La mia Russia. Paola Varalli
22.02.202516:47
"Quadrato suprematista nero ", Kazimir Malevich 1915.
In realtà, il "Quadrato Nero" non è affatto nero e non è affatto quadrato: nessuno dei lati del quadrilatero è parallelo a un altro lato, e nessuno dei lati della cornice quadrata che racchiude il dipinto lo è. Il colore scuro è il risultato della miscelazione di diversi colori, tra i quali non c'era il nero. Si ritiene che questa non sia stata negligenza da parte dell’autore, ma una posizione di principio, un desiderio di creare una forma dinamica e mobile.
Gli specialisti della Galleria Tret'jakov hanno scoperto una dedica dell'autore su un famoso dipinto di Malevich. La didascalia recita: "Battaglia di negri in una caverna buia". Questa frase si riferisce al titolo di un dipinto umoristico del giornalista, scrittore e artista francese Alphonse Allais, "Battaglia di negri in una caverna buia nel cuore della notte", che era un rettangolo completamente nero.
Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
In realtà, il "Quadrato Nero" non è affatto nero e non è affatto quadrato: nessuno dei lati del quadrilatero è parallelo a un altro lato, e nessuno dei lati della cornice quadrata che racchiude il dipinto lo è. Il colore scuro è il risultato della miscelazione di diversi colori, tra i quali non c'era il nero. Si ritiene che questa non sia stata negligenza da parte dell’autore, ma una posizione di principio, un desiderio di creare una forma dinamica e mobile.
Gli specialisti della Galleria Tret'jakov hanno scoperto una dedica dell'autore su un famoso dipinto di Malevich. La didascalia recita: "Battaglia di negri in una caverna buia". Questa frase si riferisce al titolo di un dipinto umoristico del giornalista, scrittore e artista francese Alphonse Allais, "Battaglia di negri in una caverna buia nel cuore della notte", che era un rettangolo completamente nero.
Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
04.02.202514:22
Un'alba incredibilmente bella sulla cresta dell'Urenga nella regione di Chelyabinsk
Foto: sgarifullin Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
Foto: sgarifullin Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
22.02.202516:18
"Ritratto di Maria Ivanovna Lopukhina " Vladimir Borovikovsky 1797
Il dipinto più famoso del maestro del ritratto è circondato da un'aura di mistero e di inquietanti leggende.
Il dipinto raffigura Maria, la figlia del generale Tolstoj. A quel tempo non aveva ancora compiuto diciotto anni. Il ritratto fu commissionato dal marito della ragazza, il Maestro di Caccia Lopukhin, che prestava servizio alla corte di Paolo I.
Il destino fu crudele con la coppia: Maria morì di tisi all'età di 21 anni e poco dopo morì anche suo marito. Non avevano figli.
Una serie di coincidenze diede origine a una terribile leggenda secondo cui qualsiasi donna avesse guardato il ritratto di Lopukhina sarebbe presto morta. Molti credevano che il dipinto contenesse lo spirito inquieto di Maria.
Le voci continuarono a circolare per diversi anni, quando il dipinto fu acquistato da Pavel Tretyakov. Il dipinto fu esposto in una galleria e ben presto la gente smise di pettegolare sul ritratto come prodotto del male: il contesto di morti misteriose fu interrotto.
Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
Il dipinto più famoso del maestro del ritratto è circondato da un'aura di mistero e di inquietanti leggende.
Il dipinto raffigura Maria, la figlia del generale Tolstoj. A quel tempo non aveva ancora compiuto diciotto anni. Il ritratto fu commissionato dal marito della ragazza, il Maestro di Caccia Lopukhin, che prestava servizio alla corte di Paolo I.
Il destino fu crudele con la coppia: Maria morì di tisi all'età di 21 anni e poco dopo morì anche suo marito. Non avevano figli.
Una serie di coincidenze diede origine a una terribile leggenda secondo cui qualsiasi donna avesse guardato il ritratto di Lopukhina sarebbe presto morta. Molti credevano che il dipinto contenesse lo spirito inquieto di Maria.
Le voci continuarono a circolare per diversi anni, quando il dipinto fu acquistato da Pavel Tretyakov. Il dipinto fu esposto in una galleria e ben presto la gente smise di pettegolare sul ritratto come prodotto del male: il contesto di morti misteriose fu interrotto.
Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
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Cultura Italia-Russia
12.02.202520:55
Kagor, il vino della Chiesa ortodossa russa
Testo di Paola Varalli
Il Kagor è un vino rosso liquoroso da dessert, molto diffuso sul territorio russo, poiché continua l’antica pratica della Chiesa ortodossa che celebra il sacramento della comunione (Eucaristia) somministrando il Kagor ai fedeli: il pane sacramentale viene imbevuto nel vino.
Il Kagor è un vino della nota categoria “vino da messa”, come da noi è il “vinsanto”. La sua storia risale ai tempi di quando la Russia non aveva ancora accesso ai mari del sud europa e non produceva in proprio il vino, infatti lo importava dalla Grecia e da altri paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.
Tra il XVII° e il XVIII° secolo, lo zar russo Pietro I viaggiò attraverso l’Europa per conoscere l’occidente moderno e adottò diverse nuove tecnologie, tradizioni e prodotti fabbricati dagli europei, prototipi per il salto verso la modernità, per il rinnovo della società russa.
In Francia, allo zar piacquero molto i vini rossi secchi della città di Cahors. Fu colpito dall’ intenso colore rosso, associandolo al “Sangue di Cristo” intuendo che questo particolare vino sarebbe stato perfetto per la Chiesa russa, come vino per la Santa Comunione.
Nel XIX secolo la Russia iniziò a sviluppare una propria industria vinicola sotto la guida del più famoso enologo russo il principe Lev Golitsyn. Naturalmente tra i primi a essere prodotti furono vini del tipo Kagor, principalmente per soddisfare le richieste della chiesa ortodossa russa.
Cultura Italia-Russia
Testo di Paola Varalli
Il Kagor è un vino rosso liquoroso da dessert, molto diffuso sul territorio russo, poiché continua l’antica pratica della Chiesa ortodossa che celebra il sacramento della comunione (Eucaristia) somministrando il Kagor ai fedeli: il pane sacramentale viene imbevuto nel vino.
Il Kagor è un vino della nota categoria “vino da messa”, come da noi è il “vinsanto”. La sua storia risale ai tempi di quando la Russia non aveva ancora accesso ai mari del sud europa e non produceva in proprio il vino, infatti lo importava dalla Grecia e da altri paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.
Tra il XVII° e il XVIII° secolo, lo zar russo Pietro I viaggiò attraverso l’Europa per conoscere l’occidente moderno e adottò diverse nuove tecnologie, tradizioni e prodotti fabbricati dagli europei, prototipi per il salto verso la modernità, per il rinnovo della società russa.
In Francia, allo zar piacquero molto i vini rossi secchi della città di Cahors. Fu colpito dall’ intenso colore rosso, associandolo al “Sangue di Cristo” intuendo che questo particolare vino sarebbe stato perfetto per la Chiesa russa, come vino per la Santa Comunione.
Nel XIX secolo la Russia iniziò a sviluppare una propria industria vinicola sotto la guida del più famoso enologo russo il principe Lev Golitsyn. Naturalmente tra i primi a essere prodotti furono vini del tipo Kagor, principalmente per soddisfare le richieste della chiesa ortodossa russa.
Cultura Italia-Russia
11.02.202519:43
La gelida regione di Perm
In inverno, la regione di Perm si trasforma in un regno fiabesco di neve e ghiaccio, dove ogni paesaggio è un'opera d'arte dipinta dalla natura stessa. Qui l'inverno non è solo una stagione, ma uno stato d'animo pieno di magia e del silenzio delle foreste innevate. Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
📸✍️ : un.kichigin
In inverno, la regione di Perm si trasforma in un regno fiabesco di neve e ghiaccio, dove ogni paesaggio è un'opera d'arte dipinta dalla natura stessa. Qui l'inverno non è solo una stagione, ma uno stato d'animo pieno di magia e del silenzio delle foreste innevate. Paola Varalli per Cultura Italia-Russia.
📸✍️ : un.kichigin
Ko'rsatilgan 1 - 5 dan 5
Ko'proq funksiyalarni ochish uchun tizimga kiring.