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All'Elefante Nero

Spunti estemporanei per la disalienazione dall'antisocietà contemporanea
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"All'Elefante Nero" тобындағы соңғы жазбалар

Pasqua era giunta, la festa della luce e della liberazione per tutta la natura! L'inverno aveva dato il suo addio, ravvolto in un fosco velo di nebbie, e sopra le turgide nuvole in corsa s'avvicinava ora la primavera. Aveva spedito innanzi i suoi messaggeri di tempesta per destare la terra dal lungo sonno, ed essi fremevano su boschi e piani, battevan le ali sulle cime possenti dell'alpe e sconvolgevano il mare dal profondo. Era nell'aria come un lottare e un muggire selvaggio, e ne usciva tuttavia quasi un grido di vittoria: ché tra le burrasche di primavera, frementi di vita, s'annunciava la Resurrezione.

- Elisabeth Bürstenbinder, San Michele
"Karamazov!", gridò Kolja. "È vero quello che dice la religione, che resusciteremo dai morti e, tornati in vita, ci vedremo di nuovo tutti, anche Iljušenka?". "Resusciteremo senz'altro, e ci vedremo e ci racconteremo l'un l'altro allegramente e gioiosamente tutto ciò che è stato", rispose Aljoša a metà tra il riso e l'entusiasmo. "Ah, che bello che sarà..", sfuggì a Kolja.

- Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov
🇪🇸 Processione di Pasqua, Siviglia (Spagna)
PAROLA E COMPIMENTO: il cristallo del verso

🗓️ Martedì 29 Aprile 2025

🕘 Ore 18.00

📍Opificio Golinelli, via Paolo Nanni Costa 14, Bologna

Intervengono Milo De Angelis, Gian Ruggero Manzoni, Viviana Nicodemo, Andrea Zanotti e Antonio Danieli, con l’accompagnamento di Maestri musicisti. Nel percorso dall’origine al destino, i pensatori e i poeti sono sempre stati i custodi della dimora del linguaggio. In questa fase storica, prima che la tecnica arrivi a liquidare la parola, optando per passare a una più efficiente connessione macchina-sinapsi, la poesia è ancora da intendersi, tra tutte le arti dell’essere umano, come prima, ultima e suprema forma di sintesi cognitiva ed espressiva? Può essa, di fronte alla temuta onnipotenza creatrice dell’intelligenza artificiale, aiutarci ancora a inverare l’idea per la quale “l’essenza più profonda della tecnica non è nulla di tecnico”?

#eventi
Nella giornata di ieri si è ripetuto ancora una volta, nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il miracolo del Fuoco Santo, forse il più noto dell'Ortodossia. Nel giorno del cosiddetto "Grande Sabato", ovvero il sabato precedente la Pasqua Ortodossa (che cade oggi), numerosi pellegrini si radunano in preghiera nei pressi del Santo Sepolcro della città santa delle tre religioni. In attesa dell'arrivo del patriarca di Gerusalemme l'atmosfera è confusionaria e festosa, mentre all'arrivo di questi ci si raccoglie nuovamente in preghiera.

Il patriarca armeno attende all'interno del tempietto (precedentemente sigillato) il "collega", che arriva munito di ceri, a quel punto entrambi i sacerdoti entrano all'interno, assieme ad un "testimone" di un'altra fede, che farà da garante alla miracolosità dell'evento (oggi tale ruolo è espletato da un poliziotto israeliano, un tempo da un gendarme musulmano ottomano). Ciò che avviene all'interno non è chiaro, ma secondo la tradizione il patriarca dei Gerusalemme si raccoglie in preghiera. In quel momento, e solo in quel momento, i ceri, miracolosamente, si accendono senza alcun intervento umano.

A questo punto i due patriarchi escono mostrando i ceri accesi scatenando il giubilo della folla. Il patriarca si allontana velocemente, consentendo però ai fedeli di accendere candele con il Fuoco Santo, il quale poi viene "passato" tra tutti gli astanti accendendo innumerevoli candele nel generale scampanio a festa.

Si tratta di uno dei miracoli più antichi della cristianità (sebbene i cattolici non lo riconoscano come tale), e ripropone in forma "ritualizzata" il miracolo spontaneamente accaduto nella Pasqua dell'anno 162, quando, regnante l'imperatore Marco Aurelio, le lampade della locale chiesa paleocristiana si accesero spontaneamente nonostante ripetuti tentativi di spegnerle, allorché l'allora vescovo Narciso dovette riconoscere la natura miracolosa dell'evento.

[in video: Miracolo del Fuoco Santo della Pasqua 2008]
È risorto: il capo santo
più non posa nel sudario
è risorto: dall'un canto
dell'avello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebbriato,
il Signor si risvegliò
Era l'alba; e molli il viso
Maddalena e l'altre donne
fean lamento in su l'Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l'aspetto
era neve il vestimento:
alla mesta che 'l richiese
dié risposta quel cortese:
è risorto; non è qui.


- Alessandro Manzoni

Auguriamo a tutti una felice Santa Pasqua 🌷
Quarto anno di guerra. Verso sera
al bollettino mi spinge attraverso i castagni
in un’attesa ogni giorno più dolorosa.
“Niente di nuovo”, dice il corriere.

Niente di nuovo:
la morte prosegue il banchetto,
oggi come ieri lo stesso macello,
agonie, centinaia di migliaia di lamenti.
Quarto anno di guerra… Quando la pace?

Niente di nuovo –
solo la morte mieterà per sempre;
e anche se per milioni di anni
l’umanità accumulerà lavoro,

niente di nuovo più potrà vedere il mondo;
solo chi oggi è stato colpito dalla palla
libero dal vecchio, potrà guardare il nuovo.


- Andrej Budal
Quest’anno cara, non c’è stata Primavera;
Non canti sotto i fiori e non fiori leggeri,
Non risa e metamorfosi, né Aprile;
Non avremo intrecciato le ghirlande di rose.

Chini eravamo al chiarore delle lampade
Ancora, e su tutti i libri dell’inverno
Quando ci ha sorpreso un sole di settembre
Pavido e rosso e come anemone di mare.

Mi hai detto: ”Guarda! Ecco l’Autunno.
Dunque, è stato un sonno il nostro?
Se dobbiamo vivere ancora
Tra questi in-folio, rischia di diventar monotono.

Forse, è fuggita ormai una primavera
Senza che la volessimo apparire;
Perché in tempo parli a noi l’aurora,
Apri le tende delle finestre”.

Pioveva. Le lampade abbiamo ravvivato
Impallidite per quel sole rosso
E ci siamo rituffati nell’attesa
Della chiara primavera che è alle porte.


- André Gide

[In foto: giornata di pioggia dalla Kaiserstallung di Norimberga, Settembre 2015 ©️ Marco Malaguti]
19 Aprile 1931

Ieri hanno sequestrato il mio nuovo libro,
ora sto seduto solo, con le dita
intrecciate attorno alle caviglie, oggi
con superstizione ho scavato sotto la soglia
una farfalla rossa, e lentamente m’addormento.

Mi ricordo! una volta una madre diciassettenne
priva di latte, la donna del mio amico,
si era assopita così stanca sopra la sua bimba di venti giorni
sognando camicine infantili
e scarpe nuove per il marito! e
si svegliò allegra come all’alba
nelle battaglie favolose i guerrieri al suono della tromba!

Mi sveglierò anch’io! sulla treccia
d’oro della mia amata urlerà la luce del sole,
oscillando, la mia ombra crescerà fino al cielo
e con i miei ventidue anni sfrontati stanotte
per cena mangerò tre stelle!

- Miklós Radnóti
🇷🇴 Monastero di Voronet, Romania (Petre Baron, 1997)
POESIA E NATURA NELLA CULTURA GIAPPONESE. Seminario con
Massimo Raveri


🗓 Sabato 26 e Domenica 27 Aprile 2025

🕙 Ore 17.30

📍Chiesa di Santa Maria del Gonfalone, vi Rinalducci 11, Fano (Pesaro-Urbino)


- 26 APRILE, Sabato, ore 17.30

Una realtà trasparente di luce. L'uomo e la natura nel Buddhismo esoterico.

La conferenza del prof. Raveri sarà preceduta dalla danza Mosaico di Luna di e con Atmananda Giri, con musiche di Paolo Giaro.

- 27 APRILE, Domenica, ore 17.30

Poesia Zen. Parole di evanescenza, parole di illuminazione

La conferenza del prof. Raveri sarà preceduta dalla danza Manduka Shabdam “Il canto delle rane” di e con Atmananda Talavidya, con musiche tradizionali indiane.

#eventi
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’Inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura!”

- Liturgia delle Ore del Sabato Santo
Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole.

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.


- Mario Luzi

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All'Elefante Nero танымал жазбалары

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Ultimo Uomo ☧ avatar
Ultimo Uomo ☧
Siamo sgomenti nel dare la notizia della morte di Francesco Benozzo.

La sua figura fu molto importante per il movimento contro il pass sanitario e in quelle occasioni fu un grande piacere ascoltare le sue lezioni all'aperto, dedicate agli studenti a cui era vietata l'entrata nelle strutture universitarie.
Lui fu uno dei 2 soli professori universitari ad essere sospesi su 70.000 in Italia per essersi rifiutato di adeguarsi al greenpass.

Ma oltre a questo era un grande artista, filologo e poeta che lascia un segno in chiunque abbia avuto il piacere di conoscerlo.


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Il silenzio praticato con cognizione di causa è padre della preghiera, affrancamento dalla schiavitù, custodia del fuoco, sentinella dei pensieri.

- Giovanni Climaco, La scala del paradiso
Cela te stesso con maschere e con trucchi,
stringi gli occhi come chi vede male,
che dal tuo volto mai si distingua
dove sono il tuo essere, il tuo crollo.

Ultime luci, lungo bui giardini,
il cielo un rovinio di notti e incendi –
celati: dove lacrimi o resisti,
la carne ove ciò si compie non si veda.

Le scissioni, la crepa ed i passaggi,
il nocciolo dentro cui vieni annientato
celali, come se i tuoi canti di lontano
venissero da una gondola vicina.


- Gottfried Benn
Cantico dei Cantici IV

- Marc Chagall, 1958; Museo Chagall, Nizza
🇮🇹 Militari del Reggimento San Marco "Battaglione Bafile", Primavera 1943, Tunisia.
È insito nell'anima l'odio della falsità; ma ogni odio nasce dall'amore, perciò è molto più radicato nell'anima l'amore della verità e specialmente di quella verità per la quale l'anima è stata fatta.

- San Bonaventura da Bagnoregio
Qualche volta, piano piano,
quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti
e si riempie di silenzio
e non c’è piú posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa
una dolcezza intorno
come una perla
intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo
un nome amato
per comporre la sua figura;
allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca,
e il nome amato un pane caldo, spezzato.


- Pierluigi Cappello, Mandate a dire all’Imperatore
🇯🇵 L'asso dell'aria giapponese Takeo Tanimizu, venticinquenne, in posa accanto al suo caccia Mitsubishi Zero nel Giugno del 1945. Con 32 aerei statunitensi abbattuti Tanimizu è probabilmente il più letale pilota militare della storia giapponese.
LA VIA DI UN PELLEGRINO

- Anonimo russo, Adelphi, Milano (1972)

L’Anonimo russo che racconta le sue vicende in questo libro è uno strannik – un contadino che, fisicamente inadatto alla vita dei campi e spinto da un forte impulso religioso, abbandona il suo paese e si dà a una perpetua vita errante. Centro di essa sarà la sua scoperta della preghiera esicastica. Solitario per le strade della Russia, accompagnato soltanto da un libro che determinerà tutta la sua esistenza, con un tozzo di pane secco e il suo prezioso salvacondotto, l’Anonimo russo ritrova, brancolando, testardo nel suo desiderio, una via mistica che ha una tradizione immensa e antica, vero segreto della Chiesa d’Oriente. Si tratta appunto della preghiera esicastica, cioè di una certa pratica della ’preghiera interiore ininterrotta’ illustrata nel libro che il pellegrino porta con sé, la Filocalia, vasta raccolta di testi mistici che va dai primi Padri del Deserto ad alcuni grandi teologi bizantini. Tale preghiera, fondata su una sottile teoria della respirazione e della «custodia del cuore», è l’unica pratica occidentale che si possa confrontare con lo yoga indù – un Oriente occultato, che il mondo slavo ha per secoli nutrito in sé. Senza ausili di cultura e senza il controllo costante di un maestro, l’Anonimo sperimenta su se stesso, passando per tutti gli stadi, dalla desolazione al rapimento, il potere sconvolgente della semplicissima «preghiera di Gesù». Tutta la sua vita ne è progressivamente trasformata e la testimonianza che egli ne ha lasciato nella Via di un pellegrino ci appare come uno dei più ricchi «viaggi mistici» che conosciamo. Alla straordinaria immediatezza e precisione nel descrivere le proprie esperienze nel regno della preghiera esicastica, l’Anonimo unisce poi una naturale freschezza di narratore: come un inconsapevole Gogol’, egli ci rivela i tratti della perduta vita popolare e provinciale russa attorno alla metà dell’Ottocento, di cui egli stesso è uno dei personaggi, un innocente che sa aprire a una a una le porte di un sapere prodigiosamente intatto.

#ConsigliDiLettura
La legge non ha mai reso gli uomini più giusti, neppure di poco; anzi, a causa del rispetto della legge, perfino le persone oneste sono quotidianamente trasformate in agenti dell'ingiustizia.

- Henry David Thoreau
La notte è lunga a chi non può dormire, | ma ancora è breve a chi contento giace.

- Poliziano
Lo splendore delle parole... esiste una cosa simile? | Lo splendore delle stelle, lo splendore delle nuvole – | Tutto ho adorato e adoro... Ma se | Mi dicessero: ecco, lo splendore delle parole – | Risponderei, senza timore di rivelarmi, | Che persino il beato splendore della santità | Sarei pronto a sacrificare per esso... | Tutto per uno sfavillio di parole! || Lo splendore delle parole? Oh, ripetilo ancora | Mio fragile essere umano – poeta, | Cosa posso dire io dello splendore della Parola? | Che sulla terra non esistono altri splendori.

- Zinaida Nikolaevna Gippius
Il funambolo austro-ungarico Arthur Strohschneider, detto "Il sovrano dell'aria", si esibisce a Modena, nel 1910, camminando senza protezioni su una fune tesa tra il Duomo e il vecchio Palazzo di Giustizia. Strohschneider fu uno dei più celebri acrobati della sua epoca e fu particolarmente popolare in Italia, dove si esibì in una moltitudine di città e paesi da Nord a Sud.
LEZIONI. 1932 - 1935

- Ludwig Wittgenstein, Adelphi, Milano (2025)

Queste lezioni – qui pubblicate in italiano per la prima volta sulla base degli appunti di Alice Ambrose e Margaret Macdonald – sono essenziali per comprendere l’evoluzione delle idee di Wittgenstein, in particolare la lenta transizione dalla visione logicizzante del linguaggio che permeava il Tractatus a quella pragmatico-antropologica che dominerà le Ricerche filosofiche. La vivida testimonianza del suo pensiero in divenire, tuttavia, non esaurisce i motivi d’interesse di queste pagine, che ci offrono anche un punto di vista privilegiato su temi cruciali – e ancora oggi controversi – della filosofia del linguaggio novecentesca, come la critica dell’identificazione del significato di un’espressione linguistica con il suo riferimento, o il riconoscimento della dimensione intrinsecamente normativa della nozione di significato. Perno attorno al quale ruotano tutte le minuziose discussioni di Wittgenstein sono le sue convinzioni metafilosofiche: la concezione dell’origine e della natura dei problemi della filosofia, ricondotta alle confusioni che il linguaggio stesso genera; e l’individuazione degli obiettivi appropriati e dei metodi dell’analisi filosofica, radicalmente contrapposti a quelli delle scienze. Scopo della «buona» filosofia, ribadisce Wittgenstein ancora una volta, è infatti la chiarificazione dei pensieri – condizione necessaria non tanto per risolvere i tormentosi problemi della filosofia, quanto, più semplicemente, per dissolverli.

#ConsigliDiLettura
20.04.202507:36
Nella giornata di ieri si è ripetuto ancora una volta, nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il miracolo del Fuoco Santo, forse il più noto dell'Ortodossia. Nel giorno del cosiddetto "Grande Sabato", ovvero il sabato precedente la Pasqua Ortodossa (che cade oggi), numerosi pellegrini si radunano in preghiera nei pressi del Santo Sepolcro della città santa delle tre religioni. In attesa dell'arrivo del patriarca di Gerusalemme l'atmosfera è confusionaria e festosa, mentre all'arrivo di questi ci si raccoglie nuovamente in preghiera.

Il patriarca armeno attende all'interno del tempietto (precedentemente sigillato) il "collega", che arriva munito di ceri, a quel punto entrambi i sacerdoti entrano all'interno, assieme ad un "testimone" di un'altra fede, che farà da garante alla miracolosità dell'evento (oggi tale ruolo è espletato da un poliziotto israeliano, un tempo da un gendarme musulmano ottomano). Ciò che avviene all'interno non è chiaro, ma secondo la tradizione il patriarca dei Gerusalemme si raccoglie in preghiera. In quel momento, e solo in quel momento, i ceri, miracolosamente, si accendono senza alcun intervento umano.

A questo punto i due patriarchi escono mostrando i ceri accesi scatenando il giubilo della folla. Il patriarca si allontana velocemente, consentendo però ai fedeli di accendere candele con il Fuoco Santo, il quale poi viene "passato" tra tutti gli astanti accendendo innumerevoli candele nel generale scampanio a festa.

Si tratta di uno dei miracoli più antichi della cristianità (sebbene i cattolici non lo riconoscano come tale), e ripropone in forma "ritualizzata" il miracolo spontaneamente accaduto nella Pasqua dell'anno 162, quando, regnante l'imperatore Marco Aurelio, le lampade della locale chiesa paleocristiana si accesero spontaneamente nonostante ripetuti tentativi di spegnerle, allorché l'allora vescovo Narciso dovette riconoscere la natura miracolosa dell'evento.

[in video: Miracolo del Fuoco Santo della Pasqua 2008]
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