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02.04.202512:01
Aggiorniamola questa stron*ata che è invecchiata male..😏
07.04.202506:45
Tassa sul pollaio: anche le galline devono finanziare la transizione ecofiscale
In Francia hanno deciso che pure i polli devono contribuire al progresso. È arrivata la cosiddetta “tassa sul pollaio” – nome ufficiale: “tassa di sviluppo”, ma in sostanza è solo l’ennesima invenzione per spillare soldi anche agli allevatori domestici.
Funziona così: se il tuo pollaio supera i 5 m² di superficie e 1,80 metri di altezza (cioè è abbastanza grande da non sembrare una gabbia), scatta l’imposta. E mica si parla di briciole: da marzo 2025, il valore imponibile è salito a 930 €/m² fuori dall’Île-de-France e a 1.054 €/m² nella regione parigina. I pollai della capitale, evidentemente, devono avere parquet e riscaldamento a pavimento.
Poi c’è la mazzata finale: i comuni possono applicare un’aliquota tra l’1% e il 5%, ma in certe aree si arriva tranquillamente al 20%. Tradotto: se hai un pollaio di 10 m², in una zona “normale” con un tasso del 3%, ti partono 279 euro. Solo per il privilegio di far beccare due mais alle tue galline.
Naturalmente, il tutto viene venduto come un contributo per finanziare le “infrastrutture pubbliche” o per “proteggere gli spazi naturali”. In pratica: ti tassano per poi dirti che lo fanno per il tuo bene e per la natura – che, nel frattempo, sta morendo di burocrazia.
Morale della favola? Vuoi le uova? Paga. Vuoi la libertà? Dimenticala. E occhio al gallo: se canta fuori orario, il prossimo step è la multa per inquinamento acustico non autorizzato.
Tassa sul pollaio: anche le galline devono finanziare la transizione ecofiscale
In Francia hanno deciso che pure i polli devono contribuire al progresso. È arrivata la cosiddetta “tassa sul pollaio” – nome ufficiale: “tassa di sviluppo”, ma in sostanza è solo l’ennesima invenzione per spillare soldi anche agli allevatori domestici.
Funziona così: se il tuo pollaio supera i 5 m² di superficie e 1,80 metri di altezza (cioè è abbastanza grande da non sembrare una gabbia), scatta l’imposta. E mica si parla di briciole: da marzo 2025, il valore imponibile è salito a 930 €/m² fuori dall’Île-de-France e a 1.054 €/m² nella regione parigina. I pollai della capitale, evidentemente, devono avere parquet e riscaldamento a pavimento.
Poi c’è la mazzata finale: i comuni possono applicare un’aliquota tra l’1% e il 5%, ma in certe aree si arriva tranquillamente al 20%. Tradotto: se hai un pollaio di 10 m², in una zona “normale” con un tasso del 3%, ti partono 279 euro. Solo per il privilegio di far beccare due mais alle tue galline.
Naturalmente, il tutto viene venduto come un contributo per finanziare le “infrastrutture pubbliche” o per “proteggere gli spazi naturali”. In pratica: ti tassano per poi dirti che lo fanno per il tuo bene e per la natura – che, nel frattempo, sta morendo di burocrazia.
Morale della favola? Vuoi le uova? Paga. Vuoi la libertà? Dimenticala. E occhio al gallo: se canta fuori orario, il prossimo step è la multa per inquinamento acustico non autorizzato.
https://www.francesoir.fr/societe-economie/la-taxe-poulailler-peut-l-eviter
In Francia hanno deciso che pure i polli devono contribuire al progresso. È arrivata la cosiddetta “tassa sul pollaio” – nome ufficiale: “tassa di sviluppo”, ma in sostanza è solo l’ennesima invenzione per spillare soldi anche agli allevatori domestici.
Funziona così: se il tuo pollaio supera i 5 m² di superficie e 1,80 metri di altezza (cioè è abbastanza grande da non sembrare una gabbia), scatta l’imposta. E mica si parla di briciole: da marzo 2025, il valore imponibile è salito a 930 €/m² fuori dall’Île-de-France e a 1.054 €/m² nella regione parigina. I pollai della capitale, evidentemente, devono avere parquet e riscaldamento a pavimento.
Poi c’è la mazzata finale: i comuni possono applicare un’aliquota tra l’1% e il 5%, ma in certe aree si arriva tranquillamente al 20%. Tradotto: se hai un pollaio di 10 m², in una zona “normale” con un tasso del 3%, ti partono 279 euro. Solo per il privilegio di far beccare due mais alle tue galline.
Naturalmente, il tutto viene venduto come un contributo per finanziare le “infrastrutture pubbliche” o per “proteggere gli spazi naturali”. In pratica: ti tassano per poi dirti che lo fanno per il tuo bene e per la natura – che, nel frattempo, sta morendo di burocrazia.
Morale della favola? Vuoi le uova? Paga. Vuoi la libertà? Dimenticala. E occhio al gallo: se canta fuori orario, il prossimo step è la multa per inquinamento acustico non autorizzato.
Tassa sul pollaio: anche le galline devono finanziare la transizione ecofiscale
In Francia hanno deciso che pure i polli devono contribuire al progresso. È arrivata la cosiddetta “tassa sul pollaio” – nome ufficiale: “tassa di sviluppo”, ma in sostanza è solo l’ennesima invenzione per spillare soldi anche agli allevatori domestici.
Funziona così: se il tuo pollaio supera i 5 m² di superficie e 1,80 metri di altezza (cioè è abbastanza grande da non sembrare una gabbia), scatta l’imposta. E mica si parla di briciole: da marzo 2025, il valore imponibile è salito a 930 €/m² fuori dall’Île-de-France e a 1.054 €/m² nella regione parigina. I pollai della capitale, evidentemente, devono avere parquet e riscaldamento a pavimento.
Poi c’è la mazzata finale: i comuni possono applicare un’aliquota tra l’1% e il 5%, ma in certe aree si arriva tranquillamente al 20%. Tradotto: se hai un pollaio di 10 m², in una zona “normale” con un tasso del 3%, ti partono 279 euro. Solo per il privilegio di far beccare due mais alle tue galline.
Naturalmente, il tutto viene venduto come un contributo per finanziare le “infrastrutture pubbliche” o per “proteggere gli spazi naturali”. In pratica: ti tassano per poi dirti che lo fanno per il tuo bene e per la natura – che, nel frattempo, sta morendo di burocrazia.
Morale della favola? Vuoi le uova? Paga. Vuoi la libertà? Dimenticala. E occhio al gallo: se canta fuori orario, il prossimo step è la multa per inquinamento acustico non autorizzato.
https://www.francesoir.fr/societe-economie/la-taxe-poulailler-peut-l-eviter


10.04.202507:41
«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Ebbene, i tre indizi ci sono e la prova anche.
Cosa avranno mai in comune?...
Cosa avranno mai in comune?...
15.04.202516:32
AUSCHWITZ - LA SORPRENDENTE VERITÀ NASCOSTA
(documentario 2012)
Questo documentario utilizza modelli 3-D, testimonianze oculari, foto satellitari e progetti per dimostrare che la storia comunemente raccontata di Auschwitz non è credibile.
6 milioni di ebrei non sono morti in un olocausto. E 'davvero così semplice. Ci sono letteralmente milioni di siti Web che si espandono su questo fatto, ma alla fine spetterà a te (il ricercatore irremovibile), decidere in quale camera d'eco desideri esistere (se presente)....
(documentario 2012)
Questo documentario utilizza modelli 3-D, testimonianze oculari, foto satellitari e progetti per dimostrare che la storia comunemente raccontata di Auschwitz non è credibile.
6 milioni di ebrei non sono morti in un olocausto. E 'davvero così semplice. Ci sono letteralmente milioni di siti Web che si espandono su questo fatto, ma alla fine spetterà a te (il ricercatore irremovibile), decidere in quale camera d'eco desideri esistere (se presente)....
15.04.202507:50
La Codifica Finale dell’Umano
Quello che si sta delineando sotto gli occhi distratti di un mondo anestetizzato è la codifica finale dell’umano. Non una rivoluzione, ma una migrazione silenziosa verso un sistema totalizzante, disegnato da mani invisibili e ben finanziate. I concetti di libertà, autodeterminazione e sovranità vengono ridotti a reliquie folcloristiche, da sacrificare con il sorriso sulle labbra per il bene comune, il pianeta, la sicurezza. La parola d’ordine è “transizione”. Il risultato, una prigione intelligente.
I grandi disastri del passato recente – crisi finanziarie, pandemie, guerre per procura – non sono più trattati come anomalie, ma come strumenti pedagogici. Servono a preparare il terreno. Prima si distrugge, poi si plasma. Il nuovo ordine non nasce dalla pace, ma dalla cenere. Ogni crisi è una finestra di opportunità per trasferire potere, delegare decisioni, normalizzare la sorveglianza. L’umanità viene educata all’emergenza.
Il mondo multipolare che viene annunciato è un'illusione coreografica. In realtà si tratta di un sistema modulare a controllo centralizzato, frammentato in blocchi funzionali e subordinati a una rete di standard comuni: digitali, ecologici, finanziari. Le nazioni diventano distretti. Le identità culturali, decorazioni. Tutto è interconnesso, ma nulla è libero. I tecnati regionali si parlano tramite protocolli IA, non tramite diplomazia. I decisori veri non si eleggono, si nominano nei consigli delle fondazioni.
Le città intelligenti sono il campo base di questo disegno. Ogni strada, ogni lampione, ogni frigorifero sarà uno strumento di rilevazione. La vita sarà ottimizzata, automatizzata, resa conforme. La mobilità, condizionata dal punteggio sociale. Il cibo, razionato per il bene del clima. Il lavoro, ridefinito in funzione della sostenibilità. I bambini, profilati fin dalla nascita. La libertà sarà un margine di tolleranza, non un diritto.
I Laboratori del Futuro – veri e propri centri di comando dell’architettura globale – elaborano scenari, testano tecnologie di controllo, scrivono il codice delle nuove relazioni sociali. Non si limitano a prevedere il domani, lo ingegnerizzano. Le decisioni non passano più per i parlamenti, ma per gli algoritmi. I modelli economici sono stabiliti da simulazioni predittive. Le politiche sociali, derivate da dati aggregati in tempo reale.
Le Nazioni Unite, una volta simbolo della cooperazione tra popoli, diventano l’interfaccia morale del potere tecno-finanziario. Non governano, certificano. Non ascoltano, standardizzano. Ogni nuova norma, ogni dichiarazione d’intenti, ogni agenda globale è un passo verso la legittimazione soft di un governo planetario. Le ONG si trasformano in agenzie di implementazione. Gli accordi internazionali, in dispositivi di esecuzione automatica.
L’intelligenza artificiale prende il comando operativo. È neutra solo in apparenza: riflette gli interessi di chi la programma. Analizza, decide, punisce. Nessun volto, nessuna firma, nessun contraddittorio. La democrazia viene bypassata in nome dell’efficienza. I diritti diventano token, i comportamenti sono tracciati, premiati o corretti. La trasparenza è unidirezionale: il sistema vede tutto, il cittadino nulla.
Sovrani non eletti siedono al vertice di questa piramide invisibile. I re della tecnologia, gli architetti del mondo che verrà. Non sono soggetti alle leggi: le scrivono. Governano la narrazione, possiedono i dati, decidono i limiti del possibile. Hanno trasformato la distopia in un protocollo di governance, il controllo in una funzionalità, la tecnocrazia in una fede.
Il piano è semplice: eliminare la complessità del mondo libero per sostituirla con una simulazione ordinata, prevedibile, programmabile. La libertà sarà compatibile solo se conforme. La ribellione, ridotta a bug da correggere. Il futuro? Già scritto. Il dissenso? Un’anomalia statistica. E l’essere umano? Un soggetto da ottimizzare.
Quello che si sta delineando sotto gli occhi distratti di un mondo anestetizzato è la codifica finale dell’umano. Non una rivoluzione, ma una migrazione silenziosa verso un sistema totalizzante, disegnato da mani invisibili e ben finanziate. I concetti di libertà, autodeterminazione e sovranità vengono ridotti a reliquie folcloristiche, da sacrificare con il sorriso sulle labbra per il bene comune, il pianeta, la sicurezza. La parola d’ordine è “transizione”. Il risultato, una prigione intelligente.
I grandi disastri del passato recente – crisi finanziarie, pandemie, guerre per procura – non sono più trattati come anomalie, ma come strumenti pedagogici. Servono a preparare il terreno. Prima si distrugge, poi si plasma. Il nuovo ordine non nasce dalla pace, ma dalla cenere. Ogni crisi è una finestra di opportunità per trasferire potere, delegare decisioni, normalizzare la sorveglianza. L’umanità viene educata all’emergenza.
Il mondo multipolare che viene annunciato è un'illusione coreografica. In realtà si tratta di un sistema modulare a controllo centralizzato, frammentato in blocchi funzionali e subordinati a una rete di standard comuni: digitali, ecologici, finanziari. Le nazioni diventano distretti. Le identità culturali, decorazioni. Tutto è interconnesso, ma nulla è libero. I tecnati regionali si parlano tramite protocolli IA, non tramite diplomazia. I decisori veri non si eleggono, si nominano nei consigli delle fondazioni.
Le città intelligenti sono il campo base di questo disegno. Ogni strada, ogni lampione, ogni frigorifero sarà uno strumento di rilevazione. La vita sarà ottimizzata, automatizzata, resa conforme. La mobilità, condizionata dal punteggio sociale. Il cibo, razionato per il bene del clima. Il lavoro, ridefinito in funzione della sostenibilità. I bambini, profilati fin dalla nascita. La libertà sarà un margine di tolleranza, non un diritto.
I Laboratori del Futuro – veri e propri centri di comando dell’architettura globale – elaborano scenari, testano tecnologie di controllo, scrivono il codice delle nuove relazioni sociali. Non si limitano a prevedere il domani, lo ingegnerizzano. Le decisioni non passano più per i parlamenti, ma per gli algoritmi. I modelli economici sono stabiliti da simulazioni predittive. Le politiche sociali, derivate da dati aggregati in tempo reale.
Le Nazioni Unite, una volta simbolo della cooperazione tra popoli, diventano l’interfaccia morale del potere tecno-finanziario. Non governano, certificano. Non ascoltano, standardizzano. Ogni nuova norma, ogni dichiarazione d’intenti, ogni agenda globale è un passo verso la legittimazione soft di un governo planetario. Le ONG si trasformano in agenzie di implementazione. Gli accordi internazionali, in dispositivi di esecuzione automatica.
L’intelligenza artificiale prende il comando operativo. È neutra solo in apparenza: riflette gli interessi di chi la programma. Analizza, decide, punisce. Nessun volto, nessuna firma, nessun contraddittorio. La democrazia viene bypassata in nome dell’efficienza. I diritti diventano token, i comportamenti sono tracciati, premiati o corretti. La trasparenza è unidirezionale: il sistema vede tutto, il cittadino nulla.
Sovrani non eletti siedono al vertice di questa piramide invisibile. I re della tecnologia, gli architetti del mondo che verrà. Non sono soggetti alle leggi: le scrivono. Governano la narrazione, possiedono i dati, decidono i limiti del possibile. Hanno trasformato la distopia in un protocollo di governance, il controllo in una funzionalità, la tecnocrazia in una fede.
Il piano è semplice: eliminare la complessità del mondo libero per sostituirla con una simulazione ordinata, prevedibile, programmabile. La libertà sarà compatibile solo se conforme. La ribellione, ridotta a bug da correggere. Il futuro? Già scritto. Il dissenso? Un’anomalia statistica. E l’essere umano? Un soggetto da ottimizzare.
20.03.202510:01
Il gruppo ebraico spensierato che collega Trump e Putin
Dove il mondo immobiliare di Trump incontra un importante alleato religioso del Cremlino.
BEN SCHRECKINGER è un reporter di Politico 09 aprile 2017 Fonte: https://www.politico.com/magazine/story/2017/04/the-happy-go-lucky-jewish-group-that-connects-trump-and-putin-215007
Chabad of Port Washington, un centro comunitario ebraico sulla Manhasset Bay di Long Island, si trova in un edificio tozzo in mattoni di fronte a una stazione di servizio Shell e a un centro commerciale. Il centro è un edificio ordinario in una strada ordinaria, fatta eccezione per una cosa: alcune delle tratte più brevi tra Donald Trump e Vladimir Putin lo attraversano direttamente.
Due decenni fa, mentre il presidente russo si accingeva a consolidare il potere da una parte del mondo, si imbarcò in un progetto per sostituire la società civile ebraica esistente nel suo paese e sostituirla con una struttura parallela a lui fedele. Dall'altra parte del mondo, lo sfacciato costruttore di Manhattan stava lavorando per ottenere una fetta dei massicci flussi di capitale che stavano fuggendo dall'ex Unione Sovietica in cerca di asset stabili in Occidente, in particolare immobili, e cercando partner a New York con legami con la regione.
Le loro rispettive ambizioni hanno portato i due uomini, insieme al futuro genero di Trump, Jared Kushner, a costruire una serie di relazioni strette e interconnesse in un piccolo mondo che si interseca con Chabad, un movimento chassidico internazionale di cui la maggior parte delle persone non ha mai sentito parlare.
A partire dal 1999, Putin arruolò due dei suoi più stretti confidenti, gli oligarchi Lev Leviev e Roman Abramovich, che sarebbero diventati i maggiori sostenitori di Chabad in tutto il mondo, per creare la Federazione delle comunità ebraiche della Russia sotto la guida del rabbino Chabad Berel Lazar, che sarebbe diventato noto come "il rabbino di Putin".
Qualche anno dopo, Trump avrebbe cercato progetti e capitali russi unendo le forze con una partnership chiamata Bayrock-Sapir, guidata dagli emigrati sovietici Tevfik Arif, Felix Sater e Tamir Sapir, che mantengono stretti legami con Chabad. Le iniziative della società avrebbero portato a molteplici cause legali per presunta frode e a un'indagine penale su un progetto di condominio a Manhattan.
Nel frattempo, i legami tra Trump e Chabad continuavano ad accumularsi. Nel 2007, Trump ospitò il matrimonio della figlia di Sapir e del braccio destro di Leviev a Mar-a-Lago, il suo resort di Palm Beach. Pochi mesi dopo la cerimonia, Leviev incontrò Trump per discutere di possibili accordi a Mosca e poi organizzò un bris per il primo figlio della nuova coppia nel luogo più sacro dell'ebraismo Chabad. Trump partecipò al bris insieme a Kushner, che avrebbe poi acquistato un edificio da 300 milioni di dollari da Leviev e sposato Ivanka Trump, che avrebbe stretto una stretta relazione con la moglie di Abramovich, Dasha Zhukova. Zhukova avrebbe ospitato la potente coppia in Russia nel 2014 e, a quanto si dice, avrebbe partecipato all'insediamento di Trump come loro ospite.
Con l'aiuto di questa diaspora transatlantica e di alcuni magnati immobiliari giramondo, la Trump Tower e la Piazza Rossa di Mosca possono a volte sembrare parte dello stesso quartiere affiatato. Ora, con Trump nello Studio Ovale che ha proclamato il suo desiderio di riorientare l'ordine globale attorno al miglioramento delle relazioni degli Stati Uniti con il governo di Putin, e mentre l'FBI indaga sulla possibilità di un coordinamento improprio tra i soci di Trump e il Cremlino, quel piccolo mondo ha improvvisamente assunto un'importanza sproporzionata.
Dove il mondo immobiliare di Trump incontra un importante alleato religioso del Cremlino.
BEN SCHRECKINGER è un reporter di Politico 09 aprile 2017 Fonte: https://www.politico.com/magazine/story/2017/04/the-happy-go-lucky-jewish-group-that-connects-trump-and-putin-215007
Chabad of Port Washington, un centro comunitario ebraico sulla Manhasset Bay di Long Island, si trova in un edificio tozzo in mattoni di fronte a una stazione di servizio Shell e a un centro commerciale. Il centro è un edificio ordinario in una strada ordinaria, fatta eccezione per una cosa: alcune delle tratte più brevi tra Donald Trump e Vladimir Putin lo attraversano direttamente.
Due decenni fa, mentre il presidente russo si accingeva a consolidare il potere da una parte del mondo, si imbarcò in un progetto per sostituire la società civile ebraica esistente nel suo paese e sostituirla con una struttura parallela a lui fedele. Dall'altra parte del mondo, lo sfacciato costruttore di Manhattan stava lavorando per ottenere una fetta dei massicci flussi di capitale che stavano fuggendo dall'ex Unione Sovietica in cerca di asset stabili in Occidente, in particolare immobili, e cercando partner a New York con legami con la regione.
Le loro rispettive ambizioni hanno portato i due uomini, insieme al futuro genero di Trump, Jared Kushner, a costruire una serie di relazioni strette e interconnesse in un piccolo mondo che si interseca con Chabad, un movimento chassidico internazionale di cui la maggior parte delle persone non ha mai sentito parlare.
A partire dal 1999, Putin arruolò due dei suoi più stretti confidenti, gli oligarchi Lev Leviev e Roman Abramovich, che sarebbero diventati i maggiori sostenitori di Chabad in tutto il mondo, per creare la Federazione delle comunità ebraiche della Russia sotto la guida del rabbino Chabad Berel Lazar, che sarebbe diventato noto come "il rabbino di Putin".
Qualche anno dopo, Trump avrebbe cercato progetti e capitali russi unendo le forze con una partnership chiamata Bayrock-Sapir, guidata dagli emigrati sovietici Tevfik Arif, Felix Sater e Tamir Sapir, che mantengono stretti legami con Chabad. Le iniziative della società avrebbero portato a molteplici cause legali per presunta frode e a un'indagine penale su un progetto di condominio a Manhattan.
Nel frattempo, i legami tra Trump e Chabad continuavano ad accumularsi. Nel 2007, Trump ospitò il matrimonio della figlia di Sapir e del braccio destro di Leviev a Mar-a-Lago, il suo resort di Palm Beach. Pochi mesi dopo la cerimonia, Leviev incontrò Trump per discutere di possibili accordi a Mosca e poi organizzò un bris per il primo figlio della nuova coppia nel luogo più sacro dell'ebraismo Chabad. Trump partecipò al bris insieme a Kushner, che avrebbe poi acquistato un edificio da 300 milioni di dollari da Leviev e sposato Ivanka Trump, che avrebbe stretto una stretta relazione con la moglie di Abramovich, Dasha Zhukova. Zhukova avrebbe ospitato la potente coppia in Russia nel 2014 e, a quanto si dice, avrebbe partecipato all'insediamento di Trump come loro ospite.
Con l'aiuto di questa diaspora transatlantica e di alcuni magnati immobiliari giramondo, la Trump Tower e la Piazza Rossa di Mosca possono a volte sembrare parte dello stesso quartiere affiatato. Ora, con Trump nello Studio Ovale che ha proclamato il suo desiderio di riorientare l'ordine globale attorno al miglioramento delle relazioni degli Stati Uniti con il governo di Putin, e mentre l'FBI indaga sulla possibilità di un coordinamento improprio tra i soci di Trump e il Cremlino, quel piccolo mondo ha improvvisamente assunto un'importanza sproporzionata.
18.04.202515:15
Riassunto degli eventi quasi esaustivo ed assolutamente preciso.
Per ogni singola fase del processo, le prove sono ormai chiare e abbondanti.
Negare tutto è l'ultima linea di difesa per i colpevoli e un modo per le vittime di evitare di ammettere ciò che hanno fatto a se stessi e ai propri cari.
Oggi i #negazionisti sono loro.
#covidcrimes
Per ogni singola fase del processo, le prove sono ormai chiare e abbondanti.
Negare tutto è l'ultima linea di difesa per i colpevoli e un modo per le vittime di evitare di ammettere ciò che hanno fatto a se stessi e ai propri cari.
Oggi i #negazionisti sono loro.
#covidcrimes
22.03.202517:44
1. METTERE I NOSTRI AGENTI E AIUTANTI OVUNQUE 2. PRENDERE IL CONTROLLO DEI MEDIA E USARLI NELLA PROPAGANDA PER I NOSTRI PIANI 3. INIZIARE LOTTE TRA DIVERSE RAZZE, CLASSI E RELIGIONI 4. USARE CORRUZIONE, MINACCE E RICATTO PER OTTENERE QUELLO CHE VUOI 5.USARE LE LOGGE MASSONICHE PER ATTRARRE POTENZIALI FUNZIONARI PUBBLICI 6. FARE APPELLO AI BGOS DELLE PERSONE DI SUCCESSO 7. NOMINARE LEADER BURATTINI CHE POSSONO ESSERE CONTROLLATI DAL RICATTO EDIZIONE DEL 1897 8. SOSTITUIRE IL DOMINIO REALE CON IL DOMINIO SOCIALISTA. POI IL COMUNISMO. ALLORA IL DISPOTISMO 9. ABOLIRE TUTTI I DIRITTI E LE LIBERTÀ. TRANNE IL DIRITTO DI USARE LA FORZA DA PARTE NOSTRA 10. SACRIFICIARE LE PERSONE, INCLUSI GLI EBREI, QUANDO NECESSARIO ELIMINARE LA RELIGIONE, 11. SOSTITUIRLA CON LA SCIENZA E IL MATERIALISMO 12. CONTROLLARE IL SISTEMA EDUCATIVO PER DIFFONDERE L'INGANNO E DISTRUGGERE L'INTELLETTO 13. RISCRIVERE LA STORIA A NOSTRO BENEFICIO: NUOVO ORDINE MONDIALE SIONISTA M. 14. CREARE DISTRAZIONI DIVERTENTI 15. CORROMPERE LE MENTI CON SPORCIZIA E PERVERSIONE 16. INCORAGGIARE LE PERSONE A SPIARSI A VICENDA 17. MANTENERE LE MASSE IN POVERTÀ E LAVORO PERPETUO 18. PRENDERE POSSESSO DI TUTTA LA RICCHEZZA. PROPRIETÀ, E SOPRATTUTTO L'ORO 19. USARE L'ORO PER MANIPOLARE I MERCATI, CAUSARE DEPRESSIONI, ECC. 20. INTRODURRE UNA TASSA PROGRESSIVA SULLA RICCHEZZA 21. SOSTITUIRE GLI INVESTIMENTI SANI CON LA SPECULAZIONE 22. FARE PRESTITI CON INTERESSI A LUNGO TERMINE AI GOVERNI 23. DARE CATTIVI CONSIGLI AI GOVERNI E A TUTTI GLI ALTRI 24. INCOLPARE LA VITTIMA GTVFLYERS.COM


20.03.202511:39
⭕️ Questa notte, in tutta la Turchia, migliaia di persone sono state in piazza per chiedere a Erdogan di dimettersi dopo l'arresto del sindaco di Istanbul.
Istanbul, Ankara, Izmir, Trebisonda e molte altre città: folle di persone protestano contro Erdogan per la decisione di arrestare il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu.
Pare Erdogan sia in una località segreta mentre il coprifuoco militare - senza successo - è stato stato dichiarato in varie parti del Paese.
Istanbul, Ankara, Izmir, Trebisonda e molte altre città: folle di persone protestano contro Erdogan per la decisione di arrestare il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu.
Pare Erdogan sia in una località segreta mentre il coprifuoco militare - senza successo - è stato stato dichiarato in varie parti del Paese.
26.03.202511:18
Punti principali contro la narrazione ufficiale dell'Olocausto. 👇
05.04.202509:06
Sovranità tecnologica UE: 1,3 miliardi per costruire la gabbia digitale dorata
La Commissione europea ha deciso di “investire nel futuro”. Tradotto dal politichese: 1,3 miliardi di euro buttati nel pozzo senza fondo della tecnocrazia, per finanziare il programma “Digital Europe” (DIGITAL), fiore all’occhiello dell’ambizione europea di inseguire Stati Uniti, Cina e ora pure l’India nella corsa alla sorveglianza travestita da innovazione.
Secondo Henna Virkkunen, vicepresidente alla “sovranità tecnologica” (sì, esiste davvero), tutto questo servirà a “portare il potenziale delle nuove tecnologie a cittadini e pubbliche amministrazioni”. Cioè: più IA generativa, più ambienti immersivi, più ID digitali, più cybersicurezza, più controllo centralizzato e zero privacy.
Tra le “priorità”:– L’architettura del portafoglio d’identità digitale (leggasi: il tuo io digitale sotto chiave governativa),– l’uso massivo dell’intelligenza artificiale anche nei settori sanitari e assistenziali (niente panico, solo un algoritmo che decide chi vive e chi no),– e il potenziamento della rete European Digital Innovation Hub, dove pubblico e privato collaborano per rendere l’Europa una smart prigione perfettamente funzionante.
Spunta anche la chicca del progetto “Destination Earth”, un gemello digitale del pianeta per monitorare catastrofi e cambiamenti climatici: alias, un modello globale predittivo che giustificherà ogni futura restrizione sotto l’etichetta “resilienza”.
E per non farci mancare nulla, entra in scena STEP, la nuova etichetta europea per i “progetti promettenti”: bollino blu per il futuro tecno-burocratico, garanzia di accesso facilitato ai finanziamenti. Meritocrazia? No, marchio di sistema.
A completare il quadro, la tanto acclamata collaborazione con l’India, citata come esempio di infrastruttura digitale perfettamente funzionante su scala megalitica: identità digitali, pagamenti elettronici, scambio dati e piattaforme governate da un mix pubblico-privato. L’UE vuole fare lo stesso. Per la nostra “libertà”, ovviamente.
Nel frattempo, la Linux Foundation Europe lancia NeoNephos, iniziativa open source per il controllo cloud sovrano europeo, dove il mantra resta lo stesso: “interoperabilità, innovazione, collaborazione”. Ma sempre sotto lo sguardo benevolente del nuovo Leviatano digitale.
Conclusione? Altro che sovranità tecnologica: questa è la costruzione scientifica del recinto digitale europeo. Un’infrastruttura di potere che promette efficienza e trasparenza, ma che nella realtà serve a mappare, prevedere, controllare e automatizzare ogni aspetto della vita sociale. Il tutto col sorriso rassicurante dell’open source e dei fondi pubblici.
Benvenuti nell'immediato futuro. Tu sarai interoperabile. Che tu lo voglia o no.
La Commissione europea ha deciso di “investire nel futuro”. Tradotto dal politichese: 1,3 miliardi di euro buttati nel pozzo senza fondo della tecnocrazia, per finanziare il programma “Digital Europe” (DIGITAL), fiore all’occhiello dell’ambizione europea di inseguire Stati Uniti, Cina e ora pure l’India nella corsa alla sorveglianza travestita da innovazione.
Secondo Henna Virkkunen, vicepresidente alla “sovranità tecnologica” (sì, esiste davvero), tutto questo servirà a “portare il potenziale delle nuove tecnologie a cittadini e pubbliche amministrazioni”. Cioè: più IA generativa, più ambienti immersivi, più ID digitali, più cybersicurezza, più controllo centralizzato e zero privacy.
Tra le “priorità”:– L’architettura del portafoglio d’identità digitale (leggasi: il tuo io digitale sotto chiave governativa),– l’uso massivo dell’intelligenza artificiale anche nei settori sanitari e assistenziali (niente panico, solo un algoritmo che decide chi vive e chi no),– e il potenziamento della rete European Digital Innovation Hub, dove pubblico e privato collaborano per rendere l’Europa una smart prigione perfettamente funzionante.
Spunta anche la chicca del progetto “Destination Earth”, un gemello digitale del pianeta per monitorare catastrofi e cambiamenti climatici: alias, un modello globale predittivo che giustificherà ogni futura restrizione sotto l’etichetta “resilienza”.
E per non farci mancare nulla, entra in scena STEP, la nuova etichetta europea per i “progetti promettenti”: bollino blu per il futuro tecno-burocratico, garanzia di accesso facilitato ai finanziamenti. Meritocrazia? No, marchio di sistema.
A completare il quadro, la tanto acclamata collaborazione con l’India, citata come esempio di infrastruttura digitale perfettamente funzionante su scala megalitica: identità digitali, pagamenti elettronici, scambio dati e piattaforme governate da un mix pubblico-privato. L’UE vuole fare lo stesso. Per la nostra “libertà”, ovviamente.
Nel frattempo, la Linux Foundation Europe lancia NeoNephos, iniziativa open source per il controllo cloud sovrano europeo, dove il mantra resta lo stesso: “interoperabilità, innovazione, collaborazione”. Ma sempre sotto lo sguardo benevolente del nuovo Leviatano digitale.
Conclusione? Altro che sovranità tecnologica: questa è la costruzione scientifica del recinto digitale europeo. Un’infrastruttura di potere che promette efficienza e trasparenza, ma che nella realtà serve a mappare, prevedere, controllare e automatizzare ogni aspetto della vita sociale. Il tutto col sorriso rassicurante dell’open source e dei fondi pubblici.
Benvenuti nell'immediato futuro. Tu sarai interoperabile. Che tu lo voglia o no.
26.03.202511:19
- la Croce Rossa ha tenuto registri dettagliati di tutte le morti nei campi di concentramento. (271k)
- gli alleati hanno decifrato i codici delle comunicazioni delle SS e non hanno mai sentito nulla di un Olocausto
- non c'è nessun ordine da Hitler per una "soluzione finale".
- Goebbels ha scritto nel suo diario che l'obiettivo finale era deportare gli ebrei in Madagascar
- l'esperto esecutivo americano Fred Leucther ha raschiato i mattoni della camera a gas di Auschwitz e non ha trovato residui di Zyklon B.
- Paul Rassinier, un comunista francese, era in un campo di concentramento insieme agli ebrei e ha scritto che la sua esperienza era completamente diversa.
- era fisicamente impossibile gasare e cremare 6 milioni di ebrei nel periodo in cui è stato riferito.
- i "campi di sterminio" sono stati tutti trovati dalla parte sovietica dopo la guerra. Come faceva Hitler a sapere dove si sarebbe trovata la cortina di ferro?
-utilizzando fonti ebraiche, il numero della popolazione ebraica mondiale non è diminuito
-Rudolf Hoss che "ammise" la morte per sterminio di 6 milioni di persone, fu torturato a Norimberga
-molti ebrei e altri detenuti morirono, come si vede da alcune delle foto degli alleati, ma fu una combinazione di fame e tifo, che dilagava alla fine della guerra.
-non ci sono prove di fosse comuni o montagne di cenere che sarebbero esistite da un'operazione di sterminio di massa
-il numero più alto di detenuti tatuato su un sopravvissuto all'Olocausto è 135.913
-quando un tedesco mette in discussione l'Olocausto, va in prigione, quando un ebreo dice di essere una vittima dell'Olocausto, riceve un assegno di risarcimento.
- gli alleati hanno decifrato i codici delle comunicazioni delle SS e non hanno mai sentito nulla di un Olocausto
- non c'è nessun ordine da Hitler per una "soluzione finale".
- Goebbels ha scritto nel suo diario che l'obiettivo finale era deportare gli ebrei in Madagascar
- l'esperto esecutivo americano Fred Leucther ha raschiato i mattoni della camera a gas di Auschwitz e non ha trovato residui di Zyklon B.
- Paul Rassinier, un comunista francese, era in un campo di concentramento insieme agli ebrei e ha scritto che la sua esperienza era completamente diversa.
- era fisicamente impossibile gasare e cremare 6 milioni di ebrei nel periodo in cui è stato riferito.
- i "campi di sterminio" sono stati tutti trovati dalla parte sovietica dopo la guerra. Come faceva Hitler a sapere dove si sarebbe trovata la cortina di ferro?
-utilizzando fonti ebraiche, il numero della popolazione ebraica mondiale non è diminuito
-Rudolf Hoss che "ammise" la morte per sterminio di 6 milioni di persone, fu torturato a Norimberga
-molti ebrei e altri detenuti morirono, come si vede da alcune delle foto degli alleati, ma fu una combinazione di fame e tifo, che dilagava alla fine della guerra.
-non ci sono prove di fosse comuni o montagne di cenere che sarebbero esistite da un'operazione di sterminio di massa
-il numero più alto di detenuti tatuato su un sopravvissuto all'Olocausto è 135.913
-quando un tedesco mette in discussione l'Olocausto, va in prigione, quando un ebreo dice di essere una vittima dell'Olocausto, riceve un assegno di risarcimento.
21.03.202516:44
In sintesi, chiunque ti dica che il problema ebraico può essere risolto con preghiere, conversione o qualche altra soluzione non fisica sta a.) promuovendo in modo sconsiderato o ingannevole l'idea che l'educazione sia più potente della natura, e b.) dando intenzionalmente o involontariamente agli ebrei una via d'uscita che sfrutteranno come hanno fatto per millenni. In altre parole, questi tipi non sono adatti a parlare del problema ebraico.
Come faccio a sapere che ho ragione? Be', non credeteci sulla parola: la risposta ebraica alla separazione pacifica ha portato alla seconda guerra mondiale, il che dimostra che scateneranno letteralmente guerre mondiali per impedire a chiunque di separarli dai loro ospiti.
Come faccio a sapere che ho ragione? Be', non credeteci sulla parola: la risposta ebraica alla separazione pacifica ha portato alla seconda guerra mondiale, il che dimostra che scateneranno letteralmente guerre mondiali per impedire a chiunque di separarli dai loro ospiti.


29.03.202515:13
L'uomo in questa foto è Grigorij Jakovlevič Perel'man 👇


21.03.202516:29
Colorado Newspaper 133, 2 febbraio 1909 Il dott. W. B. Clark, un noto medico, insiste sul fatto che la vaccinazione è la causa del cancro. Dice: Il cancro era praticamente sconosciuto fino a quando non è iniziata l'introduzione della vaccinazione contro il vaiolo bovino. Il cancro, credo, è una malattia della vita cellulare, un disturbo del suo equilibrio, manifestato dalla rapida crescita delle cellule e dalla conseguente formazione di un tumore. Ho avuto a che fare con almeno 200 casi di cancro e dichiaro qui di non aver mai visto un caso di cancro in una persona non vaccinata.
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