Questa notte, all'improvviso, l'amico Francesco Benozzo è andato avanti.
Con lui perdiamo un grande artista e un raffinato uomo di lettere che ha ricoperto a Bologna la cattedra di Filologia Romanza che fu di Giovanni Pascoli e Giosuè Carducci.
Francesco non è stato solo un gigante artistico e intellettuale, ma anche un grande combattente per la causa della libertà a tutto tondo. Si pensi solo al fatto che tra i circa 5700 docenti e ricercatori in attivo all'università di Bologna, è stato l'unico ad avere il coraggio di contrastare apertamente la farsa pandemica e a non piegarsi mai all'infame cappio del Green pass.
E per questo suo gesto i piani alti gliel'hanno fatta pagare molto cara sino all'ottenimento delle sue dimissioni, atto più unico che raro in un ambiente notoriamente composto da scendiletto, dal suo ruolo di professore universitario.
In un mondo artistico-culturale contraddistinto in prevalenza da viltà e servilismo, la scomparsa di un vero Uomo come Francesco Benozzo lascia un vuoto incolmabile.