
Notizie dall'Iran islamico e rivoluzionario
Informazioni, notizie e analisi in italiano sull'Iran islamico e rivoluzionario.
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समूह "Notizie dall'Iran islamico e rivoluzionario" में नवीनतम पोस्ट
19.04.202509:58
Il Segretario Generale di Hezbollah, Shaykh Naim Qassem, ieri sera:
"Non permetteremo a nessuno di disarmare Hezbollah. Il concetto di disarmo deve essere completamente cancellato dal dizionario, e sconsigliamo a chiunque di giocare con il fuoco.
Le nostre armi sono il pilastro della Resistenza, che hanno dato vita e libertà al nostro popolo, liberato il nostro Paese e protetto la sovranità della nostra amata nazione.
Queste armi sono quelle che sono state portate dal sangue dei martiri, dei prigionieri e dei feriti, e con le quali hanno combattuto per donare nobiltà e dignità alla patria".
🇮🇷 Notizie dall'Iran islamico e rivoluzionario https://t.me/iranislamico
"Non permetteremo a nessuno di disarmare Hezbollah. Il concetto di disarmo deve essere completamente cancellato dal dizionario, e sconsigliamo a chiunque di giocare con il fuoco.
Le nostre armi sono il pilastro della Resistenza, che hanno dato vita e libertà al nostro popolo, liberato il nostro Paese e protetto la sovranità della nostra amata nazione.
Queste armi sono quelle che sono state portate dal sangue dei martiri, dei prigionieri e dei feriti, e con le quali hanno combattuto per donare nobiltà e dignità alla patria".
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18.04.202517:38
Il capo dell'Unità di Collegamento e Coordinamento di Hezbollah, Haj Wafiq Safa, alla Radio Al-Nour:
"l termine 'disarmo' esiste solo sui social media e tra i provocatori ostili alla Resistenza.
Ciò di cui si sta discutendo è solo la strategia di difesa dopo che il nemico israeliano si sarà ritirato da tutti i territori libanesi, avrà rilasciato i prigionieri, avrà cessato le ostilità e avrà applicato la Risoluzione ONU 1701.
La strategia di difesa inizia con la fornitura all'esercito libanese delle armi necessarie per difendere il Paese dall'aggressione israeliana.
Ai sostenitori della Resistenza: tutto ciò che sentite sono solo rumori. Non lasciatevi influenzare. Non esiste potenza militare che possa disarmare Hezbollah.
Abbiate fiducia in Hezbollah e nella sua dirigenza proprio come avete avuto fiducia nel Martire Sayyed Hassan Nasrallah".
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"l termine 'disarmo' esiste solo sui social media e tra i provocatori ostili alla Resistenza.
Ciò di cui si sta discutendo è solo la strategia di difesa dopo che il nemico israeliano si sarà ritirato da tutti i territori libanesi, avrà rilasciato i prigionieri, avrà cessato le ostilità e avrà applicato la Risoluzione ONU 1701.
La strategia di difesa inizia con la fornitura all'esercito libanese delle armi necessarie per difendere il Paese dall'aggressione israeliana.
Ai sostenitori della Resistenza: tutto ciò che sentite sono solo rumori. Non lasciatevi influenzare. Non esiste potenza militare che possa disarmare Hezbollah.
Abbiate fiducia in Hezbollah e nella sua dirigenza proprio come avete avuto fiducia nel Martire Sayyed Hassan Nasrallah".
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18.04.202516:21
Il deputato libanese di Hezbollah, Mahmoud Qamati:
“Siamo fedeli alla nostra Resistenza e alle nostre armi. Nessuno al mondo potrà mai mettere mano su queste armi. La dichiarazione del Martire supremo Seyyed Hassan Nasrallah è che la mano che cercherà o potrebbe cercare di prendere le armi della Resistenza, con il permesso di Dio verrà tagliata”.
Il Presidente libanese Joseph Aoun pochi giorni fa aveva detto:
“Il 2025 deve segnare l'inizio della completa centralizzazione delle armi sotto il controllo statale. I membri di Hezbollah potranno arruolarsi nell'esercito e sottoporsi a un addestramento di integrazione, come è stato fatto con le ex milizie dopo la guerra civile. Non adotteremo il modello delle Forze di Mobilitazione Popolare, né a Hezbollah sarà permesso di formare un'unità indipendente all'interno dell'esercito. La decisione di monopolizzare le armi sotto il controllo statale è stata presa”.
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“Siamo fedeli alla nostra Resistenza e alle nostre armi. Nessuno al mondo potrà mai mettere mano su queste armi. La dichiarazione del Martire supremo Seyyed Hassan Nasrallah è che la mano che cercherà o potrebbe cercare di prendere le armi della Resistenza, con il permesso di Dio verrà tagliata”.
Il Presidente libanese Joseph Aoun pochi giorni fa aveva detto:
“Il 2025 deve segnare l'inizio della completa centralizzazione delle armi sotto il controllo statale. I membri di Hezbollah potranno arruolarsi nell'esercito e sottoporsi a un addestramento di integrazione, come è stato fatto con le ex milizie dopo la guerra civile. Non adotteremo il modello delle Forze di Mobilitazione Popolare, né a Hezbollah sarà permesso di formare un'unità indipendente all'interno dell'esercito. La decisione di monopolizzare le armi sotto il controllo statale è stata presa”.
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18.04.202515:48
L’analisi del giornalista iraniano Alì Golhaki sulla visita del ministro della Difesa saudita in Iran
Il viaggio del ministro della Difesa saudita Khalid bin Salman in Iran, il suo incontro con la Guida della Rivoluzione e il Maggiore Generale Baqeri e la consegna del messaggio del re di questo Paese alla Guida dimostrano che si è trattato di un viaggio molto importante.
Alcuni punti salienti di questo viaggio e degli incontri:
▪️1. La visita del Ministro della Difesa saudita, che ha uno stretto rapporto di lavoro e familiare con il re saudita, e della folta squadra che accompagna Khalid bin Salman (70 persone), sottolinea l'importanza e la portata dell'incontro.
▪️2. Qualche giorno fa, il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale e la politica estera iraniana in Parlamento ha implicitamente minacciato gli impianti petroliferi della Saudi Aramco, scrivendo che "gli impianti petroliferi che servono gli Stati Uniti potrebbero essere danneggiati in possibili future provocazioni", il che è uno dei possibili motivi del viaggio. Sebbene questa frase sia stata dura e ha provocato l'ira dei Paesi mediorientali contro l'Iran, essa riflette i movimenti che si stanno muovendo dietro le quinte.
▪️3. Il capo di uno dei Paesi della regione ha visitato di recente l'Iran e durante gli incontri ha dichiarato esplicitamente che l'autorità della base americana presente in questo Paese non è nelle mani dei suoi governanti. È improbabile che l'Arabia Saudita faccia eccezione a questa regola, ma ancora più importante è la questione se l'Iran accetterà o meno questi messaggi!
▪️4. Solo gli Emirati Arabi non prendono sul serio la minaccia posta dall'Iran ai Paesi che ospitano basi statunitensi nella regione, ma la fretta degli Stati Uniti di attrezzare la base di Diego Garcia dimostra che anche la nuova squadra del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ritiene credibile la minaccia iraniana.
▪️5. La ripresa della guerra yemenita via terra dopo un periodo di calma e la sua espansione potrebbero seriamente destabilizzare l'Arabia Saudita e, in un certo senso, l'infrastruttura energetica di uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. L'Arabia Saudita deve aderire, apprezzare e preservare il suo processo di pace con l'Iran, che ha portato all'Arabia Saudita più di quanto ha portato all'Iran stesso.
▪️6. L'accettazione da parte dell'Iran di vari messaggi, che in passato erano stati respinti in almeno un caso palesemente e in diversi casi segretamente, indica un cambiamento nella politica di Teheran negli ultimi due anni.
▪️7. Spero che anche il nodo della Siria venga sciolto durante questi incontri. L'ascesa del potere turco e qatariota in Siria rappresenta un pericolo per l'Iran e l'Arabia Saudita. I decisori politici in Iran stanno sfruttando questa opportunità?!
🔻Conclusione: indipendentemente dalla questione dello Yemen, è probabile che l'Arabia Saudita venga coinvolta nel caso di una situazione di stallo nei colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti e di un'escalation della tensione militare. Stanno cercando di prevenirla!
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Il viaggio del ministro della Difesa saudita Khalid bin Salman in Iran, il suo incontro con la Guida della Rivoluzione e il Maggiore Generale Baqeri e la consegna del messaggio del re di questo Paese alla Guida dimostrano che si è trattato di un viaggio molto importante.
Alcuni punti salienti di questo viaggio e degli incontri:
▪️1. La visita del Ministro della Difesa saudita, che ha uno stretto rapporto di lavoro e familiare con il re saudita, e della folta squadra che accompagna Khalid bin Salman (70 persone), sottolinea l'importanza e la portata dell'incontro.
▪️2. Qualche giorno fa, il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale e la politica estera iraniana in Parlamento ha implicitamente minacciato gli impianti petroliferi della Saudi Aramco, scrivendo che "gli impianti petroliferi che servono gli Stati Uniti potrebbero essere danneggiati in possibili future provocazioni", il che è uno dei possibili motivi del viaggio. Sebbene questa frase sia stata dura e ha provocato l'ira dei Paesi mediorientali contro l'Iran, essa riflette i movimenti che si stanno muovendo dietro le quinte.
▪️3. Il capo di uno dei Paesi della regione ha visitato di recente l'Iran e durante gli incontri ha dichiarato esplicitamente che l'autorità della base americana presente in questo Paese non è nelle mani dei suoi governanti. È improbabile che l'Arabia Saudita faccia eccezione a questa regola, ma ancora più importante è la questione se l'Iran accetterà o meno questi messaggi!
▪️4. Solo gli Emirati Arabi non prendono sul serio la minaccia posta dall'Iran ai Paesi che ospitano basi statunitensi nella regione, ma la fretta degli Stati Uniti di attrezzare la base di Diego Garcia dimostra che anche la nuova squadra del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ritiene credibile la minaccia iraniana.
▪️5. La ripresa della guerra yemenita via terra dopo un periodo di calma e la sua espansione potrebbero seriamente destabilizzare l'Arabia Saudita e, in un certo senso, l'infrastruttura energetica di uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. L'Arabia Saudita deve aderire, apprezzare e preservare il suo processo di pace con l'Iran, che ha portato all'Arabia Saudita più di quanto ha portato all'Iran stesso.
▪️6. L'accettazione da parte dell'Iran di vari messaggi, che in passato erano stati respinti in almeno un caso palesemente e in diversi casi segretamente, indica un cambiamento nella politica di Teheran negli ultimi due anni.
▪️7. Spero che anche il nodo della Siria venga sciolto durante questi incontri. L'ascesa del potere turco e qatariota in Siria rappresenta un pericolo per l'Iran e l'Arabia Saudita. I decisori politici in Iran stanno sfruttando questa opportunità?!
🔻Conclusione: indipendentemente dalla questione dello Yemen, è probabile che l'Arabia Saudita venga coinvolta nel caso di una situazione di stallo nei colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti e di un'escalation della tensione militare. Stanno cercando di prevenirla!
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18.04.202515:00
L’Imam Khamenei, durante l'incontro di ieri a Teheran con il ministro della Difesa saudita Khalid bin Salman al-Saud:
“Le relazioni tra Iran e Arabia Saudita saranno vantaggiose per entrambi i Paesi, che potranno completarsi a vicenda. Ci sono nemici che si oppongono all'espansione delle relazioni tra i nostri due Paesi. Queste motivazioni ostili devono essere superate e siamo pronti a farlo. È meglio che i fratelli nella regione cooperino e si aiutino a vicenda piuttosto che fare affidamento sugli altri. Nei settori in cui la Repubblica Islamica dell'Iran ha compiuto progressi, è pronta ad assistere l'Arabia Saudita”.
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“Le relazioni tra Iran e Arabia Saudita saranno vantaggiose per entrambi i Paesi, che potranno completarsi a vicenda. Ci sono nemici che si oppongono all'espansione delle relazioni tra i nostri due Paesi. Queste motivazioni ostili devono essere superate e siamo pronti a farlo. È meglio che i fratelli nella regione cooperino e si aiutino a vicenda piuttosto che fare affidamento sugli altri. Nei settori in cui la Repubblica Islamica dell'Iran ha compiuto progressi, è pronta ad assistere l'Arabia Saudita”.
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18.04.202514:58
Il ministro della Difesa saudita Khalid bin Salman al-Saud (fratello di Bin Salman), durante l’incontro di ieri a Teheran con l’Imam Khamenei:
"L'impegno e la cooperazione con la Repubblica Islamica dell'Iran sono la pietra angolare della sicurezza regionale, che porterà a una maggiore prosperità per i Paesi della nostra regione. Il mondo islamico deve agire in modo coordinato e unito contro l'occupazione e l'espansionismo praticati dai leader dell'entità sionista. Sono venuto oggi a Teheran per presentare a Sua Eccellenza, la grande Guida Suprema, le nostre intenzioni di rafforzare i legami tra Iran e Arabia Saudita a tutti i livelli e di formare una collaborazione più profonda e forte che mai".
Il ministro della Difesa saudita è giunto in Iran accompagnato da una delegazione di settanta persone.
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"L'impegno e la cooperazione con la Repubblica Islamica dell'Iran sono la pietra angolare della sicurezza regionale, che porterà a una maggiore prosperità per i Paesi della nostra regione. Il mondo islamico deve agire in modo coordinato e unito contro l'occupazione e l'espansionismo praticati dai leader dell'entità sionista. Sono venuto oggi a Teheran per presentare a Sua Eccellenza, la grande Guida Suprema, le nostre intenzioni di rafforzare i legami tra Iran e Arabia Saudita a tutti i livelli e di formare una collaborazione più profonda e forte che mai".
Il ministro della Difesa saudita è giunto in Iran accompagnato da una delegazione di settanta persone.
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16.04.202513:30
Il ministro degli Esteri iraniano Araqchi ha dichiarato:
"Nel mio viaggio in Russia trasmetterò il messaggio della Guida della Rivoluzione al Presidente di questo Paese. Il diritto all'arricchimento dell'uranio è una realtà accettata e non negoziabile. Siamo aperti a colloqui volti a rafforzare la fiducia su potenziali preoccupazioni, ma non sull'arricchimento in sé. Le pressioni non funzioneranno”.
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"Nel mio viaggio in Russia trasmetterò il messaggio della Guida della Rivoluzione al Presidente di questo Paese. Il diritto all'arricchimento dell'uranio è una realtà accettata e non negoziabile. Siamo aperti a colloqui volti a rafforzare la fiducia su potenziali preoccupazioni, ma non sull'arricchimento in sé. Le pressioni non funzioneranno”.
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15.04.202509:24
Oltre 1800 artisti e giornalisti iraniani esortano il mondo a "fare qualcosa" per Gaza
In una dichiarazione rivolta a "tutte le persone amanti della libertà nel mondo", un gruppo di oltre 1800 artisti e professionisti dei media iraniani ha lanciato un appello affinché si agisca per porre fine al genocidio ad opera di Israele e dei suoi complici occidentali in corso a Gaza dall'ottobre 2023:
“Allah non ama che venga conclamato il male, eccetto da parte di colui che lo ha subito . Allah tutto ascolta e conosce” (Sacro Corano, 4:148)
Dai rappresentanti attivi nella cultura e nei media iraniani a tutte le persone amanti della libertà nel mondo: "Facciamo qualcosa!"
Un missile colpisce il cuore di un edificio e il rumore dell'esplosione riempie il cielo. Prima, fumo, polvere e fuoco si alzano nell'aria. Pochi istanti dopo, puntini neri riempiono l'intera inquadratura. Sono puntini che vengono scagliati nel cielo a una velocità incredibile prima di piombare al suolo.
Cosa sono questi punti? Cosa ha lasciato la forza dell'esplosione vagare tra il cielo e la terra? Il tempo passa e ci rendiamo conto che quei punti sono mani, corpi, teste e arti. Sono esseri umani che bruciano nel fuoco della ferocia di una manciata di creature più vili della più vile delle bestie. Queste persone sono state fatte a pezzi e scagliate in cielo. Lo vedete? È un essere umano che sta bruciando ed è stato scagliato in cielo... in una terra il cui nome è intrecciato con la sofferenza: Gaza.
Viviamo in un'epoca in cui sembra che il mondo si sia abituato a guardare le immagini senza filtri del "genocidio" nella Striscia di Gaza. Vergogna quindi all'umanità se vede la sofferenza a Gaza e rimane in silenzio. Vergogna all'umanità se non parla di fronte a queste immagini chiare e crude di massacro umano.
Guai alla "comunità internazionale" e alle Nazioni Unite che vedono il fiume di sangue e la montagna di cadaveri di innocenti e tuttavia scelgono di restare in silenzio.
Vergogna ai governanti del "mondo islamico", che non hanno nemmeno la forza dimostrata dai 50 leader di governo che si sono presi per mano e hanno marciato per protestare contro la rivista blasfema Charlie Hebdo. Non hanno il coraggio di difendere l'onore dell'umanità o la dignità dei musulmani palestinesi. Come cadaveri, sono caduti in un silenzio di tomba di fronte alla ferocia organizzata dei sionisti. E guai a noi...
Guai a noi se assistiamo a questo caos e restiamo in silenzio, come tutti gli vergognosi personaggi della storia odierna, i cui nomi sono sbiaditi e sono diventati fonte di vergogna per l'umanità.
Noi, persone attive nel campo della cultura e dei media in Iran, non possiamo più tollerare di assistere alla dolorosa situazione dei musulmani nella Striscia di Gaza. Con gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di rabbia contro il nemico sionista, tendiamo la mano in segno di solidarietà a chiunque su questo pianeta si consideri un "essere umano"...
Sorelle! Fratelli! Padri! Madri! Cari cittadini! Dobbiamo alzare la voce per esprimere con tutte le nostre forze la sofferenza di Gaza. Dobbiamo essere le voci della Palestina e trasformare il mondo in un campo di battaglia contro il genocidio sionista perpetrato dalla brutale macchina di morte israeliana. Oggi, il regime sionista si serve dell'oppressivo governo statunitense per alimentare il fuoco nella regione dell'Asia occidentale. Non solo agisce per conto di quel governo, che è contrario ai diritti umani, ma cerca anche di fungere da rappresentante di Satana sulla Terra. Con questo genocidio selvaggio, sta incendiando non solo la Striscia di Gaza, ma l'intero pianeta dell'"umanità".
Oggi, Gaza è in prima linea nella battaglia dell'umanità contro Satana. Imploranti e supplichevoli, rivolgiamo un appello a tutti coloro che sentono ancora battere un cuore puro nel petto, affinché si uniscano e "facciano qualcosa" per il popolo oppresso di Gaza. Non dobbiamo rimanere in silenzio. Questo è il minimo che possiamo fare.
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In una dichiarazione rivolta a "tutte le persone amanti della libertà nel mondo", un gruppo di oltre 1800 artisti e professionisti dei media iraniani ha lanciato un appello affinché si agisca per porre fine al genocidio ad opera di Israele e dei suoi complici occidentali in corso a Gaza dall'ottobre 2023:
“Allah non ama che venga conclamato il male, eccetto da parte di colui che lo ha subito . Allah tutto ascolta e conosce” (Sacro Corano, 4:148)
Dai rappresentanti attivi nella cultura e nei media iraniani a tutte le persone amanti della libertà nel mondo: "Facciamo qualcosa!"
Un missile colpisce il cuore di un edificio e il rumore dell'esplosione riempie il cielo. Prima, fumo, polvere e fuoco si alzano nell'aria. Pochi istanti dopo, puntini neri riempiono l'intera inquadratura. Sono puntini che vengono scagliati nel cielo a una velocità incredibile prima di piombare al suolo.
Cosa sono questi punti? Cosa ha lasciato la forza dell'esplosione vagare tra il cielo e la terra? Il tempo passa e ci rendiamo conto che quei punti sono mani, corpi, teste e arti. Sono esseri umani che bruciano nel fuoco della ferocia di una manciata di creature più vili della più vile delle bestie. Queste persone sono state fatte a pezzi e scagliate in cielo. Lo vedete? È un essere umano che sta bruciando ed è stato scagliato in cielo... in una terra il cui nome è intrecciato con la sofferenza: Gaza.
Viviamo in un'epoca in cui sembra che il mondo si sia abituato a guardare le immagini senza filtri del "genocidio" nella Striscia di Gaza. Vergogna quindi all'umanità se vede la sofferenza a Gaza e rimane in silenzio. Vergogna all'umanità se non parla di fronte a queste immagini chiare e crude di massacro umano.
Guai alla "comunità internazionale" e alle Nazioni Unite che vedono il fiume di sangue e la montagna di cadaveri di innocenti e tuttavia scelgono di restare in silenzio.
Vergogna ai governanti del "mondo islamico", che non hanno nemmeno la forza dimostrata dai 50 leader di governo che si sono presi per mano e hanno marciato per protestare contro la rivista blasfema Charlie Hebdo. Non hanno il coraggio di difendere l'onore dell'umanità o la dignità dei musulmani palestinesi. Come cadaveri, sono caduti in un silenzio di tomba di fronte alla ferocia organizzata dei sionisti. E guai a noi...
Guai a noi se assistiamo a questo caos e restiamo in silenzio, come tutti gli vergognosi personaggi della storia odierna, i cui nomi sono sbiaditi e sono diventati fonte di vergogna per l'umanità.
Noi, persone attive nel campo della cultura e dei media in Iran, non possiamo più tollerare di assistere alla dolorosa situazione dei musulmani nella Striscia di Gaza. Con gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di rabbia contro il nemico sionista, tendiamo la mano in segno di solidarietà a chiunque su questo pianeta si consideri un "essere umano"...
Sorelle! Fratelli! Padri! Madri! Cari cittadini! Dobbiamo alzare la voce per esprimere con tutte le nostre forze la sofferenza di Gaza. Dobbiamo essere le voci della Palestina e trasformare il mondo in un campo di battaglia contro il genocidio sionista perpetrato dalla brutale macchina di morte israeliana. Oggi, il regime sionista si serve dell'oppressivo governo statunitense per alimentare il fuoco nella regione dell'Asia occidentale. Non solo agisce per conto di quel governo, che è contrario ai diritti umani, ma cerca anche di fungere da rappresentante di Satana sulla Terra. Con questo genocidio selvaggio, sta incendiando non solo la Striscia di Gaza, ma l'intero pianeta dell'"umanità".
Oggi, Gaza è in prima linea nella battaglia dell'umanità contro Satana. Imploranti e supplichevoli, rivolgiamo un appello a tutti coloro che sentono ancora battere un cuore puro nel petto, affinché si uniscano e "facciano qualcosa" per il popolo oppresso di Gaza. Non dobbiamo rimanere in silenzio. Questo è il minimo che possiamo fare.
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15.04.202509:12
Cosa è successo sabato in Oman? Alcuni dettagli sui colloqui indiretti tra Iran e Stati Uniti (seconda parte)
Gli europei stanno anche valutando ulteriori misure per esercitare pressione sull'Iran, tra cui la designazione del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica come entità terroristica. Secondo quanto appreso dal Tehran Times, stanno attualmente cercando il sostegno dei singoli Stati membri prima di sottoporre la proposta al Parlamento europeo.
Inoltre, l'E3 sta pianificando di lanciare campagne di propaganda per creare una frattura tra Iran, Russia e Cina, nella convinzione che, con il potenziale risentimento dei due maggiori alleati dell'Iran, il Paese avrebbe maggiori ostacoli nel raggiungere un accordo con gli Stati Uniti.
Cosa aspettarsi
Sebbene i colloqui indiretti con l'Oman abbiano dato nuova linfa alla diplomazia, il futuro rimane ancora incerto. L'Iran, in particolare, fa fatica a fidarsi nuovamente degli Stati Uniti dopo l'abbandono del JCPOA da parte di Washington.
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Gli europei stanno anche valutando ulteriori misure per esercitare pressione sull'Iran, tra cui la designazione del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica come entità terroristica. Secondo quanto appreso dal Tehran Times, stanno attualmente cercando il sostegno dei singoli Stati membri prima di sottoporre la proposta al Parlamento europeo.
Inoltre, l'E3 sta pianificando di lanciare campagne di propaganda per creare una frattura tra Iran, Russia e Cina, nella convinzione che, con il potenziale risentimento dei due maggiori alleati dell'Iran, il Paese avrebbe maggiori ostacoli nel raggiungere un accordo con gli Stati Uniti.
Cosa aspettarsi
Sebbene i colloqui indiretti con l'Oman abbiano dato nuova linfa alla diplomazia, il futuro rimane ancora incerto. L'Iran, in particolare, fa fatica a fidarsi nuovamente degli Stati Uniti dopo l'abbandono del JCPOA da parte di Washington.
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15.04.202509:10
Cosa è successo sabato in Oman? Alcuni dettagli sui colloqui indiretti tra Iran e Stati Uniti (prima parte)
L'Iran e gli Stati Uniti si sono incontrati sabato in Oman in modo indiretto, mentre le tensioni tra i due Paesi rimanevano latenti e la parte iraniana si avvicinava ai colloqui con cautela e profonda diffidenza. Il Tehran Times ha ottenuto nuove informazioni su quanto accaduto quel giorno e sulla possibilità di ottenere risultati concreti dal primo importante incontro tra i due Stati dopo diversi mesi.
I colloqui sono iniziati intorno alle 15:00 ora locale presso la residenza del Ministro degli Esteri dell’Oman Badr bin Hamad Albusaidi, che ha svolto il ruolo di intermediario. Da parte iraniana, Seyyed Abbas Araghchi e da parte americana, l'inviato speciale del presidente Steve Witkoff, erano presenti presso l'abitazione del diplomatico. Sono stati scambiati meno di 10 messaggi scritti, con Araghchi che ha consegnato il primo.
I due funzionari che accompagnavano le delegazioni hanno soggiornato nei rispettivi hotel. Witkoff, arrivato in Oman con due persone al seguito, una delle quali un esperto nucleare, ha scambiato i saluti con Araghchi mentre i due lasciavano le loro stanze al termine della sessione.
Ciò che è stato detto
Nei suoi messaggi, Araghchi ha dichiarato che l'Iran non sta partecipando ai colloqui indiretti per mettersi in mostra. L'obiettivo principale di Teheran è valutare la sincerità della parte statunitense e determinare la fattibilità di raggiungere un accordo, ha detto a Witkoff.
Araghchi ha sottolineato che l'Iran desidera un accordo vantaggioso per tutti. Non accetterebbe, in nessuna circostanza, di smantellare il suo programma nucleare. Tuttavia, ha affermato che il Paese sarebbe disposto ad adottare misure per fornire garanzie contro la militarizzazione delle sue attività nucleari. L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) sarebbe l'unica entità esterna autorizzata ad accedere ai siti nucleari iraniani.
Ciò che Teheran vuole in cambio è la rimozione delle sanzioni su diversi settori. Una volta rimosse, gli Stati Uniti non potranno ripristinarle con altri pretesti.
Araghchi ha inoltre dichiarato che è necessario un quadro generale di accordo per la prosecuzione dei colloqui. Se gli Stati Uniti dovessero opporsi al quadro proposto dall'Iran durante la sessione iniziale, dovrebbero presentare una propria alternativa da sottoporre alla valutazione dell'Iran.
Witkoff, da parte sua, ha riconosciuto la necessità di Washington di fare delle concessioni. Non ha menzionato il potenziale smantellamento del programma nucleare iraniano, né ha fatto riferimento all'accordo originale, il JCPOA, da cui l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è ritirato nel 2018.
Cosa succede in disparte
Un importante sviluppo rivelato al The Tehran Times suggerisce che gli Stati europei potrebbero tentare di sabotare i colloqui, poiché ritengono di dovervi partecipare.
Germania, Gran Bretagna e Francia sostengono che, essendo le uniche parti in grado o intenzionate ad attivare il meccanismo di snapback (in scadenza a metà ottobre e concepito per ripristinare le sanzioni ONU contro l'Iran pre-JCPOA), non dovrebbero essere tenute all'oscuro. Di conseguenza, stanno cercando di coinvolgere in qualche modo il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nei negoziati, in modo da poterne influenzare il processo.
L'Iran, tuttavia, ha detto sabato agli Stati Uniti che spetterà a Washington assicurarsi che lo snapback non venga attivato.
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L'Iran e gli Stati Uniti si sono incontrati sabato in Oman in modo indiretto, mentre le tensioni tra i due Paesi rimanevano latenti e la parte iraniana si avvicinava ai colloqui con cautela e profonda diffidenza. Il Tehran Times ha ottenuto nuove informazioni su quanto accaduto quel giorno e sulla possibilità di ottenere risultati concreti dal primo importante incontro tra i due Stati dopo diversi mesi.
I colloqui sono iniziati intorno alle 15:00 ora locale presso la residenza del Ministro degli Esteri dell’Oman Badr bin Hamad Albusaidi, che ha svolto il ruolo di intermediario. Da parte iraniana, Seyyed Abbas Araghchi e da parte americana, l'inviato speciale del presidente Steve Witkoff, erano presenti presso l'abitazione del diplomatico. Sono stati scambiati meno di 10 messaggi scritti, con Araghchi che ha consegnato il primo.
I due funzionari che accompagnavano le delegazioni hanno soggiornato nei rispettivi hotel. Witkoff, arrivato in Oman con due persone al seguito, una delle quali un esperto nucleare, ha scambiato i saluti con Araghchi mentre i due lasciavano le loro stanze al termine della sessione.
Ciò che è stato detto
Nei suoi messaggi, Araghchi ha dichiarato che l'Iran non sta partecipando ai colloqui indiretti per mettersi in mostra. L'obiettivo principale di Teheran è valutare la sincerità della parte statunitense e determinare la fattibilità di raggiungere un accordo, ha detto a Witkoff.
Araghchi ha sottolineato che l'Iran desidera un accordo vantaggioso per tutti. Non accetterebbe, in nessuna circostanza, di smantellare il suo programma nucleare. Tuttavia, ha affermato che il Paese sarebbe disposto ad adottare misure per fornire garanzie contro la militarizzazione delle sue attività nucleari. L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) sarebbe l'unica entità esterna autorizzata ad accedere ai siti nucleari iraniani.
Ciò che Teheran vuole in cambio è la rimozione delle sanzioni su diversi settori. Una volta rimosse, gli Stati Uniti non potranno ripristinarle con altri pretesti.
Araghchi ha inoltre dichiarato che è necessario un quadro generale di accordo per la prosecuzione dei colloqui. Se gli Stati Uniti dovessero opporsi al quadro proposto dall'Iran durante la sessione iniziale, dovrebbero presentare una propria alternativa da sottoporre alla valutazione dell'Iran.
Witkoff, da parte sua, ha riconosciuto la necessità di Washington di fare delle concessioni. Non ha menzionato il potenziale smantellamento del programma nucleare iraniano, né ha fatto riferimento all'accordo originale, il JCPOA, da cui l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è ritirato nel 2018.
Cosa succede in disparte
Un importante sviluppo rivelato al The Tehran Times suggerisce che gli Stati europei potrebbero tentare di sabotare i colloqui, poiché ritengono di dovervi partecipare.
Germania, Gran Bretagna e Francia sostengono che, essendo le uniche parti in grado o intenzionate ad attivare il meccanismo di snapback (in scadenza a metà ottobre e concepito per ripristinare le sanzioni ONU contro l'Iran pre-JCPOA), non dovrebbero essere tenute all'oscuro. Di conseguenza, stanno cercando di coinvolgere in qualche modo il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nei negoziati, in modo da poterne influenzare il processo.
L'Iran, tuttavia, ha detto sabato agli Stati Uniti che spetterà a Washington assicurarsi che lo snapback non venga attivato.
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15.04.202508:40
Un dirigente di Hamas ha dichiarato all’emittente "al-Jazeera":
• La nostra delegazione negoziale è rimasta sorpresa dal fatto che la proposta presentata dall'Egitto includesse un testo esplicito riguardante il disarmo della Resistenza.
• L'Egitto ci ha informato che non ci sarà alcun accordo per cessare la guerra senza negoziare il disarmo della Resistenza.
• Hamas ha informato l'Egitto che discutere la questione delle armi della Resistenza è del tutto inaccettabile.
(Nella foto, l’unico momento in cui Hamas depone le armi)
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• La nostra delegazione negoziale è rimasta sorpresa dal fatto che la proposta presentata dall'Egitto includesse un testo esplicito riguardante il disarmo della Resistenza.
• L'Egitto ci ha informato che non ci sarà alcun accordo per cessare la guerra senza negoziare il disarmo della Resistenza.
• Hamas ha informato l'Egitto che discutere la questione delle armi della Resistenza è del tutto inaccettabile.
(Nella foto, l’unico momento in cui Hamas depone le armi)
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15.04.202507:52
L'inviato di Trump, Witkoff, ha confermato che Trump non persegue più la "completa denuclearizzazione" dell'Iran né lo "smantellamento del suo programma nucleare".
Parlando a Fox News, Witkoff ha detto che l'Iran non deve sviluppare armi nucleari, sottolineando la necessità della diplomazia di limitare l'arricchimento dell'uranio al 3,67%.
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Parlando a Fox News, Witkoff ha detto che l'Iran non deve sviluppare armi nucleari, sottolineando la necessità della diplomazia di limitare l'arricchimento dell'uranio al 3,67%.
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15.04.202507:50
La domenica delle Palme celebrata dalla comunità cristiana iraniana a Teheran.
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14.04.202520:10
A un anno dall’Operazione “Promessa Veritiera 1”
Le rovine delle basi aeree israeliane di Nevatim e Ramon, bruciate dopo essere state colpite dai missili iraniani durante l'Operazione "Promessa Veritiera 1”, proprio un anno fa.
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Le rovine delle basi aeree israeliane di Nevatim e Ramon, bruciate dopo essere state colpite dai missili iraniani durante l'Operazione "Promessa Veritiera 1”, proprio un anno fa.
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10.04.202523:43
Una foto inedita di Seyyed Hassan Nasrallah insieme a diversi comandanti dei Guardiani della Rivoluzione Islamica iraniana.
Tra questi il martire Soleimani, il martire Zahedi, il Generale Salami (il comandante dei Pasdaran), il Generale Fadavi (il vice-comandante dei Pasdaran), il Generale Qaani (successore di Soleimani alla guida della Forza Qods) e il Generale Hajizadeh (comandante delle Forze aerospaziali).
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Tra questi il martire Soleimani, il martire Zahedi, il Generale Salami (il comandante dei Pasdaran), il Generale Fadavi (il vice-comandante dei Pasdaran), il Generale Qaani (successore di Soleimani alla guida della Forza Qods) e il Generale Hajizadeh (comandante delle Forze aerospaziali).
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