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Dimenticavamo. Grazie infinite a tutti voi che ci seguite per averci fatto tagliare questo importante traguardo dei 1000 iscritti.

Ad maiora!
📨 • LA FAMIGLIA CHE INVENTÒ LE POSTE

In collaborazione con il Museo dei Tasso e della storia postale, parleremo di questa particolare famiglia, che da un paesino della provincia di Bergamo riuscì a creare il sistema postale moderno.
Appuntamento domenica 4 maggio, ore 14. Non mancate!

🌐 Canale YouTube: https://www.youtube.com/@geopoliyt?sub_confirmation=1

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(Grafica a cura di © MaverickDesign)
🗺 • Le proiezioni cartografiche sono "arbitrarie", nel senso che è il cartografo a fare i calcoli e scegliere quale tipo di proiezione eseguire.

Dunque, in base alle varie proiezioni, noi possiamo avere diverse prospettive, che ci permettono di evidenziare diversi aspetti geografici della nostra Terra.
Qui vedete (senza scendere troppo nei dettagli) una proiezione detta azimutale, che ci restituisce un'immagine insolita del globo terrestre.

In particolare, possiamo vedere quanto sia esteso l'Oceano Pacifico rispetto all'Atlantico, che magari ci è più familiare. Ecco, queste enormi dimensioni si riflettono anche sullo scenario geopolitico.
Controllare il Pacifico, infatti, non è cosa semplice: servono mezzi e soprattutto logistica. Chi controlla il Pacifico ha, come prerequisito, quello di essere davvero una superpotenza.

In quest'ottica, il "confinamento" della Cina alle sue coste, con quella piccola isola che chiamiamo Taiwan a fare da "cane da guardia", sembra veramente dare la cifra di quanta strada abbia ancora da fare Pechino per eguagliare gli USA. Secondo voi ci riuscirà?

Cogliamo l'occasione per augurare a tutti buona Pasqua!

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GEOPOLI (Mappe e Storia)
24.03.202509:08
⛰️ • Una considerazione sull'importanza dell'orografia. Troppo spesso, negli studi contemporanei, la geografia sembra dimenticare il fattore orografico in favore di un accento sempre più marcato sulle dinamiche umane. Ciò non è sbagliato di per sé: come noi abitiamo il mondo, come lo modifichiamo in base alle nostre organizzazioni sociali, è di fondamentale importanza. Ma, come sempre, il troppo stroppia. La natura impone le sue barriere, i suoi limiti, anche sul piano geografico. Per cui, come possiamo osservare dalla carta, si possono ritrovare alcune ragioni strategiche che hanno governato l'agire umano. Le famose steppe, ossia il bassopiano sarmatico, furono nell'antichità il luogo di provenienza delle grandi masse di invasori unni; o, nel Medioevo, del terrore mongolo dei Gran Khan. La penisola iberica, invece, fu sempre un terreno difficile: difficile per gli arabi nei primi anni dell'VIII secolo d.C., che infatti si fermarono alle pendici della Cordigliera Cantabrica, da cui poi, nella zona delle Asturie, partì l'epopea della Reconquista; difficili anche per Napoleone, che subì la tremenda guerrilla degli spagnoli nella sua campagna del 1808. E gli esempi potrebbero continuare, ma ciò che più ci preme sottolineare è proprio la rilevanza del terreno su cui si giocano le dinamiche umane, la quale mai dovrebbe passare in secondo piano e anzi andrebbe posta a pari merito con l'analisi antropologica delle comunità (con buona pace dei critici del determinismo).

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⚔️ • «Non ne ho un'idea [del ventunesimo secolo] troppo felice e positiva. Per dirla con una immagine, vorrei citare Hölderlin, il quale in "Pane e vino" ha scritto che verrà l'evo dei Titani. In questo evo venturo il poeta dovrà andare in letargo. Le azioni saranno più importanti della poesia che le canta e del pensiero che le riflette. Sarà un evo molto propizio per la tecnica ma sfavorevole allo spirito e alla cultura» ~ Franco Volpi, Antonio Gnoli, "I prossimi Titani: conversazioni con Ernst Jünger"

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🏳️ • Flavio Belisario, condottiero eroico o avventato?

Belisario è uno di quei generali romani che sono entrati, con merito, nella Storia per le loro conquiste ineguagliabili. Eppure dietro il suo mito, legato anche alla storia d'Italia, potrebbe celarsi qualche sospetto.

La situazione che vedete nella carta si inscrive nel contesto della guerra gotica, guerra che fu devastante per la Penisola e durò circa vent'anni (535-553). Questa vide contrapposti gli Ostrogoti, guidati dai vari re che si succedettero in quei vent'anni, e i Romani, per la maggior parte della guerra comandati proprio da Belisario.

Nella carta viene fotografato lo stato delle cose nel 540 d.C., ossia alla fine della prima fase della guerra. Qui i Romani (chiamati "bizantini" come è uso chiamarli da dopo la caduta della parte occidentale dell'Impero) hanno conquistato tutta la Penisola, un tempo sotto il Regno ostrogoto. Il re gotico, Vitige, è vinto e viene portato, assieme al suo tesoro reale, a Costantinopoli, al cospetto dell'imperatore Giustiniano.

Però un episodio particolare, avvenuto pochi mesi prima durante l'assedio della capitale del Regno, getta ombre sulla figura di Belisario, perlomeno in termini politici. Vitige e i suoi Ostrogoti sono ormai alle strette e l'imperatore Giustiniano invia un'ambasciata con la seguente proposta di pace: ai Romani sarebbe andata tutta l'Italia a sud del Po e metà del tesoro reale ostrogoto, mentre a Vitige e ai suoi sarebbe rimasta l'altra metà del tesoro e il controllo dell'area a nord del Po. In questo modo, sapientemente, i Romani miravano a crearsi una zona cuscinetto tra loro e futuri possibili invasori da nord.

Belisario tuttavia, informato delle trattative, si infuriò e non volle accettare. Proseguì dunque nella sua conquista. Chissà se la guerra, grazie a quella proposta di pace, si sarebbe potuta concludere; avrebbe sicuramente risparmiato alla Penisola altri 15 anni di devastazioni.

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04.05.202512:01
🌐 • LA FAMIGLIA CHE INVENTÒ LE POSTE MODERNE.

In questo video vediamo, in collaborazione con il Museo dei Tasso e della storia postale, come un'antica famiglia bergamasca ha rivoluzionato il modo di comunicare in tutta Europa, anticipando il sistema delle poste moderne. Dai primi corrieri a cavallo fino alla nascita di una rete postale organizzata, i Tasso hanno costruito un impero che collegava re, imperatori e città lontanissime. Lasciate un like e condividete se vi è piaciuto l'approfondimento!

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https://youtu.be/svCF00UslCI
25.04.202516:06
Cari iscritti, ci teniamo a fare due precisazioni a questo post che ha (giustamente) suscitato qualche critica.

1) Il vero vincitore della seconda guerra di indipendenza (quella che appunto portò all'unità d'Italia) non è la Francia né tantomeno il Regno di Sardegna, ma bensì l'Inghilterra: sono infatti noti i pesantissimi debiti contratti dai piemontesi con le banche inglesi per finanziare l'industrializzazione e l'esercito sabaudo. Difficile non citare poi personalità come l'ambasciatore James Hudson, definito "più italiano degli italiani" per i suoi sforzi in quegli anni a favore dell'iniziativa dei Savoia. L'appoggio all'unità della penisola sotto una dinastia così indebitata (dunque ricattabile), che avrebbe governato un Paese posto al centro del Mediterraneo, aveva le sue buone ragioni.

2) Gli interessi delle potenze (Inghilterra e Francia) contro un Austria molto più debole rispetto al 1815 (e una Germania non ancora nata) sono troppo forti per pensare che le insurrezioni nell'Italia centro-settentrionale non fossero, in qualche modo, sostenute.

Perciò, in questa prospettiva, si capisce bene perché il piano di Napoleone III fallì. Il Regno di Sardegna aveva molto più da guadagnare dall'assetto che gli inglesi volevano dare alla Penisola, e l'aiuto francese al massimo poteva dare la vittoria sul campo contro un esercito di molto superiore a quello sabaudo, com'era quello austriaco. Il resto "sarebbe venuto da sé".

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20.03.202510:15
🗺 • È curioso il caso geografico della Liguria. Questa regione, infatti, non ha sempre avuto i confini che oggi noi conosciamo. Sotto l'imperatore Teodosio, ad esempio, sul finire del IV secolo d.C. riorganizzò la provincia come vedete nella mappa a sinistra (peraltro, poco prima, sotto Costantino, Liguria ed Aemilia erano unite). E questo assetto durò ancora fino alla riconquista bizantina della Penisola nel VI secolo d.C.

Questa toponomastica poi si è tramandata: Paolo Diacono, lo storico longobardo, parlava ancora della regione Liguria come di una regione in mezzo alla Gallia da una parte e alla provincia della Venezia dall'altra. Più avanti ancora, Pier Candido Decembrio, segretario del duca di Milano Filippo Maria Visconti (XV secolo), indicava proprio il duca come "Ligurum ducis", seguendo l'usanza diplomatica ereditata dalla tradizione romana.

Ma allora come siamo arrivati ai confini odierni? Già i Longobardi alla metà del VII secolo si impossessarono di tutta la zona che, dunque, venne via via riconosciuta sempre più come "Lombardia" (da "Longobardia", "terra dei Longobardi") invece che "Liguria"; anche perché l'ultima striscia di terra rimasta ai bizantini prima della conquista definitiva fu proprio l'attuale Liguria. In seguito, con la caduta dei Visconti prima e poi degli Sforza, ultimi duchi "autoctoni" di Milano, e il passaggio del ducato in mani straniere, questa usanza venne abbandonata in favore di un distinguo tra la Lombardia (terra del ducato) e Liguria, ossia Repubblica di Genova (che governava sui territori liguri odierni).

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🇺🇦 • Alessandro Magno in Ucraina?

Non sono in molti a conoscere questa avventura del grande condottiero macedone. Eppure fu anch'essa (insieme alla spedizione in Grecia) fondamentale per assicurare l'invasione dell'impero persiano da possibili ribellioni nelle retrovie.

Siamo nel 335 a.C.; Alessandro ha appena preso il potere ed è intenzionato a mettere ordine dopo la polveriera scoppiata alla morte del padre, avvenuta circa un anno prima. La sua prima campagna è quella che lo vede impegnato nei Balcani, per sottomettere le popolazioni ostili degli Illiri, dei Triballi, dei Geti.

In circa sei mesi, egli riporta straordinarie vittorie, che portano alla sottomissione totale (leggasi massacro) di queste popolazioni. Il trionfo che lo avvicina di più ai territori dell'attuale Ucraina è quello sui Geti, un popolo che abitava la zona tra l'odierno confine Romania-Ucraina e il nord della Bulgaria.

Alessandro si trova sulle rive del Danubio, e dall'altra parte ci sono 15.000 Geti che lo attendono. Così escogita un piano, che sarà ripreso anni dopo nella battaglia sul fiume Idaspe, dall'altra parte del mondo, nell'odierno Pakistan: procede a guadare il fiume di notte con un piccolo contingente di 5.000 uomini, lasciando il grosso dell'esercito sulla riva. La mattina dopo sorprende i nemici che, anche se superiori in numero, sono sconcertati dall'abilità dei macedoni e fuggono, con mogli e figli, verso le steppe della Scizia (Ucraina).

Alessandro quindi occupa la zona lasciata ormai sguarnita dai Geti in fuga ed estende il regno di Macedonia sino al confine con l'odierna Ucraina.

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📜 • E' la cosiddetta Riforma protestante a spezzare l'ordinamento politico medievale. Con l'attacco alla Chiesa cattolica romana, Lutero distrusse l'intera gerarchia di potere, ponendo il problema circa l'auctoritas, ovvero la legittimazione stessa del potere. Nel Medioevo, infatti, la legittimazione veniva direttamente da Dio: questa era poi mediata nella prassi politica quotidiana dalla Chiesa. Da qui, tutta una scala gerarchica si veniva a costituire, dai re sino ai contadini, ed era una scala che veniva percepita come "naturale" proprio perché dettata dal Verbo divino. Con Lutero questo equilibrio si rompe nel momento in cui "destituisce" la Chiesa dal suo ruolo di vicariato di Cristo (assumendo che Dio, parlando ai singoli, non ha bisogno di mediatori). Ma ciò, improvvisamente, solleva la questione proprio sulla legittimazione al potere: se Dio parla al singolo, non vi sarà più un'istituzione che si fa portatrice dell'interpretazione delle Sacre Scritture, ma una moltitudine di uomini interpreterà queste ultime secondo le proprie tendenze. E non a caso, insieme al trambusto politico, fioccano sin da subito una varietà di confessioni diverse di matrice protestante che acuiscono la lotta anche in campo teologico. E proprio in questo senso, la Riforma introduce un altro aspetto, che si svilupperà sempre di più nel corso della modernità arrivando a essere centrale: la soggettività politica.

Foto: atlascartography

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🗺 • È una questione di prospettiva.

Con questa carta si capisce perché gli inglesi, ai tempi d'oro, ci tenessero così tanto a tagliare fuori qualsiasi Paese si fosse affacciato sul Corno d'Africa; specialmente ogni possibile forma statale che si sarebbe potuta sviluppare su quella penisola a mo' di ponte levatoio al centro del Mediterraneo.

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📝 • Il Risorgimento non era pianificato?

Sappiamo che la Francia di Napoleone III ebbe un ruolo fondamentale nella vittoria del Regno di Sardegna contro l'Impero austriaco. Ma in quanti si ricordano le clausole degli accordi (segreti) di Plombières del 1858?

Qui sopra vedete una visualizzazione di questi accordi su mappa. Napoleone III voleva strutturare il nuovo Stato italiano come una confederazione, divisa in quattro parti, di cui almeno due (Stato pontificio e Regno dell'Italia meridionale) gli sarebbero stati fedelissimi. Anche il Regno dell'Italia centrale, con opportune manovre diplomatiche, sarebbe rientrato nella sfera d'influenza francese.

L'obiettivo più importante (sempre per i francesi) era scacciare l'Austria dall'Italia, vendicando in qualche modo la sconfitta dell'impero francese di quasi cinquant'anni prima. La Confederazione italiana sarebbe poi stata un alleato nel teatro europeo.

Ma andò diversamente. Le vittorie sul campo arrivarono insieme alle insurrezioni e non fu più possibile attuare il piano dal momento che gli insorti si pronunciarono in favore di un annessione diretta al Regno di Sardegna. In più, il colpo di mano di Garibaldi nel sud assicurò anche il Mezzogiorno a quello che sarebbe diventato, nel 1861, il Regno d'Italia.

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26.03.202511:00
🌐 • CHI COMANDA NEL MEDITERRANEO? TENSIONI, ALLEANZE E STRATEGIE

Chi comanda nel Mediterraneo? Quali sono le principali potenze che si muovono in questo mare? A queste e altre domande rispondiamo insieme a Samuele Vasapollo, per capirne di più sul complesso teatro mediterraneo.

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https://youtu.be/f1lfPOIY2Ls
🌊 CHI COMANDA NEL MEDITERRANEO? TENSIONI, ALLEANZE E STRATEGIE

Il Mediterraneo è sempre più un terreno di scontro tra le grandi potenze, con tensioni crescenti su risorse energetiche e rotte commerciali. Con Samuele Vasapollo analizziamo le traiettorie e gli obiettivi strategici dei principali attori nel Mare Nostrum. Non mancate!

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📱 • Non è una novità il fatto che la tecnologia abbia completamente trasformato lo spazio. Il punto è che, per l'individuo, lo spazio interno, intimo si è legato a quello esterno.

Non bastava allo smartphone conquistare la nostra vista e il nostro tatto. Si è fatto strada, anche se indirettamente, nel gusto e nell'olfatto, con il delivery dei vari Glovo e JustEat. E ora, con la più recente moda delle cuffie bluetooth, si tuffa nell'udito.

Si crea così una perfetta bolla in cui l'individuo si chiude (volontariamente?): e se fino a poco tempo fa la bolla "scoppiava" quando si usciva fuori di casa, adesso invece è costantemente presente. Si interagisce col mondo solo in occasioni prestabilite, ma, per il resto, si resta rinchiusi nella bolla dei propri profili social e delle proprie playlist musicali.

Sarà il capitalismo post-fordista, sarà l'individualismo neoliberista; sarà il regno della Tecnica, sarà il nulla che avanza. Fate voi. Ma stiamo lentamente travasando anche i nostri sensi (oltre che i nostri pensieri) in quello schermo.

Marco Uncini

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30.04.202509:15
🚗 • Russia, Cina e Stati Uniti erano forse destinate a diventare superpotenze. Già all'inizio del Novecento alcuni acuti osservatori come Friedrich Ratzel sapevano che, sul lungo periodo, questi Paesi sarebbero diventati egemoni.

La disponibilità di spazio, di risorse, di popolazione erano un mix perfetto per protendersi verso la conquista di potenze minori e per realizzare una propria sfera di influenza.

Ma gli imperi non si costruiscono a caso. Occorre innanzitutto la cosiddetta "classe dirigente", volgarizzazione di un concetto molto più semplice: un ceppo etnico che prenda in mano lo Stato e gli dia un indirizzo politico. È stato così per la Cina, dove si sono imposti gli Han; è stato così per la Russia, dove il ceppo slavo è da secoli ai vertici del potere. Ed è stato così anche per gli Stati Uniti, dove i WASP (White Anglo-Saxon Protestant) hanno dominato dall'alba dell'indipendenza del Paese.

In questo, e in molti altri ambiti, sembra essere manchevole l'Europa; la quale, oltre a subire l'imposizione di una determinata classe dirigente dai suoi vincitori, si trova anche a rischio nel panorama globale per l'ascesa di altre possibili potenze, tra le quali l'India e il Brasile.

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🇵🇱 • La guerra di successione polacca (1733-1738), nonostante sia poco conosciuta, rappresenta un altro esempio di questa strategia.

La Francia di Luigi XV aveva già "assorbito" la Spagna togliendola agli Asburgo. Ora la stessa situazione si presentava nel momento in cui il re della Confederazione polacco-lituana, Augusto II, moriva e la successione al trono doveva essere regolata tra due contendenti.

Il primo era Augusto III, docile sovrano sostenuto dagli Asburgo che con lui volevano assicurarsi quella frontiera nord per restare concentrati a sud, contro gli ottomani.

Il secondo era Stanislao Leszczyński, sostenuto dai Borbone che volevano invece estendere la loro influenza anche in Europa orientale. Guarda caso, la moglie di Luigi XV, che quest'ultimo sposò nel 1725, era Maria Leszczyńska, figlia di Stanislao.

Questa volta la vittoria non arrise ai Borbone (ovvero Stanislao non ascese al trono polacco), eppure ottennero importanti risultati. La Lorena, regione già negli obiettivi di Luigi XIV, passò a Stanislao, venendo incorporata nel regno di Francia dopo la sia morte. E lo stesso fece il regno di Napoli e la Sicilia, affidati a Carlo I di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V di Borbone.

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Cari amici, per chi fosse del bergamasco vi segnaliamo questo incontro in cui saremo presenti!

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⛵️ • Il 15 marzo del 1493 è tradizionalmente ricordato come la data di ritorno di Cristoforo Colombo dal suo primo viaggio in America. Dopo essere giunto nel Nuovo Continente nell'autunno del 1492, Colombo tornò con i suoi e, dopo una sosta dal Re di Portogallo Giovanni II, sbarcò nella stessa città da cui era partito, ovvero Palos de La Frontera. Portò oro, qualche pappagallo e una manciata di nativi; furono giorni di festa per tutto il Regno.

Ma chi era veramente Cristoforo Colombo? E come aveva fatto lui, un mozzo genovese semisconosciuto, a ricevere un incarico così importante dai sovrani di Castiglia e di Aragona? Se volete scoprirlo, date un'occhiata alla puntata che abbiamo dedicato alla sua figura sul nostro canale YouTube: https://youtu.be/FPw91WuOVog?si=K4JNCqDgDeQ4mHyk

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08.03.202509:01
🌐 • L'IMPERO LATINO DI COSTANTINOPOLI

In questa intervista parliamo con Francesco Dall'Aglio, storico medievista, dell'impero latino di Costantinopoli, lo stato crociato nato dopo la Quarta Crociata del 1204; in particolare, analizziamo la caduta di Costantinopoli, il dominio dei Latini sulla città, i conflitti con gli stati vicini e le cause del crollo nel 1261. Lasciate un like e fateci sapere la vostra opinione su questo impero sotto nei commenti!

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https://youtu.be/nPC5-FRIakM?si=0XXopL2sDdp_UUr2
25.02.202510:13
💬 • C'è una linea molto particolare in Italia, che divide in due il Paese: si tratta della linea isoglossa Massa-Senigallia (a volte La Spezia-Rimini).

Una linea isoglossa marca un territorio dalle caratteristiche linguistiche simili. Nel caso in questione, questa linea segna la differenza tra le lingue gallo-italiche, venetica e friulana del nord e le lingue toscana, sarda, mediane e meridionali al sud.

Questo confine linguistico non solo denota profonde differenze nella Penisola tra l'area settentrionale e quella meridionale, ma segna anche il confine tra le lingue romanze occidentali (che comprendono Nord Italia, Spagna, Portogallo e Francia) e lingue romanze orientali (Sud Italia e Romania).

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