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All'Elefante Nero
Spunti estemporanei per la disalienazione dall'antisocietà contemporanea
TGlist रेटिंग
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प्रकारसार्वजनिक
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असत्यापितविश्वसनीयता
अविश्वसनीयस्थान
भाषाअन्य
चैनल निर्माण की तिथिГруд 20, 2022
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Серп 24, 2024संलग्न समूह

L'Angolo Nero
13
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17.04.202523:59
2.2Kसदस्य22.08.202423:59
0उद्धरण सूचकांक25.03.202523:59
823प्रति पोस्ट औसत दृश्य25.11.202423:59
1.2Kप्रति विज्ञापन पोस्ट औसत दृश्य07.02.202523:59
9.01%ER25.03.202523:59
37.02%ERR

27.03.202508:04
Il silenzio praticato con cognizione di causa è padre della preghiera, affrancamento dalla schiavitù, custodia del fuoco, sentinella dei pensieri.
- Giovanni Climaco, La scala del paradiso
- Giovanni Climaco, La scala del paradiso


10.04.202519:03
Cela te stesso con maschere e con trucchi,
stringi gli occhi come chi vede male,
che dal tuo volto mai si distingua
dove sono il tuo essere, il tuo crollo.
Ultime luci, lungo bui giardini,
il cielo un rovinio di notti e incendi –
celati: dove lacrimi o resisti,
la carne ove ciò si compie non si veda.
Le scissioni, la crepa ed i passaggi,
il nocciolo dentro cui vieni annientato
celali, come se i tuoi canti di lontano
venissero da una gondola vicina.
- Gottfried Benn
stringi gli occhi come chi vede male,
che dal tuo volto mai si distingua
dove sono il tuo essere, il tuo crollo.
Ultime luci, lungo bui giardini,
il cielo un rovinio di notti e incendi –
celati: dove lacrimi o resisti,
la carne ove ciò si compie non si veda.
Le scissioni, la crepa ed i passaggi,
il nocciolo dentro cui vieni annientato
celali, come se i tuoi canti di lontano
venissero da una gondola vicina.
- Gottfried Benn


03.04.202512:04
Cantico dei Cantici IV
- Marc Chagall, 1958; Museo Chagall, Nizza
- Marc Chagall, 1958; Museo Chagall, Nizza


07.04.202512:03
🇮🇹 Militari del Reggimento San Marco "Battaglione Bafile", Primavera 1943, Tunisia.


03.04.202507:05
È insito nell'anima l'odio della falsità; ma ogni odio nasce dall'amore, perciò è molto più radicato nell'anima l'amore della verità e specialmente di quella verità per la quale l'anima è stata fatta.
- San Bonaventura da Bagnoregio
- San Bonaventura da Bagnoregio


05.04.202513:23
Qualche volta, piano piano,
quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti
e si riempie di silenzio
e non c’è piú posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa
una dolcezza intorno
come una perla
intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo
un nome amato
per comporre la sua figura;
allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca,
e il nome amato un pane caldo, spezzato.
- Pierluigi Cappello, Mandate a dire all’Imperatore
quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti
e si riempie di silenzio
e non c’è piú posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa
una dolcezza intorno
come una perla
intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo
un nome amato
per comporre la sua figura;
allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca,
e il nome amato un pane caldo, spezzato.
- Pierluigi Cappello, Mandate a dire all’Imperatore


30.03.202512:03
🇯🇵 L'asso dell'aria giapponese Takeo Tanimizu, venticinquenne, in posa accanto al suo caccia Mitsubishi Zero nel Giugno del 1945. Con 32 aerei statunitensi abbattuti Tanimizu è probabilmente il più letale pilota militare della storia giapponese.


16.04.202509:02
LA VIA DI UN PELLEGRINO
- Anonimo russo, Adelphi, Milano (1972)
L’Anonimo russo che racconta le sue vicende in questo libro è uno strannik – un contadino che, fisicamente inadatto alla vita dei campi e spinto da un forte impulso religioso, abbandona il suo paese e si dà a una perpetua vita errante. Centro di essa sarà la sua scoperta della preghiera esicastica. Solitario per le strade della Russia, accompagnato soltanto da un libro che determinerà tutta la sua esistenza, con un tozzo di pane secco e il suo prezioso salvacondotto, l’Anonimo russo ritrova, brancolando, testardo nel suo desiderio, una via mistica che ha una tradizione immensa e antica, vero segreto della Chiesa d’Oriente. Si tratta appunto della preghiera esicastica, cioè di una certa pratica della ’preghiera interiore ininterrotta’ illustrata nel libro che il pellegrino porta con sé, la Filocalia, vasta raccolta di testi mistici che va dai primi Padri del Deserto ad alcuni grandi teologi bizantini. Tale preghiera, fondata su una sottile teoria della respirazione e della «custodia del cuore», è l’unica pratica occidentale che si possa confrontare con lo yoga indù – un Oriente occultato, che il mondo slavo ha per secoli nutrito in sé. Senza ausili di cultura e senza il controllo costante di un maestro, l’Anonimo sperimenta su se stesso, passando per tutti gli stadi, dalla desolazione al rapimento, il potere sconvolgente della semplicissima «preghiera di Gesù». Tutta la sua vita ne è progressivamente trasformata e la testimonianza che egli ne ha lasciato nella Via di un pellegrino ci appare come uno dei più ricchi «viaggi mistici» che conosciamo. Alla straordinaria immediatezza e precisione nel descrivere le proprie esperienze nel regno della preghiera esicastica, l’Anonimo unisce poi una naturale freschezza di narratore: come un inconsapevole Gogol’, egli ci rivela i tratti della perduta vita popolare e provinciale russa attorno alla metà dell’Ottocento, di cui egli stesso è uno dei personaggi, un innocente che sa aprire a una a una le porte di un sapere prodigiosamente intatto.
#ConsigliDiLettura
- Anonimo russo, Adelphi, Milano (1972)
L’Anonimo russo che racconta le sue vicende in questo libro è uno strannik – un contadino che, fisicamente inadatto alla vita dei campi e spinto da un forte impulso religioso, abbandona il suo paese e si dà a una perpetua vita errante. Centro di essa sarà la sua scoperta della preghiera esicastica. Solitario per le strade della Russia, accompagnato soltanto da un libro che determinerà tutta la sua esistenza, con un tozzo di pane secco e il suo prezioso salvacondotto, l’Anonimo russo ritrova, brancolando, testardo nel suo desiderio, una via mistica che ha una tradizione immensa e antica, vero segreto della Chiesa d’Oriente. Si tratta appunto della preghiera esicastica, cioè di una certa pratica della ’preghiera interiore ininterrotta’ illustrata nel libro che il pellegrino porta con sé, la Filocalia, vasta raccolta di testi mistici che va dai primi Padri del Deserto ad alcuni grandi teologi bizantini. Tale preghiera, fondata su una sottile teoria della respirazione e della «custodia del cuore», è l’unica pratica occidentale che si possa confrontare con lo yoga indù – un Oriente occultato, che il mondo slavo ha per secoli nutrito in sé. Senza ausili di cultura e senza il controllo costante di un maestro, l’Anonimo sperimenta su se stesso, passando per tutti gli stadi, dalla desolazione al rapimento, il potere sconvolgente della semplicissima «preghiera di Gesù». Tutta la sua vita ne è progressivamente trasformata e la testimonianza che egli ne ha lasciato nella Via di un pellegrino ci appare come uno dei più ricchi «viaggi mistici» che conosciamo. Alla straordinaria immediatezza e precisione nel descrivere le proprie esperienze nel regno della preghiera esicastica, l’Anonimo unisce poi una naturale freschezza di narratore: come un inconsapevole Gogol’, egli ci rivela i tratti della perduta vita popolare e provinciale russa attorno alla metà dell’Ottocento, di cui egli stesso è uno dei personaggi, un innocente che sa aprire a una a una le porte di un sapere prodigiosamente intatto.
#ConsigliDiLettura


28.03.202520:03
La notte è lunga a chi non può dormire, | ma ancora è breve a chi contento giace.
- Poliziano
- Poliziano
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04.04.202507:04
Lo splendore delle parole... esiste una cosa simile? | Lo splendore delle stelle, lo splendore delle nuvole – | Tutto ho adorato e adoro... Ma se | Mi dicessero: ecco, lo splendore delle parole – | Risponderei, senza timore di rivelarmi, | Che persino il beato splendore della santità | Sarei pronto a sacrificare per esso... | Tutto per uno sfavillio di parole! || Lo splendore delle parole? Oh, ripetilo ancora | Mio fragile essere umano – poeta, | Cosa posso dire io dello splendore della Parola? | Che sulla terra non esistono altri splendori.
- Zinaida Nikolaevna Gippius
- Zinaida Nikolaevna Gippius


27.03.202513:04
Il funambolo austro-ungarico Arthur Strohschneider, detto "Il sovrano dell'aria", si esibisce a Modena, nel 1910, camminando senza protezioni su una fune tesa tra il Duomo e il vecchio Palazzo di Giustizia. Strohschneider fu uno dei più celebri acrobati della sua epoca e fu particolarmente popolare in Italia, dove si esibì in una moltitudine di città e paesi da Nord a Sud.


05.04.202509:03
LEZIONI. 1932 - 1935
- Ludwig Wittgenstein, Adelphi, Milano (2025)
Queste lezioni – qui pubblicate in italiano per la prima volta sulla base degli appunti di Alice Ambrose e Margaret Macdonald – sono essenziali per comprendere l’evoluzione delle idee di Wittgenstein, in particolare la lenta transizione dalla visione logicizzante del linguaggio che permeava il Tractatus a quella pragmatico-antropologica che dominerà le Ricerche filosofiche. La vivida testimonianza del suo pensiero in divenire, tuttavia, non esaurisce i motivi d’interesse di queste pagine, che ci offrono anche un punto di vista privilegiato su temi cruciali – e ancora oggi controversi – della filosofia del linguaggio novecentesca, come la critica dell’identificazione del significato di un’espressione linguistica con il suo riferimento, o il riconoscimento della dimensione intrinsecamente normativa della nozione di significato. Perno attorno al quale ruotano tutte le minuziose discussioni di Wittgenstein sono le sue convinzioni metafilosofiche: la concezione dell’origine e della natura dei problemi della filosofia, ricondotta alle confusioni che il linguaggio stesso genera; e l’individuazione degli obiettivi appropriati e dei metodi dell’analisi filosofica, radicalmente contrapposti a quelli delle scienze. Scopo della «buona» filosofia, ribadisce Wittgenstein ancora una volta, è infatti la chiarificazione dei pensieri – condizione necessaria non tanto per risolvere i tormentosi problemi della filosofia, quanto, più semplicemente, per dissolverli.
#ConsigliDiLettura
- Ludwig Wittgenstein, Adelphi, Milano (2025)
Queste lezioni – qui pubblicate in italiano per la prima volta sulla base degli appunti di Alice Ambrose e Margaret Macdonald – sono essenziali per comprendere l’evoluzione delle idee di Wittgenstein, in particolare la lenta transizione dalla visione logicizzante del linguaggio che permeava il Tractatus a quella pragmatico-antropologica che dominerà le Ricerche filosofiche. La vivida testimonianza del suo pensiero in divenire, tuttavia, non esaurisce i motivi d’interesse di queste pagine, che ci offrono anche un punto di vista privilegiato su temi cruciali – e ancora oggi controversi – della filosofia del linguaggio novecentesca, come la critica dell’identificazione del significato di un’espressione linguistica con il suo riferimento, o il riconoscimento della dimensione intrinsecamente normativa della nozione di significato. Perno attorno al quale ruotano tutte le minuziose discussioni di Wittgenstein sono le sue convinzioni metafilosofiche: la concezione dell’origine e della natura dei problemi della filosofia, ricondotta alle confusioni che il linguaggio stesso genera; e l’individuazione degli obiettivi appropriati e dei metodi dell’analisi filosofica, radicalmente contrapposti a quelli delle scienze. Scopo della «buona» filosofia, ribadisce Wittgenstein ancora una volta, è infatti la chiarificazione dei pensieri – condizione necessaria non tanto per risolvere i tormentosi problemi della filosofia, quanto, più semplicemente, per dissolverli.
#ConsigliDiLettura
20.04.202507:36
Nella giornata di ieri si è ripetuto ancora una volta, nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il miracolo del Fuoco Santo, forse il più noto dell'Ortodossia. Nel giorno del cosiddetto "Grande Sabato", ovvero il sabato precedente la Pasqua Ortodossa (che cade oggi), numerosi pellegrini si radunano in preghiera nei pressi del Santo Sepolcro della città santa delle tre religioni. In attesa dell'arrivo del patriarca di Gerusalemme l'atmosfera è confusionaria e festosa, mentre all'arrivo di questi ci si raccoglie nuovamente in preghiera.
Il patriarca armeno attende all'interno del tempietto (precedentemente sigillato) il "collega", che arriva munito di ceri, a quel punto entrambi i sacerdoti entrano all'interno, assieme ad un "testimone" di un'altra fede, che farà da garante alla miracolosità dell'evento (oggi tale ruolo è espletato da un poliziotto israeliano, un tempo da un gendarme musulmano ottomano). Ciò che avviene all'interno non è chiaro, ma secondo la tradizione il patriarca dei Gerusalemme si raccoglie in preghiera. In quel momento, e solo in quel momento, i ceri, miracolosamente, si accendono senza alcun intervento umano.
A questo punto i due patriarchi escono mostrando i ceri accesi scatenando il giubilo della folla. Il patriarca si allontana velocemente, consentendo però ai fedeli di accendere candele con il Fuoco Santo, il quale poi viene "passato" tra tutti gli astanti accendendo innumerevoli candele nel generale scampanio a festa.
Si tratta di uno dei miracoli più antichi della cristianità (sebbene i cattolici non lo riconoscano come tale), e ripropone in forma "ritualizzata" il miracolo spontaneamente accaduto nella Pasqua dell'anno 162, quando, regnante l'imperatore Marco Aurelio, le lampade della locale chiesa paleocristiana si accesero spontaneamente nonostante ripetuti tentativi di spegnerle, allorché l'allora vescovo Narciso dovette riconoscere la natura miracolosa dell'evento.
[in video: Miracolo del Fuoco Santo della Pasqua 2008]
Il patriarca armeno attende all'interno del tempietto (precedentemente sigillato) il "collega", che arriva munito di ceri, a quel punto entrambi i sacerdoti entrano all'interno, assieme ad un "testimone" di un'altra fede, che farà da garante alla miracolosità dell'evento (oggi tale ruolo è espletato da un poliziotto israeliano, un tempo da un gendarme musulmano ottomano). Ciò che avviene all'interno non è chiaro, ma secondo la tradizione il patriarca dei Gerusalemme si raccoglie in preghiera. In quel momento, e solo in quel momento, i ceri, miracolosamente, si accendono senza alcun intervento umano.
A questo punto i due patriarchi escono mostrando i ceri accesi scatenando il giubilo della folla. Il patriarca si allontana velocemente, consentendo però ai fedeli di accendere candele con il Fuoco Santo, il quale poi viene "passato" tra tutti gli astanti accendendo innumerevoli candele nel generale scampanio a festa.
Si tratta di uno dei miracoli più antichi della cristianità (sebbene i cattolici non lo riconoscano come tale), e ripropone in forma "ritualizzata" il miracolo spontaneamente accaduto nella Pasqua dell'anno 162, quando, regnante l'imperatore Marco Aurelio, le lampade della locale chiesa paleocristiana si accesero spontaneamente nonostante ripetuti tentativi di spegnerle, allorché l'allora vescovo Narciso dovette riconoscere la natura miracolosa dell'evento.
[in video: Miracolo del Fuoco Santo della Pasqua 2008]


25.03.202520:05
E nella notte nera il nulla
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì di madre, e il moto di una culla.
- Giovanni Pascoli, Myricae
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì di madre, e il moto di una culla.
- Giovanni Pascoli, Myricae
10.04.202521:03
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