Myanmar 🇲🇲 3
Tentativi di raggiungere un accordo, mediati dalla Cina
Già nel gennaio 2024 dopo le offensive piuttosto virulente dell' ottobre 23 c'è stato un tentativo di accordo mediato dalla Cina, l’accordo coinvolgeva il governo della giunta militare, e l’Alleanza dei tre fratelli, che riunisce tre delle milizie etniche più grandi, con più esperienza e meglio armate del Myanmar: l’Esercito di liberazione nazionale Ta’ang, l’Esercito Arakan, e l’Esercito dell’alleanza democratica nazionale. Le PDF (forze di difesa del popolo, che vogliono il ritorno al sistema democratico e non hanno come base una minoranza etnica) erano invece fuori. L'accordo di cessate il fuoco saltò per mancato rispetto da ambedue le parti.
Per quanto riguarda l'attuale di cessate il fuoco, che sembra avere maggiore respiro, riporto l'interessante articolo del 2 Febbraio di Giulio Chinappi ✍️ pubblicato su Strategic Culture Foundation sull'accordo mediato dai Cinesi:
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“Lo scorso 18 gennaio, il governo del Myanmar e l’organizzazione armata etnica denominata Myanmar National Democratic Alliance Army (MNDAA) hanno firmato un importante accordo formale di cessate il fuoco, interrompendo le ostilità che da tempo martoriano il Paese del Sud-Est asiatico nell’ambito della guerra civile iniziata nel 2021. Questo risultato, di grande importanza per il Myanmar e per tutta la regione, è stato reso possibile grazie al ruolo di mediatore svolto dalla Cina, con Pechino che ha ricevuto i ringraziamenti ufficiali da entrambe le parti in conflitto. L’accordo è infatti stato firmato a Kunming, nella provincia dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina, come successivamente confermato anche da Mao Ning, portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare.
“La riduzione delle tensioni nel nord del Myanmar è nell’interesse comune di tutte le parti in Myanmar e nei Paesi della regione, ed è utile per garantire sicurezza, stabilità e sviluppo nell’area di confine tra Cina e Myanmar”, ha dichiarato la rappresentante diplomatica in una conferenza stampa tenuta lo scorso 20 gennaio. “La Cina e il Myanmar sono vicini amichevoli e ci opponiamo fermamente a guerre e disordini in Myanmar. Speriamo che tutte le parti mantengano lo slancio del cessate il fuoco e dei colloqui di pace, attuino seriamente le intese comuni già raggiunte, si impegnino a ridurre le tensioni sul terreno e proseguano i negoziati per risolvere le questioni rilevanti attraverso il dialogo”, ha aggiunto la portavoce.
Nell’ambito della conferenza stampa, Mao Ning ha ribadito che la Cina sostiene fermamente il Myanmar nella salvaguardia della sua indipendenza, sovranità, unità nazionale e integrità territoriale, nel mantenere la pace e la stabilità del Paese, nello sviluppo della sua economia e nella realizzazione della riconciliazione politica al più presto, avanzando il suo programma politico interno nel quadro della costituzione. “La Cina è pronta a promuovere attivamente i colloqui per la pace e a fornire sostegno e aiuto per il processo di pace nel nord del Myanmar”, ha concluso Mao.
Se dovesse effettivamente essere rispettato da entrambe le parti, dunque, questo accordo potrebbe porre le basi per la pacificazione del Paese più instabile della regione del Sud-Est asiatico, anche a causa della sua forte frammentazione etnico-religiosa. Sebbene molte delle questioni siano ataviche, il conflitto si è particolarmente acuito nel 2023, quando la Three Brotherhood Alliance, un’alleanza di forze che si oppongono alla giunta militare al potere nel 2021, ha lanciato una nuova offensiva contro il Tatmadaw, l’esercito del governo ufficiale.
Nel frattempo, molti incidenti e scontri hanno avuto luogo in diverse regioni del Paese, come nel caso dei recenti episodi nello Stato di Rakhine, situato al confine con il Bangladesh, che sono stati riportati anche dalla stampa internazionale.