
Weltanschauung Italia
Weltanschauung Italia è un canale culturale nato nel 2011. Contronarriamo il tempo presente distorto dai media.
www.weltanschauung.info
https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
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"Weltanschauung Italia" тобундагы акыркы жазуулар
28.04.202506:30
Il 25 aprile passiamo davanti ad un circolo, in un piccolo paesino di provincia, cantavano canzoncine partigiane e mangiavano salsicce. Chiediamo una lattina di thè per un bambino: 4 euro.
Ieri casualmente davanti ad un paninaro di strada, provincia di Torino, focaccina prosciutto e formaggio: 8 euro.
Questi sono furti legalizzati.
Mentre si continuano a gonfiare i prezzi nascondendosi dietro al "caro vita", le buste paga sono ferme da anni.
Il caro vita è diventato la scusa perfetta per chi vuole arricchirsi sulla pelle di chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Una lattina che al supermercato costa 50 centesimi diventa magicamente di 4€ alla sagra di paese. Una focaccia che costa pochi euro di ingredienti viene rivenduta a 8€ da un furgoncino sul ciglio della strada.
Non è inflazione. È AVIDITÀ.
E la gente continua a pagare, in silenzio, invece di boicottare tali scempi. Come nulla fosse.
L'Italia è il paese dove lavorare otto ore al giorno non garantisce nemmeno una focaccia a bordo strada e un tè senza pensarci due volte.
Per principio, di fronte a prezzi del genere, e abbiamo fatto solamente due esempi di questi giorni, bisogna voltare le spalle e andarsene. All'italiano però evidentemente frega poco, il suo è un atteggiamento alla Maccio Capatonda nel cortometraggio "Italiano medio", egli pensa "maammechemenefotteame".
Avanti così.
WI
Ieri casualmente davanti ad un paninaro di strada, provincia di Torino, focaccina prosciutto e formaggio: 8 euro.
Questi sono furti legalizzati.
Mentre si continuano a gonfiare i prezzi nascondendosi dietro al "caro vita", le buste paga sono ferme da anni.
Il caro vita è diventato la scusa perfetta per chi vuole arricchirsi sulla pelle di chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Una lattina che al supermercato costa 50 centesimi diventa magicamente di 4€ alla sagra di paese. Una focaccia che costa pochi euro di ingredienti viene rivenduta a 8€ da un furgoncino sul ciglio della strada.
Non è inflazione. È AVIDITÀ.
E la gente continua a pagare, in silenzio, invece di boicottare tali scempi. Come nulla fosse.
L'Italia è il paese dove lavorare otto ore al giorno non garantisce nemmeno una focaccia a bordo strada e un tè senza pensarci due volte.
Per principio, di fronte a prezzi del genere, e abbiamo fatto solamente due esempi di questi giorni, bisogna voltare le spalle e andarsene. All'italiano però evidentemente frega poco, il suo è un atteggiamento alla Maccio Capatonda nel cortometraggio "Italiano medio", egli pensa "maammechemenefotteame".
Avanti così.
WI
27.04.202511:58
"Metodi nazisti a Gaza".
Questo è quel che ripetono a pappagallo il 99% dei filo-palestinesi. Quelli che vedono nei palestinesi i nuovi "partigiani" e il 25 aprile se la prendono con la Brigata Ebraica che, ad onor del vero, combatteva proprio contro i tedeschi mentre i palestinesi, come tutte le masse arabe sottoposte al colonialismo inglese e francese, guardavano al Terzo Reich con simpatia!
Oltretutto, questi famosi "metodi nazisti" potrebbero essere definiti tranquillamente "metodi americani", "metodi inglesi", "metodi francesi". Basti ricordare le bombe atomiche sul Giappone, i bombardamenti su Tokyo, Dresda... il napalm sul Vietnam e i massacri nel Laos, la repressione della rivoluzione algerina, la carestia in India. Le rappresaglie che non tenevano conto nemmeno del rapporto di uno a dieci!
La verità è che tutto questo circo è monopolizzato da personaggi perfettamente inquadrati e funzionali agli assetti di potere vigenti. Provate per credere: provate a smettere di dare del "nazista" a vanvera e chiamate le cose col loro nome; provate a dire che i fondamenti ideologici delle discriminazioni e dei massacri di palestinesi sono già scritti in un manuale pronto all'uso in cui Moabiti, Edomiti, Amaleciti, Cananei eccetera sono dipinti come bestie da sterminare...
EG
Questo è quel che ripetono a pappagallo il 99% dei filo-palestinesi. Quelli che vedono nei palestinesi i nuovi "partigiani" e il 25 aprile se la prendono con la Brigata Ebraica che, ad onor del vero, combatteva proprio contro i tedeschi mentre i palestinesi, come tutte le masse arabe sottoposte al colonialismo inglese e francese, guardavano al Terzo Reich con simpatia!
Oltretutto, questi famosi "metodi nazisti" potrebbero essere definiti tranquillamente "metodi americani", "metodi inglesi", "metodi francesi". Basti ricordare le bombe atomiche sul Giappone, i bombardamenti su Tokyo, Dresda... il napalm sul Vietnam e i massacri nel Laos, la repressione della rivoluzione algerina, la carestia in India. Le rappresaglie che non tenevano conto nemmeno del rapporto di uno a dieci!
La verità è che tutto questo circo è monopolizzato da personaggi perfettamente inquadrati e funzionali agli assetti di potere vigenti. Provate per credere: provate a smettere di dare del "nazista" a vanvera e chiamate le cose col loro nome; provate a dire che i fondamenti ideologici delle discriminazioni e dei massacri di palestinesi sono già scritti in un manuale pronto all'uso in cui Moabiti, Edomiti, Amaleciti, Cananei eccetera sono dipinti come bestie da sterminare...
EG
27.04.202508:40
"CESSATE IL FUOCO"
Non passa giorno in cui non si sentono appelli di cessate il fuoco verso le guerre in corso, che siano in Ucraina o in Palestina.
Giusto, ma non può bastare il generico "cessate il fuoco". La storia insegna che, quando scoppia una guerra, la semplice sospensione delle ostilità non risolve le problematiche di fondo.
Mentre il cittadino comune, giustamente, vede il dramma umano e desidera la cessazione immediata del conflitto, chi guida una nazione deve considerare dinamiche più complesse e conseguenze a lungo termine. Deve perseguire fino in fondo gli obiettivi strategici delineati ed eliminare le cause strutturali che hanno portato allo scontro.
Riconoscere questa realtà è molto difficile, specialmente quando si contano le vittime. Ma bisogna prendere consapevolezza che le guerre interrotte senza una vera risoluzione hanno portato a conflitti successivi ancora più devastanti.
Un armistizio prematuro che lascia irrisolti i problemi fondamentali diventa poi il terreno fertile per future tensioni, creando cicli di violenza che, nel lungo periodo, causano sofferenze maggiori.
Iniziare un conflitto per poi abbandonarlo a metà, rappresenta il peggiore degli scenari possibili, combinando i costi umani immediati con l'instabilità futura. Pertanto o si ha la determinazione di completare ciò che si inizia e la visione per costruire una pace duratura, altrimenti, meglio non iniziare affatto e scegliere la via diplomatica da principio.
WI
Non passa giorno in cui non si sentono appelli di cessate il fuoco verso le guerre in corso, che siano in Ucraina o in Palestina.
Giusto, ma non può bastare il generico "cessate il fuoco". La storia insegna che, quando scoppia una guerra, la semplice sospensione delle ostilità non risolve le problematiche di fondo.
Mentre il cittadino comune, giustamente, vede il dramma umano e desidera la cessazione immediata del conflitto, chi guida una nazione deve considerare dinamiche più complesse e conseguenze a lungo termine. Deve perseguire fino in fondo gli obiettivi strategici delineati ed eliminare le cause strutturali che hanno portato allo scontro.
Riconoscere questa realtà è molto difficile, specialmente quando si contano le vittime. Ma bisogna prendere consapevolezza che le guerre interrotte senza una vera risoluzione hanno portato a conflitti successivi ancora più devastanti.
Un armistizio prematuro che lascia irrisolti i problemi fondamentali diventa poi il terreno fertile per future tensioni, creando cicli di violenza che, nel lungo periodo, causano sofferenze maggiori.
Iniziare un conflitto per poi abbandonarlo a metà, rappresenta il peggiore degli scenari possibili, combinando i costi umani immediati con l'instabilità futura. Pertanto o si ha la determinazione di completare ciò che si inizia e la visione per costruire una pace duratura, altrimenti, meglio non iniziare affatto e scegliere la via diplomatica da principio.
WI
26.04.202510:39
Gli algoritmi offrono soluzioni al disagio psicologico che grava su quest’epoca, illudono di poter diventare milionari lavorando da casa e se non ci si riesce, si può sempre comprare da milionari grazie a Temu.
https://www.weltanschauung.info/2025/04/sublimazione-libidica.html?m=1
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26.04.202509:02
CORTOCIRCUITI
Labbra gonfiate, seni e glutei pronunciati, filtri che trasformano volti in maschere di perfezione, pose studiate, tatuaggi ovunque, ritocchini di ogni genere.
Non è questione di giudizio, la domanda per chi vive in tal maniera è: che messaggio di sé si vuole veicolare? Che immagine si vuol costruire?
Perché a noi sembra che dietro questi sforzi di apparenza c'è un "guardami, valgo quanto il mio aspetto fisico", c'è un "la mia identità è definita dalla mia capacità di attirare like", e un "la mia autostima dipende dall'approvazione altrui".
L'ossessione per l'immagine è una gabbia dorata in cui l'apparire prende il sopravvento sull'essere.
Si sottointende che il proprio valore è principalmente estetico, che la propria autenticità non è abbastanza interessante e va costruita, che si preferisce essere ammirati piuttosto che conosciuti.
Allo stesso tempo ci si lamenta della tipologia di persone che si attraggono, della superficialità dei rapporti e si dichiara di volere essere compresi e conosciuti per ciò che si è.
Cortocircuiti.
WI
Labbra gonfiate, seni e glutei pronunciati, filtri che trasformano volti in maschere di perfezione, pose studiate, tatuaggi ovunque, ritocchini di ogni genere.
Non è questione di giudizio, la domanda per chi vive in tal maniera è: che messaggio di sé si vuole veicolare? Che immagine si vuol costruire?
Perché a noi sembra che dietro questi sforzi di apparenza c'è un "guardami, valgo quanto il mio aspetto fisico", c'è un "la mia identità è definita dalla mia capacità di attirare like", e un "la mia autostima dipende dall'approvazione altrui".
L'ossessione per l'immagine è una gabbia dorata in cui l'apparire prende il sopravvento sull'essere.
Si sottointende che il proprio valore è principalmente estetico, che la propria autenticità non è abbastanza interessante e va costruita, che si preferisce essere ammirati piuttosto che conosciuti.
Allo stesso tempo ci si lamenta della tipologia di persone che si attraggono, della superficialità dei rapporti e si dichiara di volere essere compresi e conosciuti per ciò che si è.
Cortocircuiti.
WI
25.04.202507:34
25 APRILE
Come ogni anno, la retorica del 25 Aprile ci lascia indifferenti.
Libertà è una parola sospetta, ormai, e ognuno alla bisogna la evoca, anche quando per pudore, buon gusto, buon senso ed igiene, sarebbe il caso di astenersene.
I nonni che hanno fatto la resistenza o la Repubblica di Salò non hanno eletto nessuno a loro portavoce, e la loro personale esperienza non si capisce come giustifichi, legittimi, renda più credibile o sensata l'opinione di chicchessia. Perlopiù ci si continua a riempire la bocca di parole malmeditate e concetti mai approfonditi. Si parla di libertà, democrazia, rivoluzione, dittatura, fascismo e chi solitamente esige competenze per poter aprire bocca, è il primo che permette a se stesso di pronunciarsi a cuor leggero su questioni fondanti. Il 25 Aprile è di diritto la sua giornata.
Perchè il 25 Aprile è il giorno del bianco del nero, delle verità confezionate e tagliate con l'accetta, dei vincitori eterni e dei vinti maledetti. Non è il giorno in cui ricordare il compromesso, nè quello in cui si celebrano le intenzioni poco limpide, nè si rimembrano le alternative scartate e le scelte patite. Dal 25 Aprile è bandito il dubbio che forse forse non si sa bene chi abbia vinto in realtà, se la nazione o l'ospite. Guai a parlare di guerra civile, poi, perchè l' "altro" non è un essere umano, figurarsi un cittadino. Il 25 Aprile è il giorno degli italiani, perchè chi non si riconosce nell'ordine che è scaturito dalla "liberazione" non è per definizione italiano. Enunciato perfetto, come è perfetta ogni tautologia, e imperfetta la realtà.
Liberateci davvero, una buona volta, ma dalla retorica del 25 Aprile.
WI
Come ogni anno, la retorica del 25 Aprile ci lascia indifferenti.
Libertà è una parola sospetta, ormai, e ognuno alla bisogna la evoca, anche quando per pudore, buon gusto, buon senso ed igiene, sarebbe il caso di astenersene.
I nonni che hanno fatto la resistenza o la Repubblica di Salò non hanno eletto nessuno a loro portavoce, e la loro personale esperienza non si capisce come giustifichi, legittimi, renda più credibile o sensata l'opinione di chicchessia. Perlopiù ci si continua a riempire la bocca di parole malmeditate e concetti mai approfonditi. Si parla di libertà, democrazia, rivoluzione, dittatura, fascismo e chi solitamente esige competenze per poter aprire bocca, è il primo che permette a se stesso di pronunciarsi a cuor leggero su questioni fondanti. Il 25 Aprile è di diritto la sua giornata.
Perchè il 25 Aprile è il giorno del bianco del nero, delle verità confezionate e tagliate con l'accetta, dei vincitori eterni e dei vinti maledetti. Non è il giorno in cui ricordare il compromesso, nè quello in cui si celebrano le intenzioni poco limpide, nè si rimembrano le alternative scartate e le scelte patite. Dal 25 Aprile è bandito il dubbio che forse forse non si sa bene chi abbia vinto in realtà, se la nazione o l'ospite. Guai a parlare di guerra civile, poi, perchè l' "altro" non è un essere umano, figurarsi un cittadino. Il 25 Aprile è il giorno degli italiani, perchè chi non si riconosce nell'ordine che è scaturito dalla "liberazione" non è per definizione italiano. Enunciato perfetto, come è perfetta ogni tautologia, e imperfetta la realtà.
Liberateci davvero, una buona volta, ma dalla retorica del 25 Aprile.
WI
25.04.202504:15
TOSCANO/DE MARI
Ci hanno inviato un video di uno "scontro" tra Silvana De Mari e Francesco Toscano sulla questione palestinese.
Nessuna novità, è dai tempi della morte di Arrigoni, e ancor prima, che purtroppo si leggono determinate cose da parte della De Mari.
Il fatto è che bisogna smetterla di idolatrare personaggi se hanno una posizione che ci piace (vedi in "pandemia").
Nello specifico del video in questione, si vede la De Mari parlare per venti minuti filati di aborto e cristianesimo per poi finire a minimizzare o peggio negare il genocidio in Palestina.
In area commenti molti si chiedevano come sia possibile sostenere con veemenza che l'interruzione di gravidanza sia equivalente a un genocidio, mentre contemporaneamente si giustificano o minimizzano la morte di bambini innocenti in contesti di guerra.
Malafede?
Probabilmente no. Costei crede davvero a quel che afferma. Sono meccanismi psicologici. Vi è una dissonanza cognitiva selettiva, ovvero quando le proprie convinzioni ideologiche entrano in conflitto con nuove informazioni, si tende ad attivare un meccanismo di difesa psicologica in cui si accettano informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando e svalutando quelle che le contraddicono, creando giustificazioni elaborate per mantenere intatta la propria visione del mondo.
Le posizioni morali diventano così legate a idee politiche, l'accettazione della violenza bellica si inserisce in narrazioni dove la propria "parte" viene sempre giustificata.
Chiaramente tutto ciò mina la credibilità morale di queste persone rendendo evidente che certe posizioni etiche non derivano da principi universali ma da convenienza ideologica.
Osservate nel video la reazione violenta (da minuto 25), la non accettazione di un minimo contraddittorio, lì c'è tutto il meccanismo sopra descritto.
https://www.youtube.com/watch?v=TrMjjWg8y6g
WI
Ci hanno inviato un video di uno "scontro" tra Silvana De Mari e Francesco Toscano sulla questione palestinese.
Nessuna novità, è dai tempi della morte di Arrigoni, e ancor prima, che purtroppo si leggono determinate cose da parte della De Mari.
Il fatto è che bisogna smetterla di idolatrare personaggi se hanno una posizione che ci piace (vedi in "pandemia").
Nello specifico del video in questione, si vede la De Mari parlare per venti minuti filati di aborto e cristianesimo per poi finire a minimizzare o peggio negare il genocidio in Palestina.
In area commenti molti si chiedevano come sia possibile sostenere con veemenza che l'interruzione di gravidanza sia equivalente a un genocidio, mentre contemporaneamente si giustificano o minimizzano la morte di bambini innocenti in contesti di guerra.
Malafede?
Probabilmente no. Costei crede davvero a quel che afferma. Sono meccanismi psicologici. Vi è una dissonanza cognitiva selettiva, ovvero quando le proprie convinzioni ideologiche entrano in conflitto con nuove informazioni, si tende ad attivare un meccanismo di difesa psicologica in cui si accettano informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando e svalutando quelle che le contraddicono, creando giustificazioni elaborate per mantenere intatta la propria visione del mondo.
Le posizioni morali diventano così legate a idee politiche, l'accettazione della violenza bellica si inserisce in narrazioni dove la propria "parte" viene sempre giustificata.
Chiaramente tutto ciò mina la credibilità morale di queste persone rendendo evidente che certe posizioni etiche non derivano da principi universali ma da convenienza ideologica.
Osservate nel video la reazione violenta (da minuto 25), la non accettazione di un minimo contraddittorio, lì c'è tutto il meccanismo sopra descritto.
https://www.youtube.com/watch?v=TrMjjWg8y6g
WI
22.04.202504:16
BERGOGLIO E LA COMUNICAZIONE
In merito alla scomparsa di Bergoglio vorremmo sottolineare un aspetto: la comunicazione.
Sin dal primo giorno è stato evidente come in Vaticano abbiano voluto dare una immagine di "apertura" verso tante tematiche del mondo liberal-progressista, tanto è vero che questo è stato uno dei pontefici più amati dai non cattolici, apprezzato persino dagli atei.
Si è prestato sin da subito all'ambiguità. Laddove c'era bisogno di sostenere determinate posizioni del potere, il Papa arrivava puntuale con una dichiarazione d'appoggio, dall'immigrazionismo, al mondo lgbtq#+&, al vaccinismo.
Le sue affermazioni, riportate dalla stampa, sembravano sempre sposare le tematiche sopracitate, se poi si approfondiva nelle encicliche però le cose erano trattate diversamente.
Quando si faceva notare tale ambiguità arrivavano subito quelli che ci tenevano a sottolineare come in realtà le sue parole venivano manipolate dai media.
Falso, se fosse stato così, almeno una volta sarebbe intervenuto spiegando di essere stato strumentalizzato o frainteso, invece non è mai accaduto. Prova del fatto che era una strategia comunicativa voluta.
In pubblico bisognava dare sempre l'immagine del Papa progredito, in rottura col passato, quello del "chi sono io per giudicare", per adescare nuovi adepti in epoca di secolarizzazione avanzata.
Mai una posizione mediaticamente chiara, sempre volutamente ambiguo, accondiscendente, compiacente. Ribadiamo, tutto studiato per allargare consensi e stare con due piedi in una scarpa.
Per non parlare dell'allineamento in periodo pandemico, con il lasciapassare istituto persino alla Caritas per mangiare, oltre alle grottesche dichiarazioni sui sieri come atto d'amore.
E ci sarebbero tante altre questioni, anche più sottili, su cui soffermarsi per giudicare il suo operato ma meriterebbero approfondimenti.
Se n'è andato un grande complice dei poteri forti, un Papa che si è prestato a dare una immagine più "progredita" della Chiesa Cattolica, con risultati alterni.
Non se ne sentirà la mancanza.
Avanti con la prossima strategia vaticana, in cerca dei consensi perduti.
WI
In merito alla scomparsa di Bergoglio vorremmo sottolineare un aspetto: la comunicazione.
Sin dal primo giorno è stato evidente come in Vaticano abbiano voluto dare una immagine di "apertura" verso tante tematiche del mondo liberal-progressista, tanto è vero che questo è stato uno dei pontefici più amati dai non cattolici, apprezzato persino dagli atei.
Si è prestato sin da subito all'ambiguità. Laddove c'era bisogno di sostenere determinate posizioni del potere, il Papa arrivava puntuale con una dichiarazione d'appoggio, dall'immigrazionismo, al mondo lgbtq#+&, al vaccinismo.
Le sue affermazioni, riportate dalla stampa, sembravano sempre sposare le tematiche sopracitate, se poi si approfondiva nelle encicliche però le cose erano trattate diversamente.
Quando si faceva notare tale ambiguità arrivavano subito quelli che ci tenevano a sottolineare come in realtà le sue parole venivano manipolate dai media.
Falso, se fosse stato così, almeno una volta sarebbe intervenuto spiegando di essere stato strumentalizzato o frainteso, invece non è mai accaduto. Prova del fatto che era una strategia comunicativa voluta.
In pubblico bisognava dare sempre l'immagine del Papa progredito, in rottura col passato, quello del "chi sono io per giudicare", per adescare nuovi adepti in epoca di secolarizzazione avanzata.
Mai una posizione mediaticamente chiara, sempre volutamente ambiguo, accondiscendente, compiacente. Ribadiamo, tutto studiato per allargare consensi e stare con due piedi in una scarpa.
Per non parlare dell'allineamento in periodo pandemico, con il lasciapassare istituto persino alla Caritas per mangiare, oltre alle grottesche dichiarazioni sui sieri come atto d'amore.
E ci sarebbero tante altre questioni, anche più sottili, su cui soffermarsi per giudicare il suo operato ma meriterebbero approfondimenti.
Se n'è andato un grande complice dei poteri forti, un Papa che si è prestato a dare una immagine più "progredita" della Chiesa Cattolica, con risultati alterni.
Non se ne sentirà la mancanza.
Avanti con la prossima strategia vaticana, in cerca dei consensi perduti.
WI
21.04.202517:47
I nostri testi tutti disponibili:
https://www.passaggioalbosco.it/autori/weltanschauung-italia/
https://www.libridelbardo.com/ricerca?controller=search&orderby=position&orderway=desc&searched_category=0&search_query=Weltanschauung&submit_search=
https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AWeltanschauung+Italia&ref=dp_byline_sr_book_1
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21.04.202508:29
Lo ricorderemo così.
RIP
RIP


21.04.202504:03
La gran parte degli adulti non prende sul serio i bambini, li tratta con sufficienza.
"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."
https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
"Non è vero che gli adulti sappiano più dei bambini. Sanno cose diverse. E spesso dimenticano ciò che i bambini sanno meglio di loro: vivere pienamente il presente."
https://www.weltanschauung.info/2023/09/il-non-rispetto-per-il-bambino-jkorczack.html
20.04.202510:54
Auguri pasquali, immagini di colombe, uova colorate e pranzi in famiglia: "Buona Pasqua!".
Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.
Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.
Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.
Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.
WI
Mentre si scambiano auguri festosi, a pochi chilometri dal nostro benessere digitale, a Gaza, si consuma una tragedia umanitaria di proporzioni devastanti. Bambini che muoiono sotto le bombe, famiglie senza cibo, acqua, medicine. Una popolazione intera che vive nell'orrore quotidiano, senza possibilità di "resurrezione" o speranza imminente.
Non si tratta di colpevolizzare chi celebra momenti di serenità familiare, ci mancherebbe.
Ma oggi, in un mondo iperconnesso, dove nessuna notizia è preclusa, l'ignoranza è una scelta, è fondamentale la capacità di non distogliere lo sguardo dalle sofferenze nel mondo, di non anestetizzare la coscienza, di non rifugiarsi nella comodità dell'indifferenza.
Nessuna vera rinascita può essere solo individuale.
WI
15.04.202504:10
MISANTROPIA?
Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .
Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.
Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.
Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.
Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.
Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".
WI
Le persone profonde e riflessive tendono, con il passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di depressione, è un fattore naturale .
Chi è molto introspettivo, nell'arco della vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti.
Al contrario, chi ha un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di essere.
Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o superficiali.
Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione, ciò è normalissimo.
Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale. Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati "strani".
WI
14.04.202515:13
La Meloni ha definito "vile attacco" il bombardamento russo a Sumy.
Anche gli Usa sono adirati.
Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.
Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.
Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".
WI
Anche gli Usa sono adirati.
Va bene, qualcuno di voi ha mai sentito esponenti politici italiani affermare frasi simili sugli attacchi israeliani? E Trump che dice di quanto sta accadendo a Gaza? Per esempio, si sono esposti sui sanitari uccisi di recente a bordo strada e tantissimi altri episodi di morte e cattiveria gratuita? Ovviamente no.
Eppure c'è ancora chi non riesce a fare 2+2 e continua blaterare di fascismi, di poteri franco/tedeschi, americani, russi, nazioni unite, risoluzioni Onu e via discorrendo.
Gli impuniti, le vittime perenni sono lì e fanno, come sempre, quel che gli pare.
E voi che state leggendo queste righe siete sicuramente degli "antisemiti".
WI


10.04.202518:06
REGRESSION
"Regression" di Alejandro Amenábar è un sottovalutato thriller psicologico che esplora il tema della percezione distorta della realtà e l'influenza dei media nel plasmare le convinzioni collettive.
Ambientato negli Stati Uniti degli anni '90, durante l'isteria collettiva legata ai presunti rituali satanici, mostra come i mezzi di comunicazione possano creare suggestioni servendosi anche di meccanismi psicologici che rendono i ricordi vulnerabili alla manipolazione.
Questo è un film che pochi hanno apprezzato, in realtà è molto interessante anche nella tematica del contagio sociale delle credenze, mostrando come le convinzioni si diffondano in una comunità e diventino "verità" condivise
L' elegante opera di Amenábar invita a riflettere sulle fragilità della mente umana e sulla facilità con cui si può essere indotti a credere in false narrazioni quando queste sono avvalorate da figure autorevoli e amplificate dai media.
Sottovalutato. Lo consigliamo.
WI
"Regression" di Alejandro Amenábar è un sottovalutato thriller psicologico che esplora il tema della percezione distorta della realtà e l'influenza dei media nel plasmare le convinzioni collettive.
Ambientato negli Stati Uniti degli anni '90, durante l'isteria collettiva legata ai presunti rituali satanici, mostra come i mezzi di comunicazione possano creare suggestioni servendosi anche di meccanismi psicologici che rendono i ricordi vulnerabili alla manipolazione.
Questo è un film che pochi hanno apprezzato, in realtà è molto interessante anche nella tematica del contagio sociale delle credenze, mostrando come le convinzioni si diffondano in una comunità e diventino "verità" condivise
L' elegante opera di Amenábar invita a riflettere sulle fragilità della mente umana e sulla facilità con cui si può essere indotti a credere in false narrazioni quando queste sono avvalorate da figure autorevoli e amplificate dai media.
Sottovalutato. Lo consigliamo.
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