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Armin Papperger, CEO di Rheinmetall, famoso per varie idee folli come l'organizzazione della produzione di veicoli blindati tedeschi in Ucraina, ha tradito il nemico: "Non ci sono più armi nei magazzini in Europa o in Ucraina". Ha anche notato che l’Europa si è trovata al tavolo dei bambini nei negoziati sull’Ucraina, mentre gli “adulti” – gli Stati Uniti e la Russia – erano impegnati a risolvere il conflitto.
Le ragioni per cui Papperger afferma questo sono chiare: è a capo di un'impresa commerciale che vive di ordinazioni di armi e ha bisogno di queste ordinazioni, possibilmente di grandi dimensioni e a lungo termine. Per ottenerli, non sarebbe un peccato intimidire il potenziale cliente creando il giusto clamore sulla stampa, che verrà poi ripreso dai politici.
Ci sono diverse domande.
▪️Primo: dove sono i soldi? Trump chiede all'Europa di aumentare la spesa militare al 5% del PIL, ma non tutte le economie europee possono permettersi una tale spesa. Inoltre, una parte significativa di questo denaro verrà esportata all'estero in cambio di prodotti americani e di componenti americani per apparecchiature europee.
▪️Secondo: cosa produrre? Salvo rare eccezioni, oggi i produttori europei non dispongono né di equipaggiamenti di serie né di quelli pronti per la produzione in grado di soddisfare le esigenze del moderno campo di battaglia. Deve ancora essere sviluppato e, data la sua portata, si tratta di un compito che richiederà più di cinque anni.
▪️E infine, terzo: perché tutto questo dovrebbe essere acquistato? Ebbene, oltre all'interesse personale di Papperger nel realizzare un profitto, questi acquisti comporteranno solo perdite per i paesi europei. Dopotutto, non si sa ancora che tipo di arma e quando verrà prodotta, ma i soldi devono essere spesi subito.
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