
All'Elefante Nero
Spunti estemporanei per la disalienazione dall'antisocietà contemporanea
TGlist рейтингі
0
0
ТүріҚоғамдық
Растау
РасталмағанСенімділік
СенімсізОрналасқан жері
ТілБасқа
Канал құрылған күніГруд 20, 2022
TGlist-ке қосылған күні
Серп 24, 2024Қосылған топ
Жазылушылар
2 235
24 сағат00%Апта
60.3%Ай
130.6%
Дәйексөз индексі
0
Ескертулер0Каналдарда қайта жазылу0Каналдарда ескерту0
1 жазбаның орташа қамтуы
433
12 сағат369
71%24 сағат4330%48 сағат7750%
Қатысу деңгейі (ER)
4.39%
Қайта жазылды5Пікірлер0Реакциялар14
Қамту бойынша қатысу деңгейі (ERR)
19.37%
24 сағат0%Апта
4.76%Ай
5.99%
1 жарнамалық жазбаның қамтуы
378
1 сағат12432.8%1 – 4 сағат246.35%4 - 24 сағат19551.59%
24 сағаттағы жазбалар саны
8
Динамика
-
"All'Elefante Nero" тобындағы соңғы жазбалар
20.04.202515:04
Pasqua era giunta, la festa della luce e della liberazione per tutta la natura! L'inverno aveva dato il suo addio, ravvolto in un fosco velo di nebbie, e sopra le turgide nuvole in corsa s'avvicinava ora la primavera. Aveva spedito innanzi i suoi messaggeri di tempesta per destare la terra dal lungo sonno, ed essi fremevano su boschi e piani, battevan le ali sulle cime possenti dell'alpe e sconvolgevano il mare dal profondo. Era nell'aria come un lottare e un muggire selvaggio, e ne usciva tuttavia quasi un grido di vittoria: ché tra le burrasche di primavera, frementi di vita, s'annunciava la Resurrezione.
- Elisabeth Bürstenbinder, San Michele
- Elisabeth Bürstenbinder, San Michele


20.04.202513:34
"Karamazov!", gridò Kolja. "È vero quello che dice la religione, che resusciteremo dai morti e, tornati in vita, ci vedremo di nuovo tutti, anche Iljušenka?". "Resusciteremo senz'altro, e ci vedremo e ci racconteremo l'un l'altro allegramente e gioiosamente tutto ciò che è stato", rispose Aljoša a metà tra il riso e l'entusiasmo. "Ah, che bello che sarà..", sfuggì a Kolja.
- Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov
- Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov


20.04.202512:07
🇪🇸 Processione di Pasqua, Siviglia (Spagna)


20.04.202509:02
PAROLA E COMPIMENTO: il cristallo del verso
🗓️ Martedì 29 Aprile 2025
🕘 Ore 18.00
📍Opificio Golinelli, via Paolo Nanni Costa 14, Bologna
Intervengono Milo De Angelis, Gian Ruggero Manzoni, Viviana Nicodemo, Andrea Zanotti e Antonio Danieli, con l’accompagnamento di Maestri musicisti. Nel percorso dall’origine al destino, i pensatori e i poeti sono sempre stati i custodi della dimora del linguaggio. In questa fase storica, prima che la tecnica arrivi a liquidare la parola, optando per passare a una più efficiente connessione macchina-sinapsi, la poesia è ancora da intendersi, tra tutte le arti dell’essere umano, come prima, ultima e suprema forma di sintesi cognitiva ed espressiva? Può essa, di fronte alla temuta onnipotenza creatrice dell’intelligenza artificiale, aiutarci ancora a inverare l’idea per la quale “l’essenza più profonda della tecnica non è nulla di tecnico”?
#eventi
🗓️ Martedì 29 Aprile 2025
🕘 Ore 18.00
📍Opificio Golinelli, via Paolo Nanni Costa 14, Bologna
Intervengono Milo De Angelis, Gian Ruggero Manzoni, Viviana Nicodemo, Andrea Zanotti e Antonio Danieli, con l’accompagnamento di Maestri musicisti. Nel percorso dall’origine al destino, i pensatori e i poeti sono sempre stati i custodi della dimora del linguaggio. In questa fase storica, prima che la tecnica arrivi a liquidare la parola, optando per passare a una più efficiente connessione macchina-sinapsi, la poesia è ancora da intendersi, tra tutte le arti dell’essere umano, come prima, ultima e suprema forma di sintesi cognitiva ed espressiva? Può essa, di fronte alla temuta onnipotenza creatrice dell’intelligenza artificiale, aiutarci ancora a inverare l’idea per la quale “l’essenza più profonda della tecnica non è nulla di tecnico”?
#eventi


20.04.202507:36
Nella giornata di ieri si è ripetuto ancora una volta, nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il miracolo del Fuoco Santo, forse il più noto dell'Ortodossia. Nel giorno del cosiddetto "Grande Sabato", ovvero il sabato precedente la Pasqua Ortodossa (che cade oggi), numerosi pellegrini si radunano in preghiera nei pressi del Santo Sepolcro della città santa delle tre religioni. In attesa dell'arrivo del patriarca di Gerusalemme l'atmosfera è confusionaria e festosa, mentre all'arrivo di questi ci si raccoglie nuovamente in preghiera.
Il patriarca armeno attende all'interno del tempietto (precedentemente sigillato) il "collega", che arriva munito di ceri, a quel punto entrambi i sacerdoti entrano all'interno, assieme ad un "testimone" di un'altra fede, che farà da garante alla miracolosità dell'evento (oggi tale ruolo è espletato da un poliziotto israeliano, un tempo da un gendarme musulmano ottomano). Ciò che avviene all'interno non è chiaro, ma secondo la tradizione il patriarca dei Gerusalemme si raccoglie in preghiera. In quel momento, e solo in quel momento, i ceri, miracolosamente, si accendono senza alcun intervento umano.
A questo punto i due patriarchi escono mostrando i ceri accesi scatenando il giubilo della folla. Il patriarca si allontana velocemente, consentendo però ai fedeli di accendere candele con il Fuoco Santo, il quale poi viene "passato" tra tutti gli astanti accendendo innumerevoli candele nel generale scampanio a festa.
Si tratta di uno dei miracoli più antichi della cristianità (sebbene i cattolici non lo riconoscano come tale), e ripropone in forma "ritualizzata" il miracolo spontaneamente accaduto nella Pasqua dell'anno 162, quando, regnante l'imperatore Marco Aurelio, le lampade della locale chiesa paleocristiana si accesero spontaneamente nonostante ripetuti tentativi di spegnerle, allorché l'allora vescovo Narciso dovette riconoscere la natura miracolosa dell'evento.
[in video: Miracolo del Fuoco Santo della Pasqua 2008]
Il patriarca armeno attende all'interno del tempietto (precedentemente sigillato) il "collega", che arriva munito di ceri, a quel punto entrambi i sacerdoti entrano all'interno, assieme ad un "testimone" di un'altra fede, che farà da garante alla miracolosità dell'evento (oggi tale ruolo è espletato da un poliziotto israeliano, un tempo da un gendarme musulmano ottomano). Ciò che avviene all'interno non è chiaro, ma secondo la tradizione il patriarca dei Gerusalemme si raccoglie in preghiera. In quel momento, e solo in quel momento, i ceri, miracolosamente, si accendono senza alcun intervento umano.
A questo punto i due patriarchi escono mostrando i ceri accesi scatenando il giubilo della folla. Il patriarca si allontana velocemente, consentendo però ai fedeli di accendere candele con il Fuoco Santo, il quale poi viene "passato" tra tutti gli astanti accendendo innumerevoli candele nel generale scampanio a festa.
Si tratta di uno dei miracoli più antichi della cristianità (sebbene i cattolici non lo riconoscano come tale), e ripropone in forma "ritualizzata" il miracolo spontaneamente accaduto nella Pasqua dell'anno 162, quando, regnante l'imperatore Marco Aurelio, le lampade della locale chiesa paleocristiana si accesero spontaneamente nonostante ripetuti tentativi di spegnerle, allorché l'allora vescovo Narciso dovette riconoscere la natura miracolosa dell'evento.
[in video: Miracolo del Fuoco Santo della Pasqua 2008]
20.04.202506:02
È risorto: il capo santo
più non posa nel sudario
è risorto: dall'un canto
dell'avello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebbriato,
il Signor si risvegliò
Era l'alba; e molli il viso
Maddalena e l'altre donne
fean lamento in su l'Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l'aspetto
era neve il vestimento:
alla mesta che 'l richiese
dié risposta quel cortese:
è risorto; non è qui.
- Alessandro Manzoni
Auguriamo a tutti una felice Santa Pasqua 🌷
più non posa nel sudario
è risorto: dall'un canto
dell'avello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebbriato,
il Signor si risvegliò
Era l'alba; e molli il viso
Maddalena e l'altre donne
fean lamento in su l'Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l'aspetto
era neve il vestimento:
alla mesta che 'l richiese
dié risposta quel cortese:
è risorto; non è qui.
- Alessandro Manzoni
Auguriamo a tutti una felice Santa Pasqua 🌷


19.04.202521:04
19.04.202519:03
Quarto anno di guerra. Verso sera
al bollettino mi spinge attraverso i castagni
in un’attesa ogni giorno più dolorosa.
“Niente di nuovo”, dice il corriere.
Niente di nuovo:
la morte prosegue il banchetto,
oggi come ieri lo stesso macello,
agonie, centinaia di migliaia di lamenti.
Quarto anno di guerra… Quando la pace?
Niente di nuovo –
solo la morte mieterà per sempre;
e anche se per milioni di anni
l’umanità accumulerà lavoro,
niente di nuovo più potrà vedere il mondo;
solo chi oggi è stato colpito dalla palla
libero dal vecchio, potrà guardare il nuovo.
- Andrej Budal
al bollettino mi spinge attraverso i castagni
in un’attesa ogni giorno più dolorosa.
“Niente di nuovo”, dice il corriere.
Niente di nuovo:
la morte prosegue il banchetto,
oggi come ieri lo stesso macello,
agonie, centinaia di migliaia di lamenti.
Quarto anno di guerra… Quando la pace?
Niente di nuovo –
solo la morte mieterà per sempre;
e anche se per milioni di anni
l’umanità accumulerà lavoro,
niente di nuovo più potrà vedere il mondo;
solo chi oggi è stato colpito dalla palla
libero dal vecchio, potrà guardare il nuovo.
- Andrej Budal


19.04.202515:29
Quest’anno cara, non c’è stata Primavera;
Non canti sotto i fiori e non fiori leggeri,
Non risa e metamorfosi, né Aprile;
Non avremo intrecciato le ghirlande di rose.
Chini eravamo al chiarore delle lampade
Ancora, e su tutti i libri dell’inverno
Quando ci ha sorpreso un sole di settembre
Pavido e rosso e come anemone di mare.
Mi hai detto: ”Guarda! Ecco l’Autunno.
Dunque, è stato un sonno il nostro?
Se dobbiamo vivere ancora
Tra questi in-folio, rischia di diventar monotono.
Forse, è fuggita ormai una primavera
Senza che la volessimo apparire;
Perché in tempo parli a noi l’aurora,
Apri le tende delle finestre”.
Pioveva. Le lampade abbiamo ravvivato
Impallidite per quel sole rosso
E ci siamo rituffati nell’attesa
Della chiara primavera che è alle porte.
- André Gide
[In foto: giornata di pioggia dalla Kaiserstallung di Norimberga, Settembre 2015 ©️ Marco Malaguti]
Non canti sotto i fiori e non fiori leggeri,
Non risa e metamorfosi, né Aprile;
Non avremo intrecciato le ghirlande di rose.
Chini eravamo al chiarore delle lampade
Ancora, e su tutti i libri dell’inverno
Quando ci ha sorpreso un sole di settembre
Pavido e rosso e come anemone di mare.
Mi hai detto: ”Guarda! Ecco l’Autunno.
Dunque, è stato un sonno il nostro?
Se dobbiamo vivere ancora
Tra questi in-folio, rischia di diventar monotono.
Forse, è fuggita ormai una primavera
Senza che la volessimo apparire;
Perché in tempo parli a noi l’aurora,
Apri le tende delle finestre”.
Pioveva. Le lampade abbiamo ravvivato
Impallidite per quel sole rosso
E ci siamo rituffati nell’attesa
Della chiara primavera che è alle porte.
- André Gide
[In foto: giornata di pioggia dalla Kaiserstallung di Norimberga, Settembre 2015 ©️ Marco Malaguti]


19.04.202513:35
19 Aprile 1931
Ieri hanno sequestrato il mio nuovo libro,
ora sto seduto solo, con le dita
intrecciate attorno alle caviglie, oggi
con superstizione ho scavato sotto la soglia
una farfalla rossa, e lentamente m’addormento.
Mi ricordo! una volta una madre diciassettenne
priva di latte, la donna del mio amico,
si era assopita così stanca sopra la sua bimba di venti giorni
sognando camicine infantili
e scarpe nuove per il marito! e
si svegliò allegra come all’alba
nelle battaglie favolose i guerrieri al suono della tromba!
Mi sveglierò anch’io! sulla treccia
d’oro della mia amata urlerà la luce del sole,
oscillando, la mia ombra crescerà fino al cielo
e con i miei ventidue anni sfrontati stanotte
per cena mangerò tre stelle!
- Miklós Radnóti
Ieri hanno sequestrato il mio nuovo libro,
ora sto seduto solo, con le dita
intrecciate attorno alle caviglie, oggi
con superstizione ho scavato sotto la soglia
una farfalla rossa, e lentamente m’addormento.
Mi ricordo! una volta una madre diciassettenne
priva di latte, la donna del mio amico,
si era assopita così stanca sopra la sua bimba di venti giorni
sognando camicine infantili
e scarpe nuove per il marito! e
si svegliò allegra come all’alba
nelle battaglie favolose i guerrieri al suono della tromba!
Mi sveglierò anch’io! sulla treccia
d’oro della mia amata urlerà la luce del sole,
oscillando, la mia ombra crescerà fino al cielo
e con i miei ventidue anni sfrontati stanotte
per cena mangerò tre stelle!
- Miklós Radnóti


19.04.202512:04
🇷🇴 Monastero di Voronet, Romania (Petre Baron, 1997)


19.04.202509:04
POESIA E NATURA NELLA CULTURA GIAPPONESE. Seminario con
Massimo Raveri
🗓 Sabato 26 e Domenica 27 Aprile 2025
🕙 Ore 17.30
📍Chiesa di Santa Maria del Gonfalone, vi Rinalducci 11, Fano (Pesaro-Urbino)
- 26 APRILE, Sabato, ore 17.30
Una realtà trasparente di luce. L'uomo e la natura nel Buddhismo esoterico.
La conferenza del prof. Raveri sarà preceduta dalla danza Mosaico di Luna di e con Atmananda Giri, con musiche di Paolo Giaro.
- 27 APRILE, Domenica, ore 17.30
Poesia Zen. Parole di evanescenza, parole di illuminazione
La conferenza del prof. Raveri sarà preceduta dalla danza Manduka Shabdam “Il canto delle rane” di e con Atmananda Talavidya, con musiche tradizionali indiane.
#eventi
Massimo Raveri
🗓 Sabato 26 e Domenica 27 Aprile 2025
🕙 Ore 17.30
📍Chiesa di Santa Maria del Gonfalone, vi Rinalducci 11, Fano (Pesaro-Urbino)
- 26 APRILE, Sabato, ore 17.30
Una realtà trasparente di luce. L'uomo e la natura nel Buddhismo esoterico.
La conferenza del prof. Raveri sarà preceduta dalla danza Mosaico di Luna di e con Atmananda Giri, con musiche di Paolo Giaro.
- 27 APRILE, Domenica, ore 17.30
Poesia Zen. Parole di evanescenza, parole di illuminazione
La conferenza del prof. Raveri sarà preceduta dalla danza Manduka Shabdam “Il canto delle rane” di e con Atmananda Talavidya, con musiche tradizionali indiane.
#eventi


19.04.202507:05
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’Inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura!”
- Liturgia delle Ore del Sabato Santo
- Liturgia delle Ore del Sabato Santo


18.04.202521:21
18.04.202519:06
Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.
Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.
Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole.
È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.
L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.
La mia pena è durare oltre quest’attimo.
- Mario Luzi
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.
Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.
Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole.
È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.
L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.
La mia pena è durare oltre quest’attimo.
- Mario Luzi


Рекордтар
17.04.202523:59
2.2KЖазылушылар22.08.202423:59
0Дәйексөз индексі25.03.202523:59
8231 жазбаның қамтуы25.11.202423:59
1.2KЖарнамалық жазбаның қамтуы07.02.202523:59
9.01%ER25.03.202523:59
37.02%ERRКөбірек мүмкіндіктерді ашу үшін кіріңіз.