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Ogni anno, quando aprile volge alla fine e il vento di primavera impolvera le strade, la rumorosa celebrazione del 25 Aprile ci strappa dagli abituali pensieri per richiamare alla nostra coscienza la tragica fine della guerra. Il crollo politico e spirituale dell’Italia e dell’Europa. In verità nessuna occasione è più propizia per consentirci di valutare adeguatamente l’entità morale della catastrofe: le bandiere alle finestre per celebrare una sconfitta militare, il giubilo concorde del partito russo e di quello americano che, alla distanza di tanti anni, continuano a rappresentare gli interessi dei loro padroni contro l’interesse nazionale europeo; l’apologia e la celebrazione del 25 Aprile ci strappano dagli abituali pensieri e ci portano a quelli del massacro, dell’odio civile e della detronizzazione dell’Europa. Con questa tragedia il tramonto dell’Occidente, profetizzato da Spengler nel 1917, diviene una schiacciante, evidente realtà.

Le ultime ore dell’Europa - Adriano Romualdi
«Saccheggiavano in ogni modo, rubavano tutto ciò che si poteva rubare. Quando un tedesco aveva una sola stufa, gliela portavano via; quando un contadino aveva un solo cavallo, glielo portavano via. Tutti i macchinari che avrebbero potuto contribuire alla ricostruzione di questo paese orribilmente e inutilmente distrutto furono ammucchiati sulle rive dei canali con il pretesto che ciò che viene utilizzato per fare il cemento un giorno potrà essere utilizzato per costruire carri armati. Ciò che non avevano fatto le bombe, lo fecero l'odio freddo, la stupidità e il gusto di distruggere per il gusto di distruggere. La Germania fu strappata all'Europa come si strappa un occhio a uno schiavo prigioniero: e il vincitore si divertì a passarsi le dita nell'orbita per assicurarsi che la ferita non si rimarginasse mai».

Maurice Bardèche racconta il dopoguerra del secondo conflitto mondiale nella Germania “liberata” e “democratica”.
Quando l'ultima guerra mondiale finì, ormai molti anni fa, era più facile esprimere liberamente la propria opinione e dire ciò che si pensava. Oggi l'atmosfera è densa, le ombre soffocano, le catene imposte dai vincitori si moltiplicano e la verità, o la luce, sono ormai sparite. Oggi nessuno osa dire quello che ancora era possibile dire e vedere fino a cinque anni dalla conclusione di quella enorme catastrofe. I giovani nati nel frattempo sono spiriti deboli, massificati, resi insignificanti dal martellamento continuo della propaganda pedagogica, instupiditi dall'informazione mediatizzata e dalla droga, da un finale senza grandezza, senza la luce degli Dèi. Scrivo ormai solo per gli ex combattenti miei camerati, prigionieri e torturati in tutti i Caucaso del mondo.

Miguel Serrano
Gli Stati che si dicono democratici per avversione ai nuovi Stati totalitari dimostratisi via via sempre più incomodi o pericolosi, hanno trovato il modo di rintuzzare ogni velleità liberalesca individualistica con la forza stritolatrice dei raggruppamenti economici. La libertà in codesti paesi è a terra, e non può aver salvezza se non nell'assetto corporativo; ossia nell'idea che il Fascismo, primo, proclamò in ltalia.

Giovanni Gentile
Secondo me c'è un criterio inconfutabile per giudicare la salute intellettuale e morale di un individuo: è il giudizio che egli dà dell'America, sia così come esiste, lì, dall'altra parte dell'oceano, sia cosi come si manifesta tra le nostre mura e nel resto del pianeta.

Jean Cau
«L’esistenza di esagerati patrimoni e di povertà permanenti, costituisce la vergogna del sistema liberale e democratico, e non può ripetersi in un ordine che ha per motivo fondamentale la giustizia per tutti. Le grossissime ricchezze personali sono anormalità nei rapporti economici e non si possono considerare quale misura della differenza di capacità. L’astuzia truffaldina, e l’abilità speculativa non sono valori personali che il “nuovo ordine” possa riconoscere».

Articolo di Giuseppe Solaro (che siede in prima fila nel paradiso degli Eroi d’Italia) su “libro e moschetto” del 27 giugno 1942
Non ritrovo più i miei Italiani, gli Italiani miei concittadini, figli dell'Italia che noi conosciamo ed amiamo. Se mai, rinascono dalle tombe gli Italiani delle fazioni, dei guelfi e dei ghibellini, impotenti e indifferenti di fronte agli stranieri ma ferocissimi a scannarsi e depredarsi gli uni gli altri, frenetici a cacciarsi l'un l'altro di seggio per prender il posto che l'altro occupava. Io mi vengo ogni giorno staccando da questi Italiani, divengo indifferente alla sorte loro e dell'Italia. Si sente in questi momenti che cosa è la patria: la patria sono gli uomini che la abitano; e se questi ti diventano estranei o nemici, anche la patria se ne va, svanisce dai tuoi occhi, si confonde con quegli uomini. Forse, col tempo, ritroverò, sotto i ciottoli e la melma che ora la ricopre, la mia terra, quella che mi ha nutrito, fatta di indistruttibili elementi ideali, diversa dalle effimere ondate umane che di volta in volta la contaminano e par che la snaturino.

Lettere dall’Italia perduta - Gioacchino Volpe
Noi ci credevamo per la Patria, l’Imperatore era il nostro Dio”. Chiedo: sarebbe possibile avere, se proprio obbligati, solo immigrati così? Preferenza accordata a quelli, come Kenjiro Azuma, che hanno abbattuto aerei americani e navi inglesi in guerra. Grazie.
La guerra agli Stati Uniti andrebbe fatta e sarebbe già pienamente giustificata solo per prendersi questa qui come “bottino di guerra”. E poi per le altre ragioni fondamentali per l’Italia: politiche, economiche, sociali, ecc.
Vergogna della Specie, simbolo di un'umanità esangue, senza passioni né convinzioni, inidonea all'Assoluto, sprovvista d'avvenire, limitata sotto ogni aspetto, incapace di elevarsi a quell'alta saggezza, secondo cui oggetto di una disputa non può essere che la polverizzazione del contraddittore: così giudicavo io il sistema parlamentare. E invece i sistemi che lo volevano eliminare per soppiantarlo mi sembravano belli senza eccezione.

Storia e utopia - Emil Cioran
“Nei due partiti americani non si trova alcuna traccia di una qualsivoglia fondamentale differenza tra i punti di vista relativi alle questioni politiche più importanti”.

Werner Sombart in “perché negli Stati Uniti non c’è il socialismo” (1906) aveva già colto più di un secolo fa ciò che ancora non è chiaro alle masse caprine dell’Europa attuale. È disgustoso vedere tanto i dem del continente - fino a ieri a pecorina davanti gli USA - riscoprirsi antiamericani per via di Trump e Musk quanto le destre europee cercare di compiacere il padrone per aver un posto in prima fila tra la servitù. Stomachevoli.
Volete intendere il fascismo? Guardate i nemici che egli ha combattuti e che, s’intende, dovrà continuare a combattere anche dopo averli uccisi, perché essi rinasceranno.

Fascismo e cultura - Giovanni Gentile
I popoli muoiono, sia pure dolcemente se, dimenticando le proprie radici, si fanno «altro»: si buttano nel grembo della Potenza-madre dicendole: «Fai tu la storia, anche per me; commetti pure le più turpi porcherie, le infamie più ignobili, io non protesterò, sarò sempre al tuo fianco. Mi sacrificherò per te, Occidente! Io non ho più storia, non ho più memoria, non so più chi sono.

Beppe Niccolai

(Foto: bombardamento americano in Iraq al fosforo bianco, anno 2004)
«Ora è più decisivo scorgere la grande minaccia che il bolscevismo e l'americanismo si riuniscano in una unica forma essenziale e che, forti di questa unità, distruggano il carattere tedesco come centro dell'Occidente stesso».

Carteggio, Martin Heidegger a suo fratello Fritz (29 gennaio 1943)
Il popolo palestinese sotto occupazione militare viene universalmente accusato di essere la culla del terrorismo islamico, in particolare quello suicida, e con ciò si dimentica fra l'altro che i primi atti terroristici in Palestina sono stati compiuti da organizzazioni ebraiche, come la banda Stern, guidata da Shamir, e come la banda Irgun, comandata da Begin, celebre per la strage di Deir Yassin.

Terrorismo umanitario - Danilo Zolo
“La seconda guerra mondiale è nata dall’urto di due concezioni, di due ordini economici, di due morali, di due modi antitetici di sentire i doveri e i diritti dell’individuo nel rapporto con le collettività famigliari, nazionali e mondiali”.

Quando Nicola Bombacci sembra Pound
Occorre amare la vita. Talvolta, nelle ore di stanchezza e di disgusto, si sta quasi per dubitare di essa. Occorre ritornare padroni di sé, rettificarsi. Troppi uomini sono vili? Ma, accanto a coloro la cui viltà è una bestemmia alla vita,
vi sono tutti coloro - li si scorga o meno - i quali salvano il mondo e l'onore del vivere.

Militia - Léon Degrelle

(Foto: I ragazzi romani di CriminiDem)
Kompagni e liberali dicono che sei nata di 17 marzo 1861 perché, rivelando una volta di più la loro natura asinina, confondono Stato, Patria e Nazione. Ma se così fosse, come avrebbe potuto Enea tramite Virgilio già cercarti per il ritorno a Casa, e Petrarca cantarti, Dante sognarti e Leopardi rimpiangerti? Tu ci hai donato la vita col tuo sangue e Noi qui giuriamo sulle nostre ossa che ogni nostra azione sarà sempre votata alla tua grandezza, a restituirti gloria e onore perché l’unico ruolo che meriti, come madre della civiltà, non è l’odierno di semplice comparsa ma quello di principale protagonista della storia. Ieri, oggi domani e per sempre - Italia.
Paradigma esemplare di come funziona lo Stato italiano dalla sua fondazione (1861) - tolti quei famosi vent’anni che non a caso sono demonizzati giorno e notte senza interruzione dal 1946 - con gli inglesi che mangiano a quattro ganasce sopra la pelle degli italiani. E non è neppure coincidenza che a darci la notizia del banchetto sia l’agenzia di stampa ufficiale degli albionici in Italia (vedi storia della fondazione di ANSA). Al 99% dei connazionali va bene così, perché gli è stato promesso (vatti a fidare) di raccogliere le briciole che cadranno dal tavolo. Noi siamo gli altri, l’1% che resta, quelli che Leopardi avrebbe definito “furiosamente disperati”, e per questo unici in grado di generare frutti e prospettive future differenti.
Ho passato la giornata a comprare fiammiferi, sigarette e francobolli. La tabaccaia qui vicino è graziosa. In camera mia ho già più di trenta scatole di fiammiferi e francobolli per quaranta anni. Malinconico bilancio di otto giorni d’amore.
È affascinante una tabaccheria. Il banco è bello come un trono. Ci si sente lontanissimi e piccoli. Con un fremito ci si sente dire: “Quaranta centesimi…”. Ognuno raccoglie le parole d’amore che può.

SaintEx
L’industriale italiano, schiavista sino al midollo, vuole esportare a spese del saggio di acquisto del salario. Vuole esportare a spese del risparmio privato. Esige esenzioni doganali da applicarsi alla provvista delle materie prime. Esige premi di esportazione. Esige tutto. Non dà molto. Riceve troppo. È l’alleato dei percettori di imposte, dei finanzieri di grosso calibro. L’industriale italiano crede di appartenere a un pianeta diverso da quello da noi abitato. Non si adatta al nostro linguaggio. Non accetta il nostro lessico. Respinge la nostra legge. Pretende il controllo totale dell’economia nazionale. Occorrerà pensare a togliergli potere.

Taccuini mussoliniani - Yvon De Begnac
Una vera élite non può essere che spirituale e intellettuale. Per questo, la democrazia e il collettivismo possono instaurarsi solo là dove la pura intellettualità non esiste più.

Gerarchia e democrazia - Julius Evola e Rene Guénon
Il liberalismo nasconde la sua economia nefasta sotto due pretesti: libertà della parola (parlata/stampata) e libertà della persona (habeas corpus). Domandate in India come sono rispettati questi pretesti.

Lavoro e usura - Ezra Pound

(Foto: carestia del Bengala, 1943)
Fin da bambino ho sempre subito la fascinazione di questo quartiere e non per una semplice questione artistica, che già basterebbe a renderlo immortale, bensì perché la costruzione iniziata nel 1937 non fu mai portata al termine, proprio come la nostra rivoluzione in Italia e in Europa. L’Eur è un sogno infranto e io di questo sogno finito troppo presto sono figlio: per questo malinconia e nostalgia mi accompagnano in ogni giorno della vita.
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