26.02.202506:16
Joškár-Olà (Йошка́р-Олa): dove le favole incontrano la realtà
Testo di Enrico Festa
Joškár-Olà è una città incantevole della Russia europea centrale che sorge sul fiume Malaja Kokšaga (Малая Кокшага) ed è la capitale della repubblica dei Mari.
Il suo toponimo deriva dalla lingua Mari e significa "città rossa". Durante l’era imperiale era conosciuta come Tsarevokokšajsk (Царёвококшайск). Successivamente, all'ascesa dei bolscevichi al potere, venne rinominata Krasnokokšajsk (Краснококшайск). Entrambi i nomi derivano direttamente dal suo fiume.
Questa città sorprenderà tutti i visitatori poiché nel centro gli antichi edifici sono alternati a quelli del periodo sovietico, ai palazzi barocchi ed alle case a graticcio, mentre in prossimità degli argini del corso d’acqua che la bagna, assomiglierà molto a Bruges o ad Amsterdam. A poca distanza da lì sorge un Cremlino che è molto simile a quello di Mosca.
Dai primi anni del 2000, grazie ad un ambizioso progetto ispirato all’architettura europea, si sta cercando di trasformare il volto della città unendo il vecchio al nuovo, in un sodalizio dove il passato cede armoniosamente il passo al futuro, senza turbare minimamente l’atmosfera fiabesca che regna in tutto il centro urbano. Se visiterete la città, non perdetevi la statua di bronzo con la faccia compiaciuta del gatto Yoshkin che siede su una panchina con un giornale sotto al sedere.
Cultura Italia-Russia
Testo di Enrico Festa
Joškár-Olà è una città incantevole della Russia europea centrale che sorge sul fiume Malaja Kokšaga (Малая Кокшага) ed è la capitale della repubblica dei Mari.
Il suo toponimo deriva dalla lingua Mari e significa "città rossa". Durante l’era imperiale era conosciuta come Tsarevokokšajsk (Царёвококшайск). Successivamente, all'ascesa dei bolscevichi al potere, venne rinominata Krasnokokšajsk (Краснококшайск). Entrambi i nomi derivano direttamente dal suo fiume.
Questa città sorprenderà tutti i visitatori poiché nel centro gli antichi edifici sono alternati a quelli del periodo sovietico, ai palazzi barocchi ed alle case a graticcio, mentre in prossimità degli argini del corso d’acqua che la bagna, assomiglierà molto a Bruges o ad Amsterdam. A poca distanza da lì sorge un Cremlino che è molto simile a quello di Mosca.
Dai primi anni del 2000, grazie ad un ambizioso progetto ispirato all’architettura europea, si sta cercando di trasformare il volto della città unendo il vecchio al nuovo, in un sodalizio dove il passato cede armoniosamente il passo al futuro, senza turbare minimamente l’atmosfera fiabesca che regna in tutto il centro urbano. Se visiterete la città, non perdetevi la statua di bronzo con la faccia compiaciuta del gatto Yoshkin che siede su una panchina con un giornale sotto al sedere.
Cultura Italia-Russia
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10.02.202514:33
📝 La conversazione umana è uno dei piaceri più profondi e raffinati della vita: dai del tuo meglio, la tua anima, prendi lo stesso in cambio, e tutto ciò è facile, senza difficoltà e pretese di amore.
Marina Tsvetaeva (1892 - 1941)
Materiale fornito da Ekaterina Pospelova
Traduzione di Serena Dolci
Cultura Italia-Russia
Marina Tsvetaeva (1892 - 1941)
Человеческая беседа - это одно из самых глубоких и тонких наслаждений в жизни: отдаёшь самое лучшее - душу, берёшь то же взамен, и всё это легко, без трудности и требовательности любви.
Марина Цветаева
Materiale fornito da Ekaterina Pospelova
Traduzione di Serena Dolci
Cultura Italia-Russia
Пераслаў з:Olga V. Petukhova: cultura russa
OV
08.02.202514:21
Tatiana Navka e Roman Kostomarov
Medaglia d'oro delle Olimpiadi di Torino 2006
Seguitemi su
Olga V. Petukhova: cultura russa
Medaglia d'oro delle Olimpiadi di Torino 2006
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Olga V. Petukhova: cultura russa
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20.10.202408:15
Che cos'è il samovar per i russi?
Testo di Annalisa Di Santo
Il samovar era un attributo imprescindibile della tavola russa, del čaepitie (rito del bere il tè). Il samovar, dal russo "bolle da solo" o meglio "bolle da solo l'acqua", è un bollitore per il tè che non può mancare in nessuna casa russa.
Intorno al XVIII secolo esistevano anche samovar da viaggio, detti stranniki. In Russia esiste anche una capitale dei samovar: Tula. In questa città venivano fabbricati veri capolavori d'arte applicata russa. I samovar di Tula, oltre ad essere economici e decoratissimi, avevano una caratteristica unica: la musicalità. Prima di bollire, questa "macchina da tè" iniziava a canticchiare come un grillo. Ecco perché i russi dicono tuttora "a Tula non si va con il proprio samovar", riferendosi ad azioni insensate.
Il poeta Boris Sadovskij, come premessa alla sua raccolta "Samovar", afferma: "Il samovar nella nostra vita occupa un posto enorme. Si tratta di un fenomeno puramente russo, incomprensibile agli stranieri. Un russo nel brusio e sussurro del samovar si figura voci note fin dall'infanzia: i sospiri del vento primaverile, le care canzoni materne, l'allegro fischio di richiamo della tormenta di neve in campagna".
Il samovar è simbolo dell'accoglienza russa, infatti si dice anche "Il samovar sta bollendo - ordina di non andare via".
Cultura Italia-Russia
Testo di Annalisa Di Santo
Il samovar era un attributo imprescindibile della tavola russa, del čaepitie (rito del bere il tè). Il samovar, dal russo "bolle da solo" o meglio "bolle da solo l'acqua", è un bollitore per il tè che non può mancare in nessuna casa russa.
Intorno al XVIII secolo esistevano anche samovar da viaggio, detti stranniki. In Russia esiste anche una capitale dei samovar: Tula. In questa città venivano fabbricati veri capolavori d'arte applicata russa. I samovar di Tula, oltre ad essere economici e decoratissimi, avevano una caratteristica unica: la musicalità. Prima di bollire, questa "macchina da tè" iniziava a canticchiare come un grillo. Ecco perché i russi dicono tuttora "a Tula non si va con il proprio samovar", riferendosi ad azioni insensate.
Il poeta Boris Sadovskij, come premessa alla sua raccolta "Samovar", afferma: "Il samovar nella nostra vita occupa un posto enorme. Si tratta di un fenomeno puramente russo, incomprensibile agli stranieri. Un russo nel brusio e sussurro del samovar si figura voci note fin dall'infanzia: i sospiri del vento primaverile, le care canzoni materne, l'allegro fischio di richiamo della tormenta di neve in campagna".
Il samovar è simbolo dell'accoglienza russa, infatti si dice anche "Il samovar sta bollendo - ordina di non andare via".
Cultura Italia-Russia
Пераслаў з:
Olga V. Petukhova: cultura russa
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25.02.202509:01
🔥 "Alba dei pancake" nella baia di Ajax
📸✍️: simonova_live
Regione di Vladivostok
Olga V. Petukhova: cultura russa
📸✍️: simonova_live
Regione di Vladivostok
Olga V. Petukhova: cultura russa
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10.02.202513:28
Il 10 febbraio è il compleanno del Domovoj
Testo di Svieta Grivacheva
Il domovoj è, secondo la mitologia slava, lo spirito della casa, che assicura buona vita alla famiglia e fertilità e salute a persone e animali.
Se ama il suo padrone o la sua padrona, il domovoj non gli farà del male, ma a volte può scherzare, nascondendogli qualcosa.
Protegge la casa da ladri, incendi e disgrazie. Di solito cammina per casa di notte, sospirando e borbottando. A questo punto gli si può chiedere: è per il bene o per il male?
E lui risponderà sempre “sì” o “no”. Questa è una frase rituale vecchia di secoli, che funziona sempre, ovviamente se in casa vive un domovoj.
Il domovoj, come ogni membro della famiglia, ha bisogno di essere nutrito! Adora il latte e i panini dolci. Gli si possono lasciare anche piccoli doni, pronunciando frasi appropriate che esprimono buone intenzioni e gli chiedono di prendere la casa sotto la sua protezione; di solito si tratta di perline, bottoni, monete e pezzi di stoffa colorata.
È importante ricordare che il domovoj non ama i litigi e gli scandali, né il rumore e il disordine in casa. Ad esempio, quando dimentichiamo di lavare una tazza, lo spiritello della casa bussa (fortunatamente, di rado) alla porta della cucina.
Nella notte tra il 10 e l'11 febbraio, puoi lasciare un dolcetto di compleanno per il tuo domovoj su un tovagliolo bianco: un bicchiere d'acqua, un panino o un pezzo di pane bianco fresco, sale e zucchero, e dire: "Pane e sale per te, e felicità, salute, ricchezza e amore per me (col tuo nome) in questa casa". Poi allontanati senza voltarti indietro.
Cultura Italia-Russia
Testo di Svieta Grivacheva
Il domovoj è, secondo la mitologia slava, lo spirito della casa, che assicura buona vita alla famiglia e fertilità e salute a persone e animali.
Se ama il suo padrone o la sua padrona, il domovoj non gli farà del male, ma a volte può scherzare, nascondendogli qualcosa.
Protegge la casa da ladri, incendi e disgrazie. Di solito cammina per casa di notte, sospirando e borbottando. A questo punto gli si può chiedere: è per il bene o per il male?
E lui risponderà sempre “sì” o “no”. Questa è una frase rituale vecchia di secoli, che funziona sempre, ovviamente se in casa vive un domovoj.
Il domovoj, come ogni membro della famiglia, ha bisogno di essere nutrito! Adora il latte e i panini dolci. Gli si possono lasciare anche piccoli doni, pronunciando frasi appropriate che esprimono buone intenzioni e gli chiedono di prendere la casa sotto la sua protezione; di solito si tratta di perline, bottoni, monete e pezzi di stoffa colorata.
È importante ricordare che il domovoj non ama i litigi e gli scandali, né il rumore e il disordine in casa. Ad esempio, quando dimentichiamo di lavare una tazza, lo spiritello della casa bussa (fortunatamente, di rado) alla porta della cucina.
Nella notte tra il 10 e l'11 febbraio, puoi lasciare un dolcetto di compleanno per il tuo domovoj su un tovagliolo bianco: un bicchiere d'acqua, un panino o un pezzo di pane bianco fresco, sale e zucchero, e dire: "Pane e sale per te, e felicità, salute, ricchezza e amore per me (col tuo nome) in questa casa". Poi allontanati senza voltarti indietro.
Cultura Italia-Russia
Пераслаў з:
Olga Tarovik - Storia della Russia
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04.11.202407:24
4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale. Icona della Madre di Dio di Kazan
E’ una festa “giovane”, istituita nel 2005. Rimanda al 4 novembre del 1612, quando Mosca venne liberata dai polacchi che l’avevano invasa. In questa data finì il lungo e devastante Tempo dei Torbidi, iniziato dopo la morte nel 1598 dello zar Fёdor, l’ultimo della dinastia dei Rjurikidi. Nel 1613 si tornò definitivamente alla normalità con l’elezione del nuovo zar Mikhail Romanov.
Gli eventi dei Torbidi coinvolsero enormi masse di persone di ogni provenienza sociale e si trasformarono in breve tempo in una guerra di tutti contro tutti: i cosacchi contro i cittadini e la piccola nobiltà, i boiardi contro zar e impostori che si scambiavano sul trono, i contadini contro l’aristocrazia, le periferie contro la capitale. In pratica, fu la prima guerra civile nella storia russa. Il tutto si aggravò con fame, carestia e, come tocco finale, l’entrata in gioco di Polonia e Svezia, avversari storici della Russia.
Un paese indebolito non poteva che essere fatto a pezzi, e nel corso dei Torbidi la Russia rischiò seriamente questa sorte. I Torbidi non furono soltanto una pesantissima crisi politica, economica e sociale: i contemporanei li definivano tempi di “vacillamento”, “dissoluzione” e “confusione delle menti”.
Veri eroi dei Torbidi furono Kuzma Minin e Dmitri Požarskij, che a capo della milizia popolare liberarono Mosca e permisero la nuova rinascita del paese.
Il 4 novembre è anche il giorno in cui la chiesa ortodossa festeggia l’icona della Madre di Dio di Kazan, che secondo la leggenda salvò la capitale russa dai nemici.
Olga Tarovik - Storia della Russia
E’ una festa “giovane”, istituita nel 2005. Rimanda al 4 novembre del 1612, quando Mosca venne liberata dai polacchi che l’avevano invasa. In questa data finì il lungo e devastante Tempo dei Torbidi, iniziato dopo la morte nel 1598 dello zar Fёdor, l’ultimo della dinastia dei Rjurikidi. Nel 1613 si tornò definitivamente alla normalità con l’elezione del nuovo zar Mikhail Romanov.
Gli eventi dei Torbidi coinvolsero enormi masse di persone di ogni provenienza sociale e si trasformarono in breve tempo in una guerra di tutti contro tutti: i cosacchi contro i cittadini e la piccola nobiltà, i boiardi contro zar e impostori che si scambiavano sul trono, i contadini contro l’aristocrazia, le periferie contro la capitale. In pratica, fu la prima guerra civile nella storia russa. Il tutto si aggravò con fame, carestia e, come tocco finale, l’entrata in gioco di Polonia e Svezia, avversari storici della Russia.
Un paese indebolito non poteva che essere fatto a pezzi, e nel corso dei Torbidi la Russia rischiò seriamente questa sorte. I Torbidi non furono soltanto una pesantissima crisi politica, economica e sociale: i contemporanei li definivano tempi di “vacillamento”, “dissoluzione” e “confusione delle menti”.
Veri eroi dei Torbidi furono Kuzma Minin e Dmitri Požarskij, che a capo della milizia popolare liberarono Mosca e permisero la nuova rinascita del paese.
Il 4 novembre è anche il giorno in cui la chiesa ortodossa festeggia l’icona della Madre di Dio di Kazan, che secondo la leggenda salvò la capitale russa dai nemici.
Olga Tarovik - Storia della Russia
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18.10.202406:03
La corazzata Potëmkin - "Броненосец "Потемкин"
Testo di Gian Piero Angeleri
È un film di forte carica drammatica per molte sue scene rese magistralmente e di importante significato storico per i fatti a cui si ispira, tanto furono dolorosi e grande fu la svolta che impressero alla storia. Racconta i momenti che precedettero la Rivoluzione di Ottobre, con l’ammutinamento dei marinai della Corazzata Potëmkin, avvenuto nel 1905, causato dalla qualità del cibo ed i successivi disordini di Odessa. La Rivoluzione d'Ottobre ebbe poi inizio il 7 novembre 1917 con l’assalto portato dai bolscevichi al Palazzo d'Inverno, sede del governo provvisorio retto da Aleksandr Fëdorovič Kerenskij.
Il film fu commissionato nel 1925 i per celebrare il 20° anniversario di quei tragici avvenimenti. La regia fu affidata a Sergej Ejzenštejn, allora solo ventisettenne, fu girato ad Odessa e prodotto dalla Prima Kinofrabrica Goskino, che poi cambierà nome in Mosfilm.
Qualche curiosità:
✅La prima proiezione del film ebbe luogo al Teatro Bolshoj il 21 dicembre 1925 in una riunione cerimoniale dedicata all'anniversario della rivoluzione del 1905.
✅Dato che, essendo il film in b/n, la bandiera rossa che sul finale sventolava sulla corazzata sarebbe apparsa nera, fu usata una bandiera bianca e sulla copia destinata alla prima, nei 108 fotogrammi in cui appare la bandiera è stata dipinta manualmente di rosso, con un grande effetto sul pubblico.
✅Per il film non fu utilizzata la corazzata Potëmkin, ormai in disarmo, ma la corazzata Dodici Apostoli, a quel tempo adibita a magazzino per esplosivi. Data la pericolosità, le scene degli interni furono girate sull’incrociatore Comintern.
✅La première ebbe luogo a Mosca il 18 gennaio 1926 al Cinema Teatro Statale (ora teatro del cinema "Khudožestvennij").
Foto: ll poster originale del film.
Cultura Italia-Russia
Testo di Gian Piero Angeleri
È un film di forte carica drammatica per molte sue scene rese magistralmente e di importante significato storico per i fatti a cui si ispira, tanto furono dolorosi e grande fu la svolta che impressero alla storia. Racconta i momenti che precedettero la Rivoluzione di Ottobre, con l’ammutinamento dei marinai della Corazzata Potëmkin, avvenuto nel 1905, causato dalla qualità del cibo ed i successivi disordini di Odessa. La Rivoluzione d'Ottobre ebbe poi inizio il 7 novembre 1917 con l’assalto portato dai bolscevichi al Palazzo d'Inverno, sede del governo provvisorio retto da Aleksandr Fëdorovič Kerenskij.
Il film fu commissionato nel 1925 i per celebrare il 20° anniversario di quei tragici avvenimenti. La regia fu affidata a Sergej Ejzenštejn, allora solo ventisettenne, fu girato ad Odessa e prodotto dalla Prima Kinofrabrica Goskino, che poi cambierà nome in Mosfilm.
Qualche curiosità:
✅La prima proiezione del film ebbe luogo al Teatro Bolshoj il 21 dicembre 1925 in una riunione cerimoniale dedicata all'anniversario della rivoluzione del 1905.
✅Dato che, essendo il film in b/n, la bandiera rossa che sul finale sventolava sulla corazzata sarebbe apparsa nera, fu usata una bandiera bianca e sulla copia destinata alla prima, nei 108 fotogrammi in cui appare la bandiera è stata dipinta manualmente di rosso, con un grande effetto sul pubblico.
✅Per il film non fu utilizzata la corazzata Potëmkin, ormai in disarmo, ma la corazzata Dodici Apostoli, a quel tempo adibita a magazzino per esplosivi. Data la pericolosità, le scene degli interni furono girate sull’incrociatore Comintern.
✅La première ebbe luogo a Mosca il 18 gennaio 1926 al Cinema Teatro Statale (ora teatro del cinema "Khudožestvennij").
Foto: ll poster originale del film.
Cultura Italia-Russia
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24.02.202506:57
"L'arte è un bisogno dell'uomo, come mangiare e bere.
Un bisogno di bellezza e di creatività che la incarna; è imprescindibile dall'uomo, e senza di essa l'uomo, probabilmente, non vorrebbe vivere in questo mondo."
Fëdor Mikhajlovič Dostoevskij
Traduzione di Giusy Filippin
Cultura Italia-Russia
Un bisogno di bellezza e di creatività che la incarna; è imprescindibile dall'uomo, e senza di essa l'uomo, probabilmente, non vorrebbe vivere in questo mondo."
Fëdor Mikhajlovič Dostoevskij
Искусство есть такая потребность для человека, как есть и пить. Потребность красоты и творчества, воплощающего ее, — неразлучна с человеком, и без нее человек, может быть, не захотел бы жить на свете.
Фёдор Михайлович Достоевский
Traduzione di Giusy Filippin
Cultura Italia-Russia
Пераслаў з:Olga V. Petukhova: cultura russa
OV
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09.02.202521:20
La modella sovietica Galina Milovskaya sullo sfondo del razzo Vostok.
Foto di Arnaud de Rosnay per la rivista Vogue, 1969.
Altre foto nei commenti ➡️
La Russia e Lo Spazio
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Olga V. Petukhova: cultura russa
Foto di Arnaud de Rosnay per la rivista Vogue, 1969.
Altre foto nei commenti ➡️
La Russia e Lo Spazio
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29.10.202406:49
Anna Akhmatova (1889 - 1966)
"Musa" (Da "Il giunco")
Анна Ахматова. "Муза" (из сборника "Тростник")
Quando la notte attendo il suo arrivo,
la vita sembra sia appesa a un filo.
Che cosa sono onori, libertà, giovinezza
di fronte all’ospite dolce
col flauto nella mano? Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.
Le chiedo: “Dettasti a Dante tu
le pagine dell’Inferno?” Risponde: “Io”.
1924
Cultura Italia-Russia
"Musa" (Da "Il giunco")
Анна Ахматова. "Муза" (из сборника "Тростник")
Quando la notte attendo il suo arrivo,
la vita sembra sia appesa a un filo.
Che cosa sono onori, libertà, giovinezza
di fronte all’ospite dolce
col flauto nella mano? Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.
Le chiedo: “Dettasti a Dante tu
le pagine dell’Inferno?” Risponde: “Io”.
1924
Когда я ночью жду ее прихода,
Жизнь, кажется, висит на волоске.
Что почести, что юность, что свобода
Пред милой гостьей с дудочкой в руке.
И вот вошла. Откинув покрывало,
Внимательно взглянула на меня.
Ей говорю: “Ты ль Данте диктовала
Страницы Ада?” Отвечает: “Я”
Cultura Italia-Russia
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10.02.202517:12
Concorso La coppia più amata della letteratura russa: finale
Care lettrici e cari lettori, siamo giunti all’ultimo atto del concorso: questa settimana decideremo quale sarà la nostra coppia più amata tra quelle della letteratura russa. In finale abbiamo Il maestro e Margherita, da una parte, e Živago e Lara dall’altra. Non c’è bisogno di dilungarsi ulteriormente per presentare due coppie di così grande spessore, quindi andiamo a votare! Ovviamente, essendo una finale, non c’è più il voto a scelta multipla: si vota soltanto una delle due coppie.
Si vota da oggi e fino a domenica sera; lunedì prossimo ci sarà il post conclusivo per decretare la coppia vincitrice.
Buona finale!
Marco e la rusalka: storie russe, organizzatore del concorso
Care lettrici e cari lettori, siamo giunti all’ultimo atto del concorso: questa settimana decideremo quale sarà la nostra coppia più amata tra quelle della letteratura russa. In finale abbiamo Il maestro e Margherita, da una parte, e Živago e Lara dall’altra. Non c’è bisogno di dilungarsi ulteriormente per presentare due coppie di così grande spessore, quindi andiamo a votare! Ovviamente, essendo una finale, non c’è più il voto a scelta multipla: si vota soltanto una delle due coppie.
Si vota da oggi e fino a domenica sera; lunedì prossimo ci sarà il post conclusivo per decretare la coppia vincitrice.
Buona finale!
Marco e la rusalka: storie russe, organizzatore del concorso
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09.02.202508:27
Kagor, il vino della Chiesa ortodossa russa
Testo di Paola Varalli
Il Kagor è un vino rosso liquoroso da dessert, molto diffuso sul territorio russo, poiché continua l’antica pratica della Chiesa ortodossa che celebra il sacramento della comunione (Eucaristia) somministrando il Kagor ai fedeli: il pane sacramentale viene imbevuto nel vino.
Il Kagor è un vino della nota categoria “vino da messa”, come da noi è il “vinsanto”. La sua storia risale ai tempi di quando la Russia non aveva ancora accesso ai mari del sud europa e non produceva in proprio il vino, infatti lo importava dalla Grecia e da altri paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.
Tra il XVII° e il XVIII° secolo, lo zar russo Pietro I viaggiò attraverso l’Europa per conoscere l’occidente moderno e adottò diverse nuove tecnologie, tradizioni e prodotti fabbricati dagli europei, prototipi per il salto verso la modernità, per il rinnovo della società russa.
In Francia, allo zar piacquero molto i vini rossi secchi della città di Cahors. Fu colpito dall’ intenso colore rosso, associandolo al “Sangue di Cristo” intuendo che questo particolare vino sarebbe stato perfetto per la Chiesa russa, come vino per la Santa Comunione.
Nel XIX secolo la Russia iniziò a sviluppare una propria industria vinicola sotto la guida del più famoso enologo russo il principe Lev Golitsyn. Naturalmente tra i primi a essere prodotti furono vini del tipo Kagor, principalmente per soddisfare le richieste della chiesa ortodossa russa.
Cultura Italia-Russia
Testo di Paola Varalli
Il Kagor è un vino rosso liquoroso da dessert, molto diffuso sul territorio russo, poiché continua l’antica pratica della Chiesa ortodossa che celebra il sacramento della comunione (Eucaristia) somministrando il Kagor ai fedeli: il pane sacramentale viene imbevuto nel vino.
Il Kagor è un vino della nota categoria “vino da messa”, come da noi è il “vinsanto”. La sua storia risale ai tempi di quando la Russia non aveva ancora accesso ai mari del sud europa e non produceva in proprio il vino, infatti lo importava dalla Grecia e da altri paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.
Tra il XVII° e il XVIII° secolo, lo zar russo Pietro I viaggiò attraverso l’Europa per conoscere l’occidente moderno e adottò diverse nuove tecnologie, tradizioni e prodotti fabbricati dagli europei, prototipi per il salto verso la modernità, per il rinnovo della società russa.
In Francia, allo zar piacquero molto i vini rossi secchi della città di Cahors. Fu colpito dall’ intenso colore rosso, associandolo al “Sangue di Cristo” intuendo che questo particolare vino sarebbe stato perfetto per la Chiesa russa, come vino per la Santa Comunione.
Nel XIX secolo la Russia iniziò a sviluppare una propria industria vinicola sotto la guida del più famoso enologo russo il principe Lev Golitsyn. Naturalmente tra i primi a essere prodotti furono vini del tipo Kagor, principalmente per soddisfare le richieste della chiesa ortodossa russa.
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27.10.202412:58
Il Giardino d'Estate di San Pietroburgo alla fine di ottobre.
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