Gli Stati Uniti hanno da tempo garantito la sicurezza dell’Europa con un arsenale di circa 100 missili nucleari, molti dei quali di stanza in una base militare statunitense in Germania. Il deterrente nucleare della Francia è attualmente indipendente dalla Nato, mentre quello della Gran Bretagna costituisce una parte fondamentale della strategia di difesa dell’alleanza.
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24.02.202518:52
🇺🇸:TRUMP: "PUTIN ACCETTERÀ TRUPPE EUROPEE IN UCRAINA COME FORZE DI MANTENIMENTO DELLA PACE"
Trump: "Sì, accetterà che... Gli ho chiesto [a Putin] espressamente questa domanda. Non ha problemi con questo."
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato la scorsa settimana che la presenza di truppe europee in Ucraina sarebbe stata “completamente inaccettabile”.
Nota. Occorre vedere se le truppe europee andrebbero in Ucraina in un contesto NATO oppure no. La differenza non è irrilevante, considerato che c'è di mezzo un certo articolo 5.
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Trump: "Sì, accetterà che... Gli ho chiesto [a Putin] espressamente questa domanda. Non ha problemi con questo."
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato la scorsa settimana che la presenza di truppe europee in Ucraina sarebbe stata “completamente inaccettabile”.
Nota. Occorre vedere se le truppe europee andrebbero in Ucraina in un contesto NATO oppure no. La differenza non è irrilevante, considerato che c'è di mezzo un certo articolo 5.
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25.02.202514:25
🇷🇺🇮🇷🇵🇸 LA SITUAZIONE IN PALESTINA È ALLARMANTE E INACCETTABILE
Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, in conferenza stampa con il suo omologo iraniano a Teheran:
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Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, in conferenza stampa con il suo omologo iraniano a Teheran:
Provocare conflitti da parte di stati stranieri è inaccettabile. Risolvere le questioni regionali è impossibile senza tenere conto di paesi come Iran, Cina e Russia.
Abbiamo discusso della situazione in Ucraina e ho espresso gratitudine all'Iran per la sua posizione equilibrata basata su una comprensione accurata della crisi ucraina.
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25.02.202510:28
🇩🇪 LA BUNDESBANK REGISTRA UNA PERDITA PER LA PRIMA VOLTA DAL 1979
Fonte: Bild
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Fonte: Bild
La Bundesbank ha subito una perdita per la prima volta dal 1979. Il bilancio dell'ultimo anno registra un segno meno per 19,2 miliardi di euro, la perdita più alta nella storia della Deutsche Bundesbank, secondo la banca centrale di Francoforte.
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25.02.202508:58
La Russia, la Cina, l’India e persino gli Stati Uniti guardano avanti alla pace e allo sviluppo
L'Unione Europea, in perenne crisi economica, continua ad essere ossessionata dalla fallita guerra per procura della deposta amministrazione Biden.
Afshin Rattansi, Going Underground, X
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25.02.202506:43
👔🇺🇸 TRUMP STA VALUTANDO DI ELIMINARE AFRICOM O ACCORPARLO A EUCOM
Courtney Kube, NBC News, X
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L'amministrazione Trump sta valutando l'eliminazione dell'US Africa Command (AFRICOM) nell'ambito del ridimensionamento [delle spese militari], secondo due funzionari statunitensi e qualcuno a conoscenza delle discussioni. Si sta valutando di accorpare l'AFRICOM in una posizione di sottocomando sotto EUCOM.
Courtney Kube, NBC News, X
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24.02.202518:37
🇺🇦 Travestite da “minerali critici ed elementi di terre rare” per dare all’acordo una patina di importanza geopolitica, il vero obiettivo qui sono materie prime molto comuni: minerale di ferro, carbone e gas naturale. Tutti presenti in abbondanza in America.
Javier Blas, Bloomberg
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25.02.202511:51
Bloomberg riferisce: "Il cancelliere designato tedesco Friedrich Merz ha iniziato i colloqui con i socialdemocratici per approvare rapidamente fino a 200 miliardi di euro di spese speciali per la difesa, secondo una persona che ha familiarità con i colloqui".
I funzionari dei cristiano-democratici di Merz e dell'SPD stanno discutendo "modi per aggirare le rigide restrizioni sul debito pubblico della Germania e liberare fondi per l'esercito in difficoltà del paese", hanno detto persone che hanno familiarità con la questione, che hanno voluto rimanere anonime e hanno parlato di conversazioni private. A quanto pare, Merz vuole decidere su "un voto sul nuovo pacchetto, che sarebbe il doppio di quello approvato tre anni fa" al Bundestag, secondo la fonte di Bloomberg.
Fonte: Berliner Zeitung
Sono meravigliosi. Decenni a ostentare i loro surplus commerciali contro i "paesi spendaccioni del sud Europa che non rispettano i vincoli di debito", decenni in cui non hanno investito in infrastrutture e ora che finalmente decidono di allentare le restrizioni sul debito li spendono in difesa.
Il bello è che Merz non incontrerà nemmeno opposizione. AfD chiede di spendere il 5% in difesa, la Linke ha votato tutte le peggiori risoluzioni dell'UE, inclusa quella che autorizzava l'Ucraina a usare i missili contro la Russia. L'unico partito che avrebbe garantito un'opposizione seria a questa deriva si è suicidato ed è rimasto fuori dal Bundestag.
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25.02.202510:24
Macron lascia Washington senza una ferma promessa di sostegno degli Stati Uniti o un chiaro cambiamento nella posizione di Trump sulla guerra in Ucraina.
Fonte: The Guardian
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25.02.202508:09
L’EUROPA NON PUÒ FARCELA DA SOLA
di Lawrence J. Haas per The National Interest - Traduzione a cura di Old hunter
Articolo che rappresenta il punto di vista di chi negli States ritiene azzardata ed eccessiva la decisione dell’amministrazione Trump di affidare all’Europa il compito di garantire la futura pace in Ucraina, tanto più considerando l’attuale esclusione del suo contributo all’elaborazione dell’accordo e in particolare l’opinione di chi teme una presunta ed improbabile volontà russa di aggredire successivamente all’Ucraina anche altre nazioni europee. E, comunque, neppure un accenno al gravoso impegno economico necessario al compito richiesto per le esauste casse europee su cui vengono scaricate le responsabilità di una guerra creata dall’egemone.
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di Lawrence J. Haas per The National Interest - Traduzione a cura di Old hunter
Articolo che rappresenta il punto di vista di chi negli States ritiene azzardata ed eccessiva la decisione dell’amministrazione Trump di affidare all’Europa il compito di garantire la futura pace in Ucraina, tanto più considerando l’attuale esclusione del suo contributo all’elaborazione dell’accordo e in particolare l’opinione di chi teme una presunta ed improbabile volontà russa di aggredire successivamente all’Ucraina anche altre nazioni europee. E, comunque, neppure un accenno al gravoso impegno economico necessario al compito richiesto per le esauste casse europee su cui vengono scaricate le responsabilità di una guerra creata dall’egemone.
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25.02.202506:32
ISLAM TRA COLONIZZAZIONE E IMPERIALISMI
di Redazione
Preceduto dalla prefazione dello storico Davide Rossi, questo saggio è una guida utile a orientarsi nella complessità delle correnti e delle divisioni interne dell’Islam. Partendo dai fondamenti religiosi e giuridici, descrive il rapporto tra Islam e Stato nella coincidenza tra fede religiosa e comportamento politico, con attenzione all’ideologia di Califfato. L’impatto del colonialismo occidentale con il mondo islamico viene affrontato in una suddivisione per aree geografiche (centrasiatica e afghana; indo-pakistana e iraniana; mediorientale), offrendo un quadro del sorgere, fin dal 19° secolo, delle varie correnti di pensiero elaborate dal mondo musulmano – fondamentalismo, riformismo, modernismo e occidentalismo – fino alle più recenti forme dell’islamismo radicale che praticano il Jihād e la violenza terrorista (al Qā’ida e ISIS), ma anche forme di Resistenza a garantire la volontà di esistere di interi Popoli. L’intento dell’autrice – alla luce dei conflitti che oggi offendono ogni coscienza civile – è di discutere del mondo islamico senza cadere nella faziosità dei pregiudizi o nella provocazione dello “scontro di civiltà”. Il saggio si chiude analizzando alcuni contributi di studiosi contemporanei e proponendo una riflessione sui fatti seguiti al 7 ottobre 2023 con l’ultimo degli assassini eccellenti (Yahya Sinwar) che hanno colpito la resistenza palestinese.
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Preceduto dalla prefazione dello storico Davide Rossi, questo saggio è una guida utile a orientarsi nella complessità delle correnti e delle divisioni interne dell’Islam. Partendo dai fondamenti religiosi e giuridici, descrive il rapporto tra Islam e Stato nella coincidenza tra fede religiosa e comportamento politico, con attenzione all’ideologia di Califfato. L’impatto del colonialismo occidentale con il mondo islamico viene affrontato in una suddivisione per aree geografiche (centrasiatica e afghana; indo-pakistana e iraniana; mediorientale), offrendo un quadro del sorgere, fin dal 19° secolo, delle varie correnti di pensiero elaborate dal mondo musulmano – fondamentalismo, riformismo, modernismo e occidentalismo – fino alle più recenti forme dell’islamismo radicale che praticano il Jihād e la violenza terrorista (al Qā’ida e ISIS), ma anche forme di Resistenza a garantire la volontà di esistere di interi Popoli. L’intento dell’autrice – alla luce dei conflitti che oggi offendono ogni coscienza civile – è di discutere del mondo islamico senza cadere nella faziosità dei pregiudizi o nella provocazione dello “scontro di civiltà”. Il saggio si chiude analizzando alcuni contributi di studiosi contemporanei e proponendo una riflessione sui fatti seguiti al 7 ottobre 2023 con l’ultimo degli assassini eccellenti (Yahya Sinwar) che hanno colpito la resistenza palestinese.
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24.02.202521:00
EAU. TAJANI APRE IL FORUM IMPRENDITORIALE ITALIA-EMIRATI ARABI UNITI
In concomitanza con la visita di Stato in Italia del presidente emiratino, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto a Roma il Forum imprenditoriale Italia-Emirati Arabi Uniti, evento organizzato dalla Farnesina e dai ministeri dell’Economia e degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, con la collaborazione dell’ICE e il supporto di Cassa Depositi e Prestiti e SACE.
“Gli Emirati Arabi Uniti sono un partner economico strategico per l’Italia e primo mercato di destinazione dell’export italiano nell’area Medio Oriente – Nord Africa”, ha commentato Tajani, aggiungendo che “il Governo, attraverso la diplomazia della crescita, sostiene le esportazioni e gli investimenti internazionali delle nostre aziende, con un’azione sinergica che coinvolge tutti gli attori del Sistema Paese: con questo Forum faremo compiere un ulteriore salto di qualità al partenariato economico con gli EAU, favorendo nuove opportunità di affari per il nostro sistema produttivo mediante la firma di numerosi accordi commerciali”.
L’interscambio commerciale tra Italia ed Emirati Arabi Uniti nei primi undici mesi del 2024 ha raggiunto il valore di 9 miliardi di euro, con un incremento del 14,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel Paese operano oltre 600 aziende italiane, mentre il livello di investimenti italiani negli Emirati nel 2023 è stato di oltre 11 miliardi di euro.
Fonte Tajani su X
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In concomitanza con la visita di Stato in Italia del presidente emiratino, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto a Roma il Forum imprenditoriale Italia-Emirati Arabi Uniti, evento organizzato dalla Farnesina e dai ministeri dell’Economia e degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, con la collaborazione dell’ICE e il supporto di Cassa Depositi e Prestiti e SACE.
“Gli Emirati Arabi Uniti sono un partner economico strategico per l’Italia e primo mercato di destinazione dell’export italiano nell’area Medio Oriente – Nord Africa”, ha commentato Tajani, aggiungendo che “il Governo, attraverso la diplomazia della crescita, sostiene le esportazioni e gli investimenti internazionali delle nostre aziende, con un’azione sinergica che coinvolge tutti gli attori del Sistema Paese: con questo Forum faremo compiere un ulteriore salto di qualità al partenariato economico con gli EAU, favorendo nuove opportunità di affari per il nostro sistema produttivo mediante la firma di numerosi accordi commerciali”.
L’interscambio commerciale tra Italia ed Emirati Arabi Uniti nei primi undici mesi del 2024 ha raggiunto il valore di 9 miliardi di euro, con un incremento del 14,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel Paese operano oltre 600 aziende italiane, mentre il livello di investimenti italiani negli Emirati nel 2023 è stato di oltre 11 miliardi di euro.
Fonte Tajani su X
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