CANNABIS VS K AL SENO.
TESTIMONIANZE DI PAZIENTI (COL CANCRO AL SENO) SULLA VIA DELLA GUARIGIONE.
Post davvero importante perché riguarda la testimonianza di una paziente oncologica affetta da cancro al seno che, grazie alla CANNABIS, sta guarendo in toto.
Partiamo dall' inizio, per capire come il protocollo Rick Simpson Oil a base di FECO di cannabis, da solo o in sinergia a cure convenzionali, possa contribuire alla regressione del cancro e alla sua guarigione.
L amica citata nel post di due GG fa (potete trovarlo nel gruppo FECO Educational And Marking At Home), scoperto di avere un #CancroAlSeno ,nello specifico k mammario ER/PR+ HER2- (con già metastasi alla maggior parte delle ossa spinali), si rivolge al sopracitato gruppo per aver informazioni e poter acquistare prodotti a base di cannabis secondo il protocollo Rick Simpson Oil.
👉COS È IL RICK SIMPSON OIL?
Or bene, per #RickSimpsonOil si fa riferimento al Carlo Erba s Oil, ovvero ad un protocollo che, rifacendosi ai dettami del ns compianto galenista di qlc anno fa e di valenti medici dell' epoca, prevede la somministrazione di fitoestratti a base del fiore femminile di #cannabisterapeutica , altresì definita #cannabismedica o farmaceutica perché, con regolare ricetta medica che può prescrivere anche il medico di base, in farmacia si acquista.
Nello specifico, ovvero nel protocollo che si rifa nel nome a chi lo ha rispolverato (ovvero tale Rick Simpson), viene utilizzato il FECO.
Il FECO, full extract cannabis oil, altro non è che una sorta di tintura madre fatta poi evaporare in toto dall' alcol.
Si prende un certo quantitativo di fiori di cannabis, lo si lascia a macerare qlc ora in alcol a 96 gradi e poi si procede alla filtrata. Il liquido ottenuto, cioè appunto una sorta di tintura madre, viene fatto evaporare, solitamente a bagnomaria. Ciò che rimane da tale metodica è una sorta di resina scura e appiccicosa, fortemente aromatica e concentrata nei principali principi attivi del fitoterapico.
Tale resina può esser consumata tal quale o, come avviene in molti casi, diluita in un solvente, quasi sempre olio di semi, di oliva o di cocco, per due ragioni. La prima: è così possibile meglio gestire la posologia. La seconda: in tal caso, cioè con la sinergia ad un olio, aumenta la biodisponibilità dei principi attivi del FECO. Sappiamo infatti che la cannabis veicola i suoi principi attivi nelle, e tramite le, sostanze grasse.
👉LE TAPPE PRINCIPALI DELLA STORIA CLINICA DELLA NS AMICA ONCOLGICA
La ns amica ha iniziato ad assumere supposte di fitoestratti di cannabis titolate 1:1 tra CBD e THC, i due principali fitocannabinoidi rilevati nella titolazione del prodotto. Questa titolazione, ovvero il rapporto tra i due principali fitocannabinoidi, è di rilevante importanza per l impatto che esercita sulla risposta immunitaria. A seconda della titolazione, il fitoestratto può stimolare la risposta immunitaria Th1, cioè antivirale e antitumorale oppure, viceversa, può influenzare maggiormente la risposta immunitaria Th2, non propriamente preposta ai processi anticancerogeni, anzi, può anche parzialmente inibirli.
La ns amica era in trattamento col farmaco ormonale #tamoxifene , ma ci dice che, nonostante ciò (e cioè la sommimistrazione di supposte titolate 1:1 e la terapia farmacologica, i valori dei marker aumentavano. Contemporaneamente, aumentavano i dolori alla schiena, i conati di vomito e la cachessia, il dimagrimento negativo, cioè quello ponderale generale con particolare riferimento al catabolismo della massa nobile, magra, muscolare, quella che protegge le ossa.
Comincia allora, dopo aver ricevuto il consiglio e i prodotti dagli admin del gruppo, ad assumere il FECO per via orale arrivando, E QUI STA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE, ad un grammo al giorno. Non solo. Utilizza anche un altro gr quotidianamente per l applicazione topica.
😳NB In sole tre settimane i suoi marcatori hanno avuto un diminuzione di 200 (non ci dice il valore precedente ma viene da pensare che fosse di molto oltre la norma).🤩