Carmen Tortora

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26.02.202506:03

Italia: Una Nuova Centralità in Africa e Medio Oriente

Mentre gli Stati Uniti completano il ritiro delle loro truppe dal Niger, l'Italia mantiene la sua presenza militare nel paese, consolidando il suo ruolo di perno della sicurezza occidentale nel Sahel. Contemporaneamente, Washington ha deciso di chiudere la base navale di Alessandropoli in Grecia, segnando un cambiamento nella strategia militare statunitense nella regione. Questa mossa lascia all'Italia una maggiore responsabilità nella gestione della sicurezza del Mediterraneo orientale.

Il grande salto di qualità arriva con l'annuncio di investimenti per 40 miliardi di dollari da parte degli Emirati Arabi Uniti nell'economia italiana, trasformando l'Italia in un crocevia economico, tecnologico e militare per il Medio Oriente e il Nord Africa. Questa posizione di forza potrebbe finalmente dare all'Italia un ruolo più autonomo sulla scena internazionale, a patto che non si riduca all'ennesimo servizio agli interessi altrui.

40 Miliardi dagli Emirati: Un Treno che le Imprese Italiane Devono Prendere

Quella che Giorgia Meloni ha definito una "giornata storica" è la firma di oltre 40 intese bilaterali tra Italia ed Emirati Arabi Uniti. Questi accordi prevedono investimenti per 40 miliardi di dollari in 40 progetti, che spaziano dall'intelligenza artificiale ai data center, dalle energie rinnovabili alla cooperazione militare.

Questa pioggia di investimenti potrebbe rappresentare un'occasione d'oro per le piccole e medie imprese italiane, che hanno affrontato 17 mesi consecutivi di deindustrializzazione. La speranza è che questa nuova centralità non finisca, come spesso accade, per avvantaggiare solo le industrie della difesa e le multinazionali già inserite nei gangli del sistema, ma che porti opportunità concrete a chi produce valore reale nel Paese.

Dalla Via della Seta alla Via del Cotone: Roma Cambia Rotta

Archiviata la collaborazione con Pechino, l'Italia ha scelto la Via del Cotone, l'alternativa occidentale alla Belt and Road. L'IMEC (India-Middle East-Europe Corridor) è un corridoio infrastrutturale progettato per escludere la Cina dai commerci tra Asia, Golfo ed Europa, con l'Italia che diventa lo snodo strategico del progetto.

Questa nuova rotta commerciale e industriale riprende le vecchie rotte coloniali, ma questa volta sotto il controllo di NATO e alleati occidentali. Il rischio è che l'Italia svolga il lavoro per conto di Washington e Londra, senza un vero ritorno per il proprio sistema produttivo. Tuttavia, se gestita correttamente, questa centralità potrebbe diventare un volano per il rilancio del tessuto economico italiano, dal manifatturiero all'innovazione tecnologica.

Militari e Armi: Italia, Pilastro della NATO nel Golfo

Tra le 40 intese firmate con gli Emirati, l'accordo più discusso riguarda la Difesa. Il ministro Guido Crosetto ha ufficializzato la cooperazione militare e industriale tra Roma e Abu Dhabi, rafforzando il ruolo italiano come fornitore strategico di tecnologia bellica per il Medio Oriente.

Questo è un ulteriore segnale che l'economia italiana si sta sempre più orientando verso la militarizzazione, con il rischio di trascurare altri settori produttivi. Questo scenario rende ancora più urgente l'adozione di una politica industriale capace di sfruttare questi accordi per creare opportunità reali per il tessuto imprenditoriale italiano.

Italia: Da Gendarme a Potenza Economica?

Con il ritiro delle basi USA in Europa e i nuovi accordi economici e militari con gli Emirati, Roma si sta ritagliando una posizione di rilievo nello scenario geopolitico. Questa centralità potrebbe rappresentare un'opportunità concreta per il rilancio dell’economia italiana, a patto che i benefici non si concentrino solo sull’industria bellica e sui grandi gruppi economici.

Sta agli imprenditori italiani cogliere questa sfida.

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26.02.202504:59

Il castello di Neuschwanstein, situato in Baviera, Germania, è una delle fortezze più iconiche d’Europa. Costruito nel XIX secolo per volontà del re Ludovico II di Baviera, il castello doveva incarnare un'idea fiabesca e romantica della monarchia medievale. Ispirato alle leggende germaniche e all’opera di Richard Wagner, Neuschwanstein fu progettato come un rifugio personale del re piuttosto che come una fortezza difensiva.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1869, ma Ludovico II morì nel 1886, prima di vedere il castello completato. Dopo la sua morte, la fortezza fu aperta al pubblico e divenne rapidamente una delle attrazioni più visitate della Germania. Il suo aspetto fiabesco ha ispirato il castello della Bella Addormentata della Disney, rendendolo un simbolo universale del romanticismo e dell’architettura neogotica.

Buongiorno e buon mercoledì a tutti!

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25.02.202520:37

Merz: il voltagabbana supersonico

Friedrich Merz, l’uomo che cambia idea più velocemente della luce, ci regala l’ennesima perla di coerenza politica: “Nessuno di noi parla di chiudere le frontiere”. Peccato che fosse proprio il cavallo di battaglia della campagna elettorale. Ora, con un’eleganza degna del miglior acrobata, si cambia rotta senza battere ciglio..

Insomma, prima si cavalca il tema dell’immigrazione per raccattare voti, poi si fa marcia indietro a tempo di record. Un’arte raffinata, quella del voltafaccia, in cui Merz sembra ormai un maestro indiscusso.

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25.02.202519:07

Mentre Ursula Von der Leyen promette un altro miliardo di euro dei nostri soldi all’Ucraina per una fantomatica “pace più giusta”, a Kiev il Parlamento si spacca: la risoluzione per rinviare le elezioni presidenziali fino alla fine della guerra non passa per pochi voti. Il messaggio è chiaro: anche la Verkhovna Rada non vuole più rimandare le urne all’infinito.

Zelenskyy resterà in carica fino a nuove elezioni, ma la sua posizione non è più intoccabile. E guarda caso, questa svolta arriva proprio mentre Trump e Putin trattano, mettendo Kiev di fronte alla dura realtà: il tempo degli assegni in bianco sta finendo.

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25.02.202516:05

Renzi: Il Profeta del Nulla e il Burattino di BlackRock

L’uomo del WEF 2012, Matteo Renzi, riappare per dispensare perle di saggezza: Macron è finito, Meloni è cieca, Merz sarà il leader d’Europa.

Già, Friedrich Merz, il nuovo cancelliere tedesco ed ex dirigente di BlackRock, il colosso di Wall Street che gioca con il destino delle nazioni. Dal 2016 al 2020 ha gestito l’espansione del fondo in Germania, oggi investito pesantemente nell’industria bellica, perché la guerra è sempre un buon affare.

E l’Italia? Altro che ponte con l’America, Meloni sta costruendo un’autostrada verso l’Albania, con biglietto pagato dai contribuenti.

Renzi, intanto, ci ricorda che aveva ragione su tutto:

L’Arabia Saudita conta! (wow, che intuizione)

L’Europa non conta nei negoziati Ucraina-Russia! (sorprendente)

Gli Stati Uniti d’Europa sono l’unica via! (peccato che non se li fili nessuno)

Insomma, il solito teatrino. Ma oggi come ieri, Renzi parla e BlackRock incassa.

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25.02.202512:05

CBAM: il cappio verde attorno all’Europa

Bruxelles ha rinviato al 2027 il CBAM, ma non lo ha affatto cancellato. Questo dazio climatico mascherato aumenterà i costi di produzione, colpirà le aziende europee e regalerà un vantaggio competitivo alla Cina, che troverà il modo di aggirarlo. L’esenzione per i piccoli importatori? Una trappola temporanea: oggi esclusi, domani strangolati dalla burocrazia UE. Il vero obiettivo non è salvare il pianeta, ma schiacciare l’industria europea con il pretesto ecologista. Il rinvio è solo una tattica: quando tornerà, sarà troppo tardi per fermarlo. Chi pagherà?

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25.02.202509:29

UE: autodistruzione garantita, senza rimborso

L’Unione Europea DEVE soccombere. Non c’è altra via. E infatti, con l’entusiasmo di un lemming in piena corsa, ci precipitiamo felici verso il burrone, tenendoci per mano e cantando l’inno alla stupidità geopolitica.

A guidare la marcia funebre è l’Alto Rappresentante UE, Kaja Kallas, che annuncia con orgoglio il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con il diciassettesimo già in cantiere. Perché se qualcosa non ha funzionato 16 volte, allora è matematico che la 17esima sarà quella buona!

Ma attenzione, non è follia: è strategia! Secondo Kallas, bisogna “continuare a sostenere l’Ucraina per metterla in una posizione di forza per negoziare una pace giusta”. Ovvero, continuiamo a gettare benzina sul fuoco, poi magari ci stupiamo se il mondo va a fuoco.

Morale della favola? Il Titanic affonda, ma l’orchestra suona.

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25.02.202505:59

Cyber-destino Manifesto: La Nuova Frontiera della Tecnodestra

Dimenticate il vecchio mito della frontiera americana, con i suoi pionieri lanciati verso l’ignoto Occidente. La marcia ora si inverte. L’impero della tecnodestra dirige il suo corso verso Est, tra Washington, Pechino e Bruxelles, ma con un cuore che batte nel Texas e nel Nevada, non più nella decadente Silicon Valley.

Dietro questo nuovo destino manifesto 2.0 si staglia la PayPal Mafia, quella cerchia di imprenditori tech che ha trasformato il digitale in una leva geopolitica. Peter Thiel, Marc Andreessen ed Elon Musk sono i nuovi ingegneri dell’impero, architetti di una fusione tra Stato, sorveglianza, sicurezza e tecnologia. Non più solo il classico binomio Silicon Valley-governo USA, ma un'alleanza tra big tech e amministrazione Trump per modulare un sistema di potere in cui il capitalismo d’avanguardia si fonde con l’interesse nazionale.

Palantir, il gigante della profilazione dati, guida la strategia, mentre Musk e il suo D.O.G.E. (Dipartimento per l’efficienza governativa) giocano la partita dell’immagine, snellendo la burocrazia federale per consolidare una governance più algoritmica e meno democratica. L’obiettivo? Un’America pragmatica, sicura e ipertecnologica, con l’intelligenza artificiale, la robotica e il nucleare come pilastri.

Europa: un nemico o un alleato da riscrivere?

Ma c’è un ostacolo: l’Unione Europea, vista dalla tecnodestra come un mastodonte burocratico incapace di innovare, che invece di investire in intelligenza artificiale pensa a regolamentare i tappi delle bottiglie di plastica. Andreessen e soci detestano la Silicon Valley woke e l’Europa normativa, e mentre la Cina lancia DeepSeek-R1 – il chatbot che ha terrorizzato le borse – Washington risponde con un’ondata di investimenti e di influenze per sabotare il "Brussels Effect".

La strategia è chiara: colonizzare l’Europa con la tecnologia americana, aprendo varchi nei suoi apparati politici, mentre si rafforzano i rapporti con i governi più in sintonia con la tecnodestra, dall'Italia di Meloni all'Argentina di Milei.

Il nuovo impero digitale

L’America tecnodominata non vuole più “esportare la democrazia”, ma imporre il proprio modello di sicurezza imperiale attraverso il controllo digitale. Libertà e sorveglianza si fondono, mentre il nuovo destino manifesto si ridisegna su reti neurali, server in cloud e algoritmi predittivi.

I pionieri di ieri cavalcavano verso il tramonto. Quelli di oggi programmano il futuro dell’Occidente, un byte alla volta.

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25.02.202504:59

Il Khuzestan è una provincia situata nel sud-ovest dell'Iran, nota per la sua storia millenaria e le sue ricche risorse naturali. Considerata la culla della civiltà elamita, la regione fu abitata già nel III millennio a.C. e successivamente contesa da grandi imperi come i persiani, i babilonesi e gli assiri.

Durante l’epoca achemenide e sassanide, Khuzestan divenne un importante centro economico e strategico, grazie alla sua posizione lungo le rotte commerciali e alla fertilità delle sue terre. Nel XX secolo, la scoperta di vastissimi giacimenti petroliferi rese la provincia un punto nevralgico per l’economia iraniana e un obiettivo nei conflitti moderni, tra cui la devastante Guerra Iran-Iraq (1980-1988).

Oggi Khuzestan continua a essere una delle regioni più importanti dell'Iran, sia per la sua produzione petrolifera sia per il suo patrimonio culturale e archeologico.
Buongiorno e buon martedì a tutti!

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24.02.202522:44

Mario Draghi: il genio delle sanzioni (che non funzionano)

Mario Draghi ci assicurava con la sua tipica aria da oracolo infallibile che le sanzioni contro la Russia stavano funzionando. La realtà? L’economia russa regge, mentre l’Europa si trascina tra inflazione, recessione e aziende che chiudono. Complimenti per la lungimiranza!

Non contento, ha anche suggerito di congelare i beni russi, convinto che fosse la mossa vincente. E invece? Mosca si è rafforzata con Cina e India, mentre l’UE si è trasformata in una macchina di auto-distruzione economica. Un capolavoro strategico degno di nota: nessuna vittoria, nessuna svolta politica, solo l’ennesimo fallimento firmato Draghi. E come sempre, il conto lo paghiamo noi.

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24.02.202519:59

Dopo anni di fedeltà cieca a Washington, Friedrich Merz si accorge che “per una parte del governo americano, il destino dell’Europa è indifferente”. Dopo le parole di Trump, si dice sorpreso, come se guerre per procura e sanzioni non fossero già segnali evidenti.

Eppure, la sua risposta è tipica di un eurocrate: invece di ammettere che l’Europa è sacrificabile, propone di “rafforzare l’Europa per una vera indipendenza dagli USA”. Tradotto: più spese militari, più centralizzazione, più sudditanza a Bruxelles.

“Al vertice NATO parleremo ancora della NATO o accelereremo verso una difesa autonoma europea?” si chiede Merz. Invece di liberarsi dall’atlantismo, la CDU vuole solo passare da un guinzaglio all’altro.

Mentre il mondo cambia, la CDU rafforza l’euroburocrazia e una “difesa europea” per mantenere lo stesso sistema fallimentare. L’indipendenza nazionale continua a non essere contemplata.

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24.02.202518:58

Per anni ci hanno venduto la favola della “finanza sostenibile”, ma i fondi ESG si sono rivelati solo un trucco per dirottare capitali verso aziende allineate ai diktat globali. Mentre il pubblico inseguiva la narrativa green, i veri investimenti puntavano su intelligenza artificiale e biometria, ovvero il controllo totale.

Oggi i fondi ESG crollano, abbandonati dagli stessi colossi che li hanno promossi. Il vero business? ID digitali, riconoscimento facciale e tracciamento biometrico. L’élite ha usato l’ESG come distrazione, mentre costruiva un sistema di sorveglianza senza precedenti.

Eppure, molti continuano a credere che investire in “aziende sostenibili” salverà il mondo. Nel frattempo, il controllo globale avanza, indisturbato.

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24.02.202515:59

L'UE prende il controllo dell’agricoltura: sorveglianza totale sui campi

Bruxelles lancia il Green Feudalesimo: con monitoraggio satellitare, crediti di carbonio e certificazioni ambientali, l’agricoltura indipendente diventa un ricordo. L’Osservatorio UE controllerà transazioni fondiarie e uso del suolo, mentre il Green Pass agricolo imporrà restrizioni ai coltivatori.

Chi non si adegua alle direttive climatiche sarà escluso dal mercato. La terra non appartiene più a chi la lavora, ma a chi la sorveglia.

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24.02.202513:59

La Germania ha un nuovo leader: Friedrich Merz, uomo della grande finanza. Ex dirigente di BlackRock, con ruoli in Axa, Commerzbank e Deutsche Börse, ha passato più tempo tra gli investitori che in Parlamento.

Il suo programma? Privatizzazioni, deregulation e potere alle multinazionali. Stretta sull’immigrazione con il “Modello Albania”, rimpatri e accessi limitati.

Sul piano militare, esegue gli ordini della NATO: più spese belliche e ritorno alla leva obbligatoria. In campo energetico, sostiene l’auto elettrica, ma senza vietare i motori a combustione, perfetto per gli interessi industriali.

Merz consolida il potere delle élite finanziarie, riducendo i cittadini a comparse.

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24.02.202511:59

Europa e Difesa: il delirio burocratico di Bruxelles tra illusioni e realtà

Mentre il Vecchio Continente continua a sognare a occhi aperti, la Commissione Europea si diletta in esercizi di fantasia: finanziare la difesa con nuovo debito, escluderla dal Patto di Stabilità o, per i più temerari, usare persino il MES. Un tripudio di contabilità creativa per mascherare l’ennesima dimostrazione di incapacità politica e strategica.

Peccato che la guerra in Ucraina abbia già dato una lezione inequivocabile: accumulare arsenali da esibizione senza un’industria in grado di rimpiazzarli è come credere di sopravvivere a un'apocalisse nucleare con una dispensa piena di scatolette di fagioli. La realtà, impietosa, è che la Russia ha già perso oltre 3.000 carri armati, l’Ucraina più di 1.000, mentre le munizioni vengono consumate a ritmi insostenibili. Kiev spara 356.400 proiettili da 155 mm al mese, ma l’Occidente, con tutta la sua efficienza da talk show, arriverà a produrne solo 1,3 milioni in un anno. Nel frattempo, Mosca ha moltiplicato la produzione bellica, passando da 400.000 a oltre 2 milioni di proiettili all’anno, con un vantaggio di fuoco schiacciante: sette colpi russi per ogni colpo ucraino.

E poi ci sono i droni: la Russia è passata da 400 attacchi al mese a maggio 2024 a oltre 2.400 a novembre, con punte di 932 attacchi in una sola settimana a febbraio 2025. L’Ucraina prova a rispondere puntando a produrre un milione di droni, ma senza una filiera produttiva robusta, rischia di restare solo un altro sogno infranto.

E Bruxelles? Propone incentivi fiscali, stanziamenti straordinari, progetti faraonici e costosissimi caccia di quinta generazione in quantità ridicole. Perché mai investire in una vera industria della difesa quando si può continuare a sprecare miliardi in appalti discutibili? L’Europa continua a giocare alla guerra senza capire che la vera difesa non è un carro armato in più nei depositi, ma una produzione che può sfornarne decine quando servono.

Nel delirio burocratico di Bruxelles, la soluzione sembra sempre la stessa: buttare soldi in megalomanie tecnologiche senza alcun piano industriale concreto. E così, mentre si costruiscono costosissimi giocattoli militari che pochi possono permettersi, la capacità produttiva resta un concetto astratto. Nel frattempo, se domani scoppiasse un conflitto su larga scala, l’Europa si troverebbe con le sue “grandi strategie” e nessun mezzo per attuarle.

L’illusione di una difesa "virtuale", fatta di numeri nei bilanci e progetti futuristici, deve finire. La guerra in Ucraina ha ricordato, nel modo più brutale possibile, che la vera difesa è nelle fabbriche, non nei corridoi delle istituzioni europee. Ma a Bruxelles, evidentemente, è più facile finanziare chimere che affrontare la realtà.

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08.02.202511:50

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Vi invito a continuare a diffondere questi contenuti ea invitare amici e conoscenti a unirsi a noi. Insieme possiamo fare la differenza e dare voce a una verità più completa.

Grazie di cuore per il vostro sostegno.
Carmen Tortora.

08.02.202503:17

European Democracy Shield: il ministero della verità europeo è servito

Un’altra genialata dell’UE: nasce l’European Democracy Shield, una “commissione speciale” che dovrebbe garantire elezioni corrette. Tradotto: un organo di censura che deciderà quali voti sono validi e quali no, in base alla loro conformità con la linea di Bruxelles.

La scusa ufficiale? Proteggere i processi democratici dalle interferenze straniere. La realtà? Annullare elezioni sgradite con il pretesto della sicurezza. In Romania hanno già dato il colpo di grazia a un candidato troppo critico verso la NATO e l’UE. Senza prove, senza rischi segnalati dall’intelligence, ma con il solito cocktail di “brogli russi” e “uso illecito della tecnologia digitale”.

E adesso? Thierry Breton lo dice senza giri di parole: “Lo abbiamo fatto in Romania, e se serve lo faremo in Germania”. Chi non si allinea, non vince. Punto.

E non finisce qui: questa nuova polizia del pensiero si concentrerà su social network, ONG e media, con il pretesto della trasparenza e dell’alfabetizzazione mediatica. Leggi tra le righe: un giro di vite sulla libertà di espressione travestito da protezione democratica.

La commissione è stata istituita di nascosto, senza accordo tra i partiti, e – sorpresa! – i gruppi indipendenti e di destra sono stati esclusi dai ruoli di vertice. Il solito cordone sanitario per garantire che le regole del gioco siano decise solo da chi la pensa nel modo giusto.

Una farsa, altro che difesa della democrazia. E se il voto non piace ai padroni dell’UE? Semplice, si annulla e si rifà.

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14.02.202515:59

IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI: PIÙ BOMBE, MENO VITA

Preparatevi, perché il futuro dei nostri figli è già deciso. Non avranno pensioni, non avranno sanità, non avranno sicurezza nelle strade, non avranno neanche un lavoro pagato decentemente – se lo avranno! – ma potranno contare su un arsenale bellico degno di una superpotenza.

E tutto questo perché? Perché ci hanno convinti che senza armi i nostri figli non avranno sicurezza. Questa è la prima grande manipolazione: una falsa dicotomia che ci dice che le uniche due scelte possibili sono vivere in uno stato militarizzato o essere in balia del caos. La diplomazia? Le politiche sociali? Gli investimenti nelle infrastrutture? Tutte opzioni sparite dal dibattito. L’unica alternativa che ci concedono è pagare miliardi in armamenti per sentirci “protetti”.

E qui arriva il secondo trucco, ancora più insidioso: non è la NATO a imporcelo, siamo noi a volerlo! Crosetto dice chiaramente che non abbiamo bisogno di Trump o della NATO per prendere questa decisione, perché lo facciamo per i nostri figli. Così ci convincono che è una nostra libera scelta. Peccato che non lo sia affatto.

Ma il colpo da maestro è la leva emotiva: quando si parla di futuro dei figli, si spegne ogni ragionamento critico. Se metti in dubbio questa follia, sei un irresponsabile. Se ti opponi, sei contro la sicurezza dei tuoi stessi figli. Chi ha il coraggio di farlo? Così ci obbligano moralmente a sostenere politiche che vanno contro il nostro stesso interesse.

Intanto, chi dovrà fare sacrifici? Non le élite, non chi firma i contratti miliardari per comprare i missili, ma noi. I nostri figli dovranno rinunciare a servizi essenziali, sanità pubblica, istruzione di qualità, stabilità economica. Ma avranno le armi.

E guai a protestare! Crosetto ci avvisa: questa non è una questione politica, quindi non può essere contestata. Il messaggio è chiaro: non discutete, non obiettate, accettate in silenzio.

Risultato? Ci stanno convincendo a distruggere il futuro dei nostri figli dicendoci che lo fanno per salvarli.

Benvenuti nella Nuova Normalità: meno diritti, meno libertà, più guerra. E tutto questo lo fanno per i nostri figli.

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11.02.202515:59

L’FBI e i Segreti di JFK: La Magia delle Tempistiche Perfette

Sessant’anni di silenzio, poi—come per incanto—l’FBI riscopre un archivio segreto di 2400 documenti sull’assassinio di Kennedy. Il tempismo? Assolutamente casuale, proprio ora che Trump ha ordinato il rilascio di tutti i file ancora oscurati. Che coincidenza, vero?

Naturalmente, il contenuto dei documenti resta un mistero, ma Axios – la solita agenzia in prima linea quando c’è da “filtrare” informazioni su misura – ci assicura che questi file sono “top secret” e potrebbero sollevare interrogativi sulla trasparenza del governo. Perché certo, dopo sei decenni di insabbiamenti, l’FBI si scopre improvvisamente paladina della verità.

E mentre le agenzie di intelligence si affrettano a raccomandare “riduzioni” nel rilascio dei documenti (perché non sia mai che emergano dettagli compromettenti), Trump si prepara alla sua solita furia. Dicono che i documenti finiranno online? Forse. Ma solo dopo essere stati accuratamente ripuliti da ogni traccia di deep state.

Intanto, restano le domande di sempre: chi ha davvero ucciso JFK? Qual era il ruolo della CIA, della mafia, di certi “esuli cubani” legati ai servizi? E, soprattutto, quando finalmente uscirà fuori tutta la verità, se mai succederà?

Chissà se tra le carte rispunterà l’"Ipotesi della Collinetta"… o se, come sempre, ci racconteranno un’altra favoletta ben confezionata.

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29.01.202518:59

Ecco l’ennesima dimostrazione che la gente ama lamentarsi, ma guai a fare qualcosa di concreto. A Bologna, il referendum per eliminare il ridicolo limite di 30 km/h non ha nemmeno raggiunto il numero minimo di firme. Bastavano 9.000 adesioni, ne sono arrivate solo 3.500. Ma certo, chissà, forse erano tutti troppo impegnati a bestemmiare in coda o a scrivere sfoghi su Facebook per trovare il tempo di firmare.

Risultato? Il limite resta e le multe continueranno a piovere
, mentre la solita maggioranza silenziosa si metterà a brontolare ai semafori senza mai muovere un dito. Ma in fondo, vi piace così: subire, lamentarvi e poi accettare tutto con rassegnazione.

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15.02.202519:59

Diplomazia o declino: il fragile equilibrio europeo

Sergio Mattarella, autoproclamato ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale globalista, continua imperterrito la sua tournée internazionale, diffondendo il solito verbo occidentale senza curarsi delle conseguenze per l'Italia.

Nell'ultima tappa a Marsiglia, ha paragonato l'aggressione russa all'Ucraina ai progetti di conquista del Terzo Reich in Europa. Un'analogia storicamente discutibile che ha scatenato la reazione della Russia. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito queste affermazioni "invenzioni blasfeme" (Reuters).

Invece di lasciare che Mattarella affrontasse le conseguenze delle sue dichiarazioni, la premier Giorgia Meloni è intervenuta in sua difesa, affermando che gli insulti della portavoce russa offendono l'intera nazione italiana. Un gesto che solleva interrogativi sulla coerenza e sull'autonomia della leadership italiana.

Nel frattempo, sul palco del Festival di Sanremo, Roberto Benigni ha colto l'occasione per elogiare Mattarella, definendolo una "persona straordinaria" e dichiarando: "Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei". Un'ulteriore dimostrazione di come l'intrattenimento e la politica si intreccino in una danza di reciproca adulazione.

Come se non bastasse, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, lancia l'allarme: l'Europa rischia di "deflagrare" se non resta unita. E qual è la soluzione proposta? Affidarsi a Giorgia Meloni, che, grazie al suo "rapporto privilegiato con Trump", potrebbe fare da mediatrice tra l'Europa e gli Stati Uniti. Come se una telefonata a Mar-a-Lago potesse salvare un continente in frantumi. L'idea che l'UE debba farsi rappresentare da una leader che elemosina attenzione internazionale è la perfetta sintesi del livello a cui siamo arrivati. Nel frattempo, Washington è impegnata in faccende più serie.

Ecco il triste spettacolo: mentre il progetto globalista attraversa una fase di trasformazione, i suoi ultimi fedeli si arrampicano sugli specchi, sperando di rovesciare le sorti con retorica spicciola e insulti sconnessi.

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07.02.202512:03

OPS, AVEVANO RAGIONE I COMPLOTTISTI: ORA DITELO AI TERRAPIATTISTI ISTITUZIONALI!

E così, dopo anni di insulti, censure, sospensioni, radiazioni e manganellate mediatiche, la Corte di Giustizia Europea ha messo nero su bianco quello che i tanto vituperati "no-vax" dicevano dal giorno zero: i vaccini anti-Covid andavano somministrati solo su prescrizione medica, e i medici avevano il diritto di non raccomandarli se ritenevano che sicurezza ed efficacia fossero discutibili.

Peccato che in Italia, dove la scienza è stata amministrata a colpi di diktat e decreti, nessun medico si è mai preso la briga di prescriverli per non assumersi responsabilità legali. Al contrario, chi ha osato esprimere dubbi è stato trattato come un eretico: sospeso, radiato, marchiato a fuoco come negazionista anti-scienza. Ora, grazie a questa sentenza, quei medici potrebbero avere la loro rivincita – e i tribunali italiani, che lo vogliano o no, dovranno farci i conti.

Il ricorso è stato presentato dal professor Giovanni Frajese, uno di quei medici bollati come "pericolosi disinformatori". La Corte ha respinto il ricorso e lo ha pure condannato alle spese legali (perché sia mai che si metta in discussione il sacro dogma vaccinale), ma nel frattempo ha dovuto ammettere che le autorità sanitarie europee non avevano il diritto di imporre quei sieri senza prescrizione medica. Peccato che per anni l’ordine dei medici e il governo abbiano fatto di tutto per far credere il contrario.

Ora la bomba è esplosa: tutti i processi contro i lavoratori sospesi, i medici radiati e i danneggiati dalla campagna vaccinale dovranno considerare questa sentenza. I giudici italiani, che fino a ieri facevano i pompieri dell’ortodossia pandemica, dovranno digerire il fatto che la Corte di Lussemburgo è superiore anche ai tribunali nazionali.

Quindi, cari sostenitori della "Scienza con la S maiuscola", quelli che "il vaccino è sicuro ed efficace"
, quelli che "i medici contrari sono ciarlatani": come vi sentite ora? Fateci sapere se vi servono i fazzoletti o un TSO per la dissonanza cognitiva.

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16.02.202518:59

L’Europa Getta la Sostenibilità nel Tritacarne dell’IA
L’Unione Europea, dopo anni di retorica sulla transizione verde, sta ora sacrificando la sostenibilità sull’altare dell’intelligenza artificiale. Al Summit di Parigi (Fonte: The Times), 61 Paesi – tra cui Cina, India, Italia e Francia – hanno firmato un documento per promuovere un’IA “aperta”, “inclusiva” ed “etica”. Intanto, Washington e Londra si sfilano, temendo che una regolamentazione eccessiva freni gli investimenti.

Nel frattempo, la Commissione UE ha annunciato InvestAI, un piano da 200 miliardi di euro per costruire gigafabbriche e potenziare la capacità di calcolo dell’IA in Europa. Miliardi pompati in un’industria energivora che divorerà risorse e suolo, mentre ci continuano a vendere la favola della decarbonizzazione.

Un Summit per Imporre l’IA a Tutti
La strategia è chiara: l’IA dovrà essere ovunque e nessuno potrà sottrarsi. Dalle aziende ai cittadini, il sistema si assicurerà che la rivoluzione digitale permei ogni settore. Persino il concetto di "IA sostenibile" viene usato come specchietto per le allodole: saranno costruiti datacenter su terreni agricoli in nome della “green economy”.

E mentre si parla di “inclusione”, si prepara il terreno per regolamentare l’uso dell’IA nelle armi. La Dichiarazione di Parigi stabilisce che gli Stati saranno responsabili dell’uso delle armi automatiche, senza però escludere completamente i sistemi bellici basati su IA. Anche l’Italia ha aderito.

Lavoratori sacrificabili: o ti adatti o sei fuori
Nel bel mezzo del summit, si è parlato anche di IA e mondo del lavoro. O meglio, non si è parlato affatto di impatto occupazionale. Si è preferito insistere su "parità di genere" e "transizione green", evitando il tema centrale: milioni di posti di lavoro saranno eliminati in nome dell’Agenda 2030.

Il messaggio è chiaro: il lavoratore dovrà adattarsi. Chi non si riqualifica e non si piega alla “nuova economia” sarà semplicemente tagliato fuori. Per facilitare questa transizione, è stato lanciato Current AI, un programma che raccoglierà 2 miliardi di euro per finanziare il settore, con partner come Google e Amazon.

Ma il vero colpo di scena arriva con la Carta di Parigi sull’IA di interesse generale: i dati dei cittadini saranno accessibili e condivisibili con terzi senza consenso. La privacy diventa un concetto superfluo, sacrificato sull’altare dell’innovazione tecnologica.

Macron, il “Campione” dell’IA
Nel documento ufficiale del summit, Macron si autoproclama leader mondiale dell’IA. I numeri sono impressionanti: 1.200 ettari di terreno convertiti in datacenter entro il 2028, partnership con Amazon e Big Tech, e investimenti massicci per costruire infrastrutture per l’IA (pagg. 20-21).

L’IA si presenta come la nuova frontiera della tecnocrazia: un sistema di controllo globale che, tra cancellazione dei posti di lavoro, raccolta dati senza limiti e regolamentazione delle informazioni, sembra progettato più per sorvegliare e controllare che per innovare.

E mentre ci raccontano che tutto questo è per il nostro bene, il conto – energetico, sociale ed economico – lo pagheremo noi.

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11.02.202512:07

L’Unione Europea è ormai la caricatura di sé stessa: un’enorme macchina burocratica che si sgretola mentre cerca disperatamente di mantenere la facciata del progresso e della stabilità.

Mentre i soliti noti finanziano le proteste in Slovacchia, solo chi ha il cervello spento può voler restare nell’UE. Decine di migliaia di manifestanti (fonte) sono scesi in piazza contro Robert Fico, colpevole di aver osato difendere gli interessi del suo paese: ha interrotto gli aiuti militari all’Ucraina, criticato le sanzioni UE e – sacrilegio supremo – ha incontrato Putin. Ovviamente, l’opposizione non si è fatta sfuggire l’occasione di cavalcare la narrativa, con Michal Simecka che già sogna un bel cambio di governo telecomandato da Bruxelles.

Intanto, nei Balcani si festeggia la cosiddetta “indipendenza energetica”: i tre Stati baltici (fonte) hanno scollegato le loro reti elettriche dalla Russia per allacciarsi a quella europea. Peccato che l’UE, tra razionamenti, blackout e bollette alle stelle, sia tutt’altro che un modello di autosufficienza. Ma a Bruxelles l’apparenza conta più della realtà.

E come ciliegina sulla torta, l’Ucraina – dopo anni di retorica sull’indipendenza energetica – ora è costretta a mendicare gas dall’UE perché gli attacchi russi hanno devastato le sue infrastrutture. Risultato? Prezzi del gas alle stelle, cittadini europei sempre più strozzati e un’Unione che finge di avere tutto sotto controllo mentre si avvita nel caos.

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01.02.202519:07

Sì, è proprio lui: Roberto Speranza in tour!

Non contento dei disastri combinati, va ancora in giro a promuovere il suo libro, ovviamente con il PD (con chi altri, del resto?). Stavolta fa tappa a Villafranca di Verona e, con una faccia tosta leggendaria, nega spudoratamente che sia mai esistito un protocollo “Tachipirina e vigile attesa”.

Ma non basta: ha pure il coraggio di dire che è una “invenzione dei NOVAX”! Sì, certo, dev’essere stato un delirio collettivo… chissà, magari ci siamo sognati anche le circolari ufficiali del Ministero e i medici che l’hanno applicato.

Altro che tour promozionale, dovrebbe stare in un’aula di tribunale a rispondere delle sue scelte, o meglio ancora, in galera per quello che ha fatto. Ma no, lui firma autografi e fa finta di nulla. Un capolavoro di arroganza e impunità.

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11.02.202514:15

L'inarrestabile genio dei professionisti dell’informazione colpisce ancora: prima ci illuminavano sulle truppe russe armate di pale, ora ci rivelano che Mosca si affida a un’avanzatissima tecnologia bellica... gli asini da soma.

Diciamolo, una volta tanto non sbagliano del tutto. Gli asini ci sono eccome, ma non stanno trasportando munizioni in Ucraina—sono comodamente seduti in redazione.

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14.02.202518:59

Monaco: il raduno annuale dei burattinai del mondo

Eccoli, giacca e cravatta ben stirati, pronti a discutere il destino del pianeta tra un cocktail e una stretta di mano. Si apre oggi la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il grande palcoscenico in cui le élite euroatlantiche e qualche ospite di contorno fingono di avere ancora il controllo della situazione globale.

Il documento preparatorio, che ovviamente si premura di elencare i “grandi rischi” che incombono sul mondo, mette al centro il solito mantra: la supremazia americana è in bilico, il multipolarismo avanza (ma con comodo), e il rischio più grave per la sicurezza globale è… il cambiamento climatico. Non le guerre imperiali, non l’economia truccata, non le élite finanziarie che strangolano i popoli. No, il problema è il clima.

Gli esperti si scannano tra chi spera che gli Stati Uniti mantengano il loro dominio e chi sogna un mondo in cui Cina, BRICS e UE si contendano il potere in un nuovo gioco geopolitico. La realtà? Il dollaro è ancora il perno dell’economia globale, gli USA restano i primi in spesa militare, e la tanto decantata multipolarità sembra più una favola da raccontare nei salotti di Bruxelles che una realtà tangibile.

A proposito di favole, il documento non manca di sottolineare che Trump ha “seppellito il consenso sulla politica estera americana” e che la sua rielezione potrebbe dare il colpo di grazia all’UE, già alle prese con la sua deriva bellicista e le sue contraddizioni interne. Peccato che Bruxelles, nonostante tutto, continui a giocare al piccolo Napoleone, mandando armi e soldi in Ucraina mentre in casa propria affonda tra crisi economiche e tensioni sociali.

E poi c’è il Munich Risk Index, un sondaggio per capire cosa preoccupa davvero il popolino. Sorprendentemente (o forse no), le guerre e le pandemie non sono le principali paure della gente: gli intervistati temono di più i disastri ambientali e gli attacchi informatici. Chissà, forse perché hanno capito che le guerre le decidono quelli in giacca e cravatta, mentre il clima impazzito è il pretesto perfetto per nuove tasse, restrizioni e leggi draconiane.

Alla fine della fiera, Monaco sarà solo l’ennesima occasione per le élite di raccontarsi che hanno ancora il controllo. Ma il mondo reale è già fuori dal loro script, e il futuro – unipolare, bipolare o multipolare che sia – non si decide nei loro salotti.

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22.02.202512:06

Net Zero: La Farsa Totalitaria per il Controllo del Cibo e dell'Umanità

Eccoli, i nuovi salvatori dell'umanità, intenti a erigere il loro impero ecotirannico sulla cenere dell'agricoltura tradizionale. Il saggio di Jefferey Jaxon, The Real Purpose of Net Zero, non si perde in inutili sofismi: la crociata climatica contro gli agricoltori europei è una guerra deliberata per infliggere carestia e dipendenza totale dal sistema. Nessun complottismo, solo la cruda realtà: dietro la demonizzazione delle mucche, dietro la propaganda contro chi coltiva la terra, si cela il grande piano per imporre una dieta a base di OGM, fertilizzanti chimici e prodotti agroindustriali brevettati.

L'USAID, il braccio orwelliano dello zio Sam, non è nuova a simili porcate. Da decenni finanzia, con le tasse dei proletari americani, un’operazione di colonizzazione soft del settore alimentare, trasformando interi paesi in caveau di semi brevettati per le multinazionali chimiche e agricole. Gli agricoltori europei che oggi si ribellano alla dittatura verde sono solo gli ultimi bersagli di una strategia che affonda le radici nel Rapporto Kissinger del 1974: il cibo come arma geopolitica, il controllo della fertilità come mezzo per domare le masse.

Se vi sembra una teoria troppo ardita, fate un salto indietro alla guerra in Iraq del 2003. La favoletta delle "armi di distruzione di massa" ha mascherato un banchetto di profitti per le multinazionali agricole. Prima dell'invasione, gli agricoltori iracheni conservavano il 97% dei loro semi, frutto di un sapere agricolo millenario. Dopo l'arrivo degli USA, il paese è stato devastato da leggi che hanno tentato di imporre colture OGM e sementi brevettate. Stesso copione in Ucraina, dove l’USAID ha smantellato in pochi mesi il divieto sugli OGM e regalato il fertile suolo nero a investitori stranieri. Syngenta, Bayer, Monsanto e BASF ringraziano.

Ma l’inganno non finisce qui. L’ONU, il WEF, l’OMC e l’OMS recitano all’unisono la solita litania: gli agricoltori e gli allevatori stanno distruggendo il pianeta, perciò bisogna sostituire le fattorie con distese di mais transgenico e hamburger di grilli. Il paradosso? Gli stessi pesticidi e fertilizzanti sintetici, prodotti da Bayer, Dow e BASF, sono venduti come soluzione miracolosa per il clima. Se non fosse tragico, sarebbe comico.

Jaxon non è il solo a lanciare l’allarme. La storia parla chiaro: dagli embargo nazisti nei Paesi Bassi alla carestia irlandese "facilitata" dagli inglesi, le élite hanno sempre usato il cibo come strumento di controllo. E oggi non è diverso. Il piano di Kissinger si è evoluto nella versione 2.0 del "controlla il cibo, controlla le persone". E gli americani? Mentre guardano le proteste europee da lontano, non si rendono conto che le loro piccole fattorie sono state già divorate da Big Ag da decenni. Il credito sociale ambientale ed economico è il prossimo passo: il tuo punteggio di conformità deciderà se potrai comprare un hamburger – rigorosamente di laboratorio.

Alla fine, la questione non è se il piano esista o meno. È che sta già accadendo. I Kissinger, i Gates e gli Schwab lo sanno bene. E chi non lo capisce è già parte della distopia.

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26.01.202516:05

29 gennaio 2025: il giorno cruciale di Robert Kennedy Jr. si trasforma in una farsa

E così, nel fatidico giorno in cui Robert Kennedy Jr. e il movimento che rappresenta avrebbero dovuto ottenere un riconoscimento, si ritrovano invece brutalmente snobbati. Oggi, infatti, si è tenuta una tavola rotonda improvvisata su “vaccini e salute pubblica”, a cui ha partecipato solo metà della commissione che a breve voterà sulla sua nomina. Ma guarda caso, con un preavviso minimo, un gruppo di zelanti sostenitori della politica vaccinale è apparso magicamente in diretta streaming per ribadire il mantra ufficiale: “esiste un consenso schiacciante sul fatto che i vaccini hanno salvato milioni di vite”. Quanta originalità.

Ma la farsa non finisce qui. Ieri si è appreso che due membri chiave selezionati da RFK Jr. per il Comitato per la sicurezza dei vaccini sono stati misteriosamente rimossi. E chi c'è dietro questo colpo di mano? Niente di meno che il team di transizione di Trump, che, dopo un “illuminante” incontro con Bill Gates, ha deciso di fare piazza pulita. Addio a Stephanie Spear e Aaron Siri, due figure note per il loro impegno nel rivelare le scomode verità sugli effetti collaterali dei vaccini infantili.

Coincidenza? Ovviamente no. È chiaro che chiunque osi mettere in discussione la narrativa dominante viene fatto fuori senza tanti complimenti. Spear e Siri sono stati rimossi dai loro incarichi consultivi proprio perché la loro presenza avrebbe rappresentato una minaccia per il sacro dogma della sicurezza vaccinale.

Ancora una volta, le grandi promesse di cambiamento evaporano di fronte agli interessi intoccabili di Big Pharma e dei suoi burattinai. E il “nuovo corso” dell’amministrazione Trump? Sembra sempre più simile a quello vecchio, con la solita regia dietro le quinte.

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27.01.202512:03

Mentre il senatore Claudio Borghi e l’immancabile Tajani si affrettano a fare eco alle dichiarazioni di Donald Trump, accusando l’OMS di aver gestito male la pandemia (e magari qualche altra emergenza, tanto per gradire), dimenticano un piccolo dettaglio: prima della riforma del Regolamento Sanitario Internazionale, nessuno Stato era obbligato a seguire le direttive dell’OMS su lockdown e restrizioni. Ma si sa, quando si tratta di scaricare responsabilità, sono tutti campioni.

Nel frattempo, il nostro caro Presidente della Repubblica, con la sua solita lungimiranza, riceve un bel Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni dall’Università di Messina. E quale occasione migliore per cantare le lodi dell’Unione Europea? Durante la pandemia, dice lui, la Commissione ha negoziato “grandi quantità di vaccini in tempi rapidissimi”. Certo, a che prezzo e con quali contratti segreti meglio non chiederlo, vero?

Mattarella ci rassicura poi che grazie all’UE oggi possiamo dormire sonni tranquilli: alimenti sicuri, farmaci testati, proprietà intellettuale protetta. E guai a chi osa dire il contrario! Perché, secondo lui, l’UE è nata da decisioni "volontarie e democratiche". Peccato che queste decisioni vengano calate dall’alto e approvate senza il minimo coinvolgimento dei cittadini. Ma guai a dirlo!

E poi c’è la Gavi Alliance, il giocattolino di Bill Gates, che continua a ricevere piogge di finanziamenti – anche dalle nostre tasse, ovviamente – per distribuire 9,8 milioni di dosi di vaccino contro la malaria in Africa. Trionfanti, ci informano che circa 5 milioni di bambini sono stati protetti e che in Ghana, Kenya e Malawi, dal 2019, la mortalità infantile è calata del 13%. Insomma, tutto meraviglioso.

E mentre la propaganda avanza, le tasche dei soliti noti si gonfiano. Noi, invece, applaudiamo e paghiamo il conto. Sempre.

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