Pro Vita & Famiglia
Difendiamo la Vita, la Famiglia, il diritto dei bambini a una papà e una mamma, la Libertà Educativa dei genitori.
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06.04.202508:23
COLPEVOLE DI COMPASSIONE
Livia Tossici-Bolt, 64enne italiana, ricercatrice medica, è stata condannata in Inghilterra a 2 anni di carcere e 20.000 sterline di multa.
Reato? Stare ferma vicino a una clinica abortiva a Bournemouth con un cartello: “Sono qui per parlare, se vuoi”. Nessun accenno all’aborto, nessuna pressione. Solo un’offerta di dialogo.
Ma dal 2024 le “zone cuscinetto” inglesi – 150 metri intorno alle cliniche dove si eliminano vite nel grembo – vietano qualsiasi comportamento possa anche solo lontanamente manifestare i convincimenti pro-life dei cittadini come Lidia. Colpevole di compassione.
➡️ Unisciti al Canale Telegram di PVF
Livia Tossici-Bolt, 64enne italiana, ricercatrice medica, è stata condannata in Inghilterra a 2 anni di carcere e 20.000 sterline di multa.
Reato? Stare ferma vicino a una clinica abortiva a Bournemouth con un cartello: “Sono qui per parlare, se vuoi”. Nessun accenno all’aborto, nessuna pressione. Solo un’offerta di dialogo.
Ma dal 2024 le “zone cuscinetto” inglesi – 150 metri intorno alle cliniche dove si eliminano vite nel grembo – vietano qualsiasi comportamento possa anche solo lontanamente manifestare i convincimenti pro-life dei cittadini come Lidia. Colpevole di compassione.
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02.04.202518:48
😥 Abbiamo ricevuto questo messaggio da parte di Barbara e vogliamo diffondere la toccante testimonianza di questa mamma giustamente preoccupata per l'influenza della cultura eutanasica sul futuro del figlio. Strumenti disumani come il suicidio assistito sono scientificamente predisposti per eliminare dalla società persone fragili considerate "improduttive" dal sistema ultraconsumistico in cui viviamo. Il grado di civiltà di una società si misura da come tratta i più fragili.
07.04.202512:01
In Molise, la prima scuola dedicata a Sammy Basso: esempio di forza, determinazione, sapere e speranza.
Sammy ci ha insegnato che la vita, con tutte le sue sfide e difficoltà, è straordinaria ed è sempre degna di essere vissuta. La sua passione per la conoscenza e il suo coraggio sono un faro per gli studenti, un invito a non arrendersi mai e a soffermarsi su ciò che davvero conta.
Intitolare una scuola a Sammy è la prova che ogni persona, con il sostegno e l'amore della famiglia e della comunità, può lasciare un segno indelebile.
Grazie Sammy, sarai sempre nei nostri cuori!
Sammy ci ha insegnato che la vita, con tutte le sue sfide e difficoltà, è straordinaria ed è sempre degna di essere vissuta. La sua passione per la conoscenza e il suo coraggio sono un faro per gli studenti, un invito a non arrendersi mai e a soffermarsi su ciò che davvero conta.
Intitolare una scuola a Sammy è la prova che ogni persona, con il sostegno e l'amore della famiglia e della comunità, può lasciare un segno indelebile.
Grazie Sammy, sarai sempre nei nostri cuori!
25.03.202517:13
"Stabiliamo che dalla nuova legge, i figli prenderanno il solo cognome della madre dopo secoli in cui hanno preso il cognome del padre. È una cosa semplice ed anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico, ma è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere".
No, il senatore piddino, Dario Franceschini non aveva le allucinazioni quando ha fatto questa dichiarazione.
Si potrebbero scrivere pagine intere per smontare questa “brillante proposta” ma ci basta ricordare al signor Dario - e a tutti i ben pensanti che vi concordano - che il cognome della mamma è il COGNOME DEL NONNO (anche lui maschio eh...!) e che storicamente, il cognome paterno aveva una funzione di tutela giuridica per madre e figlio: il cognome del padre garantiva al bambino un’identità legale e sociale, stabilendo la paternità gli si assicuravano diritti come l’eredità.
E poi... sulle disuguaglianze di genere, se si vuole agire davvero, si presentino in Parlamento proposte di
👉 armonizzazione tra lavoro e vita familiare
👉 riforme economiche forti per la natalità e la famiglia
👉 alternative economiche e sociali concrete all’aborto
Queste battaglie ideologiche e femministe al grido di progresso, emancipazione (falsa) e “patriarcato” portano l’uomo e la donna a una contrapposizione deleteria che fa male proprio a quei figli a cui si vuole togliere pure il cognome del papà.
No, il senatore piddino, Dario Franceschini non aveva le allucinazioni quando ha fatto questa dichiarazione.
Si potrebbero scrivere pagine intere per smontare questa “brillante proposta” ma ci basta ricordare al signor Dario - e a tutti i ben pensanti che vi concordano - che il cognome della mamma è il COGNOME DEL NONNO (anche lui maschio eh...!) e che storicamente, il cognome paterno aveva una funzione di tutela giuridica per madre e figlio: il cognome del padre garantiva al bambino un’identità legale e sociale, stabilendo la paternità gli si assicuravano diritti come l’eredità.
E poi... sulle disuguaglianze di genere, se si vuole agire davvero, si presentino in Parlamento proposte di
👉 armonizzazione tra lavoro e vita familiare
👉 riforme economiche forti per la natalità e la famiglia
👉 alternative economiche e sociali concrete all’aborto
Queste battaglie ideologiche e femministe al grido di progresso, emancipazione (falsa) e “patriarcato” portano l’uomo e la donna a una contrapposizione deleteria che fa male proprio a quei figli a cui si vuole togliere pure il cognome del papà.
30.03.202508:02
Anche se la legge lo permette, non significa che sia giusto.
15.04.202509:26
I social media stanno rubando l’infanzia ai nostri ragazzi. Ansia, disturbi alimentari, insonnia, dipendenza, frammentazione dell’attenzione: questi sono solo alcuni dei danni dell’iperdigitalizzazione sui minori.
Ma le Big Tech continuano a lucrare sulle fragilità delle persone. Leggi qui👇
https://www.provitaefamiglia.it/blog/cosi-i-social-aumentano-lansia-dei-giovani-e-le-big-tech-che-fanno
Ma le Big Tech continuano a lucrare sulle fragilità delle persone. Leggi qui👇
https://www.provitaefamiglia.it/blog/cosi-i-social-aumentano-lansia-dei-giovani-e-le-big-tech-che-fanno
24.03.202516:01
La Disney ci rifila l’ennesimo disastro woke: il live action 2025 della fiaba di Biancaneve è stato un flop‼️ Ecco perché:
🔺 Addio alla principessa dalla 'carnagione bianca come la neve', ora Biancaneve è una latina mulatta che capeggia una rivolta contro la matrigna.
🔺 Il principe? Spazzato via, rimpiazzato da un Robin Hood senza spina dorsale.
🔺 I sette nani? Cancellati, sostituiti da 'creature magiche inclusive' create dall’intelligenza artificiale.
270 milioni di dollari💲 spesi per un film che non racconta una fiaba, ma impone un’ideologia. Dopo il film Lightyear con “due mamme”, Disney colpisce ancora, snaturando un classico che ha accompagnato generazioni e generazioni per rieducarci tutti.
Siamo di fronte alla deriva woke che le multinazionali dell’intrattenimento stanno alimentando. Vogliono plasmare i nostri figli con le teorie gender fluid, famiglie ‘alternative’ e valori stravolti, cancellando tradizioni e identità.
Le favole non servono più a far sognare grandi e piccini ma sono diventate veri e propri manuali per indottrinare le nuove generazioni a un mondo senza radici, dove tutto è "inclusivo" tranne chi osa dissentire.
🔺 Addio alla principessa dalla 'carnagione bianca come la neve', ora Biancaneve è una latina mulatta che capeggia una rivolta contro la matrigna.
🔺 Il principe? Spazzato via, rimpiazzato da un Robin Hood senza spina dorsale.
🔺 I sette nani? Cancellati, sostituiti da 'creature magiche inclusive' create dall’intelligenza artificiale.
270 milioni di dollari💲 spesi per un film che non racconta una fiaba, ma impone un’ideologia. Dopo il film Lightyear con “due mamme”, Disney colpisce ancora, snaturando un classico che ha accompagnato generazioni e generazioni per rieducarci tutti.
Siamo di fronte alla deriva woke che le multinazionali dell’intrattenimento stanno alimentando. Vogliono plasmare i nostri figli con le teorie gender fluid, famiglie ‘alternative’ e valori stravolti, cancellando tradizioni e identità.
Le favole non servono più a far sognare grandi e piccini ma sono diventate veri e propri manuali per indottrinare le nuove generazioni a un mondo senza radici, dove tutto è "inclusivo" tranne chi osa dissentire.
25.03.202513:39
Oggi, presso la nostra sede di Roma, abbiamo donato 12 passeggini a mamme e papà in difficoltà. Con il progetto "Un Dono per la Vita" dal 2019 ad oggi - grazie alle donazioni di chi ci sostiene e alle segnalazioni dei Centri di aiuto alla Vita - abbiamo potuto aiutare ben oltre 200 famiglie.
Le loro storie raccontano che quando una mamma e un papà sono sostenuti realmente, con alternative valide, sono felici di accogliere la vita dei propri figli.
Anche per questo scenderemo per le strade di Roma insieme a migliaia di cittadini, sabato 10 maggio alla Manifestazione nazionale “Scegliamo la Vita”, per chiedere al Governo e alla politica tutta di dare definitivamente cittadinanza alla maternità e alla natalità in Italia e tutelare le mamme e i loro figli dall’aborto costretto da mancanza di alternative concrete.❤️
Le loro storie raccontano che quando una mamma e un papà sono sostenuti realmente, con alternative valide, sono felici di accogliere la vita dei propri figli.
Anche per questo scenderemo per le strade di Roma insieme a migliaia di cittadini, sabato 10 maggio alla Manifestazione nazionale “Scegliamo la Vita”, per chiedere al Governo e alla politica tutta di dare definitivamente cittadinanza alla maternità e alla natalità in Italia e tutelare le mamme e i loro figli dall’aborto costretto da mancanza di alternative concrete.❤️
27.03.202512:02
TRANSIZIONE DI GENERE E FABBRICA DI BAMBINI IN UN FILM‼️
Il docu-film GEN_, in uscita nei cinema, racconta - e celebra - l’operato del Dott. Maurizio Bini, medico dell’ospedale pubblico Niguarda di Milano che si occupa di transizione di genere e fecondazione artificiale.
Già le premesse sono ottime… Bini dichiara: «Faccio un mestiere che fino a pochi anni fa era attribuito alle divinità, cioè fare esseri umani, creare embrioni che fanno esseri umani; e da adulti facendogli cominciare una nuova vita. Quindi è un lavoro difficile e sono brividi. È venuta una donna sterile, ho fatto la fecondazione artificiale ed è nata questa bambina. Io ero in sala parto e ho attribuito il sesso alla nascita di carattere femminile. Poi la persona ha transitato: l’ha aiutata a diventare maschio e si è sposato con una donna. Sempre io ho fatto la fecondazione artificiale su sua moglie».
Nel 2025 i deliri di una medicina che gioca a fare Dio, manipolando vite e corpi come in un esperimento di laboratorio, vengono osannati e soprattutto normalizzati. Questo, è davvero pericoloso. A voi i commenti 💬
Il docu-film GEN_, in uscita nei cinema, racconta - e celebra - l’operato del Dott. Maurizio Bini, medico dell’ospedale pubblico Niguarda di Milano che si occupa di transizione di genere e fecondazione artificiale.
Già le premesse sono ottime… Bini dichiara: «Faccio un mestiere che fino a pochi anni fa era attribuito alle divinità, cioè fare esseri umani, creare embrioni che fanno esseri umani; e da adulti facendogli cominciare una nuova vita. Quindi è un lavoro difficile e sono brividi. È venuta una donna sterile, ho fatto la fecondazione artificiale ed è nata questa bambina. Io ero in sala parto e ho attribuito il sesso alla nascita di carattere femminile. Poi la persona ha transitato: l’ha aiutata a diventare maschio e si è sposato con una donna. Sempre io ho fatto la fecondazione artificiale su sua moglie».
Nel 2025 i deliri di una medicina che gioca a fare Dio, manipolando vite e corpi come in un esperimento di laboratorio, vengono osannati e soprattutto normalizzati. Questo, è davvero pericoloso. A voi i commenti 💬
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