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Marco e la Rusalka: storie russe avatar

Marco e la Rusalka: storie russe

Cultura russa (folclore, mitologia, letteratura) e altro.
TGlist रेटिंग
0
0
प्रकारसार्वजनिक
सत्यापन
असत्यापित
विश्वसनीयता
अविश्वसनीय
स्थान
भाषाअन्य
चैनल निर्माण की तिथिFeb 21, 2025
TGlist में जोड़ा गया
Dec 17, 2024
संलग्न समूह

Marco e la Rusalka: storie russe के लोकप्रिय पोस्ट

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Cultura Italia-Russia
Il 10 febbraio è il compleanno del Domovoj
Testo di Svieta Grivacheva

Il domovoj è, secondo la mitologia slava, lo spirito della casa, che assicura buona vita alla famiglia e fertilità e salute a persone e animali.

Se ama il suo padrone o la sua padrona, il domovoj non gli farà del male, ma a volte può scherzare, nascondendogli qualcosa.
Protegge la casa da ladri, incendi e disgrazie. Di solito cammina per casa di notte, sospirando e borbottando. A questo punto gli si può chiedere: è per il bene o per il male?
E lui risponderà sempre “sì” o “no”. Questa è una frase rituale vecchia di secoli, che funziona sempre, ovviamente se in casa vive un domovoj.

Il domovoj, come ogni membro della famiglia, ha bisogno di essere nutrito! Adora il latte e i panini dolci. Gli si possono lasciare anche piccoli doni, pronunciando frasi appropriate che esprimono buone intenzioni e gli chiedono di prendere la casa sotto la sua protezione; di solito si tratta di perline, bottoni, monete e pezzi di stoffa colorata.

È importante ricordare che il domovoj non ama i litigi e gli scandali, né il rumore e il disordine in casa. Ad esempio, quando dimentichiamo di lavare una tazza, lo spiritello della casa bussa (fortunatamente, di rado) alla porta della cucina.

Nella notte tra il 10 e l'11 febbraio, puoi lasciare un dolcetto di compleanno per il tuo domovoj su un tovagliolo bianco: un bicchiere d'acqua, un panino o un pezzo di pane bianco fresco, sale e zucchero, e dire: "Pane e sale per te, e felicità, salute, ricchezza e amore per me (col tuo nome) in questa casa". Poi allontanati senza voltarti indietro.

Cultura Italia-Russia
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Devana: La Signora delle Foreste e della Luna
Testo di Anna Maria Messuti

In una notte di luna piena, quando il confine tra il mondo umano e quello selvaggio si assottiglia fino a svanire, un’ombra danza agile, accompagnata dall’ululato dei lupi e dal fruscio delle foglie. È Devana, una delle figure più affascinanti e misteriose del pantheon slavo, figlia di Perun, dio del tuono, e moglie di Svjatobor, il dio delle foreste delle antiche leggende slave.

Come Artemide per i Greci o Diana per i Romani, Devana regna sugli animali selvatici e sui territori incontaminati. Nelle tradizioni slave, però, il suo carattere è più sfaccettato, a volte persino contraddittorio: è una protettrice, ma anche una predatrice; una figura materna per chi rispetta i boschi, ma una minaccia per chi li viola. Non a caso, in alcune regioni slave, si credeva che i cacciatori imprudenti potessero incontrare il suo sguardo furioso tra le nebbie mattutine, trasformandosi in pietra o perdendosi per sempre tra gli alberi.

La sua associazione con la luna aggiunge un ulteriore velo di mistero, poiché Devana incarna elementi opposti: è fuoco, movimento e istinto.

Nelle notti di plenilunio, le donne delle comunità rurali le dedicavano canti e offerte, chiedendo fertilità o protezione durante i parti. Un’usanza che ricorda i khorovod (хоровод), le danze circolari tradizionali, spesso legate ai cicli naturali e a divinità femminili come le rusalke.

La figura di Devana assume un significato quasi profetico, poiché ci ricorda che la natura non è un “luogo da conquistare”, ma una forza con cui dialogare, che esige rispetto.

Forse, nelle sere d’inverno, quando il vento ulula tra i rami spogli, è ancora lei a cavalcare l’orso sacro, sfidando chiunque osi dimenticare il potere antico e indomabile della natura.

Immagine: Andrej Šiškin, "Devana", 2013.

Cultura Italia-Russia
Il lupo nella cultura popolare russa

Il lupo (in russo волк, si pronuncia "volk") è un animale un po' sfortunato, perché è sempre stato considerato il cattivo di turno. Anche la cultura russa, nella tradizione popolare, non fa eccezione.
Per gli antichi Slavi il lupo era uno spirito maligno, che vive nel mondo ultraterreno e viene da noi solo per portare il male. Quando si diffuse il cristianesimo, era convinzione che il diavolo e le streghe potessero trasformarsi in lupi, perciò alcuni costruivano gli infissi delle porte di casa a forma di croce, per cercare di tenerli lontani. Se ad una persona capitava di imbattersi in un lupo, pronunciava subito i nomi dei propri cari defunti, per chieder loro protezione. Il lupo era dunque una figura temuta e malvoluta, ma anche rispettata: se un lupo catturava una preda, il proprietario del bestiame non interveniva, perché si credeva che ciò fosse un sacrificio offerto a Dio, e quindi di buon auspicio.

Anche nei racconti popolari russi il lupo è quasi sempre un personaggio cattivo, il classico "lupus in fabula". È però anche poco intelligente e piuttosto stupidotto, perciò si mette spesso nei guai e, alla fine, viene beffato dal protagonista della favola. In alcuni racconti è invece un personaggio positivo, come nella fiaba Il principe Ivan, l'uccello di fuoco e il lupo grigio, dove il lupo, simbolo di saggezza, si schiera dalla parte del protagonista e lo aiuta. Si tratta però di eccezioni, perché in generale il lupo è sempre un personaggio negativo.
Povero lupacchiotto... io non ce lo vedo nel ruolo del cattivone! E voi?

Marco e la rusalka: storie russe per Cultura Italia-Russia
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