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67.72%ERR15.04.202520:15
Un augurio di pronta ripresa al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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04.04.202511:25
Pechino, oltre ai dazi appena annunciati del 34%, aggiunge 11 aziende americane alla lista nera, vietando loro di operare nel paese. Inoltre, impone restrizioni all’export di 7 terre rare strategiche, essenziali per auto elettriche e tecnologie militari.
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03.04.202516:39
Il gruppo terroristico Hamas condanna fermamente la decisione dell'Ungheria di uscire dalla Corte penale internazionale. Hamas giudica "immorale" la decisione di Budapest.
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02.04.202511:30
Oggi è la Giornata mondiale di consapevolezza riguardo l’autismo. Una condizione che influisce pesantemente sulla vita dell’individuo. L’autismo non è soltanto la grave patologia invalidante resa celebre dalla filmografia, ma tutto uno spettro di condizioni che rendono spesso la vita più difficile ma che allo stesso tempo permettono di vedere ciò che molti ignorano oppure non riescono nemmeno a concepire, L’autismo allo stesso tempo, soprattutto quello ad alto funzionamento, può essere un handicap e un vantaggio, una maledizione e un’opportunità. Se qualcuno intorno a voi non tollera i rumori ha bisogno a volte di stare solo non reagisce come voi immaginate sia “normale“ non isolatelo ancora di più forse è solo una persona diversa da voi.
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03.04.202507:49
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha avvertito che i dazi statunitensi porteranno a un mondo di “disordine e caos”, ma ha teso la mano al dialogo, sottolineando però che l’Europa è pronta a rispondere con misure adeguate per proteggere i propri interessi.
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20.04.202517:35
Il Cremlino annuncia che non verrà prorogato il cessate il fuoco pasquale. Alle 23 ora di Roma riprenderanno le piene ostilità. (Putroppo).
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02.04.202517:34
Gaza: si segnalano diversi manifestanti a Beit Lahia al grido di “Hamas via!”.
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02.04.202510:20
La Cina sta testando ponti galleggianti lunghi 820 metri per un possibile sbarco a Taiwan, con l’obiettivo di rafforzare le capacità militari. Secondo diverse fonti, questi ponti sono stati testati in esercitazioni vicino a Guangzhou.
(Immagine New York Times)
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(Immagine New York Times)
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01.04.202519:04
La corte d’appello di Parigi prevede di emettere una decisione finale su Marine Le Pen, condannata per l’uso improprio di fondi dell’UE con un divieto di candidarsi alle elezioni del 2027, entro l’estate del 2026. Se l’appello sarà favorevole, il divieto potrebbe essere revocato, permettendole di tornare a correre per la presidenza.
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07.04.202521:06
La Cina respinge le minacce ulteriori dazi di Trump. Il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, ha dichiarato che “esercitare pressioni o minacciare la Cina” non è il modo giusto di trattare con Pechino.
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05.04.202508:05
Netanyahu decollerà direttamente dall’Ungheria per dirigersi a Washington. Appuntamento alla Casa Bianca con Donald Trump alla vigilia di settimane cruciali per il Medio Oriente.
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02.04.202511:59
Le forze della giunta militare del Myanmar hanno sparato colpi di avvertimento contro un convoglio di aiuti della Croce Rossa cinese, complicando ulteriormente gli sforzi per aiutare la popolazione colpita dal recente terremoto.
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25.03.202520:27
L’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, ha scatenato un’ondata di proteste in tutto il Paese, con oltre 1.418 persone detenute e almeno 10 giornalisti arrestati. Nonostante ciò, la reazione internazionale è stata sorprendentemente tiepida.
A oggi, solo pochi governi si sono espressi apertamente. La Germania ha definito l’arresto “totalmente inaccettabile”, mentre la Francia ha parlato di un “grave attacco alla democrazia”. La Commissione Europea ha espresso seri dubbi sul rispetto dei valori democratici da parte della Turchia, richiamando Ankara al rispetto dei diritti degli eletti e dei cittadini a manifestare pacificamente. Il Consiglio d’Europa ha chiesto il rilascio immediato di İmamoğlu, definendo l’arresto una “mossa calcolata volta a minare l’integrità e l’equità dei processi elettorali”. In Italia, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato dichiarazioni molto caute sulla vicenda, sottolineando che la politica estera è di competenza del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri, definendo come “iniziative legittime personali” eventuali commenti esterni. Gli Stati Uniti, invece, hanno evitato di prendere una posizione netta, limitandosi a definire la crisi un “affare interno” della Turchia.
Questo silenzio internazionale solleva interrogativi sulla coerenza dell’Occidente nel difendere i principi democratici e i diritti umani a livello globale. Erdoğan ha saputo sfruttare il peso strategico della Turchia per mettere a tacere le critiche. Con gli Stati Uniti sempre più distanti dall’Europa e la NATO che considera Ankara un alleato indispensabile, il presidente turco si sente libero di agire senza temere serie conseguenze. In passato, ha rallentato l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’alleanza atlantica per ottenere concessioni. Ora, conta sul fatto che la posizione chiave della Turchia nei rapporti con il Medio Oriente impedirà ai governi occidentali di condannare apertamente la sua repressione.
In passato, la comunità internazionale ha spesso mostrato cautela nel criticare Erdoğan. Un esempio significativo è la reazione moderata alle repressioni seguite al tentato colpo di stato del 2016, quando migliaia di oppositori furono arrestati e le libertà civili ulteriormente limitate. E ora, con le proteste in corso, la reazione internazionale resta timida, mentre in Turchia si continua con un’azione repressiva.
Inoltre, sulla piattaforma social X, sono stati sospesi numerosi account legati all’opposizione turca. Il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha annunciato l’identificazione di 326 profili accusati di incitamento all’odio, 72 dei quali gestiti dall’estero, portando all’arresto di 54 persone. Questa azione ha suscitato preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione online e al controllo delle informazioni nel paese.
Il silenzio dell’Occidente di fronte alla deriva autoritaria in Turchia non è una svista, ma una scelta dettata da interessi geopolitici. Questa complicità rischia di legittimare ulteriormente la repressione di Erdoğan.
■ @GeopoliticalCenterfb ■
A oggi, solo pochi governi si sono espressi apertamente. La Germania ha definito l’arresto “totalmente inaccettabile”, mentre la Francia ha parlato di un “grave attacco alla democrazia”. La Commissione Europea ha espresso seri dubbi sul rispetto dei valori democratici da parte della Turchia, richiamando Ankara al rispetto dei diritti degli eletti e dei cittadini a manifestare pacificamente. Il Consiglio d’Europa ha chiesto il rilascio immediato di İmamoğlu, definendo l’arresto una “mossa calcolata volta a minare l’integrità e l’equità dei processi elettorali”. In Italia, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato dichiarazioni molto caute sulla vicenda, sottolineando che la politica estera è di competenza del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri, definendo come “iniziative legittime personali” eventuali commenti esterni. Gli Stati Uniti, invece, hanno evitato di prendere una posizione netta, limitandosi a definire la crisi un “affare interno” della Turchia.
Questo silenzio internazionale solleva interrogativi sulla coerenza dell’Occidente nel difendere i principi democratici e i diritti umani a livello globale. Erdoğan ha saputo sfruttare il peso strategico della Turchia per mettere a tacere le critiche. Con gli Stati Uniti sempre più distanti dall’Europa e la NATO che considera Ankara un alleato indispensabile, il presidente turco si sente libero di agire senza temere serie conseguenze. In passato, ha rallentato l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’alleanza atlantica per ottenere concessioni. Ora, conta sul fatto che la posizione chiave della Turchia nei rapporti con il Medio Oriente impedirà ai governi occidentali di condannare apertamente la sua repressione.
In passato, la comunità internazionale ha spesso mostrato cautela nel criticare Erdoğan. Un esempio significativo è la reazione moderata alle repressioni seguite al tentato colpo di stato del 2016, quando migliaia di oppositori furono arrestati e le libertà civili ulteriormente limitate. E ora, con le proteste in corso, la reazione internazionale resta timida, mentre in Turchia si continua con un’azione repressiva.
Inoltre, sulla piattaforma social X, sono stati sospesi numerosi account legati all’opposizione turca. Il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha annunciato l’identificazione di 326 profili accusati di incitamento all’odio, 72 dei quali gestiti dall’estero, portando all’arresto di 54 persone. Questa azione ha suscitato preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione online e al controllo delle informazioni nel paese.
Il silenzio dell’Occidente di fronte alla deriva autoritaria in Turchia non è una svista, ma una scelta dettata da interessi geopolitici. Questa complicità rischia di legittimare ulteriormente la repressione di Erdoğan.
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06.04.202518:32
La portaerei CVN-70 Carl Vinson ha completato il transito attraverso lo Stretto di Malacca e procede, secondo quanto pianificato, verso la zona operativa compresa tra Diego Garcia e le acque prospicienti l’Iran. Nel frattempo, la CVN-75 Harry S. Truman, con il relativo gruppo di attacco, mantiene la propria operatività nel Mar Rosso. A supporto delle operazioni nell’area, il cacciatorpediniere classe Arleigh Burke USS Wayne E. Meyer (DDG-108) è stato schierato al largo di Diego Garcia, rafforzando le capacità di difesa aerea dell’isola. Quest’ultima ospita attualmente sette bombardieri strategici B-2, oltre a un numero non specificato di B-52, B-1 e velivoli cisterna KC-135.
Parallelamente, un significativo trasferimento di risorse militari è in corso: sistemi di difesa aerea, precedentemente dislocati in Asia e negli Stati Uniti continentali, sono stati repositionati in Israele e in altre località del Medio Oriente. A questi si aggiungono un numero rilevante, benché non precisato, di caccia e velivoli cisterna. Tale dispiegamento di forze, caratterizzato da un considerevole impiego di mezzi e personale, appare difficilmente interpretabile come una mera dimostrazione di intenti da parte dell’amministrazione statunitense.
"La guerra non è mai un atto isolato, né il suo risultato può essere considerato come definitivo in un singolo colpo; essa è sempre un’interazione tra forze vive."
■ @GeopoliticalCenterfb ■
Parallelamente, un significativo trasferimento di risorse militari è in corso: sistemi di difesa aerea, precedentemente dislocati in Asia e negli Stati Uniti continentali, sono stati repositionati in Israele e in altre località del Medio Oriente. A questi si aggiungono un numero rilevante, benché non precisato, di caccia e velivoli cisterna. Tale dispiegamento di forze, caratterizzato da un considerevole impiego di mezzi e personale, appare difficilmente interpretabile come una mera dimostrazione di intenti da parte dell’amministrazione statunitense.
"La guerra non è mai un atto isolato, né il suo risultato può essere considerato come definitivo in un singolo colpo; essa è sempre un’interazione tra forze vive."
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30.03.202520:16
Hamas spara in testa ai leader delle proteste che chiedevano un nuovo governo per la Striscia di Gaza. Silenzio totale della vecchia Europa.
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