
Liberi Universitari Pavia
Universitari, intellettuali e giovani lavoratori in opera per una società più giusta e consapevole.
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Дата создания каналаЖовт 12, 2021
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07.04.202510:31
📢 Liberi Universitari - Pavia è lieto di annunciare la collaborazione con Giubbe Rosse (https://t.me/rossobruni), un noto canale di informazione politica, che ringraziamo per la fiducia accordataci.
Ci è stata concessa la gestione di una rubrica sul loro canale YouTube, interamente curata da noi studenti.
A breve seguirà il primo video.
Vi aspettiamo, restate connessi e seguiteci!
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A breve seguirà il primo video.
Vi aspettiamo, restate connessi e seguiteci!
06.04.202510:14
Secondo intervento.
https://youtu.be/UvNSSobxod8?si=XOmyIguEyFOIcaf1
https://youtu.be/UvNSSobxod8?si=XOmyIguEyFOIcaf1
05.04.202514:22
Pubblichiamo il primo intervento della nostra ultima conferenza su Digitale e giustizia... quale impatto?
https://youtu.be/bxItbhHXLjk?si=rZKZpbS03j7-aCLh
https://youtu.be/bxItbhHXLjk?si=rZKZpbS03j7-aCLh
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Pietro Cattana

31.03.202516:07
12 APRILE, PAVIA, ore 15: PRIMA PRESENTAZIONE.
➡️ Insieme a LORENZO MAGNANI, professore di filosofia della scienza (Unipv), rifletteremo sui temi del libro, tra cui:
Come nasce un sonnambulo digitale?
Cos'è il solipsismo virtuale?
Qual è l'impatto del digitale sulle relazioni?
Cos'è la neurobiopolitica?
Come cambia la nostra percerzione del tempo?
Tutte le info in locandina 🌅
➡️ Insieme a LORENZO MAGNANI, professore di filosofia della scienza (Unipv), rifletteremo sui temi del libro, tra cui:
Come nasce un sonnambulo digitale?
Cos'è il solipsismo virtuale?
Qual è l'impatto del digitale sulle relazioni?
Cos'è la neurobiopolitica?
Come cambia la nostra percerzione del tempo?
Tutte le info in locandina 🌅


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Pietro Cattana

26.03.202513:39
Emergenze, "normalità" e nichilismo.
Riflessioni sulla psicologia odierna
Molto è stato detto sull'emergenza come metodo di governo: accentramento decisionale, velocità esecutiva, legittimazione popolare, eroificazione e riabilitazione di tecnici e politici, e così via. Un aspetto, però, è passato in secondo piano: la segreta attrazione che la mente comune nutre per essa. Se la moltitudine non fosse inconsciamente attratta dalla catastrofe, questa non si verificherebbe o non avrebbe seguito.
Lungo questa pista, individuiamo una psicopatologia diffusa che assomiglia alla sindrome di Stoccolma, ma su vasta scala.
Per capire il rapporto profondo tra stato di emergenza e normalità dobbiamo indagare come queste siano recepite dalla nostra psiche: quali molle azionino, quali pulsioni scatenino: cosa, in ultima istanza, significhino per noi.
La nostra indagine deve partire dall'orizzonte in cui l'Occidente si trova: il nichilismo. Una definizione approssimativa lo può descrivere come l'assenza programmatica di qualunque valore autentico e progetto vitale che consenta all'uomo di realizzare i suoi autentici bisogni e le sue profonde aspirazioni. Il nichilismo è come un campo pieno di sale, sul quale non può crescere la vita.
In un sistema nichilistico possono esserci, naturalmente, individui o gruppi non-nichilisti, che fioriscono durante l'incendio. Questi, però, sono l'eccezione.
L'Occidente, privo di bussole autentiche e stregato dai mantra transumani, è in pieno nichilismo: i suoi unici progetti di lungo periodo non sono vitali ma venefici, anti-umani. Il transumanesimo - ideologia del turbocapitalismo digitale - non pone l'essere umano al centro, ma il meccanismo. L'orizzonte è dunque alienante già in partenza, come emerge dal mantra ubiquo l'intelligenza artificiale è il futuro. Nessuna menzione dell'uomo, che finisce a piè di pagina - ponte tra l'animale e il robot.
Quando il nichilismo diventa la cifra di una civiltà, questa deve escogitare degli antidoti alla mancanza di senso della normalità: il funzionamento robotico e l'obbedienza alienante non si autolegittimano ad oltranza. L'emergenza è quindi l'antidoto all'insensatezza, alla banalità, alla bruttezza della normalità. Essa rimette in moto il reale, spezza il grigiume quotidiano - dà la parvenza di uscire dal nichilismo con un nuovo senso.
Per suscitare l'impressione del cambiamento, non è necessario che l'evento scatenante sia positivo, anzi. Il nichilismo ha bisogno, per perpetuarsi, di emergenze solo negative, che impediscano un autentico cambiamento. A titolo di esempio, cinque anni fa ci hanno detto che eravamo in pandemia, ed ecco che tutti sono corsi ai rispettivi ruoli: la maggioranza si è chiusa in casa, a recitare la parte della vittima (sadica, pronta a denunciare parenti e vicini), la minoranza a protestare e i padroni a fare i loro giochi. Tutto previsto dal copione.
La moltitudine agogna l'emergenza come narrazione collettiva che, almeno temporaneamente, faccia dimenticare la totale assenza di senso (o il senso disumano) del sistema in cui è intrappolata.
L'emergenza è l'accanimento terapeutico che consente la perpetuazione del nichilismo tramite finestre temporali che ne approfondiscano il solco. È la finta scialuppa di salvataggio nel naufragio dell'Occidente.
La verità più scomoda non è la singola emergenza, né la serie delle emergenze, quanto il fatto che la normalità non piaccia più a nessuno. Abbiamo costruito una casa che non vogliamo abitare, repellente, quindi salpiamo per le emergenze, ognuno col suo ruolo: spettatore, fanatico, critico, vittima, eroe, e così via. L'emergenza è diventata l'unica pillola in grado di farci deglutire la realtà, di dare un senso all'esistenza collettiva.
Le vie d'uscita da questa impasse sono solo due: o si verifica l'emergenza finale che, per la sua gravità, inneschi un cambiamento di coscienza su vasta scala, o una nuova élite (umana) immagina e inizia ad attuare un mondo diverso.
Riflessioni sulla psicologia odierna
Molto è stato detto sull'emergenza come metodo di governo: accentramento decisionale, velocità esecutiva, legittimazione popolare, eroificazione e riabilitazione di tecnici e politici, e così via. Un aspetto, però, è passato in secondo piano: la segreta attrazione che la mente comune nutre per essa. Se la moltitudine non fosse inconsciamente attratta dalla catastrofe, questa non si verificherebbe o non avrebbe seguito.
Lungo questa pista, individuiamo una psicopatologia diffusa che assomiglia alla sindrome di Stoccolma, ma su vasta scala.
Per capire il rapporto profondo tra stato di emergenza e normalità dobbiamo indagare come queste siano recepite dalla nostra psiche: quali molle azionino, quali pulsioni scatenino: cosa, in ultima istanza, significhino per noi.
La nostra indagine deve partire dall'orizzonte in cui l'Occidente si trova: il nichilismo. Una definizione approssimativa lo può descrivere come l'assenza programmatica di qualunque valore autentico e progetto vitale che consenta all'uomo di realizzare i suoi autentici bisogni e le sue profonde aspirazioni. Il nichilismo è come un campo pieno di sale, sul quale non può crescere la vita.
In un sistema nichilistico possono esserci, naturalmente, individui o gruppi non-nichilisti, che fioriscono durante l'incendio. Questi, però, sono l'eccezione.
L'Occidente, privo di bussole autentiche e stregato dai mantra transumani, è in pieno nichilismo: i suoi unici progetti di lungo periodo non sono vitali ma venefici, anti-umani. Il transumanesimo - ideologia del turbocapitalismo digitale - non pone l'essere umano al centro, ma il meccanismo. L'orizzonte è dunque alienante già in partenza, come emerge dal mantra ubiquo l'intelligenza artificiale è il futuro. Nessuna menzione dell'uomo, che finisce a piè di pagina - ponte tra l'animale e il robot.
Quando il nichilismo diventa la cifra di una civiltà, questa deve escogitare degli antidoti alla mancanza di senso della normalità: il funzionamento robotico e l'obbedienza alienante non si autolegittimano ad oltranza. L'emergenza è quindi l'antidoto all'insensatezza, alla banalità, alla bruttezza della normalità. Essa rimette in moto il reale, spezza il grigiume quotidiano - dà la parvenza di uscire dal nichilismo con un nuovo senso.
Per suscitare l'impressione del cambiamento, non è necessario che l'evento scatenante sia positivo, anzi. Il nichilismo ha bisogno, per perpetuarsi, di emergenze solo negative, che impediscano un autentico cambiamento. A titolo di esempio, cinque anni fa ci hanno detto che eravamo in pandemia, ed ecco che tutti sono corsi ai rispettivi ruoli: la maggioranza si è chiusa in casa, a recitare la parte della vittima (sadica, pronta a denunciare parenti e vicini), la minoranza a protestare e i padroni a fare i loro giochi. Tutto previsto dal copione.
La moltitudine agogna l'emergenza come narrazione collettiva che, almeno temporaneamente, faccia dimenticare la totale assenza di senso (o il senso disumano) del sistema in cui è intrappolata.
L'emergenza è l'accanimento terapeutico che consente la perpetuazione del nichilismo tramite finestre temporali che ne approfondiscano il solco. È la finta scialuppa di salvataggio nel naufragio dell'Occidente.
La verità più scomoda non è la singola emergenza, né la serie delle emergenze, quanto il fatto che la normalità non piaccia più a nessuno. Abbiamo costruito una casa che non vogliamo abitare, repellente, quindi salpiamo per le emergenze, ognuno col suo ruolo: spettatore, fanatico, critico, vittima, eroe, e così via. L'emergenza è diventata l'unica pillola in grado di farci deglutire la realtà, di dare un senso all'esistenza collettiva.
Le vie d'uscita da questa impasse sono solo due: o si verifica l'emergenza finale che, per la sua gravità, inneschi un cambiamento di coscienza su vasta scala, o una nuova élite (umana) immagina e inizia ad attuare un mondo diverso.
19.01.202517:12
25 Gennaio ore 15
Ca Sagredo, Venezia
Convegno COMUNITÀ SOVRANE.
A fine serata DANZE DI GURDJIIEFF
Per organizzare comunità sovrane bisogna incorporare l’idea di sovranità, essere pronti a fare il salto ed entrare in un nuovo modo di pensare. Occorre liberare la propria mente dai condizionamenti, capire le dinamiche che ci imprigionano in zone off limits, gabbie dorate a cui ci hanno abituato secoli di finta libertà.
Nei secoli l’uomo si è organizzato in diverse forme comunitarie, dal fuoco come elemento aggregante alle moderne smart city.
Ora, nell’epoca dell’IA, in che modo possiamo salvaguardare la nostra umanità e quali modelli sociali possiamo mettere in atto per convivere con l’attuale spinta tecnologica senza farci assorbire da essa ?
Intervengono :
Tiziana Rettaroli, Architetto
• In che modo gli antichi costruttori progettavano le città in collegamento con la natura energetica dell’uomo. Accademia e scuola del futuro, Reti solidali, città nelle città.
Pietro Cattana, Filosofo
• Cambio di paradigma: dall’astrazione e manipolazione digitale alla concretezza della comunità e della terra.
Alessandro Fusillo, Avvocato
• Comunità libertarie: Aspetti giuridici e strategie legislative.
Tiziana Rettaroli è architetto, autrice del libro “ Le quattro porte del feng shui”, insegnante di yoga, I Ching Coach, attivista del risveglio dal 2020, ideatrice del progetto Dharma che comprende: L’Accademia del Risveglio, Il Diamante Alchemico Circle e Le Città della Gioia.
Pietro Cattana è laureato in filosofia, è ideatore della Primavera culturale, il festival degli studenti contro il green pass. A marzo esce il suo primo libro “ Nel Velo virtuale. L'esistenza ai tempi della società dello spettacolo”, nel quale analizza la società digitale e i suoi risvolti esistenziali. Organizza conferenze per la rinascita dello spirito critico con i Liberi Universitari di Pavia.
Alessandro Fusillo è avvocato e presidente del Movimento Libertario.
Ca Sagredo, Venezia
Convegno COMUNITÀ SOVRANE.
A fine serata DANZE DI GURDJIIEFF
Per organizzare comunità sovrane bisogna incorporare l’idea di sovranità, essere pronti a fare il salto ed entrare in un nuovo modo di pensare. Occorre liberare la propria mente dai condizionamenti, capire le dinamiche che ci imprigionano in zone off limits, gabbie dorate a cui ci hanno abituato secoli di finta libertà.
Nei secoli l’uomo si è organizzato in diverse forme comunitarie, dal fuoco come elemento aggregante alle moderne smart city.
Ora, nell’epoca dell’IA, in che modo possiamo salvaguardare la nostra umanità e quali modelli sociali possiamo mettere in atto per convivere con l’attuale spinta tecnologica senza farci assorbire da essa ?
Intervengono :
Tiziana Rettaroli, Architetto
• In che modo gli antichi costruttori progettavano le città in collegamento con la natura energetica dell’uomo. Accademia e scuola del futuro, Reti solidali, città nelle città.
Pietro Cattana, Filosofo
• Cambio di paradigma: dall’astrazione e manipolazione digitale alla concretezza della comunità e della terra.
Alessandro Fusillo, Avvocato
• Comunità libertarie: Aspetti giuridici e strategie legislative.
Tiziana Rettaroli è architetto, autrice del libro “ Le quattro porte del feng shui”, insegnante di yoga, I Ching Coach, attivista del risveglio dal 2020, ideatrice del progetto Dharma che comprende: L’Accademia del Risveglio, Il Diamante Alchemico Circle e Le Città della Gioia.
Pietro Cattana è laureato in filosofia, è ideatore della Primavera culturale, il festival degli studenti contro il green pass. A marzo esce il suo primo libro “ Nel Velo virtuale. L'esistenza ai tempi della società dello spettacolo”, nel quale analizza la società digitale e i suoi risvolti esistenziali. Organizza conferenze per la rinascita dello spirito critico con i Liberi Universitari di Pavia.
Alessandro Fusillo è avvocato e presidente del Movimento Libertario.
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Le Verita’ Nascoste

19.01.202513:40
Censura a Milano: bloccato un dibattito pacifico sui rapporti Italia-Russia. Il Teatro Oscar, sotto pressione, ha annullato un evento che avrebbe affrontato temi economici e sociali, senza toccare il conflitto in Ucraina. È inaccettabile che la libertà di espressione venga limitata. Unisciti a noi per difendere la libertà di espressione! Firma ora per fermare la censura e sostenere il diritto al dibattito in Italia, un diritto sancito dall'articolo 21 della Costituzione, che garantisce a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero. Firma la petizione per dire NO alla censura: https://www.petizioni.com/no_alla_censura_difendiamo_la_liberta_di_informazione_in_italia


17.01.202511:34
Ringraziamo i relatori e il nostro pubblico per questo stimolante dibattito, nonché Paolo Piacentini per le foto 🔥
Vi aspettiamo ai nostri prossimi eventi 🌅
Vi aspettiamo ai nostri prossimi eventi 🌅




17.01.202511:34
15.01.202512:20
Sabato 25 gennaio, all'hotel Ca Sagredo (Venezia) dalle ore 15, saremo ospiti dell'Accademia del Risveglio per parlare, insieme all'avv. Fusillo e alla dott.ssa Tiziana Rettaroli Diamante, di COMUNITÀ SOVRANE.


02.01.202517:39
Una bella iniziativa per questo 2025: dar voce ai giovani, in un contesto politico-culturale nel quale sono sempre e solo parlati - strumentalmente - da altri e, se possono esprimersi, lo fanno nei binari prestabiliti dal potere: nelle storielle dei social, come farfalle da esibizione.
https://youtu.be/e3tG5GSrsWA?feature=shared
https://youtu.be/e3tG5GSrsWA?feature=shared
20.12.202410:32
L'ennesima medaglia al valore 🎓 🔱
Dopo numerose segnalazioni, constatiamo che il nostro canale Telegram è, ormai da mesi, in shadow ban. Se lo cercate tra i canali, e non lo seguite già, non compare.
Troppo politicamente scorretti anche per Telegram?
Cade anche l'ultimo mito tecnologico sulla libertà di parola e informazione.
Alla fine lo capiremo, servono reti autonome e server propri.
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Troppo politicamente scorretti anche per Telegram?
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Alla fine lo capiremo, servono reti autonome e server propri.
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ComeDonChisciotte.org - UFFICIALE

19.10.202415:56
📢 AL VARCO DELLA SCONFITTA: TRIESTE 2021, COME È STATA UCCISA LA RIVOLTA NO GREEN PASS IN ITALIA
🔍
Di Konrad Nobile per Comedonchisciotte.org
TRIESTE –
A tre anni esatti dai fatti del porto di Trieste e dal vile sgombero del Varco IV, apice della protesta contro la tessera…
👉 https://comedonchisciotte.org/al-varco-della-sconfitta-trieste-2021-come-e-stata-uccisa-la-rivolta-no-green-pass-in-italia/
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23.09.202415:24
La pandemia non è più di moda
Di Pietro Cattana
Ci hanno riprovato in tutti i modi: X (come il nuovo nome di Twitter o la famosa incognita), la mosca zezé, i maiali, i cammelli e, ultime ma non ultime, le zanzare. Non tutte le zanzare (per non incorrere nell'accusa capitale di specismo), solo quelle portatrici di Dengue.
Il maggior quotidiano di Pavia questo venerdì riportava in prima pagina l'infausta novella: Caso di Dengue in città, ordinanza anti-zanzare.
Notizia curiosa, al limite del comico: come puoi implementare un'ordinanza anti-zanzare in una città circondata da risaie e attraversata dal Ticino? Pavia è la patria delle zanzare, seconda forse solo a Ferrara, dove le zanzare sono piccoli droni assetati di sangue.
Eppure, la notizia è seria. A pagina 9 scopriamo che l'ordinanza prevede:
"Lo sfalcio della vegetazione incolta e la rimozione dei focolai di sviluppo larvale rimovibili, con particolare attenzione a giardini, orti, cortili, terrazzi o balconate" nonché di "evitare l'abbandono definitivo o temporaneo negli spazi aperti pubblici e privati [...] di contenitori di qualsiasi natura e dimensione nei quali possa raccogliersi acqua piovana. [...] Diversamente, procedere alla loro chiusura mediante rete zanzariera o coperchio a tenuta."
Inevitabile immaginare un'enorme zanzariera, di centinaia di chilometri quadrati, che viene tenuta in sospensione, da appositi elicotteri, sopra il parco del Ticino o una gigante cupola in stile Simpson atta a contenere i pestileziali insetti all'interno della provincia.
Non solo. Questo articolo risale a tre giorni fa, quando il clima era ancora clemente. Nel frattempo è cominciato il diluvio universale. Una coerente ed efficace implementazione dell'ordinanza prevederebbe all'incirca di dragare interamente il fiume Ticino e, con esso, asciugare tutte le pozzanghere della città, spugne e secchi alla mano.
Lasciando da parte questi scenari simpsoniani, la notizia mi dà l'occasione di esternare un pensiero ricorrente: la pandemia non è più di moda.
Il sistema mediatico ha sparato tutti i colpi in canna sull'argomento, tutti gli argomenti possibili sono già stati utilizzati, l'immaginario è stato saturato dalle brutte facce dei virologi fino a sognarli la notte e a detestarli di giorno.
Non dico che non sia possibile un nuovo tentativo di pandemia (al contrario la prima scusa è sempre buona), ma che ogni tentativo di rinnovata pandemia dal 2022 in poi ha fatto solo grandi buchi nell'acqua.
La percezione è che l'argomento sia passato di moda, che all'appello mediatico non faccia riscontro alcun rilevante sussulto nell'opinione pubblica. Quando la coscienza (o incoscienza) collettiva segue il ritmo dei media, questo vantaggio politico può trasformarsi anche in un limite per il potere stesso. Il tasto pandemico è stato premuto tutto in una volta con grande efficacia (tanto da far scomparire, dall'immaginario, tutti gli altri problemi) e si è rotto. La mente dell'italiano medio è stata saturata al punto che di pandemia non vuole più sentir parlare nessuno e ai rinnovati appelli ad indossare mascherine e prestare il braccio allo Stato risponde ormai una fanatica e sparuta minoranza: i seguaci di Speranza, che sperano ancora nella salvezza.
La maggioranza degli italiani non spera più nulla: si barcamena di crisi in crisi, sempre più consapevole della presa in giro a 360 gradi. Domina uno stato di diffusa abiezione, il sentimento impotente di trovarsi in corsa verso il baratro e non poterci fare nulla. È uno scenario di nichilismo radicale interamente operativo.
Non ci resta che documentare la degenerazione galoppante, prenderne coscienza...e farci quattro risate coi titoli dei giornali, almeno finché fanno ridere.
Di Pietro Cattana
Ci hanno riprovato in tutti i modi: X (come il nuovo nome di Twitter o la famosa incognita), la mosca zezé, i maiali, i cammelli e, ultime ma non ultime, le zanzare. Non tutte le zanzare (per non incorrere nell'accusa capitale di specismo), solo quelle portatrici di Dengue.
Il maggior quotidiano di Pavia questo venerdì riportava in prima pagina l'infausta novella: Caso di Dengue in città, ordinanza anti-zanzare.
Notizia curiosa, al limite del comico: come puoi implementare un'ordinanza anti-zanzare in una città circondata da risaie e attraversata dal Ticino? Pavia è la patria delle zanzare, seconda forse solo a Ferrara, dove le zanzare sono piccoli droni assetati di sangue.
Eppure, la notizia è seria. A pagina 9 scopriamo che l'ordinanza prevede:
"Lo sfalcio della vegetazione incolta e la rimozione dei focolai di sviluppo larvale rimovibili, con particolare attenzione a giardini, orti, cortili, terrazzi o balconate" nonché di "evitare l'abbandono definitivo o temporaneo negli spazi aperti pubblici e privati [...] di contenitori di qualsiasi natura e dimensione nei quali possa raccogliersi acqua piovana. [...] Diversamente, procedere alla loro chiusura mediante rete zanzariera o coperchio a tenuta."
Inevitabile immaginare un'enorme zanzariera, di centinaia di chilometri quadrati, che viene tenuta in sospensione, da appositi elicotteri, sopra il parco del Ticino o una gigante cupola in stile Simpson atta a contenere i pestileziali insetti all'interno della provincia.
Non solo. Questo articolo risale a tre giorni fa, quando il clima era ancora clemente. Nel frattempo è cominciato il diluvio universale. Una coerente ed efficace implementazione dell'ordinanza prevederebbe all'incirca di dragare interamente il fiume Ticino e, con esso, asciugare tutte le pozzanghere della città, spugne e secchi alla mano.
Lasciando da parte questi scenari simpsoniani, la notizia mi dà l'occasione di esternare un pensiero ricorrente: la pandemia non è più di moda.
Il sistema mediatico ha sparato tutti i colpi in canna sull'argomento, tutti gli argomenti possibili sono già stati utilizzati, l'immaginario è stato saturato dalle brutte facce dei virologi fino a sognarli la notte e a detestarli di giorno.
Non dico che non sia possibile un nuovo tentativo di pandemia (al contrario la prima scusa è sempre buona), ma che ogni tentativo di rinnovata pandemia dal 2022 in poi ha fatto solo grandi buchi nell'acqua.
La percezione è che l'argomento sia passato di moda, che all'appello mediatico non faccia riscontro alcun rilevante sussulto nell'opinione pubblica. Quando la coscienza (o incoscienza) collettiva segue il ritmo dei media, questo vantaggio politico può trasformarsi anche in un limite per il potere stesso. Il tasto pandemico è stato premuto tutto in una volta con grande efficacia (tanto da far scomparire, dall'immaginario, tutti gli altri problemi) e si è rotto. La mente dell'italiano medio è stata saturata al punto che di pandemia non vuole più sentir parlare nessuno e ai rinnovati appelli ad indossare mascherine e prestare il braccio allo Stato risponde ormai una fanatica e sparuta minoranza: i seguaci di Speranza, che sperano ancora nella salvezza.
La maggioranza degli italiani non spera più nulla: si barcamena di crisi in crisi, sempre più consapevole della presa in giro a 360 gradi. Domina uno stato di diffusa abiezione, il sentimento impotente di trovarsi in corsa verso il baratro e non poterci fare nulla. È uno scenario di nichilismo radicale interamente operativo.
Non ci resta che documentare la degenerazione galoppante, prenderne coscienza...e farci quattro risate coi titoli dei giornali, almeno finché fanno ridere.
15.09.202410:58
Il Sessantotto oltre il mito.
Rigraziamo il professor Zhok per l'illuminante conferenza di ieri.
Un caloroso ringraziamento va a Paolo Piacentini per le riprese e alla comunità cittadina presente 🌅
https://youtu.be/v6BzNK95GtY?si=uWvcqlOKw2VliR9q
Rigraziamo il professor Zhok per l'illuminante conferenza di ieri.
Un caloroso ringraziamento va a Paolo Piacentini per le riprese e alla comunità cittadina presente 🌅
https://youtu.be/v6BzNK95GtY?si=uWvcqlOKw2VliR9q
Рекорды
07.04.202523:59
450Подписчиков15.09.202423:59
0Индекс цитирования28.09.202423:59
755Охват одного поста30.09.202423:59
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