29.04.202516:43
PS: giusto per capire però di cosa realmente parliamo quando parliamo di tutto questo, e di quanto breve e unidirezionale sia la memoria occidentale. L’articolo di Politico che ho linkato all’inizio scrive a un certo punto, dolentemente, che quale che sarà l’accordo che l’Ucraina dovrà firmare ‟this will mark the first time in postwar history that European borders will be redrawn by force of arms — a bad precedent in itself”. Io, di questi ‟brutti precedenti” in cui ‟i confini europei sono stati ridisegnati con la forza delle armi” ne ricordo però almeno un paio, e ricordo che a uno di essi abbiamo anche partecipato con un certo entusiasmo. Ma quella, naturalmente, era una guerra giusta e le guerre giuste, si sa, non sono guerre. Non parliamone che è meglio, si rischia di prendere strade disagevoli.
28.04.202521:17
Sì, lo sappiamo, meno male che pare ve ne siete accorti pure voi.
27.04.202517:36
Chiudiamo in gloria. Dopo le scaramucce sul confine indo-pakistano, più coreografiche che altro, il Ministro delle Ferrovie pakistano, Hanif Abbasi, ha dichiarato che "l'equipaggiamento militare che possediamo, i missili che abbiamo, non sono per bellezza. Nessuno sa dove abbiamo piazzato i nostri missili balistici nel nostro paese. Lo ripeto, questi missili balistici, tutti, sono puntati su di voi". E sono 130, dice (e credo abbia ragione).


26.04.202522:33
Tra le varie cose interessanti successe oggi (ieri ormai) ne seleziono due.
La prima è ovviamente la dichiarazione di Gerasimov, ripresa poi da Zacharova, sull'effettiva presenza di militari nordcoreani nell'oblast' di Kursk e sull'importanza del contributo che hanno dato al recupero della regione (oggi l'ultimo centro abitato ancora in mano ucraina, Gronal, è stato ripreso dai russi. Chilometro quadrato di foresta in più o in meno, l'avventura oltreconfine è ufficialmente terminata). Che ci fossero lo si era capito, così come si era capito che non erano la manica di imbecilli che la stampa occidentale, inglese soprattutto, si era affrettata a rappresentare. Ora c'è da chiedersi se continueranno a combattere, entrando quindi in territorio ucraino, o per non rischiare incidenti diplomatici torneranno in patria o resteranno in Russia, magari a sorvegliare parte del confine. E c'è da chiedersi anche come mai proprio oggi la loro presenza e il loro impiego sono stati annunciati pubblicamente e con grande enfasi.
La prima è ovviamente la dichiarazione di Gerasimov, ripresa poi da Zacharova, sull'effettiva presenza di militari nordcoreani nell'oblast' di Kursk e sull'importanza del contributo che hanno dato al recupero della regione (oggi l'ultimo centro abitato ancora in mano ucraina, Gronal, è stato ripreso dai russi. Chilometro quadrato di foresta in più o in meno, l'avventura oltreconfine è ufficialmente terminata). Che ci fossero lo si era capito, così come si era capito che non erano la manica di imbecilli che la stampa occidentale, inglese soprattutto, si era affrettata a rappresentare. Ora c'è da chiedersi se continueranno a combattere, entrando quindi in territorio ucraino, o per non rischiare incidenti diplomatici torneranno in patria o resteranno in Russia, magari a sorvegliare parte del confine. E c'è da chiedersi anche come mai proprio oggi la loro presenza e il loro impiego sono stati annunciati pubblicamente e con grande enfasi.


25.04.202509:25
Mentre ci accingiamo, pieni di sobrietà, a festeggiare (festeggiare, ora. Celebrare, magari. No, celebrare pure non va bene. Ricordare perché una simile tragedia non si ripeta mai più, ecco) il 25 aprile, pure ci si chiede: che significa, esattamente, "von der Leyen tira dritto" e farà comunque approvare il "SAFE" (la proposta legislativa che istituisce prestiti fino a 150 miliardi per comprare armi) solo dalla Commissione e dal Consiglio, senza ascoltare il parere del Parlamento Europeo NONOSTANTE il pronunciamento della commissione giuridica europea che ha stabilito che non si può?
Ma chi ca**o è Ursula von der Leyen, Ramses II?
Ma chi ca**o è Ursula von der Leyen, Ramses II?
23.04.202512:59
Chiudiamo con un altro "gesto di buona volontà" da parte russa, sempre in direzione della composizione diplomatica del conflitto. Stando a quanto riportato ieri dal Financial Times (allego direttamente la citazione della Reuters, che non è dietro paywall) Putin si sarebbe "offerto" di chiudere i combattimenti sulla linea del fronte attuale, lasciando cadere le pretese sul resto del territorio delle quattro oblast' occupate e annesse unilateralmente dalla Russia ancora in mano ucraina. In realtà, fin dal principio non è mai stato chiaro (volutamente, ovvio) a cosa si riferisse la Russia parlando delle oblast' suddette, se al loro territorio occupato e nel quale si sono svolti i referendum o ai loro confini amministrativi. In realtà pare che ci si sia sempre riferiti al primo caso, lasciando naturalmente il tutto nel vago per avere altre carte diplomatiche da poter giocare specie nel caso di Cherson e Zaporižja: ne aveva già parlato Giovanni Boggero il 3 ottobre 2022, all'indomani del decreto di annessione, e ne parla adesso Giovanni Savino citando la recente analisi di Konstantin Remčukov per Nezavisimaya Gazeta (parte 1 e parte 2). Ovviamente, tutto cambierebbe in caso di interruzione dei negoziati e soprattutto di effettiva sparizione degli USA dal teatro del conflitto. In quel caso, con l'Ucraina obbligata a difendersi solo col sostegno europeo, le ambizioni riusse potrebbero debordare, e di parecchio, dai semplici confini amministrativi delle quattro oblast' e comprendere anche altri territori. Ma questa è una cosa che si vedrà eventualmente in futuro, e di cui è inutile ragionare ora.
29.04.202516:43
Quindi, in sintesi, dare un po’ di terra alla Russia, perché alla fine è quello che vuole, e inserire l’Ucraina nell’architettura NATO che è quello che vogliamo noi, e anche quello che vuole l’Ucraina. E poi, naturalmente, si vedrà: muore Putin, la Russia si autodistrugge e tutto torna così come l’abbiamo immaginato, tra dieci o venti o trent’anni. Il problema grosso, però, è che il motivo primario di questa guerra, da parte russa, è proprio quello che a occidente si tende a sottovalutare: non il territorio ma la fine dell’espansione a est della NATO. In ogni discorso il tema primario è quello, e sia la ‟denazificazione” che la difesa dei connazionali all’estero che il territorio vengono dopo, come ha ribadito Lavrov nell’intervista citata. Continuare a ignorare che il problema è in realtà quello è però l’unica cosa che l’occidente non vuole fare: può perdere Sebastopoli, al limite anche Kharkiv, ma non può perdere anche Odessa. E quindi, con la scusa che poi Putin, presa l’Ucraina, non si fermerà più, piazzarsi in ciò che resterà dell’Ucraina e comunque allargare, de facto o de jure, il confine dell’Alleanza Atlantica. Ma la Russia altro confine in comune con la NATO non ne vuole perché ne ha già troppo, soprattutto dopo l’ingresso della Finlandia nell’Alleanza - a questo proposito segnalo un pezzo abbastanza surreale del Wall Street Journal uscito due giorni fa nel quale ci si duole del fatto che la Russia stia allargando la base militare di Petrozavodsk in Carelia e rinforzando le linee logistiche in direzione della Finlandia, segni inequivocabili, secondo loro, che progetta di invaderla, o magari l’Estonia, chissà. Strano che quando la Finlandia non faceva parte della NATO la Russia non sentiva l’esigenza di rinforzare il dispositivo militare in quel settore e invece adesso sì, chissà per quali trame oscure... Piaccia o meno, la richiesta primaria della Russia è questa ed è sempre stata questa, prima ancora che si parlasse di territori occupati: Ucraina neutrale e fuori dalla NATO e poi, certo, i territori conquistati (adesso: nel 2021 e 2022 la situazione era tutt’altra, ma quel treno, come si dice, è partito da un pezzo ed è arrivato questo al posto suo, e c’è da farselo piacere). Qualsiasi accordo che non parte da questo dato, e non da quello territoriale, o che ipotizzi uno scambio tra territori alla Russia e presenza militare occidentale in Ucraina, non potrà essere preso in considerazione e quanto prima si capisce questa cosa tanto meglio sarà.


28.04.202521:17
Un po' a sorpresa vista la retorica iperbellicista dei loro confronti, India e Pakistan stanno, forse, mettendo in atto qualche misura de-escalatoria (sono sempre ottimista, si sa). La portaerei indiana Vikrant, inviata il 23 aprile in direzione delle acque territoriali del Pakistan, ha fatto ritorno nel porto di Karwar e pare (ma non ci sono conferme ufficiali) che sia stata chiesta l'intermediazione dell'Iran per mandare messaggi più conciliatori al Pakistan; soprattutto, in un'intervista rilasciata alla Reuters (foto) il Ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif, pur sostenendo che c'è la possibilità che si arrivi a uno scontro militare tra i due paesi, ha non solo evitato i soliti riferimenti all'impiego delle armi nucleari ma ha detto esplicitamente che il Pakistan è disposto a usarle "solo se la sua esistenza è minacciata", aggiungendo poi "credo ancora e credo fermamente che le armi nucleari non siano un'opzione, sai, perché distruggerebbero entrambi i paesi, sai".


27.04.202517:35
La Cina, intanto, ha occupato Sandy Cay, che fa parte della barriera corallina delle isole Spratly nel Mar Cinese meridionale, contesa tra Cina, Filippine, Vietnam e Taiwan e a tre chilometri dall'isola di Thitu, o Pag-asa, dove c'è una base militare filippina. La cosa importante della barriera non è tanto prenderne il controllo per costruirci qualcosa (infatti il reparto della guardia costiera cinese è sbarcato, ha fatto le foto con la bandiera e se ne è andato, essendo sbarcato ufficialmente per "ripulire i rifiuti"), quanto allargare le proprie acque territoriali. Se aggiungiamo che a breve nella zona sono previste le manovre navali congiunte "Balikatan", che USA e Filippine tengono ogni anno, si capisce che il livello di tensione nella zona è in aumento.
26.04.202517:30
Come ogni sabato, è disponibile la nuova puntata del nostro podcast "Oltre Confine": pochi minuti per presentare tutte le notizie più importanti della settimana appena trascorsa (secondo noi, ovvio!).
Ci potete ascoltare qui: https://grad-news.blogspot.com/2025/04/esteri-oltre-confine-le-notizie-dal_0180799468.html
Ci potete ascoltare qui: https://grad-news.blogspot.com/2025/04/esteri-oltre-confine-le-notizie-dal_0180799468.html
24.04.202521:36
Infine, c'è chi dice che l'attacco a Pahalgam sia una specie di risposta al dirottamento del treno in Balochistan, avvenuto l'11 marzo e che ha provocato una cinquantina di morti. Allora è stato il Pakistan ad accusare l'India di aver manovrato gli attentatori.
23.04.202512:57
Il piano di pace statunitense, in effetti, sembra piuttosto difficile da digerire per l'Ucraina (anche per l'Unione Europea, ma della posizione dell'UE non importa niente a nessuno, quindi inutile parlarne). Stando a quanto riporta Axios, ripreso poi da varie altre testate, prevede come abbiamo scritto sopra il definitivo riconoscimento della Crimea come regione della Federazione Russa, e inoltre il riconoscimento de facto dell'occupazione russa dei territori in suo possesso (più in stile alture del Golan che Corea del Nord/Corea del Sud, dunque), la certificazione che l'Ucraina non entrerà nella NATO, la sospensione di tutte le sanzioni imposte alla Russia a partire dal 2014, e maggior cooperazione economica tra USA e Russia specialmente nei settori energetico e industriale. All'Ucraina sostanzialmente non va nulla, se non "robuste garanzie di sicurezza" alle quali però gli USA non parteciperebbero e che sarebbero dunque fornite solo dagli europei (auguri), la restituzione dei territori dell'oblast' di Kharkiv occupate dai russi, il diritto all'attraversamento del Dnepr nei punti in cui il fiume costituisce la nuova frontiera (per andare dove o fare cosa non è chiaro, credo che più che di attraversamento si tratti di diritto di navigazione) e aiuti per la ricostruzione, anche qui senza che sia specificato chi li pagherà (e anche qui ho idea che saremo noi). Il nodo della centrale nucleare di Zaporižja, infine, è affrontato in modo creativo, per non dire surreale: la centrale sarà considerata territorio ucraino ma sarà gestita dagli USA e rifornirà di energia sia l'Ucraina che i nuovi territori russi. Sempre stando alla fonte di Axios, il piano è stato redatto dopo l'ultima visita di Witkoff a Mosca e la tregua di Pasqua offerta da Putin è stato un segnale all'amministrazione Trump che la Russia è a favore di un cessate il fuoco anche immediato se le proposte verranno accolte: ma come è noto l'Ucraina vuole che il cessate il fuoco preceda i negoziati, e anche su questo le parti restano su posizioni diametralmente opposte.
29.04.202516:42
Ora, intendiamoci: il dato territoriale è oggettivamente importante per la Russia, per motivi storici, ideologici, etnici e anche biecamente materiali (le regioni che occupa sono tra le più ricche dell’Ucraina, la centrale nucleare di Energodar è la più grande d’Europa, la Crimea è quella che un tempo, e portando parecchio male, si chiamava ‟una portaerei naturale” con la quale si controlla una vasta porzione del Mar Nero, eccetera). Lo stesso Lavrov ha ribadito ieri, in un intervista al giornale brasiliano ‟O Globo” (dietro paywall, quindi allego la trascrizione a cura del Ministero degli esteri russo) che non solo la Russia non se ne andrà dalle quattro regioni occupate, più la Crimea, ma che vuole anche che la comunità internazionale le riconosca come parte della Russia (mantenendo sempre la solita ambiguità di cui già abbiamo discusso: solo la parte conquistata o fino al confine amministrativo?), e poi ci sono gli accenni, fatti tante volte da più voci, sempre russe, sulla necessità o almeno sulla desiderabilità di una fascia di sicurezza lungo il confine, eccetera. Per cui che questa sia una guerra ANCHE territoriale è certamente vero ma concentrarsi solo su questo non solo non aiuta, ma rischia di portarci fuori strada perché, persa ormai questa guerra, per evitare che la Russia in futuro ne faccia un’altra, cosa che naturalmente farà (per conquistare Poltava, magari...) si moltiplicano le ipotesi di ‟garanzie di sicurezza” da fornire all’Ucraina una volta concluso il conflitto, garanzie non solo sulla carta, vista la bella fine che hanno fatto le precedenti, ma sul campo: contingenti inglesi o francesi o di altri paesi ‟volenterosi” da impegnarsi sempre variamente come forza di pace o di garanzia o semplicemente di addestramento, e o l’ingresso dell’Ucraina nella NATO o della NATO in Ucraina (appunto come forza ‟di pace”, ‟di garanzia” eccetera), o anche senza ingresso qualche meccanismo equivalente all’articolo 5. Questa è la posizione italiana da un po’, ribadita anche nell’intervista di Meloni al Corriere della Sera uscita oggi: ‟la pace dovrà essere giusta e duratura. Il che significa soprattutto solide garanzie di sicurezza. L’Italia ha da tempo fatto la sua proposta: serve una soluzione ispirata all’articolo 5 del Trattato di Washington, anche fuori dal Trattato Nato”.


28.04.202515:46
Va bene ma decidetevi una buona volta!
27.04.202517:34
Russia-Ucraina-USA, Cina-Filippine, India-Pakistan, ovvero un fine settimana tranquillo.
Cominciamo, per prossimità geografica, dall'Ucraina. Come era prevedibile il "Truth" di ieri di Trump, nel quale si stizziva che Putin lo prendeva in giro e minacciava sanzioni secondarie, non trova riscontri nella linea diplomatica USA espressa dal Segretario agli Esteri Rubio in un'intervista alla trasmissione della NBC "Meet the Press" (riassunta dalla Reuters). Rubio ha lasciato trasparire una certa frustrazione, ripetendo che l'accordo tra le parti deve succedere "presto" altrimenti gli USA potrebbero abbandonare il tavolo, ma ha anche detto che non sono previste nuove sanzioni alla Russia per lasciar lavorare i diplomatici, ma ha anche detto che Trump, "l'unico che può far fare la pace", ha a disposizione vari strumenti per convincere i recalcitranti. Vedremo.
Cominciamo, per prossimità geografica, dall'Ucraina. Come era prevedibile il "Truth" di ieri di Trump, nel quale si stizziva che Putin lo prendeva in giro e minacciava sanzioni secondarie, non trova riscontri nella linea diplomatica USA espressa dal Segretario agli Esteri Rubio in un'intervista alla trasmissione della NBC "Meet the Press" (riassunta dalla Reuters). Rubio ha lasciato trasparire una certa frustrazione, ripetendo che l'accordo tra le parti deve succedere "presto" altrimenti gli USA potrebbero abbandonare il tavolo, ma ha anche detto che non sono previste nuove sanzioni alla Russia per lasciar lavorare i diplomatici, ma ha anche detto che Trump, "l'unico che può far fare la pace", ha a disposizione vari strumenti per convincere i recalcitranti. Vedremo.
26.04.202511:30
Con Enrico Tomaselli di Giubbe Rosse News, che ringrazio per l'invito, abbiamo chiacchierato un po' di Balcani (in senso molto lato, con qualche incursione anche in Moldavia) e delle tensioni che li agitano in questo strano periodo.
Potere ascoltare le nostre riflessioni qui: https://www.youtube.com/watch?v=4SWxyJXu804
Potere ascoltare le nostre riflessioni qui: https://www.youtube.com/watch?v=4SWxyJXu804
24.04.202521:35
Qui un articolo del Times of India sul trattato dell'Indo.
23.04.202512:56
Per quanto riguarda i tentativi di risoluzione diplomatica del conflitto in Ucraina, che negli ultimi giorni hanno almeno a parole avuto un'accelerazione, la scaletta della settimana era più o meno definita: oggi doveva tenersi a Londra un vertice tra i ministri degli esteri di USA, Gran Bretagna, Francia, Germania e Ucraina; verosimilmente domani Witkoff sarebbe andato a Mosca; e il 26, approfittando dei funerali del papa e della presenza di delegazioni di alto livello ci sarebbe stato un altro round di incontri. O almeno questo nell'immaginazione americana, perché ieri sera Zelensky ha dichiarato che uno dei punti cardine del progetto di pace statunitense (ci torniamo subito), ovvero il riconoscimento de jure della Crimea come territorio russo, non poteva essere preso in considerazione. Preso atto dell'indisponibilità, Rubio ha annullato la visita a Londra, dove il vertice si terrà lo stesso ma a livello più basso e senza appunto i ministri (la delegazione ucraina resta però la stessa: Umerov, Sybiha e Jermak), e Vance ha dichiarato che gli USA si ritireranno dai negoziati "se non riceveranno una risposta positiva" alle loro proposte di mediazione. A questo punto la visita di Witkoff a Mosca diventa marginale (ma ormai è chiaro che USA e Russia discutono tra loro di varie altre cose che esulano dalla questione ucraina) e i funerali del papa rischiano di trasformarsi in un'altra mezza rissa tra Trump e Zelensky se quest'ultimo confermerà la sua presenza.
29.04.202516:41
In linea di principio, chi da occidente commenta la questione dei negoziati si concentra principalmente sul dato territoriale. L’idea è che sostanzialmente questa sia, per la Russia, una guerra mirata alla conquista del territorio ucraino, e propedeutica (in caso non venga fermata) alla conquista di terra nel Baltico o in Europa centrale, o magari anche più in là. Qualsiasi altra questione passa in secondo piano o viene derubricata a scusa o propaganda, mentre solo il dato territoriale conta. E così buona parte del rumore attorno ai negoziati è dedicato alla questione del territorio: quanto territorio ha preso la Russia, quanto avrebbe voluto prendere, quanto si prevede che voglia o possa prenderne ancora, quanto l’Ucraina debba acconsentire a cedere, quanto vergognoso o tristemente realistico sia convincerla, o forzarla, a farlo. E in questa prospettiva, naturalmente, ogni accordo è un cattivo accordo, ‟an ugly deal”, come titola oggi Politico.


28.04.202508:13
E subito partono i meme, unica consolazione in questi tempi cupi.


26.04.202522:34
La seconda è ovviamente il post di Trump successivo all'incontro con Zelenky al funerale del papa, che allego come immagine. Dopo la solita tirata sulla guerra di Obama e di Biden, la conclusione è un po' diversa: "non c'era ragione per Putin di lanciare missili in aree civili, città e cittadine, negli ultimi giorni. Mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, che mi sta raggirando, e che bisogna trattarlo diversamente, con "Sanzioni bancarie" o "Secondarie"?"
Grandissima eccitazione su tutti i media, ma in realtà la faccenda non cambia molto, le sanzioni secondarie erano già state minacciate in passato e mai applicate. Come al solito non sa come uscirne: vuote sono le minacce a Zelensky, vuote quelle a Putin.
Grandissima eccitazione su tutti i media, ma in realtà la faccenda non cambia molto, le sanzioni secondarie erano già state minacciate in passato e mai applicate. Come al solito non sa come uscirne: vuote sono le minacce a Zelensky, vuote quelle a Putin.
25.04.202521:15
Nel giorno in cui Witkoff è tornato a Mosca a parlare con Putin (e nel giorno in cui sempre a Mosca un'autobomba ha ucciso il generale Moskalik, figura poco pubblica ma piuttosto importante nello stato maggiore delle FFAA russe, eventualmente ci torniamo domani) la Reuters ha fatto trapelare il piano di pace "alternativo" che Ucraina e alleati europei hanno consegnato agli Stati Uniti nel vertice che, pur se disinnescato dall'assenza dei ministri degli esteri, si è tenuto a Londra il 23.
Stando a quanto si legge, la Russia dovrebbe accettare un cessate il fuoco immediato al quale seguirebbero i negoziati di pace veri e propri, gestiti con il contributo di Europa e Stati Uniti; gli USA dovrebbero controllare che il cessate il fuoco sia rispettato; all'Ucraina vanno date "robuste" garanzie di sicurezza del tipo Articolo 5 della NATO, anche qui con la partecipazione degli USA; non ci devono essere né riduzioni del numero degli effettivi delle FFAA ucraine, né alcuna limitazione al numero e agli armamenti stranieri (NATO ovviamente) sul territorio ucraino; l'Ucraina deve entrare nell'UE; devono subito tornare all'Ucraina la centrale nucleare di Zaporižja, la diga di Kakhovka e la penisola di Kinburn sull'estuario del Dnepr, e poi si considereranno le altre questioni territoriali; l'Ucraina deve essere interamente ricostruita e compensata economicamente, utilizzando anche i fondi russi congelati a Bruxelles; le sanzioni alla Russia potranno essere gradualmente sospese dopo il definitivo accordo di pace, e reintrodotte in caso di non ottemperanza russa alle condizioni di pace.
Il piano è sostanzialmente una variazione del vecchio "piano Zelensky", solo che invece della capitolazione della Russia si ammette la possibilità di negoziare partendo dalla linea del fronte attuale (solo partendo, naturalmente, l'obiettivo finale è lo stesso). A giudicare dall'anticipazione sembra piuttosto dettagliato, manca solo una cosa: il motivo per cui la Russia dovrebbe prenderlo in considerazione.
Stando a quanto si legge, la Russia dovrebbe accettare un cessate il fuoco immediato al quale seguirebbero i negoziati di pace veri e propri, gestiti con il contributo di Europa e Stati Uniti; gli USA dovrebbero controllare che il cessate il fuoco sia rispettato; all'Ucraina vanno date "robuste" garanzie di sicurezza del tipo Articolo 5 della NATO, anche qui con la partecipazione degli USA; non ci devono essere né riduzioni del numero degli effettivi delle FFAA ucraine, né alcuna limitazione al numero e agli armamenti stranieri (NATO ovviamente) sul territorio ucraino; l'Ucraina deve entrare nell'UE; devono subito tornare all'Ucraina la centrale nucleare di Zaporižja, la diga di Kakhovka e la penisola di Kinburn sull'estuario del Dnepr, e poi si considereranno le altre questioni territoriali; l'Ucraina deve essere interamente ricostruita e compensata economicamente, utilizzando anche i fondi russi congelati a Bruxelles; le sanzioni alla Russia potranno essere gradualmente sospese dopo il definitivo accordo di pace, e reintrodotte in caso di non ottemperanza russa alle condizioni di pace.
Il piano è sostanzialmente una variazione del vecchio "piano Zelensky", solo che invece della capitolazione della Russia si ammette la possibilità di negoziare partendo dalla linea del fronte attuale (solo partendo, naturalmente, l'obiettivo finale è lo stesso). A giudicare dall'anticipazione sembra piuttosto dettagliato, manca solo una cosa: il motivo per cui la Russia dovrebbe prenderlo in considerazione.
24.04.202521:34
Volevo scrivere qualcosa sul riacutizzarsi della tensione tra India e Pakistan a seguito dell'attentato terroristico del 22 aprile a Pahalgam, nel Kashmir indiano, che ha portato alla morte di 26 persone uccise da un gruppo che si definisce locale ma che le autorità indiane ritengono (probabilmente a ragione) diretto dai servizi pakistani, ma Pagine Esteri (che ogni tanto mi ospita) mi ha preceduto, quindi condivido direttamente il loro articolo. La situazione sembra abbastanza seria, con misure escalatorie reciproche che colpiscono soprattutto commercio (chiusura dei valichi di confine) e lavoratori immigrati, i cui visti sono stati revocati e che dovranno tornare in patria entro il 27 aprile. L'India ha anche annunciato la sospensione del trattato che regola la condivisione delle acque degli affluenti dell'Indo, fonte idrica primaria per il Pakistan che ha immediatamente dichiarato che qualsiasi intervento sul flusso delle acque sarà considerato alla stregua di una dichiarazione di guerra (ma il rischio in sostanza non c'è, bisognerebbe che l'India costruisse delle dighe per bloccarlo, e non è cosa né facile né veloce). Entrambi i paesi, poi, hanno annunciato varie manovre ed esercitazioni missilistiche e navali (e anche questa è la regola ogni volta che la tensione tra loro si riaccende).
Vediamo se ci troviamo di fronte alla "solita" escalation ciclica, o se stavolta la faccenda è più seria.
Vediamo se ci troviamo di fronte alla "solita" escalation ciclica, o se stavolta la faccenda è più seria.


22.04.202520:40
Hai tolto la modalità aereo al tuo telefono in zona di operazioni? La prossima volta stai più attento...
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