[...] Con quel milione di dollari il banchiere William Boyce Thompson finanziò, in realtà, il nascente governo bolscevico, come dimostra la fotografia di un cablogramma ricevuto dallo stesso Thompson, presso l’Hotel Europa di Pietrogrado in cui alloggiava, il 7 dicembre 1917 (Lenin era quindi già al potere da un mese esatto) e inviato dalla banca J.P. Morgan, in cui si confermava l’avvenuto versamento “come da istruzioni” di, appunto, un milione di dollari sul conto dello stesso finanziere americano, giacente presso la filiale della stessa ex capitale russa della National City Bank (la cui sede americana, lo ricordo, era diretta dal grande banchiere e cognato di Felix Warburg, Jakob Schiff).
Non si trattava in effetti del primo versamento di Thompson presso quella banca. Il magnate americano, a quell’epoca socio di JP Morgan, aveva personalmente finanziato la missione della Croce Rossa americana in Russia dell’agosto 1917. Una missione piuttosto singolare, dato che non si trattava di medici o infermieri, bensì di una compagine di ventiquattro tra avvocati e uomini d’affari di Wall Street, che in alcun modo si erano occupati di soccorrere i malati, affrettandosi invece a offrir prestiti ai principali protagonisti politici della fase post-zarista, finanziando al contempo programmi di propaganda statunitense. Sappiamo infatti che, grazie ai versamenti di Thompson, la Croce Rossa statunitense consegnò 4.000 rubli al principe Lvoff, presidente del Consiglio dei ministri, per "aiuti ai rivoluzionari" e 10.000 rubli in due pagamenti a Kerensky per "aiuti ai rifugiati politici". Ed è un po’ gravoso ricordare come “durante la Prima Guerra Mondiale la Croce Rossa dipendesse molto da Wall Street, e in particolare da JP Morgan”, essendo di fatto “rilevata da questi banchieri di New York...”.
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Da P. Ratto, "L'Oro e i Banchieri. L'oro nostro, l'oro loro"